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CONSUMER MEMORANDUM
              Newsletter a cura di ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE


                                                                     Anno 4° - Numero 1 - Gennaio 2013

SOMMARIO:
        Le news

                                                                                              LE NEWS

Prestiti: se avete bisogno di soldi e una persona vi offre una tasso di interesse superiore al
“tasso soglia” siete proprio sicuri d'aver incontrato il benefattore del secolo?
...Che non sia magari uno strozzino?

       Che di truffatori il mondo sia pieno è verità tanto assodata quanto inconfutabile. Del resto se
vivessimo in società popolate di sole persone oneste non solo nei Tribunali non si dovrebbe più far
la fila per iscrivere a ruolo una causa o depositare un atto ma le pagine di cronaca nera dei
quotidiani finirebbero con l'essere tinte solo di rosa!
E invece per ogni persona davvero onesta che si incontra bisogna tenere le dita incrociate affinché
dietro l'angolo non ve ne sia invece una altrettanto disonesta pronta a tenderci un tranello e ad
approfittarsi della nostra ingenuità o buona fede.
Nonostante gli sforzi compiuti da tutti noi per non abbassare la guardia e offrire il fianco a chi
potrebbe non avere delle buone intenzioni nei nostri confronti, esistono delle situazioni in cui la
mancanza di soldi e la necessità di doverli reperire in tempi brevissimi ci impediscono di mantenere
la dovuta lucidità spingendoci tra le grinfie dei cosiddetti “usurai” ovvero di persone
apparentemente molto disponibili e generose ma che in realtà altro non pensano che ai propri
profitti e ai facili guadagni che possono realizzare sulla nostra pelle.
Come ben sottolineato dall'Arma dei Carabinieri infatti “il presunto "benefattore" si trasforma in
"strozzino" quando la somma ricevuta cresce a dismisura per gli inarrestabili interessi e per
restituire il denaro avuto si contrae un ulteriore debito. Così, in tempi brevi ci si accorge che il
debito è diventato parecchie volte superiore al prestito inizialmente contratto e che la situazione è
ormai fuori da ogni controllo personale”.
Che si sia un padre di famiglia, un commerciante, un imprenditore o una coppia di anziani la cui
pensione non basta a coprire i costi delle medicine a taluni “soggetti” poco importa, anzi...
Maggiore è la disperazione di chi non ha più un centesimo bucato in tasca più facile sarà l'impresa e
il raggiungimento del risultato voluto! Per tale motivo occorre imparare a difendersi adeguatamente
da chiunque pensi di poter sfruttare l'altrui disperazione a proprio vantaggio e poiché la conoscenza
è il primo strumento di difesa ecco di seguito i consigli dell'Arma così come riportati sul sito
internet www.carabinieri.it:

In generale:
    • "non fate il passo più lungo della gamba". Non recatevi mai, per nessuna ragione, da chi
       offre denaro in prestito con rapide procedure chiedendovi in cambio interessi elevati o altre
       pesanti condizioni;
    • rivolgetevi solo a banche o a società finanziarie autorizzate e verificate personalmente i
       tassi di interesse applicati. Gli elenchi sono disponibili presso le filiali della Banca d'Italia e
       nella sede dell'Ufficio italiano cambi o consultabili sul sito www.uic.it;
• controllate che il contratto proposto contenga tutte le condizioni del prestito e le clausole
      contrattuali: sia i tassi sia le altre condizioni possono essere contrattati. Se non siete sicuri
      della qualità del prestito che state contraendo potete chiedere informazioni allo sportello
      antiusura della vostra provincia;
    • in caso di accoglimento della richiesta di credito, concordate un piano di rientro e fate
      attenzione agli sconfinamenti;
    • in caso di rifiuto, rivolgetevi alle associazioni o fondazioni antiusura, iscritte nell'apposito
      elenco tenuto dal Ministero del Tesoro, che, attingendo al Fondo di prevenzione del
      fenomeno dell'usura, possono costituirsi garanti per farvi ottenere un prestito dalle banche
      e dalle finanziarie.

Se siete commercianti:
     • conservate un rapporto corretto e di fiducia con i finanziatori autorizzati e con i creditori
        alimentando il loro affidamento economico;
     • mantenete un volume di attività compatibile con la capacità di assorbimento del mercato,
        evitando indebitamenti eccessivi o scorte di magazzino di difficoltoso smaltimento;
     • denunciate alle Autorità di polizia ogni proposta di prestito che possa avere caratteristiche
        onerose oltre i limiti fissati dalla legge;
     • aderite ad Associazioni di settore commerciale che possano mediare le esigenze economiche
        con i creditori e con le banche. Per le esigenze finanziarie della piccola attività artigianale,
        potete rivolgervi agli sportelli informativi delle associazioni di categoria ed alla Camera di
        Commercio, esponendo con chiarezza il fabbisogno o le ragioni del credito: potreste
        scoprire particolari agevolazioni;
     • affidatevi a tecnici commercialisti di provata esperienza che sappiano imprimere la giusta
        velocità all'attività commerciale, tenendo sotto stretto controllo le voci contabili;
     • monitorate costantemente (ogni trimestre) il livello dei tassi di interesse (art. 2 della Legge
        7 marzo 1996 n. 108 "Disposizioni in materia di usura").

