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Il processo penale minorile tra tutela,
responsabilizzazione e promozione di benessere
Vera Cuzzocrea, PhD
psicologa giuridica – psicoterapeuta
Giudice onoraria Tribunale per i Minorenni di Roma
https://scuoladipsicologiagiuridica.it
Scuola romana di psicologia giuridica
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Chi siamo: PsicoIus
PsicoIus - Scuola romana di psicologia giuridica è un’associazione fondata il 4 luglio 2013 che ha per oggetto “la
promozione della psicologia giuridica e dei suoi campi applicativi, attraverso la ricerca, lo studio teorico, la
formazione, la divulgazione scientifica, la sensibilizzazione della comunità sociale e il lavoro di rete”.
L’Associazione intende diffondere la scuola di pensiero che si è sviluppata a partire dalle elaborazioni teoriche del
prof. Gaetano De Leo (1940-2006) proseguite dalla prof.ssa Patrizia Patrizi e dal suo gruppo.
Tale impostazione “ispira scopi e pratiche operative di PsicoIus, che riconosce come elettivo ambito di azione
quello della psicologia giuridica, cioè quel ramo della psicologia che si applica ai processi di
regolamentazione della convivenza, incluse le declinazioni nella norma giuridica e nei contesti della giustizia,
quindi, come disciplina che connette psicologia e diritto entro un'area che, all'interno di questo rapporto,
produce riflessioni, domande, orientamenti sulle questioni che riguardano la relazione tra persona, norma e
collettività, sia in senso generale che nello specifico delle questioni di giustizia” (art. 3 dell’Atto Costitutivo).
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Minorenni e giovani adulti in carico ai
servizi minorili
Al 15 febbraio 2018 risultano 13.346 persone
in carico dagli USSM, di cui:
❑ 1430 F
❑ 10251 italiani
❑ gli stranieri sono prevalentemente rumeni e
marocchini
❑ 3928 di 17 anni
❑ 72 meno di 14 anni
❑ quasi la metà: reati contro il patrimonio
❑ Bologna, Roma e Catania: gli Uffici con il
maggior numero di presi in carico
Dati Dipartimento Giustizia minorile e di comunità
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Con questo concetto intendiamo una categoria
socio-psicologica che fa riferimento alla
trasgressione, da parte di persone in età
evolutiva, delle norme caratterizzanti uno
specifico contesto sociale, relazionale e
culturale, indipendentemente dalla
commissione di condotte delinquenziali.
Premessa (1.1) La devianza giovanile
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❑ Con il termine “devianza” ci riferiamo anche a quei comportamenti
considerati a rischio: fughe, vagabondaggio, dispersione
scolastica, bullismo, comportamenti sessuali a rischio,
all’uso/abuso di sostanze stupefacenti ecc.
❑ Si tratta di condotte che a diversi livelli costituiscono segnali
di un disagio rispetto al quale è necessario intervenire
tempestivamente, al fine di contenere il rischio che si
cristallizzino in percorsi evolutivi disadattavi (Cuzzocrea,
2010).
Premessa (1.2) I comportamenti a rischio in
adolescenza come comportamenti devianti
V.Cuzzocrea,(Aldilàdel)BULLISMO.
Analisi,traiettorieevolutiveespazidi
azione,Alpes,Roma,2010.
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Il concetto di rischio in età evolutiva si riferisce
all’eventualità in cui alcune variabili
interferiscano con un “normale” e sano
sviluppo, alterando i percorsi di sviluppo in
senso deviante o disfunzionale, ritardandoli o
semplicemente ostacolandoli.
Premessa (2) Fattori di rischio vs devianza
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Premessa (2.1): Fattori di rischio e sistemi di mediazione
autoregolativa (De Leo, 2003; De Leo, Patrizi, 2002)
▪Disfunzioni e problematicità che possono generare disagio;
▪regole e modalità di funzionamento;
▪coesione (qualità e intensità dei legami affettivi, confini e senso d’intimità) e
adattabilità (in relazione alle fasi del ciclo di vita familiare);
▪competenze/incompetenze genitoriali, impegno/disimpegno; stili e modalità
comunicative (monitoring);
▪gestione emozioni, atteggiamenti emotivi; stili educativi aggressivi/autoritari –
permissivi – affettivamente incompetenti.
