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Enel Produzione SpA - Società con unico socio - Sede legale: 00198 Roma, Viale Regina Margherita 125 - Registro Imprese di Roma, Codice
Fiscale e Partita IVA 05617841001 - R.E.A. 904803 - Capitale Sociale 1.800.000.000 Euro i.v. - Direzione e coordinamento di Enel SpA
Id.21003389
1/1
PRO/GENIT/COAL/UB-SP/EAS/EA
Spett.le
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA
TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Direzione Generale Valutazioni Ambientali
Divisione IV - Rischio Rilevante e AIA
Via Cristoforo Colombo, 44
00147 ROMA RM
ITALIA
PEC: aia@pec.minambiente.it
c.a. Dott. Giuseppe Lopresti
Generation Italy
Italy Coal
UB La Spezia
19136 La Spezia - Via Valdilocchi 32
T +39 0187327711 - F +39 0187327345
enelproduzione@pec.enel.it
Oggetto: Decreto D.M. 0000244 del 06.09.2013 - Autorizzazione Integrata Ambientale per l'esercizio
dell'impianto termoelettrico Enel Produzione SpA La Spezia - Invio Relazione di riferimento ai
sensi del DM 272 del 13/11/2014
Con riferimento all'oggetto, si invia la Relazione di Riferimento redatta ai sensi del Decreto Ministeriale
(DM) 272 del 13 novembre 2014. A tal fine si allega copia dell'originale della quietanza del versamento
come stabilito dal DM di cui sopra.
Cordiali saluti.
Allegato: Ricevuta bonifico pagamento.
_SignatureField2_P1
_SignatureField2_P3
Rosario Matteucci
Un Procuratore
_SignatureField1_P1
_SignatureField1_P3
Il presente documento è sottoscritto con firma digitale ai sensi
dell'art. 21 del d.lgs. 82/2005. La riproduzione dello stesso su
supporto analogico è effettuata da Enel Italia srl e costituisce
una copia integra e fedele dell'originale informatico, disponibile
a richiesta presso l'Unità emittente.
Enel-PRO-07/01/2016-0000396
m_amte.DVA.REGISTRO UFFICIALE.I.0000198.08-01-2016
Enel Produzione S.p.A.
Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
DM 272/2014 - Relazione di Riferimento
Dicembre 2015
MWH S.p.A.
Centro Direzionale Milano 2, Palazzo Canova, Milano I-20090
Tel:+39 02.21084 Fax:+39 02.26924.275 www.mwhglobal.com
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale”
di La Spezia
Relazione di Riferimento
ai sensi del DM 272/2014
Enel Produzione S.p.A.
Dicembre 2015
n. commessa
45502607
Centrale “Eugenio Montale” di La Spezia
DM 272/2014 – Relazione di Riferimento
Copia controllata
N. Rev. Data
Correzione della
descrizione
Modificato da Rivisto da Approvato da
00
Dicembre
2015
Relazione Tecnica AVG/BAP BAP CAM
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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Indice
Premessa ............................................................................................... 4
1. Introduzione .................................................................................... 5
2. Scopo del lavoro e principali assunzioni ........................................ 7
3. Inquadramento del sito: attività pregresse e uso attuale.............. 10
4. Inquadramento ambientale del sito .............................................. 13
5. Identificazione delle sostanze potenzialmente pertinenti............. 17
5.1 Elenco delle sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate nella centrale termoelettrica
20
5.2 Identificazione delle sostanze pericolose aventi classe di pericolostià di cui All’Allegato 1
del D.M. 272/2014 ..............................................................................................................22
5.3 Valutazione della rilevanza delle quantità di sostanze pericolose aventi classe di
pericolosità di cui all’Allegato 1 del D.M. 272/2014 attraverso il confronto con le specifiche
soglie di rilevanza ...............................................................................................................23
5.4 Valutazione della possibilità di contaminazione delle matrici ambientali suolo e acque
sotterranee nel Sito dell’impianto ........................................................................................25
5.4.1 Possibilità di contaminazione in relazione alla proprietà chimico-fisiche selle
sotanze pericolose usate o prodotte............................................................................. 25
5.4.2 Possibilità di contaminazione in relazione alle caratteristiche geologiche –
idrogeologiche del Sito................................................................................................. 28
5.4.3 Possibilità di contaminazione in relazione alle caratteristiche dell’impianto..... 30
5.5 Individuazione delle sostanze pericolose pertinenti e dei centri di pericolo oggetto della
Relazione di Riferimento.....................................................................................................49
5.5.1 Approfondimento: eventi incidentali credibili .................................................. 50
5.5.2 Approfondimento: eventi incidentali storici (ad oggi) ...................................... 51
5.5.3 Approfondimento: conclusioni ....................................................................... 55
6. Conclusioni ................................................................................... 56
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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Premessa
La società Enel Produzione S.p.A. ha incaricato la scrivente società MWH S.p.A. per la
redazione della Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272 / 2014 per la centrale
termoelettrica “Eugenio Montale” sita nei Comuni della Spezia e di Arcola (SP).
La presente relazione è stata elaborata sulla base dei dati e informazioni forniti dalla
centrale citata, e tutte le assunzioni funzionali alle valutazioni effettuate sono state condivise
con Enel Produzione S.p.A.
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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1. Introduzione
La Società Enel Produzione S.p.A. (di seguito Enel) è stata autorizzata all’esercizio della Centrale
Termoelettrica “Eugenio Montale” sita nei comuni della Spezia e di Arcola, con Autorizzazione
Integrata Ambientale (AIA), rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare, con Decreto D.M. 0000244 del 06/09/2013.
In data 6 gennaio 2011 è entrata in vigore la nuova Direttiva nota con l’acronimo "IED" (Industrial
Emission Directive) 2010/75/UE sulle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate
dell'inquinamento) con lo scopo di proseguire nel processo di riduzione delle emissioni delle
installazioni industriali, e accorpare in un unico provvedimento sette Direttive comunitarie tra cui la
Direttiva 2008/1/CE nota con l’acronimo IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control).
Tale Direttiva introduce disposizioni che si riferiscono alla chiusura e alla bonifica del sito ove è
insediato l’impianto soggetto alla disciplina dell’AIA ed introduce, per i soggetti interessati da
rilascio di AIA, il concetto di “Relazione di Riferimento”.
Le nuove disposizioni sono state recepite a livello nazionale dal D.lgs. 46/2014, che ha introdotto
nel D.lgs. 152/2006 l’obbligo di redigere una “Relazione di Riferimento” sullo stato di qualità di
suolo e sottosuolo.
Nel D.lgs. 152/2006, nelle sue linee essenziali, non viene precisato il contenuto della Relazione di
Riferimento e si rimanda ad uno o più decreti ministeriali per stabilirlo.
Ai sensi dell'articolo 29-sexies comma 9-sexies del D.lgs. 152/2006, con comunicato pubblicato
sulla GU del 7 gennaio 2015 n. 4, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
ha pubblicato il Decreto Ministeriale (DM) 272 del 13 novembre 2014 recante le “modalità per la
redazione della Relazione di Riferimento di cui all’Art. 5, c. 1, lett. v-bis, D.lgs. n. 152/2006”.
L’obiettivo di suddetto decreto, con esclusivo riferimento alla presenza di sostanze pericolose
pertinenti, consiste nella valutazione di una possibile contaminazione del suolo e delle acque di
falda causata dell’esercizio dell’impianto durante il suo ciclo di vita, riscontrabile al momento della
cessazione dell’attività.
Il DM 272/14 identifica tra gli altri:
• i soggetti obbligati alla presentazione della Relazione di Riferimento (Art.3);
• le modalità, i contenuti e le tempistiche per la valutazione della necessità di presentazione
della Relazione di Riferimento (Art.4, Allegato 1);
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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• le modalità, i contenuti e le tempistiche per la presentazione della Relazione di Riferimento
(Art.4, Art.5, Allegato2 e Allegato 3).
La centrale termoelettrica “Eugenio Montale” è soggetta ad AIA statale ed è alimentata a carbone,
olio combustibile denso (OCD) e gasolio con capacità produttiva di 1.280MW; si rende pertanto
necessaria la redazione di Relazione di Riferimento, contenente le informazioni sullo stato di
qualità di suolo e acque sotterranee con esclusivo riferimento alla presenza di sostanze pericolose
pertinenti (vd Allegato 2, DM 272/2014).
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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2. Scopo del lavoro e principali assunzioni
La presente Relazione di Riferimento è redatta ai sensi del DM 272/2014 con lo scopo di
presentare le informazioni sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, con esclusivo
riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti (Allegato 2 del DM 272/2014).
In primo luogo quindi si è proceduto con la verifica della presenza di sostanze pericolose
pertinenti, secondo quanto previsto dall’Allegato 1 al DM 272/14, tra quelle usate, prodotte, o
rilasciate dall’installazione, così come sinteticamente riportato nel seguito:
a. valutazione della presenza di sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate
dall’installazione con corrispondenti indicazioni di pericolo H/frasi di Rischio R ai sensi
del Regolamento CLP 1272/2008 e relativa attribuzione alla rispettiva classe di
raggruppamento come da Allegato 1 del DM272/2014;
b. valutazione della rilevanza delle quantità di sostanze pericolose di cui al punto
precedente usate, prodotte o rilasciate dall’impianto attraverso il confronto con
specifiche soglie di rilevanza;
c. valutazione, per le sostanze oggetto di superamento soglia, della possibilità di
contaminazione suolo/acque sotterranee in base alle proprietà chimico-fisiche delle
sostanze e modalità di gestione delle stesse all’interno dell’impianto, caratteristiche
geologiche/idrogeologiche del Sito.
Nel caso in cui si evidenzi la possibilità di contaminazione delle acque sotterranee e del suolo,
si procederà, per le sostanze pertinenti individuate, con le attività di completamento della
Relazione di Riferimento, i cui contenuti minimi, oltre a quanto sopra riportato, sono nel
seguito descritti (Allegato 2 al DM 272/14):
o descrizione delle attività pregresse, dell’uso attuale e delle destinazioni d’uso futuro
del Sito;
o informazioni generali riguardanti il contesto geologico/idrogeologico del sito;
o con esclusivo riferimento alle sostanze pericolose pertinenti individuate:
ƒ indicazione dello stato attuale di qualità del suolo e delle acque sotterranee;
ƒ valutazione dei dati disponibili a caratterizzare lo stato attuale del suolo e
delle acque sotterranee (indagini già effettuate ai sensi del
D.Lgs.152/2006), con illustrazione dettagliatadelle modalità con cui sono
effettuate le misurazioni;
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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ƒ ove non sufficienti le misurazioni di cui al punto precedente (come previsto
dal DM272/2014, Allegato 2, punto 3), elaborazione di Piano di Indagine e
valutazione di nuove misurazioni effettuate su suolo e acque sotterranee
volto a caratterizzare le due matrici (suolo, acque sotterranee)
I criteri operativi adottati sono descritti ai seguenti paragrafi; in sintesi i principali:
• indicazioni di pericolo H: si è fatto riferimento alle Schede Dati di Sicurezza (SdS) delle
sostanze; ove non già disponibili tali indicazioni nelle SDS, si è provveduto
conservativamente alla conversione delle frasi di rischio R nelle corrispondenti indicazioni
di pericolo H, utilizzando la Tabella di cui all’Allegato 7 del Regolamento (CE) n.1272/2008.
• in caso di Schede Dati di Sicurezza (SdS) di miscele, sono state considerate le eventuali
indicazioni di pericolo H / frasi di rischio R della miscela e non dei relativi componenti;
• in caso di indicazioni H di pertinenza a più classi soglia del DM 272/14, si è operata la
somma dei quantitativi per ogni classe;
• dati di quantità: si sono considerate le quantità alla massima capacità produttiva così come
indicate in AIA, scheda B.1.2 e fornite dalla Centrale;
• la tipologia di impianto non contempla prodotti intermedi pericolosi;
• non sono stati considerati:
o rifiuti, in quanto non sostanze;
o scarichi idrici (se non per una generale descrizione della loro gestione)
o emissioni in atmosfera
Completato quanto previsto in Allegato 1, in caso di presenza di sostanze pertinenti si potrà
procedere alle successive valutazioni di cui all’Allegato 2 del DM 272/14.
La documentazione di riferimento utilizzata per la redazione della presente relazione è la
seguente:
• Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio della Centrale Termoelettrica della
società Enel Produzione S.p.A. “Eugenio Montale” sita nei comuni della Spezia e di Arcola,
rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con Decreto
D.M. 0000244 del 06/09/2013.
• Scheda B.13 “Aree di stoccaggio di materie prime, prodotti ed intermedi”
• Scheda B.1.2 “Consumo di materie prime (alla capacità produttiva);
• Consumi e utilizzi di materie prime anni 2013 e 2014
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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• Schede Dati di Sicurezza (SdS);
• Scheda B.18 “Relazione tecnica dei processi produttivi”
• Certificato EMAS con numero di attestazione n.E-002/14
• Certificato ISO 14001:2004 con numero di certificato n.9191.E001
• Procedura operativa “PEA_01 Emergenza Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività
di Emergenza Sversamenti” rev.3 del 06/06/2014.
• Procedura operativa “PEA_03 Gestione Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione
Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche liquide” rev.1 del 26/03/2013.
• Procedura operativa “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle
emergenze” rev.7 del 05/05/2014.
• Rapporto di Sicurezza (D.Lgs 334/99 e s.m.i.) Centrale Termoelettrica della Spezia
“Eugenio Montale” emesso in Novembre 2011.
Per una illustrazione di dettaglio della metodica si rimanda al capitolo seguente.
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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3. Inquadramento del sito: attività pregresse e uso
attuale
L’Unità di Business della Spezia è costituita da tre sezioni termoelettriche per una potenza elettrica
lorda complessiva di circa 1.300.000 kW.
Le sezioni SP1 ed SP2, a ciclo combinato alimentate a gas naturale, hanno ciascuna una potenza
elettrica pari a circa 340.000 kW, sono entrate in servizio rispettivamente il 01/12/1999 e il
12/05/2000. Entrambe le sezioni sono state messe a regime, ai sensi dall’articolo 8 del DPR
203/88, il 03/02/2001.
La sezione SP3 (policombustibile), a seguito dei lavori di adeguamento ambientale, è rientrata in
servizio il 1 novembre 2000 ed è stata messa a regime il 27 settembre 2001 ed ha una potenza
elettrica di 600.000 kW.
Nelle fasi di normale esercizio il combustibile prevalentemente utilizzato è il carbone; il gas
naturale e l’olio combustibile sono utilizzati come combustibili ausiliari solo per periodi transitori e
nelle fasi di avviamento.
Il gasolio è utilizzato come combustibile di prima accensione sulle torce pilota dei bruciatori.
L’Unità è dotata di sistemi di abbattimento di polveri, ossidi azoto e biossido di zolfo.
Ogni sezione è dotata di sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni.
La preesistente unità 4, da 600.000 kW, inattiva dal 30 settembre 1999, è stata dismessa.
La stazione elettrica, le linee di collegamento alla centrale e le linee di trasmissione dell’energia ad
alta tensione (220 e 380 kV) non appartengono ad Enel S.p.A., ma alla Società TERNA S.p.A..
La centrale della Spezia è ubicata in prossimità del porto della città omonima e sorge su un’area di
circa 72 ha a est della città; fu costruita dalla Società Edisonvolta, autorizzata alla costruzione del
primo gruppo con decreto del 26 gennaio 1960. Al primo gruppo di produzione a carbone da 310
MW, entrato in servizio il 28 agosto 1962, seguirono altri tre gruppi a carbone per complessivi 1835
MW tanto da costituire al tempo la più grande centrale termoelettrica d’Europa. Le unità 3 e 4, sia
per la loro potenza (600 MW cad.), che per il ciclo di vapore adottato, costituirono una novità
assoluta per l’Italia.
A seguito della legge del 6 dicembre 1962, che istituiva l’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, la
centrale passò da Edisonvolta a ENEL. Con l’entrata in servizio del 4°gruppo, avvenuta nel 1968,
la produzione annua di energia è stata mediamente pari al 5% della produzione nazionale.
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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Con decreto del 29 gennaio 1997, il Ministero dell’Industria definiva un nuovo assetto della
centrale, autorizzando lavori di adeguamento ambientale consistenti nella sostituzione delle
precedenti unità 1 e 2 con gruppi di generazione a ciclo combinato a alto rendimento alimentati a
metano, e nella realizzazione di un impianto di desolforazione e di denitrificazione che consentisse
l’esercizio di un solo gruppo termoelettrico tradizionale da 600 MW policombustibile. In
conseguenza del decreto, la sezione 4 cessò di funzionare il 30 settembre 1999.
Le operazioni di comando e supervisione delle sezioni termoelettriche SP1, SP2, SP3 si svolgono
prevalentemente da due sale di controllo dedicate; rispettivamente una per le sezioni SP1 e SP2
(turbogas-cicli combinati) e l’altra per la sezione SP3 a carbone.
In Figura 1 si riporta la planimetria dell’impianto.
Figura 1 – planimetria dell’impianto
Come detto precedentemente, la Centrale “Eugenio Montale” è attualmente in grado di erogare
una potenza elettrica lorda complessiva di circa 1.280 MW utilizzando le seguenti unità:
• Unità 1 (SP1) e Unità 2 (SP2): cicli combinati da ca. 340 MWe ciascuno, alimentati con gas
naturale;
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Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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• Unità 3 (SP3): impianto a vapore tradizionale da 600 MWe alimentato prevalentemente a
carbone. Gli avviamenti del gruppo 3 a carbone iniziano con l'accensione delle torce pilota
a gasolio. La fase successiva prevede l'accensione dei bruciatori prima a gas naturale e poi
ad olio combustibile. Il combustibile carbone viene di norma inserito tramite l'avviamento
dei mulini poco prima di raggiungere il minimo tecnico.
Sia il carbone che l’olio combustibile denso (successivamente detto OCD) provengono da diverse
fonti di approvvigionamento estero; il contenuto di zolfo è inferiore all’1,0 % per il carbone e
compreso tra 0,2÷1.0 % per l’OCD.
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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4. Inquadramento ambientale del sito
L’impianto Termoelettrico Enel “Eugenio Montale” è collocato nell’estrema parte Est del Comune
della Spezia nella cosiddetta piana di Fossamastra su di un’area di circa 72 ha di proprietà
dell’ENEL che, in minima parte, sconfina nel comune di Arcola.
L’area su cui sorge l’impianto è di tipo industriale e vede la presenza di una pluralità di
insediamenti produttivi.
Suolo e sottosuolo – area di Centrale e Carbonili
Il sito di centrale e le aree di pertinenza sorgono in un’area che è stata inserita nel programma
nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinanti, soggetti ad interventi di interesse
nazionale, mediante la legge n.426 del 9 dicembre 1998 “Nuovi interventi in campo ambientale”,
art. 4, lettera n) Pitelli (La Spezia), in riferimento all’art. 19, comma 1 del D.Lgs.22/97.
Di conseguenza, come tale, è soggetta agli obblighi di caratterizzazione e bonifica dei suoli e
acque.
Più recentemente, il MATTM con Decreto 11 gennaio 2013, ha restituito alla Regione Liguria la
competenza per le operazioni di verifica ed eventuale bonifica del sito Pitelli che, pertanto, è
diventato Sito di Interesse Regionale (SIR).
Le attività di indagine ambientale e di monitoraggio delle acque sotterranee condotte negli anni
2003-2012, in adempimento agli obblighi derivanti dall’appartenenza della Centrale al SIN di Pitelli
(ora SIR ai sensi del DM 11/01/2013), hanno permesso di definire con chiarezza lo stato qualitativo
dei suoli e delle acque di falda.
Le indagini hanno riguardato sia l’area vera e propria di centrale, sia aree non più utilizzate o
accessorie, quali l’area ex bacini ceneri, l’area ex “Campo Ferro” e l’area del terminale marittimo.
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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Nell’area di centrale le indagini hanno evidenziato, limitatamente ad alcuni parametri, dei
superamenti puntuali del valore limite ammesso per i terreni delle aree industriali e la
contaminazione della falda in una ristretta area circoscritta. Le successive indagini messe in
campo tramite lo studio dei solfati realizzato da ACAM, ARPAL e Università di Genova, hanno
evidenziato che la presenza diffusa di solfati e cloruri nelle aree di centrale sia da imputare ad
origine naturale (termale) a meno di una parte di origine antropica sostanzialmente sita alla base
dell’argine dei bacini cenere e proveniente dall’acqua marina con cui venivano in passato pompate
le ceneri nei bacini. A tal riguardo la centrale ha redatto (Luglio 2010) ed inviato al Ministero
dell’Ambiente il “Progetto di bonifica dei suoli e di Messa in Sicurezza Operativa della falda” che è
stato istruito dal MATTM nel corso della CdS decisoria del 28 ottobre 2010.
In merito al progetto in esame il MATTM ha richiesto una serie di integrazioni tra cui l’elaborazione
di un’Analisi di Rischio ai sensi del D.lgs. 152/06 e s.m.i.
Enel a luglio 2013 ha trasmesso l’Analisi di Rischio (AdR) per le aree Centrale e Carbonili.
Nell’AdR sono state definite, per tutti i composti eccedenti le “Concentrazioni Soglia di
Contaminazione“(CSC), le “Concentrazioni Soglia di Rischio” (CSR) a protezione dei recettori
umani e le CSR a protezione della risorsa idrica sotterranea. In funzione degli esiti positivi dello
studio di AdR, Enel ha proposto un Piano di Monitoraggio finalizzato alla verifica del mantenimento
nel tempo delle condizioni di accettabilità del rischio per le acque di falda. Entrambi i documenti
sono stati approvati dalla Regione Liguria, ora Ente Competente a seguito del Decreto MATTM 11
gennaio 2013, nella Conferenza di Servizi di ottobre 2013 (Decreto n. 369 del 30/10/2013).
Il Piano di Monitoraggio interessa 17 piezometri ubicati ai confini sia dell’area centrale che
dell’area carbonili, garantendo la caratterizzazione della qualità delle acque di falda a monte e a
valle del sito di centrale, rispetto al flusso della falda, tenendo in considerazione anche i carbonili e
i bacini. Tale piano, come prescritto dal Decreto di cui sopra, avrà durata di 5 anni.
