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Arte preistorica
Le prime produzioni
artistiche: i chopper
A partire dal Paleolitico
inferiore (ca 1 800 000 anni
fa – ca 120 000 anni fa) gli
uomini, che si procurano
cibo cacciando e
raccogliendo vegetali
selvatici, realizzano
utensili in pietra
scheggiandola con altre
pietre più dure.
I chopper vengono usati
come arma , per tagliare le
carni e raschiare le pelli.
Le amigdale
Dal paleolitico medio
frammenti di pietre
particolarmente dure,
come il basalto e la selce,
vengono scheggiati su
entrambi i lati : sono le
amigdale (dal termine
greco amygdàle=
mandorla, per la loro
forma.)
A volte vi sono incisi segni
geometrici, per affermarne
il possesso.
Chopper e amigdale sono
le prime produzioni
«artistiche» dell’uomo
Arte rupestre
Nell Paleolitico superiore nasce l’arte
rupestre, con le prime figurazioni
dipinte o incise su rocce.
Sono immagini di animali e uomini in
movimento che avevano
probabilmente una funzione magico –
propiziatoria per la caccia.
Per l’uomo primitivo dipingere un
animale probabilmente significa
impadronirsene, attraverso
l’immagine, prima ancora di averlo
cacciato nella realtà.
La funzione magico propiziatoria è
presente quando l’artista e il gruppo
sociale cui appartiene credono che le
immagini possano influire
direttamente sulla realtà. In tempi più
recenti questa funzione si trova per
esempio nei reliquiari (teche che
contengono le reliquie dei santi)
considerati spesso come «amuleti»
contro dolori e malattie.
Impronta di mano, 22000-18000
anni fa, grotta di Pech Merle (Lot,
Francia)
La forma più elementare di
pittura preistorica è costituita
da impronte di mani, e
talvolta di piedi, ottenute in
due modi differenti:
-la mano imbrattata di pittura
viene appoggiata sulla roccia
- sulla mano viene insufflato
attraverso una cannuccia, il
colore, che lascia in negativo
l’impronta.
Non sappiamo quale sia il
significato di queste
impronte, quasi sempre di
mani sinistre.
Tecnica della pittura
Le rappresentazioni sono
spesso molto realistiche e
ancora oggi possiamo
riconoscere gli animali
dipinti (bisonti, renne
cavalli, cervi, mammuth,
ecc.)
La tecnica della pittura
consiste nel tracciare forme
e figure mediante tinte a
base di terre o minerali
precedentemente pestati e
mescolati a sostanze
vegetali o grassi animali che
ne garantiscono l’aderenza
alla superficie rocciosa.
I colori, quasi sempre di
tonalità calda (rossi, ocra,
bruni, oltre al nero del
carbone di legna ) vengono
stesi con le dita o con
rudimentali pennelli di
legno, pelli animali o di
penne di uccello.
Grotta Chauvet
Il vasto ciclo pittorico della
Grotta Chauvet, nella
regione dell’Ardeche in
Francia, fu scoperto nel
1994. Le pitture qui
rinvenute, datate con il
radiocarbonio, risalgono al
periodo compreso tra
32900 e 24700 anni fa.
Il vasto ciclo pittorico è
costituito da più di 400
figure di animali e offre
preziose informazioni sulla
fauna preistorica, per
esempio sui mammuth,
estinti 1100 anni fa
Grotta di Lascaux
Scoperta per caso nel 1940, è considerata il sito che conserva i più importanti capolavori dell’arte rupestre del paleolitico.
La grotta di Lascaux viene anche chiamata la Cappella Sistina del Paleolitico, sia per la bellezza e vivezza delle immagini , sia per il
loro numero.
Dal 1979 il complesso è inserito nell’elenco del Patrimonio dell’Umanità dell’ UNESCO.
Dal 1998, infestazioni fungine hanno invaso ampie parti del complesso e richiesto interventi straordinari di manutenzione; dal 2008,
a seguito del peggioramento della situazione , le grotte sono state completamente chiuse al pubblico.
È stato attivato un comitato scientifico internazionale, finalizzato a studiare le migliori modalità di tutela e ripristino ambientale del
complesso.
