SlideShare a Scribd company logo
1 of 8
Download to read offline
TERZA EDIZIONE
LOZONO NEL TRATTAMENTO
DELLE ARTERIOPATIE, DELLE ULCERE,
DELLE PIAGHE EDELLE INSUFFICIENZE VENOSE
A CURA DI PROF. MARIANNO FRANZINI
DOTT.SSA MARGHERITA GATTI
SIO O T
Società Scientifica
Ossigeno Ozono Terapia
EPIDEMIOLOGIA
"Qualunque dolore,
sofferenza o malattia,
è causato da un'insufficiente
ossigenazione a livello
cellulare
Lincidenza delle malattie cardiovascolari nel mondo segue di pari passo il pro-
gresso economico che si lega fortemente all'industrializzazione; di conseguenza
vale l'equazione paesi fortemente industrializzati = popolazione a forte incidenza
di malattie cardiovascolari.
La mortalità per tale affezione supera ormai mediamente il 50% di tutte le cause di
morte e si pone al primo posto, seguita dai tumori.
Negli ultimi 30 anni la mortalità per incidenti cardiovascolari si è duplicata passan-
do a oltre il 50%, la morbilità sembra vicina alla triplicazione. L'incidenza annuale
èdel 6% per arteriopatie obliteranti, 10% per infarto del miocardio, 4% per cere-
brovasculopatie; di conseguenza le vasculopatie periferiche occupano il 1° posto
per morbilità alla pari con le coronaropatie in confronto a tutte le altre patologie.
trase tratta da
IFATTORI DI RISCHIOSONO:PERTENSIONE DISLPIDEMIE - DIABETE TABAGISMO
ALIMENTAZIONESBILANCIATA USO DI ANTICONCEZIONALI -STRESS
OSSIGENO
0ZONOTERAPIA L'OZONO NELLE ARTERIOPATIE CRONI-
CHE OSTRUTTIVEChe cos'ê e cosa fa
Con il termine di arteriopatie croniche
ostruttive si indicano tutte quelle torme
morbose caratterizzate da un lento pro
cesso di occlusione del lume arterioso
Manuale deila buona salute
SedentarietàSenza doicre
Fattori genetici ed ereditari
Ne consegue che le patologie più fre-
quentemente chiamate in causa sono:treta et. tme
nell'ambito dell'asse vascolare degli
arti inferiori (malattia obliterante).
fattori di rischio della malattia oblite-
1. Aterosclerosi
2. Diabete
"Ossigeno Ozono Terapia Che cos'è e cosa fa"
Autore: Prof. Marianno Franzini
3. Tromboangioite obliterante
4. Malattia e sindrome di Raynaud
rante sono:
Displidemia
pertensione arteriosa
Tabagismno
Gotta
Edizione SIOOT
Quale sia la causa, arteritica o atero
sclerotica, l'occlusione di un'arteria cro-
nicamente istituita provoca protondeObesità
modificazioni emodinamiche intutto il STADIO fugaci parestesie, senso di
torpore, momenti di ipotermia, indo-
lenzimenti modesti alla deambulazione
II STADIO claudicatio intermittens,
DISCUSSIONE
distretto vascolare. Infatti l'ostruzione
messi dalla malattia obliterante. QuiLa malattia obliterante è oggi conside-
rata malattia multifattoriale nellaquale,accanto all'indubbio ruolo svolto dal
colesterolo e dalle LDL, deve essere
riconosciuta responsabilità primaria
segmentaria di un tronco arterioso pro-
voca il crollo della pressione
distale e quindi l'instaurarsi di un gra
diente pressorio tra il territorio vascola-
re a monte e quello posto a valle dell'o-
struzione medesima. Tale gradiente
pressorio è il momento fondamentale
nella genesi del circolo collaterale che
consente sempre il ripristino di un flus-
so, sia pur ridotto, nel territorio arterio-
so distale (riabilitazione dell'arteria).
Il circolo collaterale spesso non e in
grado di mantenere condizioni di flus-
so sufficienti alla vita dei tessuti a valle,
infatti, altri tattori come la diminuziaone
della velocità di flusso e la protrusio
ne nel lume vasale delle placche ate-
romasiche, favoriscono ulteriormente
sComparsa dei polsi periferici;
Il STADIO pallore, riduzione ed assen-
za degli annessi cutanei, ipotermia, cia-
nosi, dolore a riposo (notturno), lesioni
trofiche ulcerative in sede periunguea-
le;
IV STADIO gangrene.
anche ai tattori emostatici ed emoreo- l'adesione delle emazie tra loro e con
logici. Poiselle con la formula Dpm r/8
n 1 ha dato un notevole contributo suitattori che influenzano la capacità di
portata dei vasi.
Dalla formula si evince che nel sistema
le pareti vasali determinano un blocco
pressoché totale del flusso ematico.
Tutto cio è estremamente deleterio nei
distretti periferici dove è massimo lo
scambio metabolico perché tali fattori,
aumentando la viscosità, tendono a ri-
durre ulteriormente la velocità di flusso
vascolare periferico di un
arteriopatico,
fermo restando la lunghezza del vaso,
la riduzione della sua sezione (rur ), l'au-
mento del gradiente pressorio (DP)
utile alla riabilitazione collaterale, la vi-
scosità (n) resta l'unico parametro utile
a migliorare la perfusione a valle di una
Vena
liaca
e la linearità di scorrimento, aggravan
do la condizione ipossica.
Visto allora che il flusso ematico dipen-
de dalla deformabilità, dalla tendenza
VENE
PROFONDEproprio perché la sua area di sezione e
la sua capacità di portata sono molto
minori di quelle del tronco arterioso in Vena
Femorale
all'impilamento e dal numero dei glo
buli rossi, passiamo a considerare i mo-
tivi di impiego dell'Ozono in tali pato-
logie.
La reazione di perossidazione dei lipidi
di membrana indotta dalla sommini-
Cui Si e instaurata l'occlusione.
ostruzione.
Fondamentale la possibilità che la ma
lattia di base leda col tempo l'integri
tà funzionale di questi circoli vicarianti
Sino a compromettere del tutto la vitali-
tà dei tessuti a valle della stenosi.
VENE Il sangue, infatti, è un liquido viscoso
costituito da plasma, fattore anch'esso
di una certa importante oggi negli studi
emodinamica e da cellule.
SUPERFICIALI
Vena
Poplitea Grande Safena
Quest'ultime sono rappresentate perlo
più dal 99% da globuli rossi, ciò signi
fica che in pratica i leucociti quasi non
partecipano alla determinazione delle
proprietà fisiche del sangue.
Lematocrito, dunque, rappresenta in
maniera direttamente proporzionale
l'attrito tra i diversi strati del sangue ed
indica la viscosità.
strazione di ozono
provoca
1. Aumento della carica negativa di
membrana;
Fontaine ha schematizzato persegnie
sintomi I'andamento clinico evolutivo
della malattia obliterante in 4 stadi:
Vena
Tibiale
Safena Minore
2. Accorciamento delle catene lipidi
che conseguente «rilassamento» della
membrana stessa.
Quest'ultimo tenomeno è da interpre
tare come una iniziale interazione della
membrana al gas che si concluderebbe
con la lesione della stessa all'aumenta-Il problema diviene più complesso nei
vasi del sistema circolatorio compro re delle dosi di ozono.
(colorito cutaneo, presenza di edema,
temperatura cutanea, presenza di polsi
periferici, ec.), sintomatologicamente
(presenza di parestesie e senso di tor-
pore, presenza di dolore a riposo, clau-
dicato intermittens), strumentalmente
(dopplersonografia arteriosa e venosa,
pletismografia) e bioumoralmente (in-
dagini di routine).
Nei confronti di quest'ultime, le altera-
zioni più significative venivano riscon-
trate nei pazienti diabetici al ll - IV sta-
dio di Fontaine.
Comunque sia, il «rilasciamento» della
membrana e l'aumento delle cariche
negative di superficie, dopo sommini
strazione di ozono, finiscono per avere
un'influenza sulla reologia ematica.
Ciò è da imputare al fatto che tali mo-
dificazioni eritrocitarie, nei capillari
piùpiccoli e nei vasi stenosati, dove
le emazie procedono lungo l'asse del
vaso a pila di monete (effetto Fagra-
eus-Lindqvist) aumentando la defor
mabilità e riducendo l'impilamento dei
globuli rossi, facilitano lo scorrimento
e quindi gli scambi metabolici. D'al-
tro canto i perossidi penetrati nel glo-
bulo rosso influenzano il metabolismo
ARTERIA OSTRUITAIpazienti venivano avviati al protocollo
terapeutico che comprendeva la som-
ministrazione di ozono mediante auto-
RISULTATI
emoterapia combinata all'applicazione
topica giornaliera con sacchetti in co-
loro che presentavano lesioni necroti-
che- ulcerative periferiche (lIl - IV stadio
secondo Fontaine).
intraeritrocitario attivando la glicolisi
ed aumentando la produzione di 2-3
DPG. Tale meccanismo congiuntamen
te all 'effetto Bohr spostano a destra la
curva di dissociazione dell'emoglobina
provocando il rilascio di ossigeno.
I meccanismi sin qui descritti (aumen
tata cessione di ossigeno, moditica
