3. Fonti primarie e secondarie
originale, facsimile, f. tràdita, f. edita
4. Tutto dipende ovviamente dalla domanda di partenza
• primaria: fonte prodotta in prossimità di tempo
all'evento o al contesto storico con cui è direttamente o
indirettamente in relazione;
• secondaria: fonte che tratta dell’evento prodotta a
distanza dall’evento stesso e/o non da suoi
attori/testimoni
• letteratura scientifica / storiografia
Fonti primarie e secondarie (storia)
6. Originale
•fonte scritta contesto
di produzione — contesto di
conservazione — fondo —
archivio
•fonte materiale (anche
scritta) ……… contesto
di produzione — contesto di
conservazione — in situ /
collezione-museo
•il riferimento minimo di base
è luogo di conservazione (con
diverse possibili granularità)
(I. Newton, Propositions) Keines, MS 12,
King’s College Library, Cambridge University
7. •Stele di Valeria Procula
oppure
•CIL XI 6994
in entrambi i casi:
•La Spezia, Museo Civico
Archeologico “Ubaldo
Formentini”, Castello di S.
Giorgio, VI sala (inv. F 1750).
Titolo autonomo
Riferimento all’edizione
Fonte materiale
8. • autori / committenti
• scrittori / fabbricatori / bottega
• ufficio deliberante / cancelleria
• destinatari
• prima collocazione/archiviazione
• conservazione
• materialità
• data di fabbricazione, spedizione,
conservazione, ricollocamento,
celebrazione
Esplicitare / considerare il contesto
METADATI
9. • replica con preziosi strumenti
integrativi l’edizione in
facsimile
• riproduzione digitale del
fondo d’archivio (interi fondi
digitalizzati) con metadati
• buon rapporto qualità /
prezzo: soluzione adottata in
maniera crescente da archivi
e biblioteche
• buona qualità dell’immagine
rispetto al passato
(microfilm)
• possibilità di intervenire
sull’immagine per
elaborazioni utili
• riferimento: luogo di
conservazione + (perma)link
+ [data di consultazione]
Edizione in facsimile
immagine + metadati
10. Archivio di Stato di Lucca
(ASLu) 16-08-1050 -
ALTOPASCIO (pergamena)
http://www.archiviodistatoi
nlucca.beniculturali.it/ips/n
odes/799711?open=%2FD%5B
01%5D%2FD%5B01%5DD%5B01
%5D%2FD%5B01%5DD%5B01%5
DD%5B001%5D%2F&tab=Alber
o
[consultato il 15-1-2019]
Edizione in facsimile
immagine + metadati
11. • tràdita: fonte
tramandata dalla
tradizione
manoscritta—>
valgono le regole
delle fonti d’archivio
con indicazione dei
metadati corretti per
identificarla
• edita: edizione critica
della fonte (a partire
dal XVII sec.) a
stampa —> valgono le
regole della
citazione
bibliografica
Fonte tràdita / edita
La Divina Commedia di Alfonso d'Aragona re di
Napoli : manoscritto Yates Thompson 36 Londra,
British Library commentario, a cura di Milvia
Bollati, Modena, F.C. Panini, 2006
12. Regole analoghe
all’edizione tradizionale
con specifiche tecniche
(opzionali) e link + [data
di consultazione] + DOI
Edizione critica digitale
Codice Pelavicino. Edizione digitale, a cura di E.
Salvatori, E. Riccardini, L. Balletto, R. Rosselli del Turco,
C. Alzetta, C. Di Pietro, C. Mannari, R. Masotti, A.
Miaschi, 2014 <http://pelavicino.labcd.unipi.it>
[consultato in AAAA/MM/GG] DOI 10.13131/978-88-
902289-0-2
13. Citazioni e stili citazionali
Caratteristiche, oggetto e scopo della citazione
14. Lo stato dell’arte
Prima di avviare un lavoro di ricerca, a
partire dalla tesi, occorre fare il punto della
situazione (il cosiddetto stato dell’arte),
ossia «perlustrare» quanto è stato pubblicato
in varie forme sull’argomento oggetto della
propria ricerca rassegna critica della
letteratura (literature review)
Nessuno parte da zero!
