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Davide Caocci
Castoro Riflessivo
«Buongiorno Mondo!»
primi passi di un uomo della Partenza
sul cammino della vita
Buongiorno Mondo!
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A tutti i fratelli scouts e sorelle guide,
dall’ultima zampa tenera al Grande Capo
Buongiorno Mondo!
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Pre-presentazione opportuna
Le pagine qui raccolte sono state “vissute” 20
anni fa, tra il 1992 e il 1993, e ritrovate oggi
quasi casualmente: da allora, ho percorso
molte strade e seminato molti pensieri in giro
per il nostro mondo, ma ritengo che quei semi
possano ancora portare frutto.
Ecco perché mi sono deciso a dar loro una
veste organica e offrirli liberamente a tutti
coloro che sceglieranno di dedicare qualche
momento alla lettura, alla riflessione, al
confronto, alla elaborazione di una modalità
originale per “lasciare questo mondo un po’
migliore di come lo abbiamo trovato” (B.-P.).
Grazie a tutti, buona lettura e “Buona Strada”!
Milano, 2013
Davide Caocci
Castoro Riflessivo
Buongiorno Mondo!
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Due parole di necessaria presentazione
Non sono uno scrittore e le pagine che
seguono non hanno la pretesa di essere
considerate un’“opera letteraria”; sono
semplicemente uno scout, come molti di
coloro che leggeranno questo quadernetto,
più in generale sono un ragazzo che vive
delle splendide esperienze insieme ad altri,
grandi e piccoli, divertendosi un mondo e
capendo, poco alla volta, ma sempre più in
profondità, che quel divertimento ha una
ragione ultima che è grandissima.
Non voglio trarre io delle conclusioni che altri,
forse hanno già fatte proprie, né voglio
anticipare quelle di chi è ancora in cammino;
voglio solo dire a chi avrà la compiacenza di
non saltare questa introduzione che tutte le
parole qui raccolte sprizzano vita, gioia,
sudore, stanchezza, rabbia, lacrime, fede: in
una parola, Amore!
Buongiorno Mondo!
- 5 -
Sono tutte “parole vissute”, ed io ho avuto
solo il compito di metterle per iscritto.
Non merito complimenti perché non ho fatto
fatica, avendole vissute sulla mia pelle; non
merito complimenti anche perché è un caso
che portino la mia firma e non quella di altri,
di molti altri che hanno vissuto queste stesse
parole insieme a me (Simona, Paola, Paolo,
Massimo, Beppe, Lella, Maurizio, Ketty, Luigi,
Gio, ... e tanti altri).
L’intento perseguito è quello di offrire ad altri,
giovani e meno giovani, scouts e non scouts,
comunque attenti al valore educativo del
vivere insieme, in gruppo, in comunità, delle
riflessioni scaturite da giorni, mesi, anni di vita
in comune in un certo “stile”, per noi quello
scout.
A voi ora, dunque, con la speranza di trovare,
domani, milioni e milioni di simili “parole
vissute”.
DC CR
Buongiorno Mondo!
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Quattro chiacchiere sul Dio-prezzemolo
Già Francesco d’Assisi nel 1225 componendo
il suo Cantico tentò di “volgarizzare”, di
“laicizzare” la lode che ogni figlio di Dio deve
alla gloria del Padre che è nei cieli
evidenziando, con grande abilità poetica, la
presenza dell’Amore del Creatore, o
dell’Amore-Creatore, in ogni creatura, in ogni
esperienza del creato.
Esplicito anche l’invito della lettera ai
Colossesi: “E tutto quello che fate in parole
ed opere, tutto si compia nel nome del
Signore Gesù, rendendo per mezzo di Lui
grazie a Dio Padre” (Col 3,17), dal quale
promana la vocazionalità del cristiano a
vivere sì nel mondo, nel secolo, ma da
testimone, da sponsor di quella novità
annunciata agli uomini duemila anni fa e
sempre attuale benché a volte appaia
dimenticata o superata da nuove ideologie
Buongiorno Mondo!
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rivoluzionarie o da moderni carismi
messianici.
Ed ecco dunque che oggi chi testimonia
“troppo” o con troppa veemenza ciò in cui
crede fermamente, è considerato dalla
pubblica opinione un baciapile, mentre chi
trascorre la sua esistenza senza mai
dichiarare più o meno esplicitamente “Io
credo in ...” ottiene la gratificante qualifica di
uomo moderno ed emancipato dalle
tradizionali superstizioni di origine ebraico-
cristiana.
Ponendomi controcorrente, io voglio invece
proporre un concetto, un’idea, un’immagine
che, per quanto ardita possa sembrare,
rappresenta in maniera istantanea e
chiarissima quello che è o dovrebbe essere il
modus vivendi del cristiano secolare alle
soglie del 2000: si tratta dell’immagine del
“Dio-prezzemolo”.
Con questo termine intendo definire quel
modo di vivere operosamente riconoscendo
Buongiorno Mondo!
- 8 -
in ogni momento della propria esistenza i
doni-manifestazioni del Signore.
Ogni cosa è fatta per l’uomo; ogni cosa è
fatta da Dio: perché dunque l’uomo dovrebbe
disconoscere tale forte legame, legame
d’amore, tra sé ed il Creatore del tutto, tra la
Creatura per eccellenza, padrona del Creato,
ed io proprio Fautore?
Necessita quindi oggi più che mai una
riscoperta ed una applicazione vera e sentita
del “Dio-prezzemolo”, di quella lode continua
a Dio esercitata con i gesti della vita
quotidiana a Lui consacrati, senza comunque
dimenticare i momenti esclusivamente
dedicati a Lui quali la celebrazione eucaristica
o la preghiera personale.
Si tratta allora di rivedere, di riprogrammare la
nostra vita non per inserirvi il minuto di
meditazione quotidiano, ma per far sì che
ogni minuto, ogni istante divenga
meditazione, contemplazione, al limite
scoperta e lode di Chi ci ha donato la vita, il
Buongiorno Mondo!
- 9 -
mondo per viverla, dei fratelli sui quali
riversare l’amore generatore al quale
partecipiamo in quanto figli di Dio.
Il prezzemolo è un condimento che si presta
ad essere impiegato in un gran numero di
ricette; generalizzando si potrebbe dire che
un piatto non ha sapore se non gli si
aggiunge un po’ di prezzemolo; ed è proprio
questo sapore da dare a tutti i piatti che ci
vengono posti davanti, a tutti i pranzi
consumati nella nostra vita, di fretta,
sontuosamente, al ristorante, in casa,
ovunque e comunque, che bisogna riscoprire.
Se si relega il “Dio-prezzemolo” alle sole
grandi occasioni, alla domenica, ai giorni di
festa, alle comunioni o ai matrimoni, si finisce
col fare le famose grandi abbuffate una volta
tanto che, del lauto e saporito banchetto,
lasciano come unico ricordo un po’ di acidità
di stomaco e niente più.
Rendendo invece quotidiano il sapore della
festa si avrà un sicuro giovamento generale
Buongiorno Mondo!
- 10 -
per l’aspetto celebrativo che si dà al proprio
vivere (“Con la vita celebro la vita e Chi me
l’ha donata”) e si potrà ridimensionare
l’eccessiva spettacolarità che l’ipocrisia
dell’uomo ha affidato ai grandi pranzi di gala
dello spirito che prima ricordavo.
(Senza dimenticare che si eviteranno le
acidità di stomaco!)
Dio dunque deve trovare posto nel nostro
essere di ogni giorno, deve essere ogni
nostro giorno, tutti i giorni della nostra vita,
deve essere la nostra vita: dobbiamo portarLo
con noi e sentirLo con noi, nostro simile
perché fatti a Sua immagine e somiglianza,
Suoi figli, e così facendo sarà cosa
naturalissima che al settimo giorno, il giorno
del riposo dopo il lavoro, l’uomo voglia far
festa partecipando al banchetto del Padre, di
quel Padre che l’ha accompagnato durante
tutta la settimana, nella fatica e nella
preoccupazione come nella gioia e nella
soddisfazione, e non avrà desideri di altre
Buongiorno Mondo!
- 11 -
forme di festa, riposo o ringraziamento che
escludano quell’estraneo d’un “Dio lontano”.
“Dio-prezzemolo”, allora, Dio della nostra vita
per darle finalmente un nuovo e vero sapore.
Buongiorno Mondo!
- 12 -
Bisogna imparare a dire: “Ti voglio
bene!!!”
Oggi dire ad una persona “Ti voglio bene!” è
diventato un tabù, tabù sociale, moderno,
tecnologico, efficientista, per cui i rapporti
interindividuali devono basarsi unicamente su
una volontà di tipo contrattuale o pseudotale
(quindi: superiore-subordinato; datore di
lavoro-lavoratore; soci; purtroppo alcuni casi
di rapporto uomo-donna, financo il
matrimonio).
Per tali situazioni l’unica formula che possa
essere validamente utilizzata è quella dell’“Io
voglio!”, tanto da una quanto dall’altra parte.
Per riuscire ad arrivare invece al bellissimo
“Ti voglio bene!”, occorre innescare un
procedimento a catena che rivoluzioni ogni
livello del nostro essere.
Buongiorno Mondo!
- 13 -
Innanzitutto rendiamoci conto di cosa sia
racchiuso da queste tre parole: l’io
individualista possessivo proprio dell’“Io
voglio” scompare dalla posizione di primazia
lasciando il suo posto ad un “Ti” di
meravigliosa valenza altruistica che apre il sé
ad il resto del mondo, incondizionatamente;
se poi il singolare della particella potesse
sembrare esclusivo, non vi sono problemi a
sostituirlo con un ugualmente valido “Vi”, per
il quale però le modalità di applicazione
risultano parimenti problematiche.
Alla dichiarazione del destinatario (“Ti”) fa
seguito la descrizione di quel qualcosa che
costui deve ricevere: si tratta della propria
volontà!
Propria sì perché è sempre il soggetto singolo
che deve agire, che deve porre in essere il
qualcosa a cui ci stiamo riferendo; volontà sì
perché si vuole sottolineare la forza che tale
atto deve avere e promanare, e per cui un
semplice desiderio non sarebbe sufficiente;
ma comunque, ed è questo a distinguere
Buongiorno Mondo!
- 14 -
principalmente e fondamentalmente le due
formule che sto analizzando, questa potente
volontà di un essere indirizzata ad un altro da
sé ha per oggetto il bene, o Bene, o amore
che dir si voglia.
Dunque è questo “bene” che diviene
caratteristica peculiare di quella scelta di vita
rivoluzionaria che sta alla base di tutto il
nostro discorso; ed è sempre questo stesso
“bene” che diventa il vero fondamento per la
costruzione di un rapporto nuovo, diverso, più
vero, tra persone nuove, diverse, più vere.
Persone che considerano il bene dell’uomo
come il dono più grande che esse abbiano
ricevuto venendo al mondo e che vogliono sia
vissuto appieno da sé e da tutti coloro che
incontrano sul proprio cammino ogni giorno;
ecco allora che spargono questo lieto saluto
che ricorda, anche solo per il significato
globale che esso assume, il Salama della
tradizione araba o lo Shalom di quella
ebraica, e che porta in sé, oltre a tutto il bene
che una persona prova per un’altra, il
ringraziamento per la sua esistenza, a sua
Buongiorno Mondo!
- 15 -
vita nel mondo e la sua azione al proprio
fianco, la gratitudine per la cura e le
attenzioni prestate e mille altre cose che solo
le singole circostanze possono conoscere.
In definitiva è racchiuso un intero mondo,
un’intera vita, in questa frase lunga un
secondo.
E proprio grazie a questa formuletta magica
si potrebbe cominciare a portare qualche
piccola modifica all’egosistema in cui viviamo:
infatti sciocca molto più profondamente un “Ti
voglio bene” lanciato gratuitamente che un
forte improperio alla volta di un notabile
maneggione di indubbia fama.
Ma non penso che questo possa far desistere
chi fermamente crede nella forza del “Ti
voglio bene” e nelle sue capacità
terapeutiche: è questa una ideologia, una
mentalità, una religione ...
... “Amatevi l’un l’altro come Lui vi ha amato”,
e nulla più si richiede agli uomini.
Buongiorno Mondo!
- 16 -
“Ti voglio bene” dunque, anzi “Vi voglio
bene”!!!
Buongiorno Mondo!
- 17 -
Si fa tutto giocando, non si fa niente per
gioco
Lo stress della vita di tutti i giorni porta oggi
sempre più persone a ricercare specifici
momenti di svago che diventano tanto più
vuoti di significato quanto più aumento il peso
della quotidianità da sopportare.
Si chiede allora di giocare, di giocare, di
giocare, senza capire che non è ammissibile
il gioco fine a se stesso, che neanche i
bambini, quando sembra che non facciano
altro che “stupidi” giochi, in realtà stanno
attuando il loro vero essere, realizzando la
propria dimensione bambino.
Mentre l’adulto, o almeno colui che
anagraficamente è ritenuto tale, troppo
preoccupato dalla serietà operativa del suo
agire professionale, riesce a convincersi che
il vero gioco è solo quello in cui la materia
grigia viene lasciata a riposo, in cui si è
Buongiorno Mondo!
