2. 11 maggio 2011
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L’Obesità
Patologia multifattoriale
eccessivo/anormale accumulo
di tessuto adiposo
Influisce negativamente sullo
stato di salute dell’individuo.
Definizione dell’OMS
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2005
• 1,6 miliardi di adulti
sovrappeso
• 400 milioni di adulti
obesi
2015
• 2,3 miliardi di adulti
sovrappeso
• 700 milioni di adulti
obesi
Globesity
Dati e stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
4. Dal punto di vista eziologico:
CLASSIFICAZIONE
Obesità
Essenziale
(95%)
Secondaria
(5%)
Mutazioni genetiche
Malattie ipotalamiche
Insulinoma
Ipotiroidismo
Ipogonadismo
Sindrome di Cushing
Sindrome dell’ovaio
policistico
Assunzione di farmaci
11 maggio 2011
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6. Sulla base della tipologia cellulare coinvolta:
Ipertrofica
Iperplastica
CLASSIFICAZIONE
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> 18,5 Sottopeso
18,5 - 24,9 Range normale
25 - 29,9 Sovrappeso
30 - 34,9 Obesità di grado I
35 - 39,9 Obesità di grado II
> 40 Obesità di grado III
IMC = Indice di Massa Corporea
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Tecniche Dirette
Impedenziometria
TAC/ RMN
DEXA
Ecografia
Tecniche Indirette
IMC
Plicometria
WHR
Tabelle Standard
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Il Tessuto adiposo
• Forma Sferica
• 90% del volume
singola goccia
lipidica
• Deposito energetico
Tessuto adiposo
Bianco (WAT)
• Forma Poligonale
• Minori dimensioni
• Numerosi
mitocondri
• Termogenesi
Tessuto adiposo
Bruno (BAT)
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Tessuto adiposo: Funzioni
Funzione energetico-metabolica:
immagazzinamento e rilascio dell’energia
accumulata
Funzione meccanica: rivestimento di
strutture “vitali” quali cuore, vasi
arteriosi,fegato e strutture muscolo-
scheletriche, attuando una protezione
meccanica
Funzione termoisolante: contrasta la
dispersione del calore corporeo
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Tessuto adiposo: organo endocrino
Leptina Adiponectina Resistina TNF-α
E’ un ormone la cui secrezione/ concentrazione nel
plasma deriva dalla quantità di tessuto adiposo.
Assunzione di cibo e spesa energetica
Aumenta la fagocitosi da parte di
monociti/macrofagi, la secrezione di mediatori pro-
infiammatori e l’espressione di molecole di adesione
Regola l’attività tiroidea
Controllo del senso di sazietà e controllo del
metabolismo energetico
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Tessuto adiposo: organo endocrino
Leptina Adiponectina Resistina TNF-α
Riduce la produzione e l’attività di TNF-α
Ha azione anti-infiammatoria: Inibisce la
produzione di IL-6, Induce la prod. IL-8 (anti-
infiammatoria)
Ridotti livelli di adiponectina si associano a
vari fattori di rischio cardiovascolare, quali
l’adiposità viscerale , l’ipertrigiceridemia,ecc
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Tessuto adiposo: organo endocrino
Leptina Adiponectina Resistina TNF-α
Nome deriva dalla capacità di indurre
insulino-resistenza
Rilascio è stimolato dall’infiammazione,
da IL-6, dall’iperglicemia
In vitro è in grado di indurre
l’espressione di molecole di adesione e
di citochine infiammatorie
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Tessuto adiposo: organo endocrino
Leptina Adiponectina Resistina TNF-α
favorisce reclutamento dei neutrofili e dei monociti nei
focolai di infezione
attiva le funzioni microbiche dei macrofagi e dei
neutrofili
stimola la produzione di IL1 e IL6 e delle chemochine
Aumenta la sintesi delle proteine della fase acuta da
parte degli epatociti
Fosforilazione dell’IRS-1
Sintesi aumentata nei soggetti obesi
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Interleuchina 1
•inibisce il differenziamento degli adipociti,
•inibisce l’espressione ed attività della lipoproteina lipasi,
•stimola la lipolisi,
•inibisce la lipogenesi
Interleuchina 6
La concentrazione di IL-6 aumenta nei soggetti obesi, circa il 30% del livelli circolanti di
IL-6 deriva dal tessuto adiposo di tipo bianco e i valori sono correlati positivamente con
la percentuale di tessuto adiposo. Le concentrazioni plasmatiche di IL-6 risultano ridotte
dopo calo ponderale. Le sue funzioni sono strettamente correlate a Il-1 e TNF-α, ed
determina l’aumento delle proteine della fase acuta
Interleuchina 8
l’IL-8 viene prodotta dal tessuto adiposo unitamente al fatto che i livelli circolanti sono
significativamente più elevati nei pazienti obesi (soprattutto se obesità addominale )
rispetto a soggetti normopeso e si riducono in caso di calo ponderale.