18. Personal information manager (PIM)
La gestione delle informazioni utili alla stesura di un
testo destinato alla circolazione in ambito scientifico
(tesi, articolo, monografia, etc.) è un caso particolare di
PIM (N. De Bellis, Gestire l’informazione bibliografica (e
non): Update 2013 [slide])
Necessità di organizzare la documentazione reperita
sull’argomento di ricerca affinché sia facilmente
reperibile e usabile/citabile catalogazione
dei libri e articoli raccolti che formano la «biblioteca
personale»
19. La ricerca bibliografica
Produzione di un numero sempre maggiore di dati
nell’attuale «società dell’informazione» necessità di
organizzare questa mole crescente di dati ai fini della loro
reperibilità
Vari strumenti esistenti per ordinare e rendere fruibile il
patrimonio documentario esistente:
• cataloghi (OPAC)
• bibliografie
20. Il catalogo
Il catalogo rappresenta lo strumento grazie al quale gli
utenti entrano in contatto con il patrimonio documentario
(o con parte di esso) della biblioteca o sistema
bibliotecario, ma anche di un archivio o di un museo
Il catalogo è costituito da un “insieme ordinato ed
organico” di registrazioni bibliografiche tra loro legate da
una rete di legami (struttura sindetica) catalogo
come linguaggio
Le registrazioni nei cataloghi che descrivono un oggetto
(libro, sito web, documento d’archivio, quadro, ecc.) sono
metadati, ossia dati sui dati…
21. Le bibliografie
«Le bibliografie sono elenchi di notizie bibliografiche,
organizzate secondo criteri omogenei un po’ diversi
(alfabetico, cronologico, disciplinare e altro), create
però secondo consuetudini citazionali non standardizzate
e stili che variano a seconda della tradizione nazionale, o
che seguono le indicazioni e le richieste degli editori»
(F. Venuda, La citazione bibliografica nei percorsi di ricerca:
dalla galassia Gutemberg alla rivoluzione digitale, p. 184)
22. Cataloghi vs bibliografie?
La bibliografia è uno strumento diverso dal catalogo di una
o più biblioteche; essa dà conto, infatti, in modo
esauriente della produzione editoriale esistente su un
determinato tema, periodo storico, genere, ecc., e può
non venire aggiornata dopo la sua pubblicazione
In realtà, da tempo ormai i confini tra catalogo e
bibliografia sono sempre più sfumati (l’OPAC SBN, per es.,
è spesso utilizzato come una bibliografia nazionale)
Per non perdersi in questo «mare» esistono le bibliografie
di bibliografie
23. Perché sono necessarie le
bibliografie?
Necessità di testimoniare che un lavoro di ricerca si basa
su quanto già esistente in materia e da lì è partito
citazione del materiale letto o consultato per
«costruire» il proprio percorso di ricerca
Necessità di citare correttamente la letteratura
scientifica esistente (modalità e stili citazionali)
24. La comunicazione scientifica
Il processo formale della
comunicazione scientifica è dovuto
alla necessità di studiosi e ricercatori
di contribuire alla conoscenza e, al
tempo stesso, di gettare le basi per la
loro carriera e reputazione
accademica
From Starr Hoffman’s blog
(<https://geekyartistlibrarian.wordpress.com/2
013/03/05/the-digital-humanities-transforming-
scholarly-communication/>)
25. Cosa è la comunicazione scientifica?
La comunicazione scientifica può essere definita come
“the system through which research and other scholarly
writings are created, evaluated for quality, disseminated
to the scholarly community, and preserved for future use.