- 18 -
esonerati dal pensare, in cui la materia
corporale agisce senza nessun intervento di
quella spirituale comunque propria dell’uomo,
dove viga dunque un totale laisser-faire ludico
da paese dei balocchi di collodiana memoria.
Bisogna invece rendersi conto che, come mi
ha insegnato un grand’uomo che possiede
ancora uno stupendo animo da bambino, si fa
tutto giocando ma non si fa niente per gioco.
In verità questo suo insegnamento si riferiva
al comportamento da tenere nell’applicazione
di un particolare metodo educativo a dei
bambini, i veri maestri del gioco; ma sono
convinto non me ne vorrà a male per l’uso
estensivo che faccio dei suoi insegnamenti.
Infatti a parer mio questa regola di vita si
presta benissimo ad essere applicata anche
all’educazione, o se vogliamo alla
formazione, di adulti seri ed impegnati.
Ma andiamo con ordine. Una volta che ci si è
resi conto del fatto che il tempo passa per
tutti e che la propria vita si svolge sempre più
Buongiorno Mondo!
- 19 -
davanti ad un tavolo da lavoro e sempre
meno a correre in bicicletta al parco o a tirar
calci al pallone all’oratorio, allora si cerca di
compensare questo desiderio di
spensieratezza gettandosi nel “gioco”
sfrenato, dissennato, insensato, stupido. Un
gioco che sicuramente impegna del tempo,
spesso anche degli interi fine settimana,
sicuramente richiede energie fisiche, alla fine
si è spossati (pronti a riprendere
diligentemente ed uniformamente il proprio
piccolo posto nel sistema), sicuramente porta
a vedere moltissima gente, gli stressati sono
moltissimi, sicuramente permette di non
pensare per qualche ora a ... starei per dire
“ai vari e gravosi dilemmi della vita e del
mondo” ma preferisco dire soltanto “permette
di non pensare”.
Ed ecco il vero problema del gioco oggi: chi
chiede di giocare spesso è solo alla ricerca di
una parentesi della propria vita, di un rifugio
ove possa fuggire alle responsabilità che il
crescere inevitabilmente, e fortunatamente,
comporta, per tornare quasi allo stato
Buongiorno Mondo!
- 20 -
prenatale in cui il bambino in formazione è al
sicuro dal mondo esterno, di cui ha una
percezione attutita e lontana, e deve
unicamente preoccuparsi di ricevere
regolarmente il nutrimento da colei che lo
porta in grembo.
È logico che in questi casi non sia possibile
vivere il gioco “per ...”, ma si avrà, si cercherà
e si desidererà unicamente il gioco fine a se
stesso.
Difficile appare dunque capire la seconda
parte di quell’insegnamento sopra proposto:
non si fa niente per gioco, dopo aver
affermato in modo tanto deciso che si fa tutto,
o si può fare tutto, giocando.
Sembra una contraddizione in termini, invece
non lo è: nell’educazione dei bambini è ormai
comunemente accettato che il metodo
migliore per arrivare ad ottenere risultati
apprezzabili è quello di proporre al soggetto
educando gli oggetti che dovranno far parte
della sua formazione nella maniera a lui
Buongiorno Mondo!
- 21 -
meno estranea possibile, anzi ancor meglio
sarebbe se il soggetto in questione
partecipasse a tale azione in maniera diretta
sì ma inconsapevole. Questo può avvenire,
per esempio, con l’impiego del gioco,
elemento proprio del bambino ma che,
opportunamente indirizzato, consegue lo
scopo di trasmettere enormi moli di dati di
qualsiasi natura, di farli ricevere con
incredibile facilità (proporzionata comunque
alla bravura dell’educatore), di farli assimilare
al ricevente perché legati ad un momento
particolare e proprio (da qui l’importanza a
che le aule scolastiche perdano quella
seriosità da gabinetto ministeriale che fa
invecchiare i bambini prima di farli diventare
uomini) e, attraverso questo, di far esprimere
la sua autentica personalità perché non
costretto in un ambito “ufficiale”, “da grandi”,
ma libero di muoversi, ben inteso sotto
attenta e preparata guida, in un ambiente
fatto in scala per lui.
Come il bambino ha la propria dimensione
“gioco”, così l’adolescente e l’uomo hanno le
Buongiorno Mondo!
- 22 -
proprie e tipiche, senza con questo escludere
che il gioco possa trovare posto anche in
stadi di formazione successivi al primo. Ciò
che voglio qui mettere in evidenza è che
mentre per il bambino il gioco è
caratterizzante e peculiare per ogni aspetto
della propria vita (gioco è l’apprendimento
prima descritto, gioco è la pappa, gioco è il
lavarsi, etc.), per l’adulto, per il non-bambino,
il gioco diventa un aspetto di quella
multiforme varietà di patrimoni che dovrebbe
aver accumulato e che, ora, dovrebbero dare
i loro frutti grazie alla loro oculata e matura
combinazione ed alla discrezionalità di
giudizio di chi la pone in essere.
Chiarito, dunque, questo, mi sembra però di
poter sentire le rimostranze di quanti si
vedono colpiti da questo mio scritto: “Allora il
si fa tutto giocando, non si fa niente per gioco
vale solo per la pedagogia infantile”, oppure
“Allora anche il divertimento, anche il gioco,
sono cose serie”, e ancora “Ci si prende in
giro da piccoli e non ci si permette di divertirci
neanche da grandi”.
Buongiorno Mondo!
- 23 -
Tutte queste critiche (quante volte me le sono
sentite rivolgere!) sarebbero a questo punto
accettabili solo a condizione che chi me le
pone abbia attentamente letto quanto scritto
in queste pagine e non ne sia comunque
rimasto convinto, oppure abbia avuto
l’opportunità di confrontarsi personalmente e
direttamente con qualcuno che la pensa in tal
modo e tuttavia sia rimasto radicato nelle sue
posizioni iniziali: situazioni apprezzabilissime
certo, ma per ovviare alle quali mi sento di
dovere spendere ancora due parole per
completare il discorso fin qui fatto e per offrire
nuovi spunti di riflessione e, spero, di
discussione.
Cerchiamo adesso di allargare il nostro
orizzonte: assunto che il gioco è una delle
molteplici dimensioni del complesso essere
uomo, e che non può esistere un gioco
intelligente che sia fine a se stesso, si
potrebbe avanzare la proposta, per l’individuo
adulto nel senso prima considerato di non-
bambino, di adottare la divisa “si fa tutto
Buongiorno Mondo!
- 24 -
giocando, non si fa niente per gioco” quale
style of life.
Ciò significherebbe adottare in perpetuum
quello spirito di gioia gratuita, non il sorriso
ebete o la risata sguaiata, che è propria del
gioco vissuto con intelligenza e maturità, e
portarlo con sé sempre, in ogni occasione
della propria vita, impegnandosi a godere nel
modo più pieno fin il più piccolo piacere che
la nostra esistenza può offrirci, e questo
ricordandosi del precetto “si fa tutto
giocando”. E in fondo cos’è la vita se non uno
stupendo e sempre imprevedibile grande
gioco?
Ma ci si deve poi rammentare che “non si fa
niente per gioco”, e quindi la gioia non deve
portare ad un ottimismo incosciente ed
acritico, ma ad un real-ottimismo maturo che
sappia, nelle cose della vita, discernere il
positivo dal negativo e, in forza della gioia
che si porta dentro, esaltare il primo senza
comunque scordarsi dell’esistenza del
secondo. Al limite si arriverebbe a portare il
Buongiorno Mondo!
- 25 -
sorriso anche nelle avversità memori delle
gioie capitalizzate, godendo di un continuo
buon umore (“si fa tutto giocando”) e
contemporaneamente si renderebbe un
inestimabile servizio al mondo, almeno a quel
microcosmo che gravita quotidianamente
intorno a noi, illuminando con la luce di un
volto radiante il grigiore di chi ha dimenticato
come si fa a sorridere, di chi si considera
troppo grande per mettersi a scherzare, di chi
colloca i sorrisi o le risa solo in apposite
parentesi (“non si fa niente per gioco”).
Dunque, gioco intelligente, gioco-vita, gioco
educativo, gioco-servizio, gioco-gioco, gioco-
parentesi, gioco ebete, gioco ... a voi
scegliere quale; a voi scegliere come giocare,
la vostra vita.
Buongiorno Mondo!
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Servizio? No, grazie!
Quando servizio significa sporcarsi le mani
(nel senso proprio del termine), vedere colare
fino a terra il proprio sudore, arrivare stanchi
a casa la sera, collaborare con altri alla
costruzione di qualcosa che si vede crescere
pian piano grazie agli sforzi di tutti e di
ciascuno; quando, con una parola, servizio
significa “compromettersi”, vale a dire
“mettersi con qualcuno (altro rispetto a sé)
per qualcosa (che si ha in comune)”, allora e
solo allora il servizio comincia ad essere
veramente servizio.
Prima si hanno solo belle e vacue parole che
possono intessersi in pomposi discorsi ma
che mai muteranno la realtà in cui ci si trova.
Se invece il servizio vuole qualificarsi come
impegno nel reale, quasi azione politica,
occorrono certamente i discorsi, e sarei
portato a dire i migliori discorsi di cui siamo
Buongiorno Mondo!
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capaci per svegliare i dormienti e scuotere gli
indecisi, per formare una coscienza comune,
ma fondamentale rimane il fatto concreto,
l’esercizio pratico e vivo di quella coscienza
che si va predicando.
E di sicuro un’azione portata avanti con
tenacia e determinazione fino al suo
compimento risulta avere un effetto
persuasivo ben maggiore dell’arringa del
miglior oratore del foro.
Ma proprio qui si trova il punto cruciale:
quanti sono pronti, e disposti, all’azione?
Occorre giocare il tutto per tutto, mettere in
discussione ciò che si è e rischiare di vedere
crollare le proprie certezze fatte solo di
borghesi abitudini e consolidare con la viva
esperienza quello che dovrebbe diventare un
credo: il servizio.
Molti, posti davanti all’esplicito invito di fare
qualcosa (il “fac” o “facite” della Chiesa), si
sentono venir meno le forze, e, come il
Buongiorno Mondo!
- 28 -
giovane ricco del racconto del Vangelo, pur
avendo osservato per tutta la vita i
comandamenti e le Scritture, davanti all’invito
rivoltogli dal Cristo, invito che esigeva una
risposta chiara ed univoca, senza possibilità
di false parole o mezze certezze, sono
costretti a chinare il capo e fuggire con la
coda tra le gambe senza neanche trovare il
coraggio di riconoscere la piccolezza e
l’ipocrisia della propria vita. Molti, quindi,
scappano dalla grandiosità ed imprevedibilità
dell’azione per tornare a rifugiarsi nella
minuta certezza del mondo delle idee.
Ma come la Storia insegna, nessun pensiero
per quanto rivoluzionario potesse essere, ha
mai prodotto conseguenze rilevanti senza
una qualche azione, spesso rivoluzione, che
incidesse nel reale.
Oggi i sociologi, i pedagoghi, gli psicologi, e
quanti altri ne hanno i titoli continuano a dire
che il tempo delle grandi ideologie, delle
grandi rivoluzioni è terminato; non dicono
però cosa possa prendere il posto di quella
Buongiorno Mondo!
- 29 -
ineludibile forza propulsiva che le ideologie
sociali hanno rappresentato per il passato.
Sembrerebbe che, quasi per una reazione a
contrario, come le generazioni che ci hanno
preceduto erano impegnate nel sociale, nel
pubblico, nel politico, a livelli e correnti
differenti, così oggi la maggior parte dei
potenzialmente capaci si dedica di preferenza
al privato, all’egoico, al sé, ponendo in simile
prospettiva anche gli eventuali rapporti
interpersonali.
Non c’è più spazio per un servizio attivo
disinteressato sul territorio che possa avere
incidenza sull’oggi e sul domani?
Dobbiamo rassegnarci al: “Servizio? No,
grazie!” o possiamo aspettarci qualcosa
d’altro?
“Il Figlio dell’Uomo è venuto non per essere
servito ma per servire” (Mt 20,28).
Buongiorno Mondo!
- 30 -
E sì, è proprio così: Gesù Cristo, il Figlio di
Dio, il Re dei Re, è venuto tra noi per
compiere il suo servizio, la sua missione:
salvarci con la sua morte e la sua
resurrezione. E noi, che non siamo degni
neppure di slacciarGli i calzari, noi ci turbiamo
sin quasi all’offesa quando ci viene fatto
osservare che il nostro comportamento
vegetativo, permissivo, omissivo o
commissivo, non porterà certamente alcun
miglioramento al mondo in cui viviamo, che
impegnarsi oggi non vuol dire solamente “fare
l’alternativo” per contestare un sistema, che
comunque usiamo perché ci fa comodo, ma
vivere e proporre l’alternativa, senza rompere
con la realtà in cui siamo ma, anzi, cercando
di interagire con essa il più possibile.
