Modellazione Ecoidrologica della Tundra: Fusione del Permafrost, Termocarsism...pietro richelli
La struttura della vegetazione nella tundra è il frutto dell’interazione di una serie di processi climatici, idrologici ed ecologici connessi con il degrado del permafrost e lo sviluppo di termocarsismo che questo lavoro intende analizzare. Gli scenari di cambiamento climatico prevedono che alle alte latitudini l’innalzamento delle temperature sarà maggiore che altrove. Il permafrost, terreno congelato che caratterizza tali regioni del pianeta, risente del surriscaldamento climatico ed è soggetto ad un generale processo di degrado ed assottigliamento. La fusione del permafrost e il conseguente ispessimento dello strato attivo causano una serie di fenomeni geomorfologici che alterano la topografia e l’idrologia dei terreni in superficie. Il più comune di questi consiste in una serie di superfici irregolari, depressioni e calanchi causati dal cedimento differenziale del terreno e va sotto il nome di termocarsismo. La tundra, bioma caratterizzante le regioni dove è presente il permafrost, risente dei cambiamenti climatici sia direttamente attraverso l’innalzamento della temperatura, sia indirettamente per l’azione su microtopografia del terreno e l’alterazione della distribuzione di acqua e nutrienti. Sono presenti osservazioni in letteratura che documentano mutamenti nella composizione della vegetazione: si tratta spesso di sviluppi della biomassa di muschi e licheni a scapito di quella delle piante vascolari. L’obiettivo di questo lavoro è modellare il complesso sistema descritto sopra focalizzandosi sull’impatto del termocarsismo sull’idrologia del terreno e sul rapporto tra essa e la distribuzione spaziale della vegetazione. Il modello, implementato con NetLogo, è stato poi simulato su un orizzonte temporale di 20 anni e con diversi tassi di degrado del permafrost in linea con quelli previsti dai rapporti dell’IPCC, e poi confrontato qualitativamente con dei dati di vegetazione osservati a Healy, sito dell’Alaska centro- meridionale. Da tale confronto è emerso come solo con velocità di degrado del permafrost ottimistiche dal punto di vista dei cambiamenti climatici (2 cm/anno), si ha una lieve manifestazione del fenomeno termocarsico e una accettabile variazione della struttura dell’ecosistema. Con tassi di degrado del permafrost maggiore (3.5 - 5 cm/anno) sono presenti estese caratteristiche termocarsiche e ampi mutamenti nella composizione di specie vegetali.
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...Luca Marescotti
2016 Environmental Technologies: Fundaqmentals in Biosphere Knowledge. Soil, Support and Feeding - Tecnologie ambientali: le basi nella conoscenza della biosfera. Il suolo, sostegno e nutrizione
Modellazione Ecoidrologica della Tundra: Fusione del Permafrost, Termocarsism...pietro richelli
La struttura della vegetazione nella tundra è il frutto dell’interazione di una serie di processi climatici, idrologici ed ecologici connessi con il degrado del permafrost e lo sviluppo di termocarsismo che questo lavoro intende analizzare. Gli scenari di cambiamento climatico prevedono che alle alte latitudini l’innalzamento delle temperature sarà maggiore che altrove. Il permafrost, terreno congelato che caratterizza tali regioni del pianeta, risente del surriscaldamento climatico ed è soggetto ad un generale processo di degrado ed assottigliamento. La fusione del permafrost e il conseguente ispessimento dello strato attivo causano una serie di fenomeni geomorfologici che alterano la topografia e l’idrologia dei terreni in superficie. Il più comune di questi consiste in una serie di superfici irregolari, depressioni e calanchi causati dal cedimento differenziale del terreno e va sotto il nome di termocarsismo. La tundra, bioma caratterizzante le regioni dove è presente il permafrost, risente dei cambiamenti climatici sia direttamente attraverso l’innalzamento della temperatura, sia indirettamente per l’azione su microtopografia del terreno e l’alterazione della distribuzione di acqua e nutrienti. Sono presenti osservazioni in letteratura che documentano mutamenti nella composizione della vegetazione: si tratta spesso di sviluppi della biomassa di muschi e licheni a scapito di quella delle piante vascolari. L’obiettivo di questo lavoro è modellare il complesso sistema descritto sopra focalizzandosi sull’impatto del termocarsismo sull’idrologia del terreno e sul rapporto tra essa e la distribuzione spaziale della vegetazione. Il modello, implementato con NetLogo, è stato poi simulato su un orizzonte temporale di 20 anni e con diversi tassi di degrado del permafrost in linea con quelli previsti dai rapporti dell’IPCC, e poi confrontato qualitativamente con dei dati di vegetazione osservati a Healy, sito dell’Alaska centro- meridionale. Da tale confronto è emerso come solo con velocità di degrado del permafrost ottimistiche dal punto di vista dei cambiamenti climatici (2 cm/anno), si ha una lieve manifestazione del fenomeno termocarsico e una accettabile variazione della struttura dell’ecosistema. Con tassi di degrado del permafrost maggiore (3.5 - 5 cm/anno) sono presenti estese caratteristiche termocarsiche e ampi mutamenti nella composizione di specie vegetali.