17. 11 maggio 2011
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Sono caratterizzate da una risposta
infiammatoria cronica di basso
grado. il tessuto adiposo sembra
responsabile, almeno in parte,
della flogosi cronica del soggetto
obeso:
Nel tessuto adiposo è presente:
•Un infiltrato di macrofagi direttamente proporzionale al grado di obesità
•Un’aumentata produzione di citochine coinvolte nelle vie
dell’infiammazione (TNFα, IL-6, Leptina, Resistina, Adiponectina)
Alcune di queste citochine sono prodotte dagli adipociti mentre altre sono prodotte
dalle cellule infiammatorie che infiltrano il tessuto.
Obesità e Infiammazione
Obesità
(Diabete di tipo 2,
ipertensione,
dislipidemie,
aterosclerosi)
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I loro livelli si riducono in seguito a calo ponderale.Obesità e Infiammazione
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I loro livelli si riducono in seguito a calo ponderale.Obesità e Infiammazione
20. 11 maggio 2011
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Complicanze
Rischio Cardio-vascolare Diabete di tipo 2
Sindrome
metabolica
Alterazioni della
funzionalità
respiratorie
NeoplasieDisordini
Psicologici/Sociali
Alterazioni
Apparato
riproduttivo
Alterazioni nel
Sistema Endocrino
Riduzione
Aspettativa di
Vita
L’alterata espressione e secrezione di queste citochine, che si
verifica nell’obesità, determina alterazioni circolatorie e
metaboliche, che sono alla base della genesi delle malattie
cardiovascolari e della sindrome metabolica.
L’obesità secondo la definizione fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una patologia multifattoriale caratterizzata da un eccessivo accumulo di tessuto adiposo nel corpo, tale da influire negativamente sullo stato di salute dell’individuo, incrementando il rischio di mortalità.
(http://www.who.int/topics/obesity/en/ : Overweight and obesity are defined as abnormal or excessive fat accumulation that presents a risk to health)
I dati e le stime dell’OMS evidenziano come l’obesità riguardi una percentuale in costante aumento della popolazione mondiale:nel 2005 400 milioni di adulti presentavano obesità e 1,6 miliardi di adulti erano sovrappeso e le proiezioni sulla popolazione mondiale relative al 2015 evidenziano un aumento degli adulti obesi fino a 700 milioni e 2,3 miliardi della popolazione adulta in sovrappeso.
Per sottolineare come l’obesità sia un’evento di rilevanza mondiale, è stato coniato dall’OMS il termine Globesity, che nasce dalla contrazione delle parole inglesi “Global” e “Obesity”
(il termine “Globesity” :http://apps.who.int/bmi/index.jsp)
Per OBESITA' ESSENZIALE si intendono quelle forme di obesità per le quali non è stata ancora oggi identificata l'esatta patogenesi;le numerose ipotesi a riguardo coinvolgono fattori genetici,ormonali,nutrizionali, sociali, culturali e psicologici.
Delle OBESITA' SECONDARIE si conosce invece la patogenesi e vengono classificate sulla base dei meccanismi coinvolti in: derivanti da alterazioni genetiche (solo in una piccola minoranza di casi l'obesità si comporta come una malattia genetica ereditariamente trasmessa,si associa ad altre alterazioni e dismorfismi costituendo delle sindromi complesse, come la S. di Prader Willi, S. Laurence Moon Biedl, S.Down)
Anomalie della regione ipotalamica di origine neoplastica, traumatica, flogistica, possono portare ad alterazioni del controllo del senso di sazietà e del dispendio energetico con sviluppo di vari gradi di obesità.
E' presente anche nei casi di insulinoma ed alterazioni come ipotiroidismo, ipogonadismo ed è una prerogativa del paziente con sindrome di Cushing(ipercortisolismo), caratterizzata da localizzazione di grasso alle estremità del corpo.
