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Inizia tutto con la grande emozione della vista del
                                lago di Tiberiade, guardare dalla finestra dell’hotel le
                                  colline attorno e pensare alla folla che si accalcava
                                  per ascoltare le parole di Gesù. All’alba guardare il
                                           sole sul lago e pensare che anche
                                         Lui aveva guardato questo stesso sole.
Leggere ogni mattina, al momento della colazione, brani diversi che ti portavano a
 pensare e guardarti dentro. Le varie tappe, Betlemme, Nazareth, Gerusalemme,
     organizzate in modo da seguire la vita di Gesù dalla nascita alla morte.
                              Momenti significativi.
Chiedere perdono a chi era ancora in vita e a chi non c’era più.
Chiedere perdono a se stessi, ai genitori, ai figli, agli amici
e a quanti erano nella nostra vita e nel nostro cuore.
Perdonare, dare il perdono alla propria madre, per cosa?
Per le volte che era troppo occupata per accarezzarti e il
desiderio della carezza si è sedimentato sul cuore come una
mancanza. Perdonare per le scelte fatte in seguito
ad atteggiamenti, parole opere di altri che ti hanno invogliato
a prendere quella strada che forse ti ha dato un po’ troppa
sofferenza.

                                                Chiedere perdono per tutto ciò che non si è detto,
                                                                per le azioni non fatte o distorte.
                                                    Chiedere perdono per pensieri, parole, opere
                                                      che in qualche modo hanno tradito l’amore
                                                                      per noi stessi e per gli altri.
                                                          Ecco da qui è iniziata la mia nuova vita
                                                       dal perdono e dal rinnovato amore per me,
                                                        per l’umanità, per la terra, per l’universo.
Maggio 2010:
                                                             si parte per Israele,
                                                portando nella valigia tante perplessità.
                                                    No, non per l’aspetto organizzativo.
                                                L’associazione che organizza il viaggio la
                                               conosco, non è la prima volta che parto con
                                                    Manos Sin Fronteras Internaciónal.
                                              Alberghi eccellenti, spostamenti organizzati
                                              nei minimi dettagli, guide in lingua italiana
                                                    che ci accompagnano in ogni visita.
                                             E l’opportunità straordinaria di condividere le
                                             proprie esperienze con un gruppo di persone che
                                                   provengono da ogni parte del mondo
                                             (Francia, Spagna, Brasile, Messico, Costa Rica,
                                                            Ecuador e tanti altri),
                                                      sì perché Manos Sin Fronteras
                                                                è anche questo!

 E allora quali perplessità? Eh, perché...
sì, credo in Dio... ma non sono una fedele
                  praticante.
            E allora mi chiedevo:
  che cosa vado a cercare in Terra Santa?
      Ci è voluto davvero poco perché
                  arrivassero
              le prime risposte.
E’ bastato “vivere” il Lago di Tiberiade, con
            la sua tranquillità
 che ti pervade e che ti riporta indietro di
               duemila anni.
  Il monte della Beatitudini, immerso
                nella quiete,
  dove non è difficile chiudere gli occhi
e lasciarsi trasportare dalle sensazioni.
E poi il rinnovo del Battesimo sul fiume
                 Giordano...
     che emozione... ancora adesso mi
             vengono i brividi!
     Però, andiamoci piano, il viaggio
  non è mica stato tutto così piacevole,
              almeno per me.
       Sono arrivati anche i momenti
  di irrequietezza e nervosismo, ai quali
 non riuscivo a dare una giustificazione.
         Eravamo a Gerusalemme,
            ed avevo ricondotto
        il mio malessere al ricordo
             della sofferenza
  degli ultimi giorni di vita del Signore.
Solo tornata a casa, alla quotidianità,
                                                    ho capito l’importanza di questo
                                                    viaggio, ho capito che avevo avuto
                                                 l’opportunità di fare un meraviglioso
                                                percorso di crescita spirituale, seppur con
                                                alcune “battaglie interiori” che comunque
                                                  fanno parte del cammino e rendono
                                                  ancora più appagante la conquista.

                                                       Ho capito che avevo fatto un
                                                   grandissimo “investimento” per il mio
                                                  futuro, liberandomi di tanti legami al
                                                 passato. Ho capito tanto altro, ma non
                                                    voglio annoiarvi oltre, perché sono
                                                 esperienze personali. E ognuno le vive a
                                                 modo proprio e a seconda di ciò che sta
                                                                 cercando.


