1. L’EREDITÀ DI
ROMA• Tra mito e storia, la fondazione di Roma
• L’eredità linguistica e letteraria
• Modi di dire e parole ancora in uso del latino
• L’uscita a Piacenza
2. I Romani
le origini
Dal 900 al
700 a.C.
Nel Lazio
Lungo il
Tevere, via di
comunicazione
con altri popoli
Sul colle
Palatino , dove
nacque un
fiorente
mercato
Nei colli
circostanti
Le origini
La realtà: i Latini,
piccole comunità di
agricoltori
incontrarono altre
popolazioni vicine.
Si unirono e
formarono un
nucleo urbano,
chiuso da mura
La leggenda:
Enea, fuggito da
Troia arriva nel
Lazio e i suoi
discendenti
fonderanno poi
Roma: Romolo e
Remo
Fondarono
Roma
21 aprile
753 a. C.
4. TRA MITO E STORIA, LA
FONDAZIONE DI ROMAIL MITO
La leggenda narra della storia di due fratelli Amulio e Numitore, che nell’antico Lazio si
contendevano il trono della città di Albalonga. Quando Amulio riesce a cacciare il fratello,
costringe la nipote, Rea Silvia rimanere vestale, così che non potesse creare una nuova
generazione rivale al trono.
« Il giuramento degli Orazi »,
Jacques-Louis David, 1785 Parigi
5. Marte però, il dio della guerra, si innamorò di lei e nacquero due gemelli, Romolo e Remo.
Lo zio ordinò che fossero uccisi, ma la guardia non ebbe il coraggio e mise i neonati nella
cesta, affidandoli alla corrente del fiume, che li condusse nei pressi del Colle Palatino.
« Ritrovamento di Romolo e Remo»,
Romanelli Giovanni , 1642
6. Lo stesso giorno una lupa che si era recata al fiume per abbeverarsi, li trovò e li allattò.
Poco tempo dopo i gemelli furono trovati da un pastore, Faustolo, che li portò a casa e li
crebbe insieme a sua moglie come se fossero loro figli.
Diventati adulti, i due fratelli conobbero le loro origini e decisero di tornare ad Albalonga
ed uccisero lo zio Amulio, restituirono il trono al nonno Numitore e liberarono la madre
Rea Silvia, che era stata imprigionata.
« Romolo e Remo raccolti da
Faustolo» , Pietro Da Cortona,
1643 , Parigi
«Ritrovamento di Romolo e Remo»,
Peter Paul Rubens, 1612
7. Un giorno decisero di fondare una città, ma erano in disaccordo: Romolo voleva fondarla
sul Colle Palatino, invece Remo preferiva la pianura. Decisero quindi di affidarsi agli
dei, i quali stabilirono che avrebbe vinto colui che avrebbe visto, in un determinato
tempo e spazio nel cielo, il maggior numero di uccelli. Si dice che Remo vide 6 avvoltoi,
mentre Romolo ne vide il doppio.
«Romolo traccia con l’aratro il
confine della città di Roma»,
Annibale Carracci, circa 1590,
Affreschi di Palazzo Magnani-
Bologna
8. Alla fine vinse Romolo, che fondò la città il 21 aprile 753 a.C. sul colle Palatino. Si dice
che per decidere dove tracciare le mura della città, Romolo lanciò un palo e nel punto in
cui cadde, iniziò a tracciare un solco con l’aratro, che poi riempì con delle pietre ed ordinò
che chiunque oltrepassasse le mura della città sarebbe stato ucciso. La leggenda narra che
Remo oltrepassò le mura e fu ucciso. Molte leggende dicono che Romolo morì a causa di
una tempesta altre che fu ucciso e fatto a pezzi.
Con il passare del tempo inizio a non esserci più un equilibrio tra la popolazione, c’era una
carenza di donne.
