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Una condanna per il crollo al liceo torineseMa un
piano per la sicurezza ancora non c’è
Nel 2008 un ragazzo morì sotto un controsoffitto. Il ministro Gelmini promise un intervento risolutivo, ma
l'Anci denuncia: non esiste ancora un progetto per l'edilizia scolastica e tutte le spese sono a carico dei
Comuni
di Mario Portanova | 15 luglio 2011
Una condanna e sei assoluzioni per il crollo del controsoffitto al liceo
Darwin di Rivoli, alle porte di Torino, che il 22 novembre 2008 provocò la
morte dello studente diciassettenne Vito Scafidi. Il Tribunale di Torino ha
inflitto quattro anni di reclusione a Michele Del Mastro, ex responsabile
del servizio di edilizia scolastica della Provincia. Assolti invece altri tre
funzionari dello stesso ente e altrettanti professori del Darwin,
responsabili della sicurezza dell’istituto. Il giudice Silvia Salvadori ha
disposto una provvisionale di 400 mila euro in favore dei familiari del
ragazzo.
Tre anni fa, il caso di Rivoli fece scalpore e portò sotto i riflettori il problema della sicurezza degli edifici
scolastici italiani, spesso vecchi, fatiscenti, lasciati andare senza un’adeguata manutenzione. Di fronte alla
preoccupazione che una simile tragedia potesse ripetersi, il governo approntò in tutta fretta un Piano di
edilizia scolastica, presentato dal ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini il 29 gennaio 2009. “Mai più
scuole insicure”, promise il governo, annunciando la messa in sicurezza delle 45 mila scuole italiane che
ogni giorno di lezione accolgono nove milioni di persone tra studenti, docenti e personale di supporto.
Eppure oggi, nell’anno 2011, un Piano per l’edilizia scolastica in Italia non esiste ancora. Lo denuncia
l’Anci,l’Associazione dei Comuni italiani, che giusto pochi giorni fa, il 7 luglio, ha rivolto al governo un
appello in cui si legge: “Il tema sta assumendo le caratteristriche di un’emergenza nazionale“. Che cosa è
successo lo spiega Riccardo Roman, presidente della commmissione Istruzione e scuola dell’Anci, nonché
sindaco di Galzignano Terme in provincia di Padova: “Il provvedimento annunciato dalla Gelmini, in realtà,
riguardava soltanto il monitoraggio e l’intervento su elementi non strutturali, come il controsoffitto di Rivoli. E
per questo sono stati erogati 350 milioni di euro presi dai fondi Fas (quelli per le aree sottutilizzate del
Paese, ndr), e altri 400 ne stanno per arrivare. Ma un vero piano per l’edilizia scolastica, che contemplasse
anche gli interventi strutturali, non è mai stato fatto”.
Il problema torna di attualità con l’attuazione della riforma della scuola voluta dallo stesso ministro
Gelmini: in ogni classe dell’obbligo devono starci più alunni, di conseguenza le aule vanno adeguate alle
nuove esigenze. Ma con quali soldi? “In mancanza del piano, la spesa è accollata ai Comuni e alle
Province, secondo il tipo di scuola”, spiega ancora Roman. “Lo stesso vale per qualunque problema delle
strutture degli edifici, per esempio una grossa infiltrazione d’acqua nei muri portanti. Questi interventi sono
ancora regolati dalla legge 23 del 1996, che da qualche anno non è finanziata neppure con un euro”.
L’Anci chiede inoltre che le spese per l’edilizia scolastica affrontate dai Comuni siano al di fuori del Patto di
stabilità, proprio per l’importanza e la delicatezza del tema. La sicurezza delle scuole, ha commentato il
pubblico ministero Raffaele Guariniello dopo la sentenza sulla tragedia del Darwin, “è un problema che va
affrontato esattamente come quello della sicurezza sui luoghi di lavoro”.
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