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DISTRETTO DI
ECONOMIA SOLIDALE
DEL TARANTINO


    DES TARANTO
    finanziato dall’Assessorato al Welfare Regione Puglia
È UN PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE DI
    CONSUMATORI MEDITERRANEA
              CONSUMO
E FINANZIATO DALLA REGIONE PUGLIA,
 ASSESSORATO AL W   ELFARE, SERVIZIO
    POLITICHE PER LE PERSONE, LE
  FAMIGLIE E LE PARI OPPORTUNITA’
RESPONSABILE DI PROGETTO: DOTT.SSA
      DES TARANTO
           LUCIA LAZZARO
         info@destaranto.com
“Che la scienza attuale sia falsa su questo non c’e’ il
minimo dubbio, E’ falsa non perché quello che essa
indaga non sia vero, ma perché non è necessario(…).E
io sono fermamente convinto che gli uomini prima o
poi capiranno questo e svilupperanno l’unica scienza
vera e necessaria, quella che ora è negletta: la scienza
di come vivere.”
                           Lev Tolstoj, Diari, 1906




          DES TARANTO
Verso il concetto di economia
               solidale…
MESSA IN DISCUSSIONE DEL MODELLO DI
   SOSTENIBILITA’ DELL’ECONOMIA ATTUALE
- I processi di globalizzazione accelerano le dinamiche
   dell'economia di mercato provocando, nei diversi
   territori locali, uniformazione, sradicamento, oltre a
   varie forme di degrado ecologico e sociale.
                                         Euc lid e s M nc e .
                                                      a
-Critica alle ipotesi antropologiche della teoria
   neoclassica: teoria economica che affonda le proprie
   radici filosofiche nell’utilitarismo.
“la razionalità strumentale è estremamente pericolosa
   da un punto di vista ecologico (sottomissione
   dell’ambiente naturale)
                                         M uro Bo na iuti
                                           a
Verso il concetto di economia
              solidale…
“la dimensione sociale o di gruppo è assente
   dall’analisi economica standard”.
“la dinamica del progresso tecnologico porta non
   solo ad una drastica riduzione di benessere per i
   più poveri, ma anche alla diffusione dell’idea che
   l’economia capitalista è profondamente ingiusta”.
“critica del concetto di massizzazione dell’utilità: il
   soggetto non è un individuo esclusivamente
   razionale, e, inoltre, tale concetto è in contrasto
   con le leggi della termodinamica e della biologia. “
                                    M uro Bo na iuti
                                       a
Verso il concetto di economia
              solidale…
Contesto attuale: “E’ oggi possibile affermare che le
   relazioni di mercato, i rapporti di scambio,
   condizionano e danno vita alle relazioni sociali” –
   S. Latouche
La reazione evolutiva, caratterizzata dall’emergere
   dell’economia solidale” trae la propria forza
   propulsiva da un triplice ordine di fattori:
-vuoto relazionale,
-la mercificazione dei rapporti sociali,
-inpossibilità del settore pubblico a far fronte a tali
   problemi (vincoli di bilancio)
Che cos’è dunque l’economia
              solidale
-è un’economia ecologicamente sostenibile che
  pone al centro la produzione di beni relazionali.
  (sostenibilità come equilibrio multidimensionale).

I beni relazionali sono quel particolare tipo di beni
  che non possono essere goduti isolatamente, ma
  solamente nella relazione tra chi offre e chi
  domanda.
E nelle società avanzate vi è una specifica
  domanda di “qualità della vita”: è una domanda di
  attenzione, di cura, di relazionalità, di qualità
  ambientale, di conoscenza, di partecipazione, di
  nuovi spazi di libertà e spiritualità.
Che cos’è dunque l’economia
              solidale
La teoria bioeconomica mostra come la
  produzione di questo tipo di beni comporta la
  degradazione di quantità molto modeste di
  materia/energia. Tuttavia esse sono in grado
  di generare un alto grado di benessere/felicità
  non solamente in chi consuma, ma anche in
  chi produce questo genere di beni.
“Più ampia è la cerchia dei consumatori
  relazionali, più frequente e soddisfacente
  diventa l’interazione.”(Zamagni)
COS’E’ L’ECONOMIA
           SOLIDALE
ECONOMIA LEGATA ALLE RELAZIONI
-modello economico basato sulla reciprocità,
  sulla cooperazione, sullo scambio
-diverso da economia capitalista basata sullo
  scambio di capitali
-economia solidale si basa sui valori, le
  convinzioni, la diversità dei soggetti umani che
  scambiano beni, merci, ma anche idee e
  progetti.
-economia solidale non è legata alla moneta
  come forma di scambio.
CARATTERISTICHE
DELL’ECONOMIA SOLIDALE
   nuove relazioni tra i soggetti economici basate sui principi di
    re c ip ro c ità e c o o p e ra z io ne ;
    giustizia e rispetto delle persone (condizioni di lavoro, salute,
    formazione, inclusione sociale,
   garanzia dei beni essenziali);
   rispetto dell’ambiente (sostenibilità ecologica);
   partecipazione democratica (autogestione, partecipazione
    alle decisioni);
   impegno nell'economia locale e rapporto attivo con il territorio
    (partecipazione al "progetto locale");
   disponibilità a entrare in relazione con le altre realtà
    dell'economia solidale condividendo un percorso comune;
   impiego degli utili per scopi di utilità sociale.
Economia solidale come nuova
       politica ecologica
Una politica ecologica non incentrata
 su una drastica riduzione dei consumi
Politica ecologica basata su progetti
 locali,    economie      capaci     di
 autosostenersi,        partecipazione
 democratica,           comportamenti
 cooperativi, favorire la qualità e la
 diversità
Economia solidale : i prodotti

