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PARTE1ERGONOMIA
Giuseppe MASSARA
“ARMONIA MENTE CORPO NATURA”
Motricità umana ed elementi
di ergonomia biofunzionale
1. INTRODUZIONE
La scienza del movimento umano deve
partire dall’esistenza corporea come tota-
lità ed unità inscindibile, l’uomo in movi-
mento non deve essere studiato soltanto
come una macchina fatta di leve, cerniere
e muscoli, ma anche per le sue implica-
zioni neurologiche, tonico-emozionali e
comportamentali.
L’uomo e la sua postura, come pure il
movimento e la gestualità, sono il risul-
tato di più fattori riconducibili in parte alla
filogenesi, ma soprattutto allo sviluppo
ontogenetico della specie, all’integrità
dei suoi sistemi ed apparati (vestibolare
ed oculomotore, percettivo-sensoriale
e neuromotorio, muscolo-scheletrico,
cardio-respiratorio ecc.), ed ai condizio-
namenti sociali, relazionali, educativi, af-
fettivi ed emozionali specifici per ciascun
individuo (Fig.1).
Sul genotipo tendono ad interferire, anche
in modo preponderante, le interazioni so-
cio-culturali, infatti alla base del repertorio
genetico dell’uomo agiscono meccanismi
che assicurano l’adattamento dinamico
del genotipo all’ambiente, non limitandosi
pertanto alla sola funzione omeostatica.
Il movimento umano costituisce una com-
plessa organizzazione prassica, in un con-
testo di adattamento all’ambiente gravita-
zionale, di raccolta d’informazioni interne
ed ambientali, attraverso vie sensoriali,
cinestesiche e cenestesiche, elaborazione
ed integrazione dei dati, risposte riflesse,
automatiche o volontarie in un dedalo di
vie afferenti ed efferenti, incroci e scambi
sinaptici, meccanismi di feed-back e fe-
ed-foreword, controlli con mediazioni e re-
golazioni ai vari livelli del sistema nervoso
centrale (S.N.C.), meccanismi di inibizione
ed eccitazione etc. (1).
Interazioni:
uomo
uomo-emotivo
uomo-mentale
ambiente
fisico
relazionale
Fig. 1 - Interazioni tra uomo-mente-emozioni ed ambiente fisico e relazionale
13
14
Parte 1 ERGONOMIA, POSTURA, MOVIMENTO NELL’UOMO
Nell’esecuzione di un movimento inter-
vengono più eventi e funzioni, alcune per
la rappresentazione dei movimenti da
eseguire (engrammi motori), altri per as-
sicurare un ordine nella loro successione
(funzioni prassiche), o per garantire equi-
librio, direzione e giusta forza (funzioni
tassiche), o per l’identificazione delle po-
sizioni nello spazio dei segmenti corporei
(funzione somatognosica), sono inoltre
coinvolte acquisizioni spazio-temporali
legate a problemi di dominanza emisfe-
rica e di lateralizzazione, di strutturazione
dello schema corporeo, di coordinazione
in relazione al livello di maturazione degli
schemi motori di base utilizzati, ecc. Le
funzioni sopra accennate non costitui-
scono acquisizioni di fatto, ma si giunge
ad esse attraverso vari stadi di apprendi-
mento dove il fattore esperienza, anello di
congiunzione tra il funzionale e lo psico-
logico, consente la completezza dei dati
già registrati, relativi agli schemi motori in
virtù dell’attività sensorio-motrice e fina-
lizzati alla costruzione dell’immagine del
movimento (2).
La costruzione dell’immagine del mo-
vimento, richiede la capacità di rappre-
sentarsi un’azione mentale sulla base
di informazioni acquisite e richiamate
dalla memoria propriocettiva, ma anche
dall’osservazione di un esatto movimento
(neuroni specchio), dove il cervello è pro-
tagonista della visualizzazione del movi-
mento, pur non producendo movimento.
Le memorie richiamate sono tattili, cine-
stesiche, pressorie, esse consentono al
soggetto di sentirsi nel compimento di una
determinata azione. Infatti, il movimento
volontario non è un insieme di azioni ca-
suali, ma è la sequenza logica di un piano
prestabilito di geometrie neuronali, acqui-
sito e perfezionato su base esperienziale.
Per l’esecuzione del movimento concor-
rono tutte le componenti elementari ne-
cessarie all’esecuzione del gesto voluto,
nella successione spazio-temporale e nel
rispetto di tutti i parametri necessari per
l’esecuzione corretta di un atto finalizzato
(engrammi neuromotori). Inoltre, i para-
metri per un’immagine motoria corretta
sono in relazione alla quantità e qualità
dell’esperienze effettuate.
Ciò giustifica la concezione del corpo
vissuto in azione e non più del corpo
strumento, inoltre sottolinea l’importan-
za del movimento come mezzo di co-
noscenza di se stesso ed esplorazione
dell’ambiente, per un corretto sviluppo
della motricità e dei meccanismi che l’or-
ganizzano, la gestiscono e la controllano.