The system includes both formal means of communication,
such as publication in peer-reviewed journals, and
informal channels, such as electronic
listservs” (Association of College & Research Libraries,
“Principles and strategies for the reform of scholarly
communication 1,” 2003)
26. Nascita della
comunicazione scientifica
Tradizionalmente si fa risalire
il suo esordio a un periodo
precedente alla nascita della
scienza moderna stessa, ossia
nel momento in cui si diffuse
la stampa a caratteri mobili
La circolazione della carta
stampata permise una più
ampia circolazione delle idee
“rivoluzione scientifica”
del XVII secolo
27. I livelli della comunicazione scientifica
I tre livelli della comunicazione scientifica sono:
1) tra studiosi del medesimo settore disciplinare
2) tra studiosi di diversi campi
3) al pubblico di non esperti
28. Gli elementi della
comunicazione scientifica
Gli elementi indispensabili della comunicazione
scientifica sono:
• le discipline scientifiche
• gli studiosi
• i mezzi per la diffusione
• il pubblico
29. Gli stakeholder
Gli stakeholder della comunicazione scientifica sono:
• studiosi (ricercatori/scienziati e studenti)
• editori
• biblioteche
• …
30. Canali di disseminazione
Gli studiosi possono diffondere i propri lavori in molti modi e
in vari canali:
• pubblicando in riviste e libri (a stampa e elettronici)
• archiviando all’interno di depositi istituzionali digitali
• usando mailing list e comunità online
• dando vita a nuove sedi per la divulgazione (specie online)
31. Il ciclo di pubblicazione
From The University of Winnipeg Library
Pages (<https://library.uwinnipeg.ca/scholarly-
communication/index.html>)
32. L’origine della
comunicazione scientifica
Il sociologo americano Robert K. Merton – il fondatore
della sociologia della scienza – analizzò il rapporto
esistente tra ricerca scientifica, innovazione
tecnologica e organizzazione sociale e definì la scienza
come un’istituzione sociale
Merton delineò le regole del comportamento degli
studiosi/scienziati: “priority rule”, “recognition”,
“peer review”, “citation”
33. Cosa è un lavoro scientifico?
Un lavoro scientifico è
un contributo
generalmente
pubblicato all’interno di
un “well-
respected”/scholarly
journal, ossia una rivista
scientifica basata sul
sistema della
valutazione dei pari
34. La valutazione/revisione dei pari
La valutazione dei pari – o peer review – consiste in un
processo di valutazione critica dei lavori di uno studioso
eseguita da specialisti del settore per verificarne l'idoneità alla
pubblicazione scientifica su riviste specializzate o, nel caso di
progetti, al finanziamento
La peer review esiste sin dal 1600, ma dalla metà del
Novecento sono emersi alcuni limiti del sistema:
❖alto costo del processo
❖rischio di giudizi soggettivi o falsati
35. Revisione dei pari
PROSPETTICA
Quando un contributo (articolo,
saggio) viene valutato dai pari per
essere pubblicato in una sede
scientifica (rivista, libro)
In questo caso il revisore non ha a
disposizione nessun tipo di
informazione, a volte neanche il nome
dell’autore
Può essere:
• single-blind peer-review (cieco)
• double-blind peer-review (doppio
cieco)
RETROSPETTICA
Quando un contributo viene valutato ai
fini di una procedura di valutazione
della qualità della ricerca
In questo caso l’oggetto della
valutazione è già pubblicato e noto
alla comunità dei pari
Il revisore ha a disposizione molte
informazioni legate all’impatto
dell’articolo, alla reputazione
dell’autore nella comunità scientifica
ecc.
Può essere soltanto single blind
36. Limiti della revisione dei pari
Oggi si parla di open peer review, ma non c’è chiarezza né
consenso sul reale significato
Qualcuno sostiene che il processo della revisione dei pari
sia in crisi. Al momento, però, esso rimane l’unico sistema
che funziona…
37. ➢ Lo scienziato si impegna nel suo lavoro per raggiungere
la priorità della scoperta
➢ Lo scienziato è spinto a rendere pubblici i risultati
della scoperta nel minor tempo possibile ed è tenuto a
dimostrare l’originalità del suo pensiero mostrando
però il contributo del lavoro di altri alla sua scoperta
attraverso la citazione
➢ Tanto più un lavoro è citato dagli altri quanto più lo
scienziato incrementa la sua reputazione
La trasmissione della conoscenza
38. Il “potere” della citazione
La citazione diventa la “condizione di accesso alla comunità
scientifica”
Nella scienza moderna si una competizione per la priority
rule; per ottenere la pubblicazione dei risultati della propria
ricerca (e, quindi, la priorità) bisogna sottoporsi al giudizio
dei pari (peer review)
Secondo Merton gli scienziati sono tenuti a citare quanti li
hanno preceduti e di essere citati, anche per l’istituzione cui
afferiscono nascita della moderna teoria delle citazioni
e della bibliometria
39. Alla base della bibliometria:
la citazione
Esistono stili e finalità citazionali diverse a seconda dei
settori disciplinari
Il graduale sviluppo dell’abitudine a citare, negli scritti, i
lavori propri o di altri studiosi ha condotto inevitabilmente
all’utilizzo dei citation data e, di conseguenza, a valutare un
lavoro in rapporto al numero di citazioni ottenute
Con l’aumento della mole della produzione scientifica la
citazione diviene “la moneta corrente nel commercio della
comunicazione scientifica ufficiale. Moneta di piccolo taglio
(costa poco citare), ma dal potere d'acquisto simbolico non
indifferente”
40. La citazione
3 termini inglesi: quotation, citation, invocation
1 termine italiano:
• citazione = trascrizione fedele di parole, frasi o parti di
opere di altri autori nel testo che si sta scrivendo
• citazione (bibliografica) = informazioni bibliografiche che
permettono di identificare la risorsa utilizzata, ovvero
una descrizione, concisa e per quanto possibile trascritta
in una forma normalizzata e coerente per tutto il lavoro,
che rappresenti e permetta di identificare la risorsa da
cui si sono tratte le parole, le frasi, le parti di testo, ma
anche le idee e i concetti utilizzati o ricordati nel lavoro
(da F. Venuda, La citazione bibliografica nei percorsi di ricerca cit.)