Se siete in una condizione di usura:
     • raccogliete più elementi di prova possibili e denunciate, senza perdere tempo, l'usuraio alle
        Autorità di polizia: la legge aiuta le vittime dell'usura. Cercate il sostegno di
        un'associazione di categoria, di una fondazione o di un'associazione antiusura;
     • documentate le varie fasi del rapporto usuraio, ad esempio tenendo informati i familiari,
        ovvero conservando le matrici degli assegni e fotocopiando preventivamente i titoli
        consegnati in garanzia;
     • presentate alla Prefettura della provincia, una domanda di accesso al "Fondo di
        Solidarietà" finalizzata all'ottenimento di un prestito senza interessi. In caso di urgenza
        documentata, si può avere un anticipo fino al 50% del prestito stesso.
                                                                          (fonte: www.carabinieri.it)


Salute: l'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica mette in guardia dai ritocchi a
basso costo. La chirurgia plastica estetica non è uno scherzo e deve essere sempre opera di
professionisti seri e competenti!

        In una società dell'immagine come quella in cui viviamo purtroppo da tempo, incontrare per
strada donne la cui bellezza tutto può ritenersi fuorché opera di Madre Natura non sconvolge più
nessuno.
Siamo talmente abituati a vedere seni gonfiati come pneumatici da Tir, labbra plastificate sulle quali
l'acqua scivola via con la stessa facilità della pioggia sui finestrini e contorno-occhi così tirati che si
ha persino paura che, in caso di urto, le cornee possano schizzar fuori dalle orbite peggio di
proiettili da un mitra, che davvero non vi è più nulla che potrebbe stupirci: fosse anche lo scoprire
che esistono chirurghi, o presunti tali, capaci di cambiare i pezzi indesiderati più velocemente di un
team di tecnici della Formula Uno.
Ma proprio i chirurghi estetici, quelli che lavorano con serietà e professionalità, sono recentemente
scesi in campo per denunciare quanto fondamentale sia ponderare a fondo e con la dovuta
attenzione la scelta di ricorrere al bisturi per motivi puramente estetici.
In un comunicato stampa riportato sul sito www.aicpe.org, Mario Pelle Ceravolo, vicepresidente
dell'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), ha infatti espresso la
preoccupazione dell'Associazione per la tendenza, sempre più diffusa, ad accettare le cosiddette
“offerte speciali” ribadendo che “chi decide di sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica
estetica deve farlo con calma e giudizio, dopo aver scelto uno specialista a cui affidarsi e dopo
averne verificato le qualifiche. Si tratta sempre di un'operazione chirurgica, delicata e importante,
sia in termini di tecnica sia di risultati, che comporta necessariamente dei rischi. Inoltre apporta
dei cambiamenti definitivi nel corpo con i quali si dovrà convivere per il resto della vita”.
Il pericolo maggiore sembra essere rappresentato soprattutto da tutte quelle offerte veicolate anche
tramite internet “da gruppi commerciali che sfruttano l'impulso all'acquisto dei lettori, attraverso
forti sconti per un periodo limitato di tempo: un meccanismo che induce l'acquirente a credere che
si tratti di un affare così buono da non poter lasciarselo scappare. Ma se questa pratica può
funzionare per una borsa o una cena, le cose cambiano quando la posta in gioco è un trattamento
medico”. Il vicepresidente Ceravolo ha invitato chiunque volesse sottoporsi a un intervento di tal
genere a “riflettere bene prima di intraprendere un'operazione al naso o al seno. È ovvio che la
spesa rappresenta un fattore importante e un risparmio può rappresentare un incentivo nella
decisione, ma esistono tante altre riflessioni e valutazioni da fare prima di procedere ai fatti in una
scelta così importante, in cui in gioco c'è la propria salute... È importante che i pazienti sappiano
che ci sono costi che non si possono eliminare. Ad esempio nell'intervento più eseguito, quello di
mastoplastica additiva, il costo è determinato dalla spesa per le protesi, clinica, anestesia,
preparazione pre-operatoria e decorso post operatorio. A queste spese, ogni chirurgo ne può
aggiungere altri per migliorare la qualità del risultato (anestetici particolari, protesi di prova,
eccetera), oltre al proprio compenso. Sotto una certa cifra, è impossibile offrire un servizio di
qualità. Anche supponendo che il chirurgo rinunci al proprio onorario per farsi pubblicità, per
risparmiare potrebbe usare protesi di qualità discutibile, operare in un ambiente che non rispetta
tutti gli standard o risparmiare sull'anestesia. Insomma, a farne le spese è la sicurezza, che è un
dovere in ogni terapia chirurgica”. E se tutelarsi non è mai semplice, a dire il vero, non è nemmeno
impossibile! Secondo l'Associazione, ad esempio, si potrebbe pertanto cominciare col “controllare
che il chirurgo scelto sia un professionista serio, che abbia il titolo di specializzazione in chirurgia
plastica, che sia iscritto a un'associazione di categoria (Aicpe o Sicpre) e che operi in strutture
adeguate. Un professionista valido e competente deve dedicare tutto il tempo necessario a illustrare
le caratteristiche di un intervento in maniera realistica e non superficiale, spiegandone i vantaggi e
le possibili complicanze, esponendo a ogni paziente un consenso informato che sia chiaro e
comprensibile in tutti i suoi punti”.
                                                                                 (fonte: www.aicpe.org)