1.   Offerta di beni o servizi “locali” cioè
     legati ad un determinato territorio;
2.   produzione di beni ad elevata qualità
     ambientale opportunamente certificati;
3.   adozione di propri sistemi di
     distribuzione, attraverso relazioni di
     lavoro democratiche e partecipative
4.   offerta di prodotti non standardizzati
     ad       elevato      contenuto       di
     conoscenza/informazione.
Verso il concetto di economia
              solidale…
-economia solidale intrattiene rapporti con il settore
  privato (vendita di beni e servizi)
-economia solidale puo’ cercare un confronto con gli
  attori istituzionali (locali e a livello globale)
-economia solidale è soprattutto in relazione con la
  sfera sociale: relazioni di reciprocità- gli individui
  prendono la parola, elaborano progetti, discutono
  e decidono.
Gli studiosi sono diversamente orientati: alcuni di
  loro sono favorevoli ad un’apertura dell’economia
  solidale alle relazioni di mercato(Zamagni) ; altri
  sono contrari (S. Latouche)
Verso il concetto di economia
              solidale…
Posizione di M. Bonaiuti:
-l’economia solidale non può ridursi ad un
   ritorno all’economia tradizionale, centrata su
   autoproduzione e assenza di scambi monetari;
- Evitare un abbraccio troppo stretto con i

   mercati e con le logiche di scambio
- Decidere assieme se includere gli enti pubblici:
   l’economia solidale non è una alternativa al
   settore pubblico né un sostituto per mandare
   avanti istanze in favore dei diritti dei cittadini e
   consumatori.
Verso il concetto di economia
              solidale…
L’economia solidale è alternativa all’economia di
  mercato nella misura in cui pone al centro
  dell’attenzione i rapporti sociali degli individui;
D’altra     parte,    l’economia       solidale      è
  complementare all’economia di mercato- ec.
  solidale    come      risposta     “evolutiva” al
  predominio dell’economia di mercato.

Le relazioni circolari promosse dall’economia
  solidale possono condurre ad una spirale
  auto-accrescitiva.
CHE COSA E’ UNA RETE DI
    ECONOMIA SOLIDALE
  Euclides Mance (consulente FAO, UNESCO): la “RES come
  modello e m e rg e nte dalla interconnessione di reti della società
  civile. Una fitta intelaiatura di organizzazioni, movimenti e
  gruppi sociali che riorganizzano l’intera filiera produttiva
  riorientandola al be m v ivir di ciascuno dei soggetti coinvolti.”
Organizzazione all’interno di una comunità, città, paese che
  integra consumatori consapevoli, commercio giusto, finanza
  solidale, produzione autogestita, software libero. Integra,
  cioè, le organizzazioni di lavoratori e consumatori, i
  movimenti culturali, sociali, e sindacali che vogliono costruire
  un’a ltra economia, in cui il dualismo “datore di lavoro –
  impiegato” viene superato in un modello in cui tutte le
  persone sono in un certo senso proprietarie dell’iniziativa.
  Tutti sono infatti coinvolti nell’organizzazione di filiere
  produttive     finalizzate      a    realizzare   uno      sviluppo
  ecologicamente sostenibile e solidaristicamente organizzato.
  E al centro c’è proprio il consumatore solidale.
  -Euclides Mance-
CHE COSA E’ UNA RETE DI
    ECONOMIA SOLIDALE
Organizzazione all’interno di una comunità, città, paese
  che integra consumatori consapevoli, commercio
  giusto, finanza solidale, produzione autogestita,
  software libero. Integra, cioè, le organizzazioni di
  lavoratori e consumatori, i movimenti culturali, sociali,
  e sindacali che vogliono costruire un’a ltra economia,
  in cui il dualismo “datore di lavoro – impiegato” viene
  superato in un modello in cui tutte le persone sono in
  un certo senso proprietarie dell’iniziativa. Tutti sono
  infatti coinvolti nell’organizzazione di filiere produttive
  finalizzate a realizzare uno sviluppo ecologicamente
  sostenibile e solidaristicamente organizzato. E al
  centro c’è proprio il consumatore solidale. Euclides
  Mance
CONCETTO DI BEM VIVIR

  L’esercizio umano di disporre delle mediazioni
materiali, politiche, educative e informative non
solo per soddisfare eticamente le necessità
biologiche e culturali di ciascuno, ma per garantire
(sempre eticamente) la realizzazione di tutto ciò
che può essere concepito e desiderato per una
libertà personale che non neghi quella collettiva.
La condotta orientata al be m viv ir è pertanto
quella della collaborazione solidale, cioè
un’attitudine etica che orienta la nostra vita ma
anche una posizione politica di fronte alla società
in cui siamo inseriti.
CHI E’ IL CONSUMATORE
        SOLIDALE?