E’ relativamente frequente tra le donne la sindrome dell’ovaio policistico, in cui l’accumulo e localizzato a livello addominale.
Infine può essere dovuta ad assunzione di farmaci (Antidepressivi, Litio, Antistaminici, Cortisonici, estrogeni e progestinici)
Un criterio anatomico molto utilizzato prevede la distinzione sul piano clinico di due forme di obesità.Si valuta se la distribuzione del tessuto adiposo è centrale, cioè localizzata a livello addominale (omentale, mesenterico) oppure se la distribuzione è di tipo periferico (sottocutaneo).
Secondo la classificazione di Vague, per obesità androide si intende quell'obesità in cui il tessuto adiposo è prevalentemente distribuito nella metà superiore del corpo e, più precisamente, nella regione addominale. Questo tipo di obesità è anche definita viscerale nel secondo caso invece avremo la distribuzione di tipo ginoide.
Per obesità ginoide si intende quell'obesità in cui il tessuto adiposo è prevalentemente distribuito nella metà inferiore del corpo e, più precisamente, nella regione gluteofemorale. È anche definita obesità sottocutanea.
Per quanto riguarda la classificazione su base istologica, si distinguono essenzialmente due forme di obesità: iperplastica e ipertrofica. La forma iperplastica è definita come l’aumento del numero degli adipociti, mentre la forma ipertrofica è data dall’aumento del volume dei singoli adipociti.
l’indice di massa corporea è uno strumento in grado di dare una stima approssimativa dello stato di obesità del paziente. E’ uno strumento semplice, molto utilizzato nella pratica clinica. L’IMC si calcola utilizzando come parametri il peso, espresso in chilogrammi, e il quadrato dell’altezza espressa in metri. Nella tabella, possiamo vedere come il range di valori compreso tra 25 e 29,9 sia definito come sovrappeso mentre i valori >30 siano classificabili come diversi gradi di obesità
L’IMC è una delle tecniche indirette utilizzate per classificare il grado di sovrappeso/obesità, si associa ad altre metodiche come Plicometria, rapporto tra circonferenza dei fianchi e della vita (waist to hip ratio), tabelle standard per la popolazione e metodiche dirette, come impedenziometria, TAC,RMN, Dexa, ecografia che consentono una valutazione più precisa del tessuto adiposo.
L’obesità è quindi un accumulo eccessivo di tessuto adiposo. Ma come è costituito questo tessuto? E quali sono le funzioni svolte in condizioni normali nel nostro organismo?
Questo tessuto può essere suddiviso in due tipologie cellulare differenti, in tessuto adiposo bianco e bruno.
Il tessuto adiposo bianco è costituito da adipociti bianchi: cellule uniloculari, sferiche, assai voluminose (circa 70-120 µm) e costituite per la maggior parte del loro volume da un’unica goccia di trigliceridi.
Il secondo tipo cellulare è costituito da adipociti bruni: cellule poligonali, di grandezza inferiore rispetto agli adipociti bianchi di circa un terzo, caratterizzate dalla presenza di numerosi piccoli vacuoli lipidici (cellule multiloculari) e da numerosi mitocondri che presentano numerose creste laminari. Queste caratteristiche anatomiche sono dovute al fatto che la loro funzione principale è quella di dissipare l’energia degli acidi grassi contenuti nei vacuoli lipidici per produrre calore. La mancata fosforilazione ossidativa è dovuta al fatto che queste cellule producono una proteina (proteina disaccoppiante 1, UCP1) che vanifica il gradiente protonico creato dalla β-ossidazione e impedisce la formazione di ATP, l’energia viene dissipata sotto forma di calore e non immagazzinata sotto forma di ATP.
Presenza e ruolo del tessuto adiposo bruno nell’uomo adulto sono stati oggetto di discussione, poiché si credeva che questo fosse prerogativa solo del neonato (e perciò assente nell’adulto) mentre oggi si sa che che, con l’esposizione al freddo, può verificarsi produzione di tessuto adiposo bruno.
(http://www.uniroma2.it/didattica/IstologiaEmbriologia/deposito/Tessuto_adiposo.pdf)
In maniera generale, si tratta di funzione energetico metabolica (immagazzinamento e rilascio dell’energia accumulata), di protezione meccanica ( attraverso il rivestimento di strutture “vitali” quali cuore, vasi arteriosi,fegato e strutture muscolo-scheletriche) e termoisolante.