Ci sono molte comunità che hanno in sé delle
enormi potenzialità oggi, ma che si fermano
alle dichiarazioni d’intenti, a volte anche di
notevole valore letterario, contenute nelle loro
magnae chartae: noi faremo, noi ci
impegneremo, noi saremo, e così via; senza
così accorgersi di perdere solo del tempo
Buongiorno Mondo!
- 31 -
prezioso e di sciupare quei talenti che
ciascun uomo ha ricevuto e che è suo preciso
compito far fruttare. Io dico a queste
comunità: “Fate! Impegnatevi! Siate!”, o ancor
meglio “Facciamo! Impegniamoci! Siamo!”,
rischiando la propria faccia, la propria
reputazione, mettendo in gioco tutte le
certezze acquisite in tanti anni di letargo,
volendo fare veramente qualcosa per, come
disse qualcuno, “lasciare il mondo un po’
meglio di come lo abbiamo trovato”.
Arriviamo a dire: “Servizio? Sì, grazie!”, senza
guardare in faccia chi ce lo domanda, senza
soppesare i sacrifici che questo chiederà,
senza pensare ad eventuali tornaconto: ci è
chiesto di prestare un dato servizio, anziani,
handicappati, tossicodipendenti, bambini,
extra-comunitari, oratorio, centro sociale,
famiglia, partito, scuola, lavoro, ... è chiesto
proprio a noi, non ad un altro; questo vuol
dire che chi ce lo propone ha bisogno di noi,
del nostro aiuto, ha fiducia in noi, nelle nostre
forze, e noi non possiamo tradirlo perché
anche quando ci sentissimo affranti
Buongiorno Mondo!
- 32 -
dall’ennesimo errore, dall’ulteriore sconfitta,
da una nuova difficoltà, potremo pure noi
contare su Qualcuno che è sempre al nostro
fianco, che mai ci abbandona e che non
serve chiamare a gran voce o supplicare
perché venga in nostro soccorso: Egli è con
noi per questo.
Abbiamo allora ricevuto la vita, un mondo in
cui vivere, un’intelligenza per capire come
vivere, un cuore capace di amare, dei fratelli
da amare: spetta solo a noi, ora, farci
accompagnare docilmente verso l’impegno
nel servizio attivo.
“Servizio? Sì, grazie!”
Buongiorno Mondo!
- 33 -
Quando manca qualcuno ...
Se la comunità è, come dice lo Zingarelli
(“Vocabolario della lingua italiana” Zanichelli),
una “pluralità di persone unite da relazioni e
vincoli comuni di varia natura, in modo da
costituire un organismo unico” affrettandosi
ad aggiungere, per meglio chiarire il
significato più ampio del termine, “che vivono
insieme accettando uno stesso sistema di
vita”, allora è impensabile una comunità di
monadi anacoretiche distinte come,
ugualmente inconcepibile diventa, una
comunità di assenti.
Quindi, due eccessi che, purtroppo, sono ben
poco teorici e si ritrovano spesso nelle nostre
comunità giovanili dove le dichiarazioni
d’intenti, i progetti, i programmi, sono sempre
grandiosi e pieni d’entusiasmo ma poi, col
passare del tempo, il solo entusiasmo non è
sufficiente a tenere acceso il fuoco che
sempre deve ardere al centro di qualsiasi
Buongiorno Mondo!
- 34 -
comunità, ed i singoli cominciano ad
allontanarsi gli uni dagli altri con moto
centrifugo facendo prima affievolire, poi
spegnere completamente quel fuoco di amore
che tanto li aveva riscaldati in precedenza.
La comunità rimane, almeno nominalmente,
ma come un corpo non può sopravvivere
quando gli manchi regolarmente il cuore, il
fegato o il cervello, o nel caso in cui questi si
mettano a funzionare alternativamente, ora
l’uno ora l’altro, a loro discrezione, così
l’“organismo unico”-comunità pian piano
svanisce per la ripetuta assenza, materiale o
spirituale dei suoi membri e, senza clamore
alcuno, muore, e nessuno se ne sorprende.
La comunità “è” solo quando è insieme, al
gran completo, nella comunione tra i suoi
componenti, fraterna e con il Padre, filiale,
quando è una vera e visibile unità di pensieri
e di azioni, quando esiste una vita della
comunità risultante dalla somma delle
differenti esperienze dei singoli ma da queste
distinta e di più ampia portata (come i mattoni
Buongiorno Mondo!
- 35 -
non possono da soli essere casa e la casa
non può considerarsi semplicemente un
insieme di mattoni).
Dunque l’assenza anche di una sola persona
può pregiudicare l’esistenza della comunità
(... un corpo senza cuore, una casa senza un
mattone), e questo perché le si toglie
l’ossigeno, la fonte stessa della sua vita:
l’apporto vivo e vero di ciascuno.
Ogni uomo è portatore di una propria
umanità, di un particolare microcosmo carico
di ricchezze; il riservarle per il proprio e
solitario godimento, senza apportare un
qualche contributo alla comunità alla quale si
appartiene (“... tanto possono fare senza di
me. Tanto non ho niente da dire. Tanto non
interesserebbe a nessuno. Tanto ...”), è
manifestazione di un egoismo da insicurezza.
Tutti i membri di una comunità sono
essenziali, indispensabili ed insostituibili, unici
nel loro genere ed irripetibili, e forse sarebbe
buona cosa che ogni tanto si sottolineasse
Buongiorno Mondo!
- 36 -
questo fatto con una dose di sano
incoraggiamento. Naturalmente, perché
simile operazione non divenga una sterile
autoesaltazione o un’inutile pacca sulla
spalla, occorre che i responsabili delle nostre
comunità di giovani, di norma più maturi e più
sicuri delle scelte intraprese, conoscano bene
i propri ragazzi, sappiano fin dove ognuno
può arrivare con le sue forze e dove invece
serve un rinforzo, una parola, un gesto
semplice, e quindi agiscano con amorevole
sicurezza affinché nessuno possa sentirsi
marginale nella comunità, essendo tutti dei
primi tra pari.
Comunità non dunque come un cerchio,
quale regione del piano, superficie delimitata
da una circonferenza, con infinite posizioni tra
il centro e la periferia geometrica, ma come
circonferenza propria, “luogo dei punti del
piano equidistanti da un punto fisso detto
centro” (Cosa o Chi sia tale centro ogni
comunità dovrà stabilirlo prima di
intraprendere qualsiasi iniziativa, pena il
nascere morti).
Buongiorno Mondo!
- 37 -
Quando qualcuno manca, allora, è la
comunità a mancare e niente e nessuno può
sopperirvi: quando c’è in gioco una vita, la
nostra vita, non valgono supplenze, deleghe
o mandati, bisogna “esserci”, anima e corpo,
cuore e cervello, e far sentire la propria
presenza. Solo così, comunità “è”!
Buongiorno Mondo!
- 38 -
Buongiorno mondo!
Suona la sveglia, dalla tapparella filtra un filo
di luce e si sentono dalla cucina i rumori tipici
di ogni casa di prima mattina, il caffè sul
fuoco, le antine della dispensa, il frigorifero.
È proprio arrivato un nuovo giorno, tutto da
vivere, con gusto fino all’ultimo.
Non c’è tempo per rimanere a letto a poltrire,
non si può temporeggiare, non è permesso
chiedere una dilazione di sonno: bisogna
aprire bene gli occhi, stirare i muscoli
intorpiditi ed uscire dal folto delle coperte con
un bel salto.
E, una volta a terra, stando ben dritti davanti
allo specchio e guardandosi negli occhi, si
deve dire, ad alta voce e con un tono sicuro e
deciso: “Buongiorno Mondo!!!”. Avrebbe
sicuramente maggior effetto se, invece che
davanti allo specchio, ci si mettesse alla
Buongiorno Mondo!
- 39 -
finestra e lo si gridasse veramente “al
mondo”, ma penso che se ne possa fare a
meno.
Iniziare la propria giornata con un magnifico
saluto al mondo e, eventualmente, ripeterlo
alcune volte nell’arco delle successive ore,
reca un sicuro giovamento a chi ha tale
attenzione e, indirettamente, a tutti coloro che
avranno occasione di incontrarlo; permette di
affrontare ogni cosa con la forza di un sorriso
dal momento che tutto e tutti, noti o
sconosciuti, affabili o scontrosi, tutti
indistintamente hanno ricevuto il nostro primo
saluto mattutino, primo dopo il dovuto
ringraziamento per il dono di un nuovo giorno
di vita a nostro Signore, e partecipano quindi
della gioia del risveglio; ci rende possibile
ridere di noi stessi e delle nostre seriosità e
non prenderci troppo sul serio visto che un
tale augurio al mondo nasconde nel suo
profondo un pizzico di sana e simpatica follia.
Il valore terapeutico del “buongiorno mondo”
è scientificamente provato e posso garantire
Buongiorno Mondo!
- 40 -
che dopo un primo periodo in cui il saluto
viene pronunciato di nascosto, molto
discretamente e sommessamente quasi per
paura (del mondo?), si arriva senza
accorgersene a rivolgere il saluto a voce alta,
con la certezza di avere un interlocutore che
sta aspettando solo di risponderci e, spesso,
in cuore riusciamo anche a sentire la risposta.
E allora via quei musi lunghi quando ci si
sveglia presto per andare a scuola o al
lavoro, via il grigiore che intristisce i tram
cittadini e le strade intasate, via il malumore
che accompagna molti dei corridoi d’uffici e
università rendendo insopportabile lo stesso
vivere: ci si è svegliati, si è avuto il dono di un
altro giorno di vita, mentre altri si sono
addormentati ieri per l’ultima volta, per il loro
sonno più lungo, perché sprecare questa
possibilità che ci è concessa, perché lasciare
di noi un ricordo legato ad un broncio, perché
vivere il forse ultimo giorno da arrabbiati?
Perché invece non aprire il cuore e portare
noi il sole anche là dove stenta ad arrivare?
Buongiorno Mondo!
- 41 -
E dopo il buongiorno al mondo si può, e anzi
si deve se si vuole essere coerenti con ciò
che si è appena fatto, passare ai singoli e
particolari buongiorno a Tizio, Caio e
Sempronio (Qui, Quo e Qua, Cip & Ciop e
Paperino), sempre con cortesia e senza voler
avere una risposta a tutti i costi: non si saluta
per ottenere un qualcosa dall’altro, ma per
comunicargli il nostro buon umore, per farlo
partecipe della nostra buona giornata affinché
questa diventi anche sua.
Dopo aver fatto tutte queste riflessioni ed
avere provato prima davanti allo specchio, poi
alla finestra, ed aver scoperto che, in fondo,
non ho tutti i torti mi trovo quindi in una
situazione meravigliosa ma in tremendo
ritardo, con lo spazzolino in una mano, il
dentifricio nell’altra, la caffettiera che continua
a borbottare sul fuoco e la sveglia che,
implacabile, mi preannuncia un ennesimo
ritardo in ufficio. Comunque sia: “Buongiorno
Mondo!!!”.
Buongiorno Mondo!
- 42 -
Costruire insieme
Insieme si può marciare, portare lo zaino,
raccogliere i fiori, godere del vento,
apprendere che il vero senso della vita è
l’amore, come dice una famosa canzone, ed
in più si può costruire qualcosa di grande.
Sì, qualcosa di immenso, di
incommensurabile e di meraviglioso è alla
nostra portata solo volendolo e solo se lo si
cerca insieme, solo se insieme, tutti insieme,
si lavora di comune accordo per la sua
conquista.
E, così facendo, si capisce quello che Gesù
disse ai suoi discepoli: “Quando due o più di
voi saranno riuniti nel Mio nome, ecco, Io
sarò in mezzo a loro”, e si capisce cosa è ciò
che unisce e ciò per cui insieme si lavora:
l’Amore del Padre, il Padre d’Amore.
Buongiorno Mondo!
- 43 -
Ma occorre essere insieme, comunità
d’intenti, di sentimenti, di pensieri e d’azioni,
comunità di uomini e di donne, insieme.
E insieme credere in quello che si sta
facendo e, proprio per questo, buttarcisi a
capofitto per giocare tutti se stessi e
“compromettersi” (dal latino: cum-pro-mitto-se
= lanciarsi per o verso qualcosa con
qualcuno); e a tale sinergia sorge la
realizzazione del sogno, l’utopia diviene
realtà: diverse vite, diverse realtà si uniscono
in un unico mondo in cui credono, e vivono
insieme, e sperano, e costruiscono.
Cosa serve per questo? Ben poco: almeno
due persone possibilmente diverse tra loro (si
spera non nelle convinzioni fondamentali), un
grande ideale in cui credere e per cui
lavorare, un progetto comune da realizzare e,
se possibile, un ambiente meraviglioso,
incontaminato, più vicino al cielo che alla
terra per completare il quadro e renderlo più
“magico” (ma vi assicuro che l’ultimo
Buongiorno Mondo!
- 44 -
ingrediente non è indispensabile, pur se è
enorme il suo potenziale dirompente).
Tutto questo messo insieme a cuocere per un
paio di giorni sotto un caldo sole d’estate ed a
rinfrescare nelle notti alpine ad alta quota.