Il primo anno del Piano di Monitoraggio (anno 2014) si è concluso senza rilevare parametri
anomali.
Suolo e sottosuolo - Bacini ceneri
All’inizio degli anni 60, secondo il progetto presentato dalla Società Edison-Volta per la
realizzazione della centrale e dei relativi impianti ausiliari, furono costruiti due bacini per il deposito
delle ceneri. Essi sono situati in località Pian di Pitelli su di un’area recintata di circa 13 ettari di
proprietà Enel collocata nei territori comunali di La Spezia e di Arcola.
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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I bacini furono ottenuti dallo sbarramento di una depressione valliva naturale mediante la
costruzione di tre argini aventi altezze di 22, 12 e 14 metri e il totale utile di invaso è di circa
850.000 m3
. Negli anni ’70, a seguito di una prescrizione del Servizio Dighe, il complesso delle
opere è stato oggetto di lavori di consolidamento ed impermeabilizzazione. Gli sbarramenti furono
definitivamente collaudati il 31.10.1979 ai sensi del DPR n. 1363/59 e da allora eserciti sotto il
controllo del Servizio stesso.
Inizialmente tutte le ceneri prodotte venivano convogliate nei bacini con un sistema di trasporto
idraulico ad acqua di mare. Dal 1990 sono state inviate nei bacini solo le ceneri pesanti (che
rappresentano circa il 20% della produzione), in quanto, da tale anno, le ceneri leggere sono state
estratte con aria ed inviate direttamente al recupero.
Dal 1983 al 1991 sono stati operati svuotamenti periodici dei bacini asportando circa 1.400.000
tonnellate che per l’80% circa sono stati riutilizzati per la formazione di terrapieni, il restante 20% è
stato invece smaltito in discarica.
L’utilizzazione dei bacini è terminata nel 1999 in seguito alla fermata della sezione 4 e all’adozione
del sistema di estrazione a secco anche per le ceneri pesanti prodotte dalla sezione 3.
Nell’agosto ‘99 è stato pertanto presentato alla Provincia della Spezia un progetto di risanamento
dell’area dei bacini.
Con l’emanazione del D.M. 10/01/2000, i bacini sono stati inseriti nel perimetro del sito di interesse
nazionale PITELLI”. Il Decreto è stato emanato ai sensi della legge n.426/98 “Nuovi interventi in
campo ambientale” che disciplina gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati.
Anche questa area è attualmente ricompresa nel Sito di Interesse Regionale (SIR) ai sensi del DM
11/01/2013.
In conformità a tali disposizioni, Enel ha presentato al Ministero un progetto preliminare di messa
in sicurezza e ripristino dei bacini ceneri; l’iter autorizzativo per l’esecuzione degli interventi è
tuttora in corso, e l’Ente Competente è ora la Regione.
Nel corso del 2009 sono state realizzate importanti attività di indagine geognostica finalizzate alla
predisposizione di un progetto definitivo di messa in sicurezza permanente dell’area. Vista la
complessità dell’intervento e la necessità di valutare approfonditamente le interazioni dei bacini
con l’ambiente circostante, Enel ha commissionato diversi studi di fattibilità a società primarie nel
campo delle bonifiche ambientali per poter avere tutti gli strumenti al fine di individuare la soluzione
più idonea da adottare.
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Tutte le attività sopra descritte sono state intraprese al fine di gestire secondo la normativa vigente
per le bonifiche i superamenti di legge riscontrati. Tali contaminazioni non saranno pertanto trattate
nell’ambito della presente Relazione di Riferimento.
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5. Identificazione delle sostanze potenzialmente
pertinenti
La procedura per l’identificazione delle sostanze pertinenti, contenuta nell’Allegato 1 del DM272/14
è rappresentata nel diagramma di flusso riportato in figura 1 e si articola nelle seguenti quattro fasi:
1) valutazione della presenza di sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate
dall’installazione con relativa/e frase/i H/R ai sensi del Regolamento CLP 1272/2008 e
relativa attribuzione alla rispettiva classe di raggruppamento come da allegato 1 del
DM272/2014;
2) valutazione delle sostanze pericolose le cui indicazioni di pericolo “H” o frasi di rischio “R”
risultano di interesse in relazione alle quattro classi di raggruppamento indicate dal
DM272/14;
3) confronto dei quantitativi delle sostanze alla massima capacità produttiva sommati per ogni
classe con i valori soglia indicati dal DM272/14;
4) in caso di superamento di soglia, per le sostanze pericolose così individuate (appartenenti
alla classe oggetto di superamento) si procede alla valutazione della possibilità di
contaminazione in base alle proprietà chimico-fisiche delle sostanze stesse, alle
caratteristiche idrogeologiche del sito ed alla loro modalità di gestione.
A valle del processo di cui sopra, vengono individuate le cosiddette “sostanze pertinenti” oggetto
della Relazione di Riferimento.
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Figura 2 - Diagrama di flusso fase di screening
L’identificazione delle sostanze pertinenti consiste nel verificare se l’installazione usa, produce o
rilascia sostanze pericolose in base alla classificazione del regolamento (CE) n.1272/2008, nonchè
se le sostanze usate, prodotte o rilasciate, determinano la formazione di prodotti intermedi di
degradazione pericolosi in base alla citata classificazione.
In ottemperanza a quanto previsto dal D.M. 272/2014, la fase successiva prevede la stima delle
quantità delle sostanze pericolose potenzialmente utilizzate/prodotte/rilasciate dalla Centrale
termoelettrica alla massima capacità produttiva autorizzata nell’AIA in vigore e nel caso in cui vi sia
la presenza di più sostanze pericolose, di sommare le quantità di sostanze appartenenti alla stessa
classe di pericolosità.
Il valore così ottenuto per ciascuna classe di pericolosità deve essere successivamente
confrontato con il valore di soglia riportati in Tabella 1.
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Classe*
Indicazione di pericolo secondo il Reg. (CE) n.
1272/2008/Frasi di rischio" secondo la direttiva
67/548/CEE o 1999/45/CE
Soglia kg/anno o
dm3
/anno
1 H350, H350(i), H351, H340, H341 • 10
2
H300, H304, H310, H330, H360 (d), H360(f), H361(de),
H361(f), H361(fd), H400, H410, H411
• 100
R54, R55, R56, R57
3 H301, H311, H331, H370, H371, H372 • 1.000
4
H302, H312, H332, H412, H413
• 10.000
R58
*
1. Sostanze cancerogene e/o mutagene (accertate o sospette)
2. Sostanze letali, sostanze pericolose per la fertilità o per il feto, sostanze tossiche per l’ambiente
3. Sostanze tossiche per l’uomo
4. Sostanze pericolose per l’uomo e/o per l’ambiente
Tabella 1 – Calcolo valore soglia
Nel caso di superamento delle suddette soglie, il Gestore procede, per le sostanze che hanno
concorso al raggiungimento delle soglie, alla fase successiva che prevede che venga effettuata
una valutazione della reale possibilità di contaminazione tenendo conto delle:
• proprietà chimico-fisiche delle sostanze pericolose (es. persistenza, solubilità,
degradabilità,..);
• caratteristiche geo-idrogeologiche del sito dell’installazione;
• misure di gestione delle sostanze pericolose a protezione del suolo e delle acque
sotterranee.
Se al termine della valutazione emerge che vi è l’effettiva possibilità di contaminazione del suolo o
delle acque sotteranee connessa a uso, produzione o rilascio di una o più sostanze pericolose da
parte dell’installazione, tali sostanze pericolose sono oggetto della Relazione di Riferimento.
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5.1 Elenco delle sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate nella
centrale termoelettrica
La prima fase della valutazione preliminare è consistita nel definire l’elenco delle sostanze
chimiche pericolose utilizzate/prodotte/rilasciate dall’installazione ai fini di una potenziale
contaminazione del sottosuolo e delle acque di falda nelle zone in esame e nella raccolta e analisi
delle relative informazioni.
Vengono identificate come sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente quelle definite dal
Regolamento CE n.1272/2008 – Art.3 che cita: “Una sostanza o miscela che corrisponde ai criteri
relativi ai pericoli fisici, per la salute o per l'ambiente definiti nelle parti da 2 a 5 dell'Allegato I è
considerata pericolosa ed è classificata nelle rispettive classi di pericolo contemplate in detto
Allegato. Qualora nell'Allegato I le classi di pericolo siano differenziate in base alla via di
esposizione o alla natura degli effetti, la sostanza o miscela è classificata secondo tale
differenziazione.”
Non sono state considerate nel censimento per il calcolo del superamento delle soglie le sostanze
pericolose di seguito descritte:
• Emissioni: con il termine “emissioni” si intendono gli scarichi idrici e le emissioni in
atmosfera; ai fini dell’attuazione del D.M. 272/2014, tali sostanze non saranno incluse nel
calcolo delle soglie;
• Laboratorio: le sostanze pericolose utilizzate sono stoccate in ambiente areato suddiviso
per tipologie di sostanze; le minime quantità di uso frequente sono conservate nel
laboratorio sotto cappa se solventi o in armadi se reagenti; in considerazione delle modalità
di gestione e dei modesti quantitativi interessati, tali sostanze non sono considerate nel
presente screening;
• Rifiuti: In quanto per definizione non sostanze, i rifiuti non sono inclusi nel calcolo delle
soglie.
La Tabella 2 mostra l’elenco di tutte le sostanze pericolose gestite (fonte AIA vigente, scheda
B.1.2, Schede di Sicurezza) entro il perimetro dell’installazione che saranno oggetto di studio al
fine dell’individuazioni delle sostanze pertinenti.
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SOSTANZE PERICOLOSE FRASI DI RISCHIO (R) INDICAZIONI DI PERICOLO (H)
Gas naturale
Da SdS
R12
Da SdS
H220, H280
Olio Combustibile Denso (OCD)
Da SdS
n.f.
Da SdS
H350, H332, H361d, H373,
H410, H304, EU H066
Gasolio
Gasolio per autotrazione
Da SdS
R40, R20, R65, R38,
R51/53
Da SdS
H226, H332, H315, H351, H373,
H304, H411
Ammoniaca sol.24,5%
Da SdS
R34, R52/53
Da SdS
H314, H335, H412
Ipoclorito di sodio sol.13%-16%
Da SdS
R34, R31
Da SdS
H290, H314, H318, H400, H411
Acido cloridrico sol.25-40%
Da SdS
R34, R37
Da SdS
H290, H314, H335
Calce idrata
Da SdS
R37, R38, R41
Da SdS
H315, H318, H335
Olio dielettrico: AGIP ITE 360
Da SdS
n.f.
Da SdS
H304
Cloruro ferrico sol.40%
Da SdS
R22, R38-R41
Da SdS
H290, H302, H315, H318
Cloruro ferroso sol.23%
Da SdS
R41
Da SdS
H290, H318
Soda caustica sol.29%-51%
Da SdS
R35
Da SdS
H290, H314
Sodio carbonato
Da SdS
R36
Da SdS
H319
Azoto
Da SdS
n.f.
Da SdS
H281
Anidride carbonica
Da SdS
n.f.
Da SdS
H280
Sodio metabisolfito
Da SdS
R22, R41, R31
Da SdS
H318, H302+EUH031
Antincrostante: DREWO 1105 EV
Da SdS
R35
Da Conversione
H314
Antincrostante: Celklean D422
Da SdS
R35
Da SdS
H314
Antincrostante: DREWO 363
Da SdS
R35
Da Conversione
H314
Antincrostante: RO 202 SPD
Da SdS
R35
Da Conversione
H314
Antincrostante: RO 448
Da SdS
R34, R43, R52/53
Da Conversione
H314, H317, H412
Antincrostante: RO 1700
Da SdS
R35
Da Conversione
H314
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SOSTANZE PERICOLOSE FRASI DI RISCHIO (R) INDICAZIONI DI PERICOLO (H)
Antincrostante: RO 3105
Da SdS
R35
Da Conversione
H314
Polielettrolita: DREFLO 969 L
Da SdS
R52/53
Da Conversione
H412
Polielettrolita: DREWO 8010
Da SdS
R35
Da Conversione
H314
Idrogeno
Da SdS
R12
Da SdS
H220, H280
Ossigeno
Da SdS
R8
Da SdS
H270, H280
Metano
Da SdS
R12
Da SdS
H220, H280
eni Fin 332 F: OIio lubrificante
Da SdS
n.f.
Da SdS
H226, H336, H372, H412
eni Oso (ISO 15): Olio lubrificante
Da SdS
n.f.
Da SdS
H304
Tabella 2 – Sostanze pericolose all’interno dello impianto di La Spezia
5.2 Identificazione delle sostanze pericolose aventi classe di pericolostià di
cui All’Allegato 1 del D.M. 272/2014
In base ai criteri presenti nell’Allegato 1 al decreto sopracitato, per ciascuna sostanza pericolosa
individuata, è stata quindi analizzata la Scheda Dati di Sicurezza dalla quale è stata desunta
l’indicazione di pericolo H e le frasi di rischio R.
La Tabella 3 fornisce l’elenco delle sostanze pericolose di cui al Regolamento (CE) n.1272/2008
con indicazione della classe di pericolosità di cui all’Allegato 1 del D.M. 272/2014
usate/prodotte/rilasciate dall’impianto che saranno oggetto di studio della successiva trattazione.
SOSTANZE PERICOLOSE
FRASI DI PERICOLOSITA’
(H) previste nelle classi
CLASSE DI APPARTENENZA,
ALLEGATO 1 DM 272/14
Olio Combustibile Denso (OCD)
H350
H361d – H410 – H304
H332
I
II
IV
Gasolio
Gasolio per autotrazione
H351
H304 – H411
H332
I
II
IV
Ammoniaca sol.24,5% H412 IV
Ipoclorito di sodio sol.13%-16% H400 – H411 II
Olio dielettrico: AGIP ITE 360 H304 II
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SOSTANZE PERICOLOSE
FRASI DI PERICOLOSITA’
(H) previste nelle classi
CLASSE DI APPARTENENZA,
ALLEGATO 1 DM 272/14
Cloruro ferrico sol.40% H302 IV
Sodio metabisolfito H302 IV
Antincrostante: RO 448 H412 IV
Polielettrolita: DREFLO 969 L H412 IV
eni Fin 332 F: OIio lubrificante
H372
H412
III
IV
eni Oso (ISO 15): Olio lubrificante H304 II
Tabella 3 – sostanze pericolose concorrenti alla pertinenza
5.3 Valutazione della rilevanza delle quantità di sostanze pericolose aventi
classe di pericolosità di cui all’Allegato 1 del D.M. 272/2014 attraverso il
confronto con le specifiche soglie di rilevanza
Identificate le sostanze pericolose rientranti nei quattro sottogruppi di cui all’Allegato 1 del DM
272/2014, sono state individuate nei documenti AIA, Scheda B.1.2 e fornite dalla Centrale le
quantità massime presenti all’interno dell’istallazione.
Il calcolo per il superamento delle soglie, è stato eseguito sommando le quantità di sostanze
appartenenti alla stessa classe di pericolosità con la seguente modalità operativa:
• in caso di sostanze con più di una indicazione di pericolo/frase di rischio, si è assunto di
considerarle tutte, anche sommandole in più di una classe;
• indipendentemente dalla modalità di calcolo delle quantità usate/prodotte/rilasciate, tutte le
aree di stoccaggio e movimentazione delle sostanze pertinenti sono state comunque
considerate quali possibili centri di pericolo nell’ambito della eventuale redazione della
Relazione di Riferimento;
• le quantità considerate sono quelle contenute e autorizzate in AIA della centrale
termoelettrica alla massima capacità produttiva;
• nella presente relazione, agli step di valutazione successivi, non sono state considerate nel
calcolo per il superamento delle quattro soglie le quantità delle eventuali sostanze
pericolose che a tempertura e pressione ambiente si presentano allo stato gassoso.
La Tabella 4 mostra le quantità delle sostanze che concorrono alla pertinenza utilizzate all’interno
dell’installazione.
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Consumi specifici annui (kg/a)
B.1.2 consumo di materie prime (alla massima capacità produttiva)
Olio Combustibile Denso (OCD) 40.000.000
Gasolio
Gasolio per autotrazione
20.000 + 235.000
Ammoniaca sol.24,5% 3.700.000
Ipoclorito di sodio sol.13%-16% 770.000
Olio dielettrico: AGIP ITE 360(*) 220
Cloruro ferrico sol.40% 60.000
Sodio metabisolfito 9.000
Antincrostante: RO 448 9.000
Polielettrolita: DREFLO 969 L 4.000
eni Fin 332 F: OIio lubrificante
30.000
eni Oso (ISO 15): Olio lubrificante
Tabella 4 – Quantità alla massima capacità produttiva
(*) Quantitativo fornito dalla Centrale
Sulla base delle considerazioni sopra riportate al fine del calcolo delle quantità per la
determinazione del superamento delle soglie, si sono ottenuti i valori mostrati in Tabella 5.
Classe
Indicazione di pericolo secondo il
Reg. (CE) n. 1272/2008/Frasi di
rischio" secondo la direttiva
67/548/CEE o 1999/45/CE
Soglia kg/anno o
dm3
/anno
Consumo
annuo
kg/anno
n°sostanze
pericolose
partecipanti al
calcolo
1 H350, H350(i), H351, H340, H341 • 10 40.255.000 2
2
H300, H304, H310, H330, H360 (d),
H360(f), H361(de), H361(f), H361(fd),
H400, H410, H411 • 100 41.055.220 5
R54, R55, R56, R57
3 H301, H311, H331, H370, H371, H372 • 1.000 30.000 1
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Classe
Indicazione di pericolo secondo il
Reg. (CE) n. 1272/2008/Frasi di
rischio" secondo la direttiva
67/548/CEE o 1999/45/CE
Soglia kg/anno o
dm3
/anno
Consumo
annuo
kg/anno
n°sostanze
pericolose
partecipanti al
calcolo
4
H302, H312, H332, H412, H413
• 10.000
44.067.000
8
R58
Tabella 5: Calcolo superamento delle soglie
La tabella evidenzia il superamento della I, II, III e IV classe di cui all’Allegato 1 del DM 272/2014
pertanto, per le sostanze pericolose che hanno concorso al raggiungimento delle soglie, si procede
con le fasi successive dell’analisi.
5.4 Valutazione della possibilità di contaminazione delle matrici ambientali
suolo e acque sotterranee nel Sito dell’impianto
Per ciascuna sostanza che ha determinato o concorso a determinare il superamento delle quattro
soglie, si è proceduto effettuando una valutazione delle reale possibilità di contaminazione sulla
base dei criteri descritti nei paragrafi successivi.
5.4.1 Possibilità di contaminazione in relazione alla proprietà chimico-fisiche selle sotanze
pericolose usate o prodotte
Attraverso le proprietà chimico-fisiche è possibile valutare l’eventuale esclusione di alcune delle
sostanze tra quelle di pertinenza in quanto potenzialmente responsabili di una possibile
contaminazione del suolo e della falda sotterranea.
In particolare, si è tenuto conto delle seguenti caratteristiche chimico-fisiche:
• STATO FISICO: saranno escluse dal calcolo al fine del superamento delle quattro soglie le
sostanze/miscele pericolose che a temperatura e pressione atmosferica si presentano allo
stato gassoso essendo la contaminazione di suolo e falda intrinsicamente esclusa.
• PERSISTENZA/DEGRADABILITÀ: la persistenza di una sostanza riflette la potenzialità di
un’esposizione a lungo termine degli organismi alla stessa e la potenzialità di una sostanza
di raggiungere l’ambiente marino e di essere trasportato in aree remote.
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• SOLUBILITÀ: si definisce solubilità (o miscibilità) di un soluto in un solvente, a determinate
condizioni di temperatura e pressione, la massima quantità di un soluto che in tali
condizioni si scioglie in una data quantità di solvente, formando in tal modo un'unica fase
con esso. Magggiore è la solubilità, maggiore sarà la facilità di raggiungimento della falda
sotterranea della sostanza pericolosa analizzata.
La Tabella 6 mostra le caratteristiche chimico-fisiche per le sostanze che concorrono alla
pertinenza.
Sostanza
o
Miscela
Proprietà fisico-chimiche
Stato fisico Solubilità Persistenza Degradabilità
Olio combustibile denso
(OCD) Liquido
non applicabile poiché
sostanza UVCB
i test standard per questo
endpoint non sono applicabili
alla sostanze UVCB
Gasolio Liquido
Insolubile e immiscibile
in acqua
I costituenti principali del
prodotto sono da considerare
"inerentemente
biodegradabili", ma non
"prontamente" biodegradabili:
pertanto possono risultare
moderatamente persistenti,
particolarmente in condizioni
anaerobiche.
Ammoniaca sol.24,5% Liquido Idrosolubile Facilmente biodegradabile
Ipoclorito di sodio
sol.13%-16%
Liquido
Completamente
miscibile in acqua
I metodi per determinare la
biodegradabilità non si
applicano alle sostanze
inorganiche
Olio dielettrico: AGIP ITE
360
Liquido
Insolubile e immiscibile
in acqua
I costituenti principali del
prodotto sono da considerare
"inerentemente
biodegradabili", ma non
"prontamente" biodegradabili:
pertanto possono risultare
moderatamente persistenti,
particolarmente in condizioni
anaerobiche
Cloruro ferrico al 40% Liquido Miscibile in acqua Non applicabile
Sodio metabisolfito Solido Non definito Informazioni non disponibili
Antincrostante: RO 448 Liquido Non definito Relativi alle sostanze
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Sostanza
o
Miscela
Proprietà fisico-chimiche
Stato fisico Solubilità Persistenza Degradabilità
contenute:
2-metil-2H-isotiazol-3-one
miscela con 5-cloro-2-metil-
2H-isotiazol-3-one
Il prodotto è facilmente
biodegrabile
Polielettrolita: DREFLO
969 L
Liquido Non definito
Relativi alle sostanze
contenute:
Polimero quaternario di
ammonio
non immediatamente
biodegradabile
eni Fin 332 F: OIio
lubrificante
Liquido
Insolubile e immiscibile
in acqua
Una parte dei costituenti del
prodotto sono da considerare
"inerentemente"
biodegradabili, ma non
"prontamente" biodegradabili:
pertanto possono risultare
moderatamente persistenti,
particolarmente in condizioni
anaerobiche
eni Oso (ISO 15): Olio
lubrificante
Liquido
Insolubile e immiscibile
in acqua
I costituenti principali del
prodotto sono da considerare
"inerentemente"
biodegradabili, ma non
"prontamente" biodegradabili:
pertanto possono risultare
moderatamente persistenti,
particolarmente in condizioni
anaerobiche
Tabella 6: Proprietà chimico-fisiche
UVCB: sostanze dalla composizione sconosciuta o variabile
Sulla base delle informazioni sopra riportate, si ritiene comunque opportuno adottare un approccio
cautelativo e non escludere quindi nessuna delle sostanze individuate dalle analisi riportate ai
paragrafi successivi.