E’ colui che nel selezionare ciò che consuma
considera non solo il proprio personale be m
vivir ma anche quello collettivo. Questo tipo di
condotta diventa possibile solo nel momento
in cui le persone comprendono che la
produzione trova finalità o compimento nel
consumo e che, quindi, questo influisce
fortemente sull’ecosistema e sulla società.
CONCETTO DI RIVOLUZIONE
      DELLE RETI
Tutte le reti sociali che, a qualsiasi livello, si
organizzano per garantire l’espansione della
libertà pubblico - privata  - siano esse reti
economiche, politiche o culturali - rispondono ad
una “regola”: se rimangono isolate crescono solo
per una parte del loro potenziale. Se invece
collaborano    fra     loro    possono      arrivare
a riorganizzare i flussi economici, culturali e
valoriali attraverso un percorso dialogico.
Possono cioè attivare un percorso di rivoluzione
fino a cambiare la struttura economica, generando
strutture democratiche di consumo, produzione e
finanza, generando forme a ltre di vivere comune.
IL RUOLO CENTRALE DELLE
         PERSONE
 Organizzare reti locali e globali che avanzano
in un percorso di cambiamento economico,
culturale e politico per rafforzare la
democrazia.

   Una interlocuzione costante con la società
civile per garantire il bem vivir.
LA STRATEGIA DELLE RETI
Una rete di economia solidale è costituita da un insieme di
  distretti di economia solidale, ciascuno dei quali condivide le
  finalità e gli obiettivi della Carta della Rete di Economia
  Solidale e la sottoscrive.
A cosa serve la rete di economia solidale?
A favorire lo scambio di informazioni, conoscenze ed
  esperienze tra ciascun nodo o distretto e ciascun soggetto
  che, a titolo personale o a mezzo di una sua propria
  organizzazione (associazione, ente, impresa) è interessato ai
  temi dell’economia solidale poiché è un soggetto produttore
  (di beni, di conoscenze) o fruitore.
costruzione di circuiti in cui fluiscono i beni, i servizi e le
  informazioni prodotti dalle realtà dell'economia solidale, in
  modo che queste si possano sostenere a vicenda, creando
  gli spazi per un'economia diversa.
LA RETE DI ECONOMIA
 SOLIDALE IN ITALIA (RES)
LA RES è costituita da decine di distretti di
   economia solidale (DES). Ma include anche le
   esperienze non propriamente costituitesi in
   “distretti”.
 Ip ro m o to ri
Il processo verso la realizzazione della Rete Italiana
   di Economia Solidale (RES) è stato inizialmente
   promosso dalla Rete di Lilliput e si è sviluppato
   successivamente con il sostegno delle Botteghe
   del Mondo, dei Gruppi di Acquisto Solidali, delle
   organizzazioni della finanza etica (MAG, Banca
   Etica), del turismo responsabile e delle
   cooperative sociali.
RETI DI ECONOMIA
     SOLIDALE ALL’ESTERO
In   Brasile, ad esempio, abbiamo 22.000
  iniziative di economia solidale con 1.700.000
  lavoratori, con un  fatturato annuo di 4.4
  miliardi di dollari e  investimenti di 160 milioni
  circa per anno.
In Europa, in Spagna e Francia in particolare, e
  nel      mondo,      principalmente     in   Sud
  America,esistono da vari anni reti di realtà
  economiche che si definiscono di Economia
  Solidale, emerse soprattutto in questi ultimi
  anni con le realizzazioni di Forum Sociali
  Mondiali ed Europei.
DISTRETTO DI ECONOMIA
         SOLIDALE
Il DES è UN LABORATORIO DI PROGETTAZIONE
   PARTECIPATA PER LA REALIZZAZIONE DI UN
   SISTEMA     ECONOMICO  SOSTENIBILE   E
   CONVIVIALE.