A preparazione ultimata, al grido “Insieme, ce
l’abbiamo fatta!”, si potrà ammirare la
deliziosa leccornia che si ha di fronte: una
dolce comunità, molto dolce, molto comunità.
Proprio insieme, proprio!
Buongiorno Mondo!
- 45 -
È giunta l’ora di partire
Si parte; è un lungo viaggio quello che ho
davanti, ma ho fatto tutti i preparativi del
caso: il materiale indispensabile, le vie da
seguire, gli orari delle coincidenze (non posso
permettermi di perderne neanche una,
sarebbe la fine del mio viaggio!), tutto, tutto
pronto.
Ma io, io sarò pronto per un tal passo
decisivo, di tale importanza e rilevanza per
me e, in ugual misura, per coloro che vivono
con me? O non mi sarò fatto prendere dalla
fretta, dall’entusiasmo euforico che spesso mi
caratterizza, dall’allegria o spensieratezza di
un momento più semplicemente?
Comunque sia, ora sono partito: mi trovo in
alto mare, sul mio battello, sulla rotta che
avevo previsto mesi fa, ma sono solo. Alcuni
compagni di antichi viaggi passati, lasciati ora
al lido da cui mi sono allontanato, li ritroverò
Buongiorno Mondo!
- 46 -
sicuramente in altri porti domani, ma gli altri?
Perduti per sempre?
È la vita ad insegnare che nulla d’umano vive
in eterno, ed è proprio per questo che,
invece, l’amore, di cui l’uomo è solo un
tramite, dura in eterno abbattendo le mura
possenti del tempo e dello spazio, ed è per lo
stesso motivo che ora, guardando con gli
occhi del cuore questo mio viaggio, riesco a
rivedere i volti di tutti i miei vecchi amici
lasciati, a sentirne le voci, a ridere o ad
arrabbiarmi con loro, come allora, ed ho la
certezza che ovunque il nostro destino ci
spingerà, qualunque cosa faremo, lo spirito
che ci unì e che ci tenne uniti, farà in modo
che il legame dei nostri cuori perdurerà e
nessuno di noi potrà mai dirsi solo.
E mai potrà, e mai potrò, se solo pensasse a
Colui che cammina sempre al nostro fianco e
che troppo soventemente viene dimenticato:
Lui c’è, sempre, e sarà la prima guida del mio
viaggio, il mio primo compagno di questa
nuova avventura.
Buongiorno Mondo!
- 47 -
Dovrò poi pensare a cosa fare, a come
comportarmi, a cosa dire, quando toccherò il
prossimo porto, quando incontrerò nuove
genti, quando, finalmente solo con le mie
forze e le mie capacità, dovrò dimostrare chi
sono veramente e quanto valgo. Chi si
sentiva esporre i miei dubbi a proposito del
mio valore personale, subito mi poneva di
fronte ad un famoso precedente storico: gli
Apostoli. Anch’essi avevano vissuto per tre
anni, tre stupendi anni, insieme a Gesù, in un
ambiente familiare ed accogliente; poi,
l’Evento, la Sua morte e resurrezione,
esperienza unica ed irripetibile, fortissima per
ogni uomo di buona volontà, figuriamoci per
loro che la vivevano in prima persona. Ed
ecco allora che proprio loro, per lo più
semplici pescatori, popolani, vengono
mandati per il mondo, ognuno per una strada
diversa, difficile, sua, ma con un’unica
missione: annunciare la Sua parola,
testimoniare ciò che avevano vissuto insieme
a Lui e vivere come Lui aveva insegnato.
Buongiorno Mondo!
- 48 -
Semplice, mi si diceva; ed in verità ora mi
rendo conto che è proprio un gioco da
bambini (“Lasciate che i bambini vengano a
me!”, “Se non ritornerete come bambini, non
entrerete nel Regno dei Cieli!”).
Anch’io ho vissuto un periodo stupendo,
anch’io ho partecipato ad eventi meravigliosi,
anch’io ho avuto una mia famiglia putativa per
tre anni: anch’io, ora, sono pronto a partire
per il mondo per testimoniare con la mia vita
di tutti i giorni, con il mio viaggio in mezzo agli
uomini, l’Amore che ho ricevuto in dono,
gratuitamente, e che ho vissuto sino ad ieri
quasi inconsciamente. Da oggi, svegliatomi,
voglio farne partecipi tutti quelli che incontro
per strada e donare a tutti, belli e brutti, senza
nulla chiedere in cambio.
E l’Amore che spargerò intorno farà sbocciare
sorrisi, e più ne riverserò dal mio bagaglio,
accumulato in tanti anni passati, più questo
ne sarà carico, e più ne riverserò ...
Buongiorno Mondo!
- 49 -
Quanti pensieri per questo viaggio che è
appena iniziato; non ho ancora asciugate le
lacrime dell’addio e già sto pensando ai
prossimi benvenuti: stupendo!
Intanto il timone del mio legno tiene la rotta,
puntando là, verso l’orizzonte, dove i colori
dell’arcobaleno si confondono con i sogni, i
ricordi e le speranze.
Buongiorno Mondo!
- 50 -
Con i bambini ...
Con i bambini ...: quante cose da fare, fatte,
fattibili, impossibili da farsi (?), eppure si
fanno, tutte o quasi, giocando e divertendosi
e cercando di far loro imparare a vivere la vita
che Dio ha donato nel migliore dei modi
possibile con la speranza, forse utopica ma
meravigliosamente carica di energie
propulsive, di aiutarli a divenire uomini di un
domani meraviglioso.
Ma cosa si può fare con i bambini? È presto
detto: tutto!
Basta saperlo fare, e farlo con amore, con
immenso amore, passione, entusiasmo,
fiducia e fantasia. Sono questi gli ingredienti
grazie ai quali anche una fredda lezioni di
educazione civica si trasforma in un gioco
divertentissimo.
Buongiorno Mondo!
- 51 -
È il gioco l’arma vincente: infatti non bisogna
mai dimenticarsi di avere a che fare con dei
bambini, non con degli uomini in formato
ridotto, e ciò che si punta a fare sono “grandi
cose” e non “cose da grandi”.
I risultati di tutto questo “giocare” li si vedono
poi dopo, spesso molto dopo, anche anni
dopo, quando quei bambini diventano uomini,
nel vero senso della parola, si fanno una loro
vita, e parte (pur minima) di questa vita porta
il segno di quei giochi, di quei canti, di quelle
giornate, di quei lavori vissuti insieme e per i
quali si sono passate notti in bianco per
idearli, costruirli, reinventarli.
Allora capisci il valore di tutto ciò che fai, che
hai fatto e che farai; sul momento è difficile,
vivi solo la gioia o la stanchezza del
momento, spesso non riesci neanche a
vedere la prospettiva temporale del tuo
lavoro.
Buongiorno Mondo!
- 52 -
E poi c’è sempre chi cerca di scoraggiarti, chi
del tuo lavoro vede solo la perdita di tempo
“prezioso”, l’inutilità di “giocare con i bambini”.
Costoro sono di due categorie: quelli che non
conoscono nulla di ciò che stai facendo, e ti
denigrano per puro spirito di contraddizione, e
allora meritano un po’ del tuo tempo per
essere messi a conoscenza dei contenuti
educativi delle attività svolte (sempre che
abbiano la maturità per ascoltare criticamente
e l’intelligenza di capire), e quelli che hanno
vissuto le stesse cose, tempo prima, e se ne
sono allontanati perché il gioco per loro era
una cosa “troppo seria” e non capiscono
come altri possano perseverare in un
cammino che essi hanno trovato inadatto a
sé.
Invece, coloro che si sono allontanati da
“amici”, in fondo al cuore hanno sempre quel
segno di cui parlavo più sopra, e non appena
avranno dei bambini propri, cercheranno di
far con questi ciò che altri fecero con loro.
Buongiorno Mondo!
- 53 -
Ma torniamo ai bambini, anzi “con i bambini
...”; con i bambini, attraverso il gioco, c’è un
solo modo per riuscire nel proprio intento
educativo: farsi prendere dentro, farsi
prendere tutto, buttarsi completamente,
anima e corpo, in quello che si fa (i francesi
direbbero “s’engager complètement”), senza
risparmiarsi, senza conservarsi, senza
mascherarsi, ma donandosi così come si è,
senza paura, onestamente, con amore.
È solo in questo modo che facendo anche
piccole cose si otterranno grandi risultati:
giocando con i bambini, si formeranno degli
uomini!
Buongiorno Mondo!
- 54 -
Perché uscire dagli scouts?
“Basta! Non ne posso proprio più! Io esco
dagli scouts!”. Perché dopo uscite, avventure,
giochi, canti, emozioni e campi vari, uno
decide di lasciare gli scouts? Non sono forse
un’esperienza unica e travolgente, fatta
apposta per ogni tipo di ragazzo? Non
rappresentano un ambiente educativo sano e
pulito, indispensabile oggi più che mai, per
formare il buon cittadino di domani?
Certamente sì!
Eppure,capita di trovarsi davanti un ragazzo o
una ragazza che ad un certo punto del suo
cammino con te decide di cambiare strada, e
tu, adulto-educatore (“fratello maggiore”
secondo B.-P.), vieni assalito da tutti i
possibili dubbi del caso: dove ho sbagliato?
Forse quella parola di troppo? Maggior
attenzione alle esigenze inespresse?
Buongiorno Mondo!
- 55 -
Innanzitutto, non facciamoci prendere dallo
sconforto: spesso accade che un ragazzo
scopra, crescendo, di essere un grande
atleta, o musicista, o che so altro, e quindi è
inevitabile che lasci il Branco, il Reparto o il
Clan per seguire la sua vocazione naturale.
Lo Scautismo è senza dubbio un metodo
educativo proponibile a tutti, ma non è detto
che tutti siano portati a vivere “tutto” ciò che
lo Scautismo propone (anch’io so tirare
quattro calci al pallone, ma non mi sognerei
mai di andare a giocare in una squadra).
Detto questo, però, poniamo la nostra
attenzione alle uscite “particolari”, a quelle
defezioni che possono, e devono, far riflettere
un capo nella sua qualità di educatore.
Infatti, in moltissimi casi in cui un ragazzo
abbandona un’unità scout adducendo come
motivo il troppo studio, la vita privata sfrenata,
gli impegni familiari più strani e diversi, il capo
dovrebbe cercare di superare il primo
momento di egoistico orgoglio che lo porta a
Buongiorno Mondo!
- 56 -
dire “Ah sì, allora addio! Se preferisce lo
studio (le feste, o ...), allora vuol dire che non
è fatto per lo Scautismo”, e riflettere su quale
tipo di Scautismo è riuscito a proporre ai
propri ragazzi con le attività svolte negli ultimi
tempi (mese, trimestre, anno).
Scuola di roccia, percorsi Hebert (o di
guerra), free-climbing, tecniche di guerriglia,
saranno indispensabili a dei piccoli Rambo,
ma dei contemplativi amanti della poesia di
Keats e Shelley saranno inevitabilmente
tagliati fuori; liturgia delle ore completa,
dall’alba al tramonto, via crucis con crocefisso
in massello massiccio, fustigazioni
quaresimali, andranno benissimo in un ordine
monastico, ma in un Branco-Cerchio?
E gli esempi potrebbero continuare a lungo
senza dover troppo sforzare la mia fantasia,
dal momento che è l’esperienza quotidiana a
darmi gli spunti.
Il problema delle “perdite” è proprio questo:
quanto i capi, prima di programmare le attività
Buongiorno Mondo!
- 57 -
mensili, trimestrali, annuali, per la propria
unità, conducono un’analisi della realtà con
cui ed in cui si trovano a lavorare
(caratteristiche, potenzialità ed esigenze dei
ragazzi e del territorio) e quanto invece, si
affidano al loro intuito (sicuramente
indispensabile, ma sufficiente?)? Sono sicuro
che un buon 50% dei ragazzi persi in itinere
dai nostri gruppi scouts sarebbe rimasto se
solo i capi avessero avuto una maggior
attenzione anche alle loro esigenze, alle loro
domande inespresse, ai loro sguardi smarriti.
Senza poi parlare di coloro che escono nei
momenti di passaggio da Branca a Branca: in
questi casi la responsabilità dei capi delle due
Branche è ancora maggiore, perché non sono
riusciti a far vivere nel modo più giusto al
singolo ragazzo la sua inevitabile e naturale
crescita, il distacco dal “piccolo mondo”
precedente e l’ingresso nel successivo
“mondo dei grandi”, ma, in un modo o
nell’altro, attivamente o con omissioni, hanno
acuito il trauma che tale crescita sempre
comporta.
Buongiorno Mondo!
- 58 -
Attenzione, quindi, come sempre, anche in
questi casi, attenzione al singolo e, per
favore, non arrivate a chiedere inebetiti:
“Perché uscire dagli scouts?”; dovreste
saperlo (se solo aveste prestato la giusta
attenzione).
Buongiorno Mondo!
- 59 -
Indice
PRE-PRESENTAZIONE OPPORTUNA..................3
DUE PAROLE DI NECESSARIA PRESENTAZIONE .4
QUATTRO CHIACCHIERE SUL DIO-PREZZEMOLO 6
BISOGNA IMPARARE A DIRE: “TI VOGLIO BENE!!!”
