2. Difficoltà di apprendimento e disturbi
dell’apprendimento
(indicatori principali)
Difficoltà di apprendimento
Dipendono da fattori
ambientali (culturali,
sociali, educativi)
Dipendono da deficit
intellettivo, da
disordini affettivi, ecc.
Hanno carattere
pervasivo
Sono sensibili al
trattamento
Disturbi di apprendimento
Non dipendono da
fattori ambientali
Sono intrinseci al
sistema cognitivo
Sono circoscritti a
specifiche abilità
Risultano
particolarmente
resistenti al
trattamento
4. Le difficoltà aspecifiche si riferiscono ad una
disabilità ad acquisire nuove conoscenze e
competenze, estesa a tutta l’esperienza scolastica
e sottesa da varie cause:
disturbi neurologici; deficit sensoriali; malattie
croniche invalidanti; ritardo mentale; disturbi
dell’area affettivo-relazionale; carenze degli
stimoli educativi e culturali dell’ambiente di
appartenenza.
5. Le difficoltà specifiche vengono così
denominate poiché sono selettive rispetto
alla cognitività generale del soggetto che
risulta integra. Si tratta cioè di difficoltà
che riguardano solo alcuni processi, alcune
abilità e non tutti gli ambiti del
funzionamento cognitivo.
6. Il termine Disturbi dell'Apprendimento,
dall'inglese Learning
Disabilities, indica una difficoltà nell'ambito
dello sviluppo cognitivo e delle abilità scolastiche.
I DSA sono disturbi
in uno o più processi psicologici di base
necessari per la comprensione o per l'uso della
lingua scritta nonostante un'istruzione
adeguata, che può manifestarsi in
un'insufficente capacità nel leggere e
scrivere.
7. Dislessia = specifico disturbo nella velocità e nella
correttezza della lettura
Disortografia = specifico disturbo nella
correttezza della scrittura (intesa come processo
di trascrizione tra fonologia e rappresentazione
grafemica della parola, da distinguere dalla
correttezza morfosintattica)
Disgrafia = specifica difficoltà nella realizzazione
manuale dei grafemi
Discalculia = debolezza nella strutturazione delle
componenti di cognizione numerica (intelligenza
numerica basale: meccanismi di quantificazione,
comparazione, seriazione, strategie di calcolo a
mente) e/o difficoltà nelle procedure esecutive
(lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri)
e/o difficoltà nel calcolo (fatti numerici e algoritmi
del calcolo scritto)
8. CRITERI DIAGNOSTICI
I criteri da soddisfare per diagnosticare i disturbi
dell'apprendimento sono i seguenti:
QI - Quoziente Intellettivo nella norma (uguale o
superiore a 90)
Assenza di gravi ipoacusie (esame audiometrico
normale)
Assenza di deficit nella vista
Assenza di disturbi nella sfera emotiva e relazionale
Assenza di deficit neurologici
Adeguate proposte educative e scolastiche
Discrepanza tra l’abilità specifica di lettura e
scrittura e l’intelligenza generale del bambino, in
rapporto alle attese per età e classe frequentata
9. DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO
(DSM-IV-TR)
- I risultati ottenuti in test standardizzati su lettura,
scrittura e calcolo risultano significativamente al di sotto di
quanto ci si aspetterebbe data l'età cronologica del soggetto,
la valutazione psicometrica dell'intelligenza e un'istruzione
adeguata all'età.
-I problemi di apprendimento interferiscono notevolmente
con l'apprendimento scolastico o con le attività della vita
quotidiana che richiedono capacità di lettura, scrittura e
calcolo.
-Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà di
apprendimento vanno al di là di quelle di solito associate con
esso.
10. Manifestazioni e disturbi associati (DSM-
IV-TR)
Demoralizzazione, scarsa autostima e deficit nelle
capacità sociali possono essere associati
La percentuale di bambini con disturbi di
apprendimento che abbandonano la scuola è stimata
intorno al 40% (1.5% volte in più rispetto alla
media); gli adulti possono avere difficoltà nel lavoro
o nell’adattamento sociale
Possono esservi anomalie sottostanti
dell’elaborazione cognitiva (deficit della percezione
visiva, dello sviluppo del linguaggio, dell’attenzione,
della memoria) che spesso precedono i DA o sono
associati ad essi.
