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Piano demenze 2025
• 10 mln di nuovi casi all’anno
(3 al secondo)
• 2015 – 50 mln / 2050 – 150 mln
• 2015 circa 818 bilioni di $
• 2030 circa 2 trilioni di $
• nessun farmaco efficace
3. Chi è il caregiver
Un individuo il quale, in ambito domestico, si prende cura di un soggetto
dipendente e/o disabile
(Branca S. et.al, 2005)
• Livello di compromissione:
dipendenza nelle attività assistenziali, disturbi comportamentali
• Attività di caregiving
ore dedicate alla cura, strategie di coping
• Caratteristiche del caregiver
personalità, genere, status familiare, mancanza di supporto sociale
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4. Chi è il caregiver
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5. Come nasce l’Alzheimer
Caffè
Il primo Alzheimer Caffè nasce il 15 settembre del 1997 a Leida, in Olanda
da un progetto dello psicogeriatra olandese Bère Miesen
Miesen riconobbe che per rendere accettabile la malattia era di fondamentale importanza
renderla “discutibile” e fornire informazioni su di essa e sulle sue conseguenze, superando
lo stigma che talvolta le stesse famiglie si imponevano.
In Olanda gli Alzheimer Caffè attivi sono una media di circa 1 ogni 8 km
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6. Progettazione e avvio
Conoscenza e analisi del contesto
Servizi sanitari e socio-assistenziali, servizi dedicati al caregiver, enti no profit,
strutture di ricovero.
Numero di pazienti, possibilità di accesso ai servizi e alle reti di sostegno formali e informali.
Possibilità di finanziamento
Fondi erogati da enti pubblici, privati, donazioni da parte di aziende o privati.
Considerare la sostenibilità economica nel tempo.
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7. Progettazione e avvio
Ente promotore
Associazioni di Volontariato, Cooperative Sociali, Associazioni di Promozione Sociale.
Può essere utile la collaborazione con Associazioni di professionisti.
La rete
Tra enti pubblici del territorio, enti formativi e di ricerca, enti no profit.
Raccolta dati e monitoraggio
Per il coretto funzionamento di un servizio.
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8. Progettazione e avvio
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Il Setting
È necessario scegliere una buona ubicazione «fisica» e «psicologica»:
Fisica perché dovrà essere sicura e facilmente accessibile
Psicologica perché gli ospiti possano sentirsi a proprio agio
Posizione su territorio:
• contesto metropolitano o
grande centro urbano
• piccolo centro urbano o
rurale
La sede
• accesso su strada
• assenza di barriere architettoniche
• spazi per l’accoglienza e attività con
i pazienti
• spazi per i caregiver
Caratteristiche architettoniche
9. Interventi per caregiver e
pazienti
LA STRUTTURA DEGLI INCONTRI
Miesen afferma che il Caffè Alzheimer presenta tre obiettivi principali:
• fornire informazioni sugli aspetti medici e psicosociali della demenza,
• offrire la possibilità di parlare apertamente dei propri problemi (riconoscimento e accettazione
sociale),
• promuovere la socializzazione e prevenire l’isolamento delle persone con demenza e delle loro
famiglie.
Ogni incontro può essere suddiviso in 4 momenti:
Preparazione
Accoglienza
Incontro con il professionista e attività con i pazienti
Conclusione
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10. Interventi per caregiver e
pazienti
INTERVENTI PER I CAREGIVER
INCONTRI PSICOEDUCATIVI CON ESPERTI
• Fornire informazioni sul decorso e sulle caratteristiche cliniche delle demenze, in particolare l’Alzheimer, e
accrescere le competenze in merito alla neuropsicologia clinica dell’invecchiamento fisiologico e patologico
• Fornire informazioni in merito alle terapie farmacologiche e non farmacologiche
• Offrire indicazioni semplici e concrete sull’approccio al malato e proporre strategie sulle modalità di
comunicazione efficace, di gestione del rapporto e dei problemi comportamentali
• Fornire indicazioni sull’assistenza nelle attività di vita quotidiana: alimentazione, igiene personale,
deambulazione, ecc.
• Offrire informazioni in merito agli istituti giuridici a tutela del malato, ad esempio indicazioni per questioni di
carattere amministrativo e legale (amministrazione di sostegno, tutore legale, ecc.)
• Descrivere e presentare la rete dei servizi presenti sul territorio
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11. Interventi per caregiver e
pazienti
ALTRI INTERVENTI PER I CAREGIVER
• Il sostegno emotivo ai caregiver
• I gruppi di self help: condivisione, socializzazione ed elaborazione della sofferenza
• I training di gruppo: la gestione degli stati emotivi situazionali
• La cineterapia
• Tecniche d’intervento analogiche
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12. Interventi per caregiver e
pazienti
OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI CON I PAZIENTI
• Garantire ai caregiver sufficiente autonomia per aderire ai programmi d’intervento
• Favorire l’inclusione e la socializzazione del malato
• Riconoscere e stimolare le risorse e le capacità residue
• Mantenere o migliorare il tono dell’umore nella giornata
• Favorire un senso di autoefficacia e autostima (far provare al malato un senso di soddisfazione e
realizzazione)
• Contenere la confusione
• Garantire sicurezza e benessere
• Migliorare o mantenere un adeguato tono dell’umore
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13. Interventi per caregiver e
pazienti
CARATTERISTICHE DELLE ATTIVITÀ
• Comprensibilità per la persona
• Compatibilità con le capacità residue
• Possibilità di sfruttare doti o risorse personali
• Validità ecologica (attività che abbiano una qualche attinenza con la vita della persona,
risultino significative e la attirino in qualche modo)
• Enfasi sul divertimento, non sul risultato
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14. Criticità e sviluppi futuri
Uniformità nel modello
Scarso monitoraggio e pochi dati in letteratura
Mancanza di una rete
Integrazione con i Servizi Pubblici
Progetti di prevenzione al burnout
Alzheimer Caffè Muticulturali
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15. Facciamo un Caffè
Dall’idea all’organizzazione:
istruzioni per l’uso di un Alzheimer
Caffè
Ed. Hogrefe
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