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Difficoltà e disturbi dell'apprendimento

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Difficoltà e disturbi dell'apprendimento

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Slides proiettate durante il corso di formazione docenti scuola primaria a cura della dott. ssa Daniela Miazza - IC Siziano - a.s. 2012-2013

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Difficoltà e disturbi dell'apprendimento

  1. 1. Dott.ssa D. Miazza, PhD, Psicologa, Professore a contratto Università di Pavia, Facoltà di Medicina e Chirurgia Vice-Presidente AISTAP Associazione Italiana Sviluppo Talento e Plusdotazione
  2. 2. ESERCITAZIONE 1 - “IL NUOVO INSERIMENTO” Nel mese di novembre la Direzione della scuola accetta l‟inserimento di Enrico al V anno della scuola primaria. Motivo del trasferimento: cambio sede lavorativa del padre. I genitori dichiarano di cercare per il proprio figlio una realtà formativa accogliente e attenta, precisando che Enrico è un bambino che negli ultimi due anni si è chiuso molto. Dopo la scuola dedicava molto tempo a studiare ma sempre con risultati scarsi; ora, invece è svogliato e studia poco. Dopo un mese di frequenza Enrico riporta valutazioni insufficienti quasi in tutte le discipline. Ha problemi nell‟esposizione orale che risulta superficiale e frammentaria, sia nel riportare esperienze personali, sia nel riassumere testi precedentemente studiati. Il testo scritto è caratterizzato da errori ortografici e sintattici.
  3. 3. La lettura è poco fluente e incerta. Anche nell‟ambito logico- matematico si evidenziano gravi lacune. Non ha ancora acquisito gli automatismi del calcolo. E‟ svogliato, non cura neppure la grafia. Il rapporto con i coetanei è positivo; con i docenti manifesta, al contrario, atteggiamenti provocatori: è disinteressato alle loro proposte didattiche ed è motivo di disturbo durante le lezioni. Dall‟ultimo consiglio di classe emerge tuttavia che Enrico nell‟ambito di attività laboratoriali e motorie mostra interesse, partecipazione raggiungendo risultati soddisfacenti. Il rapporto con i docenti di queste attività è positivo. Enrico vive una situazione affettiva familiare equilibrata, seguito dai genitori e in un buon contesto socio-culturale. In piccolo gruppo: Esprimete che idea vi siete fatti riguardo Enrico Quali proposte operative per il successivo periodo scolastico?
  4. 4. difficoltà scolastica non è un sinonimo di disturbo dell’apprendimento
  5. 5. Difficoltà - si riferisce alle prestazioni - è un concetto generale - lo usa chi valuta una prestazione - non è sinonimo di disturbo Disturbo - si rivolge all‟analisi delle cause - è specifico - lo usa chi deve fornire una diagnosi
  6. 6. disturbo vs difficoltà  innato  resistente all‟intervento  resistente alla automatizzazione  non innato (influenza dell‟ambiente)  modificabile (interventi didattici mirati)  automatizzabile (anche se i tempi sono dilatati)
  7. 7. Disturbi dell‟Apprendimento: classificazione Difficoltà di apprendimento Disturbi specifici d‟apprendimento
  8. 8. Le difficoltà di apprendimento sono presenti in soggetti:  con disabilità neurologica (es. paralisi cerebrali infantili)  con disabilità sensoriale (es. deficit visivi o uditivi)  con problematiche psicologiche (depressione, problemi relazionali)  con condizioni ambientali sfavorevoli (deprivazione culturale)  con ritardo mentale
  9. 9. Disturbi Specifici dell‟Apprendimento (DSA) sono disturbi funzionali che provocano difficoltà nella acquisizione e nella stabilizzazione di alcuni processi di decodifica (lettura) e codifica (scrittura) delle parole e dei numeri
  10. 10.  Con il termine Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) ci si riferisce a difficoltà nell‟acquisizione delle abilità scolastiche, e in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA e DISGRAFIA, DISCALCULIA (rispettivamente disturbi della lettura, disturbi dell‟espressione scritta, disturbi del calcolo[1]). [1] DSM-IV-TR.
  11. 11.  Perché si parla di “disturbo”? Diversi studi hanno rilevato che nel soggetto con DSA è presente una disfunzionalità nell‟organizzazione dell‟attività fra le varie aree cerebrali
  12. 12.  Perché lo si definisce “specifico”? L‟aggettivo specifico si riferisce a quell‟aspetto settoriale del funzionamento deficitario in un contesto globale indenne
  13. 13.  Assenza di deficit cognitivi (QI nella norma)  Assenza di deficit neurologici  Assenza di deficit sensoriali  Assenza di disturbi relazionali primari  Adeguate possibilità di istruzione  Ambiente socioculturale sufficientemente idoneo  Discrepanza rispetto al criterio: non è in grado di restare al passo con i parigrado di età Disturbi Specifici dell‟Apprendimento (DSA): criteri di inclusione
  14. 14. Cosa si intende per Apprendimento?  Il termine apprendimento evoca un insieme più o meno formalizzato di nozioni e conoscenze esplicite  Apprendimento: memoria e transfert  Tra gli apprendimenti di base, che si sviluppano nel corso del primo anno di scolarizzazione, vi sono, ovviamente, la lettura, la scrittura e il calcolo
  15. 15. Fattori a rischio per l’insorgenza dei Disturbi d’Apprendimento  Disturbo e/o ritardo del linguaggio  Familiarità  Assenza dei prerequisiti specifici per gli apprendimenti di base (discriminazione fonemica, classificazione, seriazione, ecc.)
  16. 16. A tutti i livelli di istruzione si deve tenere presente che:  una volta riconosciuto, il DSA non guarisce nel corso degli anni, non è una malattia e l‟intervento riabilitativo può solo aiutare il soggetto a ridurre gli effetti negativi, sia sul versante cognitivo che su quello emotivo- motivazionale, sviluppando strategie compensative
  17. 17. Sintomi più comuni nei bambini con DSA  Difficoltà nel memorizzare i giorni della settimana, i mesi in ordine, la data di nascita o le date in generale  A volte confusione tra destra sinistra  Difficoltà nell‟organizzare il tempo  Difficoltà nel leggere le ore  Difficoltà legate alla motricità fine (allacciarsi le scarpe o i bottoni)  Problemi attentivi e di concentrazione  Problemi di memoria a breve termine  Lettura lenta e scorretta  Comprensione del testo spesso ridotta  Alterata percezione del testo scritto: parole e lettere in movimento  Impossibilità di automatizzazione delle tabelline e delle regole in generale
  18. 18. La Dislessia  E‟ un disturbo della lettura e più nello specifico di automatizzazione delle procedure di transcodifica dei segni scritti (grafemi) in corrispondenti fonologigi (fonemi).