11. Diagnosi differenziale (DSM-IV-
TR)
Normali variazioni nei risultati scolastici e
difficoltà scolastiche dovute a mancanza di
opportunità, insegnamento scadente o
fattori culturali
Compromissione visiva o uditiva
Ritardo mentale
12. Disturbi evolutivi specifici delle
abilità scolastiche (ICD-10)
Disturbi in cui le modalità normali di
acquisizione delle capacità in questione
sono alterate già nelle fasi iniziali di
sviluppo
Non sono conseguenza di una mancanza di
opportunità di apprendere o di un ritardo
mentale e no sono dovuti ad un trauma o ad
una malattia cerebrale acquisita
13. DSA: Disturbi Evolutivi Specifici di
apprendimento
Specificità: disturbo che interessa uno specifico
dominio di abilità in modo significativo ma
circoscritto, lasciando intatto il funzionamento
intellettivo generale
Diagnosi: criterio della discrepanza
Consensus Conference – settembre 2006
14. Le nuove Raccomandazioni per la pratica
clinica elaborate nell'ambito della
“Consensus Conference” (Milano gennaio
2007) forniscono una definizione e
classificazione condivisa dei
Disturbi Evolutivi Specifici di
Apprendimento
(DSA)
ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità
scolastiche, in particolare ai disturbi
denominati come Dislessia, Disortografia,
Disgrafia e Discalculia
15. La Consensus Conference accoglie
anche l’invito a considerare il
Disturbo di Comprensione come un
possibile disturbo specifico di
apprendimento, sottolineando la
necessità di studiarlo meglio (è una
forma di DSL o ha una propria
specificità?)
16. Il principale criterio diagnostico di inclusione,
necessario per effettuare una diagnosi di DSA, è
quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio
specifico interessato e l’intelligenza generale
i domini specifici dei DSA sono: lettura, ortografia,
grafia, numero (inteso come cognizione numerica),
procedure esecutive del numero e calcolo
le prove utilizzate per valutare il funzionamento dei
vari domini dovrebbero evidenziare delle prestazioni
deficitarie in rapporto a quanto atteso per età e/o
classe frequentata
l’intelligenza generale dovrà risultare adeguata per
l’età cronologica
17. Altri criteri indicati per la
definizione dei DSA sono:
il carattere “evolutivo” di questi disturbi e
la diversa espressività nelle diverse fasi
la quasi costante associazione ad altri
disturbi (comorbilità)
il carattere neurobiologico delle anomalie
processuali che caratterizzano i DSA
il disturbo specifico deve comportare un
impatto significativo e negativo per
l’adattamento scolastico e/o per le attività
della vita quotidiana
18. EPIDEMIOLOGIA
Ad oggi si stima che tra la 3 e la 5
classe primaria e la 3 classe della
secondaria di primo grado, il valore
medio della prevalenza dei DSA varia
dal 3 al 4%.
Questo range può dipendere dall’età in
cui viene effettuata la diagnosi e dal
tipo di strumenti utilizzati per la
diagnosi.
20. La dislessia evolutiva è un disturbo della
lettura che si manifesta in individui in età
evolutiva, privi di deficit neurologici,
cognitivi, sensoriali, e relazionali e che hanno
usufruito di normali opportunità educative e
scolastiche.
(Principali Sistemi Nosografici)
37. nasciamo con
circuiti
specializzati per
l’identificazione
di piccole
numerosità
(modulo
numerico)
Intorno a questo
nucleo centrale
costruiamo
capacità
matematiche più
avanzate
38. La principale sede neuroanatomica delle
abilità numeriche è il lobulo inferiore
del lobo parietale sinistro
39. Il 6% dei bambini in età scolare è
discalculico
il 70% di bambini dislessici è anche
discalculico
40. quali difficoltà ?
nel conteggio all’indietro
tempi lunghi ed errori soprattutto nel cambio di
decina
nella ripetizione, lettura e scrittura di numeri
complessi
a 3-4-5 cifre, con lo 0 in mezzo, etc
controllo dei fatti numerici ed in modo
particolare nell’apprendere le tabelline
41.
42.
43.
