Investitori istituzionali e capitali privati: nuovi incontri per un nuovo PaeseAssociazione Previnforma
Le slides della Relazione di Anna Gervasoni, Direttore generale Aifi (Associazione italiana del Private Equity e Venture Capital) al Convegno svoltosi l'11 luglio scorso a Roma.
Equity Crowdfunding: pregi e limiti del sistema italiano vs UKFabio Allegreni
Il regolamento italiano dell'equity crowdfunding è stato il primo, ma la sua rigidità ha portato a risultati nettamente inferiori rispetto al sistema inglese. Conviene dunque alle imprese italiane finanziarsi in UK?
Private Equity e PMI: opportunità o minaccia?Fondazione CUOA
Il funzionamento, i vantaggi e le opportunità del Private Equity per supportare i progetti di sviluppo delle imprese.
A cura di
Francesco Gatto, Direttore Scientifico Executive Master in Finance e Responsabile CUOA Finance
Valeria Lattuada, Consulente esperta di Private Equity e consigliere di amministrazione di diverse società
Come e perché investire in equity crowdfundingFabio Allegreni
Investire in società ad alto potenziale di crescita è una grande opportunità che, finora, è stata riservata a business angels professionali e venture capitalist. Con l'equity crowdfunding chiunque può investire.
Ma quali sono i rischi e i benefici?
E qual è il profilo ideale dell'investitore, specialmente in Italia?
Esiste un mercato potenziale in Italia e quanto è grande?
Il private equity è un investimento diretto in un’impresa da parte di un investitore privato o di un gruppo di investitori. È essenzialmente un capitale di rischio post-startup, concepito per espandere un modello aziendale operativo e un mercato senza il fardello di diventare una società quotata in borsa.
Investitori istituzionali e capitali privati: nuovi incontri per un nuovo PaeseAssociazione Previnforma
Le slides della Relazione di Anna Gervasoni, Direttore generale Aifi (Associazione italiana del Private Equity e Venture Capital) al Convegno svoltosi l'11 luglio scorso a Roma.
Equity Crowdfunding: pregi e limiti del sistema italiano vs UKFabio Allegreni
Il regolamento italiano dell'equity crowdfunding è stato il primo, ma la sua rigidità ha portato a risultati nettamente inferiori rispetto al sistema inglese. Conviene dunque alle imprese italiane finanziarsi in UK?
Private Equity e PMI: opportunità o minaccia?Fondazione CUOA
Il funzionamento, i vantaggi e le opportunità del Private Equity per supportare i progetti di sviluppo delle imprese.
A cura di
Francesco Gatto, Direttore Scientifico Executive Master in Finance e Responsabile CUOA Finance
Valeria Lattuada, Consulente esperta di Private Equity e consigliere di amministrazione di diverse società
Come e perché investire in equity crowdfundingFabio Allegreni
Investire in società ad alto potenziale di crescita è una grande opportunità che, finora, è stata riservata a business angels professionali e venture capitalist. Con l'equity crowdfunding chiunque può investire.
Ma quali sono i rischi e i benefici?
E qual è il profilo ideale dell'investitore, specialmente in Italia?
Esiste un mercato potenziale in Italia e quanto è grande?
Il private equity è un investimento diretto in un’impresa da parte di un investitore privato o di un gruppo di investitori. È essenzialmente un capitale di rischio post-startup, concepito per espandere un modello aziendale operativo e un mercato senza il fardello di diventare una società quotata in borsa.
STRUMENTI FINANZIARI PER LA FASE DI START UP DI UN IMPRESA - Coopstartup PugliaCoopfond
Tra i principali fattori di successo di una nuova iniziativa
imprenditoriale ci sono:
- la capacità di prevedere il fabbisogno finanziario aziendale iniziale e prospettico,
- l’abilità di attrarre risorse finanziarie;
- la capacità di valutare e scegliere le fonti di finanziamento disponibili sul mercato più adatte alle necessità dell’iniziativa.
Il finanziamento di una start-up può avvenire con interlocutori, modalità, implicazioni e tempi diversi, a partire da esigenze e criticità legate allo stadio di sviluppo dell'impresa. Tra gli strumenti innovativi vi è l'equity crowdfunding.
