Miglioramento della qualità della vita nell’indoor tramite l’abbattimento dell’ inquinamento dell’aria (Sindrome dell’Edificio Malato) e sulla valorizzazione del rapporto uomo-natura.
1. Progetto per il Laboratorio
di Sintesi Finale Sez . P1
di Angela Stellaccio
Corso di Laurea in Design
del Prodotto industriale
Scuola del Design (Bovisa)
Politecnico di Milano
Natural Living.
2. CH2O
C7H8
C6H6
BRIEF
Il progetto realizzato per l’esame di Sintesi Finale
è nato da un brief fornito da un’azienda italiana
di rivestimenti.
Pensando agli ambienti indoor nel contesto 2035,
la sfida consisteva nell’utilizzare un materiale
chiamato Microcemento per una applicazione
nel mondo del design.
Il microcemento è un rivestimento cementizio
naturale che al giorno d’oggi viene utilizzato come
rivestimento di superifici quali pavimenti, piatti
doccia, ripiani...
Esso è il risultato dell’applicazione di più prodotti
Sika in forma di sottili strati.
SCENARIO
Dopo un periodo di ricerca sui trend e i fenomeni
futuri che cambieranno in generale la società
del 2035 e, più nello specifico, l’ambito
dell’indoor, sono arrivata a considerare la natura
come componente fondamentale della casa
e come rimedio ai fenomeni collegati
al cambiamento climatico che faranno
peggiorare la qualità della vita.
3. Sostanze rilasciate da materiali e arredi
Solventi e prodotti pulenti
Gas di combustione
Gas dalle fondamenta
Fumo di sigaretta
RICERCA
La mia ricerca si è focalizzata sul miglioramento
della qualità della vita nell’indoor tramite
l’abbattimento dell’ inquinamento dell’aria
(Sindrome dell’Edificio Malato) e sulla
valorizzazione del rapporto uomo-natura.
Nello specifico, il mio obiettivo è stato trovare
un modo per diminuire la presenza dei VOC
nell’aria della casa, composti dannosi
per la salute che portano appunto alla Sindrome
dell’Edificio Malato e a gravi conseguenze
sulla salute umana.
Danni a mucose e vie respiratorie
Patologie dell’apparato digerente
Problemi cutanei
Dolori articolari
Insonnia
CAUSE EFFETTI
4. LA ZEOLITE
Ho effettuato delle ricerche sui materiali in grado
di legare sostanze dannose e ho preso
in considerazione la zeolite.
Le zeoliti sono setacci molecolari con selettività
maggiore e vuoti strutturali più regolari rispetto
al carbone attivo e alla silice e sono capaci
di realizzare lo scambio ionico in aria e in acqua
e l’adsorbimento molecolare grazie alla loro struttura
microporosa.
La zeolite può assorbire metalli pesanti, ammonio,
radioisotopi, etilene e umidità in eccesso.
Io mi sono concentrata in particolare sulla Chabasite
perchè è la varietà più performante e l‘ho reperita
facilmente online grazie a Zeolite Italia.
L’efficacia della zeolite è direttamente proporzionale
alla superficie esposta, poichè dipende proprio
dalla sua struttura cristallina. Se inglobata in un altro
materiale, riduce la sua azione ma non la perde
del tutto. Essa assorbe in quantità pari al 65%
del suo peso.
Struttura chimica della zeolite
5. UN NUOVO MATERIALE
Ho quindi effettuato esperimenti sull’unione
del microcemento con la zeolite per rendere
il microcemento adatto all’uso in 3D e pensarlo
non più come un semplice rivestimento, ma come
un materiale quasi autoportante.
Ho unito la zeolite al microcemento mentre questo
era ancora fresco, così da sfruttare la sua capacità
di comportarsi da collante, ottenendo un unicum
a fine asciugatura.
Nell’immagine è presente un provino
di microcemento da me realizzato. La tonalità scelta
è quella che dagli esperimenti è risultata la più vicina
al colore naturale della zeolite, che qui ho utilizzato
in granulometria 2-3 mm.
6. LA STRUTTURA
Per rendere il microcemento autoportante e adatto
alla costruzione di un oggetto tridimensionale,
ho previsto l’interposizione di una rete metallica
nello strato di microcemento.
La zeolite può essere quindi aggiunta sulla superficie
del microcemento quando è fresco e si effettua
una colata per dare vita all’oggetto.
Una granulometria superiore compromette
il risultato estetico, quindi 2-3mm risulta
un buon compromesso tra la funzionalità
(l’assorbimento dall’aria) e la resa estetica
della superficie.
L’ultimo strato viene infine impermeabilizzato
da un ultimo strato che chiude i pori
del microcemento.
Legenda delle sostanze assorbite
Microcemento
Strato impermeabilizzante
7. IL CONCEPT
Lo studio della NASA,“A study of interior landscape plants
for indoor air pollution abatement”, prova la capacità
di particolari specie di assorbire alcuni elementi inquinanti
come ad esempio benzene, formaldeide, xilene, toluene,
ossido di carbonio. Queste e altre sostanze sono causa
della sindrome dell’edificio malato.
