1. Laboratorio di pianificazione
partecipata
sperimentazioni che risvegliano le coscienze e
progettano la società del futuro
a cura di Giuseppe Carpentieri
http://peppecarpentieri.wordpress.com
Dalla resilienza alla rigenerazione, creative commons, 2014, su Issuu
Salerno, 13 novembre 2014
2. • Per il gruppo:
– Open space technology (sviluppare la creatività
lavorando insieme)
– World cafè
– Democrazia, uguaglianza, regole e coinvolgimento
attivo
Metodi e strumenti di lavoro
incontri
Progettazione,
priorità
Comunicazione,
Azioni politiche
4. Approcci
• Capire lo Stato così com’è e progettarne uno
diverso
• Capire i bisogni reali umani e progettare una
società adeguata
• Fare entrambe le cose?!
Competenze
specifiche
forti
Competenze
trasversali
Conoscenze
e soluzioni
creative
6. Svelare le credenze del PIL
• L’affermazione che la crescita economica sia indispensabile per far
crescere l’occupazione viene ripetuta come un mantra benché, a
differenza del mantra, non abbia lo scopo di liberare la mente
dalla realtà illusoria, ma di avvilupparla in una illusione irreale,
priva di riscontri empirici e di fondamenti teorici. Dal 1960 al 1998
in Italia il prodotto interno lordo a prezzi costanti si è più che
triplicato, passando da 423.828 a 1.416.055 miliardi di lire (valori a
prezzi 1990), la popolazione è cresciuta da 48.967.000 a
57.040.000 abitanti, con un incremento del 16,5 per cento, ma il
numero degli occupati è rimasto costantemente intorno ai 20
milioni (erano 20.330.000 nel 1960 e 20.435.000 nel 1998). Una
crescita così rilevante non solo non ha fatto crescere l’occupazione
in valori assoluti, ma l’ha fatta diminuire in percentuale, dal 41,5 al
35,8 per cento della popolazione. *
*MAURIZIO PALLANTE, “estratto” da Orientare la politica economica e industriale a creare occupazione nelle tecnologie che
riducono l’impronta ecologica. Perugia, 9 ottobre 2010
7. Indicatori della qualità di vita
• “Benessere Equo e Sostenibile” (BES) (CNEL ed ISTAT dal 2011, “Gruppo di
indirizzo sulla misura del progresso sulla società italiana” come obiettivo per integrare
il PIL)
– invece che concentrarsi su un concetto di produzione, quale è il Pil, si deve
privilegiare la misura del benessere economico delle persone;
– non esiste una misura singola che possa dar conto di tutte le varie dimensioni del
benessere e gli indicatori compositi non sono una risposta soddisfacente, così
come la misura della felicità;
– ci si deve concentrare sulle dimensioni rilevanti per il benessere degli individui: lo
stato psicofisico delle persone, la conoscenza e la capacità di comprendere il
mondo in cui viviamo, il lavoro, il benessere materiale, l’ambiente, i rapporti
interpersonali e la partecipazione alla vita della società e l’insicurezza. Inoltre,
bisogna guardare alla distribuzione di tutte le dimensioni del benessere (equità)
• “Depiliamoci” – Benessere Interno Lordo
(http://www.benessereinternolordo.net/joomla/)
• Happy Index Planet (http://www.happyplanetindex.org/)
• Indicatore del progresso autentico (GPI) è un concetto nell'economia verde
e nell'economia di assistenza sociale che è stata suggerita per sostituire il Prodotto
Interno Lordo (PIL) come misuratore dello sviluppo economico.
• Felicità Interna Lorda (FIL) Il termine fu coniato nella metà degli anni ottanta dal
re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck che mise in rilievo il suo impegno per la
costruzione di un'economia coerente con la cultura tradizionale del suo paese basata
sui valori spirituali del buddhismo.
8.
9. Esseri
umani
Crescita pil + produttività
Bisogni dell'economia
Bio-
Economia
Piena realizzazione
degli esseri umani
Bisogni degli uominiFondamenti
Fine ultimo
DecrescitaCrescita
(+quantità)
(+qualità)
limite
Fare sempre
Fare bene
Armonia
con la natura
- hybris
Cos’é la decrescita : sistemi a confronto
Esseri
umani
Bio-
Economia
10. • Merci che non sono beni
- Sprechi (es. Casa mal costruita)
• Beni che si possono avere solo sotto forma di
merci
- Richiedono competenze tecniche specialistiche (es. TAC)
•Beni che possono non essere merci
- Autoproduzione (es. Cibo, ripetizioni, cura di anziani/bambini)
-Scambi non mercantili fondati sul dono e la reciprocità
•Beni che non possono essere merci
- beni relazionali (rapp. D’amore, solidarietà, d’empatia)
- creatività, spiritualità, gioco disinteressato
+ convivialità
Cos’é la decrescita : Merci e Beni
11. • Merci che non sono beni
• Beni che non sono merci
• Uso e acquisto + consapevole dei Beni che si possono avere solo
sotto forma di merci (+ locale, stagionale, duraturo, riutilizzo,
riparazione, senza imballaggi, etc.)
Scambi
mercantili
Scambi non
mercantili fondati sul
dono e la reciprocità
Autoproduzione di beni
e fornitura diretta di
servizi alla persona
Meno e Meglio!
selettivo
selettivo
Cos’é la decrescita : Merci e Beni
12. crescita del PIL
cibo
babysitter
impresa
di pulizie
badante
per anziani
decrescita
cibo
cibo
cibo
cura dei figli
cura degli anziani
giocattoli
vestitivestitivestiti
Cos’é la decrescita : L’economia della decrescita
14. La crisi energetica
Dipendere da una sola fonte non rinnovabile
Condivisione
delle
conoscenze e
delle
esperienze
Elaborazione
degli obiettivi
15. Picco del petrolio
La teoria del picco di Hubbert (detta anche più
brevemente picco di Hubbert) è una teoria
scientifica (o modello) proposta, nella sua
formulazione iniziale, nel 1956 dal geofisico
americano Marion King Hubbert, riguardante
l'evoluzione temporale della produzione di una
qualsiasi risorsa minerale o fonte fossile esauribile o
fisicamente limitata.
Oggi siamo nel picco del petrolio e questo
significa che la domanda di petrolio è
superiore all’offerta (estrazione). Una società
che usa il petrolio come risorsa primaria
nell’agricoltura, nella produzione di merci,
nei trasporti al momento del picco è
praticamente in crisi. E’ necessario ripensare
e ricordare la società quando non dipendeva
dal petrolio e impiegare le nuove tecnologie
delle fonti alternative.