Procedure concorsuali e risanamento d’impresa
Concordato preventivo, accordi di ristrutturazione e piani attestati
La conduzione delle trattative con i creditori
di Riccardo Agostinelli
Sommario
• L’Obiettivo:
COSTITUIRE UN PORTAFOGLIO DIFFERENZIATO DI (4 - 7) PARTECIPAZIONI IN IMPRESE DI ECCELLENZA PER GENERARE VALORE NEL LUNGO PERIODO
• Il Modello:
ALLINEAMENTO INTERESSI
COMPETENZE E RELAZIONI
PROCESSO DECISIONALE
DURATA INVESTIMENTO
PERFORMANCE-LOWCOST
DIVERSIFICAZIONE RISCHIO
• Il Gruppo AH-IND - Arventia S.p.A.
• Le Regole:
• Il Primo Investimento
• Il MCP – Partecipate e Soci
Offriamo supporto agli imprenditori nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dei progetti di crescita delle loro aziende attraverso l’accesso a capitale di rischio e di debito.
Le principali attività svolte da un fondo di Venture Capital su una portfoli...IPE Business School
Il progetto è stato svolto in collaborazione con Vertis SGR, S.p.A., operante nel settore del Private Equity e Venture Capital.
L’elaborato ha ad oggetto l’analisi delle principali attività svolte da un Fondo di Venture Capital su una portfolio company. Il processo di investimento è stato esaminato mediante un focus sulle diverse fasi che lo costituiscono: scouting, screening, valutazione, term sheet, due diligence, signing, closing, monitoraggio e disinvestimento.
E' stata analizzata la potenziale azienda target Healthy hair operante nel settore dell’hair care, mediante il Venture Capital Method. Al fine di definire l’eventuale partecipazione del Fondo al capitale di rischio, è stata svolta una duplice valutazione che ha condotto al “Management case”, in cui sono state prese in considerazione le assumptions del business plan fornito dalla società, e al “Vertis case”, in cui le stesse sono state sottoposte a sensitivity analysis. Inoltre, sono state approfondite le principali clausole contrattuali oggetto di negoziazione nel term sheet.
Continuità vs liquidazione senza un terzo investitore non vi è continuità -...Paolo Cirani
Arkios Italy, Advisor M&A leader in Italia nelle operazioni straordinarie di M&A – con 14 operazioni concluse in 5 anni, e 13 uffici nel mondo, già collabora con importanti Studi Legali e Professionali nel supporto alla ricerca e strutturazione di operazioni di ricerca investitori/acquirenti nell’ambito di Procedure di Concordato Preventivo in Continuità, laddove sia possibile e auspicabile perseguire una continuità aziendale (186bis l.f.)
Forte della sua esperienza diretta nella ricerca di Investitori e strutturazione delle Operazioni nell’ambito delle Procedure Concorsuali, e della proficua collaborazione con primari Studi Legali e Professionali, intende allargare la sua collaborazione ad altri Studi che operano su tali tematiche e che - SERIAMENTE - intendono perseguire –laddove possibile – l’opzione della “Continuità Aziendale” – in ottica di Team, affiancando sia il team legale, che i professionisti che seguono la procedura, nella ricerca di Investitori/Assuntori (c.d. “Cavaliere Bianco”), e nella strutturazione dell’operazione.
il razionale:
(1) "Continuità" è meglio di "Liquidazione" (per tutti gli stakeholder)
(2) La Continuità è possibile (salvo rari casi) solo se subentra un Investitore
(3) Chi gestisce un Concordato -oggi - non è attrezzato per trovare un Investitore (M&A)
Se questi postulati sono veri (e credo che lo siano, in quanto il team che gestisce oggi un concordato non ha -salvo rari casi -esperienza di M&A) difficilmente si riuscirà a perseguire la strada della Continuità Aziendale. Da qui il ruolo fondamentale dell'M&A.