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5.4.2 Possibilità di contaminazione in relazione alle caratteristiche geologiche –
idrogeologiche del Sito
La Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale” è ubicata in una valle naturale chiamata Piano di
Pitelli; tale valle, il cui fondo è parzialmente riempito di una successione di materiale fluvio.lacistre
ed alluvionale, si sviluppa lungo un asse SSE-NNW, aprendosi sul Golfo della Spezia, con diverse
valli minori poste radialmente alla valle principale.
Il principale corso d’acqua del reticolo idrografico superficiale che insiste sulla zona è il torrente
Fossamastra.
La stratigrafia del suolo e sottosuolo del Sito è di seguito schematizzata:
• Terreno di riporto: si intendono tutti i depositi di origine antropica che caratterizzano
ampiamente l’area in esame; in particolare, sono strati di diversa natura e caratteristiche in
grado di contenere una faldina freatica molto superficiale. Tra i terreni di riporto si
distinguono le CENERI per lo più disposte negli appositi bacini di decantazione della
centale ma presenti anche lungo il versante nord-occidentale della valle dove si ubica l’ex-
impianto di incenerimento CIR. Le ceneri hanno caratteristiche geotecniche molto scadenti,
bassa permeabilità e scarsissima consistenza.
• Ghiaie, ghiaie con sabbia – terreni granulari: si tratta di depositi a composizione
granulometrica prevalentemente medio-grossolana di natura per lo più alluvionale o
derivanti dal disfacimento delle pareti rocciose della valle. Sono depositi ad elevata
permeabilità, poco compatti, sede di una falda superficiale, freatica, ad alimentazione
stagionale; la potenza di questi livelli non è mai superiore ai 5 m.
• Limi, limi sabbiosi e/o argillosi – terreni fini: sono i depositi che caratterizzano tutto il
fondovalle e si trovano in continuità sotto la centrale termoelettrica. La loro natura è varia,
da alluvionale a marina, ed in alcuni punti si identificano singole lenti, anche piuttosto
estese, argillose (a permeabilità minore) o sabbiose (a maggior permeabilità); tuttavia
l’elemento granulometrico prevalente e pressochè costante è quello limoso.
Idrogeologicamente la sua permeabilità è da considerarsi bassa (da 10-5
a 10-8
m/s); la
potenza complessiva di questa unità varia da un minimo di 2-3 m a un massino di 12-15 m.
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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• Brecce, ghiaie-sabbie-limi – cappellaccio di alterazione: sono depositi derivanti dalla
disgregazione del substrato roccioso di natura prevalentemente quarzitico-arenacea. Molto
spesso l’alterazione è tale che questi depositi arrivano ad avere granulometrie tipiche dei
limi e delle sabbie fini. Le caratteristiche geotecniche di questi depositi sono molto buone e
la loro permeabilità è media (da 2*10-4
a 8*10-5
m/s). Le lenti limose-sabbiose, sono state
omogenizzate con il resto del deposito, anche se in alcuni casi la loro estensione è
piuttosto elevata; queste lenti sono caratterizzate da permeabilità medio-basse (dell’ordine
dei 10-6
m/s); la potenza di questo livello è superiore ai 20 m.
In base all’interpretazione delle unità litologiche suddette è possibile ricostruire come segue
l’assetto idrogeologico nel sottosuolo della centrale:
• Da p.c. a massimo 5 m – riporto: orizzonte di riporto superficiale, spesso anche piuttosto
potente (da 1 a 5 m), caratterizzato da una litologia estremamente eterogenea il quale in
alcuni punti è sede di una falda poco produttiva, freatica e ad alimentazione stagionale.
• Fino a massimo 20 m – acquicludo: orizzonte poco permeabile costituito da depositi
pliocenici fini (da limi argillosi a limi sabbiosi); il suo spessore è variabile da 3-4 a 15 m e
aumenta dalla testata della Valle del Fossamastra verso il mare. Alle pendici della valle
questo deposito è intercalato da lenti di ghiaia derivanti dalla degradazione delle pareti
rocciose; queste lenti possono essere sedi di falde superficiali sospese. La permeabilità
dell’acquicludo è bassa e variabile da 10-5
a 10-8
m/s.
• Oltre i 20 m – acquifero: orizzonte litologicamente eterogeneo per lo più costituito da
brecce e da depositi derivanti dall’alterazione e la disgregazione del substrato roccioso.
Alle brecce che costituiscono l’acquifero vero e proprio si intercalano alcune lenti a volte
consistenti (2-4 m di spessore) ed estese orizzontalmente di limo, limo sabbioso. Queste
lenti vengono definite “acquitardi” perché data la loro scarsa permeabilità (nell’ordine dei
10-6
m/s) costituiscono localmente dei “tappi impermeabili” per l’acqua ospitata in questo
orizzonte. Nel complesso quindi questo livello è sede di un sistema multifalde, con falde in
comunicazione e in rapporti di drenanza tra loro; questo fa si che sia possibile considerare
le falde come un unico sistema idraulico, e quindi un’unica falda, con caratteristiche
idrogeologiche omogenee. La permeabilità dell’acquifero è media ed è compresa tra 2*10-4
a 8*10-5
m/s.
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Sulla base di quanto descritto, si ritiene che non siano presenti caratteristiche geologiche,
litologiche o idrogeologiche adeguate ad escludere la possibilità che un eventuale rilascio di
sostanze pericolose possa causare contaminazione dei terreni o delle acque sotterranee.
In tal senso, tutte le sostanze pericolose usate, prodotte o movimentate, caratterizzate da stato
fisico solido o liquido, già individuate nei paragrafi precedenti, sono potenzialmente in grado di
causare eventuali contaminazioni nei terreni e nelle acque sotterranee e, pertanto, sono state
oggetto delle successive valutazioni della possibilità di contaminazione effettuate considerando le
caratteristiche dell’impianto e le modalità di gestione delle sostanze.
5.4.3 Possibilità di contaminazione in relazione alle caratteristiche dell’impianto
In questo capitolo sono analizzate in particolare le modalità di gestione delle sostanze oggetto di
attenzione.
La Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia è dedicata alla sola produzione di
energia elettrica mediante l’esercizio di tre unità alimentate a gas naturale, carbone, olio
combustibile denso (OCD) e gasolio con capacità produttiva di 1.280MW.
Nelle fasi di normale esercizio il combustibile utilizzato prevalentemente è il carbone; l’OCD e il
gas naturale sono utilizzati come combustibili ausiliari solo per periodi transitori e nelle fasi di
avviamento. Il gasolio destinato alla produzione di energia viene utilizzato sia nelle caldaie
ausiliarie sia per alimentare le torce pilota della terza unità per l’accensione dei bruciatori.
La Tabella 7 riporta l’elenco delle principali fasi di produzione e delle attività tecnicamente
connesse oggetto di studio.
FASI DI PRODUZIONE
Sigla Descrizione
F1 – SP1 Generazione energia elettrica gruppo 1
F2 – SP2 Generazione energia elettrica gruppo 2
F3 – SP3 Generazione energia elettrica gruppo 3
ATTIVITA’ TECNICAMENTE CONNESSE
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Sigla Descrizione
AC1 Approvvigionamento combustibili gassosi, stazione di
decompressione e rete di distribuzione del gas naturale
AC2 Approvvigionamento, stoccaggio e movimentazione combustibili
liquidi
AC3 Caldaia ausiliaria
AC4 Gruppo elettrogeno di emergenza
AC5 Impianto antincendio
AC6 Laboratorio chimico
AC7 Impianto osmosi inversa
AC8 Impianto trattamento acque reflue
AC9 Approvvigionamento, stoccaggio e movimentazione carbone
AC10 Attività d imanutenzione
AC11 Gestione ceneri e gessi
AC12 Utilizzo acqua di mare per condensazione
AC13 Cristallizzatore
AC14 Stoccaggio gessi
AC15 Produzione acqua demineralizzata
Tabella 7 – elenco impianti e attività tecnicamente connesse
La Tabella 8 mostra i reparti nei quali le sostanze che concorrono alla pertinenza sono adoperate.
SOSTANZE PERICOLOSE UTILIZZO
OCD F3
Gasolio
Gasolio per autotrazione
AC3, AC4, F3
AC9, AC10
Ammoniaca F1, F2, F3
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SOSTANZE PERICOLOSE UTILIZZO
Ipoclorito di sodio AC7, AC12
Olio dielettrico: AGIP ITE 360 F1, F2, F3, AC10
Cloruro ferrico AC8, AC13
Sodio metabisolfito AC7
Antincrostante: RO 448 AC7, AC13
Polielettrolita: DREFLO 969 L AC8, AC13
eni Fin 332 F: OIio lubrificante F1, F2, F3, AC10
eni Oso (ISO 15): Olio
lubrificante
F1, F2, F3, AC10
Tabella 8 – utilizzo delle sostanze che concorrono alla pertinenza
In funzione alle modalità di gestione delle sostanze pericolose utilizzate/prodotte/rilasciate
dall’installazione, è possibile affinare l’elenco delle stesse al fine di poter arrivare all’elenco
definitivo delle sostanze pertinenti.
La gestione delle sostanze pericolose tiene conto dell’approvvigionamento, stoccaggio e
movimentazione delle materie prime, ausiliarie, combustibili, prodotti e intermedi nonché le
operazioni di carico/scarico e di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Pertanto, la valutazione del rischio di contaminazione deve tener conto nel complesso di diversi
fattori: il metodo di stoccaggio e di movimentazione, la quantità della sostanza utilizzata rispetto
alla sua tossicità e le circostanze in cui l’emissione della sostanza potrebbe avvenire.
La Centrale “Eugenio Montale”, in linea con quanto previsto in AIA, è stata progettata e realizzata
secondo i migliori e consolidati criteri della buona tecnica per la prevenzione dall’inquinamento al
fine di raggiungere un livello il più possibile elevato di protezione dell’ambiente.
L’impianto, inoltre, adotta un SGA certificato ISO 14001:2004 ed è provvista dell’iscrizione al
registro EMAS.
Tra i criteri:
• tutti i serbatoi di stoccaggio di sostanze liquide sono disposti entro bacini o vasche di
contenimento, i cui sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque
meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue (vd par.4.2).
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• le aree portuali in cui si effettua la discarica dell’OCD sono dotate di sistemi di
contenimento atti a fronteggiare eventuali versamenti di combustibile in modo da prevenire
gli inquinamenti del sottosuolo e delle acque portuali (vd par.4.2.1 e par.7.2).
• l’oleodotto di trasferimento, collocato in gran parte lungo lo stesso percorso del nastro
carbone, ha uno sviluppo complessivo di circa 3 km, diametri di 12 e 16 pollici ed è
adeguatamente coibentato e riscaldato; le tubazioni hanno una disposizione
prevalentemente superficiale a vista mentre i tratti interrati sono stati completamente inseriti
in cuniculi di protezione ispezionabili. Negli attraversamenti stradali le tubazioni sono
interrate e dotate di doppia parete; inoltre tale percorso è segnalato (vd par.4.2.1 e 7.2).
• l’adozione di procedure di sorveglianza e monitoraggio dei tratti di oleodotto riduce al
minimo il rischio di contaminazione del suolo (vd par.4.2.1).
• il sistema di discarica del gasolio delle autobotti è dotato di tutte le necessarie misure di
sicurezza e di prevenzione dell’inquinamento del suolo (vd par.4.2.1).
• le sostanze pericolose vengono gestite con apposite procedure e istruzioni operative, che
definiscono le modalità di acquisto, di scarico delle sostanze da autobotti, di deposito e
stoccaggio, uso e movimentazione dei contenitori, intervento in caso di eventuali
emergenze a seguito di sversamenti accidentali (vd par.4.2.2).
• all’interno delle sale macchine, le piccole perdite dai comandi oleodinamici o dai sistemi di
lubrificazione del macchinario e gli eventuali versamenti durante le attività di manutenzione,
interessano superfici pavimentate e pertanto possono essere facilmente bonificate (vd
par.4.4.5).
• l’olio nuovo è contenuto nei fusti o in serbatoi ed è stoccato in locali appositamente adibiti
che non consentono la dispersione sul suolo (vd par.4.4.5).
• i trasformatori che contengono olio sono disposti su vasche di contenimento che in caso di
rottura dell’involucro possono contenere tutto l’olio della macchina (vd par.4.4.5).
• l’ammoniaca usata è approvvigionata tramite autobotti; la zona di scarico delle autobotti è
idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita istruzione operativa regola tale fase
di scarico; essa è monitorata con sensori che rilevano eventuali fughe ed è dotata di
efficienti reti di spruzzatori d’acqua per l’eventuale abbattimento (vd par.7.2).
Inoltre, il Gestore adotta le seguenti prescrizioni indicate in AIA (vd par.10.7) ai fini di contenere
potenziali fenomeni di contaminazione del suolo e delle acque ad opera di spandimenti oleosi o
sversamenti di materie prime:
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• le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto con sostanze oleose, quali
pompe antincendio, pompe, filtri, giunzioni flangiate e tubazioni, ecc., sono dotate di
appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto oleoso all’impianto di trattamento;
• al fine di assicurare loro stato di efficienza dei bacini di contenimento, relativi a serbatoi di
stocaggio di combustibili e materie prime allo stato liquido, il Gestore provvede a verificarne
l’affidabilità e l’integrità mediante ispezioni giornaliere, provvedendo tempestivamente al
loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni.
Quest’ultime verifiche interessano anche tutte le tubazioni convoglianti gasolio.
L’impianto di trattamento acque reflue di processo è composto dalle seguenti sezioni:
• sezione di trattamento chimico-fisico (ITAR integrato comprensivo dell’impianto SEC
sistema di evaporazione e cristallizzazione); a tale impianto vengono collettate le acque
acide-alcaline;
• sezione di trattamento acque oleose (ITAO).
Lo scarico dell’acqua trattata agli impianti ITAR e ITAO possono essere discontinui rispettivamente
per il primo in funzione delle condizioni di esercizio degli impianti che producono il refluo trattato
mentre per il secondo in funzione delle condizioni di piovosità e di esercizo.
Tali reflui trattati vengono recapitati in mare e/o al torrente Fossamastra.
Le acque reflue che provengono dai servizi igienici e dalla mensa aziendale sono convogliate alla
pubblica fognatura.
Il Gestore opera in modo da tener conto delle normali esigenze di manutenzione e di eventuali
malfunzionamenti, operando scelte in grado di fronteggiare tali eventi senza determinare effetti
ambientali di rilievo (vd par.10.10).
Nella centrale è presente la sala controllo (Sala Manovre), sempre presidiata da personale in turno
continuo ed avvicendato. Nella Sala Manovre sono concentrati i comandi, le segnalazioni e gli
allarmi relativi alle apparecchiature ed ai sistemi dislocati nei vari punti dell’impianto. E’ inoltre
presente una sala controllo per le attività UMC (situata presso il terminal marittimo).
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La documentazione di riferimento utilizzata al fine dell’individuazione delle aree, modalità di
stoccaggio delle materie prime, prodotti ed intermedi è fornita da:
• Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio della Centrale “Eugenio Montale” della
società Enel Produzione S.p.A. sita nei comuni della Spezia e di Arcolla, rilasciata dal
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con Decreto D.M. 0000244
del 06/09/2013;
• Scheda B.13 Stoccaggio di materie prime, prodotti ed intermedi.
Di seguito si riporta in tabella nel dettaglio per ogni singola sostanza che concorre alla pertinenza
quanto sopra esposto e quanto indicato dalla Centrale.
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Olio combustibile denso (OCD)
Stoccaggio
Area 3 4 5 6
Identificazione
dell’area
Deposito
50000/2
Deposito
50000/3
Deposito
30000/1
Deposito
30000/2
Caratteristiche
Modalità del
serbatoio
Serbatoio
metallico fuori
terra a tetto
galleggiante
Serbatoio
metallico fuori
terra a tetto
galleggiante
Serbatoio
metallico fuori
terra a tetto fisso
Serbatoio
metallico fuori
terra a tetto
fisso
Capacità 50.000 m3 50.000 m3 30.750 m3 30.750 m3
Presidi per il
contenimento
delle sostanze
Il serbatoio è
dotato di bacino
di contenimento
specifico di
capacità pari
alla metà del
volume
contenuto dal
serbatoio
Il serbatoio è
dotato di
bacino di
contenimento
specifico di
capacità pari
alla metà del
volume
contenuto dal
serbatoio
Il serbatoio è
dotato di bacino
di contenimento
specifico di
capacità pari alla
metà del volume
contenuto dal
serbatoio
Il serbatoio è
dotato di
bacino di
contenimento
specifico di
capacità pari
alla metà del
volume
contenuto dal
serbatoio
Modalità di
gestione
Tutti i serbatoi di stoccaggio sono disposti entro bacini o vasche di contenimento, i cui
sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento
verso l’impianto di trattamento delle acque reflue.
Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento
mediante ispezioni giornaliere, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di
riscontrate alterazioni.
Le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto con l’OCD, sono dotate di
appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto oleoso all’impianto di trattamento.
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le
procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_01 Emergenza
Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività di Emergenza Sversamenti” e “Procedura
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Olio combustibile denso (OCD)
SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”.
Movimentazi-
one
L’olio combustibile necessario al fabbisogno dell’impianto viene rifornito via mare
mediante petroliere e trasferito, attraverso apposito oleodotto, senza stoccaggio in zona
portuale, al deposito della centrale.
L’oleodotto di trasferimento, collocato in gran parte lungo lo stesso percorso del nastro
carbone è adeguatamente coibentato e riscaldato; le tubazioni hanno una disposizione
prevalentemente superficiale a vista mentre i tratti interrati sono stati completamente
inseriti in cuniculi di protezione ispezionabili. Negli attraversamenti stradali le tubazioni
sono interrate e dotate di doppia parete; inoltre tale percorso è segnalato. L’adozione di
procedure di sorveglianza e monitoraggio dei tratti di oleodotto riduce al minimo il rischio
di contaminazione del suolo.
Le aree portuali in cui si effettua la discarica dell’OCD sono dotate di sistemi di
contenimento atti a fronteggiare eventuali versamenti di combustibile in modo da
pervenire gli inquinamenti del sottosuolo e delle acque portuali.
Tabella 9– modalità di gestione/utilizzo dell’OCD
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GASOLIO
Stoccaggio
Area 7 8 9
Identificazione
dell’area
Deposito Carbonile Val
Fornola
Carbonile Val Bosca
Caratteristiche
Modalità del
serbatoio
Serbatoio
metallico fuori
terra
Serbatoio metallico
fuori terra
Serbatoio metallico
fuori terra
capacità 300 m3 2,784 m3 2,784 m3
Presidi per il
contenimento delle
sostanze
Il serbatoio è
dotato di bacino di
contenimento
specifico con
capacità pari a
300 m3
Il serbatoio è
dotato di bacino di
contenimento
specifico con
capacità pari a
circa 1,4 m3
Il serbatoio è dotato
di bacino di
contenimento
specifico con
capacità pari a circa
1,4 m3
Modalità di
gestione
Tutti i serbatoi di stoccaggio sono disposti entro bacini o vasche di contenimento, i cui
sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento
verso l’impianto di trattamento delle acque reflue.
Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento
mediante ispezioni giornaliere, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di
riscontrate alterazioni.
Le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto con il gasolio, sono dotate
di appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto oleoso all’impianto di trattamento.
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le
procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_01 Emergenza
Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività di Emergenza Sversamenti” e “Procedura
SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”.
Movimentazione L’approvvigionamento del gasolio avviene mediante autobotti; il sistema di discarica del
gasolio delle autobotti è dotato di tutte le necessarie misure di sicurezza e di
prevenzione dell’inquinamento del suolo.
Tabella 10 – modalità di gestione/utilizzo del gasolio
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AMMONIACA
Stoccaggio
Area 17
Identificazione dell’area Impianto stoccaggio ammoniaca
Caratteristiche
Modalità del serbatoio Serbatoi metallici fuori terra mantenuti in cappa
d’azoto
capacità 2 x 500 m3
Presidi per il contenimento
delle sostanze
I serbatoi sono contenuti in un unico bacino di
contenimento specifico con capacità pari a 500 m3
Modalità di
gestione
Tutti i serbatoi di stoccaggio sono disposti entro bacini o vasche di contenimento, i cui
sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento
verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. La gestione dei serbatoi è tale da non
superare mai lo stoccaggio complessivo di 500 m3.
Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento
mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di
riscontrate alterazioni. Per di più, i serbatoi sono monitorati con sensori che rilevano
eventuali fughe ed è dotata di efficienti reti di spruzzatori d’acqua per l’eventuale
abbattimento.
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le
procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione
Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze
Chimiche liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle
emergenze”.
Movimentazione L’approvvigionamento dell’ammonaica avviene mediante autobotti; la zona di scarico
delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita istruzione
operativa regola tale fase di scarico.