zione della reologia ematica) hanno
come risultato finale una diminuzione
1. Immediato miglioramento del dolore
dopo la prima autoemoterapia nei pa-
zienti al ll stadio con dolore a riposo;
2. Notevole miglioramento della claudi-
catio intermittens che in alcuni pazienti
subiva modificazioni già dopo le prime
applicazioni (aumento dei metri percor
si prima della comparsa del dolore) e
tendente a scomparire nella maggior
parte col prosieguo della terapia;
3. Miglioramento dei segni obiettivi
(riduzionedell'edema, dell'ipotermiae
della cianosi);
4. Miglioramento dei dati strumentali
(pletismografia);
5. I pazienti che prima del trattamen
to mostravano agli esami strumentali
estese occlusioni delle principali arte-
rie, senza un sufficiente circolo collate-
rale e con valori pressori poststenotici
al di sotto dei 60 mmHg non hanno be-
neficiato del trattamento.
Lautoemoterapia prevedeva il prelievo
di 100-150 ml di sangue in una sacca
Ove era stato aggiunto 10 ml di ACD
formula A. l| sangue trattato con ozono
a posologie variabili tra i 28-32 ug/mluna volta miscelato, per aumentare la
superficie di contatto tra sangue e gas,
veniva lentamente reintuso al paziente.
Gli schemi terapeutici prevedevano i
seguenti tempi di somministrazione: 15
autoemo a cadenza bisettimanale; 10
autoemo a cadenza monosettimanale
Riteniamo opportuno, dopo una revue
internazionale sulle pratiche terapeuti
che nelle arteriopatie croniche ostrut-
tive, propendere verso una terapia
sistemica. Infatti i tarmaci che maggior
mente hanno risposto in maniera pale-
se in una terapia a lungo termine sono
stati 'ASA e l'indobufene.
della pressione parziale di ossigeno
venoso (dai normali 40 mmHg a meno
di 20 mmHg) e non tanto un aumento
dell'ossigeno arterioso. Tutti i pazienti
prima di essere avviati al trattamento
venivano monitorati obiettivamente
Pertanto Il'ozono può rientrare nel ba-
gaglio terapeutico di tali patologie,
vista l'assenza di effetti collaterali edi
risultati raggiunti con i nostri protocolli
con follow-up a 24 mesi.applicazioni quindicinali e mensili per
mantenere i risultati raggiunti.
LE ULCERE
Si definisce ulcera una persistente per
dita di sostanza secondaria a processi
necrotici della cute o delle mucose con
ulcere delle collagenopatie
ulcere delle angioneuropatie
ulcere neurotrofiche
che dotate di doppio legame (insature)
formando un ozonide primario che, es-
sendo fortemente instabile, si degrada
dando origine ad un carbonile ed allo
il triptofano oppure con la cisteina che
contiene zolfo; reazione diretta con gli
acidi grassi insaturi che vengono tra-
sformati in composti idrosolubili.distruzione del rivestimento epiteliale
e, in misura variabile dei piani sotto
stanti.
ulcere da linfangiopatie
ulcere traumatiche zwitterion.
Quest'ultimo, in presenza di acqua e
sostanze reattive, forma perossidi. EFFETTI BIOLOGICIDa questo elenco si deduce come
un'ulcera é fondamentalmente la con- DELLOZONONumerose sono le cause di ulcera. E
fondamentale individuare la causa pri
ma di iniziare qualsiasi terapia. La cau-
sa più comune è senza dubbio la stasi
venosa, sia per insufticienza di tipo va-
ricoso che per sindrome post-flebitica.
Altra causa, meno trequente, è l'ulcera
ischemica da arteriopatia obliterante.
rappresentano una patologia molto
diffusa specie nei paesi occidentali che
colpisce prevalentemente le donne. Se
condo le statistiche, infatti, su sette pa
zienti attetti vi sono 6 donne e un solo
seguenza di un ditetto circolatorio di
vario genere.
Spesso nella sede dell'ulcera si sovrap-
pone l'infezione che ne accentua i dan-
ni e blocca la tendenza alla guarigione.
L'ozono favorisce la formazione di pe-
rossidi esplicando un effetto antibatte-
rico ed antivirale.
meccanismo antisettico è simile a
quello che l'organismo utilizza abitual
mente con la formazione, da parte dei
leucociti adibiti alla fagocitosi batteri-
ca, di una molecola a proprietà antioS
sidante, simile a quella dell'03, cioè
H202. L'effetto battericida dell'ozono
L'Ossigeno Ozono Terapia nellelesio
ni trofiche Ozono come molecola
Lozono è una forma allotropica dell'os-
sigeno; a temperatura ambiente è un
gas incolore con un caratteristico odore
acre e pungente da cui deriva il nomne
(dal greco ozo = emano odore).
Eun gas fortemente instabile e la sua
velocità di decomposizione molecolare
dipende dalla temperatura.
La molecola dell'ozono è costituita da
dipende soprattutto dalla presenza di
acqua, ed è di tipo diretto. Nei confron-
ti dei virus si ha soprattutto un'azione
virustatica che li rende incapaci di ade-
rire con i recettori cellulari sulla cellula
uomo. Le lesioni che danno ulcerazione
sono per un 5,5% quelle post-flebitiche
e per circa un 2,4% lesioni da ulcere ve-
nose. Altre torme etiopatogenetiche di
ulcere:
AZIONE DEL=OSSIGENO
ozONO
bersaglioe quindi di replicarsi. A livello
dei globuli rossi si ha un aumento della
oro deformabilità riducendo la viscosi-
Ulcera arteriosclerotica tre atomi di ossigeno ed ha un peso
molecolare di 48,00 dalton; la misu-
Effetti dell'ozono sui metabolismi
Ulcera ipertensiva
Ulcera della tromboangioite oblite-
Accelerazione dell'utilizzo del glucosio
da parte delle cellule ed aumento di
disponibilità di ATP nelle cellule (glico-
lisi); intervento nel metabolismo delle
razione fotometrica UV della concen-
trazione dell'ozono prodotto da un
generatore è un tattore di importanza
tondamentale in campo medico.
Lozono è un forte agente ossidante,
capace di reagire con sostanze organi
tà ematica globale ed aumento del 2,3
di fosfoglicerato (responsabile della
cessione di O2 da parte dell'emoglobi-
na ai tessuti) che ha, come fine ultimo,
un netto miglioramento dei trasporto
di 02 e quindi un'azione reologica.
rante
Ulcera diabetica
proteine per la sua affinità con i gruppi
sulfidrilici, reagendo cosi con gli ammi-
noacidi essenziali come la metionina e
10 11
L'insufficienza venosa cronica è una te dei pazienti è stato largamente favo
LINSUFFICIENZA VENOSA CRONICA condizione patologica evolutiva ed il
suo trattamento unicamente farma
cologico non è sutticiente per affron-
tarla con successo. E previsto l'utilizzo
dell'ossigeno ozono terapia mediante
autoemotrasfusione; le caratteristiche
di questa miscela di gas consentono,
infatti, un approccio terapeutico efi-
cace nei riguardi di molte patologie di
origine vascolare.
Sia la valutazione dell'efficacia, sia il
giudizio di tollerabilità, hanno eviden-
ziato una maggiore e più rapida rispo
sta delle manifestazioni patologiche
dopo il trattamento con 02C3 terapia.
Anche il giudizio di accettabilità da par
revole.
TECNICHE DI SOMMINISTRAZIONE L'Ossigeno Ozono può essere som-
ministrato sfruttando le sue principa-
li funzioni:APLLICAZIONI LOCAL granulazione. L'ozono si é rivelato mol-
to valido anche nel trattamento delleSi effettuano tramite iniezioni sottocu- 1. Una potente azione battericida, fun-
gicida ed inattivante virale che si rea-tanee perilesionali (nelle ulcere) e peri-
vasali (nella patologia venosa).
Si utilizza un ago da 27 G e una concen-
trazione di 10 mg./ml di O3.
ulcere da decubito. In tal caso le appli-
cazioni vanno effettuate a giorni alterni
per 20 minuti alla concentrazione di 15
mg/ml.
lizza mediante ossidazione dei micror
ganismi;
2. Un miglioramento del trasporto
dell'ossigeno in quanto l'ossigeno ozo-
no oltre ad indurre un aumento dellaTRATTAMENTO LOCALE MEDIANTE APLLICAZIONI SISTEMICHE
SACCHETTO PICCOLA AUTOEMOTERAPIA
E' indispensabile agire in ambiente
umido per permettere all'ozono di
esercitare la sua azione: le lesioni ven-
Per piccola autoemoterapia si intende
un prelievo di sangue da una vena e la
sua successiva reiniezione intramusco-
deformabilità degli eritrociti determina
un aumento della produzione del 2-3
difosfoglicerato responsabile della ces-
sione di ossigeno ai tessuti.
gono inumidite con soluzione fisiolo-
gIca o acqua bidistillata. In seguito si
inserisce l'arto o la zona lesionata in
lare. In una siringa da 20 CC vengono
aspirati 10 ml di miscela di O2-03 alla
concentrazione di 30 microgr./ml; Si
prelevano quindi 10 ml di sangue, si
