1. TESI
X
SEMINARIO DI STORIA
DEL PENSIERO
ECONOMICO
ADAM SMITH
di
LONGAGNANI ERMNNO
363 SES
28/04/2004
Università degli Studi
di Modena e Reggio Emilia
2.
3. SOMMARIO
Biografia......................................................................................................................2
La Teoria dei sentimenti morali (The Theory of Moral Sentiments)..................5
Parole chiave ..............................................................................................................8
La ricchezza delle nazioni (Wealth of Nations) ....................................................9
Il lavoro comandato e il lavoro contenuto...........................................................11
Liberismo e liberalismo...........................................................................................13
Parole chiave.............................................................................................................16
Bibliografia................................................................................................................17
4.
5.
6. Biografia
Adam Smith nasce a Kirkcaldy, sulla costa orientale
della Scozia, nel 1723.
A quattordici anni si trasferisce a Glasgow per
frequentare la locale università (era in realtà un
istituto d’istruzione superiore).
Qui ebbe come insegnante, fra gli altri, Francis
Hutcheson, esponente di rilievo dell’illuminismo
scozzese.
I temi di riflessione in comune con Smith sono: La
moralità delle azioni umane regolate da benevolenza
e utilità, l'agire insieme d’utilità e virtù, la simpatia
nelle relazioni fra individui, la divisione del lavoro
quale punto di partenza per ragionamento
economico.
Durante la prosecuzione degli studi all’università di
Oxford, considerata da Smith tradizionalista e
autoritaria, legge le opere di David Hume che in
seguito diventerà suo amico.
Forse in seguito a tali letture, abbandona il progetto
di una carriera ecclesiastica.
Dichiaratamente protestante, apprezza di tale
religione soprattutto la libera interpretazione dei
testi sacri sancita dalla riforma.
David Hume (Edimburgo 1711-1776), filosofo,
storico ed economista, famoso per il trattato della
natura umana, esponente dell’illuminismo scozzese,
è conosciuto dai cultori del pensiero economico per il
meccanismo basato sulla teoria quantitativa della
moneta che porta in equilibrio la bilancia
commerciale dei diversi paesi del sistema aureo.
Smith, nel 1746 torna in Scozia e scrive alcuni saggi
d’argomento letterario e filosofico.
2
7. Per tre anni, dal 1748 al 1751, tiene conferenze
pubbliche a Edimburgo (a pagamento, com’era
consuetudine a quei tempi) sulla retorica e sulla
letteratura inglese.
Sulla scia della fama ottenuta con queste
conferenze, nel 1751 Smith diviene professore
all’università di Glasgow, dapprima di logica e poi di
filosofia morale.
Documentano la sua attività di quegli anni gli
appunti delle sue lezioni di retorica e di
giurisprudenza pubblicati nel 1896 e nel 1978.
Questi testi mostrano come l’autore avesse già in
quegli anni ben chiari i temi principali che saranno
sviluppati nella Ricchezza delle nazioni.
Nel 1759 scrive e pubblica la Teoria dei sentimenti
morali che ha un notevole successo.
Si tratta di una presentazione sistematica delle
passioni umane, compreso l’interesse personale
nelle relazioni economiche.
Nel 1764 si dimette dall’università di Glasgow per
fare da tutore a un giovane aristocratico,
accompagnandolo in un viaggio sul continente.
Quei viaggi consentono a Smith di esplorare il
nucleo più vivo della cultura dell’epoca.
Incontrerà Voltaire a Ginevra, d’Alembert, Quesnay,
Turgot e tanti altri a Parigi.
La Scozia ha una discreta vita culturale,
relativamente libera (specie in confronto
all’autoritarismo e al conformismo prevalenti nelle
università inglesi) e ricca di solido buon senso,
soprattutto nel campo delle scienze sociali.
Il vero centro intellettuale è rappresentato dalla
Francia, in particolare Parigi.
Il contatto diretto con gli esponenti della scuola dei
Fisiocratici e con la cultura dell’Encyclopédie, il
fervore del dibattito dei celebri salotti parigini,
offrono a Smith stimoli che egli rielaborerà negli
anni successivi.