La proficua collaborazione si basa su alcuni punti:
- Visione “Industriale” del Business da parte di Arkios Italy: capacità di capire il valore industriale dell’azienda, indipendentemente dai numeri e dalla situazione finanziaria
- Esperienza diretta nella ricerca diretta di Investitori nell’ambito di una Procedura (conoscenza diretta delle problematiche day-by-day della gestione di una procedura
- Network Internazionale e consolidati rapporti sia con Fondi Distressed US e Esteri, sia con Partner “Industriali”
Per maggiori informazioni: paolo.cirani@arkios.it
Arkios Company Profile: www.slideshare.net/pcirani/arkios-italy-company-presentation-ita-feb-2013
www.slideshare.net/pcirani/come-gestire-una-situazione-di-crisi-finanziaria-strumenti-e-ruolo-mm oppure http://www.youtube.com/watch?v=J2guRb54P3k
L’equity crowdfunding in italia opportunita’, normative e regolamentiPasquale Stefanizzi
EQUITY CROWDFUNDING IN ITALIA: OPPORTUNITA’, NORMATIVE E REGOLAMENTI
Angelo Miglietta
Ordinario di Economia delle Aziende e dei Mercati Internazionali presso IULM, Coordinatore del dottorato in Economics,
Management and Comunication for Creativity, Presidente e fondatore di Smathub
Manuela Cavallo, avvocato specializzato in M&A, venture capital e private equity, spiega le dinamiche degli strumenti finanziari di Venture Capital - WEF è Start up (22 marzo 2014)
di Gino Del Bufalo, Senior Economist & Financial Analyst, Cassa Depositi e Prestiti
Un quadro descrittivo ragionato degli strumenti disponibili, che potranno esprimere maggiormente le loro potenzialità alla luce del nuovo Decreto n.703 sui limiti agli investimenti
La strutturazione di un veicolo SPV per l'acquisto di crediti commercialiIPE Business School
La cartolarizzazione rende liquide attività che per loro natura non lo sono, i crediti. Lo scopo dell’elaborato è valutare come cambia la redditività della securitization al variare di elementi come tempo di incasso e prezzo di acquisto dei crediti, senior coupon interest rate e delinquency rate. Il primo capitolo è una disamina sulla finalità e sulla struttura della cartolarizzazione. Il secondo tratta l’operatività dei protagonisti, con un focus sull’attività di identificazione del portafoglio crediti e successiva suddivisione dei titoli ABS. Rilevanti sono anche gli aspetti contabili e quelli sugli assorbimenti di capitale. Nel terzo e ultimo capitolo viene condotta un’analisi di impatto sulla performance in base a tre possibili scenari dell’operazione.
Forum per la Finanza Sostenibile e AIFI hanno promosso la costituzione di un Gruppo di Lavoro multi-stakeholder che ha portato all’elaborazione del manuale "Private equity sostenibile. Una guida per gli operatori del mercato italiano".
La pubblicazione è stata realizzata con il contributo di APE SGR, Mandarin Capital Partners, PAI Partners, Quadrivio SGR e Wise SGR.
STRUMENTI FINANZIARI PER LA FASE DI START UP DI UN IMPRESA - Coopstartup PugliaCoopfond
Tra i principali fattori di successo di una nuova iniziativa
imprenditoriale ci sono:
- la capacità di prevedere il fabbisogno finanziario aziendale iniziale e prospettico,
- l’abilità di attrarre risorse finanziarie;
- la capacità di valutare e scegliere le fonti di finanziamento disponibili sul mercato più adatte alle necessità dell’iniziativa.
Il finanziamento di una start-up può avvenire con interlocutori, modalità, implicazioni e tempi diversi, a partire da esigenze e criticità legate allo stadio di sviluppo dell'impresa. Tra gli strumenti innovativi vi è l'equity crowdfunding.
Procedure concorsuali e risanamento d’impresa
Concordato preventivo, accordi di ristrutturazione e piani attestati
La conduzione delle trattative con i creditori
di Riccardo Agostinelli
Sommario
• L’Obiettivo:
COSTITUIRE UN PORTAFOGLIO DIFFERENZIATO DI (4 - 7) PARTECIPAZIONI IN IMPRESE DI ECCELLENZA PER GENERARE VALORE NEL LUNGO PERIODO
• Il Modello:
ALLINEAMENTO INTERESSI
COMPETENZE E RELAZIONI
PROCESSO DECISIONALE
DURATA INVESTIMENTO
PERFORMANCE-LOWCOST
DIVERSIFICAZIONE RISCHIO
• Il Gruppo AH-IND - Arventia S.p.A.
• Le Regole:
• Il Primo Investimento
• Il MCP – Partecipate e Soci
Offriamo supporto agli imprenditori nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dei progetti di crescita delle loro aziende attraverso l’accesso a capitale di rischio e di debito.
Le principali attività svolte da un fondo di Venture Capital su una portfoli...IPE Business School
Il progetto è stato svolto in collaborazione con Vertis SGR, S.p.A., operante nel settore del Private Equity e Venture Capital.