Il mio concept consiste quindi in un sistema di vasi
realizzato in microcemento e zeolite, che si avvale
di una struttura in acciaio.
Nei vasi andranno posizionate preferibilmente le specie
vegetali da me selezionate tra quelle presenti nell’elenco
estrapolato dallo studio della NASA, al fine di ampliare
il parco di sostanze assorbite dall’intero sistema.
Le specie vegetali e la zeolite agiscono infatti su sostanze
diverse in base alla loro struttura chimica, quindi la loro
unione si traduce in una maggiore efficacia del sistema.
La scelta è stata guidata dalle peculiarità delle specie
e quindi dalle specifiche sostanze dannose che ognuna
riesce ad assorbire. Un ulteriore criterio di selezione è stato
la quantità di cure di cui hanno bisogno le varie specie,
che mi ha portata a scegliere quelle che possono
sopravvivere senza la supervisione costante dell’uomo.
Ciò perchè l’oggetto da me progettatto è pensato
per un ipotetico user che non riesce a curare le piante
con estrema dedizione a cause degli impegni di lavoro,
quindi sceglie questo sistema per migliorare la qualità
dell’aria di casa senza preoccuparsi di rivolgergli troppe
cure giornaliere.
IL CONCEPT
Lo studio della NASA,“A study of interior landscape
plants for indoor air pollution abatement”, prova
la capacità di particolari specie di assorbire alcuni
elementi inquinanti come ad esempio benzene,
formaldeide, xilene, toluene, ossido di carbonio.
Queste e altre sostanze sono causa della Sindrome
dell’Edificio Malato.
Il mio concept consiste quindi in un sistema di vasi
realizzato in microcemento e zeolite, che si avvale
di una struttura in acciaio.
Le specie vegetali e la zeolite agiscono su sostanze
diverse in base alla loro struttura chimica,
quindi la loro unione si traduce in una maggiore
efficacia del sistema.
8. Legenda delle sostanze assorbite
LE SPECIE VEGETALI
Nei vasi andranno posizionate preferibilmente
le specie vegetali da me selezionate tra quelle
presenti nell’elenco estrapolato dallo studio
della NASA, al fine di ampliare il parco di sostanze
assorbite dall’intero sistema.
La scelta è stata guidata dalle peculiarità delle specie
e quindi dalle specifiche sostanze dannose che
ognuna riesce ad assorbire. Un ulteriore criterio
di selezione è stato la quantità di cure di cui hanno
bisogno le varie specie, che mi ha portata a scegliere
quelle che possono sopravvivere
senza la supervisione costante dell’uomo.
Ciò perchè l’oggetto da me progettatto è pensato
per un ipotetico user che non riesce a curare
le piante con estrema dedizione a cause
degli impegni di lavoro, quindi sceglie questo
sistema per migliorare la qualità dell’aria di casa
senza preoccuparsi di rivolgergli troppe cure
giornaliere.
9. ZEOPHYR
Zeophyr è costituito da cinque vasi di forma
ottagonale irregolare, in modo da aumentare
la superficie di scambio per la zeolite.
Ogni vaso è inserito a incastro in una base di acciaio
e può essere rimosso per eventuali operazioni
di manutenzione del verde. Le due aste sono saldate
alla base ottagonale. Sotto ogni vaso è incollata
una striscia LED di forma circolare.
L’accensione dell’impianto LED si effettua
dal basamento. Questo è riempito in parte
da cemento per conferire stabilità e, nella parte
vuota confluiscono all’alimentatore i cavi
dell’impianto LED e poi, passando per l’interruttore
situato sul lato, si collegano alla spina della corrente.
Il colore scelto per la verniciatura dell’acciaio
è grigio Gainsboro.
Zeophyr è adatto a servirsi di sistemi
di autoirrigazione.
A questo scopo è consigliata l’acqua gelificata e,
in periodi di estremo caldo, come quello estivo,
se necessario, si può integrare altra acqua
con un dispenser da incastrare nel terreno.
Questo porta ad un risparmio di tempo e di acqua.
10. STORYBOARD
Ogni 3-4 mesi, ad esempio quando ci si occupa
della manutenzione del verde, è consigliabile
esporre i vasi all’aria aperta.
Di sera, Zeophyr può essere attivato dall’interruttore
situato sulla base e illuminare gli ambienti grazie
alle luci LED presenti alla base dei vasi.
11. CM
58
CM
58
174
CM
95° percentile 5° percentile
USABILITY
Alla base del sistema sono previste delle ruote
per consentire gli spostamenti all’interno della casa.
Nello schema è presente una schematizzazione
in rapporto alla figura umana di cui è stato preso
come riferimento per la progettazione il 95°
percentile maschile e il 5° percentile femminile.
Come è possibile notare nel prospetto, le basi
dei vasi sono oblique per sfruttare al massimo
lo spazio in verticale e rendere possibile lo sviluppo
di ogni pianta e l’esposizione alla luce.
12. NAMING
Il nome è ispirato dal materiale stesso, ma è anche
un rimando al nome della divinità greca che personifica
il vento, Zèfiro.