Essa in tutte le sue espressioni e soprat-
tutto nella senso-motricità, costituisce la
base delle prime costruzioni logiche, che
sostengono lo sviluppo dell’intelligenza;
questa viene intesa come capacità cogni-
tiva, cioè come insieme di processi che
consentono di interagire con il mondo e
di elaborare informazioni ad esso relative,
sintetizzandole per usarle in modo finaliz-
zato. Ciò si realizza attraverso un proces-
so di adattamento all’ambiente per stadi
successivi di esperienze psicomotorie e
mediante due processi complementari:
l’assimilazione e l’accomodamento
(3). Sono processi cognitivi l’apprendi-
mento, l’immagine motoria, la percezio-
ne, l’attenzione, il linguaggio, la memoria.
Motricità e cognitività sono intimamente
correlate; Leiner et al. hanno evidenziato
il coinvolgimento del cervelletto anche nel
controllo di funzioni cognitive, integrando
le informazioni provenienti dalla corteccia,
dal midollo spinale e dagli organi di sen-
so (4). Esso partecipa a diverse funzioni
associate al movimento come l’equilibrio,
infatti ricevendo informazioni dai recetto-
ri vestibolari presenti nell’orecchio e dai
propriocettori, dai quali rileva la posizione
del corpo nello spazio. Il cervelletto regola
l’attività dei motoneuroni compensando i
cambiamenti della posizione del corpo e
del carico cui sono sottoposti i muscoli;
IL MOVIMENTO
Mario CANEPA
PARTE2
75
ERGONOMIA - MOTRICITÀ UMANA ED ELEMENTI DI ERGONOMIA BIOFUNZIONALE
75
IL MOVIMENTO - LA PERSONALITÀ MOTORIA
La personalità
motoria
1 - Costruire la Personalità Motoria
Il termine “Personalità Motoria” è stato
coniato alcuni anni fa in occasione di un
corso di formazione per insegnanti della
scuola dell’infanzia e della primaria.
Il punto di partenza è dato dall’osserva-
zione delle grandi problematiche che
coinvolgono il mondo della scuola.
La nostra Società è ricca di problemi di
relazione, comunicazione, identità perso-
nale che minano il comportamento uma-
no naturale; la socialità e i disturbi vari
della personalità completano un quadro
al limite della patologia psicologica.
Il termine di Personalità Motoria indica la
disponibilità stessa della persona al mo-
vimento, alla relazione con l’ambiente,
all’adattamento, alle situazioni di appren-
dimento e alla soluzione di problemi ge-
nerali di coordinazione dello spazio, dei
tempi di reazione e delle scelte operative.
La personalità motoria non è altro che il
modo di relazionarsi con le persone, gli
ambienti, gli oggetti secondo il proprio
equilibrio psico-fisico e relazionale.
Proponiamo quindi un’estensione del
concetto di schema corporeo (1), come
l’integrazione e interazione tra psiche e
corpo, pensiero e movimento, percezione
ed esecuzione, equilibrio e postura.
La personalità motoria è quindi il risultato
di un processo evolutivo che si forma già
nel grembo materno e si evolve per tutta
la vita. Il feto è in grado di rispondere a
ogni stimolo esterno percepito.
La personalità si forma inoltre in base alle
variegate esperienze motorie che ogni
persona affronta nella propria vita in un
continuum tra motricità ed esperienze di
movimento.
Lo sviluppo della motricità può avvenire
attraverso la consapevolezza di sé, strut-
turata sullo sviluppo della motricità stes-
sa. Imparo muovendomi e muovendomi
imparo.
I meccanismi dell’apprendimento umano
consistono proprio nella possibilità di ac-
quisire, strutturare, integrare, modificare,
adattare e perfezionare le esperienze
motorie. Il processo che si struttura è ba-
sato su un circuito di feedback che nasce,
si sviluppa ed evolve senza soluzione di
continuità. Le informazioni acquisite dal
feedback sono determinanti per l’appren-
dimento, ma talvolta tali informazioni de-
vono essere “filtrate” da un esperto per
evitare una ridondanza che può disorien-
tare.
76
Parte 1 ERGONOMIA, POSTURA, MOVIMENTO NELL’UOMO
76
Parte 2 ERGONOMIA, POSTURA, MOVIMENTO NELL’UOMO
1.1 Costruire il movimento
Costruire è una voce più appropriata per
l’edilizia che per le scienze umane.
È consuetudine utilizzarla in inglese (body
building, ad es.) ed è espressione anche
di un processo organizzato nel tempo
e nello spazio che si avvale di continui
adattamenti e consente di raggiungere un
risultato finale da confrontare con l’idea di
partenza.
Il movimento, l’esperienza motoria, la
personalità motoria sono in successione
e in progressione nella crescita individua-
le della persona, adeguati alle possibilità
e opportunità di reazione e interazione
con l’ambiente, le persone e gli oggetti.