L’elaborato ha ad oggetto l’analisi delle principali attività svolte da un Fondo di Venture Capital su una portfolio company. Il processo di investimento è stato esaminato mediante un focus sulle diverse fasi che lo costituiscono: scouting, screening, valutazione, term sheet, due diligence, signing, closing, monitoraggio e disinvestimento.
E' stata analizzata la potenziale azienda target Healthy hair operante nel settore dell’hair care, mediante il Venture Capital Method. Al fine di definire l’eventuale partecipazione del Fondo al capitale di rischio, è stata svolta una duplice valutazione che ha condotto al “Management case”, in cui sono state prese in considerazione le assumptions del business plan fornito dalla società, e al “Vertis case”, in cui le stesse sono state sottoposte a sensitivity analysis. Inoltre, sono state approfondite le principali clausole contrattuali oggetto di negoziazione nel term sheet.
Continuità vs liquidazione senza un terzo investitore non vi è continuità -...Paolo Cirani
Arkios Italy, Advisor M&A leader in Italia nelle operazioni straordinarie di M&A – con 14 operazioni concluse in 5 anni, e 13 uffici nel mondo, già collabora con importanti Studi Legali e Professionali nel supporto alla ricerca e strutturazione di operazioni di ricerca investitori/acquirenti nell’ambito di Procedure di Concordato Preventivo in Continuità, laddove sia possibile e auspicabile perseguire una continuità aziendale (186bis l.f.)
Forte della sua esperienza diretta nella ricerca di Investitori e strutturazione delle Operazioni nell’ambito delle Procedure Concorsuali, e della proficua collaborazione con primari Studi Legali e Professionali, intende allargare la sua collaborazione ad altri Studi che operano su tali tematiche e che - SERIAMENTE - intendono perseguire –laddove possibile – l’opzione della “Continuità Aziendale” – in ottica di Team, affiancando sia il team legale, che i professionisti che seguono la procedura, nella ricerca di Investitori/Assuntori (c.d. “Cavaliere Bianco”), e nella strutturazione dell’operazione.
il razionale:
(1) "Continuità" è meglio di "Liquidazione" (per tutti gli stakeholder)
(2) La Continuità è possibile (salvo rari casi) solo se subentra un Investitore
(3) Chi gestisce un Concordato -oggi - non è attrezzato per trovare un Investitore (M&A)
Se questi postulati sono veri (e credo che lo siano, in quanto il team che gestisce oggi un concordato non ha -salvo rari casi -esperienza di M&A) difficilmente si riuscirà a perseguire la strada della Continuità Aziendale. Da qui il ruolo fondamentale dell'M&A.
La proficua collaborazione si basa su alcuni punti:
- Visione “Industriale” del Business da parte di Arkios Italy: capacità di capire il valore industriale dell’azienda, indipendentemente dai numeri e dalla situazione finanziaria
- Esperienza diretta nella ricerca diretta di Investitori nell’ambito di una Procedura (conoscenza diretta delle problematiche day-by-day della gestione di una procedura
- Network Internazionale e consolidati rapporti sia con Fondi Distressed US e Esteri, sia con Partner “Industriali”
Per maggiori informazioni: paolo.cirani@arkios.it
Arkios Company Profile: www.slideshare.net/pcirani/arkios-italy-company-presentation-ita-feb-2013
www.slideshare.net/pcirani/come-gestire-una-situazione-di-crisi-finanziaria-strumenti-e-ruolo-mm oppure http://www.youtube.com/watch?v=J2guRb54P3k
L’equity crowdfunding in italia opportunita’, normative e regolamentiPasquale Stefanizzi
EQUITY CROWDFUNDING IN ITALIA: OPPORTUNITA’, NORMATIVE E REGOLAMENTI
Angelo Miglietta
Ordinario di Economia delle Aziende e dei Mercati Internazionali presso IULM, Coordinatore del dottorato in Economics,
Management and Comunication for Creativity, Presidente e fondatore di Smathub
Manuela Cavallo, avvocato specializzato in M&A, venture capital e private equity, spiega le dinamiche degli strumenti finanziari di Venture Capital - WEF è Start up (22 marzo 2014)
di Gino Del Bufalo, Senior Economist & Financial Analyst, Cassa Depositi e Prestiti
Un quadro descrittivo ragionato degli strumenti disponibili, che potranno esprimere maggiormente le loro potenzialità alla luce del nuovo Decreto n.703 sui limiti agli investimenti
La strutturazione di un veicolo SPV per l'acquisto di crediti commercialiIPE Business School
La cartolarizzazione rende liquide attività che per loro natura non lo sono, i crediti. Lo scopo dell’elaborato è valutare come cambia la redditività della securitization al variare di elementi come tempo di incasso e prezzo di acquisto dei crediti, senior coupon interest rate e delinquency rate. Il primo capitolo è una disamina sulla finalità e sulla struttura della cartolarizzazione. Il secondo tratta l’operatività dei protagonisti, con un focus sull’attività di identificazione del portafoglio crediti e successiva suddivisione dei titoli ABS. Rilevanti sono anche gli aspetti contabili e quelli sugli assorbimenti di capitale. Nel terzo e ultimo capitolo viene condotta un’analisi di impatto sulla performance in base a tre possibili scenari dell’operazione.