16. Fonte: D. & D. Meadows, J. Randers, I nuovi limiti dello sviluppo, Oscar Mondadori 2006, pag. 132
Flusso dei materiali
17. • Il Parlamento, consapevole delle leggi
della fisica ed applicando la
Costituzione, dovrebbe stimolare gli
Enti locali nell’uso di procedure
estimative condizionate dal valor d’uso
sociale, criterio non monetario, ed
associarlo alla misurazione dei flussi di
energia per far sviluppare una
pianificazione libera dalle obsolete
logiche mercantili che stanno
distruggendo risorse non rinnovabili
pregiudicando l’esistenza delle future
generazione. Per concretizzare questo
principio è necessario ripensare la
contabilità pubblica poiché gli
amministratori distruggono l’ambiente
per soddisfare l’obbligo del pareggio di
bilancio. Fonte immagine, Monica Lavagna, Life Cycle
Assessment in edilizia, Hoepli
Urbanistica, pianificazione ed organizzazione
territoriale, insediamenti umani
18. Articolo 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della
Nazione.
Applicando l'articolo nove della nostra Costituzione possiamo risolvere
buona parte dei problemi occupazionali del nostro Paese. Secondo le
stime dell'Unesco l'Italia possiede fra il 60 e il 70% dei beni culturali
mondiali (rapporto Eurispes 2006), mentre il paesaggio nostrano fu
definito il giardino d'Europa. Pertanto è del tutto ridicolo credere che una
Nazione del genere possa ritenersi in crisi o che non ci siano opportunità
di lavoro, perché la ricchezza reale circonda i cittadini italiani, forse
incapaci di guardare e capire la bellezza che è intorno a loro. Tutti i
Governi che si sono succeduti hanno provveduto a smantellare la ricerca
per favorire istituti stranieri, e le SpA hanno potuto inquinare siti naturali
recando danni biologici e morti per tumori e neoplasie.
Per pianificare una politica nazionale sui temi della prevenzione
primaria, riduzione del rischio sismico, il riuso, il recupero e la
conservazione dei beni culturali è necessario riprendersi la politica
monetaria e industriale.
Fonte: “Qualcosa” che non va, agg. 2013
19. La società del presente/futuro
• Agire direttamente: integrare la democrazia
rappresentativa con la democrazia partecipativa e
diretta
• Sviluppare la resilienza locale, creatività
• Saper interpretare il mondo e benessere psicofisico
• Autoprodurre cibo, orti sinergici, consapevolezza dei
consumi, stili di vita
• Uso razionale dell’energia: prima eliminare gli sprechi
• Scambio e reciprocità: rete sociale, il valore del dono
• Mobilità intelligente
• Convivialità, cultura, sport e tempo libero
• Monete locali cioè sovrane e libere dal debito e dagli
interessi
• Strategia rifiuti zero/riciclo totale
20. La crisi della democrazia rappresentativa
Dipendere da una religione: la crescita infinita
Condivisione
delle
conoscenze e
delle
esperienze
Elaborazione
degli obiettivi
21. Trasparenza
• Governo
• Condivisione degli atti: Bilancio
valutazione
• Valutazione politica degli investimenti, spesa pubblica
Proposte dal
basso
• Individuazione di eventuali sprechi
http://www.governo.it/rapportiparlamento/documenti/rapporto_spending.pdf
Domanda &
offerta
Fondi
europei
Priorità
22. Trasparenza degli atti
Programma elettorale (Promesse,
mercato dei voti, fiducia politica)
Linee programmatiche di mandato
[Consiglio]
Piano Esecutivo di Gestione (PEG) e
Piano Dettagliato degli Obiettivi (PDO)
[Giunta]
24. Fonte: Raffaele Parlangeli, Domenico Pellerano, Tecniche di performance management per
migliorare la P.A. Franco Angeli, 2012
25. Fonte: Giorgio Sangiorgi (a cura di), Management e governance nella pubblica
amministrazione, Franco Angeli, 2008
26. Democrazia diretta e partecipativa
• Introdurre tutti gli strumenti di democrazia
diretta e partecipativa negli Enti territoriali
(Regione, Provincia, Comune)
• Iniziativa e referendum (ambito regionale,
provinciale e comunale) senza quorum di
validità
– Referendum deliberativo ed abrogativo (mai
referendum consultivi)
• Bilancio partecipativo deliberativo (ambito
comunale)
27. Pianificazione partecipata
Il “comunicare” con gli
abitanti e tra gli abitanti
per comprendere,
ricostruire una “immagine
condivisa” della città
Town meeting
Assemblee di zona
sperimentare
Laboratori di quartiere
Scelta delle “priorità”
33. Cosa significa rigenerazione urbana?
• La rigenerazione urbana è il tema urbanistico che più di altri riesce a dare
risposte progettuali adeguate per l'epoca di cambiamenti e di transizione
culturale che stiamo vivendo, la fine dell'epoca industriale e l'inizio di una
nuova.
• Il tema della "rigenerazione urbana sostenibile", a causa dell’esaurimento
delle risorse energetiche e delle pessime condizione del patrimonio
edilizio costruito nel dopoguerra è, per gli architetti italiani, la questione
prioritaria nelle politiche di sviluppo dei prossimi anni.
• Ricercando con una certa attenzione è possibile rendersi conto che la
rigenerazione urbana ha origini dalle leggi della biologia e della
termodinamica, ad esempio in biologia l’autopoiesi è la capacità di
riprodurre sé stessi che caratterizza i sistemi viventi in quanto dotati di un
particolare tipo di organizzazione, i cui elementi sono collegati tra loro
mediante una rete di processi di produzione, atta a ricostruire gli elementi
stessi e, soprattutto, a conservare invariata l’organizzazione del sistema. Il
termine resilienza viene usato in meccanica, in ingegneria per indicare la
capacità dei materiali a resistere, mentre in psicologia indica la capacità
umana ad adattarsi e di affrontare le avversità della vita.
34. Nella sostanza, si cerca di imitare gli efficienti processi naturali e
suggerire di introdurre procedure ispirate dalle leggi naturali nei
processi amministrativi delle istituzioni, e nei modi di pensare e fare
pianificazione urbanistica.