 Il DES è una rete territoriale di associazioni, soc. coop.,
    botteghe del mondo, consumatori, aziende, enti che
    abbracciano i temi dell’economia solidale e li
    promuovono sul territorio
- non esiste un modello unico di costituzione di un DES:
    ogni DES rappresenta una esperienza unica e
    differente.
- Le esperienze dei DES sono presenti perlopiù in nord
    Italia, mentre sono poche nel sud, assenti in Puglia.
I SOGGETTI DI UN DES
   le imprese dell'economia solidale e le loro
    associazioni;
   i consumatori e le loro associazioni;
   i risparmiatori finanziatori delle imprese e delle
    iniziative dell'economia solidale e le loro
    associazioni o imprese;
   i lavoratori dell'economia solidale;
   le istituzioni (in particolare gli Enti Locali) che
    intendono favorire sul proprio territorio la
    nascita e lo sviluppo di esperienze di
    economia solidale.
DIMENSIONE GEOGRAFICA
La dimensione geografica di un DES è
  generalmente rappresentata dal territorio di
  una città più grande e dei paesi limitrofi,
  territorio più o meno corrispondente ad una
  porzione di provincia.
Non esiste, però, un modello unico, e, pertanto,
  ogni esperienza è differente.
DES COME REALTA’ TERRITORIALE,
ESCONOMICA E SOCIALE CHE
PERSEGUE:
1 . Co o p e ra z io ne e re c ip ro c ità
     I rapporti tra i soggetti del Distretto si ispirano ai
    principi della cooperazione e della reciprocità. Pur
    garantendo la pluralità dell’offerta e delle forme di
    scambio, i soggetti appartenenti al distretto si
    impegnano            a        realizzare gli    scambi
    prioritariamente all’interno del Distretto stesso,
    favorendo l’instaurarsi e il diffondersi di relazioni
    sociali ed economiche fondate sulla cooperazione
    e sulla reciprocità. Per favorire lo sviluppo e la
    gemmazione di nuovi DES, ciascun soggetto
    aderente si impegna a sostenere il Distretto,
    secondo le modalità e i limiti definiti dal Distretto
    stesso.
DES COME REALTA’ TERRITORIALE,
ESCONOMICA E SOCIALE CHE
PERSEGUE:
Va lo riz z a z io ne d e l te rrito rio
 I distretti intendono valorizzare le caratteristiche
  peculiari dei luoghi (beni comuni, conoscenze, saperi
  tradizionali, peculiarità ambientali, ricchezze sociali e
  relazionali). Tali peculiarità sono viste come ricchezze
  (s to c ks ) d a a c c re s c e re e va lo riz z a re e no n c o m e
  ris o rs e (flus s i) d a s frutta re a fini d i
 profitto, nella convinzione che nel lungo periodo tale
  strategia, oltre a favorire la sostenibilità sociale ed
  ecologica, si mostrerà conveniente anche sotto il
  profilo del benessere sociale. In questa concezione il
  territorio non va inteso come sistema chiuso
  (localismo difensivo), ma come sottosistema aperto di
  un più vasto sistema economico e sociale sostenibile.
  (cfr. "Carta del Nuovo Municipio").
DES COME REALTA’ TERRITORIALE,
ESCONOMICA E SOCIALE CHE PERSEGUE:

  So s te nibilità s o c ia le e d e c o lo g ic a
I DES intendono muovere verso forme di organizzazione
   economico sociale sostenibili, sia da un punto di vista
   sociale (equità) che ecologico. In questa prospettiva
   essi potranno individuare limiti alle dimensioni (scala)
   dei soggetti aderenti al Distretto (ad esempio
   stabilendo soglie di fatturato/ reddito massimo).
 I soggetti aderenti ai DES si impegnano inoltre a
   svolgere le proprie attività economiche secondo
   modalità tali da consentire una riduzione dell'impronta
   ecologica del distretto e comunque tali da non
   superare, nel lungo periodo, la capacità di carico degli
   ecosistemi. Si ritiene strategico, a tale fine, favorire la
   chiusura locale dei cicli di produzione e consumo.
DES COME REALTA’ TERRITORIALE,
ESCONOMICA E SOCIALE CHE
PERSEGUE:
 I m e to d o : la p a rte c ip a z io ne a ttiva
   l
Pe r d e finire le m o d a lità c o nc re te d i g e s tio ne d e i
  p ro c e s s o e c o no m ic i p ro p ri d e l d is tre tto .
  Dis p o nibilità a c o nfro nta rs i e a c o nd ivid e re c o n
  a ltri id e e e p ro p o s te s u p ro g e tti d e finiti d i vo lta
  in vo lta d a d ive rs i s o g g e tti.
DES IN SINTESI

      DES c o m e te nta tivo d i
p e rs e g uire       s im ulta ne a m e nte
g li o bie ttivi d e lla s o s te nibilità
e c o lo g ic a e d e lla s o s te nibilità
s o c ia le          a ttra ve rs o       la
p a rte c ip a z io ne a ttiva .
DES: limiti

-ne c e s s ità d e lla ne g o z ia z io ne :
 a p e rtura        da      p a rte   d e g li
 im p re nd ito ri o d i a ltri s o g g e tti
 ad         una         c ultura      d e lla
 p a rte c ip a z io ne        e      d e lla
 c o o p e ra z io ne .
DES: limiti