miscela delicatamente e si inietta intra-
Protocollo SIOOT933903 ÉSTATO ESAMINATO DAL cOMITATO
ETICO DELLUNIVERSITÁ DI PAVIA, CHE LO HA APPROVATo IN
ACCORDO CON I PRINCIPI ETICIun sacchetto di plastica a tenuta e vi si
immette, attraverso un apposito tubo
di raccordo, una miscela di 02-03 alla
Istituto di Farmacologia Il - Università degli Studi di Pavia
Luigi Valdenassi, Plinio Richelmi, Marianno Franzini, Angelo Bignamini,
Antonio Brundusino, Francantonio Bertè
muscolo.
concentrazione di 20 microg/ml fino al
riempimento del sacchetto. L'atmosfera
di O2-03 intorno alla zona lesionata va
GRANDE AUTOEMOTERAPIA
Per grande autoemoterapia si intende il
prelievo di sangue da una vena e la sua
successiva reinfusione. Si utilizza un'ap-
posita sacca certiticata SANO3 per san-
gue e ozono. Si prelevano 150 ml di
sangue venoso. Si arricchisce il sangue
prelevato con 100/150 c. di miscela
ossigeno- ozono a concentrazioni va-
riabili secondo i protocolli. Dopo aver
mescolato delicatamente, il sangue, ac
quistato un colore rosso brillante, viene
reinfuso senza distacco in vena.
SACCA CERTIFICATA SANO3mantenuta per 20-30 minuti. ll tratta-
mento va eseguito due volte alla setti-
mana. L'applicazione locale di ossigeno
-ozono tramite contatto nel sacchetto
consente di ottenere una rapida de-
tersione e sterilizzazione dell'ulcera
associato ad un notevole stimolo alla
GRANDE
AUTOEMOTERAPIA
2
modeste, moderate, intense), registra-
te come numero, e misurate.
Al termine del trattamento sia il medico
Tale differenza è rilevabile indipenden-
temente dalla tecnica di analisi utiliz- MEDICAL 95 CPSIl trattamento di Ossigeno Ozono Tera-
pia consiste in una o due autoemoinfu
sioni settimanali di 120/150 ml di san-
gue trattato con 100/150 ml di ozono,
con concentrazione 20/30/40 ug per un dizio globale di efficacia e di tollera-
periodo non superiore alle 8 settimane.
La miscela ossigeno-ozono medicale è «buona», «discreta», «scarsa» o
«nulla».
prodotta con apparecchi per ossigeno l paziente ha inoltre espresso indipen-
ozono terapia conformi alle specifiche dentemente, nella stessa occasione,tecniche descritte in protocollo (Mul- un giudizio sull'accettabilità del tratta-
tiossigen 95HT o 99MT).
Si utilizzano sacche di plastica SANO3 termini.
per emoinfusione ed il sangue viene
raccolto nella sacca fino a
ra9giungere RISULTATIla quantità programmata (ca. 150 cc).
Dal generatore di ozono si preleva la risultati di efficacia indicano che una
miscela di ossigeno ozono alla concen
trazionedesiderata (20, 30 o 40 Hg/ml)
mediante siringa da 50 c, immetten-
dolo nella sacca attraverso il deflussore.
zata e risulta non solo statisticamente
significativa, ma anche altamente pre-
dittiva in considerazione della possibile
estensione alla popolazione bersaglio
dei pazienti affetti dalla patologia esa-
minata, da cui è stato tratto il campione
analizzato in questo studio. Questa dif
terenza è evidentemente dovuta all'e-
splicarsi delle attività farmacodinami-
che proprie dell'ozono, non implicando
la comparsa di eventi avversi clinica-
mente rilevabili. Rilevante è l'assenza di
che il paziente hanno espresso un giu-
bilità generale con i termini «ottima»,
mento applicato, impiegando gli stessi
alterazioni dei parametri di laboratorio
e la mancanza di altre variazioni apprez-
zabili conseguenti all'introduzione di
Ozono nel circolo
percentuale significativamente supe-
riore di pazienti ha tratto beneficio te-
rapeutico obiettivabile dall'impiego di
Ossigeno Ozono Terapia, rispetto ai
pazienti trattati farmacologicamente.
Fig. 1- MEDICAL 95 CPS, Apparecchiatura
per Ossigeno Ozono Terapia.
Certificata 93/42/CEE Classe 2A
Bibliografia richiesta
www.ossigenoozono.itDopo aver aggiunto la quantità di san-
gue e la quantità di ozono programma-
ta, si solleva la sacca senza
distaccarlaI pazienti trattati con ozono-
dal paziente e si inizia la reinfusione.
Ad ogni visita viene rilevata la sintoma-
tologia specifica nell'arto maggiormen-
te affetto: dolore clinostatico, ortosta-
tico e al movimento, edema del piede
e della gamba, alterazioni del trofismo
cutaneo e la rilevazione di eventuali ul-
cere da stasi. Queste ultime venivano
DELLA STESSA COLLANA:
terapia hanno evidenziato un
miglioramento della condizio
ne vascolare di entità signifi-
cativamente maggiore a parità
di tempo, o significativamente
più rapida a parità di effetto,
con l'ossigeno ozono terapia
rispetto ai trattamenti di rife-
L'OZONO
L'OSSIGENO OZONO TERAPIA
NEL TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE L'OZONO OZONO vs DISBIOSI
NELLA TEKAI"lA DEL DOLURC CEREBROVASCOLARI ENEURODEGENERATIVE IN UROGINECOLOGIA
ACURA DIP8O MARANO FRAN*M
CCOKs
valutate globalmente (assenti, minime,
sIO o T
SocietàScientiica
S OOT SIO 0 T
rimento. SocietaScienticaOssigeno Ozono Terapi O8Sigeno OzOno Terapha
Puo richiederli gratuitamente al suo medico ozonoterapeuta SIoOT/ASOO
14
15
REQUISITI ESSENZIALI PER ESERCITARE
LOSSIGENO OZONO TERAPIA
OZONO TERAPIA
APPLICAZIONI CLINICHE
"...conferma che il medico, sotto la propria responsabilità, e secondo scienza e
coscienza, possa eseguire la pratica medica dell'ossigeno ozono terapia ottempe
rando alle seguenti prescrizioni:
Herpes Zostere Simplex/Acne Eczema - Lipodistrofia
(Cellulite)
Arteriosclerosi - Epatopatie - Morbo di Crohn - Osteopo-
rosi-Artritereumatoide Diabete
Cardiopatia ischemica-Angina-Recupero post-infarto
Demenza senile -Artrosi -
Processi infiammatori cronici-
Dolore cronico -
Rivitalizzante -
Arteriosclerosi
Rivitalizza il corpo e la mente Aumenta la resistenza allo
sforzo
DERMATOLOGIA
MEDICINA INTERNA
1 operi in un ambulatorio/studio medico adeguatamente attrezzato (farmaci
salvavita, presidi di supporto ventilatorio o pallone ambu, condizioni igieniche e di
sicurezza idonee, smaltimento dei rifiuti;
2 si attenga ai Protocolli Terapeutici e alle Linee Guidaformulate dalla SIO-
OT e presentate agli Ordini dei Medici e al Ministero della Salute, si raccomanda
inoltre l'utilizzo del consenso informato;
3 abbia seguito almeno un
corso teorico-praticodi apprendimento e aggior
namento annuale della metodica (masteruniversitari, corsi di perfezionamentoe
corsi di aggiornamento della SIOOT);
4 utilizzi apparecchiature e materiali di consumo (sacche etc) certificatese-
condo il DL.vo 46/97, Direttiva CEE 93/42 in classe 2A;
CARDIOLOGIA
GERIATRIA
ANTI-ETA':
ocULISTICA Maculopatia degenerativa
Cefaleevascolari e tensive -
Depressione -
Malattie neu-
rovascolari - TIA - Ictus - Sindrome da affaticamento cro-
nico
NEUROLOGIA
NEUROCHIRURGIA Ernia del disco - Dolore lombare e cervicale - Lomboscia-
talgia Dolore post operatorioda chirurgia vertebrale
Trattamento carie e disinfezione post chirurgia impianta-
re-Osteonecrosi
ODONTOIATRIA
Da Conferenza di Consenso - Istituto Superiore di Sanità
ISSN 1123-3117 Rapporti ISTISAN 08/9
CIRCOLARE DGFDM/l/P/1752/14 C.C. DEL 20 gennaio 2005
ONCOLOGIA Adiuvante nella radio/chemioterapia
Reumatismo articolare Gonartrosi - CoxartrosiORTOPEDIA
VASCOLARE
5- vi ricordiamo inoltre che, oltre alle apparecchiature mediche perossigeno ozo-
no terapia certificate in classe 2A della direttiva CEE 93/42, è indispensabile
utilizzare sacche specificatamente certificate per sangue e ozono;
6 le apparecchiature, come da manuale, devono essere revisionate dopo 4
anni/200 ore di utilizzo"
Insufficienza venosa -
Ulcera diabetica -
Ulcera post-fie-
bica Ulceretrofiche Arteriopatie periferiche
Coliti-Colon irritabile -
Dismetabolismi -
Intolleranze ali-
mentariUlcera gastrica HelicobacterPilori Stipsi
Riabilitazione neuromotoria -Fibromialgia
Complicanze infettive post chirurgiche- Prevenzione e
post intervento chirurgico
BPCO e ipertensione polmonare Asma -
Rinite allergica
DISBIOSI INTESTINALE
FISIATRIA
CHIRURGIA
PNEUMOLOGIA
MALATTIE DEGENERATIVE Sclerosi multipla SLA Parkinson - Demenza senile pre-
coce
UROGINECOLOGIA Trattamento delle infezioni uroginecologiche
SIOOT Società Scientifica Ossigeno Ozono Terapia
Via Don Luigi Sturzo, 2 Gorle (BG) - info@ossigenoozono.it - www.ossigenoozono.it
Tel. 035 19910105 - Fax. 035 2922550