Ricevute fiscali: la Guardia di Finanza ci spiega come si fa per controllarne validità e
correttezza.

       C'è chi li chiama “furbetti”, chi li definisce “scorretti” e chi senza troppi peli sulla lingua
non teme di definirli “evasori”. In qualunque modo li si voglia chiamare è certo che nel nostro paese
c'è sempre qualcuno convinto di potersi più o meno inavvertitamente scordare di emettere uno
scontrino, una ricevuta fiscale o una fattura.
E tanto più le difficoltà economiche si fanno sentire sulla schiena di tutti, tanto più costoro si
sentono incomprensibilmente legittimati a lasciare spento il registratore di cassa o in bianco il foglio
di calcolo per la fattura.
Tanto “chi vuoi che se ne accorga”?
Beh, magari il primo a notare l'assenza del documento fiscale potrebbe essere proprio il
consumatore al quale si è ceduto un bene o la prestazione di un servizio, il quale, preso atto della
“dimenticanza”, potrebbe anche decidere di inoltrare una segnalazione alla Guardia di Finanza.
Per farlo occorre ovviamente saper comprendere la differenza tra i vari documenti fiscali e in quale
modo essi dovrebbero essere emessi.
Un valido aiuto in tal senso viene proprio dalla Guardia di Finanza che, tra i consigli utili inseriti
nella sezione “Servizi per il cittadino” presente sul sito internet www.gdf.gov.it, ha riportato uno
schema davvero ben spiegato e sintetizzato:

Scontrini e ricevute fiscali
Sono tre i documenti fiscali che, in genere, devono essere emessi a fronte della cessione di beni o
della prestazione di servizi:
     • lo scontrino fiscale;
     • la ricevuta fiscale;
     • la fattura.

Fattura:
    • deve essere emessa:
           • per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, intercorse tra soggetti muniti di
               partita IVA, effettuate nell'esercizio di attività d'impresa o professionale;
           • in ogni caso, quando è richiesta dal cliente (anche non titolare di partita IVA) non
               oltre il momento di effettuazione dell'operazione.
    • deve contenere, tra l'altro:
           • natura, qualità e quantità dei beni ceduti e dei servizi prestati;
           • importo dei beni e dei servizi (al netto deIl'IVA);
           • aliquota IVA applicata;
           • l'importo dell'IVA per ogni prodotto;
           • totale fattura.
Quando chi acquista la merce è titolare di partita IVA, il rilascio della fattura gli permette il
recupero dell'IVA da lui pagata.

Scontrino/Ricevuta fiscale:
La ricevuta e lo scontrino fiscale devono essere emessi dai commercianti al minuto ed assimilati
(ad esempio artigiani) a fronte di cessioni di beni e prestazioni di servizi rese nei confronti di utenti
finali.
Tali documenti sono rilasciati per mezzo di appositi apparati denominati "misuratori fiscali"; la
ricevuta fiscale può essere emessa anche avvalendosi di stampati cartacei da compilare
manualmente.
È altresì consentita l'emissione di scontrini manuali o a tagli fissi, però solo agli esercenti l'attività
in forma itinerante ed al ricorrere di specifiche condizioni.
L'indicazione sullo scontrino o sulla ricevuta fiscale dell'esatta natura del prodotto acquistato è
facoltativa.
La ricevuta e lo scontrino costituiscono l'adempimento documentale più efficace, ancorché non
decisivo, per contrastare l'occultamento dei corrispettivi.
Una volta rilasciato il documento al cliente, l'operatore è indotto a registrare l'operazione, nella
consapevolezza di non poterne nascondere le tracce.
Nei casi di mancata emissione dello scontrino o della ricevuta è prevista una specifica sanzione
solo per il commerciante e non in capo al cliente. La Guardia di Finanza, nel più ampio contesto
della lotta all'evasione fiscale, si avvale dei poteri conferiti dalla legge per contrastare tutti quei
comportamenti non conformi alle regole imposte dal legislatore (mancato rilascio, emissione
irregolare, ecc.).