▪ Ragioni e regole che i soggetti si danno/seguono; intenzioni, mete, significati attribuiti
all’agire;
▪ convinzioni socio-cognitive: autoefficacia, disimpegno morale;
▪ competenze cognitive, relazionali, emotive, comunicative: ricerca efficace di supporto
sociale, resilienza, legame amicale, altruismo, comportamento d'aiuto, life skills.
FAMIGLIA
INDIVIDUO
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Premessa (2.2): Fattori di rischio e sistemi di mediazione
autoregolativa (De Leo, 2003; De Leo, Patrizi, 2002)
➢Regole, norme, status, ruoli, cultura, criteri di leadership e di reputazione,
processi di influenzamento sui singoli partecipanti;
➢vincoli regolativi per i singoli negli spazi di azione gruppale.
➢fruibilità della norma – adeguatezza ai cambiamenti sociali
➢partecipazione ai processi decisionali
➢educazione alla legalità e responsabilità
➢dalla tutela alla devianza
➢dai rischi non strutturati alla devianza conclamata
➢dalla devianza occasionale a quella sistematica
➢dalla risposta di giustizia alle opportunità di reintegrazione attiva
GRUPPO DEI PARI
SISTEMA
NORMATIVO E
RAPPRESENTAZIONI
SOCIALI
SISTEMA
ISTITUZIONALE E DEI
SERVIZI
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Premessa (3) L’influenza delle precoci
vittimizzazioni nella condotta deviante
Tra i fattori di rischio del
comportamento deviante e/o
antisociale è universalmente
condivisa l’influenza delle
precoci vittimizzazioni:
❑child abuse
❑violenza domestica assistita
❑bullismo
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La ricerca ha mostrato la necessità di una revisione del concetto di rischio:
più che valutare la pericolosità individuale bisognerebbe valutare il rischio
che un adolescente, posto in determinate circostanze, si comporti in modo
deviante e/o violento.
Premessa (4): Attenzione alla “persona nel
contesto”
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Premessa (5): Rischi vs opportunità
❑ In letteratura esiste una duplice accezione del concetto di “rischio” che
può essere inteso, oltre che come ostacolo, come opportunità per
attribuire al reale, ai confini relazionali e alle regole sociali, nuovi significati.
❑ In quest’ottica diventa di primaria importanza cercare di comprendere le
strategie psicologiche e relazionali che possono aiutare le persone in età
evolutiva a non perdersi nel disagio, assumendo un’ottica di “utilizzo”
della propria esperienza: attivando le risorse disponibili e quelle da
potenziare e acquisendo la capacità di orientarsi tra le alternative possibili
(De Leo, Patrizi, 2002).
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Principi cardine del processo penale
minorile
❑minima offensività (che l’azione penale non rappresenti
un’ulteriore condizione di rischio per la persona);
❑de-stigmatizzazione (che l’azione penale eviti di lasciare
tracce formali nella storia dell’adolescente);
❑de-istituzionalizzazione (contenere il ricorso alla pena
detentiva per ridurre gli effetti dello stigma e contrastare il
radicamento del comportamento delinquenziale);
❑attitudine responsabilizzante (un principio che esprime la
valenza educativa del processo sul piano della promozione
di occasioni di crescita personale e sociale: apprendere
responsabilità attraverso processi socializzanti e
comportamenti socialmente positivi).
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La dimensione processuale
Primariamente il DPR 448/88 è caratterizzato da una
dimensione processuale che si contrappone chiaramente a
quella logica deterministica che connetteva, nelle precedenti
concezioni e norme, gli esiti del comportamento di una
persona con le condizioni di partenza conosciute o
conoscibili.
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Art. 14 Ordinamento Penitenziario (D.lgs
121/2018): progetto di intervento educativo
La permanenza negli istituti penali per minorenni si svolge in conformita' a un progetto educativo
predisposto entro tre mesi dall'inizio dell'esecuzione. Il progetto, elaborato secondo i principi della
personalizzazione delle prescrizioni e la flessibilita' esecutiva, previo ascolto del condannato, tiene
conto delle attitudini e delle caratteristiche della sua personalita'. Il progetto contiene indicazioni
sulle modalita' con cui coltivare le relazioni con il mondo esterno e attuare la vita di gruppo e la
cittadinanza responsabile, anche nel rispetto della diversita' di genere, e sulla
personalizzazione delle attivita' di istruzione, di formazione professionale, di istruzione e
formazione professionale, nonche' sulle attivita' di lavoro, di utilita' sociale, culturali, sportive
e di tempo libero utili al recupero sociale e alla prevenzione del rischio di commissione di
ulteriori reati. 2. All'ingresso in istituto, e' garantito un supporto psicologico da parte di personale
specializzato, utile anche per la predisposizione del progetto educativo e per la prevenzione del
rischio di atti di autolesionismo e di suicidio [….].