More Related Content

What's hot

Apparato cardiocircolatorio
Apparato cardiocircolatorioApparato cardiocircolatorio
Apparato cardiocircolatorioAndrea Biagioni
 
TROMBOSI VENOSA PROFONDA TVP LEZIONE MEDICINA INTERNA ROBERTO LEO 2019
TROMBOSI VENOSA PROFONDA TVP LEZIONE MEDICINA INTERNA ROBERTO LEO 2019TROMBOSI VENOSA PROFONDA TVP LEZIONE MEDICINA INTERNA ROBERTO LEO 2019
TROMBOSI VENOSA PROFONDA TVP LEZIONE MEDICINA INTERNA ROBERTO LEO 2019Roberto LEO, MD, FACP
 
Crs2 111112175358-phpapp02
Crs2 111112175358-phpapp02Crs2 111112175358-phpapp02
Crs2 111112175358-phpapp02Acidflame
 
IMAGING RADIOLOGICO NELLA IPERTENSIONE POLMONARE
IMAGING RADIOLOGICO NELLA IPERTENSIONE POLMONAREIMAGING RADIOLOGICO NELLA IPERTENSIONE POLMONARE
IMAGING RADIOLOGICO NELLA IPERTENSIONE POLMONAREPAH-GHIO
 
Apparato cardiocircolatorio
Apparato cardiocircolatorioApparato cardiocircolatorio
Apparato cardiocircolatorioAndrea Biagioni
 
Sistema cardiocircolatorio
Sistema cardiocircolatorioSistema cardiocircolatorio
Sistema cardiocircolatorioAndrea Biagioni
 
EMOSTASI
EMOSTASIEMOSTASI
EMOSTASIDario
 
Pericolo! Malattia Vascolare periferica e un Chiropratico puo non mescolare!
Pericolo! Malattia Vascolare periferica e un Chiropratico puo non mescolare!Pericolo! Malattia Vascolare periferica e un Chiropratico puo non mescolare!
Pericolo! Malattia Vascolare periferica e un Chiropratico puo non mescolare!omniscientphobi13
 
EMOSTASI
EMOSTASIEMOSTASI
EMOSTASIDario
 
Fisiopatologia dell’Edema Polmonare, Terapia Farmacologica e NIMV
Fisiopatologia dell’Edema Polmonare, Terapia Farmacologica e NIMVFisiopatologia dell’Edema Polmonare, Terapia Farmacologica e NIMV
Fisiopatologia dell’Edema Polmonare, Terapia Farmacologica e NIMVStefano Picciolo
 
Trattamento percutaneo delle valvulopatie.
Trattamento percutaneo delle valvulopatie.Trattamento percutaneo delle valvulopatie.
Trattamento percutaneo delle valvulopatie.Giovanni Pagana
 
X stream _innovazioni nella dialisi extracorporea
X stream _innovazioni nella dialisi extracorporeaX stream _innovazioni nella dialisi extracorporea
X stream _innovazioni nella dialisi extracorporeaGiuseppe Quintaliani
 
IL PAZIENTE ADULTO CON VENTRICOLO UNICO
IL PAZIENTE ADULTO CON VENTRICOLO UNICOIL PAZIENTE ADULTO CON VENTRICOLO UNICO
IL PAZIENTE ADULTO CON VENTRICOLO UNICOguch-piemonte
 
ENTEROPATIA PROTEINO DIPENDENTE
ENTEROPATIA PROTEINO DIPENDENTEENTEROPATIA PROTEINO DIPENDENTE
ENTEROPATIA PROTEINO DIPENDENTEguch-piemonte
 

What's hot (20)

Apparato cardiocircolatorio
Apparato cardiocircolatorioApparato cardiocircolatorio
Apparato cardiocircolatorio
 
TROMBOSI VENOSA PROFONDA TVP LEZIONE MEDICINA INTERNA ROBERTO LEO 2019
TROMBOSI VENOSA PROFONDA TVP LEZIONE MEDICINA INTERNA ROBERTO LEO 2019TROMBOSI VENOSA PROFONDA TVP LEZIONE MEDICINA INTERNA ROBERTO LEO 2019
TROMBOSI VENOSA PROFONDA TVP LEZIONE MEDICINA INTERNA ROBERTO LEO 2019
 
Format iap
Format  iapFormat  iap
Format iap
 
Crs2 111112175358-phpapp02
Crs2 111112175358-phpapp02Crs2 111112175358-phpapp02
Crs2 111112175358-phpapp02
 
IMAGING RADIOLOGICO NELLA IPERTENSIONE POLMONARE
IMAGING RADIOLOGICO NELLA IPERTENSIONE POLMONAREIMAGING RADIOLOGICO NELLA IPERTENSIONE POLMONARE
IMAGING RADIOLOGICO NELLA IPERTENSIONE POLMONARE
 
La cardiopatia sclerodermica
La cardiopatia sclerodermicaLa cardiopatia sclerodermica
La cardiopatia sclerodermica
 
Apparato cardiocircolatorio
Apparato cardiocircolatorioApparato cardiocircolatorio
Apparato cardiocircolatorio
 
Sistema cardiocircolatorio
Sistema cardiocircolatorioSistema cardiocircolatorio
Sistema cardiocircolatorio
 
EMOSTASI
EMOSTASIEMOSTASI
EMOSTASI
 
Pericardite
PericarditePericardite
Pericardite
 
Pericolo! Malattia Vascolare periferica e un Chiropratico puo non mescolare!
Pericolo! Malattia Vascolare periferica e un Chiropratico puo non mescolare!Pericolo! Malattia Vascolare periferica e un Chiropratico puo non mescolare!
Pericolo! Malattia Vascolare periferica e un Chiropratico puo non mescolare!
 
EMOSTASI
EMOSTASIEMOSTASI
EMOSTASI
 
Fisiopatologia dell’Edema Polmonare, Terapia Farmacologica e NIMV
Fisiopatologia dell’Edema Polmonare, Terapia Farmacologica e NIMVFisiopatologia dell’Edema Polmonare, Terapia Farmacologica e NIMV
Fisiopatologia dell’Edema Polmonare, Terapia Farmacologica e NIMV
 
Miocardite Prof. Roberto Leo
Miocardite Prof. Roberto LeoMiocardite Prof. Roberto Leo
Miocardite Prof. Roberto Leo
 
Trattamento percutaneo delle valvulopatie.
Trattamento percutaneo delle valvulopatie.Trattamento percutaneo delle valvulopatie.
Trattamento percutaneo delle valvulopatie.
 
