2. La storia dell’uomo e della sua evoluzione ha inizio in Africa circa 4
milioni di anni fa.
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3.
4. Prima dello sviluppo dei nostri antenati, in
Africa vivevano moltissimi gruppi di
scimmie antropomorfe (che assomigliano
all’uomo). L’ambiente era ricco di foreste e
le scimmie vivevano sugli alberi nutrendosi
di foglie e di frutta.
6. Le scimmie antropomorfe
erano molto abili a
spostarsi tra la
vegetazione e avevano
sia le mani sia i piedi
adatti per afferrarsi ai
rami.
7. Sul terreno le scimmie antropomorfe si muovevano a
quattro zampe (erano quadrupedi).
8.
9. La zona in cui i
paleontologi (gli
studiosi di fossili degli
esseri viventi vissuti
molto tempo fa) hanno
ritrovato i resti degli
antenati dell’uomo si
trova nella parte est e
sud del continente
africano.
Nella Rift Valley che è
una lunga valle (6000
km), vivevano gruppi
dei nostri più antichi
antenati. Nella cartina
sono indicati i nomi di
tre zone nelle quali si
sono fatti i
ritrovamenti fossili
(scheletri e impronte)
più importanti.
Nella zona di Afar è
stato scoperto il
famoso scheletro
fossile di Lucy.
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10. Durante l’evoluzione della vita sulla Terra ci fu un
importante cambiamento: il clima diventò più secco e
quindi le grandi foreste dove vivevano le scimmie
antropomorfe diventarono molto più piccole. Al loro
posto si diffusero le savane che erano enormi praterie
con pochi alberi. Le scimmie che abitavano sugli alberi
non trovarono più un ambiente adatto a loro. Si
sviluppò il primo antenato dell’uomo moderno,
l’australopiteco.
12. L’australopiteco era vegetariano e viveva ancora spesso sugli alberi e vi
si rifugiava di notte per dormire. Viveva in piccoli gruppi e scendeva di
giorno alla ricerca di cibo. Con la sua posizione eretta riusciva a vedere
oltre le alte erbe della savana. Inoltre utilizzava pietre e bastoni che
trovava in giro per aiutarsi a scavare radici e rompere frutti. La
posizione eretta gli permetteva di avere le mani libere e quindi di portare
oggetti. Pur assomigliando ancora molto alle scimmie, il suo cervello
era più sviluppato e riusciva a fare molte più cose.
13. Nel 1974, in Etiopia, nella zona della città di Afar, i paleontologi Johanson e Gray
scoprirono uno scheletro di ominide quasi completo, il più completo mai rinvenuto
fino ad allora. Si trattava dello scheletro di una femmina di australopitecus, vissuta
circa 3 milioni e 400 mila anni fa, alta un metro e 20 centimetri e del peso di 25-30 kg.
La chiamarono Lucy, in onore di una famosa canzone dei Beatles (Lucy in the sky
with diamonds) che ascoltavano spesso per radio durante le loro ricerche. I due
scienziati scoprirono che Lucy morì a 20 anni, si nutriva di frutti, bacche, radici, uova,
aveva un cervello piccolo e un volto dall'aspetto scimmiesco e camminava eretta, pur
essendo una brava arrampicatrice.
Gli studiosi sostengono che la posizione eretta e l'utilizzo delle mani per creare
utensili, favorirono lo sviluppo del cervello e quindi dell'intelligenza umana.
14.
15. L’homo habilis si sviluppò dai 2,5 milioni di anni fa in
Africa. Camminava in modo stabile su due gambe
con una posizione ben eretta. Aveva un cervello più
grande e sviluppato dell’australopiteco e quindi era
più intelligente degli ominidi precedenti.
17. Viveva in piccoli gruppi e per restare al sicuro dormiva
sugli alberi e scendeva di giorno alla ricerca del cibo.
Sembra che riuscisse a comunicare con gli altri
usando dei versi e dei suoni.
Per nutrirsi raccoglieva bacche e radici scavandole
con pietre e bastoni. Non era vegetariano ma onnivoro:
mangiava anche la carne di animali che trovava morti,
magari i resti dei pasti dei grandi animali carnivori.
18. Il nome Habilis, dato dagli scienziati a
questo nostro antenato, deriva dalla
sua abilità nel lavorare la pietra. L’homo
habilis scheggiava le pietre costruendo
i “choppers” che erano pietre
scheggiate da un lato e rotondeggianti
dall’altro in modo da poter essere
impugnate facilmente. Con questi
strumenti di pietra l’homo habilis
tagliava e strappava la carne degli
animali o lisciava e appuntiva i bastoni.
19. Le pietre che venivano scelte perché più adatte a essere scheggiate erano le
selci: il bordo scheggiato di questo tipo di pietra era molto tagliente e quindi gli
utensili costruiti erano molto utili e rendevano più facile la vita dell’homo
habilis.