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...Luca Marescotti
2016 Environmental Technologies: Fundaqmentals in Biosphere Knowledge. Soil, Support and Feeding - Tecnologie ambientali: le basi nella conoscenza della biosfera. Il suolo, sostegno e nutrizione
Biocapacità del Pianeta _ Fenomeno del Littering e Progetto "Risorsa Mare"Associazione ContrOnda
Breve relazione,
presentata in occasione del seminario
“La biocapacità del pianeta”,
tenutosi il 28 marzo 2012 presso
l’università Aldo Moro di Bari, sui temi:
- biocapacità del mare e degli oceani;
- fenomeno del littering;
- biodegradabilità dei rifiuti;
- provenienza dei rifiuti spiaggiati;
- progetto Risorsa Mare.
Gruppo di Ecologia: Erosione costiera del sistema dunale di Sabaudia. Domenico Alberti
Lo scopo dello studio è rivolto alla salvaguardia e tutela del litorale costiero del comune di Sabaudia (LT), in particolare è stato effettuato uno studio approfondito sull'erosione costiera delle dune.
Il lavoro del gruppo ha permesso, attraverso un primo step, di evidenziare le caratteristiche principali della duna litoranea di Sabaudia, successivamente sono stati effettuati degli studi concentrati su alcuni tratti del litorale costiero in modo da poter mostrare gli effetti antropici sulla duna. Infine, come ultima fase sono stati introdotti dei provvedimenti, utilizzando risorse rinnovabili, da attuare per facilitare una maggiore salvaguardia e tutela del litorale costiero.
Il progetto è stato infine esposto al Prof. Sergio Zerunian, ex Direttore del Parco Nazionale del Circeo.
Sitografia:
- Verdi Ecologisti Pontini
- WWF Italia
- ISPRA
- parks.it (Parco Nazionale del Circeo)
Andrea baucon, corso di paleoecologia lezione 2 - ambienti glacialiAndrea Baucon
The slides are part of the "Palaeoecology: methods and applications" course taught by Andrea Baucon at the University of Genoa.
OVERVIEW
The activities are aimed at providing practical and theoretical tools to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, ichnofossils) of sedimentary successions. The teaching program follows a paleoecological transect from continental environments to abyssal plains, passing through deserts and coral reefs. For each depositional environment, the characteristic paleoecological properties are discussed, illustrating how to recognize, describe and interpret them.
LEARNING OUTCOMES
The student will acquire the ability to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, icnofossils) of a sedimentary succession.
SYLLABUS / CONTENT
1. PALEOENVIRONMENTAL TOOLS: the paleoecological investigation; taphonomy applied to environmental reconstruction; ichnofacies; ichnofabric; facies analysis; technical-scientific reports;
2. CONTINENTAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of desert, lake, river, alluvial plain, glacial and volcanoclastic settings;
3. SHALLOW MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and palaeoenvironments of beach, tidal plain, lagoon, strandplain, chenier plain, rocky coast, shelf, and carbonatic settings;
4. TRANSITIONAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of estuarine and deltaic settings;
5. DEEP MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of slope and abyssal plain settings;
Fieldwork activity: paleoecological analysis of fossil-bearing sedimentary successions
AIMS AND LEARNING OUTCOMES
The student will be able to:
• Define the ecological characteristics of a fossil association and their paleoenvironmental implications;
• Recognize, classify and interpret the main ichnofossils present in marine, transitional and continental sedimentary successions;
• Integrate paleontological and sedimentological information;
• Interpret the depositional environment of a sedimentary succession, based on both outcrop and core data;
• Compile summary documents such as technical-scientific reports and graphic representations of paleoenvironments
Some issues about air-water-soil from the 3rd chapter of Città Tecnologie Ambiente (reference book). Human environmental impact.