3
8. Il tono cosmopolita, caratteristica apprezzata della
Ricchezza delle nazioni, si deve a quei viaggi.
“Wealth of nations è un trattato enorme,
disordinato, ricco di cose divertenti e scritto in una
prosa ammirevole.
Con la bibbia e il capitale di Marx, è uno dei tre libri
che le cosiddette persone “colte” si sentono
autorizzate a citare senza averle lette.”
(J.K.galbraith: storia dell’economia, p.75).
Al termine dei viaggi nel continente, nel 1976,
grazie ai compensi per quell’attività di tutore, Smith
può dedicarsi a tempo pieno alla stesura della
Ricchezza delle nazioni, che arriva nelle librerie nel
1776.
Incontrò una calorosa accoglienza da parte del
pubblico, con cinque edizioni nel giro di dodici anni.
Nel 1778 Smith è nominato Commissario delle
dogane per la Scozia, si trasferisce a Edimburgo e
mentre svolge il suo incarico, cura le nuove edizioni
dei suoi libri, fino alla morte che sopravvenne il 17
luglio 1790.
4
9. La Teoria dei sentimenti morali (The Theory of
Moral Sentiments)
Part One: Of the Propriety of Actions
Part Two: Of Merit and Demerit
Part Three: Of the Foundation of Our Judgment
concerning Our Own Sentiments and Conduct
Part Four: Of the Effect of Utility upon the Sentiment
of Approbation
Part Five: Of the Influence of Custom and Fashion
Upon the Sentiments
Part Six: Of the Character of Virtue
Part Seven: Of Systems of Moral Philosophy
Parte I
L'appropriatezza dell'azione
Sezione I
Il senso dell'appropriatezza
Capitolo I - La simpatia
Capitolo II - Il piacere della reciproca simpatia
Capitolo III - La maniera in cui giudichiamo
l'appropriatezza o inappropriatezza delle affezioni
degli altri uomini, secondo la loro concordanza o
dissonanza con le nostre
Capitolo IV - Continuazione dello stesso argomento
Capitolo V - Le virtù amabili e rispettabili
Sezione II
I gradi delle diverse passioni in accordo con
l'appropriatezza
Introduzione
Capitolo I - Le passioni che derivano dal corpo
Capitolo II - Le passioni che derivano da una
particolare inclinazione o abitudine
dell'immaginazione
Capitolo III - Le passioni asociali
5
10. Capitolo IV - Le passioni sociali
Capitolo V - Le passioni egoistiche
La Teoria dei sentimenti morali è importante per
comprendere il concetto di “interesse personale” su
cui Smith fonda la sua analisi più strettamente
economica.
Il legittimo perseguimento dell’interesse personale,
per il buon funzionamento della società deve essere
temperato con l’osservanza di regole morali.
Questa interpretazione del contributo di Smith si
basa sulla lettura della ricchezza delle nazioni e della
teoria dei sentimenti morali come complementari e
non contraddittorie e prevede l’essenzialità dei
comportamenti simpatetici anche nelle relazioni
economiche.
Secondo la tesi della contraddittorietà, prevalente
per un certo periodo, la teoria dei sentimenti morali
è considerata una sorta di opera giovanile di Smith.
La visione matura, espressa da Smith nella
ricchezza delle nazioni, prevedrebbe il libero
perseguimento dell’interesse individuale in
un’economia di mercato.
La teoria dei sentimenti morali, fu aggiornata in
occasione delle varie ristampe anche dopo la
pubblicazione della ricchezza delle nazioni per
mantenere la coerenza con questa e tale fatto gioca
a favore della tesi della complementarità.
La tesi della complementarità inoltre s’inserisce
nell’ambito del dibattito sulle motivazioni e gli esiti
dell’agire umano propri dell’illuminismo scozzese e
più in generale delle scienze sociali dopo il
medioevo.
Quali motivazioni guidano l’individuo reso, almeno in
parte, autonomo dall’etica religiosa medievale?