«Lupa capitolina», Musei Capitolini, Roma
9. IL RATTO DELLE
SABINE
«Le Sabine», Jacques-Louis
David, 1795, Louvre-Parigi
I PATRIZI, che erano i 100 miglior cittadini che formano il senato, si sposavano con le
donne romane. Queste però erano poche, nonostante le numerose discendenze, quindi
Romolo manda degli ambasciatori nelle zone, limitrofe per stringere alcune alleanze, che
vengono respinte. Romolo non lo accetta ed elabora un piano: organizza delle feste popolari,
dove invita i popolo vicini, tra cui i Sabini; ad un certo punto della festa, manda un segnale
ai suoi soldati, che rapiscono tra le 30 e le 678 donne («RATTO DELLE SABINE»). I padri
rivolevano le loro figlie e si scatenò una guerra tra i Romani, che occuparono il Colle
Palatino e, i Sabini, che occuparono il Colle Campidoglio. Il campo di battaglia fu la Valle
del Foro. La guerra fu interrotta dalle donne Sabine, che ormai erano diventate mogli e
madri romane, portando la pace e la fusione tra i due popoli.
10. LA FONDAZIONE
STORICARoma fu fondata in un territorio particolare: il fiume Tevere formava una grande ansa,
vicino alla quale sorgevano sette colli, sui quali si formarono piccoli villaggi.
Successivamente si allearono, costruirono delle mura
e formarono un unico luogo abitato.
Un’altra importante risorsa fu l’isola Tiberina, situata
in mezzo al fiume Tevere, che rendeva più favorevole
il commercio con gli etruschi; il fiume era navigabile
fino al mare.
13. L’EREDITÀ LINGUISTICA
L’italiano è una lingua neolatina:
LESSICO= molte parole derivano dal latino
SINTASSI= struttura della frase
MODI DI DIRE (es. curriculum)
Nel corso del tempo la lingua ha subito alcune modifiche:
Latino, accentazione quantitativa italiano, accentazione qualitativa
Latino, accento melodico(elevazione di tono) italiano, accento dinamico(intensità del
tono)
-LE VOCALI -DITTONGHI -ASSIMILIZZAZIONE
Latino vocali chiuse Vengono ridotti es. septem - sette
Italiano vocali aperte ae – e/oe – ē dictum - detto
Es. ō – o es. poena – pena -CADUTA CONSONANTE
FINALE
-SINCOPE= cadono le vocali -SONORIZZAZIONE declinazioni/verbi
es. càlidum – caldum es. patrem - padre -ALLOTROPI
dòminam – domnam stipam – stiva due diverse parole italiane
14. L'EREDITÀ LETTERARIA
L’italiano ha ereditato dal latino anche le opere letterarie:
IL TEATRO Plauto (commediografo), Terenzio e Seneca
(tragediografi) furono di ispirazione per Shakespeare e Manzoni
(‘800)
Il coro inizia ad esprimere dei giudizi.
L’EPICA Virgilio fu di ispirazione per Ariosto
LA LIRICA Catullo ispirò Petrarca e Shelley
Parlano dei sentimenti
dei poeti
«Maschere tragica e
comica», I secolo a.C.,
Musei Capitolini-Roma
15. Il latino ha influenzato anche altre forme d’arte:
LA SATIRA faceva dell’ironia, solitamente colpiva i difetti dei politici (es. Orazio)
L’ORATORIA era il saper parlare, intrattenere (es. Cicerone)
L’EPISTOLOGRAFIA la scrittura delle lettere (es. Cicerone)
LA STORIOGRAFIA opere di storia (es. Livio)
«Satyricon»
IL ROMANZO
«Metamorfosi» (Apuleio)
16. MODI DI DIRE E PAROLE
ANCORA IN USO DEL
LATINO Amor caecus (l’amore è cieco)
Amor gignit amorem (amore genera amore)
Ora et labora= prega e lavora
Ad maiora= sempre meglio
Carpe diem= cogli l’attimo
Ad hoc = per questo. Si dice di persona, oggetto, incarico, soluzione strumento
perfettamente adatto o specificamente dedicato al compito da svolgere o al
problema da risolvere.
Ad honorem = per onore. Si dice di titoli concessi come premio al merito.
Bis = due volte. Negli spettacoli, richiesta di ulteriore esibizione. Supplemento.
Gratis =gratuito
Fac totum = fai tutto. Chi si occupa di molti incarichi eterogenei.
17. L’USCITA A
PIACENZANell’antica città romana le vie principali e di riferimento erano: il Cardo (che collegava il
nord e il sud) e il Decumano (che collegava l’est e l’ovest). Anche Piacenza ha ereditato la
struttura della città romana, infatti il Cardo corrisponde all’attuale Via X Giugno, mentre
il Decumano corrisponde all’attuale Via Roma, proseguendo poi per Via Borghetto. Dove le
due strade si intersecano sorgeva una piazza (il foro).
