L’osteopatia nel bambino con handicap può essere un approccio importante sia nel caso di alterazioni funzionali dove può ridare un equilibrio ai meccanismi innati del corpo per permettere un’evoluzione del bambino più armonica, che nel caso di alterazioni importanti con sequele gravi dove l’osteopatia permette al bambino di sviluppare al meglio i suoi sistemi di compenso
Come cambia l’anatomia del cervello con la maturazione nell’adolescenza
L'osteopatia nel trattamento del bambino con handicap
1. L’osteopatia nel trattamento del bambino con handicap
L’osteopatia nel bambino con handicap può essere un approccio importante sia nel
caso di alterazioni funzionali dove può ridare un equilibrio ai meccanismi innati del
corpo per permettere un’evoluzione del bambino più armonica, che nel caso di
alterazioni importanti con sequele gravi dove l’osteopatia permette al bambino di
sviluppare al meglio i suoi sistemi di compenso.
Naturalmente non può essere utilizzata come unico trattamento ma si deve inserire in
un quadro pluridisciplinare, all’interno quindi di un programma che preveda
l’intervento di tutte le figure necessarie a favorire lo sviluppo neuro e psicomotorio.
In tutti i casi, l’osteopatia permette al bambino di vivere meglio nel suo corpo
malgrado le difficoltà che incontra e questo non è un risultato trascurabile.
LA MATURAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO
Sappiamo che, al contrario della maggior parte delle cellule del corpo, le cellule
nervose non si rinnovano continuamente nel corso della vita.
Il processo di acquisizione degli automatismi e del controllo del corpo non
corrisponde alla nascita di nuove cellule ma all’entrata in attività di parti del sistema
nervoso che non erano ancora funzionali. Sono le sollecitazioni dell’ambiente che
2. provocano questa maturazione attraverso due modalità complementari e cioè le
stimolazioni sensoriali e affettive.
La stimolazione sensoriale corrisponde all’attività degli organi di senso che, una
volta attivati, inviano influssi alle zone corrispondenti del sistema nervoso centrale.
Questi influssi provocano l’attivazione di parti del cervello sino a quel momento
quiescenti che, più ricevono stimoli sensitivi, più si sviluppano rapidamente e
completamente.
La stimolazione affettiva è tutto ciò che nell’ambiente spinge il bambino ad avere
voglia di comunicare, portandolo a chiedere al suo corpo le risposte motorie
necessarie per raggiungere gli obiettivi che desidera. Il bambino, attraverso i suoi
desideri, obbliga il suo sistema nervoso a rispondere a queste domande e quindi lo
stimola e ne accelera la maturazione.
PROBLEMI FUNZIONALI E OSTEOPATIA
Un problema funzionale colpisce la funzione, cioè l’espressione della vita e può
essere il risultato di una difficoltà insorta al momento della nascita o di un trauma
nella prima infanzia. Ne risulta comunque una alterazione dello sviluppo senso-
motorio e l’esperienza ha dimostrato che, quando una fase dello sviluppo nella
maturazione del sistema nervoso centrale non si svolge normalmente, è molto
difficile che vi sia un recupero completo. Il corpo mette in atto dei sistemi di
compenso che consistono quasi sempre nel coinvolgimento di vie nervose alternative:
queste vie nervose si prendono carico di funzioni che non sono di loro competenza in
uno schema di sviluppo normale ma purtroppo, una volta che questi circuiti sono
diventati effettivi, il corpo li integra nel suo funzionamento ed essi diventano primari.
Così il meccanismo di compenso prevale sempre perché, a partire dal momento in cui
si è instaurato, è sempre riattualizzato dagli stimoli ambientali. E’ molto difficile
tornare indietro e ritrovare la fase di sviluppo persa e normalizzarla.
3. Quando la difficoltà di un bambino ha come causa un problema funzionale, cioè
quando il sistema nervoso non è danneggiato nella sua struttura, l’osteopatia è spesso
molto efficace perché può trattare i blocchi meccanici che interferiscono con
l’armonia dello sviluppo e della funzione. Chiaramente il trattamento osteopatico
dovrebbe essere utilizzato prima possibile: ad esempio, se il problema funzionale
sopraggiunge in seguito all’alterazione del meccanismo cranico, la normalizzazione
di tale meccanismo riuscirà a impedire lo sviluppo dei sistemi di compenso che sono
sempre più irreversibili mano a mano ci si allontana dal momento del loro instaurarsi.