Vi dico solo che, a distanza di un anno, a pochi giorni dalla partenza del terzo
            viaggio in Terra Santa, ho sentito il bisogno di tornare...
Buon viaggio a tutti voi che deciderete di dedicare un po’ di tempo e risorse alla
                                  vostra Anima!

                                                             Stefania , 45 anni Bologna
Una settimana di vacanza, lontano, in viaggio, un
                                                 viaggio diverso da qualunque altro.
                                                 Ho 16 anni e rappresento la componente ‘giovane’ del
                                                 gruppo multietnico che ha potuto partecipare a questo
                                                 indimenticabile soggiorno in Terra Santa.
                                                 E’ stata una esperienza davvero unica.




Abbiamo visitato i Luoghi santi, abbiamo osservato e
ascoltato ciò che questi ci trasmettevano. Le acque
calme del Lago di Tiberiade, il fiume Giordano,
l’arrivo a Gerusalemme, la magnifica vista della città
provocano delle emozioni così forti che solo provandole
si può comprendere cosa siano: donano un senso di
pace, di meraviglia, di ogni cosa che torna al suo
posto.
Ciò che potrà sembrare strano è che io non
sono cristiana, non sono stata battezzata da
bambina, non sono mai andata a messa, non ho
mai fatto catechismo, e allora perché sono
andata in Terra Santa?
E’ (per) una sorta di richiamo interiore.
Non c’è una ragione precisa, è semplicemente il
cuore a guidarci. Probabilmente il fatto di non
essere legata a nessuna religione è stato solo un
vantaggio, perché ho potuto approcciarmi ai
luoghi e alle situazioni in maniera ‘ingenua’,
non condizionata da conoscenze pregresse,
potendo così ricevere il massimo da ogni
momento.



                                                    Le esperienze vissute con gli altri ragazzi del gruppo,
                                                    anche le più semplici e comuni, sono state magnifiche.
                                                    Tra di noi si sono creati dei legami speciali,
                                                    indissolubili, questo perché vivere assieme simili
                                                    momenti sprigiona quella scintilla che accende una
                                                    amicizia che non può essere spenta nemmeno dal
                                                    tempo, dalle distanze e dalle diverse lingue.
Il viaggio è di una settimana, ma sembra durare estremamente di più, si perde la concezione del tempo e
sembra di essere in quei luoghi da tutta la vita, una gradevolissima sensazione.
Come non ricordare il delizioso cibo e le magnifiche sistemazioni preparate per noi!
Porto con me un ricordo meraviglioso di questo viaggio in Terra Santa.




Nonostante abbia dovuto saltare alcuni giorni di scuola, rifarei la stessa scelta se potessi tornare indietro,
perché questo viaggio mi ha portato delle esperienze e delle conoscenze che non sono confrontabili con ciò
che si apprende in una settimana di studio.
Sono esperienze che porterò con me per tutta la vita, e che saranno fondamentali per creare il mio futuro,
ancora tutto da scoprire.
Spero che possiate condividere con me la prossima opportunità di compiere questo meraviglioso viaggio!


                                                                       Aurora, 16 anni, Bologna
Quando Manos Sin Fronteras ha annunciato
         il primo viaggio in Terra Santa
        sulle orme del cammino di Gesù,
la mia testa ha risuonato di mille campanelli.
 Nonostante gli anni condivisi con i volontari
     dell’associazione, non ero mai partita
              per un viaggio con loro,
 ma questo mi ha letteralmente chiamato a sé.
                Era ora di conoscere,
   no, di dare conferme a ciò che già sentivo
              dentro di me da tempo.
               E così è stato davvero!
    Sembrerà strano, ma una delle cose che
            più ricordo di quel viaggio,
       è stato il periodo prima di partire.
          Mi sentivo stranissima, non ci
  potevo credere di aver avuto il coraggio di
            partire 10 giorni lasciando
             a casa marito e due figli.
             E una madre incredula…
    “In Israele? Ma cosa ci vai a fare?”.
Cosa ci andavo a fare?
Avevo mille dubbi e mille
sensi di colpa, ma la mia
anima ne aveva bisogno,
lo sentivo e questo
bastava.
Ora so di aver fatto
un’esperienza unica e che
tutti coloro che sono “in
cammino” dovrebbero
fare, credenti o no.
Condividere questa
esperienza con gente di
tutto il mondo, poi, non ha
fatto che arricchirla
ulteriormente.
Eravamo davvero
tantissimi, ma
l’organizzazione è
stata assolutamente
efficiente.
Come si può raccontare la Terra Santa? Occorre
viverla! La dolcezza di Tiberiade, l’emozione
fortissima sul luogo dell’Annunciazione, il Sepolcro,
dove, non lo scorderò mai, mi hanno investita in un
attimo la vergogna per le colpe dell’umanità e la
certezza del perdono che ti ridà speranza.
Posso dire di aver vissuto dieci giorni fuori dal
tempo, sospesa, intenta a cogliere quanto questi
luoghi avevano da trasmettere.
E’ stato indubbiamente un ritorno e quelle conferme
sono arrivate, ma questa è la mia storia.
A ognuno auguro di partire, anzi, di “fare ritorno”
per scoprire o riscoprire una fede personale e
autentica, non quella che si impara, ma quella che
scaturisce dal cuore e dal nostro essere più profondo
e che proprio per questa sua spontaneità, riesce a
smuovere le montagne.
E noi di Manos Sin Fronteras crediamo che il mondo
si meriti persone di fede, perché le montagne da
smuovere sono davvero tante.