Quali sono le conseguenze di motivazioni non
finalizzate al benessere sociale?
6
11. Nella teoria dei sentimenti morali Smith sviluppa la
sua proposta basata sul meccanismo psicologico
della simpatia.
Egli costruisce una sorta di modello del quale fanno
parte vari attori: Smith e i suoi lettori (l’uso della
prima persona plurale è un coinvolgimento dei
lettori nel modello), l’osservatore imparziale, il
protagonista principale.
Sono fatte agire varie passioni creando situazioni
sociali minuziosamente analizzate e
sistematicamente catalogate.
La simpatia è il meccanismo regolatore delle
passioni.
L’individuo preso in esame vive la passione a livelli
più alti e non raggiungibili dagli altri attori.
Ne è consapevole ed esprime in modo attenuato la
sua passione alla ricerca di una sintonia compatibile
socialmente.
Nelle varie situazioni sociali l’individuo non è
ripiegato su se stesso in modo introspettivo ma
implicato in relazioni con altri.
Le passioni vissute dagli individui con caratteristiche
varie sono analizzate e valutate alla luce
dell’appropriatezza nelle varie situazioni.
Ne deriva un elenco di norme morali, un’educazione
dei sentimenti e della loro espressione che consente
la convivenza di benessere sociale e libertà
individuali.
Tale morale, assieme ad istituzioni amministrative e
giudiziarie che trattano le devianze, è un
prerequisito per la sopravvivenza nelle società
umane di un individuo libero.
7
12. Parole chiave
INDIVIDUO, LA PERSONA PRINCIPALMENTE
INTERESSATA: il protagonista
PASSIONI: i sentimenti, le emozioni
SIMPATIA: il meccanismo psicologico che rende
l’individuo essere sociale
SPETTATORE IMPARZIALE: valuta l’appropriatezza
dei comportamenti degli individui
OGGETTO: il bersaglio della passione
8
13. La ricchezza delle nazioni (Wealth of Nations)
Book 1: Improvement in Productive Powers of
Labour
Book 2: Nature, Accumulation and Employment of
Stock
Book 3: Progress of Opulence of Different Nations
Book 4: Systems of Political Economy
Book 5: Revenue of the Sovereign or
Commonwealth
Il primo libro tratta della divisione del lavoro, del
progresso tecnico, della teoria del valore e della
distribuzione del reddito.
Il secondo libro tratta della moneta e
dell’accumulazione.
Il terzo libro è una breve storia delle istituzioni e
dell’economia a partire dalla caduta dell’impero
romano.
Il quarto libro critica la dottrina dei mercantilisti e la
dottrina dei fisiocratici.
Il quinto libro tratta del ruolo dello stato, delle spese
e delle entrate pubbliche.
Per Smith la ricchezza delle nazioni è il reddito pro
capite medio dei cittadini della nazione (Y/P) .
Esso dipende da due fattori:
-produttività media dei lavoratori (π)
-quota dei lavoratori attivi sul totale della
popolazione (L/P) .
Siccome il reddito nazionale (Y=π*L) allora il
reddito pro capite medio (Y/P=π*L/P) dipende dalla
produttività media dei lavoratori e dalla quota dei
lavoratori attivi sul totale della popolazione.
9
14. (π) aumenta con l’intensificarsi del processo di
divisione del lavoro.
Una crescente divisione del lavoro dipende
dall’ampiezza dei mercati.
L’ampiezza dei mercati dipende dal reddito e dal
miglioramento dei trasporti.
(L/P) dipende dal processo di accumulazione dei
capitali che consentono di impiegare un numero
crescente di lavoratori.
L’aumento dei lavoratori dipende da fattori
istituzionali (il sistema di istruzione obbligatoria, le
leggi del lavoro) e di costume (l’atteggiamento nei
confronti del lavoro femminile e minorile).
Il ruolo delle politiche liberiste statali (eliminazione
degli ostacoli al libero commercio, organizzazione
dell’istruzione obbligatoria) contribuisce ad
aumentare la ricchezza della nazione, che da queste
relazioni può innescare una “spirale virtuosa”.