44. EZIOLOGIA
L’eziologia dei DSA non è del tutto nota, ma
ricerche recenti fanno supporre che nella
loro insorgenza giochino un ruolo
fondamentale i fattori biologici.
Si può notare infatti una certa familiarità,
un’insorgenza precoce e una persistenza
45. Le basi neurobiologiche dei disturbi
specifici di apprendimento sono oggi
universalmente riconosciute.
Nella persona con DSA la struttura
cerebrale e le connessioni neuronali
necessarie all’elaborazione delle
informazioni si sviluppano in modo diverso
dalla norma. Non si tratta di una “mancanza”
(lesione), ma di una differenza.
46. I DSA hanno cause congenite, che coinvolgono il
substrato neurobiologico interessato nella
realizzazione dei processi di lettura, scrittura e
calcolo.
Le linee esplicative maggiormente riconosciute ed
indagate in letteratura riguardano una
compromissione di tipo fonologico, a carico di
quelle aree che processano il linguaggio, ed una
compromissione a carico del sistema di
elaborazione visiva.
Tuttavia, attualmente, nessuna delle ipotesi riesce
a stabilire una corrispondenza causale con i
sintomi rilevati.
47. Le principali ipotesi sono raggruppabili in 5 linee
esplicative principali, che rappresentano gli
indirizzi di studio storicamente più perseguiti:
1. Deficit a carico dei processi fonologici
2. Deficit nei processi di automatizzazione
3. Deficit a carico delle abilità di elaborazione
visuo-percettiva
4. Deficit o disfunzionamento a carico della
memoria di lavoro
5. Deficit nel controllo motorio
48. 1. Deficit a carico dei processi
fonologici
Una delle ipotesi maggiormente indagate
indica che le persone con DSA presentano
difficoltà di tipo fonologico e
metafonologico, cioè di elaborazione,
programmazione e combinazione di suoni (es.
fanno fatica a ricordare l’ordine dei fonemi
che compongono la parola, nonché a fondere
e a separare tra loro i singoli fonemi).
49. 2. Deficit nei processi di
automatizzazione
Una caratteristica evidente in molti casi di DSA
consiste nella mancata automatizzazione dei
processi di letto-scrittura e calcolo.
Questo fa sì che la persona leggendo debba ogni
volta scandire ogni singola lettera ad associarla al
fonema corrispondente come se fosse imparando a
leggere per la prima volta, nonostante l’età e le
ripetute esercitazioni.
50. 3. Deficit a carico delle abilità di
elaborazione visuo-percettiva
Dati clinici e di ricerca indicano che alcune
persone con DSA possono avere difficoltà
nell’elaborazione visiva degli stimoli. Tali
difficoltà, secondo questa ipotesi, sono collegate
ad un funzionamento anomalo di alcune cellule della
corteccia visiva (un difetto del sistema
magnocellulare). Tale disfunzione può
ripercuotersi sull’accuratezza e sulla
scorrevolezza della lettura.
51. 4. Deficit o disfunzionamento a
carico della memoria di lavoro
Nei DSA possono essere presenti difficoltà
nel memorizzare le informazioni e nello
specifico tali difficoltà possono riguardare
la memoria di lavoro, un sistema di memoria
che funziona in modo attivo durante
l’esecuzione di un compito e che può
trattenere una quantità limitata di
informazioni.
52. 5. Deficit nel controllo motorio
Secondo questa ipotesi nelle persone con
DSA potrebbe essere presente un deficit
cerebellare, che avrebbe comportato uno
sviluppo immaturo del cervelletto. Le
difficoltà possono colpire le abilità grosso-
motorie (camminare, correre, postura, per
cui il bambino appare goffo e impacciato),
oppure la motricità fine (es. tenere la penna,
scrivere).
54. La prima terapia è la
diagnosi
“Signora maestra, guardi che io sono un po’
dislessico”
55. La prima terapia è la diagnosi
Dare un nome, riconoscere e descrivere un
problema è la prima tappa per affrontarlo
In tal modo si restituirà ai soggetti
con DSA una corretta percezione di
sé, rassicurandolo sulla sua
intelligenza e sottraendolo al senso di
frustrazione cui soggiace quando tenta
di migliorare le sue prestazioni.