                    Marzia, 43 anni, Reggio Emilia
Israele, una Terra che ho sempre sognato di
            visitare, un nome che a pronunciarlo
         suona dentro di me con una vibrazione
che non so definire, emozioni contrastanti che
                     finalmente nel maggio 2010
      hanno modo di esprimersi completamente.
   Il sogno diventa realtà, ha preso forma e si
             realizza con un viaggio meraviglioso
      con i miei amici di Manos Sin Fronteras.
     Volevo camminare nella Terra dei Profeti,
                 ho pensato a Mosè che ha potuto
       vederla solo dalle alture del monte Nebo,
      mentre a me veniva data la possibilità di
               bagnare i piedi nel lago Tiberiade,
            il lago dorato che parla di Pescatori,
  ho bevuto la sua acqua e ho poggiato la mia
    testa sulla pietra che raccoglie la memoria
      della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
                         E che dire di Cafarnao?
              Ancora oggi quando ci penso vivo le
  sensazioni di allora e come sono stata con il
         fiato sospeso e gli occhi sbarrati per lo
           stupore di fronte alla casa di Pietro!
Ricordo l’emozione grande della visita al Monte Carmelo e la Pace del Monte delle
Beatitudini, dove un Uomo buono e pieno di Amore parlò di fronte ad una folla immensa, di
 Pace e di Umiltà. Il Battesimo nel fiume Giordano rimane una esperienza indimenticabile
                                   per il corpo e l’anima.




      Ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di vedere quello che resta del Tempio di
  Salomone e di toccare il muro del pianto, di girare per le vie di Gerusalemme che amo
 immensamente, che privilegio poggiare i miei poveri piedi sulle stesse strade attraversate
      da Gesù! Tante altre cose potrei raccontare, ma vi dico: Voglio tornare ancora!

         Quindi Aprile 2012, altro e nuovo viaggio nella Terra di Israele!
                               Arrivederci a tutti,
                                                                Vittoria, 53 anni, Cagliari

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Jerusalem, il nostro Viaggio....