................................................................... 12
SI FA TUTTO GIOCANDO, NON SI FA NIENTE PER
GIOCO ......................................................... 17
SERVIZIO? NO, GRAZIE!................................ 26
QUANDO MANCA QUALCUNO ... ..................... 33
BUONGIORNO MONDO! ................................. 38
COSTRUIRE INSIEME..................................... 42
È GIUNTA L’ORA DI PARTIRE .......................... 45
CON I BAMBINI ............................................. 50
PERCHÉ USCIRE DAGLI SCOUTS? .................. 54
INDICE......................................................... 59
Buongiorno Mondo!
- 60 -
Nasco a Milano, nel 1972;
a 8 anni entro negli scouts
dell’Agesci - Associazione guide
e scouts cattolici italiani,
nel Gruppo Milano 29,
dove vivo da lupetto,
esploratore, rover e capo
la meravigliosa esperienza
educativa dello Scautismo.
Gioco, avventura, strada,
comunità e servizio diventano
vita corrente e, entrando in me,
mi fanno divenire la persona
che sono.
«Semel Scout, Semper Scout»

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Buongiorno mondo! (di Castoro Riflessivo)

  • 1. Davide Caocci Castoro Riflessivo «Buongiorno Mondo!» primi passi di un uomo della Partenza sul cammino della vita
  • 2. Buongiorno Mondo! - 2 - A tutti i fratelli scouts e sorelle guide, dall’ultima zampa tenera al Grande Capo
  • 3. Buongiorno Mondo! - 3 - Pre-presentazione opportuna Le pagine qui raccolte sono state “vissute” 20 anni fa, tra il 1992 e il 1993, e ritrovate oggi quasi casualmente: da allora, ho percorso molte strade e seminato molti pensieri in giro per il nostro mondo, ma ritengo che quei semi possano ancora portare frutto. Ecco perché mi sono deciso a dar loro una veste organica e offrirli liberamente a tutti coloro che sceglieranno di dedicare qualche momento alla lettura, alla riflessione, al confronto, alla elaborazione di una modalità originale per “lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato” (B.-P.). Grazie a tutti, buona lettura e “Buona Strada”! Milano, 2013 Davide Caocci Castoro Riflessivo
  • 4. Buongiorno Mondo! - 4 - Due parole di necessaria presentazione Non sono uno scrittore e le pagine che seguono non hanno la pretesa di essere considerate un’“opera letteraria”; sono semplicemente uno scout, come molti di coloro che leggeranno questo quadernetto, più in generale sono un ragazzo che vive delle splendide esperienze insieme ad altri, grandi e piccoli, divertendosi un mondo e capendo, poco alla volta, ma sempre più in profondità, che quel divertimento ha una ragione ultima che è grandissima. Non voglio trarre io delle conclusioni che altri, forse hanno già fatte proprie, né voglio anticipare quelle di chi è ancora in cammino; voglio solo dire a chi avrà la compiacenza di non saltare questa introduzione che tutte le parole qui raccolte sprizzano vita, gioia, sudore, stanchezza, rabbia, lacrime, fede: in una parola, Amore!
  • 5. Buongiorno Mondo! - 5 - Sono tutte “parole vissute”, ed io ho avuto solo il compito di metterle per iscritto. Non merito complimenti perché non ho fatto fatica, avendole vissute sulla mia pelle; non merito complimenti anche perché è un caso che portino la mia firma e non quella di altri, di molti altri che hanno vissuto queste stesse parole insieme a me (Simona, Paola, Paolo, Massimo, Beppe, Lella, Maurizio, Ketty, Luigi, Gio, ... e tanti altri). L’intento perseguito è quello di offrire ad altri, giovani e meno giovani, scouts e non scouts, comunque attenti al valore educativo del vivere insieme, in gruppo, in comunità, delle riflessioni scaturite da giorni, mesi, anni di vita in comune in un certo “stile”, per noi quello scout. A voi ora, dunque, con la speranza di trovare, domani, milioni e milioni di simili “parole vissute”. DC CR
  • 6. Buongiorno Mondo! - 6 - Quattro chiacchiere sul Dio-prezzemolo Già Francesco d’Assisi nel 1225 componendo il suo Cantico tentò di “volgarizzare”, di “laicizzare” la lode che ogni figlio di Dio deve alla gloria del Padre che è nei cieli evidenziando, con grande abilità poetica, la presenza dell’Amore del Creatore, o dell’Amore-Creatore, in ogni creatura, in ogni esperienza del creato. Esplicito anche l’invito della lettera ai Colossesi: “E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di Lui grazie a Dio Padre” (Col 3,17), dal quale promana la vocazionalità del cristiano a vivere sì nel mondo, nel secolo, ma da testimone, da sponsor di quella novità annunciata agli uomini duemila anni fa e sempre attuale benché a volte appaia dimenticata o superata da nuove ideologie
  • 7. Buongiorno Mondo! - 7 - rivoluzionarie o da moderni carismi messianici. Ed ecco dunque che oggi chi testimonia “troppo” o con troppa veemenza ciò in cui crede fermamente, è considerato dalla pubblica opinione un baciapile, mentre chi trascorre la sua esistenza senza mai dichiarare più o meno esplicitamente “Io credo in ...” ottiene la gratificante qualifica di uomo moderno ed emancipato dalle tradizionali superstizioni di origine ebraico- cristiana. Ponendomi controcorrente, io voglio invece proporre un concetto, un’idea, un’immagine che, per quanto ardita possa sembrare, rappresenta in maniera istantanea e chiarissima quello che è o dovrebbe essere il modus vivendi del cristiano secolare alle soglie del 2000: si tratta dell’immagine del “Dio-prezzemolo”. Con questo termine intendo definire quel modo di vivere operosamente riconoscendo
  • 8. Buongiorno Mondo! - 8 - in ogni momento della propria esistenza i doni-manifestazioni del Signore. Ogni cosa è fatta per l’uomo; ogni cosa è fatta da Dio: perché dunque l’uomo dovrebbe disconoscere tale forte legame, legame d’amore, tra sé ed il Creatore del tutto, tra la Creatura per eccellenza, padrona del Creato, ed io proprio Fautore? Necessita quindi oggi più che mai una riscoperta ed una applicazione vera e sentita del “Dio-prezzemolo”, di quella lode continua a Dio esercitata con i gesti della vita quotidiana a Lui consacrati, senza comunque dimenticare i momenti esclusivamente dedicati a Lui quali la celebrazione eucaristica o la preghiera personale. Si tratta allora di rivedere, di riprogrammare la nostra vita non per inserirvi il minuto di meditazione quotidiano, ma per far sì che ogni minuto, ogni istante divenga meditazione, contemplazione, al limite scoperta e lode di Chi ci ha donato la vita, il
  • 9. Buongiorno Mondo! - 9 - mondo per viverla, dei fratelli sui quali riversare l’amore generatore al quale partecipiamo in quanto figli di Dio. Il prezzemolo è un condimento che si presta ad essere impiegato in un gran numero di ricette; generalizzando si potrebbe dire che un piatto non ha sapore se non gli si aggiunge un po’ di prezzemolo; ed è proprio questo sapore da dare a tutti i piatti che ci vengono posti davanti, a tutti i pranzi consumati nella nostra vita, di fretta, sontuosamente, al ristorante, in casa, ovunque e comunque, che bisogna riscoprire. Se si relega il “Dio-prezzemolo” alle sole grandi occasioni, alla domenica, ai giorni di festa, alle comunioni o ai matrimoni, si finisce col fare le famose grandi abbuffate una volta tanto che, del lauto e saporito banchetto, lasciano come unico ricordo un po’ di acidità di stomaco e niente più. Rendendo invece quotidiano il sapore della festa si avrà un sicuro giovamento generale
  • 10. Buongiorno Mondo! - 10 - per l’aspetto celebrativo che si dà al proprio vivere (“Con la vita celebro la vita e Chi me l’ha donata”) e si potrà ridimensionare l’eccessiva spettacolarità che l’ipocrisia dell’uomo ha affidato ai grandi pranzi di gala dello spirito che prima ricordavo. (Senza dimenticare che si eviteranno le acidità di stomaco!) Dio dunque deve trovare posto nel nostro essere di ogni giorno, deve essere ogni nostro giorno, tutti i giorni della nostra vita, deve essere la nostra vita: dobbiamo portarLo con noi e sentirLo con noi, nostro simile perché fatti a Sua immagine e somiglianza, Suoi figli, e così facendo sarà cosa naturalissima che al settimo giorno, il giorno del riposo dopo il lavoro, l’uomo voglia far festa partecipando al banchetto del Padre, di quel Padre che l’ha accompagnato durante tutta la settimana, nella fatica e nella preoccupazione come nella gioia e nella soddisfazione, e non avrà desideri di altre
  • 11. Buongiorno Mondo! - 11 - forme di festa, riposo o ringraziamento che escludano quell’estraneo d’un “Dio lontano”. “Dio-prezzemolo”, allora, Dio della nostra vita per darle finalmente un nuovo e vero sapore.
  • 12. Buongiorno Mondo! - 12 - Bisogna imparare a dire: “Ti voglio bene!!!” Oggi dire ad una persona “Ti voglio bene!” è diventato un tabù, tabù sociale, moderno, tecnologico, efficientista, per cui i rapporti interindividuali devono basarsi unicamente su una volontà di tipo contrattuale o pseudotale (quindi: superiore-subordinato; datore di lavoro-lavoratore; soci; purtroppo alcuni casi di rapporto uomo-donna, financo il matrimonio). Per tali situazioni l’unica formula che possa essere validamente utilizzata è quella dell’“Io voglio!”, tanto da una quanto dall’altra parte. Per riuscire ad arrivare invece al bellissimo “Ti voglio bene!”, occorre innescare un procedimento a catena che rivoluzioni ogni livello del nostro essere.
  • 13. Buongiorno Mondo! - 13 - Innanzitutto rendiamoci conto di cosa sia racchiuso da queste tre parole: l’io individualista possessivo proprio dell’“Io voglio” scompare dalla posizione di primazia lasciando il suo posto ad un “Ti” di meravigliosa valenza altruistica che apre il sé ad il resto del mondo, incondizionatamente; se poi il singolare della particella potesse sembrare esclusivo, non vi sono problemi a sostituirlo con un ugualmente valido “Vi”, per il quale però le modalità di applicazione risultano parimenti problematiche. Alla dichiarazione del destinatario (“Ti”) fa seguito la descrizione di quel qualcosa che costui deve ricevere: si tratta della propria volontà! Propria sì perché è sempre il soggetto singolo che deve agire, che deve porre in essere il qualcosa a cui ci stiamo riferendo; volontà sì perché si vuole sottolineare la forza che tale atto deve avere e promanare, e per cui un semplice desiderio non sarebbe sufficiente; ma comunque, ed è questo a distinguere
  • 14. Buongiorno Mondo! - 14 - principalmente e fondamentalmente le due formule che sto analizzando, questa potente volontà di un essere indirizzata ad un altro da sé ha per oggetto il bene, o Bene, o amore che dir si voglia. Dunque è questo “bene” che diviene caratteristica peculiare di quella scelta di vita rivoluzionaria che sta alla base di tutto il nostro discorso; ed è sempre questo stesso “bene” che diventa il vero fondamento per la costruzione di un rapporto nuovo, diverso, più vero, tra persone nuove, diverse, più vere. Persone che considerano il bene dell’uomo come il dono più grande che esse abbiano ricevuto venendo al mondo e che vogliono sia vissuto appieno da sé e da tutti coloro che incontrano sul proprio cammino ogni giorno; ecco allora che spargono questo lieto saluto che ricorda, anche solo per il significato globale che esso assume, il Salama della tradizione araba o lo Shalom di quella ebraica, e che porta in sé, oltre a tutto il bene che una persona prova per un’altra, il ringraziamento per la sua esistenza, a sua
  • 15. Buongiorno Mondo! - 15 - vita nel mondo e la sua azione al proprio fianco, la gratitudine per la cura e le attenzioni prestate e mille altre cose che solo le singole circostanze possono conoscere. In definitiva è racchiuso un intero mondo, un’intera vita, in questa frase lunga un secondo. E proprio grazie a questa formuletta magica si potrebbe cominciare a portare qualche piccola modifica all’egosistema in cui viviamo: infatti sciocca molto più profondamente un “Ti voglio bene” lanciato gratuitamente che un forte improperio alla volta di un notabile maneggione di indubbia fama. Ma non penso che questo possa far desistere chi fermamente crede nella forza del “Ti voglio bene” e nelle sue capacità terapeutiche: è questa una ideologia, una mentalità, una religione ... ... “Amatevi l’un l’altro come Lui vi ha amato”, e nulla più si richiede agli uomini.
  • 16. Buongiorno Mondo! - 16 - “Ti voglio bene” dunque, anzi “Vi voglio bene”!!!