  19. 19. Caratteristiche della dislessia Si manifesta in assenza di deficit neurologici, relazionali primari, sensoriali, cognitivi. Presenta le seguenti ifficoltà: - difficoltà a carico della correttezza e ancora di più della velocità di lettura; a volte può essere compromessa parzialmente anche la comprensione del testo (punteggiatura…); - difficoltà di percezione; - difficoltà di linguaggio (elaborazione linguistica), anche lessicale; - difficoltà di orientamento spazio-temporale - distraibilità: tempi di attenzione e concentrazione limitati - interferenza con la vita quotidiana.
  20. 20. Dislessia Evolutiva La Dislessia Evolutiva è una disabilità specifica dell‟apprendimento, di origine neurobiologica diversa a seconda del modello teorico di riferimento, caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente, talora da scarse abilità nella scrittura. Dato che si manifesta in soggetti con normali capacità intellettive, sensoriali e relazionali e non può essere imputata : • Ad uno scarso impegno scolastico • Ad un processo di istruzione inadeguato • Ad uno scarso sostegno educativo della famiglia di origine 20
  21. 21. Prerequisiti per l’apprendimento della lettura  Discriminazione visiva  Discriminazione uditiva  Competenza fonologica  Memoria fonologica  Elaborazione semantica
  22. 22. Sintomi primari della dislessia:  SOSTITUZIONE GRAFEMI SIMMETRICI p-b, d-b, p-q, u-n  SOSTITUZIONE DI FONEMI SIMILI P-B, T-D, F-V, M-N, S-Z, L-R  SOSTITUZIONE DI GRAFEMI POCO DISSIMILI m-n,a-o,e-c,r-z,t-d,u-v  SOSTITUZIONE DI FONEMI colpo-corpo, panca-panda  INVERSIONE DI FONEMI il-li, al-la, un-nu, garbo-grabo  INVERSIONE DI SILLABE PALA-LAPA  SOPPRESSIONE LETTERE/FONEMI porta-pota, cielo-cilo  SOPPRESSIONE DI PAROLE  REITERAZIONE DI SILLABE patinino, Giuseppinana  AGGIUNTA FONEMI/LETTERE rondine, manchina  AGGIUNTA SILLABE stufa, stufato  ASSOCIAZIONE PAROLE lamela, versocasa  ASSOCIZIONE SILLABE correvave-loce  DISPERCEZIONE DI/TRIGAMMI psi-pis  FRAMMENTAZIONE SILLABICA an-diamo, co-struire  PERDURANTE SILLABAZIONE  SOSTITUZIONE PAROLE susseguire-suggerire  PERDITA DI SENSO NEL CAMBIO RIGA  LETTURA ESITANTE, DISCONTINUA, ARITMICA  ERRORI PLURIMI Crispiani, P., & Pellegrini, S. (2006). Dislessia-Disgrafia Sistema CO.CLI.TE. Azzano San Paolo (BG): Edizioni Junior.
  23. 23. Lo studio della lingua straniera  Il bambino dislessico ha difficoltà nell‟imparare una lingua straniera soprattutto se a ortografia opaca (inglese). La lingua inglese presenta, infatti, una difficoltà a livello mnemonico maggiore rispetto a quella di una lingua a ortografia trasparente
  24. 24. Un insieme di difficoltà nella capacità del soggetto di comporre testi scritti, evidenziata da: - errori grammaticali o di punteggiatura nelle frasi - scadente organizzazione in capoversi - errori multipli di compitazione - calligrafia deficitaria. Questa diagnosi non viene di solito fatta se vi sono solo errori di compitazione o calligrafia deficitaria in assenza di altre compromissioni dell'espressione scritta. Gli errori possono essere: 1. FONOLOGICI, incapacità di analizzare bene i suoni della lingua 2. NON FONOLOGICI, errori curiosi: “la quila”, hai ai… 3. CONOSCENZA REGOLE ORTOGRAFICHE Disturbo dell’espressione scritta
  25. 25. La disgrafia  Disturbo della scrittura inteso come difficoltà di esecuzione, cioè difficoltà di realizzare pattern motori.  E‟ generalmente legata ad un quadro di Disprassia (Disturbo Specifico della Funzione Motoria).  Può incidere sul controllo fonologico ed ortografico.
  26. 26. Dove inizia la brutta calligrafia e quando possiamo parlare di disgrafia? • Lettere o parole mal allineate • spazio insufficiente tra le parole • curve acute di collegamento • irregolarità nei collegamenti (pause) • assenza di collegamenti • collisione di lettere • forma e dimensione delle lettere variabile • deformazioni di lettere • ripassature e correzioni
  27. 27. Abilità di base per l’apprendimento della scrittura che vanno potenziate  Organizzazione spaziale  Organizzazione temporale  Orientamento destra-sinistra  Coordinazione oculo-manuale  Dominanza laterale  Motricità fino-motoria  Memoria visiva e uditiva
  28. 28. Caratteristiche del disgrafico  Coordinazione fino-motoria e grosso-motoria deficitarie  Postura anomala  Prensione della penna “a zappa”  Tratto grafico irregolare (dimensione,spessore, ritmo,spazio)  Elisione di sillabe finali  Lettere slegate  Specularità dei grafemi
  29. 29.  Disturbo della scrittura inteso come difficoltà di utilizzo del codice ortografico.  Dislessia e disortografia costituiscono un disturbo unitario poiché sono della stessa natura e compaiono insieme anche se con diverse intensità La disortografia
  30. 30. La discalculia  Indica delle difficoltà di natura neuropsicologica nei compiti numerici e aritmetici di base. La ridotta capacità di calcolo e ragionamento matematico interferisce significativamente con l‟apprendimento scolastico e con la vita quotidiana.