  • 1.
  • 2.
  • 3. Inizia tutto con la grande emozione della vista del lago di Tiberiade, guardare dalla finestra dell’hotel le colline attorno e pensare alla folla che si accalcava per ascoltare le parole di Gesù. All’alba guardare il sole sul lago e pensare che anche Lui aveva guardato questo stesso sole. Leggere ogni mattina, al momento della colazione, brani diversi che ti portavano a pensare e guardarti dentro. Le varie tappe, Betlemme, Nazareth, Gerusalemme, organizzate in modo da seguire la vita di Gesù dalla nascita alla morte. Momenti significativi.
  • 4. Chiedere perdono a chi era ancora in vita e a chi non c’era più. Chiedere perdono a se stessi, ai genitori, ai figli, agli amici e a quanti erano nella nostra vita e nel nostro cuore. Perdonare, dare il perdono alla propria madre, per cosa? Per le volte che era troppo occupata per accarezzarti e il desiderio della carezza si è sedimentato sul cuore come una mancanza. Perdonare per le scelte fatte in seguito ad atteggiamenti, parole opere di altri che ti hanno invogliato a prendere quella strada che forse ti ha dato un po’ troppa sofferenza. Chiedere perdono per tutto ciò che non si è detto, per le azioni non fatte o distorte. Chiedere perdono per pensieri, parole, opere che in qualche modo hanno tradito l’amore per noi stessi e per gli altri. Ecco da qui è iniziata la mia nuova vita dal perdono e dal rinnovato amore per me, per l’umanità, per la terra, per l’universo.
  • 5. Maggio 2010: si parte per Israele, portando nella valigia tante perplessità. No, non per l’aspetto organizzativo. L’associazione che organizza il viaggio la conosco, non è la prima volta che parto con Manos Sin Fronteras Internaciónal. Alberghi eccellenti, spostamenti organizzati nei minimi dettagli, guide in lingua italiana che ci accompagnano in ogni visita. E l’opportunità straordinaria di condividere le proprie esperienze con un gruppo di persone che provengono da ogni parte del mondo (Francia, Spagna, Brasile, Messico, Costa Rica, Ecuador e tanti altri), sì perché Manos Sin Fronteras è anche questo! E allora quali perplessità? Eh, perché... sì, credo in Dio... ma non sono una fedele praticante. E allora mi chiedevo: che cosa vado a cercare in Terra Santa? Ci è voluto davvero poco perché arrivassero le prime risposte.
  • 6. E’ bastato “vivere” il Lago di Tiberiade, con la sua tranquillità che ti pervade e che ti riporta indietro di duemila anni. Il monte della Beatitudini, immerso nella quiete, dove non è difficile chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalle sensazioni. E poi il rinnovo del Battesimo sul fiume Giordano... che emozione... ancora adesso mi vengono i brividi! Però, andiamoci piano, il viaggio non è mica stato tutto così piacevole, almeno per me. Sono arrivati anche i momenti di irrequietezza e nervosismo, ai quali non riuscivo a dare una giustificazione. Eravamo a Gerusalemme, ed avevo ricondotto il mio malessere al ricordo della sofferenza degli ultimi giorni di vita del Signore.
  • 7. Solo tornata a casa, alla quotidianità, ho capito l’importanza di questo viaggio, ho capito che avevo avuto l’opportunità di fare un meraviglioso percorso di crescita spirituale, seppur con alcune “battaglie interiori” che comunque fanno parte del cammino e rendono ancora più appagante la conquista. Ho capito che avevo fatto un grandissimo “investimento” per il mio futuro, liberandomi di tanti legami al passato. Ho capito tanto altro, ma non voglio annoiarvi oltre, perché sono esperienze personali. E ognuno le vive a modo proprio e a seconda di ciò che sta cercando. Vi dico solo che, a distanza di un anno, a pochi giorni dalla partenza del terzo viaggio in Terra Santa, ho sentito il bisogno di tornare... Buon viaggio a tutti voi che deciderete di dedicare un po’ di tempo e risorse alla vostra Anima! Stefania , 45 anni Bologna
  • 8. Una settimana di vacanza, lontano, in viaggio, un viaggio diverso da qualunque altro. Ho 16 anni e rappresento la componente ‘giovane’ del gruppo multietnico che ha potuto partecipare a questo indimenticabile soggiorno in Terra Santa. E’ stata una esperienza davvero unica. Abbiamo visitato i Luoghi santi, abbiamo osservato e ascoltato ciò che questi ci trasmettevano. Le acque calme del Lago di Tiberiade, il fiume Giordano, l’arrivo a Gerusalemme, la magnifica vista della città provocano delle emozioni così forti che solo provandole si può comprendere cosa siano: donano un senso di pace, di meraviglia, di ogni cosa che torna al suo posto.
  • 9. Ciò che potrà sembrare strano è che io non sono cristiana, non sono stata battezzata da bambina, non sono mai andata a messa, non ho mai fatto catechismo, e allora perché sono andata in Terra Santa? E’ (per) una sorta di richiamo interiore. Non c’è una ragione precisa, è semplicemente il cuore a guidarci. Probabilmente il fatto di non essere legata a nessuna religione è stato solo un vantaggio, perché ho potuto approcciarmi ai luoghi e alle situazioni in maniera ‘ingenua’, non condizionata da conoscenze pregresse, potendo così ricevere il massimo da ogni momento. Le esperienze vissute con gli altri ragazzi del gruppo, anche le più semplici e comuni, sono state magnifiche. Tra di noi si sono creati dei legami speciali, indissolubili, questo perché vivere assieme simili momenti sprigiona quella scintilla che accende una amicizia che non può essere spenta nemmeno dal tempo, dalle distanze e dalle diverse lingue.