Updated April 17 2015.
Il Territorio del Torrente Lura. La riqualificazione partecipata di una valleIniziativa 21058
La visione d'insieme supera i confini locali e attrivuisce al corso d'acqua principale e al suo bacino composto da spazi aperti naturali e agricoli, dal reticolo superficiale, dal sistema di raccolta e depurazione delle acque il ruolo di nuova infrastruttura territroriale." [Una visione al futuro per la Valle del Lura]
Il Progetto di Sottobacino del Lura descritto nelle pagine di questa pubblicazione (cfr art.55 bis della Legge 12/2005) rappresenta il primo e fondamentale risultato di un processo di co-pianificazione e integrazione di politiche sviluppate nella riqualificazione del bacino del torrente Lura.
Biocapacità del Pianeta _ Fenomeno del Littering e Progetto "Risorsa Mare"Associazione ContrOnda
Breve relazione,
presentata in occasione del seminario
“La biocapacità del pianeta”,
tenutosi il 28 marzo 2012 presso
l’università Aldo Moro di Bari, sui temi:
- biocapacità del mare e degli oceani;
- fenomeno del littering;
- biodegradabilità dei rifiuti;
- provenienza dei rifiuti spiaggiati;
- progetto Risorsa Mare.
Gruppo di Ecologia: Erosione costiera del sistema dunale di Sabaudia. Domenico Alberti
Lo scopo dello studio è rivolto alla salvaguardia e tutela del litorale costiero del comune di Sabaudia (LT), in particolare è stato effettuato uno studio approfondito sull'erosione costiera delle dune.
Il lavoro del gruppo ha permesso, attraverso un primo step, di evidenziare le caratteristiche principali della duna litoranea di Sabaudia, successivamente sono stati effettuati degli studi concentrati su alcuni tratti del litorale costiero in modo da poter mostrare gli effetti antropici sulla duna. Infine, come ultima fase sono stati introdotti dei provvedimenti, utilizzando risorse rinnovabili, da attuare per facilitare una maggiore salvaguardia e tutela del litorale costiero.
Il progetto è stato infine esposto al Prof. Sergio Zerunian, ex Direttore del Parco Nazionale del Circeo.
Sitografia:
- Verdi Ecologisti Pontini
- WWF Italia
- ISPRA
- parks.it (Parco Nazionale del Circeo)
Andrea baucon, corso di paleoecologia lezione 2 - ambienti glacialiAndrea Baucon
The slides are part of the "Palaeoecology: methods and applications" course taught by Andrea Baucon at the University of Genoa.
OVERVIEW
The activities are aimed at providing practical and theoretical tools to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, ichnofossils) of sedimentary successions. The teaching program follows a paleoecological transect from continental environments to abyssal plains, passing through deserts and coral reefs. For each depositional environment, the characteristic paleoecological properties are discussed, illustrating how to recognize, describe and interpret them.
LEARNING OUTCOMES
The student will acquire the ability to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, icnofossils) of a sedimentary succession.
SYLLABUS / CONTENT
1. PALEOENVIRONMENTAL TOOLS: the paleoecological investigation; taphonomy applied to environmental reconstruction; ichnofacies; ichnofabric; facies analysis; technical-scientific reports;
2. CONTINENTAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of desert, lake, river, alluvial plain, glacial and volcanoclastic settings;
3. SHALLOW MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and palaeoenvironments of beach, tidal plain, lagoon, strandplain, chenier plain, rocky coast, shelf, and carbonatic settings;
4. TRANSITIONAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of estuarine and deltaic settings;
5. DEEP MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of slope and abyssal plain settings;
Fieldwork activity: paleoecological analysis of fossil-bearing sedimentary successions
AIMS AND LEARNING OUTCOMES
The student will be able to:
• Define the ecological characteristics of a fossil association and their paleoenvironmental implications;
• Recognize, classify and interpret the main ichnofossils present in marine, transitional and continental sedimentary successions;
• Integrate paleontological and sedimentological information;
• Interpret the depositional environment of a sedimentary succession, based on both outcrop and core data;
• Compile summary documents such as technical-scientific reports and graphic representations of paleoenvironments
Some issues about air-water-soil from the 3rd chapter of Città Tecnologie Ambiente (reference book). Human environmental impact.
Updated April 17 2015.