Nel 1983 è stata aperta Lascaux II, una replica straordinariamente fedele della grande sala dei tori e della galleria dipinta, situata a
circa 200 metri dalle grotte originali.
Cavallo, 18000-16000 anni fa, ocra rossa, carboncino e graffiti su calcare, Grotta
di Lascaux, Dordogna, Francia.
Il profilo è disegnato a carboncino, il mantello in ocra gialla, mentre il bianco del
ventre e delle zampe è quello della parete chiara della roccia (figura
risparmiata).
La figura è resa in movimento (posizione delle zampe) e in modo naturalistico
(criniera sfumata).
Chi ha dipinto le figure dimostra di possedere un acuto senso di osservazione e
un’ottima conoscenza dell’animale.
.
Grotta di Altamira
Situata nella Cordigliera
cantabrica (Spagna)
viene scoperta nel 1879.
Inizialmente le pitture
non vengono
considerate antiche a
causa del loro
straordinario stato di
conservazione e della
loro qualità tecnica.
Nella Cerva in corsa il
pittore ha sfruttato la
sporgenza della parete
per rendere più
realistica l’immagine.
Veneri steatopigie
Sono state rinvenute numerose piccole sculture
risalenti alla preistoria, raffiguranti donne con attributi
sessuali molto pronunciati.
Vengono definite Veneri steatopigie (letteralmente
«dalle grosse natiche»).
Esse non rappresentano un’idea astratta di bellezza,
come l’appellativo «Venere» potrebbe far pensare, ma
un’immagine materna, simbolo di prosperità e
fecondità.
Avevano probabilmente una funzione propiziatoria
della fertilità femminile e dei terreni . Hanno spesso
l’estremità inferiore appuntita per essere conficcata nel
suolo.
Venere di Lespugue, 27000 anni fa, osso di mammuth,
h 14,7 cm, Parigi, Musée de l’Homme.
Venere di Willendorf
E’ stata rinvenuta nel 1908 a
Willendorf, in Austria, ed è
conservata al Naturhistorisches
Museum di Vienna.
E’ la più famosa tra le Veneri
preistoriche e ne presenta gli
attributi tipici : accentuazione
plastica e rappresentazione
dettagliata delle parti del corpo
legate alla procreazione.
Le altre parti (arti, volto) sono
quasi atrofizzate.
La testa sferica è ricoperta da
tante piccole sporgenze
(capigliatura o copricapo di
conchiglie).
Jeff Koons, Balloon Venus
(Red), 2008-12, acciaio
inossidabile
Quest’opera, di dimensioni
imponenti, era esposta l’anno
scorso alla mostra La Grande
Madre presso il Palazzo Reale
di Milano.
Testimonia l’influenza esercita
dall’arte preistorica su alcuni
artisti contemporanei.
La Venere di Koons si ispira
anche ai palloncini, è lucente
e riflette le immagini come
uno specchio
Incisioni rupestri in Val
Camonica
Immenso complesso realizzato in un
arco temporale molto esteso (da 8000
anni fa al Medioevo).
Fino ad oggi sono state identificate
300000 figure incise sull’arenaria liscia
levigata dai ghiacciai.
I soggetti ricorrenti sono uomini,
animali, figure simboliche, case, carri ,
aratri e scene legate alla caccia e al
lavoro agricolo.
Nel periodo del Neolitico le
rappresentazioni diventano più
schematiche .
Le incisioni sono di tipo filiforme , cioè
rese con strumenti appuntiti in metallo
o pietra, oppure eseguite con la
tecnica della martellina (picchiettare
ripetutamente la roccia in modo da
formare una serie di punti incavati che
compongono la figura
Le costruzioni megalitiche
A partite dal V millennio a. C.
l’intero continente europeo è
interessa dalla diffusione di
oltre 20000 insediamenti
megalitici.
I megaliti sono enormi blocchi
di pietra squadrata e levigata,
isolati , riuniti in gruppi o
disposti secondo allineamenti.
Le loro finalità e funzioni
rimangono abbastanza
misteriose.
La più semplice di queste
strutture è il menhir
(dall’antico bretone mèn,
pietra e hìr , alto ).