  • 17. Buongiorno Mondo! - 17 - Si fa tutto giocando, non si fa niente per gioco Lo stress della vita di tutti i giorni porta oggi sempre più persone a ricercare specifici momenti di svago che diventano tanto più vuoti di significato quanto più aumento il peso della quotidianità da sopportare. Si chiede allora di giocare, di giocare, di giocare, senza capire che non è ammissibile il gioco fine a se stesso, che neanche i bambini, quando sembra che non facciano altro che “stupidi” giochi, in realtà stanno attuando il loro vero essere, realizzando la propria dimensione bambino. Mentre l’adulto, o almeno colui che anagraficamente è ritenuto tale, troppo preoccupato dalla serietà operativa del suo agire professionale, riesce a convincersi che il vero gioco è solo quello in cui la materia grigia viene lasciata a riposo, in cui si è
  • 18. Buongiorno Mondo! - 18 - esonerati dal pensare, in cui la materia corporale agisce senza nessun intervento di quella spirituale comunque propria dell’uomo, dove viga dunque un totale laisser-faire ludico da paese dei balocchi di collodiana memoria. Bisogna invece rendersi conto che, come mi ha insegnato un grand’uomo che possiede ancora uno stupendo animo da bambino, si fa tutto giocando ma non si fa niente per gioco. In verità questo suo insegnamento si riferiva al comportamento da tenere nell’applicazione di un particolare metodo educativo a dei bambini, i veri maestri del gioco; ma sono convinto non me ne vorrà a male per l’uso estensivo che faccio dei suoi insegnamenti. Infatti a parer mio questa regola di vita si presta benissimo ad essere applicata anche all’educazione, o se vogliamo alla formazione, di adulti seri ed impegnati. Ma andiamo con ordine. Una volta che ci si è resi conto del fatto che il tempo passa per tutti e che la propria vita si svolge sempre più
  • 19. Buongiorno Mondo! - 19 - davanti ad un tavolo da lavoro e sempre meno a correre in bicicletta al parco o a tirar calci al pallone all’oratorio, allora si cerca di compensare questo desiderio di spensieratezza gettandosi nel “gioco” sfrenato, dissennato, insensato, stupido. Un gioco che sicuramente impegna del tempo, spesso anche degli interi fine settimana, sicuramente richiede energie fisiche, alla fine si è spossati (pronti a riprendere diligentemente ed uniformamente il proprio piccolo posto nel sistema), sicuramente porta a vedere moltissima gente, gli stressati sono moltissimi, sicuramente permette di non pensare per qualche ora a ... starei per dire “ai vari e gravosi dilemmi della vita e del mondo” ma preferisco dire soltanto “permette di non pensare”. Ed ecco il vero problema del gioco oggi: chi chiede di giocare spesso è solo alla ricerca di una parentesi della propria vita, di un rifugio ove possa fuggire alle responsabilità che il crescere inevitabilmente, e fortunatamente, comporta, per tornare quasi allo stato
  • 20. Buongiorno Mondo! - 20 - prenatale in cui il bambino in formazione è al sicuro dal mondo esterno, di cui ha una percezione attutita e lontana, e deve unicamente preoccuparsi di ricevere regolarmente il nutrimento da colei che lo porta in grembo. È logico che in questi casi non sia possibile vivere il gioco “per ...”, ma si avrà, si cercherà e si desidererà unicamente il gioco fine a se stesso. Difficile appare dunque capire la seconda parte di quell’insegnamento sopra proposto: non si fa niente per gioco, dopo aver affermato in modo tanto deciso che si fa tutto, o si può fare tutto, giocando. Sembra una contraddizione in termini, invece non lo è: nell’educazione dei bambini è ormai comunemente accettato che il metodo migliore per arrivare ad ottenere risultati apprezzabili è quello di proporre al soggetto educando gli oggetti che dovranno far parte della sua formazione nella maniera a lui
  • 21. Buongiorno Mondo! - 21 - meno estranea possibile, anzi ancor meglio sarebbe se il soggetto in questione partecipasse a tale azione in maniera diretta sì ma inconsapevole. Questo può avvenire, per esempio, con l’impiego del gioco, elemento proprio del bambino ma che, opportunamente indirizzato, consegue lo scopo di trasmettere enormi moli di dati di qualsiasi natura, di farli ricevere con incredibile facilità (proporzionata comunque alla bravura dell’educatore), di farli assimilare al ricevente perché legati ad un momento particolare e proprio (da qui l’importanza a che le aule scolastiche perdano quella seriosità da gabinetto ministeriale che fa invecchiare i bambini prima di farli diventare uomini) e, attraverso questo, di far esprimere la sua autentica personalità perché non costretto in un ambito “ufficiale”, “da grandi”, ma libero di muoversi, ben inteso sotto attenta e preparata guida, in un ambiente fatto in scala per lui. Come il bambino ha la propria dimensione “gioco”, così l’adolescente e l’uomo hanno le
  • 22. Buongiorno Mondo! - 22 - proprie e tipiche, senza con questo escludere che il gioco possa trovare posto anche in stadi di formazione successivi al primo. Ciò che voglio qui mettere in evidenza è che mentre per il bambino il gioco è caratterizzante e peculiare per ogni aspetto della propria vita (gioco è l’apprendimento prima descritto, gioco è la pappa, gioco è il lavarsi, etc.), per l’adulto, per il non-bambino, il gioco diventa un aspetto di quella multiforme varietà di patrimoni che dovrebbe aver accumulato e che, ora, dovrebbero dare i loro frutti grazie alla loro oculata e matura combinazione ed alla discrezionalità di giudizio di chi la pone in essere. Chiarito, dunque, questo, mi sembra però di poter sentire le rimostranze di quanti si vedono colpiti da questo mio scritto: “Allora il si fa tutto giocando, non si fa niente per gioco vale solo per la pedagogia infantile”, oppure “Allora anche il divertimento, anche il gioco, sono cose serie”, e ancora “Ci si prende in giro da piccoli e non ci si permette di divertirci neanche da grandi”.
  • 23. Buongiorno Mondo! - 23 - Tutte queste critiche (quante volte me le sono sentite rivolgere!) sarebbero a questo punto accettabili solo a condizione che chi me le pone abbia attentamente letto quanto scritto in queste pagine e non ne sia comunque rimasto convinto, oppure abbia avuto l’opportunità di confrontarsi personalmente e direttamente con qualcuno che la pensa in tal modo e tuttavia sia rimasto radicato nelle sue posizioni iniziali: situazioni apprezzabilissime certo, ma per ovviare alle quali mi sento di dovere spendere ancora due parole per completare il discorso fin qui fatto e per offrire nuovi spunti di riflessione e, spero, di discussione. Cerchiamo adesso di allargare il nostro orizzonte: assunto che il gioco è una delle molteplici dimensioni del complesso essere uomo, e che non può esistere un gioco intelligente che sia fine a se stesso, si potrebbe avanzare la proposta, per l’individuo adulto nel senso prima considerato di non- bambino, di adottare la divisa “si fa tutto
  • 24. Buongiorno Mondo! - 24 - giocando, non si fa niente per gioco” quale style of life. Ciò significherebbe adottare in perpetuum quello spirito di gioia gratuita, non il sorriso ebete o la risata sguaiata, che è propria del gioco vissuto con intelligenza e maturità, e portarlo con sé sempre, in ogni occasione della propria vita, impegnandosi a godere nel modo più pieno fin il più piccolo piacere che la nostra esistenza può offrirci, e questo ricordandosi del precetto “si fa tutto giocando”. E in fondo cos’è la vita se non uno stupendo e sempre imprevedibile grande gioco? Ma ci si deve poi rammentare che “non si fa niente per gioco”, e quindi la gioia non deve portare ad un ottimismo incosciente ed acritico, ma ad un real-ottimismo maturo che sappia, nelle cose della vita, discernere il positivo dal negativo e, in forza della gioia che si porta dentro, esaltare il primo senza comunque scordarsi dell’esistenza del secondo. Al limite si arriverebbe a portare il
  • 25. Buongiorno Mondo! - 25 - sorriso anche nelle avversità memori delle gioie capitalizzate, godendo di un continuo buon umore (“si fa tutto giocando”) e contemporaneamente si renderebbe un inestimabile servizio al mondo, almeno a quel microcosmo che gravita quotidianamente intorno a noi, illuminando con la luce di un volto radiante il grigiore di chi ha dimenticato come si fa a sorridere, di chi si considera troppo grande per mettersi a scherzare, di chi colloca i sorrisi o le risa solo in apposite parentesi (“non si fa niente per gioco”). Dunque, gioco intelligente, gioco-vita, gioco educativo, gioco-servizio, gioco-gioco, gioco- parentesi, gioco ebete, gioco ... a voi scegliere quale; a voi scegliere come giocare, la vostra vita.
  • 26. Buongiorno Mondo! - 26 - Servizio? No, grazie! Quando servizio significa sporcarsi le mani (nel senso proprio del termine), vedere colare fino a terra il proprio sudore, arrivare stanchi a casa la sera, collaborare con altri alla costruzione di qualcosa che si vede crescere pian piano grazie agli sforzi di tutti e di ciascuno; quando, con una parola, servizio significa “compromettersi”, vale a dire “mettersi con qualcuno (altro rispetto a sé) per qualcosa (che si ha in comune)”, allora e solo allora il servizio comincia ad essere veramente servizio. Prima si hanno solo belle e vacue parole che possono intessersi in pomposi discorsi ma che mai muteranno la realtà in cui ci si trova. Se invece il servizio vuole qualificarsi come impegno nel reale, quasi azione politica, occorrono certamente i discorsi, e sarei portato a dire i migliori discorsi di cui siamo
  • 27. Buongiorno Mondo! - 27 - capaci per svegliare i dormienti e scuotere gli indecisi, per formare una coscienza comune, ma fondamentale rimane il fatto concreto, l’esercizio pratico e vivo di quella coscienza che si va predicando. E di sicuro un’azione portata avanti con tenacia e determinazione fino al suo compimento risulta avere un effetto persuasivo ben maggiore dell’arringa del miglior oratore del foro. Ma proprio qui si trova il punto cruciale: quanti sono pronti, e disposti, all’azione? Occorre giocare il tutto per tutto, mettere in discussione ciò che si è e rischiare di vedere crollare le proprie certezze fatte solo di borghesi abitudini e consolidare con la viva esperienza quello che dovrebbe diventare un credo: il servizio. Molti, posti davanti all’esplicito invito di fare qualcosa (il “fac” o “facite” della Chiesa), si sentono venir meno le forze, e, come il
  • 28. Buongiorno Mondo! - 28 - giovane ricco del racconto del Vangelo, pur avendo osservato per tutta la vita i comandamenti e le Scritture, davanti all’invito rivoltogli dal Cristo, invito che esigeva una risposta chiara ed univoca, senza possibilità di false parole o mezze certezze, sono costretti a chinare il capo e fuggire con la coda tra le gambe senza neanche trovare il coraggio di riconoscere la piccolezza e l’ipocrisia della propria vita. Molti, quindi, scappano dalla grandiosità ed imprevedibilità dell’azione per tornare a rifugiarsi nella minuta certezza del mondo delle idee. Ma come la Storia insegna, nessun pensiero per quanto rivoluzionario potesse essere, ha mai prodotto conseguenze rilevanti senza una qualche azione, spesso rivoluzione, che incidesse nel reale. Oggi i sociologi, i pedagoghi, gli psicologi, e quanti altri ne hanno i titoli continuano a dire che il tempo delle grandi ideologie, delle grandi rivoluzioni è terminato; non dicono però cosa possa prendere il posto di quella
  • 29. Buongiorno Mondo! - 29 - ineludibile forza propulsiva che le ideologie sociali hanno rappresentato per il passato. Sembrerebbe che, quasi per una reazione a contrario, come le generazioni che ci hanno preceduto erano impegnate nel sociale, nel pubblico, nel politico, a livelli e correnti differenti, così oggi la maggior parte dei potenzialmente capaci si dedica di preferenza al privato, all’egoico, al sé, ponendo in simile prospettiva anche gli eventuali rapporti interpersonali. Non c’è più spazio per un servizio attivo disinteressato sul territorio che possa avere incidenza sull’oggi e sul domani? Dobbiamo rassegnarci al: “Servizio? No, grazie!” o possiamo aspettarci qualcosa d’altro? “Il Figlio dell’Uomo è venuto non per essere servito ma per servire” (Mt 20,28).