  31. 31.  Le difficoltà aritmetiche possono manifestarsi con • errori o lentezza nel calcolo vero e proprio • errori o lentezza nell‟attività cognitiva che richiede anche operazioni di calcolo  Secondo Wong gli errori possono essere raggruppati in 4 categorie: • 1. Uso incompleto di procedure • 2. Errori nella posizione delle cifre • 3. Errori nell‟uso delle procedure per le varie operazioni • 4. Cattiva comprensione dello zero • 5. Altre difficoltà specifiche
  32. 32. ERRORI O LENTEZZA NEL CALCOLO VERO E PROPRIO… Numerazione numerazione inversa scrittura e lettura dei numeri comprensione del valore posizionale comprensione e uso delle procedure di calcolo comprensione e confronto di quantità memorizzazione dei dati numerici (tabelline, operazioni frequenti ed elementari)
  33. 33. ERRORI O LENTEZZA NELL‟ATTIVITA‟ COGNITIVA… Comprensione del testo ragionamento pianificazione aspetti metacognitivi (monitoraggio della comprensione e previsione metacognitiva) memoria controllo risultati
  34. 34. Prerequisiti del calcolo  Associazione tra simbolo numerico grafico e nome del numero  Corrispondenza biunivoca numero-oggetto contato  Conoscenza della numerosità  Capacità di confrontare insiemi di numerosità diversa  Capacità di confrontare numeri diversi  Capacità di seriare elementi di diverse dimensioni e mettere in sequenza ordinata insiemi contenenti diverse quantità di oggetti
  35. 35. Maggiori difficoltà nel discalculico  Difficoltà nell‟eseguire i compiti numerici e aritmetici di base con sufficiente rapidità e precisione - lettura e scrittura di numeri - tabelline - calcolo a mente e scritto - problem solving
  36. 36. Disturbo dell'Apprendimento Non Altrimenti Specificato Questa categoria è per i disturbi dell'apprendimento che non soddisfano i criteri per alcun Disturbo dell'Apprendimento specifico. Può includere problemi in tutte le tre aree (lettura, calcolo ed espressione scritta) che insieme interferiscono in modo significativo nell'apprendimento scolastico, anche se la prestazione ai test che valutano ciascuna singola capacità non è sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all'età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell'intelligenza, e all'istruzione adeguata all'età.
  37. 37. Negli ultimi anni il legislatore ha emesso molte norme a tutela del soggetto con DSA soprattutto relativamente alla sua presenza all‟interno della comunità scolastica. Normativa scolastica DSA
  38. 38. Riferimenti normativi fondamentali:  D.P.R. N° 122/2009 art. 10 Valutazione degli alunni con DSA 1. Per gli alunni con DSA adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tener conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell‟ attività didattica e delle prove d‟esame, sono adottati, nell‟ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologici-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. 2. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove.
  39. 39. C.M. MIUR Prot. 4099/a/4/ del 05/10/2004 STRUMENTI COMPENSATIVI 1. Tabella dei mesi, dell‟alfabeto, e dei vari caratteri 2. Tavola pitagorica 3. Tabella delle misure, delle formule geometriche 4. Calcolatrice 5. Registratore 6. Computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale STRUMENTI DISPENSATIVI 1. Dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline 2. Dispensa, ove è necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta 3. Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa 4. Organizzazione di interrogazioni programmate 5. Valutazione delle prove scritte e orali che tengano conto del contenuto e non della forma
  40. 40. Comunicazioni annuali emesse dal ministero in occasione degli esami di stato (per l‟a.s. 2008-2009 MIUR prot. N. 5744 del 25.o5.2009 OGGETTO: esami di stato 2008/2009- Esami di stato per gli studenti affetti da disturbi specifici di apprendimento - DSA)
  41. 41. La Consensus Conference 2007 Che cos‟è? Perché è importante conoscerla? Dove trovarla? Sito AIRIPA
  42. 42. Linee guida 12 luglio 2011 Vedi documento allegato
  43. 43. Problemi sociali ed emotivi collegati ad alunni con difficoltà specifiche di apprendimento
  44. 44. Conseguenze sugli apprendimenti  All‟inizio della SCUOLA PRIMARIA continuo allenamento alla LETTO-SCRITTURA (non c‟è nessun bambino non motivato!).  Un bambino italiano senza difficoltà alla fine del primo anno di scuola primaria è potenzialmente in grado di leggere qualsiasi parola.  I bambini con disturbo non riescono a leggere e scrivere in modo corrente e fluente, ma quando riescono a farlo impegnano al massimo le capacità attentive e le energie, poiché non riescono a farlo in maniera automatica. 49
  45. 45. Attenzione controllata e automatizzazione  Per ottenere informazioni devo spendere risorse cognitive (memoria di lavoro): attenzione controllata  A.C. monodimensionale e seriale Mano a mano che comincia il processo di apprendimento, si memorizza il compito e il risultato diventa un automatismo = attenzione automatizzata Non è automatica (risultato riflesso, trasalimento) E‟ il risultato della pratica, frutto dell‟esercizio: non più energia, più compiti simultaneamente, meno consapevolezza) 50
  46. 46. Dalla logica di base (attenzione controllata) alla logica complessa (attenzione automatizzata)  Curva sigmoidale  Assestamento (ulteriore esposizione non così dispendiosa)  A. controllata molto dispendioso 51
  47. 47. Quando l‟automatizzazione è un problema  I processi automatizzati servono per le attività continue, per esempio parlare, camminare, guidare l‟auto.  Quando i processi non vengono automatizzati richiedono controllo si consumano energie e risorse.  La fatica del dislessico è non riuscire ad automatizzare il sistema ortografico. 52
  48. 48. Curva sigmoidale  Segnala le caratteristiche della maturazione lineare, stabile nel tempo, che poi introduce repentini cambiamenti qualitativi  Un esempio: nuove strategie nei metodi di studio (processi di controllo), nelle funzioni motorie  E‟ importante lo “sforzo” per arrivare al livello superiore 53
  49. 49. Conseguenze sulla psicologia e sul benessere  DISAGIO PSICOLOGICO (non riesco a fare quello che fanno i miei compagni)  MANCANZA DI SPIEGAZIONI RAGIONEVOLI (perché mi succede questo?)  REAZIONI DELL‟AMBIENTE (non lavori abbastanza, non ti impegni)  CALO DI AUTOSTIMA (non valgo niente, non sono bravo)  DISTURBI DI COMPORTAMENTO (meglio fare il buffone che essere considerato uno stupido o un diverso)  DISINTERESSE PER ATTIVITA‟ IMPEGNATIVE (perché tanto impegno? Tanto non ce la posso fare!)  DIPENDENZA DAGLI ALTRI PER L‟ACCESSO AL CODICE SCRITTO (aspetterò il rientro a casa della mamma per fare i compiti, da solo non ci riesco)  “IMPOTENZA APPRESA” Apatia, mancanza di voglia di riscattarsi (faccio fatica ora, in futuro a scuola sarà sempre peggio) 54
  50. 50. Frustrazione  È determinata dall‟incapacità di tali alunni, che hanno un‟intelligenza nella norma a soddisfare le aspettative
  51. 51. Ansia  Spesso la costante frustrazione e confusione a scuola rende questi bambini ansiosi. L‟ansia fa sì che i bambini evitino tutto ciò che li spaventa e spesso questo atteggiamento è interpretato da genitori e insegnanti come pigrizia.