Circa l’evoluzione motoria J. Piaget affer-
ma che ogni età cronologica corrisponda,
in linea di massima, a un tipo di sviluppo
motorio (2).
Un tempo avremmo scritto: “Quali mate-
riali concorrono alla costruzione del mo-
vimento?”, ora riteniamo più appropriato
formulare: “Di quali esperienze ho biso-
gno per costruire il mio movimento?”.
Il “mio movimento” è la mia persona-
lità motoria.
Se osserviamo un movimento spontaneo
della vita di tutti i giorni, come ad esem-
pio, salire e scendere da un marciapiede,
è difficile trovare due prestazioni uguali:
tutte sono efficaci (raggiungere lo scopo),
ma solo pochi movimenti risulteranno “ar-
moniosi” e “liberi”.
È l’armonia espressa dall’esecuzione del
movimento che rende evidente il livello di
“competenza”inqualsiasimanifestazione.
I bambini che corrono o giocano in
libertà in un parco, acquisiranno anche
un senso di sicurezza, non subiranno
tensioni emotive e saranno bambini liberi,
potranno subire qualche piccolo trauma,
ma saranno consapevoli che “è normale
cadere”.
I bambini frenati nelle attività ludico-moto-
rie spontanee saranno sempre timorosi,
insicuri e dipendenti dalla guida dell’adul-
to.
Più sopra accennavamo agli elementi che
concorrono allo sviluppo della personali-
tà motoria e quindi all’organizzazione e
strutturazione della coscienza di sé.
Si può schematizzare il processo nel
modo seguente (Fig.25).
Fig. 25 - Strutturazione (costruzione) della personalità motoria.
EDUCAZIONE
POSTURALE
Paolo CABELLA
PARTE3
131
ERGONOMIA - MOTRICITÀ UMANA ED ELEMENTI DI ERGONOMIA BIOFUNZIONALE
131
EDUCAZIONE POSTURALE
Principi
di Educazione Posturale
1 - INTRODUZIONE
L’uomo è per noi assai più di una mera-
vigliosa macchina, il suo corpo non può
essere sezionato come le parti di un mec-
canismo o considerato come la somma
di numerose strutture e funzioni. Credia-
mo, pertanto, che lo studio dell’uomo, in
qualunque ambito avvenga, non possa
eludere la realtà del tutto, la relazione
dell’insieme, e non debba cercare di di-
struggere il “male” scindendolo dai biso-
gni e dalle emozioni dell’uomo malato.
Secondo noi, anche i muscoli hanno, per
così dire, un’anima fatta di emozioni e co-
stituiscono l’apparato effettore degli stati
d’animo che giustificano il nostro modo di
essere corpo nella realtà che ci circonda
e attraverso il quale la paura o la rabbia o
la gioia vengono espresse o trattenute. I
muscoli sono i protagonisti della “armatu-
ra caratteriale” di W. Reich, capace di in-
fluenzare lo sguardo, il tono della voce, il
ritmo delle parole, la respirazione, il modo
di atteggiare il corpo e di comportarsi nel-
la vita di relazione.
I “conflitti” si strutturano nel corpo sotto
forma di tensioni muscolari croniche, limi-
tando motilità e sensibilità, aumentando
ansia e irritabilità.
La postura è il riflesso di ciò che pensia-
mo di noi stessi e di ciò che “vediamo”
nella nostra immagine corporea.
Questa immagine inconscia, impressa
nel nostro cervello, è piuttosto approssi-
mativa e generalmente distorta in funzio-
ne di concetti e aspettative non coerenti
che ognuno di noi si costruisce attraver-
so le esperienze della propria vita. Da
questa costruzione dipendono il modo di
affrontale la quotidianità, il modo di rap-
portarci con gli altri, la responsabilità e la
consapevolezza con le quali affrontiamo
noi stessi. Lowen afferma che mente e
corpo sono funzionalmente identici, poi-
ché ciò che accade nella mente riflette ciò
che accade nel corpo e viceversa. Que-
sta prospettiva di analisi posturale della
bioenergetica, sposta l’attenzione pre-
valentemente sulla integrazione perma-
nente tra emozioni e “forma del corpo”,
aprendo l’orizzonte a considerazioni va-
rie che tendono a fornire una analisi delle
alterazioni morfologiche e funzionali del
corpo attraverso la considerazione della
loro componente psichico-emozionale.
Si è convinti che anche questa compo-
nente del fenomeno non vada ignorata
come spesso accade nel trattamento fon-
damentalmente meccanicistico proposto
in passato da molte scuole di pensiero.