PRO BLEM DELLAVERI ’
                  A               TA
I s o g g e tti d e i DES, d e lla RES,
 d e i G A ris c hia no a vo lte d i
               S
 s e ntirs i p o rta to ri d i ve rità
 a s s o lute , una p o s iz io ne c he
 no n         fa vo ris c e il d ia lo g o
 a ll’ e s te rno .
DES: limiti

PRO BLEM DELLE M
               A                  ERCI
I G a s e i De s s p e s s o na s c o no
 p e r tro va re una s o luz io ne p e r
 g li “a c q uis ti e tic i” e no n p e r
 c o ntribuire a l m ig lio ra m e nto
 d e lla       s o c ie tà -ris c hio  di
 a lim e nta re un “c o ns um is m o
 a lte rna tivo ”

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Des taranto

  • 1. DISTRETTO DI ECONOMIA SOLIDALE DEL TARANTINO DES TARANTO finanziato dall’Assessorato al Welfare Regione Puglia
  • 2. È UN PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI MEDITERRANEA CONSUMO E FINANZIATO DALLA REGIONE PUGLIA, ASSESSORATO AL W ELFARE, SERVIZIO POLITICHE PER LE PERSONE, LE FAMIGLIE E LE PARI OPPORTUNITA’ RESPONSABILE DI PROGETTO: DOTT.SSA DES TARANTO LUCIA LAZZARO info@destaranto.com
  • 3. “Che la scienza attuale sia falsa su questo non c’e’ il minimo dubbio, E’ falsa non perché quello che essa indaga non sia vero, ma perché non è necessario(…).E io sono fermamente convinto che gli uomini prima o poi capiranno questo e svilupperanno l’unica scienza vera e necessaria, quella che ora è negletta: la scienza di come vivere.” Lev Tolstoj, Diari, 1906 DES TARANTO
  • 4. Verso il concetto di economia solidale… MESSA IN DISCUSSIONE DEL MODELLO DI SOSTENIBILITA’ DELL’ECONOMIA ATTUALE - I processi di globalizzazione accelerano le dinamiche dell'economia di mercato provocando, nei diversi territori locali, uniformazione, sradicamento, oltre a varie forme di degrado ecologico e sociale. Euc lid e s M nc e . a -Critica alle ipotesi antropologiche della teoria neoclassica: teoria economica che affonda le proprie radici filosofiche nell’utilitarismo. “la razionalità strumentale è estremamente pericolosa da un punto di vista ecologico (sottomissione dell’ambiente naturale) M uro Bo na iuti a
  • 5. Verso il concetto di economia solidale… “la dimensione sociale o di gruppo è assente dall’analisi economica standard”. “la dinamica del progresso tecnologico porta non solo ad una drastica riduzione di benessere per i più poveri, ma anche alla diffusione dell’idea che l’economia capitalista è profondamente ingiusta”. “critica del concetto di massizzazione dell’utilità: il soggetto non è un individuo esclusivamente razionale, e, inoltre, tale concetto è in contrasto con le leggi della termodinamica e della biologia. “ M uro Bo na iuti a
  • 6. Verso il concetto di economia solidale… Contesto attuale: “E’ oggi possibile affermare che le relazioni di mercato, i rapporti di scambio, condizionano e danno vita alle relazioni sociali” – S. Latouche La reazione evolutiva, caratterizzata dall’emergere dell’economia solidale” trae la propria forza propulsiva da un triplice ordine di fattori: -vuoto relazionale, -la mercificazione dei rapporti sociali, -inpossibilità del settore pubblico a far fronte a tali problemi (vincoli di bilancio)
  • 7. Che cos’è dunque l’economia solidale -è un’economia ecologicamente sostenibile che pone al centro la produzione di beni relazionali. (sostenibilità come equilibrio multidimensionale). I beni relazionali sono quel particolare tipo di beni che non possono essere goduti isolatamente, ma solamente nella relazione tra chi offre e chi domanda. E nelle società avanzate vi è una specifica domanda di “qualità della vita”: è una domanda di attenzione, di cura, di relazionalità, di qualità ambientale, di conoscenza, di partecipazione, di nuovi spazi di libertà e spiritualità.
  • 8. Che cos’è dunque l’economia solidale La teoria bioeconomica mostra come la produzione di questo tipo di beni comporta la degradazione di quantità molto modeste di materia/energia. Tuttavia esse sono in grado di generare un alto grado di benessere/felicità non solamente in chi consuma, ma anche in chi produce questo genere di beni. “Più ampia è la cerchia dei consumatori relazionali, più frequente e soddisfacente diventa l’interazione.”(Zamagni)
  • 9. COS’E’ L’ECONOMIA SOLIDALE ECONOMIA LEGATA ALLE RELAZIONI -modello economico basato sulla reciprocità, sulla cooperazione, sullo scambio -diverso da economia capitalista basata sullo scambio di capitali -economia solidale si basa sui valori, le convinzioni, la diversità dei soggetti umani che scambiano beni, merci, ma anche idee e progetti. -economia solidale non è legata alla moneta come forma di scambio.