Secondo il dizionario Treccani per rigenerazione si intende nel senso
sociale, morale o religioso, rinascita, rinnovamento radicale, redenzione
che si attua in una collettività: rigenerazione morale, civile, politica di
un popolo, di una nazione, della società. Il termine “rigenerazione
urbana" appare nel lessico della pianificazione urbanistica inglese alla
metà degli anni settanta. In ambito urbanistico è possibile individuare
una periodizzazione del concetto di “rigenerazione urbana” che parte
dal dopoguerra – piani di ricostruzione – fino agli anni novanta, cioè
dalla ricostruzione dei centri storici ed urbani promossa dallo Stato fino
alla nascita delle agenzie pubbliche-private degli anni ottanta.
Cosa significa rigenerazione urbana?
35. • Non esiste un’unica interpretazione di rigenerazione urbana e possiamo
distinguere due approcci opposti:
• Il primo ricade nell’ossimoro sviluppo sostenibile ove lo spirito del
capitalismo prevale sui progetti; Amministratori e imprese ricercano
prioritariamente il profitto anche quando non è necessario, il fine è
soddisfare l’avidità di pochi e l’accumulo di danaro. Tale approccio
contraddice il concetto stesso di rigenerazione.
• Il secondo ricade nella sostenibilità forte ove prevale il bene comune
delle persone e l’equilibrio fra uomo e natura; Amministratori e
imprese non ricercano il profitto ma applicano la Costituzione
realizzando la tutela del paesaggio, dell’ambiente e favorendo lo
sviluppo umano attraverso la convenienza ecologica dei progetti, la
moneta è un mezzo e non il fine.
• La fine dell’era industriale mostra l’opportunità di come il secondo
approccio sia quello realmente sostenibile e desiderabile poiché piani e
progetti sono valutati secondo l’approccio olistico al fine di realizzare
un presente e un futuro di prosperità.
Cosa significa rigenerazione urbana?
36. • Secondo Marco Maretto un'eco-city è una città compatta e policentrica, che
utilizza al meglio tutti i propri spazi senza disperdersi nel territorio. E' una
città caratterizzata da una buona mixité funzionale, economica e sociale,
puntualmente ribadita da un'organizzazione scalare e gerarchica delle
proprie strutture edilizie. E' una città energeticamente efficiente che
recupera e ove possibile, ricicla i propri consumi, in modo particolare
l'acqua (Maretto, 2013, pag.12).
• Secondo la prospettiva smart growth la città dovrebbe tendere ad una
forma urbana più compatta (Duany, 2011); riutilizzare le città esistenti,
anche recuperandone le infrastrutture; alzare le tasse ai residenti nel centro
città; distribuire sul territorio le residenze a basso costo; sfavorire il
trasporto individuale delle automobili a favore del trasporto pubblico;
utilizzare le regole del New Urbanism nella progettazione di nuovi
insediamenti o quartieri (Reale, 2008, pag.54).
• Secondo il Metropolitan Istitute at Virginia Tech la "rigenerazione urbana"
ha principi base: avviare un coordinamento fra i settori; creare una visione
olistica; rigenerare le persone prima dei luoghi; creare partenariati a tutti i
livelli di governo; creare capacità nel settore pubblico; coinvolgere la
comunità locale nella pianificazione.
• Pertanto la rigenerazione si basa sulla "scienza della sostenibilità" con
particolare attenzione ai bisogni sociali delle comunità.
Cosa significa rigenerazione urbana?
38. Le città in contrazione e la dispersione urbana
• Le ragioni della contrazione sono legate al progressivo aumento dei
prezzi degli alloggi e la riduzione del potere d'acquisto delle famiglie,
pertanto gli abitanti hanno iniziato a cercare alloggi a prezzi ridotti nei
comuni limitrofi ai grandi centri.
• Un rapporto dell'ufficio studio AITEC (Associazione Italiana Tecnico
Economica Cemento), "Il mercato immobiliare italiano: tendenze recenti
e prospettive", pubblicato a febbraio 2012 riporta una tabella circa
l'andamento dei prezzi degli alloggi; durante l'anno 1986 il prezzo
nominale era di 1.329 €/mq, mentre al 2011 è di 3.500 €/mq.
• A partire dai primi anni '80 l'andamento dei salari reali, in quasi tutti i
paesi dell'UE, si è mostrato mediamente inferiore a quello della
produttività [...]. Sempre dall'analisi dei dati Eurostat risulta che per i
paesi dell'Eur 15 nella prima parte degli anni '80 i salari hanno perso
mediamente circa 1,3% l'anno rispetto alla crescita della produttività
[...]. A partire dall'inizio degli anni '90 il differenziale ritorna a livelli
vicini dell'1,5% medio annuo. Fonte: Casadio M., Petras J.F., Vasapollo L.,
Clash! Scontro tra potenze: la realtà della globalizzazione, JacaaBook,
2004, pag. 277.
39. Le città in contrazione e la dispersione urbana
Guido Martinotti in Metropoli ha descritto questo fenomeno di
deurbanizzazione che comincia «a partire dalla fine degli anni '70, si
sono manifestati i segni visibili della inversione di una tendenza
secolare nelle dinamiche dell'urbanizzazione. Infatti l'aggregato dei
Comuni con più di 100.000 abitanti ha cessato di acquistare
popolazione dopo oltre un secolo di crescita ininterrotta. Questa nuova
tendenza si mostra con maggiore forza nelle aree economicamente
mature del paese, cioè quelle di più antica industrializzazione e
urbanizzazione. Infatti le grandi città come Milano, Genova, Torino
iniziano prima delle altre a perdere abitanti, a volte con ritmi assai
sostenuti mentre Roma e Napoli seguono a una certa distanza di tempo
e Palermo si mantiene stabile o con una crescita trascurabile»
(Martinotti, 1993, pag. 93). Inizialmente il fenomeno viene interpretato
come un ritorno alla campagna, ma Martinotti ritiene che si tratta di un
processo di trasformazione metropolitana ove le periferie svolgono un
ruolo di complementarità, cioè funzioni sussidiarie rispetto al centro.
40. Storia urbana, elenco piani e studi per Salerno
• Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg. Ernesto Donzelli,
Nicola Cavaccini, 1915
• Piano regolatore di ampliamento della città e spostamento della
ferrovia, Ing. Camillo Guerra, 1934
• Piano regolatore e di ampliamento, Arch. Alberto Calza-Bini, 1936
• Piano di ricostruzione Arch. Alfredo Scalpelli, 1945
• Programma di fabbricazione annesso al regolamento edilizio, 1954
• Piano regolatore generale Archh. Plinio Marconi, Alfredo Scalpelli, Ing.
