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2018
PROMOZIONE DELLA SALUTE
NEI LUOGHI DI LAVORO
PREMESSA
La promozione della salute nei
luoghi di lavoro (Workplace
Health Promotion - WHP) è una
strategia complessa di program-
mi di miglioramento organizza-
tivo, della salute e del benesse-
re psicofisico dei lavoratori. È
definita nel quadro europeo come lo sforzo congiunto
di imprese, addetti e società per migliorare la salute ed il
benessere dei lavoratori. Tale sforzo può essere raggiunto
attraverso la combinazione dei seguenti elementi di cui
alla Dichiarazione di Lussemburgo (1997):
n	 miglioramento dell’organizzazione del lavoro e dell’am-
biente di lavoro;
n	 promozione della partecipazione attiva;
n	 incoraggiamento delle capacità personali.
(Dichiarazione di Lussemburgo, 1997)
Questa definizione mette in luce la complessità di un
approccio globale [1] che coinvolge numerosi attori,
quali istituzioni, lavoratori, imprenditori, parti sociali e
comunità (Figura 1).
In questa prospettiva, si pone al centro la persona an-
cor prima del lavoratore/lavoratrice, puntando anche a
un miglioramento della qualità della vita dentro e fuori
del contesto lavorativo. A questo fine, ogni organizza-
zione lavorativa può attivare strategie di sistema che
puntino all’implementazione di azioni costanti inte-
grate tra loro, replicabili e verificabili nei loro risultati,
all’interno della gestione delle attività lavorative e dei
programmi di miglioramento, tenendo in considerazio-
ne anche l’integrazione nella comunità circostante.
DESCRIZIONE DEL PROBLEMA: LA COMPLESSITÀ DEL
MONDO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI E LA
MOLTEPLICITÀ DEGLI APPROCCI
Nella promozione della salute nei luoghi di lavoro il pri-
mo passo da compiere è un’analisi attenta dei bisogni
dei/delle lavoratori/lavoratrici, adottando una visione
multi-prospettica capace di leggerne e individuarne
le caratteristiche, riconoscendo la rilevanza di aspetti
quali l’età, il genere, la nazionalità, le condizioni di sa-
lute, le tipologie di contratto e l’estrema varietà delle
condizioni socio-economiche. Di seguito vengono con-
siderate alcune di queste dimensioni.
n	 Età - Oggi le politiche di promozione della salute pon-
gono uno sguardo particolarmente attento alla fascia
di lavoratori e lavoratrici tra i 55 e i 64 anni. Tra questi,
nel 2013, in Europa, è stata registrata una percentua-
le di soggetti con patologie e disturbi di lunga durata
pari al 33,4%, percentuale che scende invece al 14,6%
nella fascia tra i 16 e i 44 anni. L’invecchiamento è in-
fatti correlato a un alto rischio di problemi di salute,
spesso di natura cronica, quali patologie muscolo-
scheletriche, bronchiti croniche, disturbi cardiova-
scolari, depressione. Promuovere la salute diventa
quindi indispensabile affinché questi problemi non
divengano invalidanti/disabilitanti [2];
n	 Genere - L’analisi si fa più complessa aggiungendo alla
variabile età quella di genere e ponendo in rilievo i biso-
gni delle donne, troppo a lungo ignorati in un sistema di
organizzazione del lavoro impostato sul modello patriar-
caledelcapofamiglia.Lecondizionidisalutedellelavora-
trici over 55 possono essere rese precarie, o peggiorate,
da fattori quali menopausa, osteoporosi, osteoartriti e
cancro al seno. A questi si aggiungono responsabilità
e carichi di cura eccessivi che comportano rischi per la
salute psicologica, dovuti sia alla tipologia dei settori la-
vorativi in cui le donne sono maggiormente impiegate
(servizi sanitari e sociali, istruzione), sia alle responsabili-
tà di cura nel contesto familiare che la società continua
ad attribuire quasi esclusivamente alle donne [3];
n	 Nazionalità ed etnia - Particolarmente vulnerabili
sono, inoltre, i/le lavoratori/lavoratrici stranieri/e; tra
questi in Italia, l’incidenza infortunistica (data dal rap-
porto tra infortuni denunciati e lavoratori assicurati),
mostra negli anni livelli più alti rispetto agli autoctoni.