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Le istituzioni competenti: Tribunale e servizi
minorili in rete con enti locali e privato sociale
Art. 3. Competenza. 1. Il tribunale per i minorenni è competente per i reati commessi
dai minori degli anni diciotto. 2. Il tribunale per i minorenni e il magistrato di sorveglianza
per i minorenni esercitano le attribuzioni della magistratura di sorveglianza nei confronti
di coloro che commisero il reato quando erano minori degli anni diciotto. La competenza
cessa al compimento del venticinquesimo anno di età.
Art. 6. Servizi minorili 1. In ogni stato e grado del procedimento l'autorità giudiziaria si
avvale dei servizi minorili dell'amministrazione della giustizia. Si avvale altresì dei servizi
di assistenza istituiti dagli enti locali.
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1. L'assistenza affettiva e psicologica all'imputato minorenne è assicurata,
in ogni stato e grado del procedimento, dalla presenza dei genitori o di
altra persona idonea indicata dal minorenne e ammessa dall'autorità
giudiziaria che procede. 2. In ogni caso al minorenne è assicurata
l'assistenza dei servizi indicati nell'articolo 6. 3. Il pubblico ministero e il
giudice possono procedere al compimento di atti per i quali è richiesta la
partecipazione del minorenne senza la presenza delle persone indicate
nei commi 1 e 2, nell'interesse del minorenne o quando sussistono
inderogabili esigenze processuali.
Art. 12. Assistenza all'imputato minorenne
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L’attenzione alla personalità delle persone
minorenni imputate
Art. 9. Accertamenti sulla personalità del minorenne 1. Il pubblico
ministero e il giudice acquisiscono elementi circa le condizioni e le risorse
personali, familiari, sociali e ambientali del minorenne al fine di accertarne
l'imputabilità' e il grado di responsabilità, valutare la rilevanza sociale del
fatto nonché disporre le adeguate misure penali e adottare gli eventuali
provvedimenti civili [….].
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Minore età e imputabilità
Art. 26. Obbligo della immediata declaratoria della non
imputabilità. 1. In ogni stato e grado del procedimento il giudice,
quando accerta che l'imputato è minore degli anni quattordici,
pronuncia, anche di ufficio, sentenza di non luogo a procedere
trattandosi di persona non imputabile.
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Articolo 28. La messa alla prova - 1
«1. Il giudice, sentite le parti, può disporre con ordinanza la sospensione del processo
quando ritiene di dover valutare la personalità del minorenne all’esito della prova […] 2. Con
l’ordinanza di sospensione il giudice affida il minorenne ai servizi minorili
dell’amministrazione della giustizia per lo svolgimento, anche in collaborazione con i servizi
locali, delle opportune attività di osservazione, trattamento e sostegno. Con il medesimo
provvedimento il giudice può impartire prescrizioni dirette a riparare le conseguenze del
reato e a promuovere la conciliazione del minorenne con la persona offesa dal reato. [….] 5.
La sospensione è revocata in caso di ripetute e gravi trasgressioni alle prescrizioni
imposte».
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Articolo 28. La messa alla prova - 2
❑ La misura si configura come percorso dove l’adolescente, attraverso la
partecipazione attiva al progetto di messa alla prova, ha l’opportunità di
co-costruire, con il supporto e la mediazione della figura adulta, un
itinerario di ricomposizione del conflitto attivato dall’azione reato.