  52. 52. Rabbia  La frustrazione può generare rabbia. Il bersaglio della rabbia può essere costituito dalla scuola, dagli insegnanti, ma anche dai genitori.
  53. 53. Immagine di sè  Durante i primi anni di scuola il bambino deve risolvere i conflitti tra un‟immagine di sé positiva e i sentimenti di inferiorità provocati dalle difficoltà di apprendimento.  Il bambino, andando incontro ad insuccessi e frustrazioni matura un‟idea di inferiorità rispetto agli altri e pensa che i propri sforzi facciano poco la differenza; spesso si sente inadeguato e incompetente.
  54. 54. Depressione  I bambini con DSA sono ad alto rischio rispetto al provare intensi sentimenti di sofferenza e dolore.  Forse a causa di una bassa autostima tendono a temere di sfogare la propria rabbia verso l‟esterno e quindi la rivolgono verso se stessi.  Il bambino depresso può diventare più attivo e comportarsi male in classe per mascherare sentimenti di dolore e frustrazione.
  55. 55. 60 Altri disturbi connessi a DSA  Sindrome spaziale (Disorganizzazione spazio-temporale)  Disturbi di Attenzione (Focalizzata e/o Continuativa)  Disturbi di Memoria (Lungo e/o Breve Termine)
  56. 56. Come intervenire? Sostenere l‟apprendimento perché il primo obiettivo per tutti è che il bambino non scappi dai libri… contestualizzando la lettura in un contesto relazionale forte (lettura insieme, la mamma legge a bassa voce, il bambino segue sul testo)… per garantire con tutti i mezzi possibili l‟accesso completo al mondo dell‟informazione e della cultura!!!! Devono assolutamente acquisire anche loro le informazioni che passano dai testi scritti (descrizioni, contenuti emotivi, caratteristiche proprie della lingua scritta rispetto a quella orale, provare la possibilità di essere teletrasportati nel tempo e nello spazio, condividere esperienze fantastiche, immaginare, sognare, desiderare…).
  57. 57. Cosa si può fare?  Utilizzare i fumetti (testo scritto più facilmente fruibile e codificabile, doppia presentazione) e i libri parlati (vocabolario).  Non farli impazzire su ciò che non sanno fare (rileggi, fai meglio, ancora una volta…) ma accompagnare la lettura e comprendere la fatica del bambino.  Si è dimostrato uno stimolo cognitivo importante per il successivo sviluppo della capacità di comprensione.
  58. 58. Misure compensative 63
  59. 59. 64 Secondo anno della scuola primaria  Lettura e scrittura autonoma rispettosa dei criteri di velocità e correttezza alla fine dell‟anno.  Conteggio fluido in avanti e all‟indietro con consapevolezza di poter contare all‟infinito.  Buon adattamento alla velocizzazione delle attività scolastiche  Queste sono le attese ed i criteri di riferimento: ma non valgono per il DSA!!!!  Va ricordato allora che E‟ FONDAMENTALE…..
  60. 60.  La motivazione è causa/effetto dell‟impegno e del successo scolastico: l‟alunno riesce bene a scuola se è motivato, ma il successo a scuola è determinante per essere motivati.  Come suggerisce l‟etimologia, essa è connessa con l‟idea di movimento: la persona motivata si muove, agisce, compie delle scelte, esegue dei compiti.
  61. 61.  I risultati scolastici (per ottenere promozione, evitare bocciatura o debito formativo)  Desiderio di costruirsi un lavoro  Desiderio di „conoscere cose nuove‟  Interesse per la disciplina (Mariani 2005)
  62. 62. La motivazione ESTRINSECA Se studio: x Se NON studio:
  63. 63. La motivazione INTRINSECA Se studio: Se NON studio: x
  64. 64. Sostenere la motivazione Creare un clima di classe cooperativo, piuttosto che competitivo; mantenere un clima di classe relazionale- affettivo positivo; stimolare credenze, teorie implicite, rappresentazioni di sé e delle proprie abilità efficaci; insegnare strategie di studio; proporre compiti di difficoltà adeguata; lodare in maniera efficace
  65. 65.  “Convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire adeguatamente le situazioni che incontreremo in modo da raggiungere i risultati prefissati. Le convinzioni di efficacia influenzano il modo in cui le persone pensano, si sentono, trovano le motivazioni personali e agiscono”  “Fiducia che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico”
  66. 66.  incidono sulle scelte e sulle prestazioni  Le persone con un BASSO senso di autoefficacia • sottostimano potenzialità ed opportunità • esagerano le difficoltà • si predispongono al fallimento  Le persone con un ALTO senso di autoefficacia • percepiscono le difficoltà come sfide • si impegnano a fondo • non hanno ripensamenti
  67. 67. avere/dare occasioni di successo credere che si possa migliorare riflettere sui dati ri-orientare le scelte e attività
  68. 68. E‟ la modalità con cui un individuo ritiene che gli eventi della sua vita siano prodotti da suoi comportamenti o azioni, oppure da cause esterne indipendenti dalla sua volontà. Il locus of control può essere interno o esterno
  69. 69. ATTRIBUZIONE INTERNA ATTRIBUZIONE ESTERNA Indica la tendenza ad attribuire la causa del successo/insuccesso scolastico alle proprie capacità, all‟interesse, all‟impegno. Indica la tendenza ad attribuire la causa del successo/insuccesso scolastico a fattori che non dipendono dal soggetto, ma da eventi esterni dei quali non si ha controllo (es. la fortuna).
