2. L’indagine continua sulle forze di lavoro come uno straordinario patrimonio informativo, attraverso il quale supportare ed orientare le strategie decisionali in materia di politiche del lavoro; “ Tesaurizzare ” la variabile “ residenza ” per definire una geografia dei mercati del lavoro diversa, caratterizzata da aspetti utili ad arricchire il quadro fenomenologico di riferimento; Inserire una prospettiva “ dinamica ” nella lettura del MdL, utile ad esplicitare la capacità di un determinato territorio di attrarre lavoratori provenienti da contesti diversi. Obiettivo
3. Confronto tra le variabili “ residenza ” e “ luogo di lavoro ”; Le principali statistiche sul MdL sono riferite al luogo di residenza dell’individuo e non al luogo (abituale) di lavoro. Strategia d’analisi
4.
5. Quesito? E’ possibile arricchire l’informazione restituita attraverso l’introduzione di opportuni indicatori, capaci di cogliere il livello di mobilità territoriale dei lavoratori e ponendo pertanto l’accento sulla distinzione tra residenza del lavoratore e luogo effettivo di lavoro ?
6. Trasposizione al MdL dell’indicatore definito dall’Istat per valutare la mobilità territoriale dei laureati: Indicatore di Mobilità territoriale Lavoratori residenti nella regione “i” che lavorano fuori regione; Lavoratori che lavorano nella regione “i” ma risiedono fuori regione; Lavoratori che lavorano e risiedono nella regione “i” ; L’indice rapporta il numero di entrate ed uscite di occupati di una determinata regione al numero di occupati che lavorano nella regione di residenza; cioè gli occupati che “ si muovono ” su quelli che non lo fanno.
7. La mobilità è contraddistinta maggiormente da un flusso in entrata o in uscita? Indicatore di “Attrazione occupazionale” Lavoratori residenti nella regione “i” che lavorano fuori regione; Lavoratori che lavorano nella regione “i” ma risiedono fuori regione; Lavoratori che lavorano e risiedono nella regione “i” ; Un valore positivo indica una prevalenza delle entrare sulle uscite e quindi una maggiore attrattività del contesto occupazionale regionale.
8. I RISULTATI Tav. 1 - Origine - destinazione (occupati per regione di residenza e regione del luogo di lavoro; valori percentuali di riga)*- 2009
9. I RISULTATI Tav. 2 - Origine - destinazione (occupati per regione di residenza e regione del luogo di lavoro; valori percentuali di colonna)* - 2009
10. Le regioni che presentano il valore più alto dell’indice sono: Molise (15,7), Basilicata (13,9), Valle d’Aosta (10,6), Umbria (8,6); Le regioni con valori bassi dell’indice sono: Sardegna (1,4), Sicilia (2,7), Trentino Alto Adige (3,3). I dati mostrano come non vi sia una classica differenziazione territoriale dell’indice tra Nord e Sud del Paese, ma una situazione piuttosto diversificata all’interno delle singole ripartizioni territoriali. I RISULTATI – Indice di mobilità occupazionale
11. Presentano un valore negativo dell’indice , in particolare: Umbria (-3,5), Campania (-2,8) e Sicilia (-1,9) L’unica regione del Nord a presentare un valore negativo dell’indice è il Veneto . I valori più elevati si registrano, invece, in Valle D’Aosta (6,14), Emilia Romagna (2,26), Liguria (1,7) e Lazio (1,53). Al contrario dell’indice di mobilità territoriale, quello di attrazione evidenzia una più delineata distinzione tra le regioni del Sud e il resto del Paese, come risulta evidente dal cartogramma I RISULTATI – Indice di attrazione occupazionale