LA GINNASTICA
DEL PAVIMENTO
PELVICO
Alda BOCCINI
PARTE4
171
ERGONOMIA - MOTRICITÀ UMANA ED ELEMENTI DI ERGONOMIA BIOFUNZIONALE
171
LA GINNASTICA DEL PAVIMENTO PELVICO
Per una terapia globale
grazie al lavoro sinergico
1 - INTRODUZIONE
È ormai largamente dimostrata una cor-
relazione patogenetica tra le disfunzioni
di origine viscerale, il Low Back Pain e le
rachialgie in generale; la terapia pertanto
diviene più ampia e globale attraverso
un lavoro sinergico, in cui si sfruttano gli
stretti rapporti fra distretti diversi.
Il muscolo trasverso dell’addome svol-
ge un ruolo importante come stabilizza-
tore del rachide; la sua attivazione viene
ottimizzata dalla contrazione dei muscoli
del pavimento pelvico, oltre che del dia-
framma, allo scopo di contenere i visceri
nella cavità addominale (1,2,3,4).
Infine, il muscolo trasverso dell’addome
svolge un ruolo nell’attivazione del mu-
scolo pubococcigeo; si crea quindi un
circolo virtuoso di reciproca attivazione
dove l’attività del pavimento pelvico (p.p.)
diviene importante. In senso fisiopatolo-
gico pertanto si crea uno stretto rappor-
to fra l’attivazione del pavimento pelvico
versus la cura del Low Back Pain; uno
studio occasionale su pazienti affetti da
incontinenza urinaria l’attivazione del
p.p. ha dato concomitanti benefici sulle
rachialgie (1).
1.1 - Il pavimento pelvico
Il pavimento pelvico è l’aerea romboidale
che comprende l’insieme dei muscoli, dei
legamenti e delle fasce che supportano
gli organi pelvici e chiudono inferiormen-
te il bacino (5,6). Nell’uomo il pavimento
pelvico si è irrobustito rispetto agli altri
mammiferi, poiché la pelvi è sottoposta
al peso dei visceri e alle variazioni della
pressione endoaddominale e non può
essere considerato indipendentemen-
te dalla pelvi ossea che ha risentito del
passaggio evolutivo dalla quadrupedia a
quella bipede, quindi eretta (7).
Il pavimento pelvico si è prestato nel tem-
po a contraddizioni e imprecisioni dovute
alla sua complessità anche nella descri-
zione anatomica. De Lancey nel 1994 ha
trovato una definizione che rispondesse
ai criteri funzionali di elasticità e dinamici-
tà: l’ha paragonato a un’amaca.
Su questa “amaca” si adagiano la base
vescicale, i due terzi superiori della vagi-
na e il retto. Così strutturata si vengono
a creare linee curve e angoli alla cui for-
mazione interviene il muscolo elevatore
dell’ano che con i suoi fasci interni costi-
tuisce una sorta di fionda che avvolge i
visceri pelvici.
PATOLOGIE
DELL’APPARATO
LOCOMOTORE
Luigi MOLFETTA
PARTE5
185
ERGONOMIA - MOTRICITÀ UMANA ED ELEMENTI DI ERGONOMIA BIOFUNZIONALE
185
PATOLOGIE DELL’APPARATO LOCOMOTORE
1 - INTRODUZIONE
Nell’età evolutiva l’apparato locomotore è
sede di un processo di evoluzione neu-
romotoria che porta all’acquisizione delle
caratteristiche morfofunzionali definitive
necessarie per l’ortostasi autonoma e la
deambulazione. Un giudizio clinico sulla
morfologia e morfometria di un distretto
osteo-articolare vanno sempre analizzate
in rapporto al sesso e all’età del piccolo
paziente; ciò vale soprattutto per l’arto
inferiore dove il “carico” svolge un ruolo
fisiologico e fisiopatologico importante.
Ogni esame clinico deve poter distingue-
re, sempre in rapporto a età e sesso, un:
•	 Ortomorfismo, condizione anato-
mo-funzionale rappresentata nel ran-
ge di normalità;
•	 Paramorfismo, condizione clinica di
non completa maturazione morfologi-
ca e morfometrica di un segmento o
distretto scheletrico;
•	 Dismorfismo, patologia in cui vi è
una deviazione dalla normalità.
Pertanto all’età di 2 anni di vita una con-
dizione di impronta plantare di piattismo
di 2°-3° associata a un valgismo di gi-
nocchio può essere considerata di nor-
malità; essa diviene paramorfismo all’età
di 4-6 anni e considerato dimorfismo se
persiste oltre gli 8-9 anni. La Fig.62 sin-
tetizza questo concetto: il traguardo dello
sviluppo viene generalmente raggiunto,
percorrendo l’autostrada della crescita fi-
siologica (ortomorfismo), nei tempi dettati
dall’evoluzione naturale; è possibile però
che se ne debba percorrere una compla-
nare (paramorfismo), più lenta e difficolto-
sa, ma comunque orientata al traguardo
finale. Lo svincolo autostradale (dismor-
fismo) fa abbandonare la strada maestra
e quindi il percorso e il traguardo finale.