Tante possono essere le variabili chiamate in causa
per spiegare questo fenomeno, ad esempio la man-
canza di formazione e informazioni, l’impiego in setto-
ri ad alto rischio, la difficoltà di comunicazione dovuta
anche a incomprensioni linguistiche, i fattori di stress
connessi a precarie condizioni socio-economiche. Ma
cruciale è anche interrogarsi sul significato di salute
che è insito in ogni cultura e che finisce con l’influen-
zare lo stile di vita, la percezione delle condizioni di
rischio, la propria condotta nel luogo di lavoro.
Figura 1	 Il circolo delle azioni e dei principi di WHP
Le azioni e le caratteristiche della WHP sostengono l’organizzazione di un contesto lavorativo at-
tento a molteplici dimensioni integrate tra loro nell’ottica di promuovere una ‘salute’ del/la lavora-
tore/lavoratrice, intesa come benessere fisico, psichico e sociale.
(F. Lentisco, A. Bagnato - Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia,
igiene del lavoro e ambientale)
Inail - Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale - Direttore: Sergio Iavicoli
Via Fontana Candida, 1 - 00078 Monte Porzio Catone (RM)
Tel. 06 941 81 405 - 404 • Fax 06 941 81 419 • dmil@inail.it
PER ULTERIORI INFORMAZIONI
Contatti: f.lentisco@inail.it
URL: https://osha.europa.eu [consultato aprile 2018]
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
[1] Zucconi A, Howell P. La promozione della salute. Un approccio globale per il benessere della persona e della società. Molfetta:
Edizioni La Meridiana; 2003.
[2] Goldenman G, Murphy G (edited by). Rehabilitation and return to work: Analysis report on EU and Member States policies,
strategies and programmes. Luxembourg: European Agency for Safety and Health at Work; 2016.
[3] Pederson R, Belin A (edited by). Women and the ageing workforce. Implications for occupational safety and health. Luxembourg:
European Agency for Safety and Health at Work; 2016.
PAROLE CHIAVE
Promozione della salute nei luoghi di lavoro; Equilibrio vita-lavoro; Partecipazione; Responsabilità sociale; Stili di vita
ISBN978-88-7484-109-7©2018Inail.Lapubblicazionevienedistribuitagratuitamenteeneèquindivietatalavenditanonchélariproduzioneconqualsiasimezzo.èconsentitasololacitazioneconl’indicazionedellafonte.
StampatodallaTipolitografiaInaildiMilano•Edizione2018Autori:F.Lentisco,A.Bagnato•Progettoeditoriale:Inail-Dimeila•Editingegrafica:E.Giuli,T.Ursicino
REINSERIMENTO LAVORATIVO E RESPONSABILITÀ
SOCIALE DI ISTITUZIONI E ORGANIZZAZIONI
Data l’eterogeneità del pubblico a cui le misure di pro-
mozione della salute si rivolgono, è fondamentale che
ogni azione sia capace di incontrare le molteplici e dif-
ferenziate esigenze di lavoratori e lavoratrici, per non
creare situazioni di discriminazione.
Nella sua attuazione, la promozione della salute al la-
voro richiede un’attenzione continua che va dall’atti-
vazione di misure preventive all’adozione di soluzioni
che aiutino la persona al reinserimento lavorativo dopo
una lunga malattia o altro impedimento. Promuovere
benessere vuol dire infatti permettere a chi ha proble-
mi di salute, laddove lo desideri, di poter continuare a
lavorare riorganizzando spazi e tempi di lavoro in ma-
niera consona ai diversi bisogni e abilità. In questa dire-
zione rientrano anche le strategie di conciliazione tra le
esigenze della vita lavorativa e quelle della vita privata.