  • 10. CARATTERISTICHE DELL’ECONOMIA SOLIDALE  nuove relazioni tra i soggetti economici basate sui principi di re c ip ro c ità e c o o p e ra z io ne ;  giustizia e rispetto delle persone (condizioni di lavoro, salute, formazione, inclusione sociale,  garanzia dei beni essenziali);  rispetto dell’ambiente (sostenibilità ecologica);  partecipazione democratica (autogestione, partecipazione alle decisioni);  impegno nell'economia locale e rapporto attivo con il territorio (partecipazione al "progetto locale");  disponibilità a entrare in relazione con le altre realtà dell'economia solidale condividendo un percorso comune;  impiego degli utili per scopi di utilità sociale.
  • 11. Economia solidale come nuova politica ecologica Una politica ecologica non incentrata su una drastica riduzione dei consumi Politica ecologica basata su progetti locali, economie capaci di autosostenersi, partecipazione democratica, comportamenti cooperativi, favorire la qualità e la diversità
  • 12. Economia solidale : i prodotti 1. Offerta di beni o servizi “locali” cioè legati ad un determinato territorio; 2. produzione di beni ad elevata qualità ambientale opportunamente certificati; 3. adozione di propri sistemi di distribuzione, attraverso relazioni di lavoro democratiche e partecipative 4. offerta di prodotti non standardizzati ad elevato contenuto di conoscenza/informazione.
  • 13. Verso il concetto di economia solidale… -economia solidale intrattiene rapporti con il settore privato (vendita di beni e servizi) -economia solidale puo’ cercare un confronto con gli attori istituzionali (locali e a livello globale) -economia solidale è soprattutto in relazione con la sfera sociale: relazioni di reciprocità- gli individui prendono la parola, elaborano progetti, discutono e decidono. Gli studiosi sono diversamente orientati: alcuni di loro sono favorevoli ad un’apertura dell’economia solidale alle relazioni di mercato(Zamagni) ; altri sono contrari (S. Latouche)
  • 14. Verso il concetto di economia solidale… Posizione di M. Bonaiuti: -l’economia solidale non può ridursi ad un ritorno all’economia tradizionale, centrata su autoproduzione e assenza di scambi monetari; - Evitare un abbraccio troppo stretto con i mercati e con le logiche di scambio - Decidere assieme se includere gli enti pubblici: l’economia solidale non è una alternativa al settore pubblico né un sostituto per mandare avanti istanze in favore dei diritti dei cittadini e consumatori.
  • 15. Verso il concetto di economia solidale… L’economia solidale è alternativa all’economia di mercato nella misura in cui pone al centro dell’attenzione i rapporti sociali degli individui; D’altra parte, l’economia solidale è complementare all’economia di mercato- ec. solidale come risposta “evolutiva” al predominio dell’economia di mercato. Le relazioni circolari promosse dall’economia solidale possono condurre ad una spirale auto-accrescitiva.
  • 16. CHE COSA E’ UNA RETE DI ECONOMIA SOLIDALE Euclides Mance (consulente FAO, UNESCO): la “RES come modello e m e rg e nte dalla interconnessione di reti della società civile. Una fitta intelaiatura di organizzazioni, movimenti e gruppi sociali che riorganizzano l’intera filiera produttiva riorientandola al be m v ivir di ciascuno dei soggetti coinvolti.” Organizzazione all’interno di una comunità, città, paese che integra consumatori consapevoli, commercio giusto, finanza solidale, produzione autogestita, software libero. Integra, cioè, le organizzazioni di lavoratori e consumatori, i movimenti culturali, sociali, e sindacali che vogliono costruire un’a ltra economia, in cui il dualismo “datore di lavoro – impiegato” viene superato in un modello in cui tutte le persone sono in un certo senso proprietarie dell’iniziativa. Tutti sono infatti coinvolti nell’organizzazione di filiere produttive finalizzate a realizzare uno sviluppo ecologicamente sostenibile e solidaristicamente organizzato. E al centro c’è proprio il consumatore solidale. -Euclides Mance-
  • 17. CHE COSA E’ UNA RETE DI ECONOMIA SOLIDALE Organizzazione all’interno di una comunità, città, paese che integra consumatori consapevoli, commercio giusto, finanza solidale, produzione autogestita, software libero. Integra, cioè, le organizzazioni di lavoratori e consumatori, i movimenti culturali, sociali, e sindacali che vogliono costruire un’a ltra economia, in cui il dualismo “datore di lavoro – impiegato” viene superato in un modello in cui tutte le persone sono in un certo senso proprietarie dell’iniziativa. Tutti sono infatti coinvolti nell’organizzazione di filiere produttive finalizzate a realizzare uno sviluppo ecologicamente sostenibile e solidaristicamente organizzato. E al centro c’è proprio il consumatore solidale. Euclides Mance