L’analisi di questi processi costituisce l’essenza della
ricchezza delle nazioni.
10
15. Il lavoro comandato e il lavoro contenuto
“Ogni uomo è ricco o povero secondo la misura in
cui può permettersi di godere delle necessità, dei
comodi e dei piaceri della vita umana.
Dopo che la divisione del lavoro si è pienamente
affermata, il lavoro di un singolo uomo può
provvedere solo a una piccolissima parte di queste
cose. La parte di gran lunga maggiore egli la deve
trarre dal lavoro dell’altra gente e sarà ricco o
povero secondo la quantità di lavoro che può
comandare, in altre parole che può permettersi di
comprare. Il valore di una merce, per la persona che
la possiede e che non intende usarla o consumarla
lei stessa ma scambiarla con altre merci, è quindi
uguale alla quantità di lavoro che essa la mette in
grado di comprare o di comandare. Il lavoro è
dunque la misura reale del valore di scambio di tutte
le merci”.(rdn, p.32)
Il possessore della merce A riceve in cambio una
merce B dal possessore di questa.
Il valore della merce B è definito pari al lavoro che il
possessore della merce A risparmia usando invece di
questo la merce B.
Con questa teoria del lavoro comandato Smith
individua il lavoro quale unità di misura del lavoro di
tutte le merci e sgombra il campo dalle
complicazioni che derivano dall’uso della moneta che
nello scambio è una merce come le altre.
Resta aperto il problema di individuare i fattori che
determinano i valori di scambio delle merci che
Smith affronta solo parzialmente con la teoria del
valore contenuto.
Secondo tale teoria il valore di ogni merce è pari alla
quantità di lavoro necessario a produrla “In quello
stadio primitivo e rozzo della società che precede
l’accumulazione dei fondi e l’appropriazione della
11
16. terra, il rapporto fra le quantità di lavoro necessarie
a procurarsi diversi oggetti sembra sia la sola
circostanza che possa offrire una qualche regola per
scambiarli uno con l’altro.[…]E’ naturale che ciò che
è di solito il prodotto del lavoro di due giorni o di
due ore abbia un valore doppio di ciò che è di solito
il prodotto del lavoro di un giorno o di un’ora.”(rdn,
p.49)
Tale teoria però non è più vera quando al processo
di produzione, oltre ai lavoratori, partecipano anche
i capitalisti con i fondi accumulati e i proprietari
terrieri che mettono a disposizione la terra.
“Nelle società più progredite” quindi i valori di
scambio sono “i prezzi naturali” e “i prezzi di
mercato”: ”Quando il prezzo di una merce non è né
più né meno di ciò che è sufficiente a pagare la
rendita della terra, i salari dei lavoratori e i profitti
dei fondi impiegati, per coltivare, preparare e
portare al mercato la merce stessa, secondo i loro
saggi naturali, quella merce sarà venduta per quello
che si può chiamare il suo prezzo naturale[…]Il
prezzo effettivo al quale la merce si vende
comunemente si chiama prezzo di mercato.”(rdn,
p.56,57)
In una società prevalentemente costituita di
lavoratori, capitalisti e proprietari terrieri, i valori
delle merci, i loro valori di scambio o “prezzi
naturali” devono coprire i costi di produzione,
ovvero salari, profitti, rendite e costi dei mezzi di
produzione.
La teoria del lavoro contenuto di Smith non è ancora
una teoria del valore, la sua critica costituirà l’avvio
dell’analisi di Ricardo.
12
17. Liberismo e liberalismo
Smith fu considerato dai suoi contemporanei un
“progressista” con la caratteristica distintiva di
essere un “accademico”, capace quindi di esprimere
le sue passioni politiche con grande cura, distaccato
dai problemi e dagli interessi contingenti.
Contrario allo schiavismo, favorevole al movimento
dei diritti delle colonie americane, molto considerato
dagli intellettuali francesi a cavallo della rivoluzione,
a lui si richiamarono in Inghilterra dopo la sua
morte, i pensatori radicali; Assieme a David Hume
fu considerato dagli intellettuali conservatori un
pericoloso sovversivo.