X stream _innovazioni nella dialisi extracorporea
X stream _innovazioni nella dialisi extracorporeaX stream _innovazioni nella dialisi extracorporea
X stream _innovazioni nella dialisi extracorporea
 
IL PAZIENTE ADULTO CON VENTRICOLO UNICO
IL PAZIENTE ADULTO CON VENTRICOLO UNICOIL PAZIENTE ADULTO CON VENTRICOLO UNICO
IL PAZIENTE ADULTO CON VENTRICOLO UNICO
 
Seminario ima
Seminario imaSeminario ima
Seminario ima
 
ENTEROPATIA PROTEINO DIPENDENTE
ENTEROPATIA PROTEINO DIPENDENTEENTEROPATIA PROTEINO DIPENDENTE
ENTEROPATIA PROTEINO DIPENDENTE
 
Aneurismi polmonari
Aneurismi polmonariAneurismi polmonari
Aneurismi polmonari
 

Similar to SIOOT

Fattori di rischio nella donna e infarto miocardio.pptx
Fattori di rischio nella donna e infarto miocardio.pptxFattori di rischio nella donna e infarto miocardio.pptx
Fattori di rischio nella donna e infarto miocardio.pptxdarlexklaus
 
Trombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina s
Trombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina sTrombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina s
Trombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina sMerqurioEditore_redazione
 
32 shock ipovolemico
32 shock ipovolemico32 shock ipovolemico
32 shock ipovolemicoAntonio Tod55
 
Format manif cliniche
Format manif clinicheFormat manif cliniche
Format manif clinicheAcidflame
 
Zappa Maria Cristina. Diagnosi e trattamento dell'ipertensione polmonare. ASM...
Zappa Maria Cristina. Diagnosi e trattamento dell'ipertensione polmonare. ASM...Zappa Maria Cristina. Diagnosi e trattamento dell'ipertensione polmonare. ASM...
Zappa Maria Cristina. Diagnosi e trattamento dell'ipertensione polmonare. ASM...Gianfranco Tammaro
 
Format manif cliniche
Format manif clinicheFormat manif cliniche
Format manif clinicheAcidflame
 
Format manif cliniche
Format manif clinicheFormat manif cliniche
Format manif clinicheAcidflame
 
Fedeli Giorgio. Ipertensione arteriosa nell'anziano. ASMaD 2010
Fedeli Giorgio. Ipertensione arteriosa nell'anziano. ASMaD 2010Fedeli Giorgio. Ipertensione arteriosa nell'anziano. ASMaD 2010
Fedeli Giorgio. Ipertensione arteriosa nell'anziano. ASMaD 2010Gianfranco Tammaro
 
Format manif cliniche
Format manif clinicheFormat manif cliniche
Format manif clinicheAcidflame
 
La consulenza di medicina trasfusionale b. rondinelli- supplemento ocd news ...
La consulenza di medicina trasfusionale  b. rondinelli- supplemento ocd news ...La consulenza di medicina trasfusionale  b. rondinelli- supplemento ocd news ...
La consulenza di medicina trasfusionale b. rondinelli- supplemento ocd news ...anemo_site
 
Brusca V. Complicanze delle OSA: Obesità come fattore di rischio indipendente...
Brusca V. Complicanze delle OSA: Obesità come fattore di rischio indipendente...Brusca V. Complicanze delle OSA: Obesità come fattore di rischio indipendente...
Brusca V. Complicanze delle OSA: Obesità come fattore di rischio indipendente...Gianfranco Tammaro
 
rischio CV in IRC Dr. Ferraa un nostro amico delal nostra scuola nefrologica
rischio CV in IRC Dr. Ferraa un nostro amico delal nostra scuola nefrologicarischio CV in IRC Dr. Ferraa un nostro amico delal nostra scuola nefrologica
rischio CV in IRC Dr. Ferraa un nostro amico delal nostra scuola nefrologicaGiuseppe Quintaliani
 
Rm intermedia giunta giuliano
Rm intermedia giunta giulianoRm intermedia giunta giuliano
Rm intermedia giunta giulianoPietro Giuliano
 
Rm intermedia giunta giuliano
Rm intermedia giunta giulianoRm intermedia giunta giuliano
Rm intermedia giunta giulianoPietro Giuliano
 
Cotroneo Enrico. Cefalea e malformazioni vascolari cerebrali. ASMaD 2011
Cotroneo Enrico. Cefalea e malformazioni vascolari cerebrali. ASMaD 2011Cotroneo Enrico. Cefalea e malformazioni vascolari cerebrali. ASMaD 2011
Cotroneo Enrico. Cefalea e malformazioni vascolari cerebrali. ASMaD 2011Gianfranco Tammaro
 

Similar to SIOOT (20)

Fattori di rischio nella donna e infarto miocardio.pptx
Fattori di rischio nella donna e infarto miocardio.pptxFattori di rischio nella donna e infarto miocardio.pptx
Fattori di rischio nella donna e infarto miocardio.pptx
 
Trombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina s
Trombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina sTrombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina s
Trombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina s
 
Stenosi carotidea. Dott Mauro Zanocchi
Stenosi carotidea. Dott Mauro ZanocchiStenosi carotidea. Dott Mauro Zanocchi
Stenosi carotidea. Dott Mauro Zanocchi
 
Pagine da fitness cardiometabolico manuale
Pagine da fitness cardiometabolico manualePagine da fitness cardiometabolico manuale
Pagine da fitness cardiometabolico manuale
 
32 shock ipovolemico
32 shock ipovolemico32 shock ipovolemico
32 shock ipovolemico
 
Format manif cliniche
Format manif clinicheFormat manif cliniche
Format manif cliniche
 
Cardiopatia ischemica Sintomatica ad esordio negli ultimi 12 mesi in paziente...
Cardiopatia ischemica Sintomatica ad esordio negli ultimi 12 mesi in paziente...Cardiopatia ischemica Sintomatica ad esordio negli ultimi 12 mesi in paziente...
Cardiopatia ischemica Sintomatica ad esordio negli ultimi 12 mesi in paziente...
 
Zappa Maria Cristina. Diagnosi e trattamento dell'ipertensione polmonare. ASM...
Zappa Maria Cristina. Diagnosi e trattamento dell'ipertensione polmonare. ASM...Zappa Maria Cristina. Diagnosi e trattamento dell'ipertensione polmonare. ASM...
Zappa Maria Cristina. Diagnosi e trattamento dell'ipertensione polmonare. ASM...
 
Embolia polmonare. Dott. Mauro Zanocchi
Embolia polmonare. Dott. Mauro ZanocchiEmbolia polmonare. Dott. Mauro Zanocchi
Embolia polmonare. Dott. Mauro Zanocchi
 
Format manif cliniche
Format manif clinicheFormat manif cliniche
Format manif cliniche
 
Format manif cliniche
Format manif clinicheFormat manif cliniche
Format manif cliniche
 
Fedeli Giorgio. Ipertensione arteriosa nell'anziano. ASMaD 2010
Fedeli Giorgio. Ipertensione arteriosa nell'anziano. ASMaD 2010Fedeli Giorgio. Ipertensione arteriosa nell'anziano. ASMaD 2010
Fedeli Giorgio. Ipertensione arteriosa nell'anziano. ASMaD 2010
 
Format manif cliniche
Format manif clinicheFormat manif cliniche
Format manif cliniche
 
La consulenza di medicina trasfusionale b. rondinelli- supplemento ocd news ...
La consulenza di medicina trasfusionale  b. rondinelli- supplemento ocd news ...La consulenza di medicina trasfusionale  b. rondinelli- supplemento ocd news ...
La consulenza di medicina trasfusionale b. rondinelli- supplemento ocd news ...
 
Brusca V. Complicanze delle OSA: Obesità come fattore di rischio indipendente...
Brusca V. Complicanze delle OSA: Obesità come fattore di rischio indipendente...Brusca V. Complicanze delle OSA: Obesità come fattore di rischio indipendente...
Brusca V. Complicanze delle OSA: Obesità come fattore di rischio indipendente...
 
Presentazione2
Presentazione2Presentazione2
Presentazione2
 
rischio CV in IRC Dr. Ferraa un nostro amico delal nostra scuola nefrologica
rischio CV in IRC Dr. Ferraa un nostro amico delal nostra scuola nefrologicarischio CV in IRC Dr. Ferraa un nostro amico delal nostra scuola nefrologica
rischio CV in IRC Dr. Ferraa un nostro amico delal nostra scuola nefrologica
 
Rm intermedia giunta giuliano
Rm intermedia giunta giulianoRm intermedia giunta giuliano
Rm intermedia giunta giuliano
 
Rm intermedia giunta giuliano
Rm intermedia giunta giulianoRm intermedia giunta giuliano
Rm intermedia giunta giuliano
 
Cotroneo Enrico. Cefalea e malformazioni vascolari cerebrali. ASMaD 2011
Cotroneo Enrico. Cefalea e malformazioni vascolari cerebrali. ASMaD 2011Cotroneo Enrico. Cefalea e malformazioni vascolari cerebrali. ASMaD 2011
Cotroneo Enrico. Cefalea e malformazioni vascolari cerebrali. ASMaD 2011
 

More from Michele Costa (13)

SIOOT
SIOOTSIOOT
SIOOT
 
SIOOT
SIOOTSIOOT
SIOOT
 
Ozonopatia
OzonopatiaOzonopatia
Ozonopatia
 
SIOOT
SIOOTSIOOT
SIOOT
 
SIOOT
SIOOTSIOOT
SIOOT
 
SIOOT
SIOOTSIOOT
SIOOT
 
SIOOT
SIOOTSIOOT
SIOOT
 
SIOOT
SIOOTSIOOT
SIOOT
 
SIOOT
SIOOTSIOOT
SIOOT
 
SIOOT
SIOOTSIOOT
SIOOT
 
Il trattamento del Papilloma virus della mucosa Geniena mediante ossigeno-ozo...
Il trattamento del Papilloma virus della mucosa Geniena mediante ossigeno-ozo...Il trattamento del Papilloma virus della mucosa Geniena mediante ossigeno-ozo...
Il trattamento del Papilloma virus della mucosa Geniena mediante ossigeno-ozo...
 
