- Cosa si intende per sensibilità sul piano fisiologico;
- quale rapporto c'è tra sensibilità e cresibilità;
- quanto conta la sensibilità nell'elaborare le informazioni;
- cosa fa l'atleta per stimolare gli analizzatori sensoriali;
- è importante parlare di sensibilità nell'ambito della psicologia dello sport?
2. PREMESSA
Allenare vuol dire condurre l’atleta verso
la massima autonomia e offrirgli l’opportunità
di gestire la sua vita al meglio delle sue possibilità.
La sensibilità è tra gli elementi fondanti la cresibilità,
un modello di studio e lavoro
in psicologia dello sport.
3. In chiave fisiologica, la sensibilità è un processo
culminante nella percezione delle informazioni
interne ed esterne all’organismo che il sistema
nervoso registra attraverso i sensi. È strettamente
collegata al corpo ed è consigliabile stimolarla a
partire dall’infanzia tramite un approccio
psicomotorio.
4. Gli stimoli provenienti dal corpo possono essere
di vario tipo (meccanico, chimico, termico ecc.),
ma al cervello arrivano unicamente segnali nervosi,
ed è essenziale la trasduzione dei segnali
in impulsi nervosi da parte dei recettori.
6. FIG.2 - AREE CORTICALI IMPLICATE NEL MOVIMENTO
La corteccia parietale posteriore, grazie alla ricezione di segnali relativi a modalità sensoriali differenti, effettua un’analisi
spaziale dell’ambiente esterno e individua la posizione del corpo rispetto a quest’ultimo. Riceve, inoltre, informazioni dal
sistema vestibolare, dal sistema limbico e dalle aree corticali.
7. È ampiamente accettato che le strutture ai livelli progressivamente
“superiori” di un sistema sensoriale giocano un ruolo sempre
meno sensoriale e sempre più percettivo. L’idea è che ogni livello del
sistema analizza l’input del livello precedente e, progressivamente,
aumenta la complessità di analisi.
Sebbene non sia possibile tracciare una linea di demarcazione netta
tra sensazione e percezione, molti aderiscono alla convenzione che la
sensazione sia sottocorticale e la percezione sia corticale,
secondo un’organizzazione gerarchica.
8. FIG. 3 - MODELLO SEMPLIFICATO DI ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI
input (stimolo)
identificazione degli
stimoli
selezione della
risposta
programmazione
della risposta
output (movimento)
9. SENSIBILITÀ GENERALE - CLASSIFICAZIONE 1/2
1. somatica (protopatica ed
epicritica)
• superficiale o esterocettiva (cute e
mucose)
- tattile
- termica
- dolorifica
• profonda o propriocettiva,
cosciente e incosciente (muscoli,
articolazioni, tendini, legamenti)
- batiestesia (posizione)
- cinestesia (movimento)
- barestesia (pressione)
- pallestesia (vibrazione)
10. SENSIBILITÀ GENERALE - CLASSIFICAZIONE 2/2
2. viscerale (o enterocettiva)
• da vasi, sierose, visceri
FIG. 4 - SENSIBILITÀ PROPRIOCETTIVA
11. I SENSI SPECIALI
1. udito
2. gusto
3. olfatto
4. vista
FIG.5 - RAPPRESENTAZIONE DELL’ORECCHIO
12. I diversi analizzatori, ognuno con il proprio specifico contributo
nella raccolta delle informazioni interne ed esterne
all’organismo, consentono di preparare l’azione e, una volta
che questa è avviata, di controllarne il corso e verificarne
l’esito finale.
Solo l’interazione, l’integrazione e la sintesi delle
diverse afferenze sensoriali permettono al
soggetto di acquisire il senso del movimento.
13. ANALIZZATORI SENSORIALI
1. visivo;
2. acustico;
3. tattile;
4. cinestesico;
5. vestibolare.
Lo specifico contributo dei
cinque analizzatori sarà
determinato oltre che dalle
caratteristiche dell’atleta, dalle
esigenze della singola attività
sportiva e dal livello di
apprendimento.