Antonio Marano, 1958
• Superamento del Piano Marconi: “Recupero degli standard urbanistici
e individuazione zone omogenee”, incarico a progettisti salernitani del
1972 e consegna degli studi preliminari nel 1978
• “Manovra urbanistica”, progettisti salernitani, 1986
• Master Plan della riqualificazione del litorale salernitano, 1987
• PRG bozza O.Bohigas, A. Puigdomenech MBM Arquitesctes, 2000
• PUC Puigdomenech MBM Arquitesctes, 2005
• PUC variante, 2013
41. Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg.
Ernesto Donzelli, Nicola Cavaccini, 1915
42. Piano regolatore di ampliamento della città e
spostamento della ferrovia, Ing. Camillo Guerra, 1934
48. Storia urbana, piani adeguati e mai realizzati
• I piani Donzelli-Cavaccini del 1915 prima e di Guerra del 1934, sono
l'espressione di una cultura progettuale ben definita, con valori e radici
nella teoria della Garden-City e nella città dell'Ottocento.
• La cronaca testimonia che a Salerno nel 1910 (Enrico Moscati) si
prospettò l'ipotesi della pianificazione attraverso l'esproprio
generalizzato e la concessione del diritto di superficie, che avrebbe
consento al Comune di poter realizzare l'interesse generale, ben
rappresentato dai modelli di piano sopra citati (Donzelli-Cavaccini &
Guerra), ma questo interesse contrastava quello del capitale privato e
l'ipotesi vantaggiosa per il Comune fu scartata (Giannattasio, 1983).
• Nel 1972 il Comune di Salerno prima deliberò un incarico progettuale
per recuperare standard e aree sotto utilizzate (adeguamento al DM
1444/68), poi abbandonò questa visione. Studi e analisi redatti da un
equipe di progettisti salernitani consegnati nel 1978.
• Master plan dei progettisti salernitani per la riqualificazione dell’intero
litorale salernitano, 1987, ispirato ai valori dell’urbanista paesaggista
Kevin Lynch e l’architettura organica di Frank Lloyd Wright.
49. Storia urbana e riferimenti per gli standard
• Nel 1978 l'Amministrazione comunale ricevette uno studio
approfondito per il recupero degli standard urbanistici ed il risultato fu
che sarebbe stato difficile, se non addirittura impossibile, recuperare gli
spazi minimi previsti dal DM 1444/68 in determinate zona della città,
soprattutto nel centro storico (zona occidentale). Sulla base di quello
studio ritenuto interessante dal Comune si sarebbe dovuto elaborare
un piano urbanistico sull'uso razionale del suolo risolvendo i numerosi
problemi riscontrati. Delibera Comunale n. 139 del 01/08/1978
• Già nel 1978 lo studio evidenziò l’assenza di aree libere in determinate
zone omogenee ed un uso improprio di superfici costruite per civili
abitazioni ma destinate a standard come uffici pubblici, e scuole con un
spreco di spesa pubblica dovuta al pagamento dell'affitto ai privati.
• La soluzione proposta di costruire edifici destinati alle funzioni da
svolgere avrebbe fatto risparmiare milioni alla pubblica
amministrazione ed avrebbe dato agli abitanti un’adeguata
organizzazione territoriale dei servizi.
51. Salerno in contrazione e dispersione urbana
Popolazione al 1951 Picco al 1981 Popolazione al 2011 variazione %
Salerno 90.970 157.135 132.608 - 18,4%
Popolazione al 1951 al 2011 variazione %
San Mango Piemonte 1.423 2.587 44,9%
Baronissi 8.323 16.790 50,4%
Pellezzano 5.858 10.580 44,6%
Fisciano 8.451 13.677 38,2%
Mercato San Severino 15.515 22.036 25,5%
Pontecagnano Faiano 13.171 25.096 47,5%
San Cipriano Picentino 4.165 6.643 37,3%
Vietri sul mare 11.911 8.076 - 47,4%
Castiglione dei Genovesi 1.112 1.356 17,9%
Cava dé Tirreni 39.088 53.885 27,4%
Bellizzi 1.817 12.971 85,9%
Giffoni sei casali 4.482 5.262 14,8%
Giffoni valle piana 8.461 12.024 29,6%
Montecorvino Pugliano 3.547 10.019 64,5%
Battipaglia 16.896 50.464 66,5%
Totale 144.220 251.466 42,6%
52. Salerno in contrazione e dispersione urbana
• L'area salernitana è di fatti un'area di gravitazione, una metropoli di
prima generazione. I Comuni limitrofi rappresentano una sorta di
arcipelago; e l'organizzazione e pianificazione urbanistica di quest'area
anziché puntare alla coesione territoriale ha favorito la dispersione con
l'aumento del consumo di suolo e lo spreco di energie.
Sostanzialmente il governo territoriale ha favorito lo sprawl anziché
adottare tecniche per prevenirlo.
• Se osserviamo la dinamica demografica e territoriale dal punto di vista
del potenziale utilizzatore del territorio (city user) possiamo credere di
sommare i 251.466 abitanti dei comuni limitrofi con i 132.608 residenti
di Salerno e rappresentano 384.074 utilizzatori dello territorio.
• Se consideriamo l'approccio del Ptcp di Salerno secondo il Sistema
Locale del Lavoro (SLL) l'area salernitana è più popolosa rispetto a
quella sopra descritta. Secondo uno studio del CELPE su dati ISTAT il SLL
di Salerno (codice ISTAT 438) all'anno 2007 è un insieme di 22 Comuni
con una popolazione residente di 403.544 abitanti per un'estensione di
947,63 Km2.
53. SLL di Salerno è un insieme di 22 Comuni con una popolazione residente di
403.544 abitanti per un'estensione di 947,63 Km2. I Sistemi Locali del Lavoro (SLL)
sono un'aggregazione del territorio non amministrativa ma funzionale per
l’implementazione dello politiche per lo sviluppo del territorio. Tale suddivisione
del territorio nazionale, che prescinde da vincoli di natura amministrativa
preesistenti, tiene conto delle peculiarità socio economiche delle singole aree
territoriali facenti parte dei Sistemi Locali del Lavoro. Ciò permette di mettere a
punto politiche attive del mercato del lavoro e, più in generale, politiche per lo
sviluppo del territorio più adeguate all’ambiente economico nel quale si intende
intervenire (CELPE).