Tabella 11 – modalità di gestione/utilizzo dell’ammoniaca
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IPOCLORITO DI SODIO
Stoccaggio
Area 20 21 22
Identificazion
e dell’area
Molo Prossimità di vasca di
calma 1 – 2
Esterno locale
osmosi
Caratteristiche
Modalità del
serbatoio
Serbatoio vetroresina
fuori terra
Serbatoio vetroresina
fuori terra
Serbatoio
vetroresina fuori
terra
capacità 80 m3 30 m3 20 m3
Presidi per il
contenimento
delle
sostanze
Il serbatoio è dotato
di bacino di
contenimento
specifico con
capacità pari a 80 m3
Il serbatoio è dotato di
bacino di contenimento
specifico con capacità
pari a 30 m3
Il serbatoio è dotato
di bacino di
contenimento
specifico con
capacità pari a 20
m3
Modalità di
gestione
Tutti i serbatoi di stoccaggio sono disposti entro bacini o vasche di contenimento, i cui
sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento
verso l’impianto di trattamento delle acque reflue.
Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento
mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di
riscontrate alterazioni.
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le
procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione
Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche
liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”.
Movimentazi-
one
L’approvvigionamento dell’ipoclorito di sodio avviene mediante autobotti. La zona di
scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita procedura
operativa regola tale fase di scarico e gestione.
Tabella 12 – modalità di gestione/utilizzo dell’ipoclorito di sodio
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Olio dielettrico: AGIP ITE 360
Stoccaggio
Area 15
Identificazione
dell’area
Deposito – serbatoi
Caratteristiche
Modalità del
serbatoio
Serbatoio metallico
capacità 4 x 28 m3
Presidi per il
contenimento
delle sostanze
I serbatoi sono contenuti in due bacini di contenimento della
capacità pari a 112 m3
Modalità di gestione
Il serbatoio di stoccaggio è disposto entro bacino o vasche di contenimento, i cui
sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di
dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue.
Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento
mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di
riscontrate alterazioni.
All’interno delle sale macchine, le piccole perdite dai comandi oleodinamici o dai
sistemi di lubrificazione del macchinario e gli eventuali versamenti durante le attività
di manutenzione, interessano superfici pavimentate e pertanto possono essere
facilmente bonificate. Le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto
con sostanze oleose, quali pompe antincendio, pompe, filtri, giunzioni flangiate e
tubazioni, ecc., sono dotate di appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto
oleoso all’impianto di trattamento.
Inoltre, i trasformatori che contengono olio sono disposti su vasche di contenimento
che in caso di rottura dell’involucro possono contenere tutto l’olio della macchina.
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le
procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_01
Emergenza Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività di Emergenza
Sversamenti” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle
emergenze”.
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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Olio dielettrico: AGIP ITE 360
Movimentazione L’approvvigionamento dell’olio dielettrico avviene mediante autobotti
Tabella 13 – modalità di gestione/utilizzo dell’olio dielettrico
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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CLORURO FERRICO
Stoccaggio
Area 31
Identificazione dell’area Locale ITAR
Caratteristiche
Modalità del serbatoio Serbatoio metallico furoi terra
capacità 20 m3
Presidi per il
contenimento delle
sostanze
Eventuali sversamenti sono contenuti dalla presenza di un
cordolo che circoscrive il serbatoio e convogliati
all’impianto di trattamento acque
Modalità di
gestione
Il serbatoio di stoccaggio è disposto entro cordoli di contenimento, i cui sistemi di
drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso
l’impianto di trattamento delle acque reflue.
Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità del contenimento mediante
ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al ripristino in caso di riscontrate
alterazioni.
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le
procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione
Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche
liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”.
Movimentazi-
one
L’approvvigionamento del cloruro ferrico avviene mediante autobotti. La zona di scarico
delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita procedura
operativa regola tale fase di scarico e gestione.
Tabella 14 – modalità di gestione/utilizzo del cloruro ferrico
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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SODIO METABISOLFITO
Stoccaggio
Area 33 40
Identificazione
dell’area
Locale Osmosi Impianto SEC
Caratteristiche
Modalità
contenimento
Sacchi Sacchi
capacità ˜ 4 ˜ 4
Presidi per il
contenimento
delle sostanze
I sacchi si trovano all’interno del
locale osmosi e impianto SEC,
chiusi e pavimentati.
I sacchi si trovano all’interno del
locale osmosi e impianto SEC,
chiusi e pavimentati.
Modalità di
gestione
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili.
La procedura prevista in caso di eventi incidentali è: “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze –
Preparazione e risposta alle emergenze”.
Movimentazione L’approvvigionamento del sodio metabisolfito avviene mediante contenitori (sacchi). I
locali predisposti allo stoccaggio specifico dei contenitori sono progettati in maniera
consona alle caratteristiche delle sostanze, considerando le condizioni di temperatura,
umidità, luce ecc. e i limiti quantitativi delle stesse, previsti dalla normativa di riferimento
e dalle schede di sicurezza relative.
Tabella 15 – modalità di gestione/utilizzo del sodio metabisolfito
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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ANTINCROSTANTE: RO 448
Stoccaggio
Area 38
Identificazione
dell’area
Impianto SEC
Caratteristiche
Modalità del serbatoio Serbatoio
capacità 10 m3
Presidi per il
contenimento delle
sostanze
Eventuali sversamenti sono raccolti mediante canalette situate
nei pressi del serbatoio e convogliati ad impianto di
trattamento.
Modalità di
gestione
Intorno al serbatoio di stoccaggio sono presenti sistemi di drenaggio che convogliano
eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento
delle acque reflue.
Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento
mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di
riscontrate alterazioni.
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le
procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione
Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche
liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”.
Movimentazi-
one
L’approvvigionamento dell’antincrostante avviene mediante autobotti. La zona di scarico
delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita procedura
operativa regola tale fase di scarico e gestione.
Tabella 16 – modalità di gestione/utilizzo dell’antincrostante
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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POLIELETTROLITA
Stoccaggio
Area 32 39
Identificazione
dell’area
Locale ITAR Impianto SEC
Caratteristiche
Modalità del
serbatoio
Sacchi Serbatoio
capacità ˜ 4 1 m3
Presidi per il
contenimento delle
sostanze
I sacchi si trovano all’interno
del locale ITAR, chiusi e
pavimentati.
Eventuali sversamenti sono
raccolti mediante canalette
situate nei pressi del serbatoio
e convogliati ad impianto di
trattamento.
Modalità di
gestione
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili.
Il serbatoio di stoccaggio è disposto in prossimità di sistemi di drenaggio che convogliano
eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento
delle acque reflue.
Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento
mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di
riscontrate alterazioni.
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le
procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione
Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche
liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”.
La procedura prevista in caso di eventi incidentali è: “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze –
Preparazione e risposta alle emergenze”.
Movimentazi-
one
L’approvvigionamento del polielettrolita (soluzione in acqua) avviene mediante autobotti e
stoccato all’interno di serbatoi. La zona di scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad
eventuali fughe e un’apposita procedura operativa regola tale fase di scarico e gestione.
L’approvvigionamento del del polielettrolita (solido in polvere) avviene mediante
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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POLIELETTROLITA
contenitori (sacchi); I locali predisposti allo stoccaggio specifico dei contenitori sono
progettati in maniera consona alle caratteristiche delle sostanze, considerando le
condizioni di temperatura, umidità, luce ecc. e i limiti quantitativi delle stesse, previsti dalla
normativa di riferimento e dalle schede di sicurezza relative.
Tabella 17 – modalità di gestione/utilizzo del polielettrolita
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
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OLIO LUBRIFICANTE: eni Fin 332 F o eni Oso (ISO 15)
Stoccaggio
Area 13 14
Identificazione
dell’area
Deposito – serbatoio Deposito – magazzino
Caratteristiche
Modalità del
serbatoio
Serbatoio metallico fuori terra Fusti
capacità 140 m3 0,2 m3
Presidi per il
contenimento
delle sostanze
Il serbatoio è dotato di bacino di
contenimento specifico con
capacità pari a 140 m3
I fusti si trovano all’interno di un
locale chiuso e pavimentato
Modalità di
gestione
Il serbatoio di stoccaggio è disposto entro bacino o vasche di contenimento, i cui sistemi
di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso
l’impianto di trattamento delle acque reflue. I fusti invece sono stoccati in ambiente
chiuso e pavimentato.
Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento
mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di
riscontrate alterazioni.
All’interno delle sale macchine, le piccole perdite dai comandi oleodinamici o dai sistemi
di lubrificazione del macchinario e gli eventuali versamenti durante le attività di
manutenzione, interessano superfici pavimentate e pertanto possono essere facilmente
bonificate. Le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto con sostanze
oleose, quali pompe antincendio, pompe, filtri, giunzioni flangiate e tubazioni, ecc., sono
dotate di appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto oleoso all’impianto di
trattamento.
Inoltre, i trasformatori che contengono olio sono disposti su vasche di contenimento che
in caso di rottura dell’involucro possono contenere tutto l’olio della macchina.
In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono
l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le
procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_01 Emergenza
Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività di Emergenza Sversamenti” e “Procedura
SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”.
ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia
Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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OLIO LUBRIFICANTE: eni Fin 332 F o eni Oso (ISO 15)
Movimentazione L’approvvigionamento dell’olio lubrificante avviene mediante contenitori (fusti) e
autobotti. La zona di scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e
un’apposita procedura operativa regola tale fase di scarico e gestione; mentre i locali
predisposti allo stoccaggio specifico dei contenitori sono progettati in maniera consona
alle caratteristiche delle sostanze, considerando le condizioni di temperatura, umidità,
luce ecc. e i limiti quantitativi delle stesse, previsti dalla normativa di riferimento e dalle
schede di sicurezza relative.
Tabella 18 – modalità di gestione/utilizzo dell’olio lubrificante
Alla luce di quanto sopra riportato è possibile escludere la possibilità che le sostanze di interesse
individuate possano contaminare suolo e acque sotterranee di pertinenza della centrale.
5.5 Individuazione delle sostanze pericolose pertinenti e dei centri di
pericolo oggetto della Relazione di Riferimento
Fermo restando tutto quanto riportato ai paragrafi precedenti, poichè le attività svolte all’interno
della Centrale rientrano nel campo di applicazione dell’ex articolo articolo 8 del D.lgs 334/99, si è
proceduto ad un ulteriore approfondimento per quelle sostanze, tra quelle individuate, considerate
nel Rapporto di Sicurezza (di seguito RdS, redatto ai sensi della Direttiva 2012/18/UE del
Parlamento Europeo e del Consiglio sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con
sostanze pericolose (direttiva Seveso III) con “scenari incidentali credibili” di interesse per la
contaminazione di suolo e acque sotterranee, e analizzando anche gli scenari incidentali pregressi
avvenuti presso la Centrale.
Attraverso il Rapporto di Sicurezza è infatti possibile:
• definire la dinamica e l’evoluzione degli eventi incidentali verificati nell’arco degli anni
all’interno dello Stabilimento al fine di valutare le mitigazioni adottate;
• individuare gli scenari incidentali credibili (probabilità di accadimento > 10-6
all’anno)
caratterizzati da scenari di rilascio sul suolo di sostanze pericolose identificate nella fase di
screening nonostante la Centrale adotti tutte le misure necessarie per prevenirli e per
limitare le conseguenze sull’uomo e sull’ambiente.
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Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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In particolare, sono considerati esclusi gli scenari incidentali credibili che prevedono come
possibili conseguenze rilasci di prodotto in mare in quanto il DM272/2014 prevede la
valutazione della possibilità di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee nel Sito
dell’installazione con riferimento alle sostanze pericolose potenzialmente pertinenti
individuate (punto 3 Allegato 1).
• individuare gli “scenari incidentali storici” di interesse per la contaminazione di suolo e
acque sotterranee; in particolare, il Gestore, ha integrato la serie storica dall’anno di
emissione del RdS (Novembre 2011) ad oggi.
5.5.1 Approfondimento: eventi incidentali credibili
Nella tabella 19 si riporta in sintesi l’evento incidentale credibile analizzato all’interno del RdS di
centrale.
Evento
Descrizione scenario incidentale credibile e
mitigazioni adottate
Evento pregresso
Rilascio di OCD per rottura
totale della linee 12” e 16” di
trasferimento OCD dal
pontile alla Centrale e
contaminazione del terreno
Questo “top event” è uno scenario con effetti
sull’ambiente. A seguito del rilascio di OCD da
tubazione è stata ipotizzata la formazione di una
pozza di diametro ca. 60 m (spessore pari a ca.20
cm). Tenendo conto delle proprietà del terreno e
delle caratteristiche dell’OCD è stato utilizzato il
modello HSSM per valutare la profondità raggiunta
dall’inquinante; dai risultati della simulazione è
possibile affermare che la velocità di percolamento è
tale da poter intervenire in emergenza per il recupero
del prodotto sversato, senza il raggiungimento della
falda. Il terreno viene contaminato per una profondità
massima di ca. 45 cm.
Si
Rilascio di OCD dalle pompe
e conseguente incendio
Si prende in considerazione il rilascio di OCD dalla
pompa spinta NP1, ed il conseguente incendio del
prodotto; l’analisi è rappresentativa di tutte le pompe
spinta.
L’eventuale sversamento viene contenuto nelle aree
pompe dotate di pavimentazione impermeabile e
No
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Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014
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Evento
Descrizione scenario incidentale credibile e
mitigazioni adottate
Evento pregresso
verrebbe convogliato nella rete fognaria che
allontanerebbe il prodotto sversato verso il
trattamento.
Tabella 19 – analisi scenario incidentale
Gli scenari incidentali credibili impattanti sul suolo sono rappresentati dal possibile rilascio di
sostanze pericolose da linee di interconnetting su aree non pavimentate, rischi risultati essere
adeguatamente gestibili data l’esistenza delle seguenti misure di sicurezza presenti nel sito, quali:
• sistemi di contenimento (es. bacini di contenimento, pompe, impianti ubicati in area
pavimentata);
• strumentazione di controllo, di allarme/blocco (alto livello, alta temperatura);
• procedure/istruzioni operative.
Sulla base dei dati idrogeologici del terreno ed alle condizioni ipotizzate riportate all’interno del
RdS di Centrale, si deduce che i rilasci considerati non sono tali da procurare danno alla falda
profonda (soggiacenza falda ˜ 1 m dal p.c.) o all’esterno del complesso ma l’effetto degli eventi
incidentali riportati in Tabella 19 si limiterebbe ad una porzione poco profonda dei terreni
superficiali.
5.5.2 Approfondimento: eventi incidentali storici (ad oggi)
Di seguito si descrivono gli eventi incidentali storici con conseguente sversamento della sostanza
pericolosa nell’ambiente circostante verificati all’interno della Centrale e le relative mitigazioni ed
accorgimenti adottati:
a) 19/07/2000: Rinvenimento Situazione di Inquinamento da OCD
Durante i lavori di manutenzione del parco combustibili è emersa la presenza di terreno
contaminato da olio combustibile al di sotto del bacino di contenimento del serbatoio n. 3.
La causa dell’inquinamento è stata individuata nella perdita di OCD dal fondo del serbatoio
n.3 da 50000 m3
, vuoto e non in uso dal Novembre del 1999.
Le azioni messe in atto sono di seguito elencate:
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52 | 58
ƒ Notifica agli enti ai sensi dell’Art. 9 comma 1 DM 471/99
ƒ Esecuzione della Messa in Sicurezza (Trincea Drenante, Pozzetti di Recupero)
ƒ Rifacimento del fondo del serbatoio
ƒ Piano della Caratterizzazione
ƒ Esecuzione di Attività di Bonifica (Tecnologia bioventing)
ƒ Monitoraggio acque di falda e gas interstiziali
b) 29/10/2001: Modesto sversamento di OCD in Torrente Calcinara
Si è verificato un modesto sversamento (stimabile in pochi chilogrammi) di olio combustibile
(OCD) nel torrente tombato che attraversa la centrale e che sfocia nel torrente Calcinara. Il
prodotto, fuoriuscito da una piccola tubazione del sistema di raccolta acque oleose posta al
di sotto di una soletta in c.s.a., e risultata danneggiata dal passaggio di un mezzo pesante,
ha raggiunto il torrente tombato tramite una via preferenziale costituita da una adiacente
tubazione contenente cavi elettrici che attraversa il torrente stesso.
Le azioni messe in atto sono di seguito elencate:
ƒ Notifica agli enti ai sensi dell’Art. 7 comma 1 DM 471/99
ƒ Messa in sicurezza in emergenza mediante:
o realizzazione di tre sbarramenti con panne assorbenti ed attivazione per
ogni sbarramento di auto spurghi, rispettivamente nei pressi del canale
Calcinara, del Torrente Fossamastra in prossimità dell’ingresso dell’OTO
MELARA. A mare, in via cautelativa per eventuali rilasciazioni per bloccare
la perdita, il Gestore ha proceduto con l’abbassamento del livello delle
vasche a monte e a valle del cunicolo della piccola tubazione fessurata
portando lo stesso al di sotto del livello della tubazione dei cavi elettrici.
o calafatata la penetrazione mediante cunei di legno e cemento a presa rapida
ƒ Interventi di ripristino sono stati:
o Riparata la tubazione fessurata;
o ricostruzione la soletta in c.s.a. danneggiata.
L’evento si è concluso in data 15/11/2001 come da comunicazione degli enti di controllo.
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53 | 58
c) 13/04/2002: Modesto sversamento OCD in Torrente Fossamastra
Si è verificata una modesta fuoriuscita di OCD dall’oleodotto da 12” in zona carbonile Val
Fornola la quale,attraverso la rete acque meteoriche, confluiva nel torrente Fossamastra
che corrispondenza dell’attraversamento del carb, il personale in turno dell’area
combustibili ravvisava, nel corso delle normali verifiche di impianto, che nel circuito di
raccolta delle acque piovane insistenti nell’area dei piazzali del carbonile Val Fornola erano
presenti tracce di olio combustibile.
A seguito delle copiose precipitazioni verificatesi in quei giorni, parte di detto olio
combustibile si riversava, attraverso un drenaggio del cunicolo di alloggiamento degli
oleodotti esistenti, in un pozzetto della suddetta rete delle acque meteo e da questo è stato
trascinato, attraverso la rete fognaria, nel canale Fossamastra, confluendo a monte
dell’incrocio tra via Valdilocchi e via Privata OTO.
In data 13/04/2002 si è verificata una modesta perdita di OCD dall’oleodotto 12” di
collegamento tra la centrale Enel e il terminale marittimo in zona Carbonile Val Fornola che
ha raggiunto il torrente Fossamastra.
La perdita in oggetto si è determinata a causa del cedimento di una delle selle di appoggio
dell’oleodotto con relativo imbarcamento della tubazione e conseguente fessurazione.
Prima dell’immissione nel Fossamastra, le acque meteo provenienti dall’area interessata,
passano attraverso una vasca trappola che consente di trattenere eventuali sostanze in
galleggiamento. Le forti precipitazioni verificatisi in quei giorni hanno impedito il normale
funzionamento di tale dispositivo con conseguente rilascio di prodotto a causa della
tracimazione all’interno della vasca trappola.
Le azioni messe in atto sono di seguito elencate:
ƒ Notifica agli enti ai sensi dell’Art. 7 comma 1 DM 471/99
ƒ Messa in sicurezza in emergenza mediante:
o attivazione della ditta specializzata, dotata di mezzi navali antinquinamento,
per effettuare un pronto presidio a mare;
o messa in opera di barriere galleggianti allo sbocco del torrente Fossamastra
e recupero del prodotto trattenuto con auto spurghi;
o messa in opera di sbarramenti galleggianti fissi e sbarramenti di panne
galleggianti lungo la rete fognaria interna e lungo il corso di Fossamastra
con recupero del prodotto mediante autospurghi;
o intercettazione e pulizia di tutta la rete fognaria interna e delle aree
adiacenti;
ƒ Interventi di ripristino:
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o pulizia del torrente mediante taglio e rimozione della vegetazione;
o sostituzione del tratto di oleodotto da 12” interessato dalla perdita;
o ispezione e pulizia del tratto di tubazione che convogliava le acque piovane
provenienti dai piazzali del carbonile Val Fornola al Fossamastra;
L’evento si è concluso in data 21/05/2002 come da comunicazione degli enti di controllo.
d) 05/11/2006: Rottura tubazione OCD – rilascio continuo
Nel pomeriggio del 5/11/2006, alle ore 16 circa, il personale addetto ai normali controlli nota
una iridescenza da idrocarburi sulla superficie dell’acqua al diffusore a mare nel canale di
raffreddamento. A seguito di ispezioni è stata individuata la causa del rilascio di OCD nella
rottura della tubazione da 16” di collegamento del terminale marino alla centrale, nel tratto
in cui il cunicolo di contenimento dell’oleodotto stesso scavalca il canale di restituzione
dell’acqua di mare di raffreddamento. Le verifiche hanno evidenziato che il rilascio aveva
interessato il terreno e l’acquifero in adiacenza al punto di rottura dell’oleodotto.
Le azioni messe in atto sono di seguito elencate:
ƒ Notifica agli enti dell’Evento ai sensi del Dlgs 152/06
ƒ Attivazione di messa in sicurezza in emergenza consistenti in:
o Recettore Mare:
− Presidio dello scarico a mare con natante attrezzato per la raccolta dell’olio
non trattenuto dalle panne;
− presidio per aspirazione delle sostanze galleggianti trattenute all’interno
delle panne installate al diffusore di scarico;
− Sostituzione delle panne assorbenti in funzione del loro sporcamento;
− Aspirazione delle sostanze galleggianti presso la paratoia
o Recettore Acquifero:
− Aspirazione delle acque di falda all’interno dello scavo, eseguito con pompa
sommersa, allo scopo di mantenere basso il livello e contemporanea
aspirazione dell’olio surnatante con auto spurgo · Immissione di acqua
calda nel terreno, in zona prossima allo scavo, per favorire l’afflusso dell’olio
combustibile dal terreno di scavo
− Aspirazione del prodotto surnatante e posizionamento di 2 pozzi di
emungimento, funzionali a richiamare la diffusione degli inquinanti residui
tramite falda
o Terreno
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− Rimozione e smaltimento terreno contaminato
ƒ presentazione Piano di Caratterizzazione al Ministero dell’Ambiente
ƒ Esecuzione Attività di Bonifica
ƒ Esecuzione Piano di Monitoraggio
Chiusura del procedimento con Conferenza Decisoria del 28/10/2010 del Ministero
dell’Ambiente.