Il suo primo biografo Dugald stewart, per rendere
più accettabile il suo pensiero all’opinione pubblica
inglese preoccupata dagli eccessi della rivoluzione
francese, v’introdusse la distinzione tra freedom e
free trade.
La lettura conservatrice del pensiero di Smith ha
origine da quella sottile distinzione.
In realtà per Smith la libertà consiste nell’assenza
d’interferenze da parte di chiese, autorità locali,
corporazioni, ispettori delle dogane, padroni,
proprietari terrieri.
Un aspetto del liberismo di Smith, la diffidenza verso
l’assunzione diretta di un ruolo politico da parte
degli imprenditori è riportata nel manuale
”L’interesse di coloro che trattano in un certo ramo
commerciale o manifatturiero è sempre, sotto
qualche aspetto, diverso da quello del pubblico, e
anche opposto.[…] La proposta di una nuova legge o
di un regolamento di commercio che provenga da
questa classe dovrebbe essere sempre ascoltata con
grande precauzione e non dovrebbe mai essere
adottata, se non dopo averla esaminata a lungo e
attentamente, non solo con la più scrupolosa, ma
13
18. anche con la più sospettosa attenzione” [Roncaglia,
2003, p.165.(Smith, 1776, p.252)]
Nel libro I Smith attribuisce alla divisione del lavoro
un ruolo fondamentale nella crescita della
produttività e (conseguentemente) del progresso
civile.
Nel libro V, invece evidenzia gli aspetti deteriori del
lavoro parcellizzato anticipando nei suoi aspetti
essenziali la teoria dell’alienazione. “con lo sviluppo
della divisione del lavoro, l’occupazione della
stragrande maggioranza di coloro che vivono di
lavoro, cioè della gran massa del popolo, risulta
limitata a poche semplicissime operazioni, spesso
una o due. Ciò che forma l’intelligenza della
maggioranza degli uomini è necessariamente la loro
occupazione ordinaria. Un uomo che spende tutta la
sua vita compiendo poche semplici operazioni, i cui
effetti sono oltretutto forse sempre gli stessi o quasi,
non ha nessuna occasione di applicare la sua
intelligenza o di esercitare la sua inventiva a
scoprire nuovi espedienti per superare difficoltà che
non incontra mai. Costui perde quindi naturalmente
l’abitudine a quest’applicazione, e in genere diviene
tanto stupido e ignorante quanto può esserlo una
creatura umana. Il torpore della sua mente lo rende
non solo incapace di prendere gusto o parte a una
qualsiasi conversazione razionale, ma anche di
concepire un qualsiasi sentimento generoso, nobile
o tenero e quindi di formarsi un giudizio corretto
persino su molti dei comuni doveri della vita privata.
Dei grandi e vasti interessi del suo paese egli è del
tutto incapace di giudicare” [Roncaglia, 2003,
p.16(Smith, 1776, p.637-8)].
Non è una contraddizione.
Della divisione del lavoro, coglie gli aspetti positivi e
negativi, mantiene una valutazione
complessivamente positiva del fenomeno e propone
la contromisura con l’istruzione elementare.
14
19. Troppo rilevanti sono le potenzialità, non ancora
compiutamente espresse, della divisione del lavoro
per civilizzare le società umane.
15
20. Parole chiave
Sovrappiù
Valore d’uso
Valore di scambio
Valore
Prezzo di mercato
Prezzo naturale
Prezzo nominale
Lavoro comandato
Lavoro contenuto
Domanda assoluta
Domanda effettuale
Salario
Profitto
Rendita della terra
Saggio legale d’interesse
Sussistenza
16
21. Bibliografia
Roncaglia Alessandro La ricchezza delle nazioni
Laterza 2003
Galbraith John Kennet storia dell’economia
Rizzoli 1987
Besomi Daniele Giorgio Rampa dal liberalismo al
liberismo
Giappichelli 1998
17