Forum per la Finanza Sostenibile e AIFI hanno promosso la costituzione di un Gruppo di Lavoro multi-stakeholder che ha portato all’elaborazione del manuale "Private equity sostenibile. Una guida per gli operatori del mercato italiano".
La pubblicazione è stata realizzata con il contributo di APE SGR, Mandarin Capital Partners, PAI Partners, Quadrivio SGR e Wise SGR.
Report su attività e costi per lanciare campagna di equity crowdfundingFabio Allegreni
Crowd Advisors, con EdiBeez e AIEC, ha pubblicato il primo rapporto sulle attività e i costi delle startup italiane che hanno lanciato una campagna di equity crowdfunding.
Si tratta della prima volta che una ricerca entra in questo tipo di merito, in cui viene anche analizzato il ruolo degli advisor esterni.
I dati del rapporto sono stati raccolti grazie alle risposte a un questionario inoltrato a tutte le società che avevano lanciato una campagna di equity crowdfunding sulle piattaforme italiane dal 2013 al luglio 2016, indipendentemente dal fatto che avessero avuto successo. Su 33 società contattate, 13 (il 39%) hanno risposto al questionario. Si tratta quindi di un campione piuttosto ristretto, che, pur non essendo possibile considerare scientificamente rilevante, può comunque fornire un importante termine di paragone, utile soprattutto a tutte le imprese che intendono finanziarsi con l’equity crowdfunding.
Il crowdfunding come strumento di finanziamento delle nuove impreseAndrea Natale
Il crowdfunding è uno strumento di finanziamento per startup, piccole imprese e progetti innovativi che sta in questi anni si sta affermando anche grazie all'interesse di imprenditori, pubblico e policy maker.
In questa tesi si parte dall'analisi dell'importanza delle startup innovative e dai problemi riscontrati nella raccolta di capitali per analizzare i diversi modelli di crowdfunding e le sue prospettive di applicazione.
Company Profile Finint Investments SGRBanca Finint
Finint Investments SGR è una Società di Gestione del Risparmio attiva nella gestione di fondi mobiliari e immobiliari secondo diverse strategie in linea con le esigenze dei propri investitori, nazionali e internazionali.
Finint Investments SGR è la prima Società di Gestione del Risparmio italiana autorizzata nel 2004 all’istituzione di fondi immobiliari alternativi e la prima ad istituire un fondo di questa tipologia.
Finint Investments SGR è stata autorizzata, nel 2012, all’istituzione e gestione di fondi anche armonizzati.
L’attività di Finint Investments SGR si basa su tre principali linee di espansione:
l’istituzione di fondi comuni di investimento dedicati a clienti professionali;
la promozione di strumenti innovativi sia di finanza mobiliare che immobiliare con l’obiettivo di sviluppare nuove opportunità di business soddisfacenti per i propri investitori;
la gestione completa di portafogli di investimento per conto di investitori istituzionali grazie all’apporto professionale del proprio team e di un pool qualificato e professionale di advisor tecnici e legali.
L'intervento di F2i - Fondi Italiani per le Infrastrutture alla Conferenza sullo sviluppo aeroportuale globale, tenutasi l'8 novembre del 2012 a Parigi.