Il Gestore dichiara che tutte le aree oggetto di sversamento accidentale ex art. 242 sono state
oggetto di messa in sicurezza secondo quanto previsto dalla normativa vigente sulle bonifiche
(es.rimozione delle sorgenti di contaminazione, l’installazione di adeguati sistemi di contenimento e
l’effettuazione di uno specifico monitoraggio); tali misure consentono di gestire la presenza delle
sostanze che hanno cagionato la contaminazione in modo tale da scongiurare la possibilità di
generare nuove situazioni di contaminazione del suolo e delle acque nell’ambito delle attività
presenti sul sito.
5.5.3 Approfondimento: conclusioni
Dall’analisi, in considerazione del fatto che:
• gli scenari incidentali credibili ipotizzati per la sostanze pericolose individuate prevedono,
per alcuni di essi, rilasci tali da non procurare danno alla falda profonda o all’esterno del
complesso ma si limitano ad una porzione poco profonda dei terreni superficiali;
• gli eventuali eventi incidentali sono comunque tempestivamente gestiti nell’ambito della
vigente normativa bonifiche e procedure interne alla centrale;
non si configurano le condizioni tali da poter identificare dei centri di pericolo.
Relazione di riferimento CENTRALE ENEL LA SPEZIA
Relazione di riferimento CENTRALE ENEL LA SPEZIA
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  • 1. Enel Produzione SpA - Società con unico socio - Sede legale: 00198 Roma, Viale Regina Margherita 125 - Registro Imprese di Roma, Codice Fiscale e Partita IVA 05617841001 - R.E.A. 904803 - Capitale Sociale 1.800.000.000 Euro i.v. - Direzione e coordinamento di Enel SpA Id.21003389 1/1 PRO/GENIT/COAL/UB-SP/EAS/EA Spett.le MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE Direzione Generale Valutazioni Ambientali Divisione IV - Rischio Rilevante e AIA Via Cristoforo Colombo, 44 00147 ROMA RM ITALIA PEC: aia@pec.minambiente.it c.a. Dott. Giuseppe Lopresti Generation Italy Italy Coal UB La Spezia 19136 La Spezia - Via Valdilocchi 32 T +39 0187327711 - F +39 0187327345 enelproduzione@pec.enel.it Oggetto: Decreto D.M. 0000244 del 06.09.2013 - Autorizzazione Integrata Ambientale per l'esercizio dell'impianto termoelettrico Enel Produzione SpA La Spezia - Invio Relazione di riferimento ai sensi del DM 272 del 13/11/2014 Con riferimento all'oggetto, si invia la Relazione di Riferimento redatta ai sensi del Decreto Ministeriale (DM) 272 del 13 novembre 2014. A tal fine si allega copia dell'originale della quietanza del versamento come stabilito dal DM di cui sopra. Cordiali saluti. Allegato: Ricevuta bonifico pagamento. _SignatureField2_P1 _SignatureField2_P3 Rosario Matteucci Un Procuratore _SignatureField1_P1 _SignatureField1_P3 Il presente documento è sottoscritto con firma digitale ai sensi dell'art. 21 del d.lgs. 82/2005. La riproduzione dello stesso su supporto analogico è effettuata da Enel Italia srl e costituisce una copia integra e fedele dell'originale informatico, disponibile a richiesta presso l'Unità emittente. Enel-PRO-07/01/2016-0000396 m_amte.DVA.REGISTRO UFFICIALE.I.0000198.08-01-2016
  • 2. Enel Produzione S.p.A. Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia DM 272/2014 - Relazione di Riferimento Dicembre 2015 MWH S.p.A. Centro Direzionale Milano 2, Palazzo Canova, Milano I-20090 Tel:+39 02.21084 Fax:+39 02.26924.275 www.mwhglobal.com
  • 3. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 2 | 58 Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 Enel Produzione S.p.A. Dicembre 2015 n. commessa 45502607 Centrale “Eugenio Montale” di La Spezia DM 272/2014 – Relazione di Riferimento Copia controllata N. Rev. Data Correzione della descrizione Modificato da Rivisto da Approvato da 00 Dicembre 2015 Relazione Tecnica AVG/BAP BAP CAM
  • 4. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 3 | 58 Indice Premessa ............................................................................................... 4 1. Introduzione .................................................................................... 5 2. Scopo del lavoro e principali assunzioni ........................................ 7 3. Inquadramento del sito: attività pregresse e uso attuale.............. 10 4. Inquadramento ambientale del sito .............................................. 13 5. Identificazione delle sostanze potenzialmente pertinenti............. 17 5.1 Elenco delle sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate nella centrale termoelettrica 20 5.2 Identificazione delle sostanze pericolose aventi classe di pericolostià di cui All’Allegato 1 del D.M. 272/2014 ..............................................................................................................22 5.3 Valutazione della rilevanza delle quantità di sostanze pericolose aventi classe di pericolosità di cui all’Allegato 1 del D.M. 272/2014 attraverso il confronto con le specifiche soglie di rilevanza ...............................................................................................................23 5.4 Valutazione della possibilità di contaminazione delle matrici ambientali suolo e acque sotterranee nel Sito dell’impianto ........................................................................................25 5.4.1 Possibilità di contaminazione in relazione alla proprietà chimico-fisiche selle sotanze pericolose usate o prodotte............................................................................. 25 5.4.2 Possibilità di contaminazione in relazione alle caratteristiche geologiche – idrogeologiche del Sito................................................................................................. 28 5.4.3 Possibilità di contaminazione in relazione alle caratteristiche dell’impianto..... 30 5.5 Individuazione delle sostanze pericolose pertinenti e dei centri di pericolo oggetto della Relazione di Riferimento.....................................................................................................49 5.5.1 Approfondimento: eventi incidentali credibili .................................................. 50 5.5.2 Approfondimento: eventi incidentali storici (ad oggi) ...................................... 51 5.5.3 Approfondimento: conclusioni ....................................................................... 55 6. Conclusioni ................................................................................... 56
  • 5. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 4 | 58 Premessa La società Enel Produzione S.p.A. ha incaricato la scrivente società MWH S.p.A. per la redazione della Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272 / 2014 per la centrale termoelettrica “Eugenio Montale” sita nei Comuni della Spezia e di Arcola (SP). La presente relazione è stata elaborata sulla base dei dati e informazioni forniti dalla centrale citata, e tutte le assunzioni funzionali alle valutazioni effettuate sono state condivise con Enel Produzione S.p.A.
  • 6. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 5 | 58 1. Introduzione La Società Enel Produzione S.p.A. (di seguito Enel) è stata autorizzata all’esercizio della Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale” sita nei comuni della Spezia e di Arcola, con Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con Decreto D.M. 0000244 del 06/09/2013. In data 6 gennaio 2011 è entrata in vigore la nuova Direttiva nota con l’acronimo "IED" (Industrial Emission Directive) 2010/75/UE sulle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento) con lo scopo di proseguire nel processo di riduzione delle emissioni delle installazioni industriali, e accorpare in un unico provvedimento sette Direttive comunitarie tra cui la Direttiva 2008/1/CE nota con l’acronimo IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control). Tale Direttiva introduce disposizioni che si riferiscono alla chiusura e alla bonifica del sito ove è insediato l’impianto soggetto alla disciplina dell’AIA ed introduce, per i soggetti interessati da rilascio di AIA, il concetto di “Relazione di Riferimento”. Le nuove disposizioni sono state recepite a livello nazionale dal D.lgs. 46/2014, che ha introdotto nel D.lgs. 152/2006 l’obbligo di redigere una “Relazione di Riferimento” sullo stato di qualità di suolo e sottosuolo. Nel D.lgs. 152/2006, nelle sue linee essenziali, non viene precisato il contenuto della Relazione di Riferimento e si rimanda ad uno o più decreti ministeriali per stabilirlo. Ai sensi dell'articolo 29-sexies comma 9-sexies del D.lgs. 152/2006, con comunicato pubblicato sulla GU del 7 gennaio 2015 n. 4, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha pubblicato il Decreto Ministeriale (DM) 272 del 13 novembre 2014 recante le “modalità per la redazione della Relazione di Riferimento di cui all’Art. 5, c. 1, lett. v-bis, D.lgs. n. 152/2006”. L’obiettivo di suddetto decreto, con esclusivo riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti, consiste nella valutazione di una possibile contaminazione del suolo e delle acque di falda causata dell’esercizio dell’impianto durante il suo ciclo di vita, riscontrabile al momento della cessazione dell’attività. Il DM 272/14 identifica tra gli altri: • i soggetti obbligati alla presentazione della Relazione di Riferimento (Art.3); • le modalità, i contenuti e le tempistiche per la valutazione della necessità di presentazione della Relazione di Riferimento (Art.4, Allegato 1);
  • 7. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 6 | 58 • le modalità, i contenuti e le tempistiche per la presentazione della Relazione di Riferimento (Art.4, Art.5, Allegato2 e Allegato 3). La centrale termoelettrica “Eugenio Montale” è soggetta ad AIA statale ed è alimentata a carbone, olio combustibile denso (OCD) e gasolio con capacità produttiva di 1.280MW; si rende pertanto necessaria la redazione di Relazione di Riferimento, contenente le informazioni sullo stato di qualità di suolo e acque sotterranee con esclusivo riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti (vd Allegato 2, DM 272/2014).
  • 8. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 7 | 58 2. Scopo del lavoro e principali assunzioni La presente Relazione di Riferimento è redatta ai sensi del DM 272/2014 con lo scopo di presentare le informazioni sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, con esclusivo riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti (Allegato 2 del DM 272/2014). In primo luogo quindi si è proceduto con la verifica della presenza di sostanze pericolose pertinenti, secondo quanto previsto dall’Allegato 1 al DM 272/14, tra quelle usate, prodotte, o rilasciate dall’installazione, così come sinteticamente riportato nel seguito: a. valutazione della presenza di sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate dall’installazione con corrispondenti indicazioni di pericolo H/frasi di Rischio R ai sensi del Regolamento CLP 1272/2008 e relativa attribuzione alla rispettiva classe di raggruppamento come da Allegato 1 del DM272/2014; b. valutazione della rilevanza delle quantità di sostanze pericolose di cui al punto precedente usate, prodotte o rilasciate dall’impianto attraverso il confronto con specifiche soglie di rilevanza; c. valutazione, per le sostanze oggetto di superamento soglia, della possibilità di contaminazione suolo/acque sotterranee in base alle proprietà chimico-fisiche delle sostanze e modalità di gestione delle stesse all’interno dell’impianto, caratteristiche geologiche/idrogeologiche del Sito. Nel caso in cui si evidenzi la possibilità di contaminazione delle acque sotterranee e del suolo, si procederà, per le sostanze pertinenti individuate, con le attività di completamento della Relazione di Riferimento, i cui contenuti minimi, oltre a quanto sopra riportato, sono nel seguito descritti (Allegato 2 al DM 272/14): o descrizione delle attività pregresse, dell’uso attuale e delle destinazioni d’uso futuro del Sito; o informazioni generali riguardanti il contesto geologico/idrogeologico del sito; o con esclusivo riferimento alle sostanze pericolose pertinenti individuate: ƒ indicazione dello stato attuale di qualità del suolo e delle acque sotterranee; ƒ valutazione dei dati disponibili a caratterizzare lo stato attuale del suolo e delle acque sotterranee (indagini già effettuate ai sensi del D.Lgs.152/2006), con illustrazione dettagliatadelle modalità con cui sono effettuate le misurazioni;
  • 9. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 8 | 58 ƒ ove non sufficienti le misurazioni di cui al punto precedente (come previsto dal DM272/2014, Allegato 2, punto 3), elaborazione di Piano di Indagine e valutazione di nuove misurazioni effettuate su suolo e acque sotterranee volto a caratterizzare le due matrici (suolo, acque sotterranee) I criteri operativi adottati sono descritti ai seguenti paragrafi; in sintesi i principali: • indicazioni di pericolo H: si è fatto riferimento alle Schede Dati di Sicurezza (SdS) delle sostanze; ove non già disponibili tali indicazioni nelle SDS, si è provveduto conservativamente alla conversione delle frasi di rischio R nelle corrispondenti indicazioni di pericolo H, utilizzando la Tabella di cui all’Allegato 7 del Regolamento (CE) n.1272/2008. • in caso di Schede Dati di Sicurezza (SdS) di miscele, sono state considerate le eventuali indicazioni di pericolo H / frasi di rischio R della miscela e non dei relativi componenti; • in caso di indicazioni H di pertinenza a più classi soglia del DM 272/14, si è operata la somma dei quantitativi per ogni classe; • dati di quantità: si sono considerate le quantità alla massima capacità produttiva così come indicate in AIA, scheda B.1.2 e fornite dalla Centrale; • la tipologia di impianto non contempla prodotti intermedi pericolosi; • non sono stati considerati: o rifiuti, in quanto non sostanze; o scarichi idrici (se non per una generale descrizione della loro gestione) o emissioni in atmosfera Completato quanto previsto in Allegato 1, in caso di presenza di sostanze pertinenti si potrà procedere alle successive valutazioni di cui all’Allegato 2 del DM 272/14. La documentazione di riferimento utilizzata per la redazione della presente relazione è la seguente: • Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio della Centrale Termoelettrica della società Enel Produzione S.p.A. “Eugenio Montale” sita nei comuni della Spezia e di Arcola, rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con Decreto D.M. 0000244 del 06/09/2013. • Scheda B.13 “Aree di stoccaggio di materie prime, prodotti ed intermedi” • Scheda B.1.2 “Consumo di materie prime (alla capacità produttiva); • Consumi e utilizzi di materie prime anni 2013 e 2014
  • 10. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 9 | 58 • Schede Dati di Sicurezza (SdS); • Scheda B.18 “Relazione tecnica dei processi produttivi” • Certificato EMAS con numero di attestazione n.E-002/14 • Certificato ISO 14001:2004 con numero di certificato n.9191.E001 • Procedura operativa “PEA_01 Emergenza Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività di Emergenza Sversamenti” rev.3 del 06/06/2014. • Procedura operativa “PEA_03 Gestione Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche liquide” rev.1 del 26/03/2013. • Procedura operativa “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze” rev.7 del 05/05/2014. • Rapporto di Sicurezza (D.Lgs 334/99 e s.m.i.) Centrale Termoelettrica della Spezia “Eugenio Montale” emesso in Novembre 2011. Per una illustrazione di dettaglio della metodica si rimanda al capitolo seguente.
  • 11. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 10 | 58 3. Inquadramento del sito: attività pregresse e uso attuale L’Unità di Business della Spezia è costituita da tre sezioni termoelettriche per una potenza elettrica lorda complessiva di circa 1.300.000 kW. Le sezioni SP1 ed SP2, a ciclo combinato alimentate a gas naturale, hanno ciascuna una potenza elettrica pari a circa 340.000 kW, sono entrate in servizio rispettivamente il 01/12/1999 e il 12/05/2000. Entrambe le sezioni sono state messe a regime, ai sensi dall’articolo 8 del DPR 203/88, il 03/02/2001. La sezione SP3 (policombustibile), a seguito dei lavori di adeguamento ambientale, è rientrata in servizio il 1 novembre 2000 ed è stata messa a regime il 27 settembre 2001 ed ha una potenza elettrica di 600.000 kW. Nelle fasi di normale esercizio il combustibile prevalentemente utilizzato è il carbone; il gas naturale e l’olio combustibile sono utilizzati come combustibili ausiliari solo per periodi transitori e nelle fasi di avviamento. Il gasolio è utilizzato come combustibile di prima accensione sulle torce pilota dei bruciatori. L’Unità è dotata di sistemi di abbattimento di polveri, ossidi azoto e biossido di zolfo. Ogni sezione è dotata di sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni. La preesistente unità 4, da 600.000 kW, inattiva dal 30 settembre 1999, è stata dismessa. La stazione elettrica, le linee di collegamento alla centrale e le linee di trasmissione dell’energia ad alta tensione (220 e 380 kV) non appartengono ad Enel S.p.A., ma alla Società TERNA S.p.A.. La centrale della Spezia è ubicata in prossimità del porto della città omonima e sorge su un’area di circa 72 ha a est della città; fu costruita dalla Società Edisonvolta, autorizzata alla costruzione del primo gruppo con decreto del 26 gennaio 1960. Al primo gruppo di produzione a carbone da 310 MW, entrato in servizio il 28 agosto 1962, seguirono altri tre gruppi a carbone per complessivi 1835 MW tanto da costituire al tempo la più grande centrale termoelettrica d’Europa. Le unità 3 e 4, sia per la loro potenza (600 MW cad.), che per il ciclo di vapore adottato, costituirono una novità assoluta per l’Italia. A seguito della legge del 6 dicembre 1962, che istituiva l’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, la centrale passò da Edisonvolta a ENEL. Con l’entrata in servizio del 4°gruppo, avvenuta nel 1968, la produzione annua di energia è stata mediamente pari al 5% della produzione nazionale.
  • 12. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 11 | 58 Con decreto del 29 gennaio 1997, il Ministero dell’Industria definiva un nuovo assetto della centrale, autorizzando lavori di adeguamento ambientale consistenti nella sostituzione delle precedenti unità 1 e 2 con gruppi di generazione a ciclo combinato a alto rendimento alimentati a metano, e nella realizzazione di un impianto di desolforazione e di denitrificazione che consentisse l’esercizio di un solo gruppo termoelettrico tradizionale da 600 MW policombustibile. In conseguenza del decreto, la sezione 4 cessò di funzionare il 30 settembre 1999. Le operazioni di comando e supervisione delle sezioni termoelettriche SP1, SP2, SP3 si svolgono prevalentemente da due sale di controllo dedicate; rispettivamente una per le sezioni SP1 e SP2 (turbogas-cicli combinati) e l’altra per la sezione SP3 a carbone. In Figura 1 si riporta la planimetria dell’impianto. Figura 1 – planimetria dell’impianto Come detto precedentemente, la Centrale “Eugenio Montale” è attualmente in grado di erogare una potenza elettrica lorda complessiva di circa 1.280 MW utilizzando le seguenti unità: • Unità 1 (SP1) e Unità 2 (SP2): cicli combinati da ca. 340 MWe ciascuno, alimentati con gas naturale;
  • 13. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 12 | 58 • Unità 3 (SP3): impianto a vapore tradizionale da 600 MWe alimentato prevalentemente a carbone. Gli avviamenti del gruppo 3 a carbone iniziano con l'accensione delle torce pilota a gasolio. La fase successiva prevede l'accensione dei bruciatori prima a gas naturale e poi ad olio combustibile. Il combustibile carbone viene di norma inserito tramite l'avviamento dei mulini poco prima di raggiungere il minimo tecnico. Sia il carbone che l’olio combustibile denso (successivamente detto OCD) provengono da diverse fonti di approvvigionamento estero; il contenuto di zolfo è inferiore all’1,0 % per il carbone e compreso tra 0,2÷1.0 % per l’OCD.
  • 14. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 13 | 58 4. Inquadramento ambientale del sito L’impianto Termoelettrico Enel “Eugenio Montale” è collocato nell’estrema parte Est del Comune della Spezia nella cosiddetta piana di Fossamastra su di un’area di circa 72 ha di proprietà dell’ENEL che, in minima parte, sconfina nel comune di Arcola. L’area su cui sorge l’impianto è di tipo industriale e vede la presenza di una pluralità di insediamenti produttivi. Suolo e sottosuolo – area di Centrale e Carbonili Il sito di centrale e le aree di pertinenza sorgono in un’area che è stata inserita nel programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinanti, soggetti ad interventi di interesse nazionale, mediante la legge n.426 del 9 dicembre 1998 “Nuovi interventi in campo ambientale”, art. 4, lettera n) Pitelli (La Spezia), in riferimento all’art. 19, comma 1 del D.Lgs.22/97. Di conseguenza, come tale, è soggetta agli obblighi di caratterizzazione e bonifica dei suoli e acque. Più recentemente, il MATTM con Decreto 11 gennaio 2013, ha restituito alla Regione Liguria la competenza per le operazioni di verifica ed eventuale bonifica del sito Pitelli che, pertanto, è diventato Sito di Interesse Regionale (SIR). Le attività di indagine ambientale e di monitoraggio delle acque sotterranee condotte negli anni 2003-2012, in adempimento agli obblighi derivanti dall’appartenenza della Centrale al SIN di Pitelli (ora SIR ai sensi del DM 11/01/2013), hanno permesso di definire con chiarezza lo stato qualitativo dei suoli e delle acque di falda. Le indagini hanno riguardato sia l’area vera e propria di centrale, sia aree non più utilizzate o accessorie, quali l’area ex bacini ceneri, l’area ex “Campo Ferro” e l’area del terminale marittimo.
