4. Origini
O Nacque a Königsberg (Prussia Or., oggi
Kaliningrad, Russia) nel 1724, da una famiglia di
condizioni modeste.
O Riceve dalla madre un’educazione ispirata al
pietismo (intenso senso della spiritualità e rigorismo
morale).
O Frequentò il Collegium Fridericianum del pietista
F.A. Schultz, studiando soprattutto il latino e i suoi
classici (e poco il greco).
5. Formazione e carriera
O 1740-47: studia scienze e filosofia
all'Università di Königsberg;
O in seguito fa il precettore: miseria e studi.
O 1755: ottiene la libera docenza.
O 1770: (a 46 anni) diviene ordinario di logica e
metafisica con la dissertazione: De mundi
sensibilis atque intelligibilis forma et principiis.
6. La maturità
O Nel periodo 1770-90 dà vita ai
caposaldi del suo sistema (le
“tre critiche”):
O 1781 – Critica della Ragion
pura (gnoseologia)
O 1788 – Critica della Ragion
pratica (etica)
O 1790 – Critica del Giudizio
(teleologia ed estetica)
7. Una vita tranquilla
O Kant fu un uomo retto, rigoroso, metodico (ma
non pedante).
O L’unico “scandalo” della sua vita fu, nel 1794, il
contrasto con il re Federico Guglielmo II (1786-
97) che gli proibì di insegnare le idee sulla religione
espresse ne La religione entro i limiti della pura
ragione.
O Kant non tenne più corsi sull'argomento.
8. La fine
O Negli ultimi anni, Kant dovette lottare contro le
interpretazioni deformanti della sua filosofia
(idealismo).
O Non potè prevalere e dovette rassegnarsi al
silenzio.
O Cessato l’insegnamento nel 1796, Kant morì nel
1804, ormai privo di ogni lucidità.
9. Curiosità
• Kant era ghiottissimo di formaggio. In età avanzata, il suo medico gli
aveva consigliato di evitare di mangiarne troppo e, per questa ragione, il
maggiordomo di Kant gli teneva nascosto il formaggio: il risultato fu che
Kant licenziò il maggiordomo!
• Benché non avesse particolari problemi economici, Kant all’epoca non
manteneva una casa propria, ma prendeva soltanto stanze in affitto, alla
ricerca di un luogo silenzioso dove poter condurre le proprie meditazioni e
le proprie ricerche.
• Un paio d’anni dopo aver ottenuto l’importante incarico, per di più, il
filosofo fu costretto a cambiare abitazione poiché il suo vicino di casa
teneva nel cortile un gallo che puntualmente, sul più bello, interrompeva le
sue meditazioni. Nonostante la proposta di Kant di acquistare a qualsiasi
prezzo il pennuto (evidentemente per disfarsene), l’ostinato vicino non ne
volle sapere di andare incontro alle sue richieste.
10. •Non certo di salute perfetta, ma di corporatura fragile, ipocondriaco, affetto da gastrite
e da numerose reazioni allergiche, Kant era costretto a insegnare 22 ore a settimana,
sottraendo notevoli energie ai propri studi. Convinto com’era di dover fissare, anche per
le cose meno importanti, delle massime, delle regole di comportamento da rispettare in
maniera ferrea, ma anche spinto dai rigidi orari impostigli dal proprio impiego, aveva
pianificato in maniera molto precisa la sua giornata. Poiché l’università aveva
programmato uno dei suoi corsi alle 7 del mattino, prese l’abitudine di svegliarsi
prestissimo. Il suo servitore, un ex-militare rimasto al suo servizio per quarant’anni,
aveva l’ordine di svegliarlo alle 5 e di essere particolarmente insistente in modo che
Kant, per il quale non era semplice alzarsi tanto presto, non proseguisse a dormire. Una
volta in piedi, il filosofo consumava due tazze di tè leggero e fumava una pipa di
tabacco dedicandosi alla meditazione (e nonostante si fosse imposto la regola di
consumare una sola carica di tabacco al giorno, pare che il fornello della sua pipa si
fosse allargato notevolmente negli ultimi anni). Dopo la meditazione si dedicava ai libri
e alla preparazione delle lezioni, che si tenevano dalle 7 alle 11. In seguito lavorava ai
suoi scritti fino alle 13, quando usciva per pranzare in un ristorante o in un’osteria.
11. • Era questo un momento molto importante della giornata di Kant. Si racconta che si
accordasse con l’oste per avere la compagnia di persone a modo, che non lo tediassero con
conversazioni erudite e artificiose o con quesiti filosofici che richiedessero un grande sforzo
mentale. A tavola voleva «rilassare lo spirito affaticato e, come soleva dire, far onore al
corpo», per questo amava discorrere con persone di condizione assai diversa dalla sua,
soprattutto militari privi di istruzione, non disdegnando peraltro espressioni volgari e
provincialismi. Inoltre, era molto attento nella scelta del cibo, di cui apprezzava soprattutto
la semplicità: carne ben cotta, buon pane e buon vino.
• Al pomeriggio passeggiava per un’ora, quasi sempre al viale dei tigli, in seguito chiamato
proprio per questo “Viale del filosofo”. Camminava sempre da solo per non dover parlare
con nessuno: in questo modo poteva respirare soltanto con il naso, evitando di introdurre
aria dalla bocca, pratica che a suo parere era causa di numerose malattie respiratorie. Kant
trascorreva il resto del tempo con il suo amico più caro, Joseph Green, un mercante inglese,
scapolo come lui, che viveva seguendo in modo pedante l’orologio e il calendario. Gli
aneddoti sulla puntualità di Kant nascono proprio da questa amicizia: pare che i vicini
potessero regolare i propri orologi in base al momento in cui Kant usciva dalla casa di
Green, alle 19 in punto. La sera, infine, il filosofo si dedicava alla lettura fino alle 22 o
frequentava compagnie altolocate, dal momento che fin dagli anni in cui era un elegante
magister era diventato il prediletto della contessa Keyserlingk alle cui cene importanti era
un ospite fisso. Insomma, per anni, pur vivendo in maniera regolata e metodica, non
condusse affatto quell’esistenza appartata che spesso gli si associa.