❑ In relazione agli obiettivi specifici dell’istituto (valutare la personalità
all’esito della prova) bisogna considerare la finalità generale di produrre
responsabilità come espressione della capacità dell’adolescente di assumere,
da protagonista, il significato delle conseguenze sociali e giudiziarie del fatto
di imputazione.
formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l
Art. 29. Dichiarazione di estinzione del reato
per esito positivo della prova
1. Decorso il periodo di sospensione, il giudice fissa una nuova udienza
nella quale dichiara con sentenza estinto il reato se, tenuto conto del
comportamento del minorenne e della evoluzione della sua personalità,
ritiene che la prova abbia dato esito positivo. Altrimenti provvede a norma
degli articoli 32 e 33.
formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l
La messa alla prova come contenitore che
costruisce responsabilità
In relazione agli obiettivi specifici dell’istituto (valutare la
personalità all’esito della prova) bisogna considerare la finalità
generale di produrre responsabilità come espressione della
capacità dell’adolescente di assumere, da protagonista, il
significato delle conseguenze sociali e giudiziarie del fatto di
imputazione.
formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l
La responsabilità come forma di
attribuzione di senso comune
La responsabilità rappresenta un processo in divenire che costruisce
abilità, competenze, interazioni, ruoli, sistemi di aspettative
responsabilizzanti e va considerata, oltre che un costrutto psicologico
e interattivo, soprattutto una forma di attribuzione di senso comune
nei rapporti sociali quotidiani e ha, a sua volta, lo scopo di garantire il
monitoraggio delle regole condivise (De Leo, 1996).
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Il benessere si costruisce attraverso
l’acquisizione di tutte le abilità
necessarie ad affrontare la crescita
e le difficoltà insite nella vita
quotidiana: le abilità sociali, di
Prevenzione della devianza vs
promozione di benessere
comunicazione e di risoluzione dei problemi, l’acquisizione di punti di
riferimento e valori che consentano di prevedere l’esito delle proprie azioni e
quindi di ipotizzare il futuro, prossimo e lontano.
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Giustizia vs comunità responsabile e
riparativa (Patrizi, Lepri, 2011; 2012)
❑ Il sistema della giustizia penale minorile
promuove progettualità operative integrate, nella
duplice direzione di non interrompere il
processo evolutivo delle persone coinvolte e
di offrire loro un’occasione di crescita.
❑ È però necessario che questo impegno sia pienamente condiviso anche
all’esterno del sistema della giustizia e soprattutto progettato/pensato/costruito
lungo un continuum educativo di promozione di occasioni di benessere e
di prevenzione del disagio.
Efficacia della messa alla prova
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L’80% dei
percorsi ha un
esito positivo.
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Perché la messa alla prova è così efficace
Recente letteratura, fondata su risultati sia di ricerche empiriche che di
progetti di intervento, ha rilevato che la migliore forma di deterrenza dei
comportamenti problematici di tipo deviante consiste nella
sollecitazione di azioni socialmente positive, attrattive e motivanti per i
soggetti coinvolti, e nel miglioramento della continuità fra il sistema delle
risposte sociali esterne (istituzioni, famiglia, gruppo di appartenenza) e i
meccanismi di risposte cognitive/emotive interne all’individuo.
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Il possibile posizionamento di psicologi e
psicologhe
❑ Come giudici onorari presso Tribunali per i Minorenni e Corti d’Appello e/o presso IPM
nell’ambito dei consigli di disciplina (come recentemente disposto all’art. 23 del D.lgs
121/2018) o come espert* dei Tribunali di sorveglianza.
❑ Come periti e consulenti di parte per effettuare valutazioni circa la pericolosità sociale,
la maturità e l’imputabilità di persone minorenni imputate.
❑ Come operatori/operatrici di servizi territoriali pubblici (ASL, enti locali) o enti privati
(associazioni, coop. soc.), comunità, centri educativi.
❑ Come espert* per attività di sensibilizzazione, formazione e prevenzione.
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❑ Inizio il 13 aprile 2019
❑ 10 Moduli,
❑ Ambiti penale e civile, penitenziario, giudiziario,
forense e psicosociale
❑ Week end, sab. h 10-19 e dom. 10-18
❑ Docenti tra: espert*, esponenti della
magistratura, dell’avvocatura, dei servizi
territoriali e delle forze dell’ordine
❑ Possibilità di tirocini pratici presso sedi
giudiziarie
❑ Attestato come espert* in psicologia giuridica
❑ Lavoro sui casi e in sottogruppi
formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l
Grazie, ci vediamo in aula!
