Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
I Touareg
1. RELAZIONE SUI TUAREG
L’incontro con Giovanni
Mercoledì 26 novembre, nell’aula magna della scuola si è tenuto un incontro
con il signore Giovanni Pianosi, un dottore ormai in pensione, che vive a
Milano e si occupa dei progetti interculturali. Durante questo incontro,
attraverso una presentazione formata da immagini, Giovanni ci ha descritto
un popolo con cui ha avuto a che fare: i Tuareg. Amando viaggiare e volendo
aiutare questo popolo, qualche anno fa, il dottore con sua moglie è andato in
visita ai Tuareg, in Africa, per curare le persone ammalate (soprattutto di
congiuntivite), e per fare beneficenza.
Chi sono i Tuareg?
I Tuareg sono un popolo che vive nel deserto del Sahara, in Africa, più
precisamente nel nord-ovest, sui territori della Libia, Algeria, Burkina Faso,
Mali…
In questo deserto la temperatura è molto elevata (può arrivare fino a 54
gradi) ed è caratterizzato dalla presenza di venti frequenti; per questi motivi
i Tuareg indossano un copricapo, il Taghelmust, che può essere di colori
differenti, in base alla classe sociale: il bianco per le persone delle classi
sociali meno importanti e il blu per quelle di livello maggiore. È una sorta di
foulard, lungo circa 10 metri, che si avvolge attorno al capo, lasciando
scoperti solo gli occhi, per riuscire a ripararsi dalla sabbia e evitare
scottature.
Questo popolo tiene molto all'aspetto esteriore, sia gli uomini che le donne
sono sempre molto eleganti. A differenza di come possiamo pensare, in questi
2. territori è necessario vestirsi con molti strati di tessuto per soffrire meno il
caldo, proprio come quando dobbiamo ripararci dal freddo.
Curiosità sui Tuareg
Molto importante per loro è il the. Per cucinarlo accendono il fuoco
utilizzando delle bacche molto rare da trovare nel deserto o degli escrementi
di capra; queste vengono poste in una specie di cestino, formato da fili di
ferro intrecciati che formano un cono, sostenuti da una base, formata allo
stesso modo. Si riempie poi un pentolino di acqua e la si porta ad
ebollizione; creano un the molto denso e forte, per noi quasi imbevibile.
Eseguono successivamente una sorta di rito per versare il the, travasandolo da
un bicchiere all’altro in un modo molto strano.
La lingua più diffusa e tradizionale è il tamasheq, parlano però anche il
francese; ai Tuareg piace ballare e cantare, solitamente sono le donne che
fanno musica, mentre gli uomini ballano. Creano molti oggetti, per esempio
anche gli strumenti musicali; un esempio è un violino, creato con metà di una
zucca essiccata, detto violino Tuareg, oppure con una scatola di sardine, nella
quale è stato inserito un pezzo di legno: all'interno, sono stati incollati dei
pezzi di ferro e toccandoli si riesce a creare un suono simile a quello
prodotto da una chitarra.
Quando si pensa al deserto, si pensa a qualcosa di arido, secco e senza piante
o acqua, ma in realtà in alcune zone l’acqua è presente e con essa si riesce a
creare qualunque cosa. Per esempio in quasi tutte le scuole del territorio sul
quale vivono i Tuareg, grazie alla presenza dell’acqua, si crea un orto, dove si
coltivano principalmente pomodori, che poi mangiano nella mensa. Trovare
l’acqua è molto difficile, la ricavano principalmente da pozzi che vengono
3. scavati nei punti dove crescono le piante. Non si è mai certi di riuscire a
trovare l’acqua, ma il modo più semplice è proprio individuare delle zone con
la presenza della vegetazione. Molte volte ti potrebbe capitare di vedere sul
suolo l’acqua, ma è solamente un effetto del silicio presente nella sabbia.
Nelle scuole, un po’ di anni fa, gli alunni erano pochi, quindi c’erano le
pluriclassi; erano delle aule uniche nelle quali un insegnante faceva lezione a
due classi differenti, per questo motivo, nelle immagini che ci ha mostrato
Giovanni, in queste aule ci sono due lavagne situate una di fronte agli alunni
e l'altra dietro.
Gli animali che possiamo trovare in questi territori sono:
• le Fenek: sono delle piccole volpi del deserto.
• gli scorpioni.
• le gazzelle: si trovano in questo luogo perché inizialmente il deserto era
una vasta prateria e questi animali potevano cibarsi di erba, poi, quando
questo territorio si è trasformato in deserto, molte si sono estinte,
mentre altre si sono adattate a questo tipo di ambiente.
• Il topolino delle piramidi: è chiamato così perché lo si può trovare
anche nelle piramidi, ma è anche chiamato topo canguro perché salta.
• Le vipere: vivono sotto alla sabbia e sono velenose; sono un pericolo per
gli animali.
• Le lucertole: sono innocue e sulla pelle hanno delle placche corazzate
per proteggersi dal caldo.
• Le capre: sono gli animali più diffusi, dato che mangiano di tutto,
fagocitano anche la plastica che viene lasciata sul territorio dai turisti
e questo le porta alla morte.
4. • I dromedari: sono gli animali più importanti per i Tuareg e un
individuo di questo popolo non si separa del suo dromedario.
La forma di arte dei Tuareg è la pittura o l'incisione della roccia. I loro
soggetti principali erano un tempo gli animali come giraffe, dromedari,
ippopotami (cavalli di fiume), zebù e elefanti. In un parco, il Tanguit, si
possono trovare tuttora delle ossa di dinosauri.
Le attività principali praticate dai Tuareg sono: il commercio, l’allevamento,
l’agricoltura e l’artigianato. Nel campo dell’artigianato creano soprattutto
gioielli.
Le mie impressioni sull’incontro
Questo incontro è stato, secondo me, molto interessante e utile per farmi
capire il modo di vivere di persone più povere di me e per riuscire a ricordare
meglio le cose che ci sono state dette, perché mi posso basare sulle immagini
viste e soprattutto sugli oggetti che ci ha mostrato il dottore. Mi ha fatto
anche scoprire la bellezza di creare oggetti con le proprie mani, senza il
bisogno di acquistarli, come fanno i bambini Tuareg. Mi ha colpita
particolarmente la figura del Marabù, una persona molto importante per
questo popolo, perché è il capo dei Tuareg e allo stesso tempo anche il
sacerdote, il medico e il giudice. Mi ha inoltre stupita la capacità dei Tuareg
di resistere alla temperatura elevata e alle difficili condizioni di vita del
deserto.