Una condizione di patologia può essere
congenita, ossia generata da un errore
genetico, connatale, correlata a una pro-
blematica del parto o acquisita, su una
situazione di primitiva normalità.
Età evolutiva
dell’apparato locomotore
Fig. 62 - Approccio clinico alle problematiche
dell’età evolutiva.
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Pagine da Ergonomia, postura, movimento nell'uomo

  • 3. Motricità umana ed elementi di ergonomia biofunzionale 1. INTRODUZIONE La scienza del movimento umano deve partire dall’esistenza corporea come tota- lità ed unità inscindibile, l’uomo in movi- mento non deve essere studiato soltanto come una macchina fatta di leve, cerniere e muscoli, ma anche per le sue implica- zioni neurologiche, tonico-emozionali e comportamentali. L’uomo e la sua postura, come pure il movimento e la gestualità, sono il risul- tato di più fattori riconducibili in parte alla filogenesi, ma soprattutto allo sviluppo ontogenetico della specie, all’integrità dei suoi sistemi ed apparati (vestibolare ed oculomotore, percettivo-sensoriale e neuromotorio, muscolo-scheletrico, cardio-respiratorio ecc.), ed ai condizio- namenti sociali, relazionali, educativi, af- fettivi ed emozionali specifici per ciascun individuo (Fig.1). Sul genotipo tendono ad interferire, anche in modo preponderante, le interazioni so- cio-culturali, infatti alla base del repertorio genetico dell’uomo agiscono meccanismi che assicurano l’adattamento dinamico del genotipo all’ambiente, non limitandosi pertanto alla sola funzione omeostatica. Il movimento umano costituisce una com- plessa organizzazione prassica, in un con- testo di adattamento all’ambiente gravita- zionale, di raccolta d’informazioni interne ed ambientali, attraverso vie sensoriali, cinestesiche e cenestesiche, elaborazione ed integrazione dei dati, risposte riflesse, automatiche o volontarie in un dedalo di vie afferenti ed efferenti, incroci e scambi sinaptici, meccanismi di feed-back e fe- ed-foreword, controlli con mediazioni e re- golazioni ai vari livelli del sistema nervoso centrale (S.N.C.), meccanismi di inibizione ed eccitazione etc. (1). Interazioni: uomo uomo-emotivo uomo-mentale ambiente fisico relazionale Fig. 1 - Interazioni tra uomo-mente-emozioni ed ambiente fisico e relazionale 13
  • 4. 14 Parte 1 ERGONOMIA, POSTURA, MOVIMENTO NELL’UOMO Nell’esecuzione di un movimento inter- vengono più eventi e funzioni, alcune per la rappresentazione dei movimenti da eseguire (engrammi motori), altri per as- sicurare un ordine nella loro successione (funzioni prassiche), o per garantire equi- librio, direzione e giusta forza (funzioni tassiche), o per l’identificazione delle po- sizioni nello spazio dei segmenti corporei (funzione somatognosica), sono inoltre coinvolte acquisizioni spazio-temporali legate a problemi di dominanza emisfe- rica e di lateralizzazione, di strutturazione dello schema corporeo, di coordinazione in relazione al livello di maturazione degli schemi motori di base utilizzati, ecc. Le funzioni sopra accennate non costitui- scono acquisizioni di fatto, ma si giunge ad esse attraverso vari stadi di apprendi- mento dove il fattore esperienza, anello di congiunzione tra il funzionale e lo psico- logico, consente la completezza dei dati già registrati, relativi agli schemi motori in virtù dell’attività sensorio-motrice e fina- lizzati alla costruzione dell’immagine del movimento (2). La costruzione dell’immagine del mo- vimento, richiede la capacità di rappre- sentarsi un’azione mentale sulla base di informazioni acquisite e richiamate dalla memoria propriocettiva, ma anche dall’osservazione di un esatto movimento (neuroni specchio), dove il cervello è pro- tagonista della visualizzazione del movi- mento, pur non producendo movimento. Le memorie richiamate sono tattili, cine- stesiche, pressorie, esse consentono al soggetto di sentirsi nel compimento di una determinata azione. Infatti, il movimento volontario non è un insieme di azioni ca- suali, ma è la sequenza logica di un piano prestabilito di geometrie neuronali, acqui- sito e perfezionato su base esperienziale. Per l’esecuzione del movimento concor- rono tutte le componenti elementari ne- cessarie all’esecuzione del gesto voluto, nella successione spazio-temporale e nel rispetto di tutti i