  70. 70. L’apprendimento è favorito dall’attribuzione: • del proprio successo a una combinazione di abilità e sforzo ragionevole • del proprio insuccesso a strategie inadeguate e/o a un impegno insufficiente
  71. 71. L‟impotenza appresa  caratteristica tipica dei bambini e ragazzi DSA, caratterizzata da un‟alterazione stabile e generalizzata del sistema attributivo
  72. 72. IL FEEDBACK E’CRUCIALE Gli insegnanti ma anche i genitori possono contribuire a ristrutturare le attribuzioni causali degli studenti sottolineando l‟importanza dello sforzo e di efficaci strategie di lavoro.
  73. 73.  Modalità di percezione, elaborazione e immagazzinamento delle informazioni che determina il modo di pensare, di effettuare scelte e di risolvere un problema.  Si riferisce a differenze individuali che determinano il funzionamento cognitivo  PER IMPARARE A STUDIARE CON EFFICACIA E‟ IMPORTANTE CONOSCERE IL PROPRIO STILE COGNITIVO
  74. 74. VISIVO VERBALE Preferenza per la lettura, la scrittura, la discussione. Facilità a prendere appunti, a memorizzare testi scritti (es. poesie) VISIVO NON VERBALE Predilizione per disegni, grafici, schemi, im magini Propensione ad utilizzare i colori Facilità nel memorizzare in base alla distribuzione del testo in capitoli, paragrafi o nello spazio della pagina
  75. 75. UDITIVO Preferenza per l‟ascolto (es. lezione del docente a scuola) Facilità di apprendimento mediante ripetizione a voce alta (possibile utilizzo i-pod) CINESTESICO Preferenza per esperienza diretta: esperimenti, ricerche, ro le playing
  76. 76.  Accogliere realmente la “diversità”, studiarla, comunicare serenamente con il bambino e dimostrargli comprensione  Parlare alla classe e non nascondere il problema (un modo può essere chiedere ad ogni bambino della classe di esporre ai compagni una loro difficoltà)  Spiegare alla classe il perché del diverso trattamento che viene riservato in varie occasioni ad es. ai dislessici  Utilizzare le risorse dei compagni di classe assegnando ad esempio un Tutor al bambino dislessico
  77. 77.  Leggere di più non migliora l’abilità di lettura  Gli esercizi ripetitivi non provocano generalizzazione dell’apprendimento  L’uso di un compenso/dispensa non riduce le possibilità di sviluppo della competenza  Ciò che non è terminato a scuola non può essere finito a casa  La quantità di lavoro a casa deve essere compatibile con il livello raggiunto dal bambino
  78. 78.  Non procedere in maniera casuale  Educare ad un ordine procedurale  Agire con flessibilità. Attendersi progressi e regressi.  Documentare. Predisporre i PSP con la descrizione delle difficoltà e l‟indicazione degli strumenti compensativi e dispensativi necessari Cosa fare?
  79. 79. Lavoro collaborativo  Evitare che il peso della comprensione gravi sul singolo  Favorire lavori di coppia, gruppo.  I contributi dei compagni favoriscono le strategie di controllo e monitoraggio della comprensione, il coinvolgimento emotivo
  80. 80.  Utilizzare un lettore esterno (compagno/tutor)  Insegnare all‟uso di un software di sintesi vocale  Incentivare all‟uso di dizionari digitali, registrazioni  Ridurre i testi e operare con mediatori didattici  Privilegiare le verifiche orali e l‟uso di mediatori anche durante le verifiche  Favorire la registrazione delle lezioni predisponendo scalette degli argomenti Lettura decifratoria (molto) compromessa L’importante è che l’allievo acceda all’ascolto del testo
  81. 81. Strategie metacognitive  Di lettura e di studio  Migliorare l‟inibizione delle informazioni irrilevanti  Migliorare il monitoraggio dell‟apprendimento (automonitoraggio)  Migliorare la comprensione Partire sempre da una buona task-analysis del compito e degli errori 86
  82. 82. Didattica metacognitiva  Aiutare l‟allievo a conoscere le proprie modalità di apprendimento (monitoraggio cognitivo)  Aiutare l‟allievo a riconoscere il livello di acquisizione delle proprie abilità per lo svolgimento di compiti (autoregolazione)  Aiutare l‟allievo a riconoscere e applicare consapevolmente comportamenti, strategie utili ad un più efficace processo di apprendimento  Incoraggiare alla scelta di strategie operative più adeguate al suo apprendimento  Rendere consapevole l‟allievo che l‟appropriazione delle capacità di autocontrollo e revisione gli permettono apprendimenti e risultati migliori.
  83. 83. Misure compensative e strumenti informatici Software interattivi: ortografia e correttezza di lettura…… per la prima scolarizzazione Per la scrittura e lettura (disgrafia, disortografia) - Word Processor con correttore automatico - Riconoscimento vocale: dettatura testo - Sintesi vocale - Registrazioni, schemi, mappe, libro parlato - Lavagna interattiva collegata al computer
  84. 84. Strategie organizzative  Inserimento nel POF normativa dislessia: adeguamento della didattica alle circolari ministeriali  Presentazione al Consiglio di classe dell‟ allievo dislessico da parte del DS o Referente Dislessia d‟Istituto  Programmazione incontri con operatori Sanitari, famiglia per conoscenza  Predisposizione Percorso Educativo Personalizzato: livello del disturbo, obiettivi personalizzati, interventi compensativi e dispensativi, criteri di valutazione  Condivisone del Percorso Educativo Personalizzato con la famiglia, se necessario operatori sanitari
  85. 85. 90 Per concludere Perché un bambino intelligente non riesce a leggere e scrivere ? Come riconoscere il suo problema e aiutarlo a trovare la sua strada? È facile confondere i sintomi con la semplice pigrizia, o attribuirne la causa a problemi familiari ed emotivi. È facile che a trionfare sia il senso di colpa, del bambino e dei familiari. Intervenire e migliorare è possibile. Occorre, però, prima di tutto conoscere. Se non possiamo agire sulle cause del disturbo, possiamo almeno ridurre le conseguenze funzionali e psicologiche.