41. Le citazioni bibliografiche
Citazione diretta e indiretta
Le opere consultate e citate in modo diretto o indiretto
nella stesura di un testo, devono venire identificate per
mezzo di riferimenti bibliografici, definiti anche indicazioni
o citazioni bibliografiche
(da F. Venuda, La citazione bibliografica nei percorsi di ricerca cit.)
42. Le citazioni bibliografiche
1. Due possibilità:
2. in-text citation
3. end-text citation
(da F. Venuda, La citazione bibliografica nei percorsi di ricerca cit.)
43. I principali sistemi di citazione
Due principali sistemi citazionali:
1. sistema numerico o standard (British standard
system): di utilizzo soprattutto in campo umanistico e
in Italia; si fonda sulla presenza di note e bibliografia
2. sistema autore-data (Harvard system, o APA -
American Psychological Association - system): di
utilizzo soprattutto in campo scientifico ed economico
e nell’area angloamericana; si fonda sull’indicazione di
autore e data di pubblicazione tra parentesi tonde nel
testo
44. Sistema numerico o standard
Sistema numerico o standard (British standard system):
uso di note numerate a piè di pagina contenenti i
riferimenti/citazioni bibliografici (in-text citation) e di una
bibliografia finale (end-text citation)
45. Sistema autore-data
Sistema autore-data: uso del cognome dell’autore e data
di pubblicazione tra parentesi tonde (in-text citation) e di
una lista finale dei soli riferimenti citati (end-text
citation)
46. Chicago style (A)
Chicago style A: sistema numerico/standard
Nella bibliografia finale si ordina sotto il cognome dell’autore,
mentre nelle note manca l’"elemento ordinante" (dopo il numero
della nota seguono, in ordine diretto, nome e cognome
dell’autore o direttamente il titolo)
Qualora le citazioni in nota siano complete, la bibliografia finale
potrebbe teoricamente mancare
La presenza di una bibliografia finale completa può comportare
l’adozione, anche in nota, della forma adottata nella
bibliografia finale oppure l’uso di abbreviazioni a partire dalla
prima citazione in nota
47. Chicago style (A)
Note
Opere monografiche complete
Autore, Titolo: Sottotitolo (Titolo tradotto), Curatore,
Reprint/Edizione, Titolo di serie, curatore, numero (Luogo: editore,
data), Pagine, [Note].
Parti di opere monografiche
Autore, "Titolo: Sottotitolo" (Titolo tradotto), parte, in Titolo
documento ospite, Curatore, Reprint/Edizione, Titolo di serie,
curatore, numero, (Luogo: editore, data), Pagine di riferimento,
[Note].
Articoli
Autore, "Titolo articolo" (Titolo tradotto), Titolo rivista volume,
numero (anno): pagine, [Note].
48. Chicago style (A)
Bibliografia
Opere monografiche complete
Autore. Titolo: Sottotitolo (Titolo tradotto). Curatore.
Reprint/Edizione. Titolo di serie, curatore, numero. Luogo: editore,
data. [Note].
Parti di opere monografiche
Autore. "Titolo: Sottotitolo" (Titolo tradotto). Indic. della parte In
Titolo documento ospite, Curatore. Reprint/Edizione. Titolo di serie,
curatore, numero. Paginazione. Luogo: editore, data. [Note].
Articoli
Autore. "Titolo articolo." Titolo rivista volume, numero (anno):
pagine. [Note].