  • 15. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 14 | 58 Nell’area di centrale le indagini hanno evidenziato, limitatamente ad alcuni parametri, dei superamenti puntuali del valore limite ammesso per i terreni delle aree industriali e la contaminazione della falda in una ristretta area circoscritta. Le successive indagini messe in campo tramite lo studio dei solfati realizzato da ACAM, ARPAL e Università di Genova, hanno evidenziato che la presenza diffusa di solfati e cloruri nelle aree di centrale sia da imputare ad origine naturale (termale) a meno di una parte di origine antropica sostanzialmente sita alla base dell’argine dei bacini cenere e proveniente dall’acqua marina con cui venivano in passato pompate le ceneri nei bacini. A tal riguardo la centrale ha redatto (Luglio 2010) ed inviato al Ministero dell’Ambiente il “Progetto di bonifica dei suoli e di Messa in Sicurezza Operativa della falda” che è stato istruito dal MATTM nel corso della CdS decisoria del 28 ottobre 2010. In merito al progetto in esame il MATTM ha richiesto una serie di integrazioni tra cui l’elaborazione di un’Analisi di Rischio ai sensi del D.lgs. 152/06 e s.m.i. Enel a luglio 2013 ha trasmesso l’Analisi di Rischio (AdR) per le aree Centrale e Carbonili. Nell’AdR sono state definite, per tutti i composti eccedenti le “Concentrazioni Soglia di Contaminazione“(CSC), le “Concentrazioni Soglia di Rischio” (CSR) a protezione dei recettori umani e le CSR a protezione della risorsa idrica sotterranea. In funzione degli esiti positivi dello studio di AdR, Enel ha proposto un Piano di Monitoraggio finalizzato alla verifica del mantenimento nel tempo delle condizioni di accettabilità del rischio per le acque di falda. Entrambi i documenti sono stati approvati dalla Regione Liguria, ora Ente Competente a seguito del Decreto MATTM 11 gennaio 2013, nella Conferenza di Servizi di ottobre 2013 (Decreto n. 369 del 30/10/2013). Il Piano di Monitoraggio interessa 17 piezometri ubicati ai confini sia dell’area centrale che dell’area carbonili, garantendo la caratterizzazione della qualità delle acque di falda a monte e a valle del sito di centrale, rispetto al flusso della falda, tenendo in considerazione anche i carbonili e i bacini. Tale piano, come prescritto dal Decreto di cui sopra, avrà durata di 5 anni. Il primo anno del Piano di Monitoraggio (anno 2014) si è concluso senza rilevare parametri anomali. Suolo e sottosuolo - Bacini ceneri All’inizio degli anni 60, secondo il progetto presentato dalla Società Edison-Volta per la realizzazione della centrale e dei relativi impianti ausiliari, furono costruiti due bacini per il deposito delle ceneri. Essi sono situati in località Pian di Pitelli su di un’area recintata di circa 13 ettari di proprietà Enel collocata nei territori comunali di La Spezia e di Arcola.
  • 16. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 15 | 58 I bacini furono ottenuti dallo sbarramento di una depressione valliva naturale mediante la costruzione di tre argini aventi altezze di 22, 12 e 14 metri e il totale utile di invaso è di circa 850.000 m3 . Negli anni ’70, a seguito di una prescrizione del Servizio Dighe, il complesso delle opere è stato oggetto di lavori di consolidamento ed impermeabilizzazione. Gli sbarramenti furono definitivamente collaudati il 31.10.1979 ai sensi del DPR n. 1363/59 e da allora eserciti sotto il controllo del Servizio stesso. Inizialmente tutte le ceneri prodotte venivano convogliate nei bacini con un sistema di trasporto idraulico ad acqua di mare. Dal 1990 sono state inviate nei bacini solo le ceneri pesanti (che rappresentano circa il 20% della produzione), in quanto, da tale anno, le ceneri leggere sono state estratte con aria ed inviate direttamente al recupero. Dal 1983 al 1991 sono stati operati svuotamenti periodici dei bacini asportando circa 1.400.000 tonnellate che per l’80% circa sono stati riutilizzati per la formazione di terrapieni, il restante 20% è stato invece smaltito in discarica. L’utilizzazione dei bacini è terminata nel 1999 in seguito alla fermata della sezione 4 e all’adozione del sistema di estrazione a secco anche per le ceneri pesanti prodotte dalla sezione 3. Nell’agosto ‘99 è stato pertanto presentato alla Provincia della Spezia un progetto di risanamento dell’area dei bacini. Con l’emanazione del D.M. 10/01/2000, i bacini sono stati inseriti nel perimetro del sito di interesse nazionale PITELLI”. Il Decreto è stato emanato ai sensi della legge n.426/98 “Nuovi interventi in campo ambientale” che disciplina gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati. Anche questa area è attualmente ricompresa nel Sito di Interesse Regionale (SIR) ai sensi del DM 11/01/2013. In conformità a tali disposizioni, Enel ha presentato al Ministero un progetto preliminare di messa in sicurezza e ripristino dei bacini ceneri; l’iter autorizzativo per l’esecuzione degli interventi è tuttora in corso, e l’Ente Competente è ora la Regione. Nel corso del 2009 sono state realizzate importanti attività di indagine geognostica finalizzate alla predisposizione di un progetto definitivo di messa in sicurezza permanente dell’area. Vista la complessità dell’intervento e la necessità di valutare approfonditamente le interazioni dei bacini con l’ambiente circostante, Enel ha commissionato diversi studi di fattibilità a società primarie nel campo delle bonifiche ambientali per poter avere tutti gli strumenti al fine di individuare la soluzione più idonea da adottare.
  • 17. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 16 | 58 Tutte le attività sopra descritte sono state intraprese al fine di gestire secondo la normativa vigente per le bonifiche i superamenti di legge riscontrati. Tali contaminazioni non saranno pertanto trattate nell’ambito della presente Relazione di Riferimento.
  • 18. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 17 | 58 5. Identificazione delle sostanze potenzialmente pertinenti La procedura per l’identificazione delle sostanze pertinenti, contenuta nell’Allegato 1 del DM272/14 è rappresentata nel diagramma di flusso riportato in figura 1 e si articola nelle seguenti quattro fasi: 1) valutazione della presenza di sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate dall’installazione con relativa/e frase/i H/R ai sensi del Regolamento CLP 1272/2008 e relativa attribuzione alla rispettiva classe di raggruppamento come da allegato 1 del DM272/2014; 2) valutazione delle sostanze pericolose le cui indicazioni di pericolo “H” o frasi di rischio “R” risultano di interesse in relazione alle quattro classi di raggruppamento indicate dal DM272/14; 3) confronto dei quantitativi delle sostanze alla massima capacità produttiva sommati per ogni classe con i valori soglia indicati dal DM272/14; 4) in caso di superamento di soglia, per le sostanze pericolose così individuate (appartenenti alla classe oggetto di superamento) si procede alla valutazione della possibilità di contaminazione in base alle proprietà chimico-fisiche delle sostanze stesse, alle caratteristiche idrogeologiche del sito ed alla loro modalità di gestione. A valle del processo di cui sopra, vengono individuate le cosiddette “sostanze pertinenti” oggetto della Relazione di Riferimento.
  • 19. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 18 | 58 Figura 2 - Diagrama di flusso fase di screening L’identificazione delle sostanze pertinenti consiste nel verificare se l’installazione usa, produce o rilascia sostanze pericolose in base alla classificazione del regolamento (CE) n.1272/2008, nonchè se le sostanze usate, prodotte o rilasciate, determinano la formazione di prodotti intermedi di degradazione pericolosi in base alla citata classificazione. In ottemperanza a quanto previsto dal D.M. 272/2014, la fase successiva prevede la stima delle quantità delle sostanze pericolose potenzialmente utilizzate/prodotte/rilasciate dalla Centrale termoelettrica alla massima capacità produttiva autorizzata nell’AIA in vigore e nel caso in cui vi sia la presenza di più sostanze pericolose, di sommare le quantità di sostanze appartenenti alla stessa classe di pericolosità. Il valore così ottenuto per ciascuna classe di pericolosità deve essere successivamente confrontato con il valore di soglia riportati in Tabella 1.
  • 20. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 19 | 58 Classe* Indicazione di pericolo secondo il Reg. (CE) n. 1272/2008/Frasi di rischio" secondo la direttiva 67/548/CEE o 1999/45/CE Soglia kg/anno o dm3 /anno 1 H350, H350(i), H351, H340, H341 • 10 2 H300, H304, H310, H330, H360 (d), H360(f), H361(de), H361(f), H361(fd), H400, H410, H411 • 100 R54, R55, R56, R57 3 H301, H311, H331, H370, H371, H372 • 1.000 4 H302, H312, H332, H412, H413 • 10.000 R58 * 1. Sostanze cancerogene e/o mutagene (accertate o sospette) 2. Sostanze letali, sostanze pericolose per la fertilità o per il feto, sostanze tossiche per l’ambiente 3. Sostanze tossiche per l’uomo 4. Sostanze pericolose per l’uomo e/o per l’ambiente Tabella 1 – Calcolo valore soglia Nel caso di superamento delle suddette soglie, il Gestore procede, per le sostanze che hanno concorso al raggiungimento delle soglie, alla fase successiva che prevede che venga effettuata una valutazione della reale possibilità di contaminazione tenendo conto delle: • proprietà chimico-fisiche delle sostanze pericolose (es. persistenza, solubilità, degradabilità,..); • caratteristiche geo-idrogeologiche del sito dell’installazione; • misure di gestione delle sostanze pericolose a protezione del suolo e delle acque sotterranee. Se al termine della valutazione emerge che vi è l’effettiva possibilità di contaminazione del suolo o delle acque sotteranee connessa a uso, produzione o rilascio di una o più sostanze pericolose da parte dell’installazione, tali sostanze pericolose sono oggetto della Relazione di Riferimento.
  • 21. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 20 | 58 5.1 Elenco delle sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate nella centrale termoelettrica La prima fase della valutazione preliminare è consistita nel definire l’elenco delle sostanze chimiche pericolose utilizzate/prodotte/rilasciate dall’installazione ai fini di una potenziale contaminazione del sottosuolo e delle acque di falda nelle zone in esame e nella raccolta e analisi delle relative informazioni. Vengono identificate come sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente quelle definite dal Regolamento CE n.1272/2008 – Art.3 che cita: “Una sostanza o miscela che corrisponde ai criteri relativi ai pericoli fisici, per la salute o per l'ambiente definiti nelle parti da 2 a 5 dell'Allegato I è considerata pericolosa ed è classificata nelle rispettive classi di pericolo contemplate in detto Allegato. Qualora nell'Allegato I le classi di pericolo siano differenziate in base alla via di esposizione o alla natura degli effetti, la sostanza o miscela è classificata secondo tale differenziazione.” Non sono state considerate nel censimento per il calcolo del superamento delle soglie le sostanze pericolose di seguito descritte: • Emissioni: con il termine “emissioni” si intendono gli scarichi idrici e le emissioni in atmosfera; ai fini dell’attuazione del D.M. 272/2014, tali sostanze non saranno incluse nel calcolo delle soglie; • Laboratorio: le sostanze pericolose utilizzate sono stoccate in ambiente areato suddiviso per tipologie di sostanze; le minime quantità di uso frequente sono conservate nel laboratorio sotto cappa se solventi o in armadi se reagenti; in considerazione delle modalità di gestione e dei modesti quantitativi interessati, tali sostanze non sono considerate nel presente screening; • Rifiuti: In quanto per definizione non sostanze, i rifiuti non sono inclusi nel calcolo delle soglie. La Tabella 2 mostra l’elenco di tutte le sostanze pericolose gestite (fonte AIA vigente, scheda B.1.2, Schede di Sicurezza) entro il perimetro dell’installazione che saranno oggetto di studio al fine dell’individuazioni delle sostanze pertinenti.
  • 22. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 21 | 58 SOSTANZE PERICOLOSE FRASI DI RISCHIO (R) INDICAZIONI DI PERICOLO (H) Gas naturale Da SdS R12 Da SdS H220, H280 Olio Combustibile Denso (OCD) Da SdS n.f. Da SdS H350, H332, H361d, H373, H410, H304, EU H066 Gasolio Gasolio per autotrazione Da SdS R40, R20, R65, R38, R51/53 Da SdS H226, H332, H315, H351, H373, H304, H411 Ammoniaca sol.24,5% Da SdS R34, R52/53 Da SdS H314, H335, H412 Ipoclorito di sodio sol.13%-16% Da SdS R34, R31 Da SdS H290, H314, H318, H400, H411 Acido cloridrico sol.25-40% Da SdS R34, R37 Da SdS H290, H314, H335 Calce idrata Da SdS R37, R38, R41 Da SdS H315, H318, H335 Olio dielettrico: AGIP ITE 360 Da SdS n.f. Da SdS H304 Cloruro ferrico sol.40% Da SdS R22, R38-R41 Da SdS H290, H302, H315, H318 Cloruro ferroso sol.23% Da SdS R41 Da SdS H290, H318 Soda caustica sol.29%-51% Da SdS R35 Da SdS H290, H314 Sodio carbonato Da SdS R36 Da SdS H319 Azoto Da SdS n.f. Da SdS H281 Anidride carbonica Da SdS n.f. Da SdS H280 Sodio metabisolfito Da SdS R22, R41, R31 Da SdS H318, H302+EUH031 Antincrostante: DREWO 1105 EV Da SdS R35 Da Conversione H314 Antincrostante: Celklean D422 Da SdS R35 Da SdS H314 Antincrostante: DREWO 363 Da SdS R35 Da Conversione H314 Antincrostante: RO 202 SPD Da SdS R35 Da Conversione H314 Antincrostante: RO 448 Da SdS R34, R43, R52/53 Da Conversione H314, H317, H412 Antincrostante: RO 1700 Da SdS R35 Da Conversione H314
  • 23. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 22 | 58 SOSTANZE PERICOLOSE FRASI DI RISCHIO (R) INDICAZIONI DI PERICOLO (H) Antincrostante: RO 3105 Da SdS R35 Da Conversione H314 Polielettrolita: DREFLO 969 L Da SdS R52/53 Da Conversione H412 Polielettrolita: DREWO 8010 Da SdS R35 Da Conversione H314 Idrogeno Da SdS R12 Da SdS H220, H280 Ossigeno Da SdS R8 Da SdS H270, H280 Metano Da SdS R12 Da SdS H220, H280 eni Fin 332 F: OIio lubrificante Da SdS n.f. Da SdS H226, H336, H372, H412 eni Oso (ISO 15): Olio lubrificante Da SdS n.f. Da SdS H304 Tabella 2 – Sostanze pericolose all’interno dello impianto di La Spezia 5.2 Identificazione delle sostanze pericolose aventi classe di pericolostià di cui All’Allegato 1 del D.M. 272/2014 In base ai criteri presenti nell’Allegato 1 al decreto sopracitato, per ciascuna sostanza pericolosa individuata, è stata quindi analizzata la Scheda Dati di Sicurezza dalla quale è stata desunta l’indicazione di pericolo H e le frasi di rischio R. La Tabella 3 fornisce l’elenco delle sostanze pericolose di cui al Regolamento (CE) n.1272/2008 con indicazione della classe di pericolosità di cui all’Allegato 1 del D.M. 272/2014 usate/prodotte/rilasciate dall’impianto che saranno oggetto di studio della successiva trattazione. SOSTANZE PERICOLOSE FRASI DI PERICOLOSITA’ (H) previste nelle classi CLASSE DI APPARTENENZA, ALLEGATO 1 DM 272/14 Olio Combustibile Denso (OCD) H350 H361d – H410 – H304 H332 I II IV Gasolio Gasolio per autotrazione H351 H304 – H411 H332 I II IV Ammoniaca sol.24,5% H412 IV Ipoclorito di sodio sol.13%-16% H400 – H411 II Olio dielettrico: AGIP ITE 360 H304 II
  • 24. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 23 | 58 SOSTANZE PERICOLOSE FRASI DI PERICOLOSITA’ (H) previste nelle classi CLASSE DI APPARTENENZA, ALLEGATO 1 DM 272/14 Cloruro ferrico sol.40% H302 IV Sodio metabisolfito H302 IV Antincrostante: RO 448 H412 IV Polielettrolita: DREFLO 969 L H412 IV eni Fin 332 F: OIio lubrificante H372 H412 III IV eni Oso (ISO 15): Olio lubrificante H304 II Tabella 3 – sostanze pericolose concorrenti alla pertinenza 5.3 Valutazione della rilevanza delle quantità di sostanze pericolose aventi classe di pericolosità di cui all’Allegato 1 del D.M. 272/2014 attraverso il confronto con le specifiche soglie di rilevanza Identificate le sostanze pericolose rientranti nei quattro sottogruppi di cui all’Allegato 1 del DM 272/2014, sono state individuate nei documenti AIA, Scheda B.1.2 e fornite dalla Centrale le quantità massime presenti all’interno dell’istallazione. Il calcolo per il superamento delle soglie, è stato eseguito sommando le quantità di sostanze appartenenti alla stessa classe di pericolosità con la seguente modalità operativa: • in caso di sostanze con più di una indicazione di pericolo/frase di rischio, si è assunto di considerarle tutte, anche sommandole in più di una classe; • indipendentemente dalla modalità di calcolo delle quantità usate/prodotte/rilasciate, tutte le aree di stoccaggio e movimentazione delle sostanze pertinenti sono state comunque considerate quali possibili centri di pericolo nell’ambito della eventuale redazione della Relazione di Riferimento; • le quantità considerate sono quelle contenute e autorizzate in AIA della centrale termoelettrica alla massima capacità produttiva; • nella presente relazione, agli step di valutazione successivi, non sono state considerate nel calcolo per il superamento delle quattro soglie le quantità delle eventuali sostanze pericolose che a tempertura e pressione ambiente si presentano allo stato gassoso. La Tabella 4 mostra le quantità delle sostanze che concorrono alla pertinenza utilizzate all’interno dell’installazione.
  • 25. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 24 | 58 Consumi specifici annui (kg/a) B.1.2 consumo di materie prime (alla massima capacità produttiva) Olio Combustibile Denso (OCD) 40.000.000 Gasolio Gasolio per autotrazione 20.000 + 235.000 Ammoniaca sol.24,5% 3.700.000 Ipoclorito di sodio sol.13%-16% 770.000 Olio dielettrico: AGIP ITE 360(*) 220 Cloruro ferrico sol.40% 60.000 Sodio metabisolfito 9.000 Antincrostante: RO 448 9.000 Polielettrolita: DREFLO 969 L 4.000 eni Fin 332 F: OIio lubrificante 30.000 eni Oso (ISO 15): Olio lubrificante Tabella 4 – Quantità alla massima capacità produttiva (*) Quantitativo fornito dalla Centrale Sulla base delle considerazioni sopra riportate al fine del calcolo delle quantità per la determinazione del superamento delle soglie, si sono ottenuti i valori mostrati in Tabella 5. Classe Indicazione di pericolo secondo il Reg. (CE) n. 1272/2008/Frasi di rischio" secondo la direttiva 67/548/CEE o 1999/45/CE Soglia kg/anno o dm3 /anno Consumo annuo kg/anno n°sostanze pericolose partecipanti al calcolo 1 H350, H350(i), H351, H340, H341 • 10 40.255.000 2 2 H300, H304, H310, H330, H360 (d), H360(f), H361(de), H361(f), H361(fd), H400, H410, H411 • 100 41.055.220 5 R54, R55, R56, R57 3 H301, H311, H331, H370, H371, H372 • 1.000 30.000 1
  • 26. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 25 | 58 Classe Indicazione di pericolo secondo il Reg. (CE) n. 1272/2008/Frasi di rischio" secondo la direttiva 67/548/CEE o 1999/45/CE Soglia kg/anno o dm3 /anno Consumo annuo kg/anno n°sostanze pericolose partecipanti al calcolo 4 H302, H312, H332, H412, H413 • 10.000 44.067.000 8 R58 Tabella 5: Calcolo superamento delle soglie La tabella evidenzia il superamento della I, II, III e IV classe di cui all’Allegato 1 del DM 272/2014 pertanto, per le sostanze pericolose che hanno concorso al raggiungimento delle soglie, si procede con le fasi successive dell’analisi. 5.4 Valutazione della possibilità di contaminazione delle matrici ambientali suolo e acque sotterranee nel Sito dell’impianto Per ciascuna sostanza che ha determinato o concorso a determinare il superamento delle quattro soglie, si è proceduto effettuando una valutazione delle reale possibilità di contaminazione sulla base dei criteri descritti nei paragrafi successivi. 5.4.1 Possibilità di contaminazione in relazione alla proprietà chimico-fisiche selle sotanze pericolose usate o prodotte Attraverso le proprietà chimico-fisiche è possibile valutare l’eventuale esclusione di alcune delle sostanze tra quelle di pertinenza in quanto potenzialmente responsabili di una possibile contaminazione del suolo e della falda sotterranea. In particolare, si è tenuto conto delle seguenti caratteristiche chimico-fisiche: • STATO FISICO: saranno escluse dal calcolo al fine del superamento delle quattro soglie le sostanze/miscele pericolose che a temperatura e pressione atmosferica si presentano allo stato gassoso essendo la contaminazione di suolo e falda intrinsicamente esclusa. • PERSISTENZA/DEGRADABILITÀ: la persistenza di una sostanza riflette la potenzialità di un’esposizione a lungo termine degli organismi alla stessa e la potenzialità di una sostanza di raggiungere l’ambiente marino e di essere trasportato in aree remote.
  • 27. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 26 | 58 • SOLUBILITÀ: si definisce solubilità (o miscibilità) di un soluto in un solvente, a determinate condizioni di temperatura e pressione, la massima quantità di un soluto che in tali condizioni si scioglie in una data quantità di solvente, formando in tal modo un'unica fase con esso. Magggiore è la solubilità, maggiore sarà la facilità di raggiungimento della falda sotterranea della sostanza pericolosa analizzata. La Tabella 6 mostra le caratteristiche chimico-fisiche per le sostanze che concorrono alla pertinenza. Sostanza o Miscela Proprietà fisico-chimiche Stato fisico Solubilità Persistenza Degradabilità Olio combustibile denso (OCD) Liquido non applicabile poiché sostanza UVCB i test standard per questo endpoint non sono applicabili alla sostanze UVCB Gasolio Liquido Insolubile e immiscibile in acqua I costituenti principali del prodotto sono da considerare "inerentemente biodegradabili", ma non "prontamente" biodegradabili: pertanto possono risultare moderatamente persistenti, particolarmente in condizioni anaerobiche. Ammoniaca sol.24,5% Liquido Idrosolubile Facilmente biodegradabile Ipoclorito di sodio sol.13%-16% Liquido Completamente miscibile in acqua I metodi per determinare la biodegradabilità non si applicano alle sostanze inorganiche Olio dielettrico: AGIP ITE 360 Liquido Insolubile e immiscibile in acqua I costituenti principali del prodotto sono da considerare "inerentemente biodegradabili", ma non "prontamente" biodegradabili: pertanto possono risultare moderatamente persistenti, particolarmente in condizioni anaerobiche Cloruro ferrico al 40% Liquido Miscibile in acqua Non applicabile Sodio metabisolfito Solido Non definito Informazioni non disponibili Antincrostante: RO 448 Liquido Non definito Relativi alle sostanze
  • 28. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 27 | 58 Sostanza o Miscela Proprietà fisico-chimiche Stato fisico Solubilità Persistenza Degradabilità contenute: 2-metil-2H-isotiazol-3-one miscela con 5-cloro-2-metil- 2H-isotiazol-3-one Il prodotto è facilmente biodegrabile Polielettrolita: DREFLO 969 L Liquido Non definito Relativi alle sostanze contenute: Polimero quaternario di ammonio non immediatamente biodegradabile eni Fin 332 F: OIio lubrificante Liquido Insolubile e immiscibile in acqua Una parte dei costituenti del prodotto sono da considerare "inerentemente" biodegradabili, ma non "prontamente" biodegradabili: pertanto possono risultare moderatamente persistenti, particolarmente in condizioni anaerobiche eni Oso (ISO 15): Olio lubrificante Liquido Insolubile e immiscibile in acqua I costituenti principali del prodotto sono da considerare "inerentemente" biodegradabili, ma non "prontamente" biodegradabili: pertanto possono risultare moderatamente persistenti, particolarmente in condizioni anaerobiche Tabella 6: Proprietà chimico-fisiche UVCB: sostanze dalla composizione sconosciuta o variabile Sulla base delle informazioni sopra riportate, si ritiene comunque opportuno adottare un approccio cautelativo e non escludere quindi nessuna delle sostanze individuate dalle analisi riportate ai paragrafi successivi.