Tariffario ANDI
Tariffario ANDITariffario ANDI
Tariffario ANDI
 
Gherkin - crash course
Gherkin - crash courseGherkin - crash course
Gherkin - crash course
 

SIOOT

  • 1. TERZA EDIZIONE LOZONO NEL TRATTAMENTO DELLE ARTERIOPATIE, DELLE ULCERE, DELLE PIAGHE EDELLE INSUFFICIENZE VENOSE A CURA DI PROF. MARIANNO FRANZINI DOTT.SSA MARGHERITA GATTI SIO O T Società Scientifica Ossigeno Ozono Terapia
  • 2. EPIDEMIOLOGIA "Qualunque dolore, sofferenza o malattia, è causato da un'insufficiente ossigenazione a livello cellulare Lincidenza delle malattie cardiovascolari nel mondo segue di pari passo il pro- gresso economico che si lega fortemente all'industrializzazione; di conseguenza vale l'equazione paesi fortemente industrializzati = popolazione a forte incidenza di malattie cardiovascolari. La mortalità per tale affezione supera ormai mediamente il 50% di tutte le cause di morte e si pone al primo posto, seguita dai tumori. Negli ultimi 30 anni la mortalità per incidenti cardiovascolari si è duplicata passan- do a oltre il 50%, la morbilità sembra vicina alla triplicazione. L'incidenza annuale èdel 6% per arteriopatie obliteranti, 10% per infarto del miocardio, 4% per cere- brovasculopatie; di conseguenza le vasculopatie periferiche occupano il 1° posto per morbilità alla pari con le coronaropatie in confronto a tutte le altre patologie. trase tratta da IFATTORI DI RISCHIOSONO:PERTENSIONE DISLPIDEMIE - DIABETE TABAGISMO ALIMENTAZIONESBILANCIATA USO DI ANTICONCEZIONALI -STRESS OSSIGENO 0ZONOTERAPIA L'OZONO NELLE ARTERIOPATIE CRONI- CHE OSTRUTTIVEChe cos'ê e cosa fa Con il termine di arteriopatie croniche ostruttive si indicano tutte quelle torme morbose caratterizzate da un lento pro cesso di occlusione del lume arterioso Manuale deila buona salute SedentarietàSenza doicre Fattori genetici ed ereditari Ne consegue che le patologie più fre- quentemente chiamate in causa sono:treta et. tme nell'ambito dell'asse vascolare degli arti inferiori (malattia obliterante). fattori di rischio della malattia oblite- 1. Aterosclerosi 2. Diabete "Ossigeno Ozono Terapia Che cos'è e cosa fa" Autore: Prof. Marianno Franzini 3. Tromboangioite obliterante 4. Malattia e sindrome di Raynaud rante sono: Displidemia pertensione arteriosa Tabagismno Gotta Edizione SIOOT Quale sia la causa, arteritica o atero sclerotica, l'occlusione di un'arteria cro- nicamente istituita provoca protondeObesità
  • 3. modificazioni emodinamiche intutto il STADIO fugaci parestesie, senso di torpore, momenti di ipotermia, indo- lenzimenti modesti alla deambulazione II STADIO claudicatio intermittens, DISCUSSIONE distretto vascolare. Infatti l'ostruzione messi dalla malattia obliterante. QuiLa malattia obliterante è oggi conside- rata malattia multifattoriale nellaquale,accanto all'indubbio ruolo svolto dal colesterolo e dalle LDL, deve essere riconosciuta responsabilità primaria segmentaria di un tronco arterioso pro- voca il crollo della pressione distale e quindi l'instaurarsi di un gra diente pressorio tra il territorio vascola- re a monte e quello posto a valle dell'o- struzione medesima. Tale gradiente pressorio è il momento fondamentale nella genesi del circolo collaterale che consente sempre il ripristino di un flus- so, sia pur ridotto, nel territorio arterio- so distale (riabilitazione dell'arteria). Il circolo collaterale spesso non e in grado di mantenere condizioni di flus- so sufficienti alla vita dei tessuti a valle, infatti, altri tattori come la diminuziaone della velocità di flusso e la protrusio ne nel lume vasale delle placche ate- romasiche, favoriscono ulteriormente sComparsa dei polsi periferici; Il STADIO pallore, riduzione ed assen- za degli annessi cutanei, ipotermia, cia- nosi, dolore a riposo (notturno), lesioni trofiche ulcerative in sede periunguea- le; IV STADIO gangrene. anche ai tattori emostatici ed emoreo- l'adesione delle emazie tra loro e con logici. Poiselle con la formula Dpm r/8 n 1 ha dato un notevole contributo suitattori che influenzano la capacità di portata dei vasi. Dalla formula si evince che nel sistema le pareti vasali determinano un blocco pressoché totale del flusso ematico. Tutto cio è estremamente deleterio nei distretti periferici dove è massimo lo scambio metabolico perché tali fattori, aumentando la viscosità, tendono a ri- durre ulteriormente la velocità di flusso vascolare periferico di un arteriopatico, fermo restando la lunghezza del vaso, la riduzione della sua sezione (rur ), l'au- mento del gradiente pressorio (DP) utile alla riabilitazione collaterale, la vi- scosità (n) resta l'unico parametro utile a migliorare la perfusione a valle di una Vena liaca e la linearità di scorrimento, aggravan do la condizione ipossica. Visto allora che il flusso ematico dipen- de dalla deformabilità, dalla tendenza VENE PROFONDEproprio perché la sua area di sezione e la sua capacità di portata sono molto minori di quelle del tronco arterioso in Vena Femorale all'impilamento e dal numero dei glo buli rossi, passiamo a considerare i mo- tivi di impiego dell'Ozono in tali pato- logie. La reazione di perossidazione dei lipidi di membrana indotta dalla sommini- Cui Si e instaurata l'occlusione. ostruzione. Fondamentale la possibilità che la ma lattia di base leda col tempo l'integri tà funzionale di questi circoli vicarianti Sino a compromettere del tutto la vitali- tà dei tessuti a valle della stenosi. VENE Il sangue, infatti, è un liquido viscoso costituito da plasma, fattore anch'esso di una certa importante oggi negli studi emodinamica e da cellule. SUPERFICIALI Vena Poplitea Grande Safena Quest'ultime sono rappresentate perlo più dal 99% da globuli rossi, ciò signi fica che in pratica i leucociti quasi non partecipano alla determinazione delle proprietà fisiche del sangue. Lematocrito, dunque, rappresenta in maniera direttamente proporzionale l'attrito tra i diversi strati del sangue ed indica la viscosità. strazione di ozono provoca 1. Aumento della carica negativa di membrana; Fontaine ha schematizzato persegnie sintomi I'andamento clinico evolutivo della malattia obliterante in 4 stadi: Vena Tibiale Safena Minore 2. Accorciamento delle catene lipidi che conseguente «rilassamento» della membrana stessa. Quest'ultimo tenomeno è da interpre tare come una iniziale interazione della membrana al gas che si concluderebbe con la lesione della stessa all'aumenta-Il problema diviene più complesso nei vasi del sistema circolatorio compro re delle dosi di ozono.
  • 4. (colorito cutaneo, presenza di edema, temperatura cutanea, presenza di polsi periferici, ec.), sintomatologicamente (presenza di parestesie e senso di tor- pore, presenza di dolore a riposo, clau- dicato intermittens), strumentalmente (dopplersonografia arteriosa e venosa, pletismografia) e bioumoralmente (in- dagini di routine). Nei confronti di quest'ultime, le altera- zioni più significative venivano riscon- trate nei pazienti diabetici al ll - IV sta- dio di Fontaine. Comunque sia, il «rilasciamento» della membrana e l'aumento delle cariche negative di superficie, dopo sommini strazione di ozono, finiscono per avere un'influenza sulla reologia ematica. Ciò è da imputare al fatto che tali mo- dificazioni eritrocitarie, nei capillari piùpiccoli e nei vasi stenosati, dove le emazie procedono lungo l'asse del vaso a pila di monete (effetto Fagra- eus-Lindqvist) aumentando la defor mabilità e riducendo l'impilamento dei globuli rossi, facilitano lo scorrimento e quindi gli scambi metabolici. D'al- tro canto i perossidi penetrati nel glo- bulo rosso influenzano il metabolismo ARTERIA OSTRUITAIpazienti venivano avviati al protocollo terapeutico che comprendeva la som- ministrazione di ozono mediante auto- RISULTATI emoterapia combinata all'applicazione topica giornaliera con sacchetti in co- loro che presentavano lesioni necroti- che- ulcerative periferiche (lIl - IV stadio secondo Fontaine). intraeritrocitario attivando la glicolisi ed aumentando la produzione di 2-3 DPG. Tale meccanismo congiuntamen te all 'effetto Bohr spostano a destra la curva di dissociazione dell'emoglobina provocando il rilascio di ossigeno. I