Scuola di formazione in psicologia giuridica per il benessere individuale e di comunità
https:scuoladipsicologiagiuridica.it

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  • 1. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Il processo penale minorile tra tutela, responsabilizzazione e promozione di benessere Vera Cuzzocrea, PhD psicologa giuridica – psicoterapeuta Giudice onoraria Tribunale per i Minorenni di Roma https://scuoladipsicologiagiuridica.it Scuola romana di psicologia giuridica
  • 2. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Chi siamo: PsicoIus PsicoIus - Scuola romana di psicologia giuridica è un’associazione fondata il 4 luglio 2013 che ha per oggetto “la promozione della psicologia giuridica e dei suoi campi applicativi, attraverso la ricerca, lo studio teorico, la formazione, la divulgazione scientifica, la sensibilizzazione della comunità sociale e il lavoro di rete”. L’Associazione intende diffondere la scuola di pensiero che si è sviluppata a partire dalle elaborazioni teoriche del prof. Gaetano De Leo (1940-2006) proseguite dalla prof.ssa Patrizia Patrizi e dal suo gruppo. Tale impostazione “ispira scopi e pratiche operative di PsicoIus, che riconosce come elettivo ambito di azione quello della psicologia giuridica, cioè quel ramo della psicologia che si applica ai processi di regolamentazione della convivenza, incluse le declinazioni nella norma giuridica e nei contesti della giustizia, quindi, come disciplina che connette psicologia e diritto entro un'area che, all'interno di questo rapporto, produce riflessioni, domande, orientamenti sulle questioni che riguardano la relazione tra persona, norma e collettività, sia in senso generale che nello specifico delle questioni di giustizia” (art. 3 dell’Atto Costitutivo).
  • 3. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Minorenni e giovani adulti in carico ai servizi minorili Al 15 febbraio 2018 risultano 13.346 persone in carico dagli USSM, di cui: ❑ 1430 F ❑ 10251 italiani ❑ gli stranieri sono prevalentemente rumeni e marocchini ❑ 3928 di 17 anni ❑ 72 meno di 14 anni ❑ quasi la metà: reati contro il patrimonio ❑ Bologna, Roma e Catania: gli Uffici con il maggior numero di presi in carico Dati Dipartimento Giustizia minorile e di comunità
  • 4. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Con questo concetto intendiamo una categoria socio-psicologica che fa riferimento alla trasgressione, da parte di persone in età evolutiva, delle norme caratterizzanti uno specifico contesto sociale, relazionale e culturale, indipendentemente dalla commissione di condotte delinquenziali. Premessa (1.1) La devianza giovanile
  • 5. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l ❑ Con il termine “devianza” ci riferiamo anche a quei comportamenti considerati a rischio: fughe, vagabondaggio, dispersione scolastica, bullismo, comportamenti sessuali a rischio, all’uso/abuso di sostanze stupefacenti ecc. ❑ Si tratta di condotte che a diversi livelli costituiscono segnali di un disagio rispetto al quale è necessario intervenire tempestivamente, al fine di contenere il rischio che si cristallizzino in percorsi evolutivi disadattavi (Cuzzocrea, 2010). Premessa (1.2) I comportamenti a rischio in adolescenza come comportamenti devianti V.Cuzzocrea,(Aldilàdel)BULLISMO. Analisi,traiettorieevolutiveespazidi azione,Alpes,Roma,2010.