E la Guardia di Finanza, nel sottolineare che “un importante ruolo però, può essere svolto anche
dal cittadino” ricorda che spetta a quest'ultimo oltre che “richiedere il documento a fronte del
pagamento effettuato” anche “controllare anche l'esattezza dei dati fiscali riportati su tali
documenti. Importante è verificare che l'importo corrisposto sia lo stesso riportato sul documento
fiscale. Il prezzo dei beni o servizi, se non diversamente specificato, deve intendersi sempre
comprensivo di I.V.A. Va poi segnalata la prassi diffusa, soprattutto nei locali aperti al pubblico
(quali bar e ristoranti), di utilizzare, per finalità gestionali, scontrini non fiscali. Questa modalità è
considerata legittima, ma gli scontrini devono presentare un colore differente dall'ordinario ed
avere impressa la dicitura "non vale come scontrino fiscale". In tali circostanze, all'atto del
pagamento, deve sempre essere rilasciata apposita documentazione fiscale. Qualora, viceversa,
non venga emesso un regolare scontrino o ricevuta fiscale, il soggetto commette una violazione,
sanzionata amministrativamente; al fine di evitare che questa pratica sia sfruttata per evadere le
imposte, in caso di inadempienza da parte dell'esercente è buona prassi che il cliente chieda
sempre l'emissione del regolare documento fiscale”.
I dati fiscali da verificare nello specifico sono:

Scontrino: deve contenere alcuni elementi necessari, quali:
   1. dati identificativi dell'esercente l'attività commerciale (denominazione, ditta o ragione
       sociale o cognome e nome);
   2. numero di partita IVA e ubicazione dell'esercizio;
   3. corrispettivo, data, ora di emissione e numero progressivo;
   4. logotipo fiscale " MF ", seguito da una serie di lettere e numeri.

La ricevuta fiscale, invece, deve contenere:
    1. dati identificativi dell'esercente (denominazione, ditta o ragione sociale o cognome e nome);
    2. quantità, natura e qualità dei beni o servizi;
    3. ammontare dei corrispettivi dovuti comprensivi dell'imposta sul valore aggiunto.

Lo scontrino e la ricevuta devono essere rilasciati al momento del pagamento totale o parziale del
corrispettivo.
Nei casi di prestazioni ultimate ma non ancora determinate nel corrispettivo o comunque quando il
pagamento non è ancora avvenuto, va ugualmente rilasciata una ricevuta o scontrino con
l'indicazione "corrispettivo non pagato".
Bisogna evidenziare, inoltre, che vi possono essere soggetti esonerati dall'obbligo di emissione
dello scontrino/ ricevuta fiscale, come, ad esempio, gli operatori della grande distribuzione, se
scelgono di trasmettere telematicamente e con cadenza giornaliera i corrispettivi conseguiti
all'Agenzia delle Entrate.
Esistono, poi, delle operazioni per le quali è previsto l'esonero dell'emissione dello scontrino o
della ricevuta fiscale, quali, ad esempio, le cessioni di tabacchi, di carburanti per l'autotrazione, di
giornali e beni mediante distributori automatici funzionanti a gettone o a moneta."
Altri casi di esonoro del rilascio dello scontrino o della ricevuta sono previsti per i taxisti e per
altre attività considerate minori (ad esempio, ciabattini, ombrellai ed arrotini).
                                                                               (fonte: www.gdf.gov.it)
ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE
                        E' ANCHE SU FACEBOOK

                              VIENI A TROVARCI SU:

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        ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE
                 E LA REDAZIONE DI
              CONSUMER MEMORANDUM

                    AUGURANO A TUTTI VOI
                     UNA FELICE EPIFANIA
                 E UNA SERENA CONCLUSIONE
                 DELLE FESTIVITA' NATALIZIE !