In questo scenario, è rilevante il ruolo giocato dalle or-
ganizzazioni lavorative socialmente responsabili che
adottano misure quali il tele-lavoro, la flessibilità degli
orari di lavoro, attività di supporto al rientro lavorativo
dopo lunghe assenze. Ma ancor più importante è il ruo-
lo delle istituzioni che dovrebbero adoperarsi per la dif-
fusione di una cultura di pari opportunità e responsabi-
lità di genere e per un consolidamento del welfare nel
paese. In quest’ottica, l’offerta di servizi di cura per la
prima infanzia e per i soggetti non autosufficienti costi-
tuirebbe un presupposto indispensabile per facilitare la
conciliazione vita lavorativa/vita privata e promuovere
quindi in maniera concreta un maggiore benessere per
lavoratori e lavoratrici.
La promozione della salute e del benessere: il caso avanguardistico
della Olivetti di Ivrea
Adriano Olivetti, presidente dell’omonima azienda che per prima in Italia avviò la
produzione di macchine per scrivere, dal 1938 al 1960 (anno della sua morte), ha
dato vita a un esempio di impresa virtuosa e fortemente radicata nel territorio, quel-
lo del Canavese. In Olivetti ci sono state delle iniziative che, ancora oggi, sarebbero di
avanguardia: consultori, prima rivolti a dipendenti e poi aperti anche alla comunità;
ambulatorio pediatrico e servizi sanitari per la maternità; formazione dei dipendenti
a largo raggio, non limitata al mero ambito lavorativo ma intesa anche a potenziare
la sensibilità, le attitudini, le capacità e gli interessi della persona formata; asili nido
per i figli dei dipendenti e gestiti con metodo Montessori; servizi sociali e colonie
estive; scuole, biblioteche e mostre d’arte; e, infine, case per i lavoratori, di elevata
qualità ambientale e costruttiva, gestite in modo autonomo da un Consiglio eletto
da tutti i dipendenti. Nell’area del Canavese, per scongiurare l’esodo forzato dai
paesi intorno all’azienda e un eccessivo inurbamento ad Ivrea (sede dell’azienda),
sono stati inoltre agevolati i trasporti pubblici e si è cercato di migliorare la qualità
della vita di tutto il territorio. Adriano Olivetti ha consegnato alla storia un model-
lo di democrazia comunitaria, dove l’impegno etico dell’imprenditore ha costituito
la chiave di volta dell’intero processo di WHP aziendale, incentrato sul benessere e
sull’empowerment dei lavoratori.
WHP e buone prassi: il modello dell’Inrca di Ancona
Nel 2013 presso la sede di Ancona dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scien-
tifico (INRCA-IRCCS) si è avviato in maniera sperimentale il percorso di promozione
della salute Fitness at work rivolto al personale dell’Istituto.
Interventi
I/Le dipendenti hanno seguito programmi personalizzati di fitness usufruendo gra-
tuitamente, al di fuori dell’orario di lavoro, degli attrezzi e degli spazi per l’attività
motoria di cui l’Inrca dispone. Affiancato da fisioterapisti dell’Istituto, il personale
ha potuto apprezzare concretamente i benefici dell’attività fisica intrapresa, grazie
ai punteggi ottenuti in molteplici schede e scale di valutazione utilizzate all’inizio e
alla fine del percorso.
Efficacia del modello
La valutazione positiva ricavata dai vari monitoraggi del programma ha portato alla
sua ripetizione e verifica negli anni successivi, con inserimento nella programma-
zione pluriennale dell’Istituto. Ad oggi il programma ha coinvolto 160 dipendenti.
Promozione della salute nei luoghi di lavoro: principali riferimenti e dichiarazioni
1986: Oms, Carta di Ottawa per la promozione della salute.
1989: Consiglio delle Comunità europee, Direttiva concernente l’attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante
il lavoro (89/391/CEE).
1997: Dichiarazione di Lussemburgo. La promozione della salute nei luoghi di lavoro nell’Unione Europea (aggiornata 2007).
2001: Dichiarazione di Lisbona. Nuove strategie per il miglioramento della salute nelle piccole e medie imprese.
2002: Dichiarazione di Barcellona per lo sviluppo di una buona pratica di promozione della salute nei luoghi di lavoro.