  • 18. CONCETTO DI BEM VIVIR L’esercizio umano di disporre delle mediazioni materiali, politiche, educative e informative non solo per soddisfare eticamente le necessità biologiche e culturali di ciascuno, ma per garantire (sempre eticamente) la realizzazione di tutto ciò che può essere concepito e desiderato per una libertà personale che non neghi quella collettiva. La condotta orientata al be m viv ir è pertanto quella della collaborazione solidale, cioè un’attitudine etica che orienta la nostra vita ma anche una posizione politica di fronte alla società in cui siamo inseriti.
  • 19. CHI E’ IL CONSUMATORE SOLIDALE? E’ colui che nel selezionare ciò che consuma considera non solo il proprio personale be m vivir ma anche quello collettivo. Questo tipo di condotta diventa possibile solo nel momento in cui le persone comprendono che la produzione trova finalità o compimento nel consumo e che, quindi, questo influisce fortemente sull’ecosistema e sulla società.
  • 20. CONCETTO DI RIVOLUZIONE DELLE RETI Tutte le reti sociali che, a qualsiasi livello, si organizzano per garantire l’espansione della libertà pubblico - privata  - siano esse reti economiche, politiche o culturali - rispondono ad una “regola”: se rimangono isolate crescono solo per una parte del loro potenziale. Se invece collaborano fra loro possono arrivare a riorganizzare i flussi economici, culturali e valoriali attraverso un percorso dialogico. Possono cioè attivare un percorso di rivoluzione fino a cambiare la struttura economica, generando strutture democratiche di consumo, produzione e finanza, generando forme a ltre di vivere comune.
  • 21. IL RUOLO CENTRALE DELLE PERSONE Organizzare reti locali e globali che avanzano in un percorso di cambiamento economico, culturale e politico per rafforzare la democrazia. Una interlocuzione costante con la società civile per garantire il bem vivir.
  • 22. LA STRATEGIA DELLE RETI Una rete di economia solidale è costituita da un insieme di distretti di economia solidale, ciascuno dei quali condivide le finalità e gli obiettivi della Carta della Rete di Economia Solidale e la sottoscrive. A cosa serve la rete di economia solidale? A favorire lo scambio di informazioni, conoscenze ed esperienze tra ciascun nodo o distretto e ciascun soggetto che, a titolo personale o a mezzo di una sua propria organizzazione (associazione, ente, impresa) è interessato ai temi dell’economia solidale poiché è un soggetto produttore (di beni, di conoscenze) o fruitore. costruzione di circuiti in cui fluiscono i beni, i servizi e le informazioni prodotti dalle realtà dell'economia solidale, in modo che queste si possano sostenere a vicenda, creando gli spazi per un'economia diversa.
  • 23. LA RETE DI ECONOMIA SOLIDALE IN ITALIA (RES) LA RES è costituita da decine di distretti di economia solidale (DES). Ma include anche le esperienze non propriamente costituitesi in “distretti”. Ip ro m o to ri Il processo verso la realizzazione della Rete Italiana di Economia Solidale (RES) è stato inizialmente promosso dalla Rete di Lilliput e si è sviluppato successivamente con il sostegno delle Botteghe del Mondo, dei Gruppi di Acquisto Solidali, delle organizzazioni della finanza etica (MAG, Banca Etica), del turismo responsabile e delle cooperative sociali.
  • 24. RETI DI ECONOMIA SOLIDALE ALL’ESTERO In Brasile, ad esempio, abbiamo 22.000 iniziative di economia solidale con 1.700.000 lavoratori, con un  fatturato annuo di 4.4 miliardi di dollari e  investimenti di 160 milioni circa per anno. In Europa, in Spagna e Francia in particolare, e nel mondo, principalmente in Sud America,esistono da vari anni reti di realtà economiche che si definiscono di Economia Solidale, emerse soprattutto in questi ultimi anni con le realizzazioni di Forum Sociali Mondiali ed Europei.
  • 25. DISTRETTO DI ECONOMIA SOLIDALE Il DES è UN LABORATORIO DI PROGETTAZIONE PARTECIPATA PER LA REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA ECONOMICO SOSTENIBILE E CONVIVIALE. Il DES è una rete territoriale di associazioni, soc. coop., botteghe del mondo, consumatori, aziende, enti che abbracciano i temi dell’economia solidale e li promuovono sul territorio - non esiste un modello unico di costituzione di un DES: ogni DES rappresenta una esperienza unica e differente. - Le esperienze dei DES sono presenti perlopiù in nord Italia, mentre sono poche nel sud, assenti in Puglia.