  • 10. Il viaggio è di una settimana, ma sembra durare estremamente di più, si perde la concezione del tempo e sembra di essere in quei luoghi da tutta la vita, una gradevolissima sensazione. Come non ricordare il delizioso cibo e le magnifiche sistemazioni preparate per noi! Porto con me un ricordo meraviglioso di questo viaggio in Terra Santa. Nonostante abbia dovuto saltare alcuni giorni di scuola, rifarei la stessa scelta se potessi tornare indietro, perché questo viaggio mi ha portato delle esperienze e delle conoscenze che non sono confrontabili con ciò che si apprende in una settimana di studio. Sono esperienze che porterò con me per tutta la vita, e che saranno fondamentali per creare il mio futuro, ancora tutto da scoprire. Spero che possiate condividere con me la prossima opportunità di compiere questo meraviglioso viaggio! Aurora, 16 anni, Bologna
  • 11. Quando Manos Sin Fronteras ha annunciato il primo viaggio in Terra Santa sulle orme del cammino di Gesù, la mia testa ha risuonato di mille campanelli. Nonostante gli anni condivisi con i volontari dell’associazione, non ero mai partita per un viaggio con loro, ma questo mi ha letteralmente chiamato a sé. Era ora di conoscere, no, di dare conferme a ciò che già sentivo dentro di me da tempo. E così è stato davvero! Sembrerà strano, ma una delle cose che più ricordo di quel viaggio, è stato il periodo prima di partire. Mi sentivo stranissima, non ci potevo credere di aver avuto il coraggio di partire 10 giorni lasciando a casa marito e due figli. E una madre incredula… “In Israele? Ma cosa ci vai a fare?”.
  • 12. Cosa ci andavo a fare? Avevo mille dubbi e mille sensi di colpa, ma la mia anima ne aveva bisogno, lo sentivo e questo bastava. Ora so di aver fatto un’esperienza unica e che tutti coloro che sono “in cammino” dovrebbero fare, credenti o no. Condividere questa esperienza con gente di tutto il mondo, poi, non ha fatto che arricchirla ulteriormente. Eravamo davvero tantissimi, ma l’organizzazione è stata assolutamente efficiente.
  • 13. Come si può raccontare la Terra Santa? Occorre viverla! La dolcezza di Tiberiade, l’emozione fortissima sul luogo dell’Annunciazione, il Sepolcro, dove, non lo scorderò mai, mi hanno investita in un attimo la vergogna per le colpe dell’umanità e la certezza del perdono che ti ridà speranza. Posso dire di aver vissuto dieci giorni fuori dal tempo, sospesa, intenta a cogliere quanto questi luoghi avevano da trasmettere. E’ stato indubbiamente un ritorno e quelle conferme sono arrivate, ma questa è la mia storia. A ognuno auguro di partire, anzi, di “fare ritorno” per scoprire o riscoprire una fede personale e autentica, non quella che si impara, ma quella che scaturisce dal cuore e dal nostro essere più profondo e che proprio per questa sua spontaneità, riesce a smuovere le montagne. E noi di Manos Sin Fronteras crediamo che il mondo si meriti persone di fede, perché le montagne da smuovere sono davvero tante. Marzia, 43 anni, Reggio Emilia
  • 14. Israele, una Terra che ho sempre sognato di visitare, un nome che a pronunciarlo suona dentro di me con una vibrazione che non so definire, emozioni contrastanti che finalmente nel maggio 2010 hanno modo di esprimersi completamente. Il sogno diventa realtà, ha preso forma e si realizza con un viaggio meraviglioso con i miei amici di Manos Sin Fronteras. Volevo camminare nella Terra dei Profeti, ho pensato a Mosè che ha potuto vederla solo dalle alture del monte Nebo, mentre a me veniva data la possibilità di bagnare i piedi nel lago Tiberiade, il lago dorato che parla di Pescatori, ho bevuto la sua acqua e ho poggiato la mia testa sulla pietra che raccoglie la memoria della moltiplicazione dei pani e dei pesci. E che dire di Cafarnao? Ancora oggi quando ci penso vivo le sensazioni di allora e come sono stata con il fiato sospeso e gli occhi sbarrati per lo stupore di fronte alla casa di Pietro!
  • 15. Ricordo l’emozione grande della visita al Monte Carmelo e la Pace del Monte delle Beatitudini, dove un Uomo buono e pieno di Amore parlò di fronte ad una folla immensa, di Pace e di Umiltà. Il Battesimo nel fiume Giordano rimane una esperienza indimenticabile per il corpo e l’anima. Ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di vedere quello che resta del Tempio di Salomone e di toccare il muro del pianto, di girare per le vie di Gerusalemme che amo immensamente, che privilegio poggiare i miei poveri piedi sulle stesse strade attraversate da Gesù! Tante altre cose potrei raccontare, ma vi dico: Voglio tornare ancora! Quindi Aprile 2012, altro e nuovo viaggio nella Terra di Israele! Arrivederci a tutti, Vittoria, 53 anni, Cagliari