Il Territorio del Torrente Lura. La riqualificazione partecipata di una valleIniziativa 21058
La visione d'insieme supera i confini locali e attrivuisce al corso d'acqua principale e al suo bacino composto da spazi aperti naturali e agricoli, dal reticolo superficiale, dal sistema di raccolta e depurazione delle acque il ruolo di nuova infrastruttura territroriale." [Una visione al futuro per la Valle del Lura]
Il Progetto di Sottobacino del Lura descritto nelle pagine di questa pubblicazione (cfr art.55 bis della Legge 12/2005) rappresenta il primo e fondamentale risultato di un processo di co-pianificazione e integrazione di politiche sviluppate nella riqualificazione del bacino del torrente Lura.
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"Progetto acqua" scuola primari Gigante/Porto- I.C. Comenioricciouno
La caratteristica fondamentale dell'educazione ambientale è la sua trasversalità, in relazione alla globalità con cui si presentano i problemi nel reale.
Gli alunni sono stati guidati alla scoperta e conoscenza, sempre più consapevole e approfondita, dell' ambiente naturale nei suoi elementi costitutivi e, in particolare, dell' elemento "Acqua" come bene primario prezioso, da utilizzare e preservare responsabilmente
Istituto Comprensivo Barberino di mugello- primo approccio all'uso sostenibile delle risorse: U216 "Cha acqua bevi"- U217 "Dai combustibile alle energie rinnovabili" - U388 "Energie rinnovabili a tutela dell'ambiente"
Progetto congiunto fra IC Don Lorenzo Milani di Tavarnelle Val di Pesa e del IC di San Casciano in Val di Pesa.
UdC 487 - PIOVE SUL PASSATO - Danni delle PIOGGE ACIDE sui MONUMENTI
(Formulario 2015)
La Biosfera, il Clima ed il Tempo 5° b: il Clima ed il tempo
Noi e la nostra terra, uno sguardo sul clima e sulla risorsa acqua del territorio apuo-versiliese
1. Documentazione dell'Unità di
competenza:
“Noi e la nostra terra, uno sguardo sul clima e sulla
risorsa acqua del territorio apuo-versiliese”
Istituto scolastico: IIS Chini-Michelangelo -Liceo
“Michelangelo” Forte dei Marmi LU
Destinatari: alunni del primo biennio del liceo
scientifico
Ore dedicate al percorso: 26 (per due classi)
2. Descrizione della genesi del percorso didattico
Il progetto è nato dalla collaborazione di due docenti che hanno
frequentato il Corso sui cambiamenti climatici.
QUATTRO CLASSI, DELL'IIS CHINI-MICHELANGELO E DEL IIS DAN LAZZERI-
STAGI, AFFRONTANO LO STUDIO DI DATI CLIMATICI E DELLA RISORSA
ACQUA, RIFERITI AL TERRITORIO VERSILIESE, PROCEDENDO A
RIELABORAZIONI ED APPROFONDIMENTI IN BASE ALLE LINEE SCELTE
DAGLI ALUNNI RIUNITI, SECONDO CRITERI COLLABORATIVI E
DELIBERATIVI. I LAVORI MANO A MANO EFFETTUATI SARANNO CONDIVISI
TRA CLASSI E DISCUSSI DURANTE L'ATTUAZIONE DELLE UNITA' DI
COMPERENZA PER ARRIVARE AD UN DIBATTITO IN PLENARIA, CON IL
COINVOLGIMENTO ANCHE DELLE FAMIGLIE, SULLE CARATTERISTICHE
DEL CLIMA DELLLA VERSILIA, LA DISPONIBILITA' DELLA RISORSA ACQUA,
LA PROPRIA IMPRONTA IDRICA, LE VARIAZIONI CLIMATICHE, GLI EFFETTI
SUL TERRITORIO E LE TESTIMONIANZE DEL CAMBIAMENTO
3. Il percorso didattico qui descritto si riferisce ad una delle unità
didattiche del Liceo Scientifico che si è inserito nel curricolo
scolastico di Scienze Naturali. Gli studenti della classe
seconda su sollecitazione del docente e grazie alla
collaborazione con due guide ambientali GAE hanno fornito
gli input necessari affinché i ragazzi intraprendessero una
fase di ricerca e documentazione che ha compreso un'uscita
didattica volta a rilevare sul territorio ciò che era emerso
dalle loro indagini. Durante il lavoro oltre ad una ricerca
bibliografica sono stati analizzati grafici e interpretati dati
termo-pluviometrici, sono anche state effettuate ricerche su
quanto il Comune di Forte dei Marmi sta operando dopo la
firma del patto dei sindaci.