  • 30. Buongiorno Mondo! - 30 - E sì, è proprio così: Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il Re dei Re, è venuto tra noi per compiere il suo servizio, la sua missione: salvarci con la sua morte e la sua resurrezione. E noi, che non siamo degni neppure di slacciarGli i calzari, noi ci turbiamo sin quasi all’offesa quando ci viene fatto osservare che il nostro comportamento vegetativo, permissivo, omissivo o commissivo, non porterà certamente alcun miglioramento al mondo in cui viviamo, che impegnarsi oggi non vuol dire solamente “fare l’alternativo” per contestare un sistema, che comunque usiamo perché ci fa comodo, ma vivere e proporre l’alternativa, senza rompere con la realtà in cui siamo ma, anzi, cercando di interagire con essa il più possibile. Ci sono molte comunità che hanno in sé delle enormi potenzialità oggi, ma che si fermano alle dichiarazioni d’intenti, a volte anche di notevole valore letterario, contenute nelle loro magnae chartae: noi faremo, noi ci impegneremo, noi saremo, e così via; senza così accorgersi di perdere solo del tempo
  • 31. Buongiorno Mondo! - 31 - prezioso e di sciupare quei talenti che ciascun uomo ha ricevuto e che è suo preciso compito far fruttare. Io dico a queste comunità: “Fate! Impegnatevi! Siate!”, o ancor meglio “Facciamo! Impegniamoci! Siamo!”, rischiando la propria faccia, la propria reputazione, mettendo in gioco tutte le certezze acquisite in tanti anni di letargo, volendo fare veramente qualcosa per, come disse qualcuno, “lasciare il mondo un po’ meglio di come lo abbiamo trovato”. Arriviamo a dire: “Servizio? Sì, grazie!”, senza guardare in faccia chi ce lo domanda, senza soppesare i sacrifici che questo chiederà, senza pensare ad eventuali tornaconto: ci è chiesto di prestare un dato servizio, anziani, handicappati, tossicodipendenti, bambini, extra-comunitari, oratorio, centro sociale, famiglia, partito, scuola, lavoro, ... è chiesto proprio a noi, non ad un altro; questo vuol dire che chi ce lo propone ha bisogno di noi, del nostro aiuto, ha fiducia in noi, nelle nostre forze, e noi non possiamo tradirlo perché anche quando ci sentissimo affranti
  • 32. Buongiorno Mondo! - 32 - dall’ennesimo errore, dall’ulteriore sconfitta, da una nuova difficoltà, potremo pure noi contare su Qualcuno che è sempre al nostro fianco, che mai ci abbandona e che non serve chiamare a gran voce o supplicare perché venga in nostro soccorso: Egli è con noi per questo. Abbiamo allora ricevuto la vita, un mondo in cui vivere, un’intelligenza per capire come vivere, un cuore capace di amare, dei fratelli da amare: spetta solo a noi, ora, farci accompagnare docilmente verso l’impegno nel servizio attivo. “Servizio? Sì, grazie!”
  • 33. Buongiorno Mondo! - 33 - Quando manca qualcuno ... Se la comunità è, come dice lo Zingarelli (“Vocabolario della lingua italiana” Zanichelli), una “pluralità di persone unite da relazioni e vincoli comuni di varia natura, in modo da costituire un organismo unico” affrettandosi ad aggiungere, per meglio chiarire il significato più ampio del termine, “che vivono insieme accettando uno stesso sistema di vita”, allora è impensabile una comunità di monadi anacoretiche distinte come, ugualmente inconcepibile diventa, una comunità di assenti. Quindi, due eccessi che, purtroppo, sono ben poco teorici e si ritrovano spesso nelle nostre comunità giovanili dove le dichiarazioni d’intenti, i progetti, i programmi, sono sempre grandiosi e pieni d’entusiasmo ma poi, col passare del tempo, il solo entusiasmo non è sufficiente a tenere acceso il fuoco che sempre deve ardere al centro di qualsiasi
  • 34. Buongiorno Mondo! - 34 - comunità, ed i singoli cominciano ad allontanarsi gli uni dagli altri con moto centrifugo facendo prima affievolire, poi spegnere completamente quel fuoco di amore che tanto li aveva riscaldati in precedenza. La comunità rimane, almeno nominalmente, ma come un corpo non può sopravvivere quando gli manchi regolarmente il cuore, il fegato o il cervello, o nel caso in cui questi si mettano a funzionare alternativamente, ora l’uno ora l’altro, a loro discrezione, così l’“organismo unico”-comunità pian piano svanisce per la ripetuta assenza, materiale o spirituale dei suoi membri e, senza clamore alcuno, muore, e nessuno se ne sorprende. La comunità “è” solo quando è insieme, al gran completo, nella comunione tra i suoi componenti, fraterna e con il Padre, filiale, quando è una vera e visibile unità di pensieri e di azioni, quando esiste una vita della comunità risultante dalla somma delle differenti esperienze dei singoli ma da queste distinta e di più ampia portata (come i mattoni
  • 35. Buongiorno Mondo! - 35 - non possono da soli essere casa e la casa non può considerarsi semplicemente un insieme di mattoni). Dunque l’assenza anche di una sola persona può pregiudicare l’esistenza della comunità (... un corpo senza cuore, una casa senza un mattone), e questo perché le si toglie l’ossigeno, la fonte stessa della sua vita: l’apporto vivo e vero di ciascuno. Ogni uomo è portatore di una propria umanità, di un particolare microcosmo carico di ricchezze; il riservarle per il proprio e solitario godimento, senza apportare un qualche contributo alla comunità alla quale si appartiene (“... tanto possono fare senza di me. Tanto non ho niente da dire. Tanto non interesserebbe a nessuno. Tanto ...”), è manifestazione di un egoismo da insicurezza. Tutti i membri di una comunità sono essenziali, indispensabili ed insostituibili, unici nel loro genere ed irripetibili, e forse sarebbe buona cosa che ogni tanto si sottolineasse
  • 36. Buongiorno Mondo! - 36 - questo fatto con una dose di sano incoraggiamento. Naturalmente, perché simile operazione non divenga una sterile autoesaltazione o un’inutile pacca sulla spalla, occorre che i responsabili delle nostre comunità di giovani, di norma più maturi e più sicuri delle scelte intraprese, conoscano bene i propri ragazzi, sappiano fin dove ognuno può arrivare con le sue forze e dove invece serve un rinforzo, una parola, un gesto semplice, e quindi agiscano con amorevole sicurezza affinché nessuno possa sentirsi marginale nella comunità, essendo tutti dei primi tra pari. Comunità non dunque come un cerchio, quale regione del piano, superficie delimitata da una circonferenza, con infinite posizioni tra il centro e la periferia geometrica, ma come circonferenza propria, “luogo dei punti del piano equidistanti da un punto fisso detto centro” (Cosa o Chi sia tale centro ogni comunità dovrà stabilirlo prima di intraprendere qualsiasi iniziativa, pena il nascere morti).
  • 37. Buongiorno Mondo! - 37 - Quando qualcuno manca, allora, è la comunità a mancare e niente e nessuno può sopperirvi: quando c’è in gioco una vita, la nostra vita, non valgono supplenze, deleghe o mandati, bisogna “esserci”, anima e corpo, cuore e cervello, e far sentire la propria presenza. Solo così, comunità “è”!
  • 38. Buongiorno Mondo! - 38 - Buongiorno mondo! Suona la sveglia, dalla tapparella filtra un filo di luce e si sentono dalla cucina i rumori tipici di ogni casa di prima mattina, il caffè sul fuoco, le antine della dispensa, il frigorifero. È proprio arrivato un nuovo giorno, tutto da vivere, con gusto fino all’ultimo. Non c’è tempo per rimanere a letto a poltrire, non si può temporeggiare, non è permesso chiedere una dilazione di sonno: bisogna aprire bene gli occhi, stirare i muscoli intorpiditi ed uscire dal folto delle coperte con un bel salto. E, una volta a terra, stando ben dritti davanti allo specchio e guardandosi negli occhi, si deve dire, ad alta voce e con un tono sicuro e deciso: “Buongiorno Mondo!!!”. Avrebbe sicuramente maggior effetto se, invece che davanti allo specchio, ci si mettesse alla
  • 39. Buongiorno Mondo! - 39 - finestra e lo si gridasse veramente “al mondo”, ma penso che se ne possa fare a meno. Iniziare la propria giornata con un magnifico saluto al mondo e, eventualmente, ripeterlo alcune volte nell’arco delle successive ore, reca un sicuro giovamento a chi ha tale attenzione e, indirettamente, a tutti coloro che avranno occasione di incontrarlo; permette di affrontare ogni cosa con la forza di un sorriso dal momento che tutto e tutti, noti o sconosciuti, affabili o scontrosi, tutti indistintamente hanno ricevuto il nostro primo saluto mattutino, primo dopo il dovuto ringraziamento per il dono di un nuovo giorno di vita a nostro Signore, e partecipano quindi della gioia del risveglio; ci rende possibile ridere di noi stessi e delle nostre seriosità e non prenderci troppo sul serio visto che un tale augurio al mondo nasconde nel suo profondo un pizzico di sana e simpatica follia. Il valore terapeutico del “buongiorno mondo” è scientificamente provato e posso garantire
  • 40. Buongiorno Mondo! - 40 - che dopo un primo periodo in cui il saluto viene pronunciato di nascosto, molto discretamente e sommessamente quasi per paura (del mondo?), si arriva senza accorgersene a rivolgere il saluto a voce alta, con la certezza di avere un interlocutore che sta aspettando solo di risponderci e, spesso, in cuore riusciamo anche a sentire la risposta. E allora via quei musi lunghi quando ci si sveglia presto per andare a scuola o al lavoro, via il grigiore che intristisce i tram cittadini e le strade intasate, via il malumore che accompagna molti dei corridoi d’uffici e università rendendo insopportabile lo stesso vivere: ci si è svegliati, si è avuto il dono di un altro giorno di vita, mentre altri si sono addormentati ieri per l’ultima volta, per il loro sonno più lungo, perché sprecare questa possibilità che ci è concessa, perché lasciare di noi un ricordo legato ad un broncio, perché vivere il forse ultimo giorno da arrabbiati? Perché invece non aprire il cuore e portare noi il sole anche là dove stenta ad arrivare?
  • 41. Buongiorno Mondo! - 41 - E dopo il buongiorno al mondo si può, e anzi si deve se si vuole essere coerenti con ciò che si è appena fatto, passare ai singoli e particolari buongiorno a Tizio, Caio e Sempronio (Qui, Quo e Qua, Cip & Ciop e Paperino), sempre con cortesia e senza voler avere una risposta a tutti i costi: non si saluta per ottenere un qualcosa dall’altro, ma per comunicargli il nostro buon umore, per farlo partecipe della nostra buona giornata affinché questa diventi anche sua. Dopo aver fatto tutte queste riflessioni ed avere provato prima davanti allo specchio, poi alla finestra, ed aver scoperto che, in fondo, non ho tutti i torti mi trovo quindi in una situazione meravigliosa ma in tremendo ritardo, con lo spazzolino in una mano, il dentifricio nell’altra, la caffettiera che continua a borbottare sul fuoco e la sveglia che, implacabile, mi preannuncia un ennesimo ritardo in ufficio. Comunque sia: “Buongiorno Mondo!!!”.
  • 42. Buongiorno Mondo! - 42 - Costruire insieme Insieme si può marciare, portare lo zaino, raccogliere i fiori, godere del vento, apprendere che il vero senso della vita è l’amore, come dice una famosa canzone, ed in più si può costruire qualcosa di grande. Sì, qualcosa di immenso, di incommensurabile e di meraviglioso è alla nostra portata solo volendolo e solo se lo si cerca insieme, solo se insieme, tutti insieme, si lavora di comune accordo per la sua conquista. E, così facendo, si capisce quello che Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando due o più di voi saranno riuniti nel Mio nome, ecco, Io sarò in mezzo a loro”, e si capisce cosa è ciò che unisce e ciò per cui insieme si lavora: l’Amore del Padre, il Padre d’Amore.
  • 43. Buongiorno Mondo! - 43 - Ma occorre essere insieme, comunità d’intenti, di sentimenti, di pensieri e d’azioni, comunità di uomini e di donne, insieme. E insieme credere in quello che si sta facendo e, proprio per questo, buttarcisi a capofitto per giocare tutti se stessi e “compromettersi” (dal latino: cum-pro-mitto-se = lanciarsi per o verso qualcosa con qualcuno); e a tale sinergia sorge la realizzazione del sogno, l’utopia diviene realtà: diverse vite, diverse realtà si uniscono in un unico mondo in cui credono, e vivono insieme, e sperano, e costruiscono. Cosa serve per questo? Ben poco: almeno due persone possibilmente diverse tra loro (si spera non nelle convinzioni fondamentali), un grande ideale in cui credere e per cui lavorare, un progetto comune da realizzare e, se possibile, un ambiente meraviglioso, incontaminato, più vicino al cielo che alla terra per completare il quadro e renderlo più “magico” (ma vi assicuro che l’ultimo
  • 44. Buongiorno Mondo! - 44 - ingrediente non è indispensabile, pur se è enorme il suo potenziale dirompente). Tutto questo messo insieme a cuocere per un paio di giorni sotto un caldo sole d’estate ed a rinfrescare nelle notti alpine ad alta quota. A preparazione ultimata, al grido “Insieme, ce l’abbiamo fatta!”, si potrà ammirare la deliziosa leccornia che si ha di fronte: una dolce comunità, molto dolce, molto comunità. Proprio insieme, proprio!