meccanismi sin qui descritti (aumen tata cessione di ossigeno, moditica zione della reologia ematica) hanno come risultato finale una diminuzione 1. Immediato miglioramento del dolore dopo la prima autoemoterapia nei pa- zienti al ll stadio con dolore a riposo; 2. Notevole miglioramento della claudi- catio intermittens che in alcuni pazienti subiva modificazioni già dopo le prime applicazioni (aumento dei metri percor si prima della comparsa del dolore) e tendente a scomparire nella maggior parte col prosieguo della terapia; 3. Miglioramento dei segni obiettivi (riduzionedell'edema, dell'ipotermiae della cianosi); 4. Miglioramento dei dati strumentali (pletismografia); 5. I pazienti che prima del trattamen to mostravano agli esami strumentali estese occlusioni delle principali arte- rie, senza un sufficiente circolo collate- rale e con valori pressori poststenotici al di sotto dei 60 mmHg non hanno be- neficiato del trattamento. Lautoemoterapia prevedeva il prelievo di 100-150 ml di sangue in una sacca Ove era stato aggiunto 10 ml di ACD formula A. l| sangue trattato con ozono a posologie variabili tra i 28-32 ug/mluna volta miscelato, per aumentare la superficie di contatto tra sangue e gas, veniva lentamente reintuso al paziente. Gli schemi terapeutici prevedevano i seguenti tempi di somministrazione: 15 autoemo a cadenza bisettimanale; 10 autoemo a cadenza monosettimanale Riteniamo opportuno, dopo una revue internazionale sulle pratiche terapeuti che nelle arteriopatie croniche ostrut- tive, propendere verso una terapia sistemica. Infatti i tarmaci che maggior mente hanno risposto in maniera pale- se in una terapia a lungo termine sono stati 'ASA e l'indobufene. della pressione parziale di ossigeno venoso (dai normali 40 mmHg a meno di 20 mmHg) e non tanto un aumento dell'ossigeno arterioso. Tutti i pazienti prima di essere avviati al trattamento venivano monitorati obiettivamente Pertanto Il'ozono può rientrare nel ba- gaglio terapeutico di tali patologie, vista l'assenza di effetti collaterali edi risultati raggiunti con i nostri protocolli con follow-up a 24 mesi.applicazioni quindicinali e mensili per mantenere i risultati raggiunti.
  • 5. LE ULCERE Si definisce ulcera una persistente per dita di sostanza secondaria a processi necrotici della cute o delle mucose con ulcere delle collagenopatie ulcere delle angioneuropatie ulcere neurotrofiche che dotate di doppio legame (insature) formando un ozonide primario che, es- sendo fortemente instabile, si degrada dando origine ad un carbonile ed allo il triptofano oppure con la cisteina che contiene zolfo; reazione diretta con gli acidi grassi insaturi che vengono tra- sformati in composti idrosolubili.distruzione del rivestimento epiteliale e, in misura variabile dei piani sotto stanti. ulcere da linfangiopatie ulcere traumatiche zwitterion. Quest'ultimo, in presenza di acqua e sostanze reattive, forma perossidi. EFFETTI BIOLOGICIDa questo elenco si deduce come un'ulcera é fondamentalmente la con- DELLOZONONumerose sono le cause di ulcera. E fondamentale individuare la causa pri ma di iniziare qualsiasi terapia. La cau- sa più comune è senza dubbio la stasi venosa, sia per insufticienza di tipo va- ricoso che per sindrome post-flebitica. Altra causa, meno trequente, è l'ulcera ischemica da arteriopatia obliterante. rappresentano una patologia molto diffusa specie nei paesi occidentali che colpisce prevalentemente le donne. Se condo le statistiche, infatti, su sette pa zienti attetti vi sono 6 donne e un solo seguenza di un ditetto circolatorio di vario genere. Spesso nella sede dell'ulcera si sovrap- pone l'infezione che ne accentua i dan- ni e blocca la tendenza alla guarigione. L'ozono favorisce la formazione di pe- rossidi esplicando un effetto antibatte- rico ed antivirale. meccanismo antisettico è simile a quello che l'organismo utilizza abitual mente con la formazione, da parte dei leucociti adibiti alla fagocitosi batteri- ca, di una molecola a proprietà antioS sidante, simile a quella dell'03, cioè H202. L'effetto battericida dell'ozono L'Ossigeno Ozono Terapia nellelesio ni trofiche Ozono come molecola Lozono è una forma allotropica dell'os- sigeno; a temperatura ambiente è un gas incolore con un caratteristico odore acre e pungente da cui deriva il nomne (dal greco ozo = emano odore). Eun gas fortemente instabile e la sua velocità di decomposizione molecolare dipende dalla temperatura. La molecola dell'ozono è costituita da dipende soprattutto dalla presenza di acqua, ed è di tipo diretto. Nei confron- ti dei virus si ha soprattutto un'azione virustatica che li rende incapaci di ade- rire con i recettori cellulari sulla cellula uomo. Le lesioni che danno ulcerazione sono per un 5,5% quelle post-flebitiche e per circa un 2,4% lesioni da ulcere ve- nose. Altre torme etiopatogenetiche di ulcere: AZIONE DEL=OSSIGENO ozONO bersaglioe quindi di replicarsi. A livello dei globuli rossi si ha un aumento della oro deformabilità riducendo la viscosi- Ulcera arteriosclerotica tre atomi di ossigeno ed ha un peso molecolare di 48,00 dalton; la misu- Effetti dell'ozono sui metabolismi Ulcera ipertensiva Ulcera della tromboangioite oblite- Accelerazione dell'utilizzo del glucosio da parte delle cellule ed aumento di disponibilità di ATP nelle cellule (glico- lisi); intervento nel metabolismo delle razione fotometrica UV della concen- trazione dell'ozono prodotto da un generatore è un tattore di importanza tondamentale in campo medico. Lozono è un forte agente ossidante, capace di reagire con sostanze organi tà ematica globale ed aumento del 2,3 di fosfoglicerato (responsabile della cessione di O2 da parte dell'emoglobi- na ai tessuti) che ha, come fine ultimo, un netto miglioramento dei trasporto di 02 e quindi un'azione reologica. rante Ulcera diabetica proteine per la sua affinità con i gruppi sulfidrilici, reagendo cosi con gli ammi- noacidi essenziali come la metionina e
  • 6. 10 11 L'insufficienza venosa cronica è una te dei pazienti è stato largamente favo LINSUFFICIENZA VENOSA CRONICA condizione patologica evolutiva ed il suo trattamento unicamente farma cologico non è sutticiente per affron- tarla con successo. E previsto l'utilizzo dell'ossigeno ozono terapia mediante autoemotrasfusione; le caratteristiche di questa miscela di gas consentono, infatti, un approccio terapeutico efi- cace nei riguardi di molte patologie di origine vascolare. Sia la valutazione dell'efficacia, sia il giudizio di tollerabilità, hanno eviden- ziato una maggiore e più rapida rispo sta delle manifestazioni patologiche dopo il trattamento con 02C3 terapia. Anche il giudizio di accettabilità da par revole. TECNICHE DI SOMMINISTRAZIONE L'Ossigeno Ozono può essere som- ministrato sfruttando le sue principa- li funzioni:APLLICAZIONI LOCAL granulazione. L'ozono si é rivelato mol- to valido anche nel trattamento delleSi effettuano tramite iniezioni sottocu- 1. Una potente azione battericida, fun- gicida ed inattivante virale che si rea-tanee perilesionali (nelle ulcere) e peri- vasali (nella patologia venosa). Si utilizza un ago da 27 G e una concen- trazione di 10 mg./ml di O3. ulcere da decubito. In tal caso le appli- cazioni vanno effettuate a giorni alterni per 20 minuti alla concentrazione di 15 mg/ml. lizza mediante ossidazione dei micror ganismi; 2. Un miglioramento del trasporto dell'ossigeno in quanto l'ossigeno ozo- no oltre ad indurre un aumento dellaTRATTAMENTO LOCALE MEDIANTE APLLICAZIONI SISTEMICHE SACCHETTO PICCOLA AUTOEMOTERAPIA E' indispensabile agire in ambiente umido per permettere all'ozono di esercitare la sua azione: le lesioni ven- Per piccola autoemoterapia si intende un prelievo di sangue da una vena e la sua successiva reiniezione intramusco- deformabilità degli eritrociti determina un aumento della produzione del 2-3 difosfoglicerato responsabile della ces- sione di ossigeno ai tessuti. gono inumidite con soluzione fisiolo- gIca o acqua bidistillata. In seguito si inserisce l'arto o la zona lesionata in lare. In una siringa da 20 CC vengono aspirati 10 ml di miscela di O2-03 alla concentrazione di 30 microgr./ml; Si