4. Descrizione del percorso didattico
Il percorso è qui descritto attraverso alcuni
lavori dei ragazzi.
Il materiale qui rappresentato rappresenta
solo una parte della più ampia
documentazione raccolta. Gli studenti
hanno lavorato in gruppi secondo le
modalità del cooperative learning ed ogni
gruppo ha presentato il proprio lavoro in
plenaria con il resto della classe.
5. PROGETTO 66
NOI E LA NOSTRA TERRA, UNO
SGUARDO SUL CLIMA E SULLA
RISORSA ACQUA DEL TERRITORIO
APUO-VERSILIESE
IIS CHINI-MICHELANGELO -Liceo “MICHELANGELO” Forte dei Marmi
Coordinatore del progetto: prof.ssa Rossana Poli
Docente della classe : prof.Gianluca Barreca
Classe seconda liceo scientifico
Progetto compilato con il formulario 2014
6. Per il cambiamento climatico
alcuni esempi di ricerca:
I ghiacciai di Appennino e Alpi Apuane
Misurazione del livello del mare e altezza delle coste
in Toscana → Pisa
Distribuzione della vegetazione → specie relitte
Specie faunistiche aliene
Speleotemi → Antro del Corchia
7. COMPETENZE E OBIETTIVI
− Saper raccogliere, analizzare e sintetizzare dati meteo, climatici e relativi al
ciclo dell'acqua dell'area apuo-versiliese, attraverso fonti di dati
bibliografiche, statistiche e storiche
− Comprendere le relazioni ecologiche tra ambiente abiotico e biotico
− Individuare le modalità di approvvigionamento e sfruttamento della risorsa
idrica sul territorio e comprendere il proprio ruolo nei confronti della risorsa
idrica
− Responsabilizzarsi nel confronto della risorsa idrica
Metodo: lavoro di gruppo, dibattito, osservazione diretta, analisi di documenti, lezioni
di esperti, uscita sul terrotorio
UNITA' DI COMPETENZA:
LA RISORSA ACQUA NEL TERRITORIO
APUO-VERSILIESE
8.
Saper lavorare in gruppo, saper relazionare e condividere informazioni
e comunicare risultati anche con mezzi multimediali
Attivare percorso di apprendimento induttivo, Saper selezionare,
raccogliere, rielaborare e trarre conclusione da fonti di dati dirette e
indirette
COMPETENZE TRASVERSALI
9. Prima di tutto: quale differenza traClima &
Tempo
Condizioni
meteorologiche
medie registrate a
lungo termine
(minimo 30 anni) in
una determinata
area
Meglio parlare di
CONDIZIONE
METEOROLOGICA:
Insieme di proprietà fisiche
della troposfera, misurate
per un dato luogo in un
tempo limitato. Tali
proprietà sono:
temperatura, umidità,
pressione, radiazione
solare, precipitazioni, ecc...
Alla base degli studi
per il Cambiamento
Climatico
10.
11. E' davvero così complicato? La
Terra è un sistema aperto in cui fluisce materia ed
energia: non ci sono scomparti separati tra loro, ma
elementi interagenti.E l'Uomo fa parte di questo sistema
12. Le domande che non fanno
dormire la notte:
- è Scienza o Fantascienza?
- come viene
studiato/riscontrato il
cambiamento climatico?
- ci sono problematiche
ambientali che riguardano
anche me e la zona in cui vivo?
- le mie azioni hanno
ripercussioni nel tempo?
14. Altri esempi di studio per problematiche
ambientali del territorio:
Inquinamento idrico da tallio → Valdicastello Carducci
Dissesto idrogeologico nelle aree collinari → frane, smottamenti,
alluvione Versilia 1996
Miniere e cave → dissesto idrogeologico, inquinamento delle acque
Diffusione in mare d'inquinanti micro-biologici → stop alla balneazione,
bloom algali, morte ittica
Bonifica di siti interessati da attività industriali
Erosione delle coste → Marina di Massa
Salinizzazione della falda idrica e desertificazione
15. “TOCCARE CON MANO” - UN APPROCCIO
INDUTTIVO
“TOCCARE CON MANO” - UN APPROCCIO
INDUTTIVO
Un ruolo particolare ha avuto il contatto diretto con il
territorio.