Geodetica Italian Stars - Presentazione Fondo Private Equity e Venture CapitalStefano Bettinelli
Siamo un veicolo di investimento specializzato in piccole aziende in alcuni dei settori di eccellenza italiani: food e arredamento di lusso, guidato dalle pratiche e dalla filosofia dell’impact investing.
Il nostro obiettivo è valorizzare i punti di forza delle startup e micro/piccole imprese operanti in questi settori che vogliano veicolare il made in Italy nel mondo, aiutando a sfruttare al meglio il proprio potenziale di crescita attraverso gli strumenti del private equity e del venture capital.
Società familiari: spunti per preparare il passaggio di testimoneequityfactory
Intervento di Guidalberto Gagliardi (Equity Factory SA) al convegno "Successione imprenditoriale e protezione del patrimonio" tenuto a Lecco il 29 aprile 2016
1. Pledge fund, search fund
e SPAC: novità nel private
equity
di Guidalberto Gagliardi (*)
Le società italiane restano sottocapitalizzate rispetto alle omologhe straniere. Il private equity può
contribuire a risolvere la situazione. L’articolo fa il punto su alcuni strumenti che sono da poco
comparsi in Italia o che potrebbero presto essere introdotti da operatori intraprendenti.
Introduzione
Tra 2013 e 2014 il patrimonio netto delle
imprese italiane è aumentato di 33,8 miliardi
(1). Per 4,3 miliardi (13%) queste risorse sono
state reperite tramite collocamento in Borsa e
per 2,1 miliardi (6%) gli investimenti in
aumenti di capitale sono stati sottoscritti da
private equity.
I fondi ormai non si possono più ritenere
strumenti finanziari innovativi, poiché
anche in Italia sono presenti dai primi anni
Ottanta del secolo scorso. Essi inoltre si sono
affermati come uno degli strumenti più
adatti per contribuire al rafforzamento patri-
moniale delle imprese italiane. In questo
ambito si è assistito ad alcune novità (non
tutte introdotte in Italia) di cui nel presente
lavoro s’intende dare conto, cogliendo l’occa-
sione per fornire aggiornamenti sull’anda-
mento dell’attività d’investimento dei private
equity e delle SPAC.
Private equity: connotazione
e statistiche
Il private equity è la realizzazione di investi-
menti nel capitale di rischio di imprese (nor-
malmente non quotate) da parte di soggetti
specializzati.
Gli operatori che, sul territorio italiano, effet-
tuano questo tipo di attività sono 199 e, nel
corso del 2015, hanno completato 342 investi-
menti in 272 imprese per un impiego comples-
sivo di euro 4.620 milioni (2) (Tavola 1).
Anche quando non hanno un focus settoriale o
geografico, i private equity possono essere
specializzati in uno o più ambiti d’investi-
mento, sostanzialmente riconducibili a:
• venture capital, cioè finanziamento agli
albori della storia di un’impresa, normalmente
caratterizzata da un forte contenuto tecnolo-
gico e un ampio potenziale di crescita;
• development capital, dove il fondo
apporta all’azienda risorse (di solito sottoscri-
vendo un aumento di capitale riservato) per
consentirle di realizzare un percorso di
sviluppo;
• buy-out, in cui viene acquisita la maggio-
ranza di una società che abbia una posizione
di mercato difendibile e una redditività stabile;
•turnaround, quando il fondo mira ad imprese
in difficoltà, con l’obiettivo di ristrutturarle,
eventualmente penalizzando i precedenti
finanziatori.
Secondo il rapporto PEM (3), l’operazione-tipo
di questi investitori nel 2014 è il buy-out con
l’acquisizione di una quota del 67% dell’im-
presa target dalla famiglia che la possedeva. Il
fatturato medio dell’impresa acquisita è pari a
euro 57M, il suo enterprise value (4) pari a euro
Note:
(*) Equity Factory S.A. Lugano
(1) C. Bussi, “Cresce il patrimonio delle imprese”, in Il Sole - 24
Ore del 15 febbraio 2016.
(2) Salvo dove diversamente indicato, le statistiche sul mer-
cato del private equity italiano sono tratte dalle ricerche
pubblicate annualmente da AIFI al sito www.aifi.it.
(3) LIUC, PEM Private Equity Monitor Italia 2014, scaricabile dal
sito http://www.privateequitymonitor.it/.
(4) Ammontare corrispondente alla somma tra il prezzo rico-
nosciuto agli azionisti e l’indebitamento finanziario netto.