  86. 86. Il ruolo degli insegnanti  Gli insegnanti hanno il compito, stabilito dalla normativa, di mettere in atto ciò che serve a ogni studente per favorire il profitto in base alle sue caratteristiche. Nel caso dello studente con DSA, i docenti devono attivare un Percorso didattico personalizzato comprensivo delle misure compensative e dispensative e dei criteri di valutazione personalizzati.
  87. 87.  Valutazione e stesura della diagnosi sono di stretta pertinenza specialistica. Insegnanti, operatori, tecnici della riabilitazione (logopedisti e psicomotricisti), ecc. possono somministrare solo alcuni dei test necessari per una corretta valutazione diagnostica (ad esempio le "Prove MT"). Tali prove, somministrate da queste figure professionali, non hanno in alcun modo valore diagnostico, ma possono servire come indicazione per inviare il ragazzo allo specialista.
  88. 88. Il colloquio  Processo attivo di ricerca delle coordinate che danno un senso a una valutazione diagnostica.  Canali usati: • sistema cognitivo verbale • sistema metaverbale (postura, contatto oculare, mimica…) • analisi della relazione (fiducia e collaborazione)
  89. 89. Interviste strutturate  Si trovano a metà fra l’osservazione diretta e l’autovalutazione soggettiva  Sono simili al colloquio, ma il contenuto e le modalità delle domande sono prestabilite • dà luogo a un punteggio • tecnica standardizzata • valuta un costrutto specifico
  90. 90. Test di intelligenza  Sono test che riguardano la sfera cognitiva, cioè misure dell‟abilità di percezione, pensiero, memoria, apprendimento…  Ad es. le Scale Wechsler • verbale • di performance
  91. 91. Valutazione cognitiva e neuropsicologica di specifiche funzioni  Sono utili quando ci sono disturbi neurologici specifici  Analizzano funzioni cognitive specifiche (memoria, attenzione, linguaggio…)
  92. 92. Alcuni strumenti per la valutazione SCALA WISC-III Scala Wechsler di Intelligenza per Bambini – III edizione  E‟ uno strumento clinico e diagnostico per la valutazione delle abilità intellettive di bambini dai 6 ai 16 anni e 11 mesi  La somministrazione è individuale  Il Quoziente di Intelligenza viene calcolato come Quoziente di deviazione  Rileva aspetti diversi dell'intelligenza: le ABILITÀ VERBALI e le ABILITÀ DI PERFORMANCE
  93. 93. Prove di Lettura MT (Cornoldi, Colpo)  Prevedono la valutazione delle tre componenti della lettura: la velocità, la correttezza, la comprensione del testo.  La velocità rappresenta il livello di automatizzazione del processo. Solitamente viene espressa in sillabe per secondo (quante sillabe il bambino riesce a leggere in un secondo).  La correttezza rappresenta il livello di adeguatezza nella conversione. Viene espressa in numero di errori, rapportati poi alla media dell‟età scolare considerata .  La comprensione rappresenta l‟uso funzionale della lettura. Non è previsto né un limite di tempo né la memorizzazione, quindi il bambino può ricontrollare il testo ogni volta che ne avrà bisogno per rispondere a domande a risposta multipla
  94. 94. DDE-2 Batteria per la valutazione della Dislessia e della Disortografia Evolutiva -2 (Sartori, Job, Tressoldi)  Prevede la misurazione della rapidità di lettura e correttezza di lettura e scrittura di parole e non parole  Rappresenta un approfondimento per definire le caratteristiche della difficoltà. Batteria per la valutazione della scrittura e della competenza ortografica (Tressoldi, Cornoldi)  Prevede la dettatura di un brano a velocità standard. Valuta l‟efficienza dell‟abilità di transcodifica dal codice fonologico a quello grafemico, rispettando le regole di conversione semplice e complessa.  Per la fine della scuola primaria e la scuola media la dettatura diventa a ritmo incalzante, dal momento che il processo dovrebbe essere ormai automatizzato
  95. 95. AC-MT Test di valutazione delle abilità di calcolo (Gruppo MT)VALUTA  Valuta • a) Conoscenza numerica 1.comprensione valore quantità dei numeri: compiti semantici (giudizio numerosità, seriazione, sequenza numerica) 2. trasformazione numeri (trasformare l‟etichetta numerica nella quantità che essa rappresenta): compiti lessicali (dettato), compiti sintattici (dettato, valore posizionale) • b) Calcolo (processi che consentono di operare sui numeri tramite operazioni aritmetiche) 1. Segni operazioni (per poter riconoscere la natura delle operazioni) 2. Procedure di calcolo 3.Fatti numerici
  96. 96. BDE Batteria per la Discalculia Evolutiva di Biancardi e Nicoletti Test a somministrazione individuale costruito con lo scopo di valutare le abilità nei compiti numerici e aritmetici dei bambini del secondo ciclo della scuola elementare e della prima media Vengono considerati gli elementi strutturali indipendenti dell‟architettura cognitiva del sistema: sistema dei numeri e sistema dei calcoli ECCETERA……
  97. 97. L‟assessment psicologico  Complesso processo di raccolta, analisi e elaborazione delle informazioni volto a rispondere agli interrogativi:  quali sono i processi cognitivi in cui il bambino presenta un deficit?  Quali sono i contenuti noti e non noti al bambino?  Quali interventi educativi possono essere predisposti per un programma di potenziamento mirato sulle abilità del singolo?  Imbuto che va via via restringendosi
  98. 98. FASE DI INPUT FASE DI ELABORAZIONE FASE DI OUTPUT La diagnosi funzionale
  99. 99. I deficit in input a) percezione vaga e insufficiente b) comportamento esplorativo non sistematico, impulsivo e non pianificato c) uso inadeguato del linguaggio d) carenze nell‟orientamento spaziale e) carenze nell‟orientamento temporale f) incapacità di considerare contemporaneamente più informazioni g) difetti nella costanza percettiva h) mancanza del bisogno di esattezza e precisione
  100. 100. a) incapacità di percepire un problema e definirlo dovuta a difficoltà di distinguere i dati pertinenti b) ristrettezza del campo mentale c) difficoltà ad interiorizzare d) incapacità di progettare o pianificare e) non ricerca di relazione fra i dati f) ) mancanza del bisogno spontaneo di confrontare g) limiti nell‟usare il ragionamento ipotetico-deduttivo e di ricerca di evidenza logica h) mancanza del bisogno spontaneo di verificare le ipotesi i) mancanza della ricerca di evidenza logica l) difficoltà nel comportamento sommativo m) incapacità di elaborare col linguaggio certe categorie I deficit in elaborazione