Per molto tempo il tessuto adiposo è stato considerato come un semplice strumento di riserva energetica per l’organismo con un ruolo molto statico. Oggi è visto come un organo dinamico, coinvolto in un’ampia gamma di processi biologici e metabolici. Questa diversa prospettiva è stata imposta dalla scoperta che il tessuto adiposo è un organo endocrino. Nel 1994 la scoperta della leptina, un ormone simile alle citochine con un’ampia gamma di funzioni biologiche, ha conferito agli adipociti la dignità di cellule endocrine.
Gli adipociti secernono, una serie di ormoni, fattori e segnali proteici, chiamati adipochine, che si associano al ruolo dell’adipocita nell’omeostasi energetica. Da un punto di vista strutturale, si tratta di una classe estremamente eterogenea, ma vi sono alcune caratteristiche comuni:
sono prodotte ex novo dalla trascrizione dei loro geni
non sono accumulate nella cellula come molecole preformate
possono determinare effetti diversi sulla stessa cellula bersaglio
la loro attività spesso è ridondante,
la loro azione dipende dal legame a specifici recettori presenti sulle cellule bersaglio
agiscono su tipi cellulari diversi.
L’elenco delle proteine e dei fattori secreti dalla cellula adiposa sta crescendo rapidamente. Diverse di queste proteine e fattori agiscono come ormoni endocrini, per esempio la leptina, mentre altre agiscono localmente, per esempio il TNF-α.
La leptina è un ormone fondamentale per diversi processi fisiologici, modula il comportamento alimentare, il bilancio energetico e la funzione riproduttiva, connette funzionalmente i sistemi immunitario ed endocrino, aumentando la fagocitosi da parte di monociti/macrofagi e la secrezione di mediatori proinfiammatori e l’espressione di molecole di adesione. Negli adipociti la secrezione di leptina è modulata da diversi fattori , i suoi effetti determinano una diminuzione della sintesi dei trigliceridi e un aumento della lipolisi e dell’ossidazione lipidica. L’ormone riduce l’assunzione di cibo attraverso una diminuzione dell’espressione genica del neuropeptide Y, fattore oressizzante. Inoltre, la leptina riduce la secrezione di insulina, agisce sulla funzionalità della tiroide e sul sistema nervoso ortosimpatico, tutte queste azioni tendono a stimolare la lipolisi e a ridurre la lipogenesi.
La leptina viene prodotta nel tessuto adiposo ed esercita i suoi effetti sul bilancio energetico e sulla riproduzione agendo su specifici recettori cerebrali, principalmente ipotalamici,muscolari e localizzati in altri tessuti.
I livelli circolanti sono strettamente correlati alla massa grassa e l’espressione e la secrezione della leptina è aumentata nell’obesità. Tuttavia,
oltre a tale aumento si instaura anche resistenza alla leptina . La leptina non viene prodotta solamente dagli adipociti, ma anche dallo stomaco, dalla placenta e dai tessuti fetali. Le funzioni della leptina non si limitano alla regolazione dell’apporto di cibo, del peso corporeo e della spesa energetica, ma rivestono un ruolo cruciale nella riproduzione e nella plasticità neuronale.
L’adiponectina viene prodotta specificamente negli adipociti e secreta in circolo in quantità significative.
gli effetti biologici dell’adiponectina non dipendono solo dalla sua concentrazione in circolo, ma anche da attività ed espressione di specifici recettori tissutali (Sono stati identificati due recettori per l’adiponectina, uno (AdipoR1) è espresso nel muscolo, l’altro (AdipoR2) è espresso prevalentemente dal fegato)
L’adiponectina migliora la sensibilità all’insulina nel tessuto adiposo, nel muscolo e nel fegato; favorisce l’ossidazione dei lipidi; migliora la vasodilatazione endotelio-dipendente; riduce l’espressione delle proteine di adesione; contrasta gli effetti negativi del TNF-alfa, inibisce la differenziazione dei monociti, inibisce l’attività delle metalloproteasi di matrice, proteggendo la placca dalla rottura; ha anche azione antitrombotica riducendo l’aggregazione piastrinica e la formazione del trombo: Per quanto gran parte di questi effetti sia frutto di studi in vitro o nell’animale,l’adiponectina mostra di possedere importanti proprietà antiaterogene, antidiabetiche e antinfiammatorie anche nell’uomo
La Resistina è un’adipochina di recente scoperta che riduce l’utilizzazione del glucosio in preadipociti differenziati. Essa esplica la sua azione pro-infiammatoria stimolando la produzione di TNF-alfa ed IL-6 da parte dei macrofagi.