                   ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE
     Torino (sede nazionale) Tel. 011 4366566 – (sede provinciale) Tel. 011 4544363

                        Associazione Consumatori Piemonte
                                 è anche presente in

                         Liguria (Genova - Tel. 010 2464497)
                       Lombardia (Pavia - Tel. 331 9358564)
                       Marche (Macerata - Tel. 0733 283726)
         Piemonte (Alessandria - Tel. 0131 341120; Biella - Tel. 015 8461457;
                Asti - Tel. 0141 598007; Vercelli - Tel. 0161 211943)
                        Sardegna (Sassari - Tel. 079 2028053)
                  Trentino Alto Adige (Trento - Tel. 0461 914230)
                      Valle d'Aosta (Aosta - Tel. 0165 230074)
                    Veneto (Venezia Mestre - Tel. 041 5044268)

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  • 1. CONSUMER MEMORANDUM Newsletter a cura di ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE Anno 4° - Numero 1 - Gennaio 2013 SOMMARIO: Le news LE NEWS Prestiti: se avete bisogno di soldi e una persona vi offre una tasso di interesse superiore al “tasso soglia” siete proprio sicuri d'aver incontrato il benefattore del secolo? ...Che non sia magari uno strozzino? Che di truffatori il mondo sia pieno è verità tanto assodata quanto inconfutabile. Del resto se vivessimo in società popolate di sole persone oneste non solo nei Tribunali non si dovrebbe più far la fila per iscrivere a ruolo una causa o depositare un atto ma le pagine di cronaca nera dei quotidiani finirebbero con l'essere tinte solo di rosa! E invece per ogni persona davvero onesta che si incontra bisogna tenere le dita incrociate affinché dietro l'angolo non ve ne sia invece una altrettanto disonesta pronta a tenderci un tranello e ad approfittarsi della nostra ingenuità o buona fede. Nonostante gli sforzi compiuti da tutti noi per non abbassare la guardia e offrire il fianco a chi potrebbe non avere delle buone intenzioni nei nostri confronti, esistono delle situazioni in cui la mancanza di soldi e la necessità di doverli reperire in tempi brevissimi ci impediscono di mantenere la dovuta lucidità spingendoci tra le grinfie dei cosiddetti “usurai” ovvero di persone apparentemente molto disponibili e generose ma che in realtà altro non pensano che ai propri profitti e ai facili guadagni che possono realizzare sulla nostra pelle. Come ben sottolineato dall'Arma dei Carabinieri infatti “il presunto "benefattore" si trasforma in "strozzino" quando la somma ricevuta cresce a dismisura per gli inarrestabili interessi e per restituire il denaro avuto si contrae un ulteriore debito. Così, in tempi brevi ci si accorge che il debito è diventato parecchie volte superiore al prestito inizialmente contratto e che la situazione è ormai fuori da ogni controllo personale”. Che si sia un padre di famiglia, un commerciante, un imprenditore o una coppia di anziani la cui pensione non basta a coprire i costi delle medicine a taluni “soggetti” poco importa, anzi... Maggiore è la disperazione di chi non ha più un centesimo bucato in tasca più facile sarà l'impresa e il raggiungimento del risultato voluto! Per tale motivo occorre imparare a difendersi adeguatamente da chiunque pensi di poter sfruttare l'altrui disperazione a proprio vantaggio e poiché la conoscenza è il primo strumento di difesa ecco di seguito i consigli dell'Arma così come riportati sul sito internet www.carabinieri.it: In generale: • "non fate il passo più lungo della gamba". Non recatevi mai, per nessuna ragione, da chi offre denaro in prestito con rapide procedure chiedendovi in cambio interessi elevati o altre pesanti condizioni; • rivolgetevi solo a banche o a società finanziarie autorizzate e verificate personalmente i tassi di interesse applicati. Gli elenchi sono disponibili presso le filiali della Banca d'Italia e nella sede dell'Ufficio italiano cambi o consultabili sul sito www.uic.it;
  • 2. • controllate che il contratto proposto contenga tutte le condizioni del prestito e le clausole contrattuali: sia i tassi sia le altre condizioni possono essere contrattati. Se non siete sicuri della qualità del prestito che state contraendo potete chiedere informazioni allo sportello antiusura della vostra provincia; • in caso di accoglimento della richiesta di credito, concordate un piano di rientro e fate attenzione agli sconfinamenti; • in caso di rifiuto, rivolgetevi alle associazioni o fondazioni antiusura, iscritte nell'apposito elenco tenuto dal Ministero del Tesoro, che, attingendo al Fondo di prevenzione del fenomeno dell'usura, possono costituirsi garanti per farvi ottenere un prestito dalle banche e dalle finanziarie. Se siete commercianti: • conservate un rapporto corretto