  • 6. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Il concetto di rischio in età evolutiva si riferisce all’eventualità in cui alcune variabili interferiscano con un “normale” e sano sviluppo, alterando i percorsi di sviluppo in senso deviante o disfunzionale, ritardandoli o semplicemente ostacolandoli. Premessa (2) Fattori di rischio vs devianza
  • 7. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Premessa (2.1): Fattori di rischio e sistemi di mediazione autoregolativa (De Leo, 2003; De Leo, Patrizi, 2002) ▪Disfunzioni e problematicità che possono generare disagio; ▪regole e modalità di funzionamento; ▪coesione (qualità e intensità dei legami affettivi, confini e senso d’intimità) e adattabilità (in relazione alle fasi del ciclo di vita familiare); ▪competenze/incompetenze genitoriali, impegno/disimpegno; stili e modalità comunicative (monitoring); ▪gestione emozioni, atteggiamenti emotivi; stili educativi aggressivi/autoritari – permissivi – affettivamente incompetenti. ▪ Ragioni e regole che i soggetti si danno/seguono; intenzioni, mete, significati attribuiti all’agire; ▪ convinzioni socio-cognitive: autoefficacia, disimpegno morale; ▪ competenze cognitive, relazionali, emotive, comunicative: ricerca efficace di supporto sociale, resilienza, legame amicale, altruismo, comportamento d'aiuto, life skills. FAMIGLIA INDIVIDUO
  • 8. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Premessa (2.2): Fattori di rischio e sistemi di mediazione autoregolativa (De Leo, 2003; De Leo, Patrizi, 2002) ➢Regole, norme, status, ruoli, cultura, criteri di leadership e di reputazione, processi di influenzamento sui singoli partecipanti; ➢vincoli regolativi per i singoli negli spazi di azione gruppale. ➢fruibilità della norma – adeguatezza ai cambiamenti sociali ➢partecipazione ai processi decisionali ➢educazione alla legalità e responsabilità ➢dalla tutela alla devianza ➢dai rischi non strutturati alla devianza conclamata ➢dalla devianza occasionale a quella sistematica ➢dalla risposta di giustizia alle opportunità di reintegrazione attiva GRUPPO DEI PARI SISTEMA NORMATIVO E RAPPRESENTAZIONI SOCIALI SISTEMA ISTITUZIONALE E DEI SERVIZI
  • 9. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Premessa (3) L’influenza delle precoci vittimizzazioni nella condotta deviante Tra i fattori di rischio del comportamento deviante e/o antisociale è universalmente condivisa l’influenza delle precoci vittimizzazioni: ❑child abuse ❑violenza domestica assistita ❑bullismo
  • 10. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l La ricerca ha mostrato la necessità di una revisione del concetto di rischio: più che valutare la pericolosità individuale bisognerebbe valutare il rischio che un adolescente, posto in determinate circostanze, si comporti in modo deviante e/o violento. Premessa (4): Attenzione alla “persona nel contesto”
  • 11. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Premessa (5): Rischi vs opportunità ❑ In letteratura esiste una duplice accezione del concetto di “rischio” che può essere inteso, oltre che come ostacolo, come opportunità per attribuire al reale, ai confini relazionali e alle regole sociali, nuovi significati. ❑ In quest’ottica diventa di primaria importanza cercare di comprendere le strategie psicologiche e relazionali che possono aiutare le persone in età evolutiva a non perdersi nel disagio, assumendo un’ottica di “utilizzo” della propria esperienza: attivando le risorse disponibili e quelle da potenziare e acquisendo la capacità di orientarsi tra le alternative possibili (De Leo, Patrizi, 2002).
  • 12. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Principi cardine del processo penale minorile ❑minima offensività (che l’azione penale non rappresenti un’ulteriore condizione di rischio per la persona); ❑de-stigmatizzazione (che l’azione penale eviti di lasciare tracce formali nella storia dell’adolescente); ❑de-istituzionalizzazione (contenere il ricorso alla pena detentiva per ridurre gli effetti dello stigma e contrastare il radicamento del comportamento delinquenziale); ❑attitudine responsabilizzante (un principio che esprime la valenza educativa del processo sul piano della promozione di occasioni di crescita personale e sociale: apprendere responsabilità attraverso processi socializzanti e comportamenti socialmente positivi).
  • 13. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l La dimensione processuale Primariamente il DPR 448/88 è caratterizzato da una dimensione processuale che si contrappone chiaramente a quella logica deterministica che connetteva, nelle precedenti concezioni e norme, gli esiti del comportamento di una persona con le condizioni di partenza conosciute o conoscibili.
  • 14. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Art. 14 Ordinamento Penitenziario (D.lgs 121/2018): progetto di intervento educativo La permanenza negli istituti penali per minorenni si svolge in conformita' a un progetto educativo predisposto entro tre mesi dall'inizio dell'esecuzione. Il progetto, elaborato secondo i principi della personalizzazione delle prescrizioni e la flessibilita' esecutiva, previo ascolto del condannato, tiene conto delle attitudini e delle caratteristiche della sua personalita'. Il progetto contiene indicazioni sulle modalita' con cui coltivare le relazioni con il mondo esterno e attuare la vita di gruppo e la cittadinanza responsabile, anche nel rispetto della diversita' di genere, e sulla personalizzazione delle attivita' di istruzione, di formazione professionale, di istruzione e formazione professionale, nonche' sulle attivita' di lavoro, di utilita' sociale, culturali, sportive e di tempo libero utili al recupero sociale e alla prevenzione del rischio di commissione di ulteriori reati. 2. All'ingresso in istituto, e' garantito un supporto psicologico da parte di personale specializzato, utile anche per la predisposizione del progetto educativo e per la prevenzione del rischio di atti di autolesionismo e di suicidio [….].
