5. Un mese del tutto straordinario in quanto segnato
dall’emergenza sanitaria COVID-19 con tutte le
misure di restrizione progressive della mobilità
individuale previste con il DPCM del 09.03.2020:
a partire dalle “zone rosse” e dalla Lombardia fino
all’intero Paese, i consumi sono crollati!
6. Ma non possiamo dimenticare che i primi decreti
risalgono a quasi un mese prima. E alcuni settori
erano già stati ‘fermati’, il 4 marzo, per esempio le
strutture ricettive a carattere turistico erano state
obbligate a chiudere.
7.
8. MERCATO DELL’AUTO
Questo grafico si
commenta da solo,
teniamo conto che le
sole vendite di marzo
sono state fatte entro
il 9 dopo questa data
tutto si è fermato.
10. La crisi economica innescata dal coronavirus sarà peggiore di
quella finanziaria del 2008.
L'Italia, uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia, dovrà pagare un
conto salato: il PIL poi crollerà del 4,7% e con l'aumento della
disoccupazione verranno persi circa mezzo milione di posti di
lavoro rispetto all’anno precedente.
11. Non tutti i settori sono però colpiti allo stesso modo:
- Quello del turismo, dei trasporti, dell’abbigliamento, dello
spettacolo, ecc…
- C'è un settore che vedrà il volume di affari addirittura
raddoppiato: è quello dell'e-commerce (amazon, ebay, ecc.), che
nei primi mesi del 2020 ha visto crescere in modo esponenziale i
consumatori.
12. L'impatto della crisi nelle vendite
Non basterà l'estate per rifarsi delle
perdite subite per alcuni settori (es.
turismo).
A determinare l’eccezionale calo sono le
vendite dei beni non alimentari, che
diminuiscono in valore e in volume.
I beni alimentari sono stazionari in
valore e in lieve diminuzione in
volume.
13. Una crisi che lascerà strascichi importanti nei mesi a venire:
anche quando il lockdown terminerà, e molti esercizi potranno
finalmente riaprire, si dovrà fare i conti con il timore dei
cittadini nel recarsi fisicamente in un negozio, quando possono
perfettamente comprare ciò che desiderano attraverso il
proprio smartphone e riceverlo comodamente a casa,
azzerando i rischi di contagio. Confesercenti evidenzia come
la chiusura degli ultimi due mesi sarà tragica soprattutto per i
piccoli negozi, quelli di vicinato, le cui vendite sono crollate
oltre il 30%. Una perdita che molte attività non riusciranno a
recuperare e che le costringerà alla chiusura.