2006: Onu, Convenzione sui diritti delle persone con disabilità.
2008: D.lgs. 81/2008 e s.m.i. Attuazione dell’art.1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
2010: Dichiarazione di Edimburgo sulla promozione della salute mentale e del benessere sui luoghi di lavoro.

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78 inail promozione salute

  • 1. www.inail.it 2018 PROMOZIONE DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO PREMESSA La promozione della salute nei luoghi di lavoro (Workplace Health Promotion - WHP) è una strategia complessa di program- mi di miglioramento organizza- tivo, della salute e del benesse- re psicofisico dei lavoratori. È definita nel quadro europeo come lo sforzo congiunto di imprese, addetti e società per migliorare la salute ed il benessere dei lavoratori. Tale sforzo può essere raggiunto attraverso la combinazione dei seguenti elementi di cui alla Dichiarazione di Lussemburgo (1997): n miglioramento dell’organizzazione del lavoro e dell’am- biente di lavoro; n promozione della partecipazione attiva; n incoraggiamento delle capacità personali. (Dichiarazione di Lussemburgo, 1997) Questa definizione mette in luce la complessità di un approccio globale [1] che coinvolge numerosi attori, quali istituzioni, lavoratori, imprenditori, parti sociali e comunità (Figura 1). In questa prospettiva, si pone al centro la persona an- cor prima del lavoratore/lavoratrice, puntando anche a un miglioramento della qualità della vita dentro e fuori del contesto lavorativo. A questo fine, ogni organizza- zione lavorativa può attivare strategie di sistema che puntino all’implementazione di azioni costanti inte- grate tra loro, replicabili e verificabili nei loro risultati, all’interno della gestione delle attività lavorative e dei programmi di miglioramento, tenendo in considerazio- ne anche l’integrazione nella comunità circostante. DESCRIZIONE DEL PROBLEMA: LA COMPLESSITÀ DEL MONDO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI E LA MOLTEPLICITÀ DEGLI APPROCCI Nella promozione della salute nei luoghi di lavoro il pri- mo passo da compiere è un’analisi attenta dei bisogni dei/delle lavoratori/lavoratrici, adottando una visione multi-prospettica capace di leggerne e individuarne le caratteristiche, riconoscendo la rilevanza di aspetti quali l’età, il genere, la nazionalità, le condizioni di sa- lute, le tipologie di contratto e l’estrema varietà delle condizioni socio-economiche. Di seguito vengono con- siderate alcune di queste dimensioni. n Età - Oggi le politiche di promozione della salute pon- gono uno sguardo particolarmente attento alla fascia di lavoratori e lavoratrici tra i 55 e i 64 anni. Tra questi, nel 2013, in Europa, è stata registrata una percentua- le di soggetti con patologie e disturbi di lunga durata pari al 33,4%, percentuale che scende invece al 14,6% nella fascia tra i 16 e i 44 anni. L’invecchiamento è in- fatti correlato a un alto rischio di problemi di salute, spesso di natura cronica, quali patologie muscolo- scheletriche, bronchiti croniche, disturbi cardiova- scolari, depressione. Promuovere la salute diventa quindi indispensabile affinché questi problemi non divengano invalidanti/disabilitanti [2]; n Genere - L’analisi si fa più complessa aggiungendo alla variabile età quella di genere e ponendo in rilievo i biso- gni delle donne, troppo a lungo ignorati in un sistema di organizzazione del lavoro impostato sul modello patriar- caledelcapofamiglia.Lecondizionidisalutedellelavora- trici over 55 possono essere rese precarie, o peggiorate, da fattori quali menopausa, osteoporosi, osteoartriti e cancro al seno. A questi si aggiungono responsabilità e carichi di cura eccessivi che comportano rischi per la salute psicologica, dovuti sia alla tipologia dei settori la- vorativi in cui le donne sono maggiormente impiegate (servizi sanitari e sociali, istruzione), sia alle responsabili- tà di cura nel contesto familiare che la società continua ad attribuire