2. Mafia
Termine utilizzato dal 1868 per indicare una particolare e specifica
tipologia di organizzazione criminale avente tratti caratteristici e
peculiari. Origine della parola è incerta, forse dall’arabo «protezione,
garanzia»
3. • Nacque nella prima metà dell’800 quando la Sicilia subì una profonda trasformazione
politica ed economica. Nei feudi, tra i nobili ed i contadini, erano presenti dei violenti
camperi, cioè delle guardie armate del latifondo che controllavano il raccolto.
• Unità d’Italia (1861): momento in cui iniziò l’intreccio tra mafia e politica. Garibaldi si
alleò con i camperi in modo da raggiungere la Sicilia. Molti camperi combatterono al
fianco dei mille fino alla totale ammissione della Sicilia al Piemonte. Le autorità
piemontesi si rivolsero ai camperi per il controllo del territorio siciliano a loro
sconosciuto. La mafia continuò ad essere, quindi, un sistema di difesa della proprietà, ma
adesso a livello regionale. il mafioso locale, quindi, risolveva i problemi che
l’amministrazione del nord Italia non riusciva ad inquadrare; agli occhi del popolano più
misero, risultò quindi più efficiente e "giusto" rispetto allo stato.
4. • 1892 lotte del popolo contro lo stato («Fasci dei lavoratori»): nelle campagne i nobili cominciarono ad
aver bisogno sempre più di qualcuno che garantisse loro un controllo delle proprietà. Questo ruolo, però,
non fu affidato agli imprenditori borghesi, ma ai campieri. La mafia divenne uno dei mezzi più efficaci
per il mantenimento dell’ordine, così le autorità la legittimarono agli occhi della popolazione. Di fronte
ad uno Stato estraneo e ostile, quindi, si cercò sicurezza e protezione nei gruppi familiari mafiosi sempre
più potenti.
• Primo dopoguerra: la mafia approfittò dell’assenza di potere dopo la I Guerra Mondiale e si espanse;
divenne uno Stato nello Stato e crebbero le alleanze con i personaggi politici.
• Regime fascista: Durante il regime fascista la mafia siciliana fu sottoposta a severissime misure
repressive. Memorabile fu l’opera svolta dal prefetto Mori. Tuttavia, quando questi tentò di colpire i
legami fra mafia e politica, venne rimosso dal suo incarico.
5. • Sbarco in Sicilia (1943): lo sbarco anglo-americano in Sicilia fu possibile grazie agli accordi tra mafia
siciliana e mafia americana, attraverso l’indicazione di contatti sull’isola che avrebbero facilitato l’offensiva nei
territori occupati. Alla fine della campagna militare agli Alleati si presentò il problema dell’amministrazione
dell’isola, così molti mafiosi riuscirono ad inserirsi nei posti chiave del governo siciliano. E’ in questo periodo che
si registrò una folgorante ripresa della mafia. La sua riorganizzazione ebbe un solido sostegno economico nei
profitti ottenuti con il mercato nero e con altre illecite attività, sviluppate grazie alla benevolenza del governo
militare anglo-americano. La mafia in questo modo riuscì ad uscire dalla clandestinità in cui era stata relegata dal
regime fascista, ottenendo una legittimazione del proprio potere non più sul solo piano locale, ma su quello
nazionale e internazionale.
• Anni ’60 e ‘70: la mafia seguì le evoluzioni dell'economia isolana, da agricola diventò urbano imprenditoriale.
Iniziò ad occuparsi dello spaccio di droga e del controllo del commercio, dell’industria e dell’edilizia. In questi anni
iniziarono i primi movimenti anti-mafia, fino alla formazione della Commissione parlamentare antimafia. Peppino
Impastato giornalista e attivista noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali fu
assassinato, vittima di un attentato il 9 maggio 1978.
6. • Anni ‘80: la mafia di questi anni era più potente grazie agli accordi politici, al traffico mondiale di droga e la
gestione degli appalti. Il periodo tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 fu la stagione di mafia più feroce.
L’avviso era chiaro: nessuno doveva mettersi in mezzo. Nel giro di pochi anni vennero colpiti giudici, politici di
primissimo piano come Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia, e Pio La Torre, segretario regionale
del PCI, da sempre attivo nella lotta antimafia.
• G. Falcone e P. Borsellino : magistrati siciliani che si occuparono di reati di stampo mafioso. Falcone, in
particolare, nel 1987, grazie alla testimonianze di un mafioso, Tommaso Buscetta, fuggito in America, istituì un
maxi processo che si concluse con 342 condanne, 2.665 anni di carcere e 19 ergastoli.
• Strage di Capaci (23 maggio 1992) fu un attentato mafioso sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo
di Capaci, località a pochi chilometri da Palermo. Fu fatta esplodere una bomba nel momento in cui passarono con
la macchina G. Falcone, sua moglie F. Morvillo e diversi agenti della scorta (di cui tre morti).
• Strage di Via D’Amelio (22 luglio 1992) Solo 57 giorni dopo la morte di Falcone. Borsellino, dopo aver
trascorso una giornata al mare, rientrò a Palermo con 6 agenti di scorta per andare a trovare l'anziana madre in via
d'Amelio. Dall’alto del Monte Pellegrino, che sovrasta la città, partì un comando a distanza per fare esplodere una
Fiat 126 imbottita di tritolo. Si salvò solo un agente di scorta.
7. E dopo?
Dopo le stragi degli anni ‘90, la mafia siciliana non compì più delitti eclatanti, in seguito
ai numerosi processi e alle condanne. La mafia cambiò strategia: un ritorno al passato,
quando si puntava più sulla mediazione che sullo scontro con le istituzioni. La mafia
attuale, infatti, viene definita "invisibile ".