  101. 101. a) modalità di comunicazione egocentrica b) blocco c) risposte per tentativi ed errori d) incapacità a trasporre immagini visive e) mancanza o insufficienza del bisogno di precisione o esattezza f) mancanza o insufficienza di strumenti per comunicare risposte elaborate correttamente g) comportamento impulsivo e di “passaggio all‟atto” I deficit in output
  102. 102. emozioni cognizioni comportamenti personalità Interazione fra fattori cognitivi, emotivi e comportamentali
  103. 103. Diagnosi funzionaleArea cognitiva Area affett. relazionale Area neuro psicologica Area linguistica Area sensoriale Area motoria Area autonomia AREE
  104. 104. L‟assessment in classe  Osservazione naturalistica: quando ha luogo nell‟ambiente naturale in cui si verifica il comportamento in esame  Problema: reattività del comportamento osservato (asili, scuole, mense…)  Griglie di osservazione con indici precisi  Da parte dell‟insegnante e/o dello psicologo
  105. 105. Intervenire in classe L‟insegnante può prestare attenzione ad alcuni elementi che possono sfavorire i bambini con DSA, con ADHD, ma anche tutti gli altri…
  106. 106. Disordine e dispersione – entropia  Disordine interno (attivazione neurovegetativa)  Disordine esterno (esposizione ai media, assenza di regole, tempo disorganizzato, spazio disorganizzato, mancanza di riti…)  (DI & DE)= Relazione non additiva, probabilmente esponenziale
  107. 107. STUDENTI IN DIFFICOLTA'  Scarse abilità di problem solving che hanno ripercussioni negative sia sul piano degli apprendimenti che su quello delle interazioni sociali.  Comportamenti controproducenti come fuga (difficoltà di apprendimento o relazionali – tendono ad evitare i problemi) oppure attacco (messa in atto di comportamenti aggressivi verso l'insegnante e/o gli altri).  Generalmente hanno anche ridotte abilità di decision making, carenti abilità sociali, difficoltà nell'assunzione di responsabilità, scarsa autostima.
  108. 108. STUDENTI DI SUCCESSO Sono flessibili nelle scelte delle strategie (adottano preferibilmente strategie basate sulla schematizzazione ed elaborazione personale del materiale), si attivano per uno studio strategico e motivato, adattano le proprie conoscenze e abilità alle diverse situazioni, sono più metacognitivi, hanno una buona autoregolazione della propria attività di studio, sono più organizzati e più abili nella valutazione della propria preparazione, hanno uno stile attributivo centrato sull'impegno, si pongono principalmente obiettivi di padronanza, hanno alti livelli di motivazione intrinseca e di autoefficacia, hanno reazioni emotive positive legate allo studio e all'apprendimento.
  109. 109. APPRENDIMENTO Nei processi di apprendrendimento sono coinvolti molti fattori legati a differenti quattro livelli:  ABILITA': capacità potenzialmente presenti dalla nascita che permettono l'acquisizione di apprendimenti complessi. EXPERTISE: abilità sviluppate in ambiti specifici attraverso una lunga pratica nel compito (spesso accompagnate da buon uso di strategie e alti livelli motivazionali).  STRATEGIE: procedure potenzialmente consapevoli e controllabili, aventi scopi specifici quali l'apprendimento. STUDIO: apprendimento particolare (lettura attenta e selettiva, mirata a comprendere e a memorizzare le informazioni utili per eseguire una prova).  ASPETTI METACOGNITIVI: abilità che sovraintendono, dirigono ed organizzano aspettilegati all'uso e all'applicazione di strategie, alla capacità di identificare motivazioni adeguate e sostenere le preesistenti.  ASPETTI MOTIVAZIONALI: l'insieme di aspetti cognitivi ed affettivi tra loro interagenti che “spingono” l'individuo ad apprendere.
  110. 110. Soffermiamoci sugli aspetti metacognitivi La metacognizione è l'insieme delle attività psichiche che presiedono al funzionamento cognitivo. Riguarda la conoscenza del proprio e dell'altrui funzionamento cognitivo e elementi di controllo che si riferiscono alle abilità di valutazione e monitoraggio della propria attività cognitiva. Le conoscenze riguardano quanto il soggetto sa o non sa su ad es. memoria, comprensione, studio, ecc. Il controllo riguarda invece la capacità di valutare qualità e correttezza del compito. Vi è poi il concetto di stima metacognitiva: giudizio soggettivo relativo alle personali capacità.
  111. 111. Per intervenire al meglio…  Lavorare in maniera integrata con la famiglia e gli altri contesti di vita del bambino  Scuola e famiglia dovrebbero giungere ad interpretare nello stesso modo il comportamento del bambino (difficoltà non alibi)  Possono essere utili strategie comportamentali e metacognitive
  112. 112. Un comportamento NON RINFORZATO diminuisce lentamente la frequenza della sua emissione. LA PUNIZIONE: qualsiasi conseguenza che riduca la probabilità che in futuro si ripeta il comportamento a cui essa viene fatta seguire. Può manifestarsi come proposta di situazioni sgradevoli o sospensione di ricompense. Caratteristiche: intensità, tempestività e alternative. Aspetti comportamentali… come favorire l‟estinzione di un comportamento
  113. 113. Effetti collaterali delle punizioni Imitazione Assuefazione Effetto boomerang Ambiguità Frustrazione e aggressività EFFETTI
  114. 114. Alternative alla punizione  Rinforzatori sociali. Sono rinforzatori che traggono il loro "potere" nell'interazione: valutazioni positive, cenni di approvazione e di assenso nonché il contatto fisico, sono solo alcuni tra gli innumerevoli rinforzatori sociali.  La nota positiva. Es. Gent.mi genitori, oggi Marco si è impegnato molto e ha partecipato contribuendo in maniera significativa alla lezione. Es. Gent.mi genitori, oggi Laura è stata molto gentile con alcuni dei suoi compagni, li ha aiutati in un momento di difficoltà e ha prestato loro del materiale che non possedevano: mi è piaciuto molto il suo atteggiamento.