quasi esclusivamente alle donne [3]; n Nazionalità ed etnia - Particolarmente vulnerabili sono, inoltre, i/le lavoratori/lavoratrici stranieri/e; tra questi in Italia, l’incidenza infortunistica (data dal rap- porto tra infortuni denunciati e lavoratori assicurati), mostra negli anni livelli più alti rispetto agli autoctoni. Tante possono essere le variabili chiamate in causa per spiegare questo fenomeno, ad esempio la man- canza di formazione e informazioni, l’impiego in setto- ri ad alto rischio, la difficoltà di comunicazione dovuta anche a incomprensioni linguistiche, i fattori di stress connessi a precarie condizioni socio-economiche. Ma cruciale è anche interrogarsi sul significato di salute che è insito in ogni cultura e che finisce con l’influen- zare lo stile di vita, la percezione delle condizioni di rischio, la propria condotta nel luogo di lavoro. Figura 1 Il circolo delle azioni e dei principi di WHP Le azioni e le caratteristiche della WHP sostengono l’organizzazione di un contesto lavorativo at- tento a molteplici dimensioni integrate tra loro nell’ottica di promuovere una ‘salute’ del/la lavora- tore/lavoratrice, intesa come benessere fisico, psichico e sociale. (F. Lentisco, A. Bagnato - Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale)
  • 2. Inail - Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale - Direttore: Sergio Iavicoli Via Fontana Candida, 1 - 00078 Monte Porzio Catone (RM) Tel. 06 941 81 405 - 404 • Fax 06 941 81 419 • dmil@inail.it PER ULTERIORI INFORMAZIONI Contatti: f.lentisco@inail.it URL: https://osha.europa.eu [consultato aprile 2018] BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE [1] Zucconi A, Howell P. La promozione della salute. Un approccio globale per il benessere della persona e della società. Molfetta: Edizioni La Meridiana; 2003. [2] Goldenman G, Murphy G (edited by). Rehabilitation and return to work: Analysis report on EU and Member States policies, strategies and programmes. Luxembourg: European Agency for Safety and Health at Work; 2016. [3] Pederson R, Belin A (edited by). Women and the ageing workforce. Implications for occupational safety and health. Luxembourg: European Agency for Safety and Health at Work; 2016. PAROLE CHIAVE Promozione della salute nei luoghi di lavoro; Equilibrio vita-lavoro; Partecipazione; Responsabilità sociale; Stili di vita ISBN978-88-7484-109-7©2018Inail.Lapubblicazionevienedistribuitagratuitamenteeneèquindivietatalavenditanonchélariproduzioneconqualsiasimezzo.èconsentitasololacitazioneconl’indicazionedellafonte. StampatodallaTipolitografiaInaildiMilano•Edizione2018Autori:F.Lentisco,A.Bagnato•Progettoeditoriale:Inail-Dimeila•Editingegrafica:E.Giuli,T.Ursicino REINSERIMENTO LAVORATIVO E RESPONSABILITÀ SOCIALE DI ISTITUZIONI E ORGANIZZAZIONI Data l’eterogeneità del pubblico a cui le misure di pro- mozione della salute si rivolgono, è fondamentale che ogni azione sia capace di incontrare le molteplici e dif- ferenziate esigenze di lavoratori e lavoratrici, per non creare situazioni di discriminazione. Nella sua attuazione, la promozione della salute al la- voro richiede un’attenzione continua che va dall’atti- vazione di misure preventive all’adozione di soluzioni che aiutino la persona al reinserimento lavorativo dopo una lunga malattia o altro impedimento. Promuovere benessere vuol dire infatti permettere a chi ha proble- mi di salute, laddove lo desideri, di poter continuare a lavorare riorganizzando spazi e tempi di lavoro in ma- niera consona ai diversi bisogni e abilità. In questa dire- zione rientrano anche le strategie di conciliazione tra le esigenze della vita lavorativa e quelle della vita privata. In questo scenario, è rilevante il ruolo giocato dalle or- ganizzazioni lavorative socialmente responsabili che adottano misure quali il tele-lavoro, la flessibilità degli orari di lavoro, attività di supporto al rientro lavorativo dopo lunghe assenze. Ma ancor più importante è il ruo- lo delle istituzioni che dovrebbero