parametri necessari per l’esecuzione corretta di un atto finalizzato (engrammi neuromotori). Inoltre, i para- metri per un’immagine motoria corretta sono in relazione alla quantità e qualità dell’esperienze effettuate. Ciò giustifica la concezione del corpo vissuto in azione e non più del corpo strumento, inoltre sottolinea l’importan- za del movimento come mezzo di co- noscenza di se stesso ed esplorazione dell’ambiente, per un corretto sviluppo della motricità e dei meccanismi che l’or- ganizzano, la gestiscono e la controllano. Essa in tutte le sue espressioni e soprat- tutto nella senso-motricità, costituisce la base delle prime costruzioni logiche, che sostengono lo sviluppo dell’intelligenza; questa viene intesa come capacità cogni- tiva, cioè come insieme di processi che consentono di interagire con il mondo e di elaborare informazioni ad esso relative, sintetizzandole per usarle in modo finaliz- zato. Ciò si realizza attraverso un proces- so di adattamento all’ambiente per stadi successivi di esperienze psicomotorie e mediante due processi complementari: l’assimilazione e l’accomodamento (3). Sono processi cognitivi l’apprendi- mento, l’immagine motoria, la percezio- ne, l’attenzione, il linguaggio, la memoria. Motricità e cognitività sono intimamente correlate; Leiner et al. hanno evidenziato il coinvolgimento del cervelletto anche nel controllo di funzioni cognitive, integrando le informazioni provenienti dalla corteccia, dal midollo spinale e dagli organi di sen- so (4). Esso partecipa a diverse funzioni associate al movimento come l’equilibrio, infatti ricevendo informazioni dai recetto- ri vestibolari presenti nell’orecchio e dai propriocettori, dai quali rileva la posizione del corpo nello spazio. Il cervelletto regola l’attività dei motoneuroni compensando i cambiamenti della posizione del corpo e del carico cui sono sottoposti i muscoli;
  • 6.
  • 7. 75 ERGONOMIA - MOTRICITÀ UMANA ED ELEMENTI DI ERGONOMIA BIOFUNZIONALE 75 IL MOVIMENTO - LA PERSONALITÀ MOTORIA La personalità motoria 1 - Costruire la Personalità Motoria Il termine “Personalità Motoria” è stato coniato alcuni anni fa in occasione di un corso di formazione per insegnanti della scuola dell’infanzia e della primaria. Il punto di partenza è dato dall’osserva- zione delle grandi problematiche che coinvolgono il mondo della scuola. La nostra Società è ricca di problemi di relazione, comunicazione, identità perso- nale che minano il comportamento uma- no naturale; la socialità e i disturbi vari della personalità completano un quadro al limite della patologia psicologica. Il termine di Personalità Motoria indica la disponibilità stessa della persona al mo- vimento, alla relazione con l’ambiente, all’adattamento, alle situazioni di appren- dimento e alla soluzione di problemi ge- nerali di coordinazione dello spazio, dei tempi di reazione e delle scelte operative. La personalità motoria non è altro che il modo di relazionarsi con le persone, gli ambienti, gli oggetti secondo il proprio equilibrio psico-fisico e relazionale. Proponiamo quindi un’estensione del concetto di schema corporeo (1), come l’integrazione e interazione tra psiche e corpo, pensiero e movimento, percezione ed esecuzione, equilibrio e postura. La personalità motoria è quindi il risultato di un processo evolutivo che si forma già nel grembo materno e si evolve per tutta la vita. Il feto è in grado di rispondere a ogni stimolo esterno percepito. La personalità si forma inoltre in base alle variegate esperienze motorie che ogni persona affronta nella propria vita in un continuum tra motricità ed esperienze di movimento. Lo sviluppo della motricità può avvenire attraverso la consapevolezza di sé, strut- turata sullo sviluppo della motricità stes- sa. Imparo muovendomi e muovendomi imparo. I meccanismi dell’apprendimento umano consistono proprio nella possibilità di ac- quisire, strutturare, integrare, modificare, adattare e perfezionare le esperienze motorie. Il processo che si struttura è ba- sato su un circuito di feedback che nasce, si sviluppa ed evolve senza soluzione di continuità. Le informazioni acquisite dal feedback sono determinanti per l’appren- dimento, ma talvolta tali informazioni de- vono essere “filtrate” da un esperto per evitare una ridondanza che può disorien- tare.