  • 45. Buongiorno Mondo! - 45 - È giunta l’ora di partire Si parte; è un lungo viaggio quello che ho davanti, ma ho fatto tutti i preparativi del caso: il materiale indispensabile, le vie da seguire, gli orari delle coincidenze (non posso permettermi di perderne neanche una, sarebbe la fine del mio viaggio!), tutto, tutto pronto. Ma io, io sarò pronto per un tal passo decisivo, di tale importanza e rilevanza per me e, in ugual misura, per coloro che vivono con me? O non mi sarò fatto prendere dalla fretta, dall’entusiasmo euforico che spesso mi caratterizza, dall’allegria o spensieratezza di un momento più semplicemente? Comunque sia, ora sono partito: mi trovo in alto mare, sul mio battello, sulla rotta che avevo previsto mesi fa, ma sono solo. Alcuni compagni di antichi viaggi passati, lasciati ora al lido da cui mi sono allontanato, li ritroverò
  • 46. Buongiorno Mondo! - 46 - sicuramente in altri porti domani, ma gli altri? Perduti per sempre? È la vita ad insegnare che nulla d’umano vive in eterno, ed è proprio per questo che, invece, l’amore, di cui l’uomo è solo un tramite, dura in eterno abbattendo le mura possenti del tempo e dello spazio, ed è per lo stesso motivo che ora, guardando con gli occhi del cuore questo mio viaggio, riesco a rivedere i volti di tutti i miei vecchi amici lasciati, a sentirne le voci, a ridere o ad arrabbiarmi con loro, come allora, ed ho la certezza che ovunque il nostro destino ci spingerà, qualunque cosa faremo, lo spirito che ci unì e che ci tenne uniti, farà in modo che il legame dei nostri cuori perdurerà e nessuno di noi potrà mai dirsi solo. E mai potrà, e mai potrò, se solo pensasse a Colui che cammina sempre al nostro fianco e che troppo soventemente viene dimenticato: Lui c’è, sempre, e sarà la prima guida del mio viaggio, il mio primo compagno di questa nuova avventura.
  • 47. Buongiorno Mondo! - 47 - Dovrò poi pensare a cosa fare, a come comportarmi, a cosa dire, quando toccherò il prossimo porto, quando incontrerò nuove genti, quando, finalmente solo con le mie forze e le mie capacità, dovrò dimostrare chi sono veramente e quanto valgo. Chi si sentiva esporre i miei dubbi a proposito del mio valore personale, subito mi poneva di fronte ad un famoso precedente storico: gli Apostoli. Anch’essi avevano vissuto per tre anni, tre stupendi anni, insieme a Gesù, in un ambiente familiare ed accogliente; poi, l’Evento, la Sua morte e resurrezione, esperienza unica ed irripetibile, fortissima per ogni uomo di buona volontà, figuriamoci per loro che la vivevano in prima persona. Ed ecco allora che proprio loro, per lo più semplici pescatori, popolani, vengono mandati per il mondo, ognuno per una strada diversa, difficile, sua, ma con un’unica missione: annunciare la Sua parola, testimoniare ciò che avevano vissuto insieme a Lui e vivere come Lui aveva insegnato.
  • 48. Buongiorno Mondo! - 48 - Semplice, mi si diceva; ed in verità ora mi rendo conto che è proprio un gioco da bambini (“Lasciate che i bambini vengano a me!”, “Se non ritornerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli!”). Anch’io ho vissuto un periodo stupendo, anch’io ho partecipato ad eventi meravigliosi, anch’io ho avuto una mia famiglia putativa per tre anni: anch’io, ora, sono pronto a partire per il mondo per testimoniare con la mia vita di tutti i giorni, con il mio viaggio in mezzo agli uomini, l’Amore che ho ricevuto in dono, gratuitamente, e che ho vissuto sino ad ieri quasi inconsciamente. Da oggi, svegliatomi, voglio farne partecipi tutti quelli che incontro per strada e donare a tutti, belli e brutti, senza nulla chiedere in cambio. E l’Amore che spargerò intorno farà sbocciare sorrisi, e più ne riverserò dal mio bagaglio, accumulato in tanti anni passati, più questo ne sarà carico, e più ne riverserò ...
  • 49. Buongiorno Mondo! - 49 - Quanti pensieri per questo viaggio che è appena iniziato; non ho ancora asciugate le lacrime dell’addio e già sto pensando ai prossimi benvenuti: stupendo! Intanto il timone del mio legno tiene la rotta, puntando là, verso l’orizzonte, dove i colori dell’arcobaleno si confondono con i sogni, i ricordi e le speranze.
  • 50. Buongiorno Mondo! - 50 - Con i bambini ... Con i bambini ...: quante cose da fare, fatte, fattibili, impossibili da farsi (?), eppure si fanno, tutte o quasi, giocando e divertendosi e cercando di far loro imparare a vivere la vita che Dio ha donato nel migliore dei modi possibile con la speranza, forse utopica ma meravigliosamente carica di energie propulsive, di aiutarli a divenire uomini di un domani meraviglioso. Ma cosa si può fare con i bambini? È presto detto: tutto! Basta saperlo fare, e farlo con amore, con immenso amore, passione, entusiasmo, fiducia e fantasia. Sono questi gli ingredienti grazie ai quali anche una fredda lezioni di educazione civica si trasforma in un gioco divertentissimo.
  • 51. Buongiorno Mondo! - 51 - È il gioco l’arma vincente: infatti non bisogna mai dimenticarsi di avere a che fare con dei bambini, non con degli uomini in formato ridotto, e ciò che si punta a fare sono “grandi cose” e non “cose da grandi”. I risultati di tutto questo “giocare” li si vedono poi dopo, spesso molto dopo, anche anni dopo, quando quei bambini diventano uomini, nel vero senso della parola, si fanno una loro vita, e parte (pur minima) di questa vita porta il segno di quei giochi, di quei canti, di quelle giornate, di quei lavori vissuti insieme e per i quali si sono passate notti in bianco per idearli, costruirli, reinventarli. Allora capisci il valore di tutto ciò che fai, che hai fatto e che farai; sul momento è difficile, vivi solo la gioia o la stanchezza del momento, spesso non riesci neanche a vedere la prospettiva temporale del tuo lavoro.
  • 52. Buongiorno Mondo! - 52 - E poi c’è sempre chi cerca di scoraggiarti, chi del tuo lavoro vede solo la perdita di tempo “prezioso”, l’inutilità di “giocare con i bambini”. Costoro sono di due categorie: quelli che non conoscono nulla di ciò che stai facendo, e ti denigrano per puro spirito di contraddizione, e allora meritano un po’ del tuo tempo per essere messi a conoscenza dei contenuti educativi delle attività svolte (sempre che abbiano la maturità per ascoltare criticamente e l’intelligenza di capire), e quelli che hanno vissuto le stesse cose, tempo prima, e se ne sono allontanati perché il gioco per loro era una cosa “troppo seria” e non capiscono come altri possano perseverare in un cammino che essi hanno trovato inadatto a sé. Invece, coloro che si sono allontanati da “amici”, in fondo al cuore hanno sempre quel segno di cui parlavo più sopra, e non appena avranno dei bambini propri, cercheranno di far con questi ciò che altri fecero con loro.
  • 53. Buongiorno Mondo! - 53 - Ma torniamo ai bambini, anzi “con i bambini ...”; con i bambini, attraverso il gioco, c’è un solo modo per riuscire nel proprio intento educativo: farsi prendere dentro, farsi prendere tutto, buttarsi completamente, anima e corpo, in quello che si fa (i francesi direbbero “s’engager complètement”), senza risparmiarsi, senza conservarsi, senza mascherarsi, ma donandosi così come si è, senza paura, onestamente, con amore. È solo in questo modo che facendo anche piccole cose si otterranno grandi risultati: giocando con i bambini, si formeranno degli uomini!
  • 54. Buongiorno Mondo! - 54 - Perché uscire dagli scouts? “Basta! Non ne posso proprio più! Io esco dagli scouts!”. Perché dopo uscite, avventure, giochi, canti, emozioni e campi vari, uno decide di lasciare gli scouts? Non sono forse un’esperienza unica e travolgente, fatta apposta per ogni tipo di ragazzo? Non rappresentano un ambiente educativo sano e pulito, indispensabile oggi più che mai, per formare il buon cittadino di domani? Certamente sì! Eppure,capita di trovarsi davanti un ragazzo o una ragazza che ad un certo punto del suo cammino con te decide di cambiare strada, e tu, adulto-educatore (“fratello maggiore” secondo B.-P.), vieni assalito da tutti i possibili dubbi del caso: dove ho sbagliato? Forse quella parola di troppo? Maggior attenzione alle esigenze inespresse?
  • 55. Buongiorno Mondo! - 55 - Innanzitutto, non facciamoci prendere dallo sconforto: spesso accade che un ragazzo scopra, crescendo, di essere un grande atleta, o musicista, o che so altro, e quindi è inevitabile che lasci il Branco, il Reparto o il Clan per seguire la sua vocazione naturale. Lo Scautismo è senza dubbio un metodo educativo proponibile a tutti, ma non è detto che tutti siano portati a vivere “tutto” ciò che lo Scautismo propone (anch’io so tirare quattro calci al pallone, ma non mi sognerei mai di andare a giocare in una squadra). Detto questo, però, poniamo la nostra attenzione alle uscite “particolari”, a quelle defezioni che possono, e devono, far riflettere un capo nella sua qualità di educatore. Infatti, in moltissimi casi in cui un ragazzo abbandona un’unità scout adducendo come motivo il troppo studio, la vita privata sfrenata, gli impegni familiari più strani e diversi, il capo dovrebbe cercare di superare il primo momento di egoistico orgoglio che lo porta a
  • 56. Buongiorno Mondo! - 56 - dire “Ah sì, allora addio! Se preferisce lo studio (le feste, o ...), allora vuol dire che non è fatto per lo Scautismo”, e riflettere su quale tipo di Scautismo è riuscito a proporre ai propri ragazzi con le attività svolte negli ultimi tempi (mese, trimestre, anno). Scuola di roccia, percorsi Hebert (o di guerra), free-climbing, tecniche di guerriglia, saranno indispensabili a dei piccoli Rambo, ma dei contemplativi amanti della poesia di Keats e Shelley saranno inevitabilmente tagliati fuori; liturgia delle ore completa, dall’alba al tramonto, via crucis con crocefisso in massello massiccio, fustigazioni quaresimali, andranno benissimo in un ordine monastico, ma in un Branco-Cerchio? E gli esempi potrebbero continuare a lungo senza dover troppo sforzare la mia fantasia, dal momento che è l’esperienza quotidiana a darmi gli spunti. Il problema delle “perdite” è proprio questo: quanto i capi, prima di programmare le attività
  • 57. Buongiorno Mondo! - 57 - mensili, trimestrali, annuali, per la propria unità, conducono un’analisi della realtà con cui ed in cui si trovano a lavorare (caratteristiche, potenzialità ed esigenze dei ragazzi e del territorio) e quanto invece, si affidano al loro intuito (sicuramente indispensabile, ma sufficiente?)? Sono sicuro che un buon 50% dei ragazzi persi in itinere dai nostri gruppi scouts sarebbe rimasto se solo i capi avessero avuto una maggior attenzione anche alle loro esigenze, alle loro domande inespresse, ai loro sguardi smarriti. Senza poi parlare di coloro che escono nei momenti di passaggio da Branca a Branca: in questi casi la responsabilità dei capi delle due Branche è ancora maggiore, perché non sono riusciti a far vivere nel modo più giusto al singolo ragazzo la sua inevitabile e naturale crescita, il distacco dal “piccolo mondo” precedente e l’ingresso nel successivo “mondo dei grandi”, ma, in un modo o nell’altro, attivamente o con omissioni, hanno acuito il trauma che tale crescita sempre comporta.
  • 58. Buongiorno Mondo! - 58 - Attenzione, quindi, come sempre, anche in questi casi, attenzione al singolo e, per favore, non arrivate a chiedere inebetiti: “Perché uscire dagli scouts?”; dovreste saperlo (se solo aveste prestato la giusta attenzione).
  • 59. Buongiorno Mondo! - 59 - Indice PRE-PRESENTAZIONE OPPORTUNA..................3 DUE PAROLE DI NECESSARIA PRESENTAZIONE .4 QUATTRO CHIACCHIERE SUL DIO-PREZZEMOLO 6 BISOGNA IMPARARE A DIRE: “TI VOGLIO BENE!!!” ................................................................... 12 SI FA TUTTO GIOCANDO, NON SI FA NIENTE PER GIOCO ......................................................... 17 SERVIZIO? NO, GRAZIE!................................ 26 QUANDO MANCA QUALCUNO ... ..................... 33 BUONGIORNO MONDO! ................................. 38 COSTRUIRE INSIEME..................................... 42 È GIUNTA L’ORA DI PARTIRE .......................... 45 CON I BAMBINI ............................................. 50 PERCHÉ USCIRE DAGLI SCOUTS? .................. 54 INDICE......................................................... 59
  • 60. Buongiorno Mondo! - 60 - Nasco a Milano, nel 1972; a 8 anni entro negli scouts dell’Agesci - Associazione guide e scouts cattolici italiani, nel Gruppo Milano 29, dove vivo da lupetto, esploratore, rover e capo la meravigliosa esperienza educativa dello Scautismo. Gioco, avventura, strada, comunità e servizio diventano vita corrente e, entrando in me, mi fanno divenire la persona che sono. «Semel Scout, Semper Scout»