  • 29. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 28 | 58 5.4.2 Possibilità di contaminazione in relazione alle caratteristiche geologiche – idrogeologiche del Sito La Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale” è ubicata in una valle naturale chiamata Piano di Pitelli; tale valle, il cui fondo è parzialmente riempito di una successione di materiale fluvio.lacistre ed alluvionale, si sviluppa lungo un asse SSE-NNW, aprendosi sul Golfo della Spezia, con diverse valli minori poste radialmente alla valle principale. Il principale corso d’acqua del reticolo idrografico superficiale che insiste sulla zona è il torrente Fossamastra. La stratigrafia del suolo e sottosuolo del Sito è di seguito schematizzata: • Terreno di riporto: si intendono tutti i depositi di origine antropica che caratterizzano ampiamente l’area in esame; in particolare, sono strati di diversa natura e caratteristiche in grado di contenere una faldina freatica molto superficiale. Tra i terreni di riporto si distinguono le CENERI per lo più disposte negli appositi bacini di decantazione della centale ma presenti anche lungo il versante nord-occidentale della valle dove si ubica l’ex- impianto di incenerimento CIR. Le ceneri hanno caratteristiche geotecniche molto scadenti, bassa permeabilità e scarsissima consistenza. • Ghiaie, ghiaie con sabbia – terreni granulari: si tratta di depositi a composizione granulometrica prevalentemente medio-grossolana di natura per lo più alluvionale o derivanti dal disfacimento delle pareti rocciose della valle. Sono depositi ad elevata permeabilità, poco compatti, sede di una falda superficiale, freatica, ad alimentazione stagionale; la potenza di questi livelli non è mai superiore ai 5 m. • Limi, limi sabbiosi e/o argillosi – terreni fini: sono i depositi che caratterizzano tutto il fondovalle e si trovano in continuità sotto la centrale termoelettrica. La loro natura è varia, da alluvionale a marina, ed in alcuni punti si identificano singole lenti, anche piuttosto estese, argillose (a permeabilità minore) o sabbiose (a maggior permeabilità); tuttavia l’elemento granulometrico prevalente e pressochè costante è quello limoso. Idrogeologicamente la sua permeabilità è da considerarsi bassa (da 10-5 a 10-8 m/s); la potenza complessiva di questa unità varia da un minimo di 2-3 m a un massino di 12-15 m.
  • 30. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 29 | 58 • Brecce, ghiaie-sabbie-limi – cappellaccio di alterazione: sono depositi derivanti dalla disgregazione del substrato roccioso di natura prevalentemente quarzitico-arenacea. Molto spesso l’alterazione è tale che questi depositi arrivano ad avere granulometrie tipiche dei limi e delle sabbie fini. Le caratteristiche geotecniche di questi depositi sono molto buone e la loro permeabilità è media (da 2*10-4 a 8*10-5 m/s). Le lenti limose-sabbiose, sono state omogenizzate con il resto del deposito, anche se in alcuni casi la loro estensione è piuttosto elevata; queste lenti sono caratterizzate da permeabilità medio-basse (dell’ordine dei 10-6 m/s); la potenza di questo livello è superiore ai 20 m. In base all’interpretazione delle unità litologiche suddette è possibile ricostruire come segue l’assetto idrogeologico nel sottosuolo della centrale: • Da p.c. a massimo 5 m – riporto: orizzonte di riporto superficiale, spesso anche piuttosto potente (da 1 a 5 m), caratterizzato da una litologia estremamente eterogenea il quale in alcuni punti è sede di una falda poco produttiva, freatica e ad alimentazione stagionale. • Fino a massimo 20 m – acquicludo: orizzonte poco permeabile costituito da depositi pliocenici fini (da limi argillosi a limi sabbiosi); il suo spessore è variabile da 3-4 a 15 m e aumenta dalla testata della Valle del Fossamastra verso il mare. Alle pendici della valle questo deposito è intercalato da lenti di ghiaia derivanti dalla degradazione delle pareti rocciose; queste lenti possono essere sedi di falde superficiali sospese. La permeabilità dell’acquicludo è bassa e variabile da 10-5 a 10-8 m/s. • Oltre i 20 m – acquifero: orizzonte litologicamente eterogeneo per lo più costituito da brecce e da depositi derivanti dall’alterazione e la disgregazione del substrato roccioso. Alle brecce che costituiscono l’acquifero vero e proprio si intercalano alcune lenti a volte consistenti (2-4 m di spessore) ed estese orizzontalmente di limo, limo sabbioso. Queste lenti vengono definite “acquitardi” perché data la loro scarsa permeabilità (nell’ordine dei 10-6 m/s) costituiscono localmente dei “tappi impermeabili” per l’acqua ospitata in questo orizzonte. Nel complesso quindi questo livello è sede di un sistema multifalde, con falde in comunicazione e in rapporti di drenanza tra loro; questo fa si che sia possibile considerare le falde come un unico sistema idraulico, e quindi un’unica falda, con caratteristiche idrogeologiche omogenee. La permeabilità dell’acquifero è media ed è compresa tra 2*10-4 a 8*10-5 m/s.
  • 31. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 30 | 58 Sulla base di quanto descritto, si ritiene che non siano presenti caratteristiche geologiche, litologiche o idrogeologiche adeguate ad escludere la possibilità che un eventuale rilascio di sostanze pericolose possa causare contaminazione dei terreni o delle acque sotterranee. In tal senso, tutte le sostanze pericolose usate, prodotte o movimentate, caratterizzate da stato fisico solido o liquido, già individuate nei paragrafi precedenti, sono potenzialmente in grado di causare eventuali contaminazioni nei terreni e nelle acque sotterranee e, pertanto, sono state oggetto delle successive valutazioni della possibilità di contaminazione effettuate considerando le caratteristiche dell’impianto e le modalità di gestione delle sostanze. 5.4.3 Possibilità di contaminazione in relazione alle caratteristiche dell’impianto In questo capitolo sono analizzate in particolare le modalità di gestione delle sostanze oggetto di attenzione. La Centrale Termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia è dedicata alla sola produzione di energia elettrica mediante l’esercizio di tre unità alimentate a gas naturale, carbone, olio combustibile denso (OCD) e gasolio con capacità produttiva di 1.280MW. Nelle fasi di normale esercizio il combustibile utilizzato prevalentemente è il carbone; l’OCD e il gas naturale sono utilizzati come combustibili ausiliari solo per periodi transitori e nelle fasi di avviamento. Il gasolio destinato alla produzione di energia viene utilizzato sia nelle caldaie ausiliarie sia per alimentare le torce pilota della terza unità per l’accensione dei bruciatori. La Tabella 7 riporta l’elenco delle principali fasi di produzione e delle attività tecnicamente connesse oggetto di studio. FASI DI PRODUZIONE Sigla Descrizione F1 – SP1 Generazione energia elettrica gruppo 1 F2 – SP2 Generazione energia elettrica gruppo 2 F3 – SP3 Generazione energia elettrica gruppo 3 ATTIVITA’ TECNICAMENTE CONNESSE
  • 32. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 31 | 58 Sigla Descrizione AC1 Approvvigionamento combustibili gassosi, stazione di decompressione e rete di distribuzione del gas naturale AC2 Approvvigionamento, stoccaggio e movimentazione combustibili liquidi AC3 Caldaia ausiliaria AC4 Gruppo elettrogeno di emergenza AC5 Impianto antincendio AC6 Laboratorio chimico AC7 Impianto osmosi inversa AC8 Impianto trattamento acque reflue AC9 Approvvigionamento, stoccaggio e movimentazione carbone AC10 Attività d imanutenzione AC11 Gestione ceneri e gessi AC12 Utilizzo acqua di mare per condensazione AC13 Cristallizzatore AC14 Stoccaggio gessi AC15 Produzione acqua demineralizzata Tabella 7 – elenco impianti e attività tecnicamente connesse La Tabella 8 mostra i reparti nei quali le sostanze che concorrono alla pertinenza sono adoperate. SOSTANZE PERICOLOSE UTILIZZO OCD F3 Gasolio Gasolio per autotrazione AC3, AC4, F3 AC9, AC10 Ammoniaca F1, F2, F3
  • 33. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 32 | 58 SOSTANZE PERICOLOSE UTILIZZO Ipoclorito di sodio AC7, AC12 Olio dielettrico: AGIP ITE 360 F1, F2, F3, AC10 Cloruro ferrico AC8, AC13 Sodio metabisolfito AC7 Antincrostante: RO 448 AC7, AC13 Polielettrolita: DREFLO 969 L AC8, AC13 eni Fin 332 F: OIio lubrificante F1, F2, F3, AC10 eni Oso (ISO 15): Olio lubrificante F1, F2, F3, AC10 Tabella 8 – utilizzo delle sostanze che concorrono alla pertinenza In funzione alle modalità di gestione delle sostanze pericolose utilizzate/prodotte/rilasciate dall’installazione, è possibile affinare l’elenco delle stesse al fine di poter arrivare all’elenco definitivo delle sostanze pertinenti. La gestione delle sostanze pericolose tiene conto dell’approvvigionamento, stoccaggio e movimentazione delle materie prime, ausiliarie, combustibili, prodotti e intermedi nonché le operazioni di carico/scarico e di manutenzione ordinaria e straordinaria. Pertanto, la valutazione del rischio di contaminazione deve tener conto nel complesso di diversi fattori: il metodo di stoccaggio e di movimentazione, la quantità della sostanza utilizzata rispetto alla sua tossicità e le circostanze in cui l’emissione della sostanza potrebbe avvenire. La Centrale “Eugenio Montale”, in linea con quanto previsto in AIA, è stata progettata e realizzata secondo i migliori e consolidati criteri della buona tecnica per la prevenzione dall’inquinamento al fine di raggiungere un livello il più possibile elevato di protezione dell’ambiente. L’impianto, inoltre, adotta un SGA certificato ISO 14001:2004 ed è provvista dell’iscrizione al registro EMAS. Tra i criteri: • tutti i serbatoi di stoccaggio di sostanze liquide sono disposti entro bacini o vasche di contenimento, i cui sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue (vd par.4.2).
  • 34. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 33 | 58 • le aree portuali in cui si effettua la discarica dell’OCD sono dotate di sistemi di contenimento atti a fronteggiare eventuali versamenti di combustibile in modo da prevenire gli inquinamenti del sottosuolo e delle acque portuali (vd par.4.2.1 e par.7.2). • l’oleodotto di trasferimento, collocato in gran parte lungo lo stesso percorso del nastro carbone, ha uno sviluppo complessivo di circa 3 km, diametri di 12 e 16 pollici ed è adeguatamente coibentato e riscaldato; le tubazioni hanno una disposizione prevalentemente superficiale a vista mentre i tratti interrati sono stati completamente inseriti in cuniculi di protezione ispezionabili. Negli attraversamenti stradali le tubazioni sono interrate e dotate di doppia parete; inoltre tale percorso è segnalato (vd par.4.2.1 e 7.2). • l’adozione di procedure di sorveglianza e monitoraggio dei tratti di oleodotto riduce al minimo il rischio di contaminazione del suolo (vd par.4.2.1). • il sistema di discarica del gasolio delle autobotti è dotato di tutte le necessarie misure di sicurezza e di prevenzione dell’inquinamento del suolo (vd par.4.2.1). • le sostanze pericolose vengono gestite con apposite procedure e istruzioni operative, che definiscono le modalità di acquisto, di scarico delle sostanze da autobotti, di deposito e stoccaggio, uso e movimentazione dei contenitori, intervento in caso di eventuali emergenze a seguito di sversamenti accidentali (vd par.4.2.2). • all’interno delle sale macchine, le piccole perdite dai comandi oleodinamici o dai sistemi di lubrificazione del macchinario e gli eventuali versamenti durante le attività di manutenzione, interessano superfici pavimentate e pertanto possono essere facilmente bonificate (vd par.4.4.5). • l’olio nuovo è contenuto nei fusti o in serbatoi ed è stoccato in locali appositamente adibiti che non consentono la dispersione sul suolo (vd par.4.4.5). • i trasformatori che contengono olio sono disposti su vasche di contenimento che in caso di rottura dell’involucro possono contenere tutto l’olio della macchina (vd par.4.4.5). • l’ammoniaca usata è approvvigionata tramite autobotti; la zona di scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita istruzione operativa regola tale fase di scarico; essa è monitorata con sensori che rilevano eventuali fughe ed è dotata di efficienti reti di spruzzatori d’acqua per l’eventuale abbattimento (vd par.7.2). Inoltre, il Gestore adotta le seguenti prescrizioni indicate in AIA (vd par.10.7) ai fini di contenere potenziali fenomeni di contaminazione del suolo e delle acque ad opera di spandimenti oleosi o sversamenti di materie prime:
  • 35. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 34 | 58 • le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto con sostanze oleose, quali pompe antincendio, pompe, filtri, giunzioni flangiate e tubazioni, ecc., sono dotate di appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto oleoso all’impianto di trattamento; • al fine di assicurare loro stato di efficienza dei bacini di contenimento, relativi a serbatoi di stocaggio di combustibili e materie prime allo stato liquido, il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità mediante ispezioni giornaliere, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni. Quest’ultime verifiche interessano anche tutte le tubazioni convoglianti gasolio. L’impianto di trattamento acque reflue di processo è composto dalle seguenti sezioni: • sezione di trattamento chimico-fisico (ITAR integrato comprensivo dell’impianto SEC sistema di evaporazione e cristallizzazione); a tale impianto vengono collettate le acque acide-alcaline; • sezione di trattamento acque oleose (ITAO). Lo scarico dell’acqua trattata agli impianti ITAR e ITAO possono essere discontinui rispettivamente per il primo in funzione delle condizioni di esercizio degli impianti che producono il refluo trattato mentre per il secondo in funzione delle condizioni di piovosità e di esercizo. Tali reflui trattati vengono recapitati in mare e/o al torrente Fossamastra. Le acque reflue che provengono dai servizi igienici e dalla mensa aziendale sono convogliate alla pubblica fognatura. Il Gestore opera in modo da tener conto delle normali esigenze di manutenzione e di eventuali malfunzionamenti, operando scelte in grado di fronteggiare tali eventi senza determinare effetti ambientali di rilievo (vd par.10.10). Nella centrale è presente la sala controllo (Sala Manovre), sempre presidiata da personale in turno continuo ed avvicendato. Nella Sala Manovre sono concentrati i comandi, le segnalazioni e gli allarmi relativi alle apparecchiature ed ai sistemi dislocati nei vari punti dell’impianto. E’ inoltre presente una sala controllo per le attività UMC (situata presso il terminal marittimo).
  • 36. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 35 | 58 La documentazione di riferimento utilizzata al fine dell’individuazione delle aree, modalità di stoccaggio delle materie prime, prodotti ed intermedi è fornita da: • Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio della Centrale “Eugenio Montale” della società Enel Produzione S.p.A. sita nei comuni della Spezia e di Arcolla, rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con Decreto D.M. 0000244 del 06/09/2013; • Scheda B.13 Stoccaggio di materie prime, prodotti ed intermedi. Di seguito si riporta in tabella nel dettaglio per ogni singola sostanza che concorre alla pertinenza quanto sopra esposto e quanto indicato dalla Centrale.
  • 37. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 36 | 58 Olio combustibile denso (OCD) Stoccaggio Area 3 4 5 6 Identificazione dell’area Deposito 50000/2 Deposito 50000/3 Deposito 30000/1 Deposito 30000/2 Caratteristiche Modalità del serbatoio Serbatoio metallico fuori terra a tetto galleggiante Serbatoio metallico fuori terra a tetto galleggiante Serbatoio metallico fuori terra a tetto fisso Serbatoio metallico fuori terra a tetto fisso Capacità 50.000 m3 50.000 m3 30.750 m3 30.750 m3 Presidi per il contenimento delle sostanze Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico di capacità pari alla metà del volume contenuto dal serbatoio Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico di capacità pari alla metà del volume contenuto dal serbatoio Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico di capacità pari alla metà del volume contenuto dal serbatoio Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico di capacità pari alla metà del volume contenuto dal serbatoio Modalità di gestione Tutti i serbatoi di stoccaggio sono disposti entro bacini o vasche di contenimento, i cui sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento mediante ispezioni giornaliere, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni. Le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto con l’OCD, sono dotate di appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto oleoso all’impianto di trattamento. In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_01 Emergenza Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività di Emergenza Sversamenti” e “Procedura
  • 38. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 37 | 58 Olio combustibile denso (OCD) SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”. Movimentazi- one L’olio combustibile necessario al fabbisogno dell’impianto viene rifornito via mare mediante petroliere e trasferito, attraverso apposito oleodotto, senza stoccaggio in zona portuale, al deposito della centrale. L’oleodotto di trasferimento, collocato in gran parte lungo lo stesso percorso del nastro carbone è adeguatamente coibentato e riscaldato; le tubazioni hanno una disposizione prevalentemente superficiale a vista mentre i tratti interrati sono stati completamente inseriti in cuniculi di protezione ispezionabili. Negli attraversamenti stradali le tubazioni sono interrate e dotate di doppia parete; inoltre tale percorso è segnalato. L’adozione di procedure di sorveglianza e monitoraggio dei tratti di oleodotto riduce al minimo il rischio di contaminazione del suolo. Le aree portuali in cui si effettua la discarica dell’OCD sono dotate di sistemi di contenimento atti a fronteggiare eventuali versamenti di combustibile in modo da pervenire gli inquinamenti del sottosuolo e delle acque portuali. Tabella 9– modalità di gestione/utilizzo dell’OCD
  • 39. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 38 | 58 GASOLIO Stoccaggio Area 7 8 9 Identificazione dell’area Deposito Carbonile Val Fornola Carbonile Val Bosca Caratteristiche Modalità del serbatoio Serbatoio metallico fuori terra Serbatoio metallico fuori terra Serbatoio metallico fuori terra capacità 300 m3 2,784 m3 2,784 m3 Presidi per il contenimento delle sostanze Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico con capacità pari a 300 m3 Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico con capacità pari a circa 1,4 m3 Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico con capacità pari a circa 1,4 m3 Modalità di gestione Tutti i serbatoi di stoccaggio sono disposti entro bacini o vasche di contenimento, i cui sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento mediante ispezioni giornaliere, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni. Le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto con il gasolio, sono dotate di appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto oleoso all’impianto di trattamento. In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_01 Emergenza Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività di Emergenza Sversamenti” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”. Movimentazione L’approvvigionamento del gasolio avviene mediante autobotti; il sistema di discarica del gasolio delle autobotti è dotato di tutte le necessarie misure di sicurezza e di prevenzione dell’inquinamento del suolo. Tabella 10 – modalità di gestione/utilizzo del gasolio
  • 40. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 39 | 58 AMMONIACA Stoccaggio Area 17 Identificazione dell’area Impianto stoccaggio ammoniaca Caratteristiche Modalità del serbatoio Serbatoi metallici fuori terra mantenuti in cappa d’azoto capacità 2 x 500 m3 Presidi per il contenimento delle sostanze I serbatoi sono contenuti in un unico bacino di contenimento specifico con capacità pari a 500 m3 Modalità di gestione Tutti i serbatoi di stoccaggio sono disposti entro bacini o vasche di contenimento, i cui sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. La gestione dei serbatoi è tale da non superare mai lo stoccaggio complessivo di 500 m3. Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni. Per di più, i serbatoi sono monitorati con sensori che rilevano eventuali fughe ed è dotata di efficienti reti di spruzzatori d’acqua per l’eventuale abbattimento. In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”. Movimentazione L’approvvigionamento dell’ammonaica avviene mediante autobotti; la zona di scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita istruzione operativa regola tale fase di scarico. Tabella 11 – modalità di gestione/utilizzo dell’ammoniaca
  • 41. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 40 | 58 IPOCLORITO DI SODIO Stoccaggio Area 20 21 22 Identificazion e dell’area Molo Prossimità di vasca di calma 1 – 2 Esterno locale osmosi Caratteristiche Modalità del serbatoio Serbatoio vetroresina fuori terra Serbatoio vetroresina fuori terra Serbatoio vetroresina fuori terra capacità 80 m3 30 m3 20 m3 Presidi per il contenimento delle sostanze Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico con capacità pari a 80 m3 Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico con capacità pari a 30 m3 Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico con capacità pari a 20 m3 Modalità di gestione Tutti i serbatoi di stoccaggio sono disposti entro bacini o vasche di contenimento, i cui sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni. In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”. Movimentazi- one L’approvvigionamento dell’ipoclorito di sodio avviene mediante autobotti. La zona di scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita procedura operativa regola tale fase di scarico e gestione. Tabella 12 – modalità di gestione/utilizzo dell’ipoclorito di sodio
  • 42. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 41 | 58 Olio dielettrico: AGIP ITE 360 Stoccaggio Area 15 Identificazione dell’area Deposito – serbatoi Caratteristiche Modalità del serbatoio Serbatoio metallico capacità 4 x 28 m3 Presidi per il contenimento delle sostanze I serbatoi sono contenuti in due bacini di contenimento della capacità pari a 112 m3 Modalità di gestione Il serbatoio di stoccaggio è disposto entro bacino o vasche di contenimento, i cui sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni. All’interno delle sale macchine, le piccole perdite dai comandi oleodinamici o dai sistemi di lubrificazione del macchinario e gli eventuali versamenti durante le attività di manutenzione, interessano superfici pavimentate e pertanto possono essere facilmente bonificate. Le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto con sostanze oleose, quali pompe antincendio, pompe, filtri, giunzioni flangiate e tubazioni, ecc., sono dotate di appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto oleoso all’impianto di trattamento. Inoltre, i trasformatori che contengono olio sono disposti su vasche di contenimento che in caso di rottura dell’involucro possono contenere tutto l’olio della macchina. In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_01 Emergenza Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività di Emergenza Sversamenti” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”.