prelevano quindi 10 ml di sangue, si miscela delicatamente e si inietta intra- Protocollo SIOOT933903 ÉSTATO ESAMINATO DAL cOMITATO ETICO DELLUNIVERSITÁ DI PAVIA, CHE LO HA APPROVATo IN ACCORDO CON I PRINCIPI ETICIun sacchetto di plastica a tenuta e vi si immette, attraverso un apposito tubo di raccordo, una miscela di 02-03 alla Istituto di Farmacologia Il - Università degli Studi di Pavia Luigi Valdenassi, Plinio Richelmi, Marianno Franzini, Angelo Bignamini, Antonio Brundusino, Francantonio Bertè muscolo. concentrazione di 20 microg/ml fino al riempimento del sacchetto. L'atmosfera di O2-03 intorno alla zona lesionata va GRANDE AUTOEMOTERAPIA Per grande autoemoterapia si intende il prelievo di sangue da una vena e la sua successiva reinfusione. Si utilizza un'ap- posita sacca certiticata SANO3 per san- gue e ozono. Si prelevano 150 ml di sangue venoso. Si arricchisce il sangue prelevato con 100/150 c. di miscela ossigeno- ozono a concentrazioni va- riabili secondo i protocolli. Dopo aver mescolato delicatamente, il sangue, ac quistato un colore rosso brillante, viene reinfuso senza distacco in vena. SACCA CERTIFICATA SANO3mantenuta per 20-30 minuti. ll tratta- mento va eseguito due volte alla setti- mana. L'applicazione locale di ossigeno -ozono tramite contatto nel sacchetto consente di ottenere una rapida de- tersione e sterilizzazione dell'ulcera associato ad un notevole stimolo alla GRANDE AUTOEMOTERAPIA
  • 7. 2 modeste, moderate, intense), registra- te come numero, e misurate. Al termine del trattamento sia il medico Tale differenza è rilevabile indipenden- temente dalla tecnica di analisi utiliz- MEDICAL 95 CPSIl trattamento di Ossigeno Ozono Tera- pia consiste in una o due autoemoinfu sioni settimanali di 120/150 ml di san- gue trattato con 100/150 ml di ozono, con concentrazione 20/30/40 ug per un dizio globale di efficacia e di tollera- periodo non superiore alle 8 settimane. La miscela ossigeno-ozono medicale è «buona», «discreta», «scarsa» o «nulla». prodotta con apparecchi per ossigeno l paziente ha inoltre espresso indipen- ozono terapia conformi alle specifiche dentemente, nella stessa occasione,tecniche descritte in protocollo (Mul- un giudizio sull'accettabilità del tratta- tiossigen 95HT o 99MT). Si utilizzano sacche di plastica SANO3 termini. per emoinfusione ed il sangue viene raccolto nella sacca fino a ra9giungere RISULTATIla quantità programmata (ca. 150 cc). Dal generatore di ozono si preleva la risultati di efficacia indicano che una miscela di ossigeno ozono alla concen trazionedesiderata (20, 30 o 40 Hg/ml) mediante siringa da 50 c, immetten- dolo nella sacca attraverso il deflussore. zata e risulta non solo statisticamente significativa, ma anche altamente pre- dittiva in considerazione della possibile estensione alla popolazione bersaglio dei pazienti affetti dalla patologia esa- minata, da cui è stato tratto il campione analizzato in questo studio. Questa dif terenza è evidentemente dovuta all'e- splicarsi delle attività farmacodinami- che proprie dell'ozono, non implicando la comparsa di eventi avversi clinica- mente rilevabili. Rilevante è l'assenza di che il paziente hanno espresso un giu- bilità generale con i termini «ottima», mento applicato, impiegando gli stessi alterazioni dei parametri di laboratorio e la mancanza di altre variazioni apprez- zabili conseguenti all'introduzione di Ozono nel circolo percentuale significativamente supe- riore di pazienti ha tratto beneficio te- rapeutico obiettivabile dall'impiego di Ossigeno Ozono Terapia, rispetto ai pazienti trattati farmacologicamente. Fig. 1- MEDICAL 95 CPS, Apparecchiatura per Ossigeno Ozono Terapia. Certificata 93/42/CEE Classe 2A Bibliografia richiesta www.ossigenoozono.itDopo aver aggiunto la quantità di san- gue e la quantità di ozono programma- ta, si solleva la sacca senza distaccarlaI pazienti trattati con ozono- dal paziente e si inizia la reinfusione. Ad ogni visita viene rilevata la sintoma- tologia specifica nell'arto maggiormen- te affetto: dolore clinostatico, ortosta- tico e al movimento, edema del piede e della gamba, alterazioni del trofismo cutaneo e la rilevazione di eventuali ul- cere da stasi. Queste ultime venivano DELLA STESSA COLLANA: terapia hanno evidenziato un miglioramento della condizio ne vascolare di entità signifi- cativamente maggiore a parità di tempo, o significativamente più rapida a parità di effetto, con l'ossigeno ozono terapia rispetto ai trattamenti di rife- L'OZONO L'OSSIGENO OZONO TERAPIA NEL TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE L'OZONO OZONO vs DISBIOSI NELLA TEKAI"lA DEL DOLURC CEREBROVASCOLARI ENEURODEGENERATIVE IN UROGINECOLOGIA ACURA DIP8O MARANO FRAN*M CCOKs valutate globalmente (assenti, minime, sIO o T SocietàScientiica S OOT SIO 0 T rimento. SocietaScienticaOssigeno Ozono Terapi O8Sigeno OzOno Terapha Puo richiederli gratuitamente al suo medico ozonoterapeuta SIoOT/ASOO
  • 8. 14 15 REQUISITI ESSENZIALI PER ESERCITARE LOSSIGENO OZONO TERAPIA OZONO TERAPIA APPLICAZIONI CLINICHE "...conferma che il medico, sotto la propria responsabilità, e secondo scienza e coscienza, possa eseguire la pratica medica dell'ossigeno ozono terapia ottempe rando alle seguenti prescrizioni: Herpes Zostere Simplex/Acne Eczema - Lipodistrofia (Cellulite) Arteriosclerosi - Epatopatie - Morbo di Crohn - Osteopo- rosi-Artritereumatoide Diabete Cardiopatia ischemica-Angina-Recupero post-infarto Demenza senile -Artrosi - Processi infiammatori cronici- Dolore cronico - Rivitalizzante - Arteriosclerosi Rivitalizza il corpo e la mente Aumenta la resistenza allo sforzo DERMATOLOGIA MEDICINA INTERNA 1 operi in un ambulatorio/studio medico adeguatamente attrezzato (farmaci salvavita, presidi di supporto ventilatorio o pallone ambu, condizioni igieniche e di sicurezza idonee, smaltimento dei rifiuti; 2 si attenga ai Protocolli Terapeutici e alle Linee Guidaformulate dalla SIO- OT e presentate agli Ordini dei Medici e al Ministero della Salute, si raccomanda inoltre l'utilizzo del consenso informato; 3 abbia seguito almeno un corso teorico-praticodi apprendimento e aggior namento annuale della metodica (masteruniversitari, corsi di perfezionamentoe corsi di aggiornamento della SIOOT); 4 utilizzi apparecchiature e materiali di consumo (sacche etc) certificatese- condo il DL.vo 46/97, Direttiva CEE 93/42 in classe 2A; CARDIOLOGIA GERIATRIA ANTI-ETA': ocULISTICA Maculopatia degenerativa Cefaleevascolari e tensive - Depressione - Malattie neu- rovascolari - TIA - Ictus - Sindrome da affaticamento cro- nico NEUROLOGIA NEUROCHIRURGIA Ernia del disco - Dolore lombare e cervicale - Lomboscia- talgia Dolore post operatorioda chirurgia vertebrale Trattamento carie e disinfezione post chirurgia impianta- re-Osteonecrosi ODONTOIATRIA Da Conferenza di Consenso - Istituto Superiore di Sanità ISSN 1123-3117 Rapporti ISTISAN 08/9 CIRCOLARE DGFDM/l/P/1752/14 C.C. DEL 20 gennaio 2005 ONCOLOGIA Adiuvante nella radio/chemioterapia Reumatismo articolare Gonartrosi - CoxartrosiORTOPEDIA VASCOLARE 5- vi ricordiamo inoltre che, oltre alle apparecchiature mediche perossigeno ozo- no terapia certificate in classe 2A della direttiva CEE 93/42, è indispensabile utilizzare sacche specificatamente certificate per sangue e ozono; 6 le apparecchiature, come da manuale, devono essere revisionate dopo 4 anni/200 ore di utilizzo" Insufficienza venosa - Ulcera diabetica - Ulcera post-fie- bica Ulceretrofiche Arteriopatie periferiche Coliti-Colon irritabile - Dismetabolismi - Intolleranze ali- mentariUlcera gastrica HelicobacterPilori Stipsi Riabilitazione neuromotoria -Fibromialgia Complicanze infettive post chirurgiche- Prevenzione e post intervento chirurgico BPCO e ipertensione polmonare Asma - Rinite allergica DISBIOSI INTESTINALE FISIATRIA CHIRURGIA PNEUMOLOGIA MALATTIE DEGENERATIVE Sclerosi multipla SLA Parkinson - Demenza senile pre- coce UROGINECOLOGIA Trattamento delle infezioni uroginecologiche SIOOT Società Scientifica Ossigeno Ozono Terapia Via Don Luigi Sturzo, 2 Gorle (BG) - info@ossigenoozono.it - www.ossigenoozono.it Tel. 035 19910105 - Fax. 035 2922550