  • 15. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Le istituzioni competenti: Tribunale e servizi minorili in rete con enti locali e privato sociale Art. 3. Competenza. 1. Il tribunale per i minorenni è competente per i reati commessi dai minori degli anni diciotto. 2. Il tribunale per i minorenni e il magistrato di sorveglianza per i minorenni esercitano le attribuzioni della magistratura di sorveglianza nei confronti di coloro che commisero il reato quando erano minori degli anni diciotto. La competenza cessa al compimento del venticinquesimo anno di età. Art. 6. Servizi minorili 1. In ogni stato e grado del procedimento l'autorità giudiziaria si avvale dei servizi minorili dell'amministrazione della giustizia. Si avvale altresì dei servizi di assistenza istituiti dagli enti locali.
  • 16. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l 1. L'assistenza affettiva e psicologica all'imputato minorenne è assicurata, in ogni stato e grado del procedimento, dalla presenza dei genitori o di altra persona idonea indicata dal minorenne e ammessa dall'autorità giudiziaria che procede. 2. In ogni caso al minorenne è assicurata l'assistenza dei servizi indicati nell'articolo 6. 3. Il pubblico ministero e il giudice possono procedere al compimento di atti per i quali è richiesta la partecipazione del minorenne senza la presenza delle persone indicate nei commi 1 e 2, nell'interesse del minorenne o quando sussistono inderogabili esigenze processuali. Art. 12. Assistenza all'imputato minorenne
  • 17. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l L’attenzione alla personalità delle persone minorenni imputate Art. 9. Accertamenti sulla personalità del minorenne 1. Il pubblico ministero e il giudice acquisiscono elementi circa le condizioni e le risorse personali, familiari, sociali e ambientali del minorenne al fine di accertarne l'imputabilità' e il grado di responsabilità, valutare la rilevanza sociale del fatto nonché disporre le adeguate misure penali e adottare gli eventuali provvedimenti civili [….].
  • 18. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Minore età e imputabilità Art. 26. Obbligo della immediata declaratoria della non imputabilità. 1. In ogni stato e grado del procedimento il giudice, quando accerta che l'imputato è minore degli anni quattordici, pronuncia, anche di ufficio, sentenza di non luogo a procedere trattandosi di persona non imputabile.
  • 19. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Articolo 28. La messa alla prova - 1 «1. Il giudice, sentite le parti, può disporre con ordinanza la sospensione del processo quando ritiene di dover valutare la personalità del minorenne all’esito della prova […] 2. Con l’ordinanza di sospensione il giudice affida il minorenne ai servizi minorili dell’amministrazione della giustizia per lo svolgimento, anche in collaborazione con i servizi locali, delle opportune attività di osservazione, trattamento e sostegno. Con il medesimo provvedimento il giudice può impartire prescrizioni dirette a riparare le conseguenze del reato e a promuovere la conciliazione del minorenne con la persona offesa dal reato. [….] 5. La sospensione è revocata in caso di ripetute e gravi trasgressioni alle prescrizioni imposte».
  • 20. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Articolo 28. La messa alla prova - 2 ❑ La misura si configura come percorso dove l’adolescente, attraverso la partecipazione attiva al progetto di messa alla prova, ha l’opportunità di co-costruire, con il supporto e la mediazione della figura adulta, un itinerario di ricomposizione del conflitto attivato dall’azione reato. ❑ In relazione agli obiettivi specifici dell’istituto (valutare la personalità all’esito della prova) bisogna considerare la finalità generale di produrre responsabilità come espressione della capacità dell’adolescente di assumere, da protagonista, il significato delle conseguenze sociali e giudiziarie del fatto di imputazione.