  • 43. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 42 | 58 Olio dielettrico: AGIP ITE 360 Movimentazione L’approvvigionamento dell’olio dielettrico avviene mediante autobotti Tabella 13 – modalità di gestione/utilizzo dell’olio dielettrico
  • 44. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 43 | 58 CLORURO FERRICO Stoccaggio Area 31 Identificazione dell’area Locale ITAR Caratteristiche Modalità del serbatoio Serbatoio metallico furoi terra capacità 20 m3 Presidi per il contenimento delle sostanze Eventuali sversamenti sono contenuti dalla presenza di un cordolo che circoscrive il serbatoio e convogliati all’impianto di trattamento acque Modalità di gestione Il serbatoio di stoccaggio è disposto entro cordoli di contenimento, i cui sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità del contenimento mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al ripristino in caso di riscontrate alterazioni. In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”. Movimentazi- one L’approvvigionamento del cloruro ferrico avviene mediante autobotti. La zona di scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita procedura operativa regola tale fase di scarico e gestione. Tabella 14 – modalità di gestione/utilizzo del cloruro ferrico
  • 45. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 44 | 58 SODIO METABISOLFITO Stoccaggio Area 33 40 Identificazione dell’area Locale Osmosi Impianto SEC Caratteristiche Modalità contenimento Sacchi Sacchi capacità ˜ 4 ˜ 4 Presidi per il contenimento delle sostanze I sacchi si trovano all’interno del locale osmosi e impianto SEC, chiusi e pavimentati. I sacchi si trovano all’interno del locale osmosi e impianto SEC, chiusi e pavimentati. Modalità di gestione In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. La procedura prevista in caso di eventi incidentali è: “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”. Movimentazione L’approvvigionamento del sodio metabisolfito avviene mediante contenitori (sacchi). I locali predisposti allo stoccaggio specifico dei contenitori sono progettati in maniera consona alle caratteristiche delle sostanze, considerando le condizioni di temperatura, umidità, luce ecc. e i limiti quantitativi delle stesse, previsti dalla normativa di riferimento e dalle schede di sicurezza relative. Tabella 15 – modalità di gestione/utilizzo del sodio metabisolfito
  • 46. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 45 | 58 ANTINCROSTANTE: RO 448 Stoccaggio Area 38 Identificazione dell’area Impianto SEC Caratteristiche Modalità del serbatoio Serbatoio capacità 10 m3 Presidi per il contenimento delle sostanze Eventuali sversamenti sono raccolti mediante canalette situate nei pressi del serbatoio e convogliati ad impianto di trattamento. Modalità di gestione Intorno al serbatoio di stoccaggio sono presenti sistemi di drenaggio che convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni. In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”. Movimentazi- one L’approvvigionamento dell’antincrostante avviene mediante autobotti. La zona di scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita procedura operativa regola tale fase di scarico e gestione. Tabella 16 – modalità di gestione/utilizzo dell’antincrostante
  • 47. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 46 | 58 POLIELETTROLITA Stoccaggio Area 32 39 Identificazione dell’area Locale ITAR Impianto SEC Caratteristiche Modalità del serbatoio Sacchi Serbatoio capacità ˜ 4 1 m3 Presidi per il contenimento delle sostanze I sacchi si trovano all’interno del locale ITAR, chiusi e pavimentati. Eventuali sversamenti sono raccolti mediante canalette situate nei pressi del serbatoio e convogliati ad impianto di trattamento. Modalità di gestione In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Il serbatoio di stoccaggio è disposto in prossimità di sistemi di drenaggio che convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni. In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_03 Gestione Emergenza Rilasci Reagenti Chimici – Gestione Emergenza Rilasci di Sostanze Chimiche liquide” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”. La procedura prevista in caso di eventi incidentali è: “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”. Movimentazi- one L’approvvigionamento del polielettrolita (soluzione in acqua) avviene mediante autobotti e stoccato all’interno di serbatoi. La zona di scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita procedura operativa regola tale fase di scarico e gestione. L’approvvigionamento del del polielettrolita (solido in polvere) avviene mediante
  • 48. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 47 | 58 POLIELETTROLITA contenitori (sacchi); I locali predisposti allo stoccaggio specifico dei contenitori sono progettati in maniera consona alle caratteristiche delle sostanze, considerando le condizioni di temperatura, umidità, luce ecc. e i limiti quantitativi delle stesse, previsti dalla normativa di riferimento e dalle schede di sicurezza relative. Tabella 17 – modalità di gestione/utilizzo del polielettrolita
  • 49. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 48 | 58 OLIO LUBRIFICANTE: eni Fin 332 F o eni Oso (ISO 15) Stoccaggio Area 13 14 Identificazione dell’area Deposito – serbatoio Deposito – magazzino Caratteristiche Modalità del serbatoio Serbatoio metallico fuori terra Fusti capacità 140 m3 0,2 m3 Presidi per il contenimento delle sostanze Il serbatoio è dotato di bacino di contenimento specifico con capacità pari a 140 m3 I fusti si trovano all’interno di un locale chiuso e pavimentato Modalità di gestione Il serbatoio di stoccaggio è disposto entro bacino o vasche di contenimento, i cui sistemi di drenaggio convogliano eventuali perdite e le acque meteoriche di dilavamento verso l’impianto di trattamento delle acque reflue. I fusti invece sono stoccati in ambiente chiuso e pavimentato. Il Gestore provvede a verificarne l’affidabilità e l’integrità dei bacini di contenimento mediante ispezioni visive, provvedendo tempestivamente al loro ripristino in caso di riscontrate alterazioni. All’interno delle sale macchine, le piccole perdite dai comandi oleodinamici o dai sistemi di lubrificazione del macchinario e gli eventuali versamenti durante le attività di manutenzione, interessano superfici pavimentate e pertanto possono essere facilmente bonificate. Le aree attorno ad impianti/dispositivi/attrezzature a contatto con sostanze oleose, quali pompe antincendio, pompe, filtri, giunzioni flangiate e tubazioni, ecc., sono dotate di appositi pozzetti di raccolta per l’invio del prodotto oleoso all’impianto di trattamento. Inoltre, i trasformatori che contengono olio sono disposti su vasche di contenimento che in caso di rottura dell’involucro possono contenere tutto l’olio della macchina. In caso di incidente si applicano apposite procedure di emergenza che prevedono l’intervento di personale preparato a far fronte alle diverse situazioni prevedibili. Le procedure previste in caso di eventi incidentali/sversamenti sono: “PEA_01 Emergenza Sversamenti OCD/OLI – Gestione delle attività di Emergenza Sversamenti” e “Procedura SGA 4.4.7 Emergenze – Preparazione e risposta alle emergenze”.
  • 50. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 49 | 58 OLIO LUBRIFICANTE: eni Fin 332 F o eni Oso (ISO 15) Movimentazione L’approvvigionamento dell’olio lubrificante avviene mediante contenitori (fusti) e autobotti. La zona di scarico delle autobotti è idonea per far fronte ad eventuali fughe e un’apposita procedura operativa regola tale fase di scarico e gestione; mentre i locali predisposti allo stoccaggio specifico dei contenitori sono progettati in maniera consona alle caratteristiche delle sostanze, considerando le condizioni di temperatura, umidità, luce ecc. e i limiti quantitativi delle stesse, previsti dalla normativa di riferimento e dalle schede di sicurezza relative. Tabella 18 – modalità di gestione/utilizzo dell’olio lubrificante Alla luce di quanto sopra riportato è possibile escludere la possibilità che le sostanze di interesse individuate possano contaminare suolo e acque sotterranee di pertinenza della centrale. 5.5 Individuazione delle sostanze pericolose pertinenti e dei centri di pericolo oggetto della Relazione di Riferimento Fermo restando tutto quanto riportato ai paragrafi precedenti, poichè le attività svolte all’interno della Centrale rientrano nel campo di applicazione dell’ex articolo articolo 8 del D.lgs 334/99, si è proceduto ad un ulteriore approfondimento per quelle sostanze, tra quelle individuate, considerate nel Rapporto di Sicurezza (di seguito RdS, redatto ai sensi della Direttiva 2012/18/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose (direttiva Seveso III) con “scenari incidentali credibili” di interesse per la contaminazione di suolo e acque sotterranee, e analizzando anche gli scenari incidentali pregressi avvenuti presso la Centrale. Attraverso il Rapporto di Sicurezza è infatti possibile: • definire la dinamica e l’evoluzione degli eventi incidentali verificati nell’arco degli anni all’interno dello Stabilimento al fine di valutare le mitigazioni adottate; • individuare gli scenari incidentali credibili (probabilità di accadimento > 10-6 all’anno) caratterizzati da scenari di rilascio sul suolo di sostanze pericolose identificate nella fase di screening nonostante la Centrale adotti tutte le misure necessarie per prevenirli e per limitare le conseguenze sull’uomo e sull’ambiente.
  • 51. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 50 | 58 In particolare, sono considerati esclusi gli scenari incidentali credibili che prevedono come possibili conseguenze rilasci di prodotto in mare in quanto il DM272/2014 prevede la valutazione della possibilità di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee nel Sito dell’installazione con riferimento alle sostanze pericolose potenzialmente pertinenti individuate (punto 3 Allegato 1). • individuare gli “scenari incidentali storici” di interesse per la contaminazione di suolo e acque sotterranee; in particolare, il Gestore, ha integrato la serie storica dall’anno di emissione del RdS (Novembre 2011) ad oggi. 5.5.1 Approfondimento: eventi incidentali credibili Nella tabella 19 si riporta in sintesi l’evento incidentale credibile analizzato all’interno del RdS di centrale. Evento Descrizione scenario incidentale credibile e mitigazioni adottate Evento pregresso Rilascio di OCD per rottura totale della linee 12” e 16” di trasferimento OCD dal pontile alla Centrale e contaminazione del terreno Questo “top event” è uno scenario con effetti sull’ambiente. A seguito del rilascio di OCD da tubazione è stata ipotizzata la formazione di una pozza di diametro ca. 60 m (spessore pari a ca.20 cm). Tenendo conto delle proprietà del terreno e delle caratteristiche dell’OCD è stato utilizzato il modello HSSM per valutare la profondità raggiunta dall’inquinante; dai risultati della simulazione è possibile affermare che la velocità di percolamento è tale da poter intervenire in emergenza per il recupero del prodotto sversato, senza il raggiungimento della falda. Il terreno viene contaminato per una profondità massima di ca. 45 cm. Si Rilascio di OCD dalle pompe e conseguente incendio Si prende in considerazione il rilascio di OCD dalla pompa spinta NP1, ed il conseguente incendio del prodotto; l’analisi è rappresentativa di tutte le pompe spinta. L’eventuale sversamento viene contenuto nelle aree pompe dotate di pavimentazione impermeabile e No
  • 52. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 51 | 58 Evento Descrizione scenario incidentale credibile e mitigazioni adottate Evento pregresso verrebbe convogliato nella rete fognaria che allontanerebbe il prodotto sversato verso il trattamento. Tabella 19 – analisi scenario incidentale Gli scenari incidentali credibili impattanti sul suolo sono rappresentati dal possibile rilascio di sostanze pericolose da linee di interconnetting su aree non pavimentate, rischi risultati essere adeguatamente gestibili data l’esistenza delle seguenti misure di sicurezza presenti nel sito, quali: • sistemi di contenimento (es. bacini di contenimento, pompe, impianti ubicati in area pavimentata); • strumentazione di controllo, di allarme/blocco (alto livello, alta temperatura); • procedure/istruzioni operative. Sulla base dei dati idrogeologici del terreno ed alle condizioni ipotizzate riportate all’interno del RdS di Centrale, si deduce che i rilasci considerati non sono tali da procurare danno alla falda profonda (soggiacenza falda ˜ 1 m dal p.c.) o all’esterno del complesso ma l’effetto degli eventi incidentali riportati in Tabella 19 si limiterebbe ad una porzione poco profonda dei terreni superficiali. 5.5.2 Approfondimento: eventi incidentali storici (ad oggi) Di seguito si descrivono gli eventi incidentali storici con conseguente sversamento della sostanza pericolosa nell’ambiente circostante verificati all’interno della Centrale e le relative mitigazioni ed accorgimenti adottati: a) 19/07/2000: Rinvenimento Situazione di Inquinamento da OCD Durante i lavori di manutenzione del parco combustibili è emersa la presenza di terreno contaminato da olio combustibile al di sotto del bacino di contenimento del serbatoio n. 3. La causa dell’inquinamento è stata individuata nella perdita di OCD dal fondo del serbatoio n.3 da 50000 m3 , vuoto e non in uso dal Novembre del 1999. Le azioni messe in atto sono di seguito elencate:
  • 53. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 52 | 58 ƒ Notifica agli enti ai sensi dell’Art. 9 comma 1 DM 471/99 ƒ Esecuzione della Messa in Sicurezza (Trincea Drenante, Pozzetti di Recupero) ƒ Rifacimento del fondo del serbatoio ƒ Piano della Caratterizzazione ƒ Esecuzione di Attività di Bonifica (Tecnologia bioventing) ƒ Monitoraggio acque di falda e gas interstiziali b) 29/10/2001: Modesto sversamento di OCD in Torrente Calcinara Si è verificato un modesto sversamento (stimabile in pochi chilogrammi) di olio combustibile (OCD) nel torrente tombato che attraversa la centrale e che sfocia nel torrente Calcinara. Il prodotto, fuoriuscito da una piccola tubazione del sistema di raccolta acque oleose posta al di sotto di una soletta in c.s.a., e risultata danneggiata dal passaggio di un mezzo pesante, ha raggiunto il torrente tombato tramite una via preferenziale costituita da una adiacente tubazione contenente cavi elettrici che attraversa il torrente stesso. Le azioni messe in atto sono di seguito elencate: ƒ Notifica agli enti ai sensi dell’Art. 7 comma 1 DM 471/99 ƒ Messa in sicurezza in emergenza mediante: o realizzazione di tre sbarramenti con panne assorbenti ed attivazione per ogni sbarramento di auto spurghi, rispettivamente nei pressi del canale Calcinara, del Torrente Fossamastra in prossimità dell’ingresso dell’OTO MELARA. A mare, in via cautelativa per eventuali rilasciazioni per bloccare la perdita, il Gestore ha proceduto con l’abbassamento del livello delle vasche a monte e a valle del cunicolo della piccola tubazione fessurata portando lo stesso al di sotto del livello della tubazione dei cavi elettrici. o calafatata la penetrazione mediante cunei di legno e cemento a presa rapida ƒ Interventi di ripristino sono stati: o Riparata la tubazione fessurata; o ricostruzione la soletta in c.s.a. danneggiata. L’evento si è concluso in data 15/11/2001 come da comunicazione degli enti di controllo.
  • 54. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 53 | 58 c) 13/04/2002: Modesto sversamento OCD in Torrente Fossamastra Si è verificata una modesta fuoriuscita di OCD dall’oleodotto da 12” in zona carbonile Val Fornola la quale,attraverso la rete acque meteoriche, confluiva nel torrente Fossamastra che corrispondenza dell’attraversamento del carb, il personale in turno dell’area combustibili ravvisava, nel corso delle normali verifiche di impianto, che nel circuito di raccolta delle acque piovane insistenti nell’area dei piazzali del carbonile Val Fornola erano presenti tracce di olio combustibile. A seguito delle copiose precipitazioni verificatesi in quei giorni, parte di detto olio combustibile si riversava, attraverso un drenaggio del cunicolo di alloggiamento degli oleodotti esistenti, in un pozzetto della suddetta rete delle acque meteo e da questo è stato trascinato, attraverso la rete fognaria, nel canale Fossamastra, confluendo a monte dell’incrocio tra via Valdilocchi e via Privata OTO. In data 13/04/2002 si è verificata una modesta perdita di OCD dall’oleodotto 12” di collegamento tra la centrale Enel e il terminale marittimo in zona Carbonile Val Fornola che ha raggiunto il torrente Fossamastra. La perdita in oggetto si è determinata a causa del cedimento di una delle selle di appoggio dell’oleodotto con relativo imbarcamento della tubazione e conseguente fessurazione. Prima dell’immissione nel Fossamastra, le acque meteo provenienti dall’area interessata, passano attraverso una vasca trappola che consente di trattenere eventuali sostanze in galleggiamento. Le forti precipitazioni verificatisi in quei giorni hanno impedito il normale funzionamento di tale dispositivo con conseguente rilascio di prodotto a causa della tracimazione all’interno della vasca trappola. Le azioni messe in atto sono di seguito elencate: ƒ Notifica agli enti ai sensi dell’Art. 7 comma 1 DM 471/99 ƒ Messa in sicurezza in emergenza mediante: o attivazione della ditta specializzata, dotata di mezzi navali antinquinamento, per effettuare un pronto presidio a mare; o messa in opera di barriere galleggianti allo sbocco del torrente Fossamastra e recupero del prodotto trattenuto con auto spurghi; o messa in opera di sbarramenti galleggianti fissi e sbarramenti di panne galleggianti lungo la rete fognaria interna e lungo il corso di Fossamastra con recupero del prodotto mediante autospurghi; o intercettazione e pulizia di tutta la rete fognaria interna e delle aree adiacenti; ƒ Interventi di ripristino:
  • 55. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 54 | 58 o pulizia del torrente mediante taglio e rimozione della vegetazione; o sostituzione del tratto di oleodotto da 12” interessato dalla perdita; o ispezione e pulizia del tratto di tubazione che convogliava le acque piovane provenienti dai piazzali del carbonile Val Fornola al Fossamastra; L’evento si è concluso in data 21/05/2002 come da comunicazione degli enti di controllo. d) 05/11/2006: Rottura tubazione OCD – rilascio continuo Nel pomeriggio del 5/11/2006, alle ore 16 circa, il personale addetto ai normali controlli nota una iridescenza da idrocarburi sulla superficie dell’acqua al diffusore a mare nel canale di raffreddamento. A seguito di ispezioni è stata individuata la causa del rilascio di OCD nella rottura della tubazione da 16” di collegamento del terminale marino alla centrale, nel tratto in cui il cunicolo di contenimento dell’oleodotto stesso scavalca il canale di restituzione dell’acqua di mare di raffreddamento. Le verifiche hanno evidenziato che il rilascio aveva interessato il terreno e l’acquifero in adiacenza al punto di rottura dell’oleodotto. Le azioni messe in atto sono di seguito elencate: ƒ Notifica agli enti dell’Evento ai sensi del Dlgs 152/06 ƒ Attivazione di messa in sicurezza in emergenza consistenti in: o Recettore Mare: − Presidio dello scarico a mare con natante attrezzato per la raccolta dell’olio non trattenuto dalle panne; − presidio per aspirazione delle sostanze galleggianti trattenute all’interno delle panne installate al diffusore di scarico; − Sostituzione delle panne assorbenti in funzione del loro sporcamento; − Aspirazione delle sostanze galleggianti presso la paratoia o Recettore Acquifero: − Aspirazione delle acque di falda all’interno dello scavo, eseguito con pompa sommersa, allo scopo di mantenere basso il livello e contemporanea aspirazione dell’olio surnatante con auto spurgo · Immissione di acqua calda nel terreno, in zona prossima allo scavo, per favorire l’afflusso dell’olio combustibile dal terreno di scavo − Aspirazione del prodotto surnatante e posizionamento di 2 pozzi di emungimento, funzionali a richiamare la diffusione degli inquinanti residui tramite falda o Terreno
  • 56. ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia Relazione di Riferimento ai sensi del DM 272/2014 55 | 58 − Rimozione e smaltimento terreno contaminato ƒ presentazione Piano di Caratterizzazione al Ministero dell’Ambiente ƒ Esecuzione Attività di Bonifica ƒ Esecuzione Piano di Monitoraggio Chiusura del procedimento con Conferenza Decisoria del 28/10/2010 del Ministero dell’Ambiente. Il Gestore dichiara che tutte le aree oggetto di sversamento accidentale ex art. 242 sono state oggetto di messa in sicurezza secondo quanto previsto dalla normativa vigente sulle bonifiche (es.rimozione delle sorgenti di contaminazione, l’installazione di adeguati sistemi di contenimento e l’effettuazione di uno specifico monitoraggio); tali misure consentono di gestire la presenza delle sostanze che hanno cagionato la contaminazione in modo tale da scongiurare la possibilità di generare nuove situazioni di contaminazione del suolo e delle acque nell’ambito delle attività presenti sul sito. 5.5.3 Approfondimento: conclusioni Dall’analisi, in considerazione del fatto che: • gli scenari incidentali credibili ipotizzati per la sostanze pericolose individuate prevedono, per alcuni di essi, rilasci tali da non procurare danno alla falda profonda o all’esterno del complesso ma si limitano ad una porzione poco profonda dei terreni superficiali; • gli eventuali eventi incidentali sono comunque tempestivamente gestiti nell’ambito della vigente normativa bonifiche e procedure interne alla centrale; non si configurano le condizioni tali da poter identificare dei centri di pericolo.