e di fiducia con i finanziatori autorizzati e con i creditori alimentando il loro affidamento economico; • mantenete un volume di attività compatibile con la capacità di assorbimento del mercato, evitando indebitamenti eccessivi o scorte di magazzino di difficoltoso smaltimento; • denunciate alle Autorità di polizia ogni proposta di prestito che possa avere caratteristiche onerose oltre i limiti fissati dalla legge; • aderite ad Associazioni di settore commerciale che possano mediare le esigenze economiche con i creditori e con le banche. Per le esigenze finanziarie della piccola attività artigianale, potete rivolgervi agli sportelli informativi delle associazioni di categoria ed alla Camera di Commercio, esponendo con chiarezza il fabbisogno o le ragioni del credito: potreste scoprire particolari agevolazioni; • affidatevi a tecnici commercialisti di provata esperienza che sappiano imprimere la giusta velocità all'attività commerciale, tenendo sotto stretto controllo le voci contabili; • monitorate costantemente (ogni trimestre) il livello dei tassi di interesse (art. 2 della Legge 7 marzo 1996 n. 108 "Disposizioni in materia di usura"). Se siete in una condizione di usura: • raccogliete più elementi di prova possibili e denunciate, senza perdere tempo, l'usuraio alle Autorità di polizia: la legge aiuta le vittime dell'usura. Cercate il sostegno di un'associazione di categoria, di una fondazione o di un'associazione antiusura; • documentate le varie fasi del rapporto usuraio, ad esempio tenendo informati i familiari, ovvero conservando le matrici degli assegni e fotocopiando preventivamente i titoli consegnati in garanzia; • presentate alla Prefettura della provincia, una domanda di accesso al "Fondo di Solidarietà" finalizzata all'ottenimento di un prestito senza interessi. In caso di urgenza documentata, si può avere un anticipo fino al 50% del prestito stesso. (fonte: www.carabinieri.it) Salute: l'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica mette in guardia dai ritocchi a basso costo. La chirurgia plastica estetica non è uno scherzo e deve essere sempre opera di professionisti seri e competenti! In una società dell'immagine come quella in cui viviamo purtroppo da tempo, incontrare per strada donne la cui bellezza tutto può ritenersi fuorché opera di Madre Natura non sconvolge più nessuno. Siamo talmente abituati a vedere seni gonfiati come pneumatici da Tir, labbra plastificate sulle quali l'acqua scivola via con la stessa facilità della pioggia sui finestrini e contorno-occhi così tirati che si ha persino paura che, in caso di urto, le cornee possano schizzar fuori dalle orbite peggio di
  • 3. proiettili da un mitra, che davvero non vi è più nulla che potrebbe stupirci: fosse anche lo scoprire che esistono chirurghi, o presunti tali, capaci di cambiare i pezzi indesiderati più velocemente di un team di tecnici della Formula Uno. Ma proprio i chirurghi estetici, quelli che lavorano con serietà e professionalità, sono recentemente scesi in campo per denunciare quanto fondamentale sia ponderare a fondo e con la dovuta attenzione la scelta di ricorrere al bisturi per motivi puramente estetici. In un comunicato stampa riportato sul sito www.aicpe.org, Mario Pelle Ceravolo, vicepresidente dell'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), ha infatti espresso la preoccupazione dell'Associazione per la tendenza, sempre più diffusa, ad accettare le cosiddette “offerte speciali” ribadendo che “chi decide di sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica estetica deve farlo con calma e giudizio, dopo aver scelto uno specialista a cui affidarsi e dopo averne verificato le qualifiche. Si tratta sempre di un'operazione chirurgica, delicata e importante, sia in termini di tecnica sia di risultati, che comporta necessariamente dei rischi. Inoltre apporta dei cambiamenti definitivi nel corpo con i quali si dovrà convivere per il resto della vita”. Il pericolo maggiore sembra essere rappresentato soprattutto da tutte quelle offerte veicolate anche tramite internet “da gruppi commerciali che sfruttano l'impulso all'acquisto dei lettori, attraverso forti sconti per un periodo limitato di tempo: un meccanismo che induce l'acquirente a credere che si tratti di un affare così buono da non poter lasciarselo scappare. Ma se questa pratica può funzionare per una borsa o una cena, le cose cambiano quando la posta in gioco è un trattamento medico”. Il vicepresidente Ceravolo ha invitato chiunque volesse sottoporsi a un intervento di tal genere a “riflettere bene prima di intraprendere un'operazione al naso o al seno. È ovvio che la spesa rappresenta un fattore importante e un risparmio può rappresentare un incentivo nella decisione, ma esistono tante altre riflessioni e valutazioni