SLL, Ptcp
55. Assegnazione impropria standard a verde nel PUC di Salerno
Dichiarando nel PUC la
presenza di standard in
determinate zone
omogenee, anche se
così non è, accade che i
cittadini vengono privati
di quei servizi previsti
dalle norme (DM
1444/68) che vanno
costruiti nelle aree
libere. Dichiarando che
gli standard sono già
presenti quando nella
realtà non è cosi, le aree
libere possono essere
mercificate.
57. • Analizzando il PUC del Comune di Salerno emerge un aspetto singolare e
controverso. Com'è noto, secondo il DM 1444/68 i piani regolatori devono
individuare le aree a standard, e 9 mq/ab sono destinati ad "aree per spazi
pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente
utilizzabili per impianti, con esclusione di fasce verdi lungo le strade" ;
cioè il cosiddetto "verde pubblico". L'articolo 4 del DM 1444/68 al comma
2 specifica che l'Amministrazione debba dimostrare l'impossibilità di
reperire aree a standard, mentre l'articolo 6 del medesimo decreto è
dedicato alla mancanza di aree disponibili, «i comuni che si trovano
nell'impossibilità, per mancanza di aree disponibili, di rispettare
integralmente le norme stabilite per le varie zone territoriali omogenee dai
precedenti articoli 3, 4 e 5 debbono dimostrare tale indisponibilità anche
agli effetti dell'articolo 3 lettera d, e dell'articolo 5, n. 2 della legge 765. Le
norme sopra citate sintetizzano priorità, ordine ed obiettivi; è dovere
dell'Amministrazione progettare prioritariamente la realizzazione di
diritti (gli standard minimi), e regolare la proprietà privata rispetto
all'interesse generale.
Assegnazione impropria standard a verde nel PUC di Salerno
58. • Il Comune conosce l’impossibilità di individuare le aree standard in alcune
zone omogenee sin dal 1978, ma non l’indisponibilità, ed i progettisti locali
avevano suggerito di affrontare e risolvere il problema attraverso una
corretta progettazione urbana che cancellava l’avida consuetudine di
soggetti privati che traevano profitto, e tutt’ora ne traggono, dallo spreco
della spesa pubblica (pagare l’affitto ai privati per continuare a tenere
standard presso sedi improprie).
• Ancora oggi si evita appositamente di approvare un vero piano urbanistico
generale poiché si preferisce sostenere le rendite di posizione sorte negli
anni ’50, e si propongono speculazioni edilizie (mascherate da sedicenti
progetti di riqualificazione) anziché applicare la Costituzione e la corretta
pianificazione che osteggia proprio le speculazioni ed affronta e risolve i
problemi pratici dei cittadini favorendo lo sviluppo umano. La scienza
dell’urbanistica nasce nell’Ottocento col chiaro intento di risolvere
problemi generati dal capitalismo (Charles Fourier, 1829; Ildefonso Cerdà,
1854; Camillo Sitte, 1889; Ebenezer Howard, 1898; Raymond Unwin 1901;
Patrick Geddes, 1915; Paul e Percival Goodman, 1947), ma diventa una
tecnica a servizio della politica sfruttata per il tornaconto personale di pochi,
e qui sta il conflitto fra urbanisti sensibili ai temi sociali ed ambientali e
l’avidità di chi distrugge il bene comune.
Assegnazione impropria standard a verde nel PUC di Salerno
59. Confronto vecchi e nuovi standard
DOTAZIONI PER GLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI
In mq/ab secondo la dimensione demografica dei Comuni
Capacità insediativa residenziale teorica
Servizi <10.000
ab.
10-50.000
ab.
40-200.000
ab.
>200.000
ab.
Viabilità e trasporti 3,40 3,60 5,00 7,00
Culto, cultura, vita associativa 1,90 2,00 2,00 2,00
Istruzione 4,50 5,00 5,00 5,00
Assistenza 0,55 0,55 1,20 1,20
Igiene e sanità 1,00 2,60 2,60 2,60
Ricreazione, sport, verde 15,00 31,50 40,50 48,00
Spettacolo 0,15 0,20 2,30 2,30
Commercio e distribuzione 0,50 1,10 1,60 1,60
Servizi tecnologici e annonari 0,55 0,75 0,90 1,00
Sicurezza pubblica 0,10 0,25 0,25 0,30
Attrezzature varie 0,35 0,45 0,55 0,60
Totale mq/ab 28,00 48,00 61,60 71,60
DM 1444/68 -18 mq/ab
4,5 mq/qb per l’istruzione:
asili nido, scuole materne e
scuole dell’obbligo
2 mq/ab aree per attrezzature
di interesse comune: religiose
culturali, sociali, assistenziali,
sanitarie, amministrative, per
pubblici servizi (uffici P.T.
protezione civile, ecc.) ed altre
9 mq/ab di aree per spazi
pubblici attrezzati a parco e
per il gioco e lo sport,
effettivamente utilizzabili per
tali impianti con esclusione di
fasce verdi lungo le strade
2,5 mq/ab di aree per
parcheggi
Tali nuovi standard sono suggeriti dalla manualistica per migliorare la qualità dei
centri urbani. Nel caso di Salerno mancano ancora gli standard minimi previsti dal
DM 1444/68 nonostante si pensò di progettarli quando venne consegnato lo studio
del 1978.
60. DOTAZIONI PER GLI INSEDIAMENTI
RESIDENZIALI In mq/ab
Capacità insediativa residenziale teorica
Servizi 40-200.000 ab.
Viabilità e trasporti 5,00
Culto, cultura, vita associativa 2,00
Istruzione 5,00
Assistenza 1,20
Igiene e sanità 2,60
Ricreazione, sport, verde 40,50
Spettacolo 2,30
Commercio e distribuzione 1,60
Servizi tecnologici e annonari 0,90
Sicurezza pubblica 0,25
Attrezzature varie 0,55
Totale mq/ab 61,60
Confronto vecchi e nuovi standard
Per 170.540 gli standard sono 7.060.356 mq
Per 137.000 gli standard sono 5.671.800 mq
Per 403.544 (SLL) gli standard sono
16.706.722 mq (cifra sottostima poiché per le
aree urbane oltre i 200 mila abitanti lo
standard è 71,60 mq/ab e non più 61,60
mq/ab)
61. Cellula urbana e standard
Nella classica e corretta pianificazione urbana i progettisti immaginano la
cosiddetta “cellula urbana” degli isolati ove inserire gli standard minimi al fine di
consentire una corretta fruibilità dei servizi raggiungibili a piedi (Giorgio Rigotti,
Urbanistica. La composizione, UTET, 1973).