  • 21. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Art. 29. Dichiarazione di estinzione del reato per esito positivo della prova 1. Decorso il periodo di sospensione, il giudice fissa una nuova udienza nella quale dichiara con sentenza estinto il reato se, tenuto conto del comportamento del minorenne e della evoluzione della sua personalità, ritiene che la prova abbia dato esito positivo. Altrimenti provvede a norma degli articoli 32 e 33.
  • 22. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l La messa alla prova come contenitore che costruisce responsabilità In relazione agli obiettivi specifici dell’istituto (valutare la personalità all’esito della prova) bisogna considerare la finalità generale di produrre responsabilità come espressione della capacità dell’adolescente di assumere, da protagonista, il significato delle conseguenze sociali e giudiziarie del fatto di imputazione.
  • 23. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l La responsabilità come forma di attribuzione di senso comune La responsabilità rappresenta un processo in divenire che costruisce abilità, competenze, interazioni, ruoli, sistemi di aspettative responsabilizzanti e va considerata, oltre che un costrutto psicologico e interattivo, soprattutto una forma di attribuzione di senso comune nei rapporti sociali quotidiani e ha, a sua volta, lo scopo di garantire il monitoraggio delle regole condivise (De Leo, 1996).
  • 24. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Il benessere si costruisce attraverso l’acquisizione di tutte le abilità necessarie ad affrontare la crescita e le difficoltà insite nella vita quotidiana: le abilità sociali, di Prevenzione della devianza vs promozione di benessere comunicazione e di risoluzione dei problemi, l’acquisizione di punti di riferimento e valori che consentano di prevedere l’esito delle proprie azioni e quindi di ipotizzare il futuro, prossimo e lontano.
  • 25. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Giustizia vs comunità responsabile e riparativa (Patrizi, Lepri, 2011; 2012) ❑ Il sistema della giustizia penale minorile promuove progettualità operative integrate, nella duplice direzione di non interrompere il processo evolutivo delle persone coinvolte e di offrire loro un’occasione di crescita. ❑ È però necessario che questo impegno sia pienamente condiviso anche all’esterno del sistema della giustizia e soprattutto progettato/pensato/costruito lungo un continuum educativo di promozione di occasioni di benessere e di prevenzione del disagio.
  • 26. Efficacia della messa alla prova formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l L’80% dei percorsi ha un esito positivo.
  • 27. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Perché la messa alla prova è così efficace Recente letteratura, fondata su risultati sia di ricerche empiriche che di progetti di intervento, ha rilevato che la migliore forma di deterrenza dei comportamenti problematici di tipo deviante consiste nella sollecitazione di azioni socialmente positive, attrattive e motivanti per i soggetti coinvolti, e nel miglioramento della continuità fra il sistema delle risposte sociali esterne (istituzioni, famiglia, gruppo di appartenenza) e i meccanismi di risposte cognitive/emotive interne all’individuo.
  • 28. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Il possibile posizionamento di psicologi e psicologhe ❑ Come giudici onorari presso Tribunali per i Minorenni e Corti d’Appello e/o presso IPM nell’ambito dei consigli di disciplina (come recentemente disposto all’art. 23 del D.lgs 121/2018) o come espert* dei Tribunali di sorveglianza. ❑ Come periti e consulenti di parte per effettuare valutazioni circa la pericolosità sociale, la maturità e l’imputabilità di persone minorenni imputate. ❑ Come operatori/operatrici di servizi territoriali pubblici (ASL, enti locali) o enti privati (associazioni, coop. soc.), comunità, centri educativi. ❑ Come espert* per attività di sensibilizzazione, formazione e prevenzione.
  • 29. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l ❑ Inizio il 13 aprile 2019 ❑ 10 Moduli, ❑ Ambiti penale e civile, penitenziario, giudiziario, forense e psicosociale ❑ Week end, sab. h 10-19 e dom. 10-18 ❑ Docenti tra: espert*, esponenti della magistratura, dell’avvocatura, dei servizi territoriali e delle forze dell’ordine ❑ Possibilità di tirocini pratici presso sedi giudiziarie ❑ Attestato come espert* in psicologia giuridica ❑ Lavoro sui casi e in sottogruppi
  • 30. formazionecontinuainpsicologia.it Copyright 2019 © Liquid Plan S.r.l Grazie, ci vediamo in aula! Scuola di formazione in psicologia giuridica per il benessere individuale e di comunità https:scuoladipsicologiagiuridica.it