Di dimensioni variabili, i
menhir sono spesso collocati
in lunghe file, come a Carnac
in Francia
Ecco come venivamo trasportati
Dolmen
Dal breton tòl, tavola e men ,
pietra.
Sono costruzioni megalitiche
composte da due o più
elementi verticali (piedritti)
su cui poggia una lastra di
pietra (architrave).
E’ il primo esempio di
costruzione trilitica.
Mores (Sassari), Dolmen Sa
Coveccada, III-II millennio a.
C., blocchi di trachite tufacea,
h 2,70 m
Stonehenge (Inghilterra)
Cromlech, ca 1800-1500 a. C.
I cromlech (dal gallese cròm,
curvo e lèch, pietra) sono grandi
complessi megalitici a pianta
circolare.
Sono diffusi in Svezia, Danimarca,
nelle regioni atlantiche della
Francia e soprattutto in Gran
Bretagna.
Circoscrivono spazi destinati a
riunioni o cerimonie di cui poco
sappiamo.
Il cromlech più celebre è quello di
Stonehenge presso Salisbury.
Esso consiste in un doppio recinto
di menhir verticali sormontati da
architravi monolitici, che possono
arrivare a pesare 50 tonnellate.
All’interno si innalzano 5 dolmen
disposti a U.
Il complesso era
probabilmente un’area
sacra dedicata al sole, un
calendario astronomico e
delle stagioni.
All’alba del solstizio
d’estate (21 giugno) i raggi
illuminano la pietra
d’altare seguendo
esattamente il viale
d’accesso tra due monoliti.
E’ l’unico giorno dell’anno
in cui si verifica questo
allineamento.
Nel Neolitico viene inventata la ceramica. L’uomo realizza oggetti in argilla e li cuoce
in forni scavati nel terreno. Questi oggetti sono decorati con motivi geometrici (
triangoli, spirali, linee rette o ondulate)
La decorazione avviene per impressione sull’argilla fresca o per incisione sul manufatto
cotto
La tecnica di lavorazione utilizzata è quella a colombino.
Un cordone di argilla viene arrotolato a formare il vaso e poi lisciato
La nascita dell’arte nel
Paleolitico superiore
La nascita dell’arte è legata alla
comparsa sulla Terra della specie
umana attuale, l’homo sapiens
sapiens.
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  • 2. Le prime produzioni artistiche: i chopper A partire dal Paleolitico inferiore (ca 1 800 000 anni fa – ca 120 000 anni fa) gli uomini, che si procurano cibo cacciando e raccogliendo vegetali selvatici, realizzano utensili in pietra scheggiandola con altre pietre più dure. I chopper vengono usati come arma , per tagliare le carni e raschiare le pelli.
  • 3. Le amigdale Dal paleolitico medio frammenti di pietre particolarmente dure, come il basalto e la selce, vengono scheggiati su entrambi i lati : sono le amigdale (dal termine greco amygdàle= mandorla, per la loro forma.) A volte vi sono incisi segni geometrici, per affermarne il possesso. Chopper e amigdale sono le prime produzioni «artistiche» dell’uomo
  • 4. Arte rupestre Nell Paleolitico superiore nasce l’arte rupestre, con le prime figurazioni dipinte o incise su rocce. Sono immagini di animali e uomini in movimento che avevano probabilmente una funzione magico – propiziatoria per la caccia. Per l’uomo primitivo dipingere un animale probabilmente significa impadronirsene, attraverso l’immagine, prima ancora di averlo cacciato nella realtà. La funzione magico propiziatoria è presente quando l’artista e il gruppo sociale cui appartiene credono che le immagini possano influire direttamente sulla realtà. In tempi più recenti questa funzione si trova per esempio nei reliquiari (teche che contengono le reliquie dei santi) considerati spesso come «amuleti» contro dolori e malattie.
  • 5. Impronta di mano, 22000-18000 anni fa, grotta di Pech Merle (Lot, Francia) La forma più elementare di pittura preistorica è costituita da impronte di mani, e talvolta di piedi, ottenute in due modi differenti: -la mano imbrattata di pittura viene appoggiata sulla roccia - sulla mano viene insufflato attraverso una cannuccia, il colore, che lascia in negativo l’impronta. Non sappiamo quale sia il significato di queste impronte, quasi sempre di mani sinistre.