56. Chi può fare la diagnosi?
E’ essenziale che la diagnosi sia il risultato
del lavoro di una équipe multidisciplinare
costituita dal neuropsichiatria infantile,
dallo psicologo, dallo psicopedagogista e
dal logopedista. che ci sia collegamento
tra chi fa la diagnosi, il terapista, la
famiglia e gli insegnanti.
57. Quando fare la diagnosi?
Dislessia e disortografia evolutiva:
seconda elementare
Discalculia evolutiva: terza
elementare
Vanno comunque rilevati i segni precoci
58. COSA SI VALUTA DELLA SCRITTURA ?
Grafia
velocità di produzione
Ortografia
Punteggiatura
scelta del lessico
Sintassi
organizzazione del contenuto
59. Si utilizzano prove
standardizzate di scrittura
su dettato (brano, frasi, liste di parole e
non parole)
copiato
produzione spontanea
60. Cosa si valuta del processamento
numerico ?
enumerazione, transcodifica, calcolo a
mente, calcolo scritto recupero dei
fatti numerici (es. tabelline)
Come ?
prove standardizzate
62. … tendono a ridursi…
NON GUARIGIONE
MA
RECUPERO
O
COMPENSO
63. C’è chi recupera e chi si
limita a compensare.
Questi ultimi continuano
ad avere affaticamento
quando leggono, anche se
ai test non presentano
risultati inferiori alla
media.
Portano avanti gli studi,
ma con fatica
64. Tipologie di intervento
La tipologia dell’intervento varia in relazione
all’eterogeneità dei profili funzionali e di sviluppo. Di
conseguenza gli interventi possono essere:
Preventivi
Riabilitativi
Compensativi
65. Interventi Preventivi
Sono tutti quegli interventi mirati ad
una identificazione precoce del disturbo
e, in generale, ad un rafforzamento
delle abilità (soprattutto meta-
fonologiche) necessarie all’acquisizione
della lingua scritta e ad un suo uso
efficiente
66. Interventi Riabilitativi
Sono tutti quegli interventi che si indirizzano
in senso stretto ad un recupero della funzione
o di quelle sue componenti che risultano più
deficitarie (locus funzionale), attraverso cicli
di esercitazioni mirate e specifiche.
67. Obiettivi della
Riabilitazione
La riabilitazione della Dislessia Evolutiva
si pone obiettivi diversi, in relazione
alle diverse fasi di acquisizione
dell’abilità di lettura e alla conseguente
modificazione nell’espressione del
disturbo:
1. La costruzione dell’abilità
2. L’automatizzazione dell’abilità
3. Sviluppo di strategie “top-down”
68. 1. La costruzione dell’abilità
Acquisizione (e stabilizzazione) del
codice alfabetico e del sistema di
“mappatura” Grafema-Fonema
Costruzione (e stabilizzazione) delle
operazioni basilari di analisi e sintesi
fonemica
69. 2. L’ automatizzazione
dell’abilità
Automatizzazione delle operazioni di analisi
ortografica
Automatizzazione delle operazioni di
conversione Grafema-Fonema
Automatizzazione delle operazioni di sintesi
fonemica
Automatizzazione dei processi di accesso
lessicale
70. 3. Sviluppo di strategie
“Top-Down”
Riconoscimento visivo e processi di
Accesso (rapido) al Lessico Ortografico
Utilizzo del contesto e processi di
anticipazione lessicale
Individuazione dei punti “focali” nella
struttura narrativa del racconto
71. Interventi Compensativi
Sono tutti quegli interventi che si
attuano in fasi più avanzate del percorso
scolastico (scuola media e oltre), nelle
situazioni in cui il disturbo è più severo
e ormai poco modificabile, per cui non è
più ragionevole ipotizzare un ripristino
della funzione, e diventa invece
necessario individuare le modalità più
efficaci per “vicariarla”.
72. …ausili per facilitare
l’apprendimento
Esistono numerosi tipi di ausili che possono essere
utilizzati con vantaggio dall’alunno con DSA allo scopo
di “vicariare” la funzione deficitaria (leggere,
scrivere, contare):
- audiocassette registrate
- calcolatrici tascabili
- tavola pitagorica
- correttori ortografici
- sintesi vocali
- riconoscitori di voce
- enciclopedie multimediali
- ecc…………