  115. 115.  Rinforzatore informativo. Il feedback, o rinforzatore informativo, consiste nella conoscenza puntuale e tempestiva dei risultati prodotti da un‟azione. Fornisce comunicazione circa il tempo impiegato e il livello di precisione riscontrato in un determinato compito e in compiti analoghi, favorendo la prestazione stessa.  Rinforzatori sociali e feedback possono essere utilizzati congiuntamente: si segnala non solo che il compito è stato eseguito correttamente ma anche il perché ("Bravo, hai incolonnato i numeri in maniera corretta"…).  La scelta del rinforzatore deve basarsi sulle preferenze e caratteristiche personali di ogni studente altrimenti non ha alcun effetto; la scelta deve fondarsi sulla conoscenza, sui gusti, su cosa può far piacere…
  116. 116.  Non tutti i soggetti sono sensibili ai rinforzatori; in questo caso si può optare, soprattutto nelle prime fasi di un compito nuovo, per tipologie di rinforzo diverse (es. la possibilità di fare qualcosa di gradito dopo il lavoro). Es. il sistema a punti. Scegliere i comportamenti in accordo con il bambino; condividere i punteggi; segliere come “segnare i punteggi” (faccine, token, cartelloni…), scegliere i premi.
  117. 117. L‟organizzazione della classe  Occorre predisporre l‟ambiente in modo da ridurre al minimo le fonti di distrazioni.  Non è bene far sedere i bambini più distratti vicino al cestino dell‟immondizia, alla finestra, a compagni rumorosi o ad oggetti interessanti.
  118. 118. Disporre i banchi in modo che l‟insegnante possa passarvi in mezzo per controllare che tutti abbiano capito il compito, stiano seguendo la lezione o eseguendo il lavoro assegnato
  119. 119. Alcuni suggerimenti per la gestione delle lezioni  Accorciare i tempi di lavoro e fare brevi e frequenti pause durante i compiti ripetitivi e noiosi.  Interagire con frequenza, verbalmente e fisicamente, con gli studenti.  Fare in modo che gli allievi debbano rispondere frequentemente durante la lezione.  Utilizzare il nome degli studenti distratti per la spiegazione.  Costruire situazioni di gioco per favorire la comprensione delle spiegazioni  Utilizzare il gioco di ruoli per spiegare concetti (storici, sociali…) in cui siano coinvolti vari personaggi  Abituare i bambini impulsivi a controllare il proprio lavoro.
  120. 120. E ancora...  Incoraggiare l‟uso di diagrammi, tracce, tabelle, parole chiave…  Favorire l‟uso del pc e software  Organizzare prove scritte suddividendole in più parti  Valutare gli elaborati scritti in base al contenuto (non gli errori di distrazione)  Evitare punizioni aumentando i compiti a casa, riducendo i tempi di ricreazione…  Stabilire attività programmate e routinarie.  Definire con chiarezza i tempi necessari allo svolgimento delle diverse attività.  Aiutare il bambino a gestire meglio il proprio materiale (ins. come modello, premiazione del banco più ordinato…)
  121. 121. E per la gestione del comportamento…  Definire e mantenere all‟interno della classe chiare e semplici regole  Spiegare quali sono i comportamenti adeguati e quelli no  Spiegare quali sono le conseguenze dei comportamenti positivi e quali dei comportamenti negativi  Rinforzare e premiare i comportamenti positivi piuttosto che punire quelli negativi
  122. 122.  Non punire il bambino facendogli “saltare” l‟intervallo o l‟attività motoria (bisogno di scaricare la tensione e socializzare)  Evitare punizioni severe che non modificano il comportamento  Stabilire con il bambino semplici obiettivi da raggiungere  Informare frequentemente il bambino su come sta lavorando e comportando
  123. 123. Lavorare in sinergia con la famiglia Attenzione alla comunicazione… La comunicazione è un processo, multidimensionale, relazionale e fatta di negoziazioni.
  124. 124. La distorsione della comunicazione Il fatto che un emittente ed un ricevente avviino un processo di comunicazione, non garantisce che i messaggi arrivino in maniera coerente con le intenzioni ed i significati di ciascuno. Le cause della distorsione sono sia di carattere psicologico che fisiologico e sono attribuibili sia a chi parla che a chi ascolta.
  125. 125. Atteggiamento dei genitori Stile educativo permissivo Stile educativo autoritario Atteggiamento aggressivo : “stasera a letto senza cena!” “Sono un cattivo genitore non ho saputo educare mio figlio!”
  126. 126.  Comandi vaghi e confusi (“guarda cosa stai facendo!”, “ Va piano!”)  Rimproveri frequenti per i comportamenti sbagliati  Raramente vengono elogiati comportamenti positivi  Raramente vengono fatte seguire delle conseguenze a comportamenti (rinforzi o punizioni) Spesso a casa… Quindi a scuola…  Evitare di adottare atteggiamenti simili a quelli dei genitori: autoritarismo (note, punizioni); gettare la spugna (le ho provate tutte…); giustificazioni (i bambini non sono più quelli di una volta, i genitori non sanno dare le regole…).
  127. 127. 133  “Diagnosi dei disturbi dell‟apprendimento scolastico” P. Tressoldi e C. Vio, Erickson  “Il trattamento dei disturbi dell‟apprendimento scolastico” P. Tressoldi e C. Vio, Erickson  “Quando un bambino non sa leggere” A. Biancardi e altri, ed. Rizzoli  “Dislessia evolutiva. Attività di recupero su analisi fonologica, sintesi fonemica e accesso lessicale”E. Savelli e altri, ed. Erickson  “La Discalculia Evolutiva A. Biancardi e altri, ed. Franco Angeli  “Lo sviluppo dell‟intelligenza numerica” D. Lucangeli e altri, ed. Carocci  “L‟intelligenza numerica” vol. 1, 2 e 3 D. Lucangeli e altri, ed. Erickson  “Memocalcolo” D. Lucangeli e altri, ed. Erickson  “Dislessia. Scelte scolastiche e formative” G. Stella e altri, ed. Omega  “Apprendimento cooperativo in classe. Migliorare il clima emotivo e il rendimento” Johnson D. W., Johnson R. T., Holubec E. J., Erickson.  “Attività di potenziamento cognitivo” (vol. I e II) R.A. Fabio, B. Pellegatta. Erickson.  “Gestire la classe” R. A. Fabio, M. Mecenero, P. Tiezzi, Franco Angeli.  “L‟educazione razionale-emotiva” M. Di Pietro, Erickson.

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