  • 6. Tecnica della pittura Le rappresentazioni sono spesso molto realistiche e ancora oggi possiamo riconoscere gli animali dipinti (bisonti, renne cavalli, cervi, mammuth, ecc.) La tecnica della pittura consiste nel tracciare forme e figure mediante tinte a base di terre o minerali precedentemente pestati e mescolati a sostanze vegetali o grassi animali che ne garantiscono l’aderenza alla superficie rocciosa. I colori, quasi sempre di tonalità calda (rossi, ocra, bruni, oltre al nero del carbone di legna ) vengono stesi con le dita o con rudimentali pennelli di legno, pelli animali o di penne di uccello.
  • 7. Grotta Chauvet Il vasto ciclo pittorico della Grotta Chauvet, nella regione dell’Ardeche in Francia, fu scoperto nel 1994. Le pitture qui rinvenute, datate con il radiocarbonio, risalgono al periodo compreso tra 32900 e 24700 anni fa. Il vasto ciclo pittorico è costituito da più di 400 figure di animali e offre preziose informazioni sulla fauna preistorica, per esempio sui mammuth, estinti 1100 anni fa
  • 8. Grotta di Lascaux Scoperta per caso nel 1940, è considerata il sito che conserva i più importanti capolavori dell’arte rupestre del paleolitico. La grotta di Lascaux viene anche chiamata la Cappella Sistina del Paleolitico, sia per la bellezza e vivezza delle immagini , sia per il loro numero. Dal 1979 il complesso è inserito nell’elenco del Patrimonio dell’Umanità dell’ UNESCO. Dal 1998, infestazioni fungine hanno invaso ampie parti del complesso e richiesto interventi straordinari di manutenzione; dal 2008, a seguito del peggioramento della situazione , le grotte sono state completamente chiuse al pubblico. È stato attivato un comitato scientifico internazionale, finalizzato a studiare le migliori modalità di tutela e ripristino ambientale del complesso. Nel 1983 è stata aperta Lascaux II, una replica straordinariamente fedele della grande sala dei tori e della galleria dipinta, situata a circa 200 metri dalle grotte originali.
  • 9. Cavallo, 18000-16000 anni fa, ocra rossa, carboncino e graffiti su calcare, Grotta di Lascaux, Dordogna, Francia. Il profilo è disegnato a carboncino, il mantello in ocra gialla, mentre il bianco del ventre e delle zampe è quello della parete chiara della roccia (figura risparmiata). La figura è resa in movimento (posizione delle zampe) e in modo naturalistico (criniera sfumata). Chi ha dipinto le figure dimostra di possedere un acuto senso di osservazione e un’ottima conoscenza dell’animale. .
  • 10. Grotta di Altamira Situata nella Cordigliera cantabrica (Spagna) viene scoperta nel 1879. Inizialmente le pitture non vengono considerate antiche a causa del loro straordinario stato di conservazione e della loro qualità tecnica. Nella Cerva in corsa il pittore ha sfruttato la sporgenza della parete per rendere più realistica l’immagine.
  • 11. Veneri steatopigie Sono state rinvenute numerose piccole sculture risalenti alla preistoria, raffiguranti donne con attributi sessuali molto pronunciati. Vengono definite Veneri steatopigie (letteralmente «dalle grosse natiche»). Esse non rappresentano un’idea astratta di bellezza, come l’appellativo «Venere» potrebbe far pensare, ma un’immagine materna, simbolo di prosperità e fecondità. Avevano probabilmente una funzione propiziatoria della fertilità femminile e dei terreni . Hanno spesso l’estremità inferiore appuntita per essere conficcata nel suolo. Venere di Lespugue, 27000 anni fa, osso di mammuth, h 14,7 cm, Parigi, Musée de l’Homme.
