1. News 06/SA/2015
Lunedì,16 febbraio 2015
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi
Nella settimana n°6 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 49 (5 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende un solo caso:
mercurio in filetti di pesce spada congelato dal Portogallo.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un
intervento urgente troviamo: aflatossine in fichi secchi provenienti dalla Turchia;
residui di pesticida (profenofos) non autorizzato in Centella asiatica dallo Sri Lanka;
migrazione di cromo da coltelli in acciaio dalla Cina, via Hong Kong; diossine in
additivo (ossido di zinco) destinato a mangimi da Germania.
Tra i lotti respinti alle frontiere l’Italia segnala: residui di pesticida (profenofos) non
autorizzato in riso Basmati dall’India.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal
mercato, la Germania segnala frammenti di vetro in vaso di vetro di alici in olio di
semi di girasole da Albania, via l’Italia e l’Austria; la Spagna segnala un livello di
migrazione globale troppo alto da piatti di plastica; la Slovacchia segnala
caratteristiche organolettiche alterate di olive in salamoia dalla Spagna, via Italia.
Fonte: ilfattoalimentare.it
Coldiretti: “E’ reato vendere come freschi i formaggi prodotti con latte in polvere”
E’ reato etichettare come “freschi” e genuini prodotti caseari realizzati con
2. ingredienti industriali prelavorati. A dirlo è Cinzia Pastorelli, responsabile sicurezza
alimentare per Coldiretti Piacenza rifacendosi alla recente sentenza della Corte di
Cassazione che, con riferimento ad una fattispecie di produzione e vendita di
ricotta fresca prodotta con siero di latte in polvere, ha fornito non solo chiarimenti
sulla nozione di freschezza ma anche circa il reato rappresentato dalla vendita di
sostanze alimentari non genuine presentate come tali. La questione è stata
affrontata nell’ambito del procedimento per il riesame di un decreto di sequestro
preventivo avente per oggetto 26 sacchi di siero di latte in polvere che, secondo
quanto affermato, venivano adoperati per la produzione di ricotta. In un primo
momento, il Tribunale di Palermo aveva escluso che si trattasse di reato ma in
seguito, su ricorso del Procuratore della Repubblica di Palermo, l’ordinanza del
Tribunale è stata sottoposta al vaglio della Corte di Cassazione che si è pronunciata
in maniera radicalmente diversa. E’ stata rilevata infatti l’applicabilità delle norme di
settore (legge n.138/74) che, regolamentando la produzione di prodotti caseari,
fanno espresso divieto di adoperare, in tali alimenti, derivati da latte in polvere,
quali, appunto, il siero da latte in polvere.
“Questa sentenza, spiega la responsabile, rappresenta un rafforzamento di una
duplice tutela nei confronti dei consumatori e degli allevatori. Il concetto di fresco
infatti, non può prescindere dalla materia prima che compone un prodotto e che
inevitabilmente incide sulla genuinità e bontà dello stesso; scrivere “fresco” in modo
indiscriminato, senza considerare gli ingredienti, è fuorviante per il consumatore al
quale invece deve essere garantita totale trasparenza a riguardo.” “Il settore
allevatoriale, conclude Pastorelli, necessita di maggior tutele e questa sentenza
rappresentauna piccola vittoria anche per i nostri allevatori che lavorano per
garantire la produzione del vero formaggio Made in Italy.” “Sono 8,6 i miliardi di chili
tra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro che hanno
varcato le nostre frontiere, afferma Massimo Albano, direttore Coldiretti Piacenza, e
che vengono utilizzati per la produzione di latticini e formaggi all’insaputa dei
consumatori e a danno degli allevatori perché non è obbligatorio indicare la
provenienza in etichetta. Le multinazionali acquisiscono silenziosamente le nostre
realtà produttive e “mungono” i nostri allevatori con prezzi alla stalla che non
arrivano a coprire nemmeno i costi di produzione. Per questo insieme al Codacons
Coldiretti chiedeall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato di fare luce
sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco.”
Fonte: ilpiacenza.it
35 Kg di Pesce andati a male, condannata titolare di pescheria – Cass.Pen. 45918/14
Il titolare della pescheria è stato condannato per violazione del Testo Unico sulla
sicurezza alimentare per aver detenuto ben 35 kg di pesce in cattivo stato di
conservazione, oltre che congelato abusivamente. E' evidente, secondo l'accusa,
3. che il pesce era detenuto per essere venduto, data l'entità. Il disperato tentativo
della difesa diretto a convincere i giudici sulla destinazione familiare dei prodotti ittici
invenduti non ha fatto centro. Il quantitativo rinvenuto era del tutto incompatibile
con un uso familiare, talché non poteva convincere la tesi che escludeva la
destinazione del prodotto ai consumatori.
Fonte: personaedanno.it