adoperarsi per la dif- fusione di una cultura di pari opportunità e responsabi- lità di genere e per un consolidamento del welfare nel paese. In quest’ottica, l’offerta di servizi di cura per la prima infanzia e per i soggetti non autosufficienti costi- tuirebbe un presupposto indispensabile per facilitare la conciliazione vita lavorativa/vita privata e promuovere quindi in maniera concreta un maggiore benessere per lavoratori e lavoratrici. La promozione della salute e del benessere: il caso avanguardistico della Olivetti di Ivrea Adriano Olivetti, presidente dell’omonima azienda che per prima in Italia avviò la produzione di macchine per scrivere, dal 1938 al 1960 (anno della sua morte), ha dato vita a un esempio di impresa virtuosa e fortemente radicata nel territorio, quel- lo del Canavese. In Olivetti ci sono state delle iniziative che, ancora oggi, sarebbero di avanguardia: consultori, prima rivolti a dipendenti e poi aperti anche alla comunità; ambulatorio pediatrico e servizi sanitari per la maternità; formazione dei dipendenti a largo raggio, non limitata al mero ambito lavorativo ma intesa anche a potenziare la sensibilità, le attitudini, le capacità e gli interessi della persona formata; asili nido per i figli dei dipendenti e gestiti con metodo Montessori; servizi sociali e colonie estive; scuole, biblioteche e mostre d’arte; e, infine, case per i lavoratori, di elevata qualità ambientale e costruttiva, gestite in modo autonomo da un Consiglio eletto da tutti i dipendenti. Nell’area del Canavese, per scongiurare l’esodo forzato dai paesi intorno all’azienda e un eccessivo inurbamento ad Ivrea (sede dell’azienda), sono stati inoltre agevolati i trasporti pubblici e si è cercato di migliorare la qualità della vita di tutto il territorio. Adriano Olivetti ha consegnato alla storia un model- lo di democrazia comunitaria, dove l’impegno etico dell’imprenditore ha costituito la chiave di volta dell’intero processo di WHP aziendale, incentrato sul benessere e sull’empowerment dei lavoratori. WHP e buone prassi: il modello dell’Inrca di Ancona Nel 2013 presso la sede di Ancona dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scien- tifico (INRCA-IRCCS) si è avviato in maniera sperimentale il percorso di promozione della salute Fitness at work rivolto al personale dell’Istituto. Interventi I/Le dipendenti hanno seguito programmi personalizzati di fitness usufruendo gra- tuitamente, al di fuori dell’orario di lavoro, degli attrezzi e degli spazi per l’attività motoria di cui l’Inrca dispone. Affiancato da fisioterapisti dell’Istituto, il personale ha potuto apprezzare concretamente i benefici dell’attività fisica intrapresa, grazie ai punteggi ottenuti in molteplici schede e scale di valutazione utilizzate all’inizio e alla fine del percorso. Efficacia del modello La valutazione positiva ricavata dai vari monitoraggi del programma ha portato alla sua ripetizione e verifica negli anni successivi, con inserimento nella programma- zione pluriennale dell’Istituto. Ad oggi il programma ha coinvolto 160 dipendenti. Promozione della salute nei luoghi di lavoro: principali riferimenti e dichiarazioni 1986: Oms, Carta di Ottawa per la promozione della salute. 1989: Consiglio delle Comunità europee, Direttiva concernente l’attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro (89/391/CEE). 1997: Dichiarazione di Lussemburgo. La promozione della salute nei luoghi di lavoro nell’Unione Europea (aggiornata 2007). 2001: Dichiarazione di Lisbona. Nuove strategie per il miglioramento della salute nelle piccole e medie imprese. 2002: Dichiarazione di Barcellona per lo sviluppo di una buona pratica di promozione della salute nei luoghi di lavoro. 2006: Onu, Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. 2008: D.lgs. 81/2008 e s.m.i. Attuazione dell’art.1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. 2010: Dichiarazione di Edimburgo sulla promozione della salute mentale e del benessere sui luoghi di lavoro.