da fare prima di procedere ai fatti in una scelta così importante, in cui in gioco c'è la propria salute... È importante che i pazienti sappiano che ci sono costi che non si possono eliminare. Ad esempio nell'intervento più eseguito, quello di mastoplastica additiva, il costo è determinato dalla spesa per le protesi, clinica, anestesia, preparazione pre-operatoria e decorso post operatorio. A queste spese, ogni chirurgo ne può aggiungere altri per migliorare la qualità del risultato (anestetici particolari, protesi di prova, eccetera), oltre al proprio compenso. Sotto una certa cifra, è impossibile offrire un servizio di qualità. Anche supponendo che il chirurgo rinunci al proprio onorario per farsi pubblicità, per risparmiare potrebbe usare protesi di qualità discutibile, operare in un ambiente che non rispetta tutti gli standard o risparmiare sull'anestesia. Insomma, a farne le spese è la sicurezza, che è un dovere in ogni terapia chirurgica”. E se tutelarsi non è mai semplice, a dire il vero, non è nemmeno impossibile! Secondo l'Associazione, ad esempio, si potrebbe pertanto cominciare col “controllare che il chirurgo scelto sia un professionista serio, che abbia il titolo di specializzazione in chirurgia plastica, che sia iscritto a un'associazione di categoria (Aicpe o Sicpre) e che operi in strutture adeguate. Un professionista valido e competente deve dedicare tutto il tempo necessario a illustrare le caratteristiche di un intervento in maniera realistica e non superficiale, spiegandone i vantaggi e le possibili complicanze, esponendo a ogni paziente un consenso informato che sia chiaro e comprensibile in tutti i suoi punti”. (fonte: www.aicpe.org) Ricevute fiscali: la Guardia di Finanza ci spiega come si fa per controllarne validità e correttezza. C'è chi li chiama “furbetti”, chi li definisce “scorretti” e chi senza troppi peli sulla lingua non teme di definirli “evasori”. In qualunque modo li si voglia chiamare è certo che nel nostro paese c'è sempre qualcuno convinto di potersi più o meno inavvertitamente scordare di emettere uno scontrino, una ricevuta fiscale o una fattura.
  • 4. E tanto più le difficoltà economiche si fanno sentire sulla schiena di tutti, tanto più costoro si sentono incomprensibilmente legittimati a lasciare spento il registratore di cassa o in bianco il foglio di calcolo per la fattura. Tanto “chi vuoi che se ne accorga”? Beh, magari il primo a notare l'assenza del documento fiscale potrebbe essere proprio il consumatore al quale si è ceduto un bene o la prestazione di un servizio, il quale, preso atto della “dimenticanza”, potrebbe anche decidere di inoltrare una segnalazione alla Guardia di Finanza. Per farlo occorre ovviamente saper comprendere la differenza tra i vari documenti fiscali e in quale modo essi dovrebbero essere emessi. Un valido aiuto in tal senso viene proprio dalla Guardia di Finanza che, tra i consigli utili inseriti nella sezione “Servizi per il cittadino” presente sul sito internet www.gdf.gov.it, ha riportato uno schema davvero ben spiegato e sintetizzato: Scontrini e ricevute fiscali Sono tre i documenti fiscali che, in genere, devono essere emessi a fronte della cessione di beni o della prestazione di servizi: • lo scontrino fiscale; • la ricevuta fiscale; • la fattura. Fattura: • deve essere emessa: • per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, intercorse tra soggetti muniti di partita IVA, effettuate nell'esercizio di attività d'impresa o professionale; • in ogni caso, quando è richiesta dal cliente (anche non titolare di partita IVA) non oltre il momento di effettuazione dell'operazione. • deve contenere, tra l'altro: • natura, qualità e quantità dei beni ceduti e dei servizi prestati; • importo dei beni e dei servizi (al netto deIl'IVA); • aliquota IVA applicata; • l'importo dell'IVA per ogni prodotto; • totale fattura. Quando chi acquista la merce è titolare di partita IVA, il rilascio della fattura gli permette il recupero dell'IVA da lui pagata. Scontrino/Ricevuta fiscale: La ricevuta e lo scontrino fiscale devono essere emessi dai commercianti al minuto ed assimilati (ad esempio artigiani) a fronte di cessioni di beni e prestazioni di servizi rese nei confronti di utenti finali. Tali documenti sono rilasciati per mezzo di appositi apparati denominati "misuratori fiscali"; la ricevuta fiscale può essere emessa anche avvalendosi di stampati cartacei da compilare manualmente. È altresì consentita l'emissione di scontrini manuali o a tagli fissi, però solo agli esercenti l'attività in forma itinerante ed al ricorrere di specifiche condizioni. L'indicazione sullo scontrino o sulla ricevuta fiscale dell'esatta natura del prodotto acquistato è facoltativa. La ricevuta e lo scontrino costituiscono l'adempimento documentale più efficace, ancorché non decisivo, per contrastare l'occultamento dei corrispettivi. Una volta rilasciato il documento al cliente, l'operatore è indotto a registrare l'operazione, nella consapevolezza di non poterne nascondere le tracce. Nei casi di mancata emissione dello scontrino o della ricevuta è prevista una specifica sanzione