  • 12. Venere di Willendorf E’ stata rinvenuta nel 1908 a Willendorf, in Austria, ed è conservata al Naturhistorisches Museum di Vienna. E’ la più famosa tra le Veneri preistoriche e ne presenta gli attributi tipici : accentuazione plastica e rappresentazione dettagliata delle parti del corpo legate alla procreazione. Le altre parti (arti, volto) sono quasi atrofizzate. La testa sferica è ricoperta da tante piccole sporgenze (capigliatura o copricapo di conchiglie).
  • 13. Jeff Koons, Balloon Venus (Red), 2008-12, acciaio inossidabile Quest’opera, di dimensioni imponenti, era esposta l’anno scorso alla mostra La Grande Madre presso il Palazzo Reale di Milano. Testimonia l’influenza esercita dall’arte preistorica su alcuni artisti contemporanei. La Venere di Koons si ispira anche ai palloncini, è lucente e riflette le immagini come uno specchio
  • 14. Incisioni rupestri in Val Camonica Immenso complesso realizzato in un arco temporale molto esteso (da 8000 anni fa al Medioevo). Fino ad oggi sono state identificate 300000 figure incise sull’arenaria liscia levigata dai ghiacciai. I soggetti ricorrenti sono uomini, animali, figure simboliche, case, carri , aratri e scene legate alla caccia e al lavoro agricolo. Nel periodo del Neolitico le rappresentazioni diventano più schematiche . Le incisioni sono di tipo filiforme , cioè rese con strumenti appuntiti in metallo o pietra, oppure eseguite con la tecnica della martellina (picchiettare ripetutamente la roccia in modo da formare una serie di punti incavati che compongono la figura
  • 15. Le costruzioni megalitiche A partite dal V millennio a. C. l’intero continente europeo è interessa dalla diffusione di oltre 20000 insediamenti megalitici. I megaliti sono enormi blocchi di pietra squadrata e levigata, isolati , riuniti in gruppi o disposti secondo allineamenti. Le loro finalità e funzioni rimangono abbastanza misteriose. La più semplice di queste strutture è il menhir (dall’antico bretone mèn, pietra e hìr , alto ). Di dimensioni variabili, i menhir sono spesso collocati in lunghe file, come a Carnac in Francia
  • 16. Ecco come venivamo trasportati
  • 17. Dolmen Dal breton tòl, tavola e men , pietra. Sono costruzioni megalitiche composte da due o più elementi verticali (piedritti) su cui poggia una lastra di pietra (architrave). E’ il primo esempio di costruzione trilitica. Mores (Sassari), Dolmen Sa Coveccada, III-II millennio a. C., blocchi di trachite tufacea, h 2,70 m
  • 18. Stonehenge (Inghilterra) Cromlech, ca 1800-1500 a. C. I cromlech (dal gallese cròm, curvo e lèch, pietra) sono grandi complessi megalitici a pianta circolare. Sono diffusi in Svezia, Danimarca, nelle regioni atlantiche della Francia e soprattutto in Gran Bretagna. Circoscrivono spazi destinati a riunioni o cerimonie di cui poco sappiamo. Il cromlech più celebre è quello di Stonehenge presso Salisbury. Esso consiste in un doppio recinto di menhir verticali sormontati da architravi monolitici, che possono arrivare a pesare 50 tonnellate. All’interno si innalzano 5 dolmen disposti a U.
  • 19. Il complesso era probabilmente un’area sacra dedicata al sole, un calendario astronomico e delle stagioni. All’alba del solstizio d’estate (21 giugno) i raggi illuminano la pietra d’altare seguendo esattamente il viale d’accesso tra due monoliti. E’ l’unico giorno dell’anno in cui si verifica questo allineamento.
  • 20. Nel Neolitico viene inventata la ceramica. L’uomo realizza oggetti in argilla e li cuoce in forni scavati nel terreno. Questi oggetti sono decorati con motivi geometrici ( triangoli, spirali, linee rette o ondulate) La decorazione avviene per impressione sull’argilla fresca o per incisione sul manufatto cotto
  • 21. La tecnica di lavorazione utilizzata è quella a colombino. Un cordone di argilla viene arrotolato a formare il vaso e poi lisciato
  • 22.
  • 23. La nascita dell’arte nel Paleolitico superiore La nascita dell’arte è legata alla comparsa sulla Terra della specie umana attuale, l’homo sapiens sapiens.