Nome deriva dalla capacità di indurre insulino-resistenza nei topi
Il Tumor necrosis factor alfa ha numerose azione, favorisce reclutamento dei neutrofili e dei monociti nei focolai di infezione, attiva le funzioni microbiche dei macrofagi e dei neutrofili, stimola la produzione di IL1 e IL6 e delle chemochine, aumenta la sintesi delle proteine della fase acuta da parte degli epatociti, è il responsabile della fosforilazione della serina degli IRS-1, determinando in questo modo una riduzione dell’attività dei recettori tirosina-chinasici e quindi dello stato di insulino resistenza.
La sintesi di TNF alfa è aumentata negli adipociti dei soggetti obesi.
La funzione del TNF-α a livello locale risulta indispensabile per la risposta dell’organismo nei confronti di un’infezione e/o di una reazione infiammatoria, mentre la produzione eccessiva può determinare danni a livello sistemico, determinando sindrome da shock settico, cachessia, necrosi emorragica dei tessuti e può contribuire alla patogenesi di alcune malattie autoimmuni.
Citochina proinfiammatoria, induce apoptosi
diminuisce la lipogenesi e stimola la lipolisi
regola la produzione di altre citochine
Azione Autocrina
Interleuchina 1
inibisce il differenziamento degli adipociti
inibisce l’espressione ed attività della lipoproteina lipasi,
stimola la lipolisi,
inibisce la lipogenesi (inibendo l’espressione delle proteine di trasporto degli acidi grassi ed una traslocasi nel tessuto adiposo).
Interleuchina 6
L'IL-6 può essere prodotta da numerosi tipi cellulari.Presenta un’azione principalmente endocrina, viene secreta dai depositi viscerali nel sistema portale ed è in grado a livello epatico di alterare il segnale insulinico, di stimolare la produzione e la secrezione epatica di trigliceridi e anche la gluconeogenesi con iperinsulinemia compensatoria. L'aumento dell'IL-6 è correlato ha effetti sulla proteina C reattiva (CRP), il cui aumento nei soggetti obesi appresenta un marker dell'aumentato rischio cardiovascolare. Le sue funzioni sono strettamente correlate a Il-1 e TNF-α.
Citochina proinfiammatoria diminuisce la lipogenesi,
stimola il metabolismo energetico e il rilascio di ormoni
regola la produzione di altre citochine
Da diversi studi recenti (Jean-Philippe Bastard et al. Eur. Cytokine Netw . 2006) emerge chiaramente l'importanza che il sistema immunitario ha nella patogenesi dell'obesità. Appare infatti evidente che il tessuto adiposo degli obesi è caratterizzato dall'infiltrazione di macrofagi e che essi sono un’ importante fonte di infiammazione di questo tessuto.
Si evidenzia inoltre come le patologie metaboliche correlate all'obesità, quali il diabete mellito e la sindrome metabolica, siano associate con una risposta infiammatoria cronica caratterizzata da una produzione anomala di citochine, dall'aumento di molecole di fase-acuta e dall'attivazione delle vie dell' infiammazione (GRC Zilverschoon et al. International Journal of Obesity, 2008).
Una caratteristica molto interessante della risposta infiammatoria che emerge in presenza dell'obesità è che sembra essere innescata e risiedere principalmente nel tessuto adiposo. Infatti nel tessuto adiposo è presente un infiltrato di macrofagi che è direttamente proporzionale al grado di obesità; il tessuto adiposo produce numerose citochine coinvolte nelle vie dell'infiammazione (TNFα. MCP-1, IL6, leptina, resistina, adiponectina, etc). Alcune di queste citochine sono prodotte dagli adipociti mentre altre sono prodotte dalle cellule infiammatorie che infiltrano il tessuto; ancora, l'aumento della PCR è direttamente proporzionale all'eccesso di tessuto adiposo è rappresenta un utile marker per la caratterizzazione del rischio cardiovascolare del paziente obeso (Luc G et al. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2003).
Nei soggetti obesi, quindi, vi è un aumento del numero e del volume degli adipociti, soprattutto a livello del tessuto adiposo viscerale, che sono in grado di secernere adipochine, molte delle quali ad azione pro-infiammatoria, e direttamente anche citochine pro-infiammatorie con conseguente avvio ad un processo di flogosi cronica alla base dell’ insorgenza delle principali complicanze dell’ obesità quali l’ aterosclerosi, l’insulino-resistenza, il diabete mellito e così via.