Via X Giugno, il Cardo
Via Roma, il Decumano
18. Nell’attuale Giardino Merluzzo il Decumano si divideva in due vie:
Via Postumia, che collegava l’oriente con l’occidente
Via Emilia, che corrisponde all’attuale Via Roma
Immagine della diramazione del Decumano
19. Nella città c’erano 4 porte:
La porta orientale posizionata in Via Roma
La porta settentrionale posizionata in Via Camicia
La porta meridionale posizionata in Via Sopramuro (piazza mercanti)
La porta occidentale posizionata in Via Borghetto
In Via Borghetto era
situata la porta
occidentale
In Via Sopramuro
era situata la porta
meridionale
In Via Roma era
situata la porta
orientale
In Via Camicia era
situata la porta
settentrionale
20. Il ritrovamento di alcuni reperti archeologici fa supporre gli storici che l’anfiteatro fosse
posizionato nell’area di Via X Giugno e di Via Risorgimento, anche se non ne rimangono
tracce visibili poiché era in legno.
L’anfiteatro era un edificio di forma ellittica usato per spettacoli pubblici (es. giochi dei
gladiatori).
Via X Giugno
21. IL DUOMO E VIA SOPRAMURO
Nel XII secolo il perimetro delle mura fu allargato per costruire le terme. Il ritrovamento
di mosaici fa pensare che fossero situate insieme ai bagni pubblici dove adesso si trova la
statua dell’Immacolata del 1862.
Una particolare caratteristica di Via Sopramuro è che è una strada in salita perché è
situata dove originariamente c’erano le mura, quindi al di sotto sono presenti dei detriti.
In Piazza Duomo erano
presenti le terme.
Via Sopramuro Via Sopramuro era
una strada in salita.
22. LA CHIESA DI SAN PIETRO
La chiesa di San Pietro si trova in Via Carducci, una strada parallela al Decumano. In
questa area gli storici pensano che vi sorgesse il tempio dedicato alla triade capitolina,
cioè a Giove, Giunone e Minerva.
La Chiesa di San Pietro
23. Questi 4 isolati appartenevano al foro, la piazza principale, un luogo fondamentale per la
società romana. Qui si discuteva e ci si riuniva.
I quattro isolati che comprendevano il foro
24. CHIESA SANT’ANTONINO
La chiesa di Sant’Antonino era una basilica ed era il
luogo dove si amministrava la giustizia.
La basilica aveva un impianto particolare: era divisa
in due navate, quella principale e quelle laterali e
due absidi. La basilica fu voluta dal vescovo Vittore e
proprio per questo fu detta Vittoriana. La chiesa era
posizionata al di fuori delle mura. Vittore chiese di
essere sepolto lì al momento della sua morte. Alla
fine del IV secolo, fu restaurata e ampliata.
Modellino della Chiesa di
Sant’Antonino
Pianta della
basilica
25. CHIESA DI SANTA MARIA IN CORTINA
Nella cripta della chiesa di Santa Maria in Cortina è sepolto Sant’Antonino, un soldato
romano, martire, cattolico e patrono della città. Precedentemente le spoglie erano deposte
in quella che era l’area della necropoli, situata di fronte alla chiesa. La necropoli era il
luogo presente nelle vie più importanti e quella di fronte a questa chiesa era una delle due
principali. L’altra era posizionata nell’attuale giardino Merluzzo.
La Chiesa di Santa Maria in Cortina e l’area della necropoli
26. PIAZZA CAVALLI
Piazza Cavalli era un’area sacra, destinata al
culto. Infatti lì c’erano i templi. Gli studiosi
hanno ritrovato alcuni reperti archeologici
durante alcuni scavi per la costruzione del
Palazzo Gotico, tra cui alcuni capitelli, alcune
colonne e alcune statue, di cui una
conservata a Parma e una al Palazzo
Farnese, chiamata Nike (vittoria alata).
In Piazza Cavalli si trovava la vecchia
area sacra
27. FON
TI «La leggenda sulla nascita di Romolo e Remo» www.nostrofiglio.it .
Le cronache dell’antichità «La fondazione di Roma».
https://www.youtube.com/watch?v=uHAzZ9l4Kl0
Modi di dire latini ancora in uso www.bibliotecando.it .