  • 8. 76 Parte 1 ERGONOMIA, POSTURA, MOVIMENTO NELL’UOMO 76 Parte 2 ERGONOMIA, POSTURA, MOVIMENTO NELL’UOMO 1.1 Costruire il movimento Costruire è una voce più appropriata per l’edilizia che per le scienze umane. È consuetudine utilizzarla in inglese (body building, ad es.) ed è espressione anche di un processo organizzato nel tempo e nello spazio che si avvale di continui adattamenti e consente di raggiungere un risultato finale da confrontare con l’idea di partenza. Il movimento, l’esperienza motoria, la personalità motoria sono in successione e in progressione nella crescita individua- le della persona, adeguati alle possibilità e opportunità di reazione e interazione con l’ambiente, le persone e gli oggetti. Circa l’evoluzione motoria J. Piaget affer- ma che ogni età cronologica corrisponda, in linea di massima, a un tipo di sviluppo motorio (2). Un tempo avremmo scritto: “Quali mate- riali concorrono alla costruzione del mo- vimento?”, ora riteniamo più appropriato formulare: “Di quali esperienze ho biso- gno per costruire il mio movimento?”. Il “mio movimento” è la mia persona- lità motoria. Se osserviamo un movimento spontaneo della vita di tutti i giorni, come ad esem- pio, salire e scendere da un marciapiede, è difficile trovare due prestazioni uguali: tutte sono efficaci (raggiungere lo scopo), ma solo pochi movimenti risulteranno “ar- moniosi” e “liberi”. È l’armonia espressa dall’esecuzione del movimento che rende evidente il livello di “competenza”inqualsiasimanifestazione. I bambini che corrono o giocano in libertà in un parco, acquisiranno anche un senso di sicurezza, non subiranno tensioni emotive e saranno bambini liberi, potranno subire qualche piccolo trauma, ma saranno consapevoli che “è normale cadere”. I bambini frenati nelle attività ludico-moto- rie spontanee saranno sempre timorosi, insicuri e dipendenti dalla guida dell’adul- to. Più sopra accennavamo agli elementi che concorrono allo sviluppo della personali- tà motoria e quindi all’organizzazione e strutturazione della coscienza di sé. Si può schematizzare il processo nel modo seguente (Fig.25). Fig. 25 - Strutturazione (costruzione) della personalità motoria.
  • 10.
  • 11. 131 ERGONOMIA - MOTRICITÀ UMANA ED ELEMENTI DI ERGONOMIA BIOFUNZIONALE 131 EDUCAZIONE POSTURALE Principi di Educazione Posturale 1 - INTRODUZIONE L’uomo è per noi assai più di una mera- vigliosa macchina, il suo corpo non può essere sezionato come le parti di un mec- canismo o considerato come la somma di numerose strutture e funzioni. Credia- mo, pertanto, che lo studio dell’uomo, in qualunque ambito avvenga, non possa eludere la realtà del tutto, la relazione dell’insieme, e non debba cercare di di- struggere il “male” scindendolo dai biso- gni e dalle emozioni dell’uomo malato. Secondo noi, anche i muscoli hanno, per così dire, un’anima fatta di emozioni e co- stituiscono l’apparato effettore degli stati d’animo che giustificano il nostro modo di essere corpo nella realtà che ci circonda e attraverso il quale la paura o la rabbia o la gioia vengono espresse o trattenute. I muscoli sono i protagonisti della “armatu- ra caratteriale” di W. Reich, capace di in- fluenzare lo sguardo, il tono della voce, il ritmo delle parole, la respirazione, il modo di atteggiare il corpo e di comportarsi nel- la vita di relazione. I “conflitti” si strutturano nel corpo sotto forma di tensioni muscolari croniche, limi- tando motilità e sensibilità, aumentando ansia e irritabilità. La postura è il riflesso di ciò che pensia- mo di noi stessi e di ciò che “vediamo” nella nostra immagine corporea. Questa immagine inconscia, impressa nel nostro cervello, è piuttosto approssi- mativa e generalmente distorta in funzio- ne di concetti e aspettative non coerenti che ognuno di noi si costruisce attraver- so le esperienze della propria vita. Da questa costruzione dipendono il modo di affrontale la quotidianità, il modo di rap- portarci con gli altri, la responsabilità e la consapevolezza con le quali affrontiamo noi stessi. Lowen afferma che mente e corpo sono funzionalmente identici, poi- ché ciò che accade nella mente riflette ciò che accade nel corpo e viceversa. Que- sta prospettiva di analisi posturale della bioenergetica, sposta l’attenzione pre- valentemente sulla integrazione perma- nente tra emozioni e “forma del corpo”, aprendo l’orizzonte a considerazioni va- rie che tendono a fornire una analisi delle alterazioni morfologiche e funzionali del corpo attraverso la considerazione della loro componente psichico-emozionale. Si è convinti che anche questa compo- nente del fenomeno non vada ignorata come spesso accade nel trattamento fon- damentalmente meccanicistico proposto in passato da molte scuole di pensiero.
  • 13.