Vediamo in maniera schematica cosa si verifica nel tessuto adiposo del soggetto obeso.
L’ipertrofia adipocitaria mette in moto una cascata flogistica, coinvolgendo (con amplificazione dei loop che coinvolgono) il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF) e la produzione del fattore chemiotattico per i monociti (MCP-1). Le conseguenze sono una maggiore vascolarizzazione del tessuto adiposo con infiltrazione macrofagica, rilascio di citochine della flogosi, insulino-resistenza locale, accelerata lipolisi con rilascio di acidi grassi liberi (FFA), ridotta produzione di adiponectina e aumentata produzione adipocitaria di leptina.
(http://www.uniroma2.it/didattica/IstologiaEmbriologia/deposito/Tessuto_adiposo.pdf)
Modello ipotetico di interazione tra obesità, insulino-resistenza e infiammazione... Si viene a determinare una condizione che si auto amplifica compromettendo sempre più la insulino sensibilità degli adipociti e determinando quindi una insulino-resistenza sistemica.
Più in dettaglio, in presenza di obesità, l’alterazione del bilancio energetico si traduce in un aumento delle dimensioni adipocitarie che, a loro volta, inducono alterazioni metaboliche in relazione anche all’aumento dell’infiltrazione locale di cellule immunocompetenti, ed in particolare di macrofagi.
Il sovraccarico di lipidi negli adipociti può iniziare uno stato di stress cellulare e un’attivazione delle vie di segnale dell’infiammazione, la quale porta a un’aumentata produzione di citochine proinfiammatorie adipocitarie, incluso il fattore di necrosi tumorale α (TNF-α), l’interleuchina 6 e molecole chemoattrattive, come la proteina chemoattrattiva monocitaria di tipo 1 (monocyte chemoattractant protein-1, MCP-1) e il fattore inibitorio della migrazione macrofagica. Queste reclutano i monociti nel tessuto adiposo che differenziano in macrofagi. I preadipociti possono anche secernere chemochine che contribuiscono ulteriormente all’infiltrazione dei macrofagi. I macrofagi attivati producono citochine che possono compromettere la sensibilità insulinica degli adipociti e stimolare ulteriore attivazione e infiltrazione di monociti periferici e macrofagi all’interno del tessuto adiposo
In seguito ad attivazione dei macrofagi in sede, si verifica un’aumentata secrezione di chemochine e citochine, in particolare TNF-α e IL-6, che a loro volta inducono insulino-resistenza negli adipociti. Una conferma di questo modello è data dalla presenza di una spiccata infiltrazione di macrofagi nel tessuto adiposo degli individui obesi. Il numero di macrofagi nel tessuto adiposo è direttamente correlato con il numero e la dimensione degli adipociti.
Un altro possibile meccanismo è che i macrofagi siano reclutati nel tessuto adiposo per spazzare via i detriti adipocitari, in particolare i residui lipidici che conseguono alla morte della cellula adiposa. La necrosi degli adipociti è approssimativamente tre volte maggiore nei soggetti obesi rispetto ai normopeso ed è anche aumentata nell’ipertrofia adipocitaria .
Le alterazioni di tipo morfologico e funzionale del tessuto adiposo sono dunque sostenute da un processo di tipo infiammatorio a livello del tessuto adiposo caratterizzato dall’infiltrazione di macrofagi. Tale infiltrazione tissutale da parte di cellule immuno-competenti è stata anche definita “adiposite”,
Lo stato di infiammazione in corso di obesità può essere considerato come il risultato finale di un processo di autodifesa dell’organismo che, al fine di limitare l’espansione ulteriore della massa grassa determinata dall’accumulo calorico nelle cellule adipose, attiva il processo di rimozione delle cellule ipertrofiche andate incontro ad apoptosi attraverso il richiamo locale di macrofagi. Tale processo di difesa porta, in ultima analisi alla perdita della funzionalità tissutale con relative conseguenze sistemiche.
L’alterata espressione e secrezione di queste citochine, che si verifica nell’obesità, determina alterazioni circolatorie e metaboliche, che sono alla base della genesi delle malattie cardiovascolari e della sindrome metabolica.
Diabete di tipo II
Ipertensione
Dislipidemia
Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno
Obesità in età adulta
Effetti psicosociali