Se rivediamo lo sviluppo urbano della città, soprattutto nella zona orientale
oggetto di studio del laboratorio MDF Salerno, notiamo che questo approccio
elementare è stato ignorato recando danni agli abitanti.
Raggio di influenza, 400 mt
Schema urbano con maglia regolare
62. Cosa hanno in comune Ptcp e PUC?
• Solo l’inceneritore
• Entrambi i Piani prevedono la costruzione di un impianto insalubre di
prima categoria: un inceneritore di rifiuti, nonostante l’industria stia
entrando nell’epoca dell’eco-design facendo diminuire la produzione di
materie prime seconde ed i cittadini continuano a differenziare i rifiuti.
In questo modo si pianifica l’aumento dei rischi sanitari generati
dall’aumento di polveri sottili tossiche create dall’incenerimento. Si
sprecano risorse non rinnovabili e si danneggia l’industria del riciclo che
potrebbe recuperare integralmente le raccolte differenziate e
indifferenziate.
• Il Ptcp approvato nel 2012 ha un impianto culturale opposto a quello del
PUC approvato nel 2005, ed “adeguato” al Ptcp nel 2013.
• Anziché promuovere le miniere urbane e regionali (aree per il riuso e
riciclo di materiali) i piani risentano ancora del vecchio paradigma della
crescita.
• Il Ptcp si pone l’obiettivo di ridurre il consumo di suolo e indica limiti di
densità 300 ab/ha.
63. • Nella società capitalista diffusasi in Europa a partire dall'età barocca ed
accresciuta tantissimo dal secondo dopo guerra del Novecento accade
che il disegno urbano rappresenta sempre più i capricci dell'ideologia
della crescita, che nel consumismo più sfrenato ha la sua applicazione
più visibile (incentivo della mobilità automobilistica e grandi centri
commerciali). I "piani" del disegno urbano devono rispondere alle
esigenze della politica consumistica e pertanto i progettisti abdicano
alle proprie connotazioni del genius loci che li guidavano nell'identificare
il luogo (ambiente costruito e natura) per coglierne i significati profondi
con le peculiarità ambientali e valoriali: l'uomo appartiene alla natura.
Le decisioni politiche sono sempre più influenzate da interessi legati a
un fare senz'anima servendosi della tecnica e di discipline come la
finanza e la giurisprudenza a scapito del fare bene che implica
l'approccio multidisciplinare (sociologia, storia, biologia, filosofia,
architettura, ingegneria) per costruire un'adeguata forma urbana utile
allo sviluppo umano.
Analisi e critica dell’opportunità perse
64. • La storia urbanistica delle città ci consente di capire come e perché i
soggetti politici hanno perseguito scelte che possiamo giudicare errate. I
politici non sono altro che l’espressione dello spirito del tempo, ed oggi
prevalgono avidità capitalista, nichilismo e l’apatia dei cittadini.
• A nostro avviso sono errate le scelte dei piani passati poiché contrastano
con lo sviluppo umano e distruggono il bene comune violando le leggi
della natura. L’aspetto della morfologia urbana di Salerno è il frutto del
capitalismo e non dell’urbanistica, che nacque per risolvere i problemi
generati dall’epoca industriale che oggi giunge al termine.
• Per rigenerare la città avviando lo sviluppo umano è necessario
cambiare i paradigmi della società e stimolare la partecipazione attiva
e consapevole dei cittadini.
• Le opportunità perse nel 1910 (Enrico Moscati, esproprio generalizzato),
nel 1915 (Donzelli-Cavaccini, Garden city), nel 1934 (Guerra, città
compatta), nel 1978 col recupero degli standard e nel 1987 col Master
plan, tutte determinate dal pensiero capitalista che ha psico
programmato la società, e tutt’oggi anima la città nonostante sia giunto
alla fine per auto implosione.
Analisi e critica dell’opportunità perse
65. • Dall’Ottocento sino alle riforme amministrative neo feudatarie degli anni
‘90 del Novecento i partiti sono stati lo strumento del capitalismo.
Dall’elezione diretta dei Sindaci, al potere economico è sufficiente
“addomesticare” poche persone (di solito una sola) scelte persino dai
cittadini, per continuare a gestire i propri affari e mercificare i beni
comuni.
• Nel 1910 come nel 1978 furono i partiti a bloccare una corretta
pianificazione urbanistica, oggi col neofeudalesimo è più facile guidare
le scelte politiche frutto del nichilismo.
• Riprendendo le aspirazioni di Adriano Olivetti (un capitalista), unico
imprenditore (in quegli anni) che interpretò l’urbanistica per far del bene
spostando i propri profitti nello sviluppo umano ispirato dalla tradizione
socialista dell’Ottocento (Edwin Chadwick, Public health act 1848),
quando nacquero le cooperative e il sistema sociale, riportiamo quanto
segue: “Una nuova democrazia […] creazione di un sistema articolato di
elezioni dirette e indirette rispettoso di quei due essenziali fattori che
sono la provata competenza specifica dell’eletto e la provata sua
preparazione morale e culturale.
Analisi e critica dell’opportunità perse
66. • Anziché valorizzare i propri talenti (Enrico Moscati, 1910 esproprio
generalizzato; Donzelli-Cavaccini, 1915; Guerra, 1934; “Recupero degli
standard”, 1978; Master Plan 1987) ed i piani migliori si sono compiute
scelte secondo il tornaconto personale di pochi con l’aiuto dei cittadini
apatici e nichilisti. Gli anni recenti sono stati caratterizzati dal conflitto
fra gli abitanti che hanno risolto problemi (parcheggi sotterranei e arredi
di vicinato) e l’Amministrazione che ha favorito speculazioni e alimentato
le rendite fondiarie ed immobiliari firmate dalle multinazionali archistar.
• Per risolvere i problemi accennati è necessario cambiare i processi
decisionali e la cultura di massa entrando nell’epoca che verrà, ove piani
e progetti rispettano i valori della Costituzione e osservano le leggi della
natura generando prosperità.
• I cittadini devono assumere il ruolo del committente sostituendo le
imprese private immobiliari che generano profitti riducendo i costi a
scapito di chi andrà vivere negli alloggi venduti nel libero mercato.