  • 14. 171 ERGONOMIA - MOTRICITÀ UMANA ED ELEMENTI DI ERGONOMIA BIOFUNZIONALE 171 LA GINNASTICA DEL PAVIMENTO PELVICO Per una terapia globale grazie al lavoro sinergico 1 - INTRODUZIONE È ormai largamente dimostrata una cor- relazione patogenetica tra le disfunzioni di origine viscerale, il Low Back Pain e le rachialgie in generale; la terapia pertanto diviene più ampia e globale attraverso un lavoro sinergico, in cui si sfruttano gli stretti rapporti fra distretti diversi. Il muscolo trasverso dell’addome svol- ge un ruolo importante come stabilizza- tore del rachide; la sua attivazione viene ottimizzata dalla contrazione dei muscoli del pavimento pelvico, oltre che del dia- framma, allo scopo di contenere i visceri nella cavità addominale (1,2,3,4). Infine, il muscolo trasverso dell’addome svolge un ruolo nell’attivazione del mu- scolo pubococcigeo; si crea quindi un circolo virtuoso di reciproca attivazione dove l’attività del pavimento pelvico (p.p.) diviene importante. In senso fisiopatolo- gico pertanto si crea uno stretto rappor- to fra l’attivazione del pavimento pelvico versus la cura del Low Back Pain; uno studio occasionale su pazienti affetti da incontinenza urinaria l’attivazione del p.p. ha dato concomitanti benefici sulle rachialgie (1). 1.1 - Il pavimento pelvico Il pavimento pelvico è l’aerea romboidale che comprende l’insieme dei muscoli, dei legamenti e delle fasce che supportano gli organi pelvici e chiudono inferiormen- te il bacino (5,6). Nell’uomo il pavimento pelvico si è irrobustito rispetto agli altri mammiferi, poiché la pelvi è sottoposta al peso dei visceri e alle variazioni della pressione endoaddominale e non può essere considerato indipendentemen- te dalla pelvi ossea che ha risentito del passaggio evolutivo dalla quadrupedia a quella bipede, quindi eretta (7). Il pavimento pelvico si è prestato nel tem- po a contraddizioni e imprecisioni dovute alla sua complessità anche nella descri- zione anatomica. De Lancey nel 1994 ha trovato una definizione che rispondesse ai criteri funzionali di elasticità e dinamici- tà: l’ha paragonato a un’amaca. Su questa “amaca” si adagiano la base vescicale, i due terzi superiori della vagi- na e il retto. Così strutturata si vengono a creare linee curve e angoli alla cui for- mazione interviene il muscolo elevatore dell’ano che con i suoi fasci interni costi- tuisce una sorta di fionda che avvolge i visceri pelvici.
  • 16.
  • 17. 185 ERGONOMIA - MOTRICITÀ UMANA ED ELEMENTI DI ERGONOMIA BIOFUNZIONALE 185 PATOLOGIE DELL’APPARATO LOCOMOTORE 1 - INTRODUZIONE Nell’età evolutiva l’apparato locomotore è sede di un processo di evoluzione neu- romotoria che porta all’acquisizione delle caratteristiche morfofunzionali definitive necessarie per l’ortostasi autonoma e la deambulazione. Un giudizio clinico sulla morfologia e morfometria di un distretto osteo-articolare vanno sempre analizzate in rapporto al sesso e all’età del piccolo paziente; ciò vale soprattutto per l’arto inferiore dove il “carico” svolge un ruolo fisiologico e fisiopatologico importante. Ogni esame clinico deve poter distingue- re, sempre in rapporto a età e sesso, un: • Ortomorfismo, condizione anato- mo-funzionale rappresentata nel ran- ge di normalità; • Paramorfismo, condizione clinica di non completa maturazione morfologi- ca e morfometrica di un segmento o distretto scheletrico; • Dismorfismo, patologia in cui vi è una deviazione dalla normalità. Pertanto all’età di 2 anni di vita una con- dizione di impronta plantare di piattismo di 2°-3° associata a un valgismo di gi- nocchio può essere considerata di nor- malità; essa diviene paramorfismo all’età di 4-6 anni e considerato dimorfismo se persiste oltre gli 8-9 anni. La Fig.62 sin- tetizza questo concetto: il traguardo dello sviluppo viene generalmente raggiunto, percorrendo l’autostrada della crescita fi- siologica (ortomorfismo), nei tempi dettati dall’evoluzione naturale; è possibile però che se ne debba percorrere una compla- nare (paramorfismo), più lenta e difficolto- sa, ma comunque orientata al traguardo finale. Lo svincolo autostradale (dismor- fismo) fa abbandonare la strada maestra e quindi il percorso e il traguardo finale. Una condizione di patologia può essere congenita, ossia generata da un errore genetico, connatale, correlata a una pro- blematica del parto o acquisita, su una situazione di primitiva normalità. Età evolutiva dell’apparato locomotore Fig. 62 - Approccio clinico alle problematiche dell’età evolutiva.
  • 18. www.calzetti-mariucci.it Visita il nostro sito Collegandoti al sito puoi visionare nel dettaglio e acquista- re gli articoli (libri, video, dvd, riviste), grazie ad un sistema di ricerca semplice ed intuitivo. CATALOGO ON LINE Inoltre il sito è sempre aggiornato con sezioni specifiche di approfon- dimento su tutti gli argomenti più interes- santi legati allo sport, come eventi, convegni e corsi di aggiornamento. APPROFONDIMENTI Iscrivendoti e dando la preferen- za alla disciplina sportiva che più ti interessa potrai ricevere tutte le news al tuo indiriz- zo e-mail. NEWSLETTER libri,videoerivisteperlosportlibri,videoerivisteperlosport