  • 26. I SOGGETTI DI UN DES  le imprese dell'economia solidale e le loro associazioni;  i consumatori e le loro associazioni;  i risparmiatori finanziatori delle imprese e delle iniziative dell'economia solidale e le loro associazioni o imprese;  i lavoratori dell'economia solidale;  le istituzioni (in particolare gli Enti Locali) che intendono favorire sul proprio territorio la nascita e lo sviluppo di esperienze di economia solidale.
  • 27. DIMENSIONE GEOGRAFICA La dimensione geografica di un DES è generalmente rappresentata dal territorio di una città più grande e dei paesi limitrofi, territorio più o meno corrispondente ad una porzione di provincia. Non esiste, però, un modello unico, e, pertanto, ogni esperienza è differente.
  • 28. DES COME REALTA’ TERRITORIALE, ESCONOMICA E SOCIALE CHE PERSEGUE: 1 . Co o p e ra z io ne e re c ip ro c ità I rapporti tra i soggetti del Distretto si ispirano ai principi della cooperazione e della reciprocità. Pur garantendo la pluralità dell’offerta e delle forme di scambio, i soggetti appartenenti al distretto si impegnano a realizzare gli scambi prioritariamente all’interno del Distretto stesso, favorendo l’instaurarsi e il diffondersi di relazioni sociali ed economiche fondate sulla cooperazione e sulla reciprocità. Per favorire lo sviluppo e la gemmazione di nuovi DES, ciascun soggetto aderente si impegna a sostenere il Distretto, secondo le modalità e i limiti definiti dal Distretto stesso.
  • 29. DES COME REALTA’ TERRITORIALE, ESCONOMICA E SOCIALE CHE PERSEGUE: Va lo riz z a z io ne d e l te rrito rio  I distretti intendono valorizzare le caratteristiche peculiari dei luoghi (beni comuni, conoscenze, saperi tradizionali, peculiarità ambientali, ricchezze sociali e relazionali). Tali peculiarità sono viste come ricchezze (s to c ks ) d a a c c re s c e re e va lo riz z a re e no n c o m e ris o rs e (flus s i) d a s frutta re a fini d i profitto, nella convinzione che nel lungo periodo tale strategia, oltre a favorire la sostenibilità sociale ed ecologica, si mostrerà conveniente anche sotto il profilo del benessere sociale. In questa concezione il territorio non va inteso come sistema chiuso (localismo difensivo), ma come sottosistema aperto di un più vasto sistema economico e sociale sostenibile. (cfr. "Carta del Nuovo Municipio").
  • 30. DES COME REALTA’ TERRITORIALE, ESCONOMICA E SOCIALE CHE PERSEGUE:  So s te nibilità s o c ia le e d e c o lo g ic a I DES intendono muovere verso forme di organizzazione economico sociale sostenibili, sia da un punto di vista sociale (equità) che ecologico. In questa prospettiva essi potranno individuare limiti alle dimensioni (scala) dei soggetti aderenti al Distretto (ad esempio stabilendo soglie di fatturato/ reddito massimo). I soggetti aderenti ai DES si impegnano inoltre a svolgere le proprie attività economiche secondo modalità tali da consentire una riduzione dell'impronta ecologica del distretto e comunque tali da non superare, nel lungo periodo, la capacità di carico degli ecosistemi. Si ritiene strategico, a tale fine, favorire la chiusura locale dei cicli di produzione e consumo.
  • 31. DES COME REALTA’ TERRITORIALE, ESCONOMICA E SOCIALE CHE PERSEGUE:  I m e to d o : la p a rte c ip a z io ne a ttiva l Pe r d e finire le m o d a lità c o nc re te d i g e s tio ne d e i p ro c e s s o e c o no m ic i p ro p ri d e l d is tre tto . Dis p o nibilità a c o nfro nta rs i e a c o nd ivid e re c o n a ltri id e e e p ro p o s te s u p ro g e tti d e finiti d i vo lta in vo lta d a d ive rs i s o g g e tti.
  • 32. DES IN SINTESI DES c o m e te nta tivo d i p e rs e g uire s im ulta ne a m e nte g li o bie ttivi d e lla s o s te nibilità e c o lo g ic a e d e lla s o s te nibilità s o c ia le a ttra ve rs o la p a rte c ip a z io ne a ttiva .
  • 33. DES: limiti -ne c e s s ità d e lla ne g o z ia z io ne : a p e rtura da p a rte d e g li im p re nd ito ri o d i a ltri s o g g e tti ad una c ultura d e lla p a rte c ip a z io ne e d e lla c o o p e ra z io ne .
  • 34. DES: limiti PRO BLEM DELLAVERI ’ A TA I s o g g e tti d e i DES, d e lla RES, d e i G A ris c hia no a vo lte d i S s e ntirs i p o rta to ri d i ve rità a s s o lute , una p o s iz io ne c he no n fa vo ris c e il d ia lo g o a ll’ e s te rno .
  • 35. DES: limiti PRO BLEM DELLE M A ERCI I G a s e i De s s p e s s o na s c o no p e r tro va re una s o luz io ne p e r g li “a c q uis ti e tic i” e no n p e r c o ntribuire a l m ig lio ra m e nto d e lla s o c ie tà -ris c hio di a lim e nta re un “c o ns um is m o a lte rna tivo ”