• La forma giuridica più idonea è la cooperativa poiché non mira al profitto
ma alla realizzazione e alla gestione del servizio.
• Affidare le gestione tecnica a chi propone progetti sostenibili e non
speculativi.
Analisi e critica dell’opportunità perse
67. Il laboratorio di pianificazione partecipata con
ciclo di incontri Open Space Technology
68. L’ost del 5 maggio 2014
• Durante il primo ost i cittadini hanno individuato le loro priorità e
sviluppato un dibattito organizzato finalizzato a produrre un documento
denominato "istant report", circa i temi discussi. Questo l'elenco delle
proposte:
• mobilità sostenibile
• utilizzo sostenibile del territorio
• risparmio energetico tramite risorse alternative
• auto produzioni
• coesione sociale
• spazi sociali per la transizione
• cambiare le priorità puntando sui rapporti umani
• trasformare il sistema del credito
• sapere cosa si mangia evitando la grande distribuzione organizzata
• creazione di cooperative per offrire un servizio sanitario
69. L’ost del 5 maggio 2014
• Ecco di cosa hanno discusso:
• creare zone a traffico limitato favorendo pedoni, biciclette e mezzi
pubblici, creare piste ciclabili
• censimento degli immobili non utilizzati
• creazione di una pubblicità a favore della mobilità sostenibile
• avere un luogo per creare relazioni atte a realizzare una "rete",
promuovere laboratori ed attività, e riutilizzare gli spazi liberi
• creare un banca del tempo
71. L’ost di 9 giugno 2014
• Prove tecniche di transizione
• Elenco delle proposte:
• Creare un momento di incontro tra diverse realtà associative
• Convocare gruppi di GAS
• Organizzare una festa dell’auto produzione
• Organizzare le giornate del vasetto (conserve)
• Organizzare un mercato contadino
• Tour degli orti
72. L’ost di 9 giugno 2014
• Di cosa hanno discusso:
• Transizione alimentare e auto produzione
• Riduzione degli sprechi
• Distinzione tra merci e beni
• Cultura dell’alimentazione sana
• Migliorare la qualità della vita e dei rapporti sociali
73. L’ost del 4 settembre 2014
• Modello di questionario ideato da Kevin Lynch, versione adattata per la
percezione della zona orientale della città di Salerno. Le domande:
• Che ti viene in mente con la parola Salerno? Come puoi descrivere
approssimativamente Salerno sotto l'aspetto fisico?
• Traccia una rapida pianta di Salerno rispetto via Posidonia. Tracciala come
se dovessi fornire una rapida descrizione della città ad un estraneo, che ne
contempli tutte le principali caratteristiche. Non si intende un disegno
accurato, solo un rozzo schizzo.
• Fornisci istruzioni complete ed esplicite circa il tragitto che compi di solito
per andare a lavoro da casa tua. Immagina di compiere effettivamente il
tragitto, e descrive la sequenze delle cose che vedi, ascolti o fiuti durante la
strada, includendo i riferimento di percorso che sono diventati importanti
per te.
• Ci sono alcune emozioni che provi durante il tragitto?
• Quali elementi dei quartieri Torrione, Pastena e Italia consideri
maggiormente distintivi. Possono essere grandi o piccoli ma dimmi quali
sono per te i più facili da individuare e ricordare.
85. Le analisi quantitative
• Oltre alle analisi percettive ove è possibile coinvolgere i cittadini nelle
descrizione della propria città e cogliere suggerimenti significativi per
progettare i bisogni de cittadini, per aggiungere altre informazioni
determinanti è possibile eseguire le analisi quantitative sulla città
misurando le densità, gli standard, la morfologia urbana e gli usi del
suolo.
• Il risultato delle analisi suggeriscono le eventuali necessità di intervento
per migliorare la qualità di vita degli abitanti.
• A titolo esemplificativo e non esaustivo circa l’area orientale presa in
esame riporto una valutazione urbanistica frutto delle analisi svolte di
recente. L’area è stata divise in “comparti” e sono stati misurati tutti gli
indici urbanistici oggi in uso. Il risultato degli indici dimostrano che le
densità abitative e l’utilizzazione del territorio nei comparti
rappresentano una cattiva morfologia dell’area esaminata, inoltre vi è
un’assenza di servizi minimi ed una cattiva distribuzione di quelli
presenti.
• Progettare un’adeguata e corretta morfologia dell’area significa avviare
demolizioni e ricostruzioni selettive circa gli edifici degradati, e
generare spazi e servizi pubblici oggi inesistenti utili a migliorare la
città.
86. Esempi di rigenerazione urbana
• Hafen city (Amburgo, Germania), 12.000 abitanti: il masterplan prevede
un sistema di spazi aperti articolati in spazi pubblici e privati
interconnessi. L'interno di Hafencity è articolato in diversi quartieri:
Elbbrücken caratterizzato da alta densità urbana, edifici a torre e un mix
di funzioni legate soprattutto all'attività commerciale (aziende, hotel,
commercio a dettaglio e ristorazione); il quartiere Baakenhafen
destinato alle residenze e al tempo libero, il quartiere Oberhafen
destinato alla creatività e agli spazi culturali. Il progetto prevede la
sostenibilità attraverso lo sfruttamento delle risorse rinnovabili, l'uso di
standard ecologici molto elevati per gli edifici e l'applicazione di
materiali da costruzione ecologicamente compatibili, prevede anche la
realizzazione di aree a tutela della biodiversità.
87. • Rieselfeld (Friburgo, Gemania) l'area di 70 ettari con 4.200 alloggi e
12.000 abitanti comprende anche il quartiere Vauban di 34 ettari ove, fra
il 1998 e il 2006, si riqualifica un'area militare dismessa e si insediano
5.000 abitanti con servizi pubblici, verde pubblico, attività commerciali,
artigianali e industriali.
• GWL (Amsterdam, Olanda), periodo 1993-1998 (Maretto, 2013): sei
ettari e 625 unità residenziali, recupero di un’area urbana
precedentemente occupata da un’azienda. L'area si sviluppa attorno
all'edificio ex industriale il quale definisce, a sua volta, due piazze: quella
principale, dominata dalle facciate neogotiche degli ex edifici industriali
restaurati e dentro cui sono stati creati una serie di spazi commerciali;
l'altra a configurarsi come una sorta di "porta" di accesso alla città
consolidata. L'energia necessaria ai residenti deriva da un impianto di co-
generazione dotato di scambiatore di calore. Uno degli obiettivi
principale in questo progetto era quello di realizzare un quartiere car-
free ed oggi solo il 20% degli abitanti di GEL Terrien è proprietario di un
auto.