Sembra logico pensare che, migliorando la struttura sia nel corpo che nel
meccanismo di respirazione primaria, ci sarà anche un beneficio sulle funzioni
alterate che ne derivano.
Si è visto che lesioni importanti in questo meccanismo come ad esempio restrizioni,
deformità e immobilità (compressioni), possono danneggiare gravemente lo sviluppo
del cervello del bambino, sia perché non gli permettono di avere a disposizione uno
spazio sufficiente per la sua crescita armonica e sia perché provocano una restrizione
nel flusso circolatorio.
PROBLEMI ORGANICI E OSTEOPATIA
Il sistema nervoso può essere danneggiato nella sua struttura in genere per anossia al
momento della nascita o subito dopo. In questo caso, una certa quantità di cellule
cerebrali vengono distrutte e si crea il danno organico. E’ evidente che i danni che ne
risultano sono proporzionali alla gravità e all’estensione della lesione cerebrale.
Le cellule nervose distrutte non possono permettere lo sviluppo delle funzioni per le
quali erano programmate. Questa volta è indispensabile che l’organismo crei delle vie
di compenso per supplire le vie normali: mentre nel caso di problemi funzionali la
creazione di compensi può essere un danno per il miglioramento dei problemi del
bambino, qui non c’è scelta, si devono favorire i compensi.
4. Dal punto di vista osteopatico, per i bambini con lesioni più gravi lo scopo sarà di
dare al meccanismo respiratorio primario la funzione ottimale per aiutarlo a elaborare
i suoi compensi. Il lavoro dell’osteopata non si limita al cranio, ma si rivolge anche al
bacino e in particolare al sacro e a tutti i tessuti del corpo compresi quelli viscerali.
In questi casi l’osteopatia, anche se non cura la causa del problema, è un aiuto
prezioso perché permette di favorire, sul piano funzionale, le migliori condizioni
possibili per aiutare lo sviluppo dell’organismo. Quando le lesioni cerebrali sono
troppo importanti perché vi possa essere un recupero significativo, il trattamento
osteopatico può portare al bambino un miglior confort di vita. E’ meno teso, meno
nervoso, soffre meno, “sta meglio nel suo corpo” e questo si ripercuote sulla famiglia
e aiuta i genitori nel loro duro percorso.
IL TRATTAMENTO A PIU’ MANI
Il trattamento con più di un terapeuta è molto interessante perché se consideriamo che
ogni parte del corpo è una strada di comunicazione con l’esterno, a maggior ragione
è anche una via di entrata potenziale per il trattamento osteopatico.
Poiché tutte le parti del corpo comunicano le une con le altre, un cambiamento di una
zona del corpo porta a modificazioni in tutto l’organismo.
Il trattamento a più mani permette non solo di individuare anomalie in più parti del
corpo ma anche di liberarle contemporaneamente e fa percepire i cambiamenti che
sopraggiungono nelle varie parti dell’organismo del paziente quando una zona
problematica si libera.
Questo lavoro permette di andare molto più lontano e molto più velocemente nel
lavoro di liberazione e di adattamento profondo.
5. VALUTAZIONE DEI MIGLIORAMENTI
La valutazione dei miglioramenti nel bambino con handicap trattato con osteopatia è
molto difficile perché, proprio per la gravità del danno neurologico, i miglioramenti
difficilmente sono eclatanti.
A livello osteopatico si possono apprezzare le modificazioni delle restrizioni e delle
tensioni tissutali anche se questi parametri cambiano lentamente nei bambini con
lesioni gravi.
L’osservazione dei genitori è un parametro utile, anche se in buona parte soggettivo:
possono riferire che il bambino è più calmo, più rilassato, meno irritabile o che dorme
meglio.
E’ frequente il riscontro di un miglioramento dei problemi di transito intestinale che
colpiscono questi bambini (stipsi ostinata) così come i problemi di rigurgito e la
scialorrea.
E’ per questi risultati e per l’esperienza sempre e comunque positiva che l’osteopatia
entra a pieno titolo nel trattamento multidisciplinare del bambino portatore di
handicap.