Accompagnati da due guide ambientali (GAE) i ragazzi si
sono recati sul versante ovest dellle Alpi Apuane con méta
l'Orto Botanico “Pietro Pellegrini”.
Il clima in questa zona è molto particolare in quantoIl clima in questa zona è molto particolare in quanto
16. Qui hanno potuto effettuare una piccola escursione
naturalistica, ammirare la morfologia apuana e costiera,
comprendere il ruolo delle montagne per le condizioni meso
e microclimatiche e per la presenza dell'acqua su tutto il
territorio apuo-versiliese;
17. Verificare il legame tra distribuzione delle piante,
ambiente geopedologico ed edafico. Scoprire lo stretto
legame tra adattamenti e clima, le specie endemiche e
relitti di climi del passato.
globularia
campanula
orchidea
A seconda del tipo di roccia si ha un certo tipo di suolo a cui corrisponde un tipo peculiare di piante
18. E infine hanno visto com'è fatta una stazione di
rilevamento meteo e come è utilizzata.
http://www.sir.toscana.it/
19. L'acqua
Acqua bene comune
– Gestione più razionale
Utilizzo dell’acqua nelle varie attività
– Industria
– Agricoltura
– Turismo
– Privati
Problemi legati all’utilizzo
dell’acqua
- Spreco
- Inquinamento
20. SALINIZZAZIONE delle FALDE ACQUIFERE
Un problema poco conosciuto: la salinizzzazione
Nasce dalle ingenti quantità di acqua utilizzate
nell’industria e nell’agricoltura
Fenomeno dell’intrusione marina
Zone costiere
“galleggiamento” dell’acqua dolce
Mixing zone
Dequalificazione delle acque potabili e irrigue
22. Salinizzazione delle acque costiere
Risalita dell’interfaccia acqua dolce/acqua salata
Acque di origine marina a diverse profondità
Impoverimento della falda di acqua dolce
Risalita di acqua salata
Risalita del cuneo salino
Cause
Eccessivo emungimento della falda dolce
Principalmente uso industriale
Uso per irrigazione in agricoltura
Studi nella zona costiera di Viareggio
23. Cuneo Salino
Interfaccia naturale fra la superficie di acqua
dolce e quella di acqua salata
Densità acqua salata > acqua dolce
a causa di questa differenza si forma un cuneo di
acqua salata sotto quella dolce
In condizioni normali c’è equilibrio
Essendo la superficie della falda superiore al livello del
mare c’è il carico idraulico sufficiente per mantenere
l’equilibrio
24. La salinizzazione della falda acquifera causa una irreversibile
salinizzazione del terreno
L’acqua delle falde acquifere viene utilizzata per l’irrigazione attraverso
i pozzi
L’acqua è però fortemente salina
Si ha un progressivo aumento dei sali nel terreno
Formazione di creste saline nel terreno
Difficile germinazione dei semi
Abbandono delle colture meno resistenti
Anticamera della desertificazione
Problemi connessi alla salinizzazione
Cresta salina del
terreno
25. Utilizzo più razionale delle acque di falda riducendo gli
emungimenti soprattutto a scopo produttivo
Eliminazione della risalita di acque marine lungo i
canali ad esempio attraverso l’installazione di barriere
Ricerca di fonti idriche alternative come il riuso delle
acque reflue delle industrie debitamente depurate
Possibili soluzioni
Zone del mondo interessate dalla
salinizzazione delle acque e del
suolo
9
26. LAVORAZIONE DELLA PIETRA
Uso dell’acqua in tutte le fasi di lavorazione della pietra
Evitare il surriscaldamento degli utensili
Evitare abrasioni sulle lastre
Tutela degli operatori
Trattamento delle acque in circuito chiuso
Lavorare a lungo con la medesima acqua
Ricambio dell’acqua ogni 4-5- mesi
SETTORE LAPIDEO
telaio per taglio pietra
10
27. FINE PROCESSO DI LAVORAZIONE
Ciclo di lucidatura
Acqua risultante molto sporca
Presenza di particelle in sospensione
Presenza di resine
Presenza di sostanze oleose
Processo successivo di lucidatura non ottimale
Esigenza di purificare l’acqua a fine processo
Renderla nuovamente pura e utilizzabile
Trattamenti specifici
Settore Lapideo
Fiume inquinato dalla marmettola
residuo della estrazione dei