  • 5. solo per il commerciante e non in capo al cliente. La Guardia di Finanza, nel più ampio contesto della lotta all'evasione fiscale, si avvale dei poteri conferiti dalla legge per contrastare tutti quei comportamenti non conformi alle regole imposte dal legislatore (mancato rilascio, emissione irregolare, ecc.). E la Guardia di Finanza, nel sottolineare che “un importante ruolo però, può essere svolto anche dal cittadino” ricorda che spetta a quest'ultimo oltre che “richiedere il documento a fronte del pagamento effettuato” anche “controllare anche l'esattezza dei dati fiscali riportati su tali documenti. Importante è verificare che l'importo corrisposto sia lo stesso riportato sul documento fiscale. Il prezzo dei beni o servizi, se non diversamente specificato, deve intendersi sempre comprensivo di I.V.A. Va poi segnalata la prassi diffusa, soprattutto nei locali aperti al pubblico (quali bar e ristoranti), di utilizzare, per finalità gestionali, scontrini non fiscali. Questa modalità è considerata legittima, ma gli scontrini devono presentare un colore differente dall'ordinario ed avere impressa la dicitura "non vale come scontrino fiscale". In tali circostanze, all'atto del pagamento, deve sempre essere rilasciata apposita documentazione fiscale. Qualora, viceversa, non venga emesso un regolare scontrino o ricevuta fiscale, il soggetto commette una violazione, sanzionata amministrativamente; al fine di evitare che questa pratica sia sfruttata per evadere le imposte, in caso di inadempienza da parte dell'esercente è buona prassi che il cliente chieda sempre l'emissione del regolare documento fiscale”. I dati fiscali da verificare nello specifico sono: Scontrino: deve contenere alcuni elementi necessari, quali: 1. dati identificativi dell'esercente l'attività commerciale (denominazione, ditta o ragione sociale o cognome e nome); 2. numero di partita IVA e ubicazione dell'esercizio; 3. corrispettivo, data, ora di emissione e numero progressivo; 4. logotipo fiscale " MF ", seguito da una serie di lettere e numeri. La ricevuta fiscale, invece, deve contenere: 1. dati identificativi dell'esercente (denominazione, ditta o ragione sociale o cognome e nome); 2. quantità, natura e qualità dei beni o servizi; 3. ammontare dei corrispettivi dovuti comprensivi dell'imposta sul valore aggiunto. Lo scontrino e la ricevuta devono essere rilasciati al momento del pagamento totale o parziale del corrispettivo. Nei casi di prestazioni ultimate ma non ancora determinate nel corrispettivo o comunque quando il pagamento non è ancora avvenuto, va ugualmente rilasciata una ricevuta o scontrino con l'indicazione "corrispettivo non pagato". Bisogna evidenziare, inoltre, che vi possono essere soggetti esonerati dall'obbligo di emissione dello scontrino/ ricevuta fiscale, come, ad esempio, gli operatori della grande distribuzione, se scelgono di trasmettere telematicamente e con cadenza giornaliera i corrispettivi conseguiti all'Agenzia delle Entrate. Esistono, poi, delle operazioni per le quali è previsto l'esonero dell'emissione dello scontrino o della ricevuta fiscale, quali, ad esempio, le cessioni di tabacchi, di carburanti per l'autotrazione, di giornali e beni mediante distributori automatici funzionanti a gettone o a moneta." Altri casi di esonoro del rilascio dello scontrino o della ricevuta sono previsti per i taxisti e per altre attività considerate minori (ad esempio, ciabattini, ombrellai ed arrotini). (fonte: www.gdf.gov.it)
  • 6. ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE E' ANCHE SU FACEBOOK VIENI A TROVARCI SU: http://www.facebook.com/pages/Associazione-Consumatori-Piemonte/517885468230668 ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE E LA REDAZIONE DI CONSUMER MEMORANDUM AUGURANO A TUTTI VOI UNA FELICE EPIFANIA E UNA SERENA CONCLUSIONE DELLE FESTIVITA' NATALIZIE ! ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE Torino (sede nazionale) Tel. 011 4366566 – (sede provinciale) Tel. 011 4544363 Associazione Consumatori Piemonte è anche presente in Liguria (Genova - Tel. 010 2464497) Lombardia (Pavia - Tel. 331 9358564) Marche (Macerata - Tel. 0733 283726) Piemonte (Alessandria - Tel. 0131 341120; Biella - Tel. 015 8461457; Asti - Tel. 0141 598007; Vercelli - Tel. 0161 211943) Sardegna (Sassari - Tel. 079 2028053) Trentino Alto Adige (Trento - Tel. 0461 914230) Valle d'Aosta (Aosta - Tel. 0165 230074) Veneto (Venezia Mestre - Tel. 041 5044268)