Esempi di rigenerazione urbana
88. • A San Jose (California) nel 1995 sorge un progetto di rivitalizzazione di
un'area produttiva dismessa (30 ettari) e si interviene con alta densità e
mixitè funzionale e sociale; in località Bremerton Dowtown, Washington
si recuperano quartieri ("città della marina e centro culturale") con alta
densità, mix di funzioni e spazi pubblici di qualità; a Parigi su un'area di
50 ettari nel quartiere Bercy (realizzazione 1988-1992) sono stati
insediati 3.000 abitanti con intervenendo con mixitè sociale, social
housing e nuovi spazi pubblici; in Scozia a Glasgow nel quartiere Gorbals
(realizzazione 2002-2003) si è progettato un intervento di densificazione
per 10.000 abitanti rigenerando un vecchio quartiere industriale
costruito in epoca vittoriana. Il progetto ha previsto lo sviluppo di
funzioni miste: abitazioni, attività direzionali e commerciali, residenze
per studenti, usi alberghieri, attività artigianali e verde pubblico. A
Gorbals si è preferito l'impiego delle fonti energetiche alternative, una
mobilità sostenibile e l'uso di materiali compatibili.
• Un altro esempio paradigmatico è la rigenerazione del quartiere francese
nella cittadina di Tübingen in Baden-Württemberg (Germania), un'area di
60 ettari riprogettata da cooperative edilizie puntando alla densità
edilizia con mixitè funzionale, uso di energie rinnovabili e filiera corta.
Esempi di rigenerazione urbana
89. Gestione dei costi e opportunità
• Dal punto di vista pratico e amministrativo la rigenerazione urbana intesa
come recupero delle città partendo dall'interno dell'area urbanizzata non
è ancora economicamente conveniente poiché la contabilità figlia
dell'economia neoclassica pensa in termini di quantità crescenti, per far
crescere il PIL, e non per migliorare la qualità della vita.
• Secondo il pensiero predominante un progetto urbano è
economicamente sostenibile solo se aumenta il volume di vendita degli
alloggi costruiti (cioè solo se aumenta le quantità di superfici lorde) e non
se demolisce e ricostruisce e/o recupera l'esistente con l'obiettivo di
migliorare la qualità urbana.
• Fin dal momento in cui i Governi decisero che lo Stato dovesse essere
privato del potere di emettere e controllare moneta è accaduto che
anche la tutela del paesaggio, dell'ambiente e l'obiettivo di migliorare la
qualità di vita dei cittadini vengono condizionati negativamente
dall'economia neoliberista. Qualsiasi intervento di recupero,
riqualificazione e rigenerazione è stato comunque associato alla crescita
del mercato immobiliare, anche quando non era affatto necessario.
Alcuni tentativi di riequilibrare le risorse, all'intero del sistema
dell'economia del debito, sono stati realizzati attraverso il recupero
diretto del plusvalore fondiario.
90. La co-gestione del territorio
• Nonostante l’assenza di strumenti legislativi ad hoc per la
rigenerazione urbana, le comunità locali possono trasformare il
territorio recuperando e valorizzando il patrimonio edilizio esistente
attraverso forme di cooperazione e decidendo di coprire i costi di
demolizioni e ricostruzioni con risorse private. Per tendere a questo
obiettivo è necessario uscire dall’economia del debito e dall’obsoleto
concetto speculativo della rendita urbana e fondiaria, o quanto meno
avviare forme di recupero diretto del plusvalore fondiario
indirizzandolo al sostegno della città pubblica.
• I costi di demolizioni e ricostruzioni possono essere ripagati anche da
una tassa di scopo.
• Qualora i Governi decidessero di uscire dall’economia del debito i costi
potrebbero essere ripagati da una corretta politica monetaria (fiat
money) e industriale.
91. Sintesi del laboratorio salernitano
• La sperimentazione di pianificazione partecipata mostra come
attivare la cosiddetta capacity building dei cittadini chiamati ad
esprimere le proprie percezioni dando indicazioni agli urbanisti
sensibili circa la rigenerazione della città.
• Qualora un’Amministrazione decidesse di introdurre taluni
processi all’interno dei propri statuti comunali, questi potrebbero
ripensare i piani urbanistici secondo i reali bisogni delle persone
uscendo dalle malsane logiche speculative.
• Oggi la rigenerazione urbana non è sostenuta da adeguati
strumenti legislativi e gli interventi di riqualificazione urbana
sono ancora determinati dall’economia neoclassica generando
uno spreco di risorse. E’ necessario cambiare i paradigmi di
valutazione di piani e progetti al fine di rendere conveniente la
rigenerazione finalizzata al recupero del patrimonio edilizio
esistente senza l’aumento di inutili superfici lorde di pavimento
(merce).
92. Sintesi del percorso
Accesso alla
conoscenza
Condivisione
delle
conoscenze e
delle
esperienze
Elaborazione
degli obiettivi
azione cambiamento
93. Sintesi obiettivi e priorità
Sovranità
alimentare
Class action
efficace
Introdurre la
democrazia
Cambiare i
paradigmi
dell’istruzione
Restituire
sovranità alla
Repubblica
Sufficienza
energetica
94. Cultura
Maurizio Pallante
La decrescita felice
Salvatore Settis
Azione popolare
Paolo Michelotto
Democrazia dei cittadini
“Libertà individuale significa avere la libertà di controllare i propri pensieri e di
far manifestare le sensazioni che si desiderano nella propria vita. Raggiungere la
libertà individuale consiste nello sviluppare nuove abitudini e competenze e
nell’abituarsi a far funzionare il cervello come noi desideriamo.“
95. Richard Sennett
L’uomo artigiano
Yona Friedman
Alternative energetiche
Wuppertal Institut
Futuro sostenibile
Pierre Rabhi
Manifesto per la terra e per l’uomo
Cultura
“Libertà individuale significa avere la libertà di controllare i propri pensieri e di
far manifestare le sensazioni che si desiderano nella propria vita. Raggiungere la
libertà individuale consiste nello sviluppare nuove abitudini e competenze e
nell’abituarsi a far funzionare il cervello come noi desideriamo.“