carbonati
28. Alpi Apuane ricche di cave
Territorio versiliese ricco di industrie lapidee
Luoghi
16
29. 200 mc/anno consumo medio di una famiglia
italiana
Di questa solo poca per bere e cucinare
Italia meno attenta di altri paesi
Forte consumo di acqua potabile per usi non alimentari
Spreco di un bene prezioso
Spreco economico
UTILIZZO PRIVATO
17
30. Quantità di acqua potabile limitata
Necessità di limitare lo spreco
1,5 mld di persone senza sufficiente acqua potabile
1 mld di persone consumano acqua non sicura
3 milioni di vittime di malattie trasmesse da acqua
contaminata
Protezione Civile in prima linea per la
sensibilizzazione
Spreco di acqua
18
31. Individuare le perdite
1 goccia al secondo perde 10.000 lt di acqua/anno
Chiudere i rubinetti e verificare che il contatore non giri
Rubinetto
Chiuderlo mentre ci si lava i denti
Inumidire le mani prima di lavarle
Doccia
Chiudere l’acqua mentre ci si insapona
Utilizzare un riduttore di flusso
Accorgimenti per diminuire lo spreco
19
32. Scaldabagno : evitare di miscelare acqua calda e
fredda
Regolare lo scaldabagno alla temperatura giusta non
eccessiva
Installare lo scaldabagno vicino a bagno e cucina
Lavatrice
Utilizzare la lavatrice solo a pieno carico
Scegliere programmi a bassa temperatura (usa meno
acqua)
Accorgimenti per diminuire lo spreco
20
33. Lavare i piatti
Porre in ammollo le stoviglie prima di lavarli
Utilizzare la lavastoviglie solo a pieno carico
Cucinare
Lasciare a mollo frutta e verdura
Utilizzare l’acqua di lavaggio della frutta per innaffiare
Non rinfrescare alimenti sotto l’acqua corrente
Giardino
innaffiare solo se necessario
Utilizzare acqua piovana
Lasciare l’erba tagliata sul prato
Automobile
Accorgimenti per diminuire lo spreco
21
35. Economia versiliese basata principalmente sul
turismo balneare
Attività particolarmente idro-esigenti
Cambio biancheria degli alberghi
Utilizzo docce e piscine negli alberghi
Irrigazione campi da golf
Gestione delle cucine di alberghi e ristoranti
Differenza di quantità di acqua estate-inverno
Portata dei depuratori raddoppia in estate
IL TURISMO
24
37. Inquinamento: alterazione di una delle
caratteristiche dell’acqua
Contaminazione da mancata depurazione delle
acque reflue
Contaminazione da immissione di sostanze chimiche e
scarichi urbani
Danni alla salute dell’uomo
Alterazione degli ecosistemi
Inquinamento idrico
33
38. Inquinamento civile
Scarichi delle città
Inquinamento industriale
Sostanze chimiche immesse in mari e fiumi
Presenza di sostanze tossiche molto pericolose
Inquinamento agricolo
Uso di fertilizzanti e pesticidi contaminano le falde
acquifere
Sostanze organiche si riversano nelle falde attraverso la
penetrazione dal terreno
Tipi di inquinamento
Scarico industriale
34
39. Piogge acide
effetti devastanti per le foreste
Inquinamento marino
Acque contaminate scaricate nei fiumi che poi
arrivano al mare
Sversamento di idrocarburi
Tipi di inquinamento
35
40. ●
Non è più possibile vedere il territorio solo come
“dispensa di risorse” per le attività antropiche, in quanto
la salute dell'Essere Umano dipende strettamente
dall'Ambiente in cui vive
●
Le certezze scientifiche su cosa sta avvenendo, a livello
sia globale che locale, esistono e sono indiscutibili:
adesso occorre prendere decisioni, provvedimenti ed
agire.
●
Il dovere di ciascuno è informarsi ed essere
documentato sui fatti, risultando così parte attiva e
consapevole di cosa lo circonda
IN CONCLUSIONE
41. Risultati ottenuti
Il progetto è stato valutato in base alla ricaduta sulle
conoscenze e la consapevolezza
della realtà complessa dell'ambente dell'importanza
delle risorse del territorio e della
sua conservazione. I ragazzi hanno appreso
partecipando direttamente al processo
di costruzione del sapere e ciò li ha resi volenterosi di
approfondire ancora l'argomento.
Ciò rappresenta per i docenti la migliore conferma del
valore del progetto