22. L'homo erectus si sviluppò in Africa circa un milione
e mezzo di anni fa.
L'Homo erectus viene chiamato così perchè la
struttura del corpo ha assunto una forma
definitivamente eretta.
23. Imparò a cacciare gli animali di cui mangiava la carne e
usava le pelli e le ossa.
24. L’homo erectus scoprì l’utilità del fuoco (riscaldare, cuocere i
cibi, illuminare, spaventare gli animali, creare spazi tra la
vegetazione …).
Spesso mangiava la carne dopo averla cotta e resa più digeribile.
Abitava in grotte, ma anche in capanne di frasche e pelli.
25. L'homo erectus viveva in gruppi abbastanza numerosi, era nomade e imparò a spostare
la propria abitazione in base agli spostamenti stagionali degli animali.
Durante la sua evoluzione emigrò uscendo dall’Africa e diffondendosi in Asia ed Europa.
26. Utilizzò pietre e altri materiali come il legno e le ossa, per creare
strumenti e utensili sempre più precisi, come lame, asce o lance. L’homo
erectus era molto abile nella scheggiatura delle pietre che rendeva più
appuntite e taglienti con una forma a mandorla (queste pietre sono
chiamate amigdale).
29. L’uomo di Neanderthal viene chiamato così
perché numerosi resti fossili sono stati trovati
nella valle del fiume Neander in Germania.
Abitò in Asia e in Europa da circa 200 mila anni
fa. Visse durante le glaciazioni, il clima era
molto freddo e la vegetazione assai scarsa.
Viveva in gruppi ed era nomade: seguiva le
migrazioni degli animali.
Abitava in caverne e in capanne costruite con
frasche e ossa di animali.
30. Aveva una corporatura tozza, era
molto robusto e forte e il suo corpo
era adattato a vivere in un clima
molto difficile.
31. Era un abile cacciatore,
mangiava spesso
carne e costruiva con
vari materiali strumenti
utili.
32. Usava i resti degli
animali (ossa e pelli)
per costruire vestiti e
utensili.
33. I Neanderthal hanno cominciato ad avere cura dei morti: gli
archeologi hanno scoperto delle tombe con seppelliti degli
scheletri, un altro modo di curare il morto era ricoprirlo di
pietre.
La cura dei morti indica che questi nostri antenati avevano
iniziato ad avere dei sentimenti verso gli altri soggetti del
gruppo.
36. L’homo sapiens visse da 35000 anni fa in molte parti
del mondo. Provenendo dall’Africa migrò nei vari
continenti. È chiamato anche uomo di Cro-Magnon
perchè in questa zona della Francia sono stati
scoperti i primi scheletri fossili. Era molto simile a
noi e riuscì ad adattarsi a molti ambienti naturali e
climi diversi.
37. L’uomo di Cro-Magnon visse in parte nel Paleolitico, ma anche nel Neolitico.
PALEOLITICO significa periodo della pietra antica ed è il lunghissimo tempo
che inizia con l’homo abilis nel quale gli antenati dell’uomo moderno hanno
imparato ad usare le pietre come utensili. Queste pietre per renderle
strumenti utili venivano scheggiate.
NEOLITICO significa periodo della pietra nuova. Gli utensili venivano
costruiti con pietre rese molto affilate mediante la levigatura. Nel Neolitico
l’uomo cambia molti dei suoi modi di vivere, migliorando le sue condizioni.
38. Come conseguenza della scoperta dell’agricoltura e allevamento
l’uomo cambiò modo di vivere, da nomade diventò sedentario.
Incominciò a costruire case fisse e più solide e in gruppo a costruire
dei villaggi (anche sull’acqua=palafitte). Non c’era più bisogno di
spostarsi alla ricerca del cibo perchè dalle coltivazioni e dagli animali
allevati l’uomo ricavava gran parte delle cose di cui aveva bisogno.
39. Alcuni villaggi furono
costruiti nell'acqua su
un insieme di pali:
queste case vengono
chiamate palafitte. In
questo modo agli
uomini restava libero il
terreno delle rive per i
campi da coltivare.
La ricostruzione di una palafitta
sul lago di Ledro (TN).
40. L’uomo diventò un bravo
artigiano nel costruire vasi con la
terracotta, nel produrre vestiti
tessendo fibre vegetali e
cucendo pelle di animali, nel
costruire utensili con pietre
sempre più affilate e resistenti.
41. In molte grotte (come le grotte di
Lascaux in Francia) e su numerose
rocce (come quelle in val Camonica, in
Italia) l’uomo primitivo dipinse e incise
dei graffiti per rappresentare il suo
modo di vivere o per scopi magici.