Amministrazione & Finanza n. 5/2016 65
FinanzaAziendale
Private equity
2. 9M, corrispondente a un multiplo sull’Ebitda
di 7,1 volte (5).
Gli operatori sono normalmente costituiti
come un connubio tra un fondo, cioè una
sorta di “forziere” in cui i sottoscrittori met-
tono in comune il denaro da investire, e una
società che, grazie ai propri amministratori e
all’eventuale personale, si occupa di gestire il
fondo, identificando, selezionando, valutando
e realizzando gli investimenti.
La società di gestione (anche detta manage-
ment company o general partner) investe il
capitale raccolto dal fondo seguendo specifici
criteri e una procedura abbastanza standa-
rdizzata (ricerca, pre-valutazione interna,
delibera, LOI, due diligence, contratto d’inve-
stimento e patti, closing). La società di
gestione controlla periodicamente ciascuna
partecipata in portafoglio, affianca il manage-
ment (almeno) nelle decisioni strategiche,
effettua le azioni finanziarie, legali e di comu-
nicazione atte a valorizzare l’investimento.
Non appena si presenta un’opportunità, la
società di gestione cede (o quota in Borsa),
in tutto o in parte, la partecipazione detenuta
dal fondo. Le operazioni sfortunate portano a
una svalutazione o al sostanziale annulla-
mento dell’investimento.
Nel 2015 i fondi hanno alienato o annullato
partecipazioni per un totale di euro 2,9
miliardi, trovandosi quindi con euro 9,3
miliardi pronti per essere allocati su nuovi
progetti.
I sottoscrittori dei fondi (anche chiamati limi-
ted partner) sono abitualmente fondi pensione
e casse di previdenza (19% della raccolta
2015), investitori individuali o family office,
enti pubblici o fondi sovrani, banche e assi-
curazioni. Tutti questi soggetti sono accomu-
nati dalla possibilità (e necessità) di inserire
in un portafoglio di investimenti diversificato
anche degli impieghi che presentino un ele-
vato potenziale di rendimento di lungo ter-
mine (chiaramente accettando un rischio
proporzionalmente elevato). Da diversi anni
è raro che il fondo raccolga contestualmente
tutta la propria dotazione dai sottoscrittori: la
struttura più diffusa prevede che gli investi-
tori si impegnino a versare il loro contributo
mano a mano che i gestori richiamano le
singole tranche, in parallelo con il concretiz-
zarsi delle opportunità d’investimento. In
queste fattispecie si parla di fondi a
commitment.
La durata di un fondo chiuso è definita e, in
genere, decennale; alla scadenza esso è liqui-
dato e il ricavato viene spartito tra i sottoscrit-
tori. In alcuni casi comunque il provento netto
della dismissione è immediatamente distri-
buito ai sottoscrittori.
Coloroche governanola management company
sono professionisti, normalmente provenienti
dalla finanza e, molto meno frequentemente,
da aziende industriali. I gestori di fondi usano
lanciare periodicamente (ogni tre o cinque
anni) nuovi veicoli d’investimento, progressi-
vamente più importanti in termini di raccolta.
La società di gestione è abitualmente remune-
rata con una commissione periodica e, soprat-
tutto, in relazione al rendimento che sta
facendo ottenere ai sottoscrittori. Gli operatori
di maggiore successo hanno chiaramente
minori difficoltà a raccogliere un nuovo
fondo rispetto ai neofiti o a coloro che non
hanno ottenuto rendimenti significativi. Il ren-
dimento medio del private equity italiano nel
2014 è stato pari al 19,7% (ciò spiega l’attra-
zione che questo tipo di “asset class” esercita su
determinate categorie di investitori).
Ifonditendonoadavereunafunzionerilevante
per l’economia di ciascun Paese sviluppato in
quanto sono una delle poche forme istituzio-
nali cui le imprese e i loro soci possono acce-
dere per ottenere capitale di rischio che
consenta di avviare nuovi progetti, crescere,
cambiare la proprietà e realizzare un
salvataggio.
Secondo la prospettiva degli investitori (cioè
dei potenziali sottoscrittori di fondi) i princi-
pali svantaggi di questa categoria di strumenti
(asset class, in inglese) possono risiedere:
•nella lentezza nell’identificare e realizzare gli
investimenti (6);
• nella necessità di ricorrere a consulenti spe-
cializzati per mettere in atto la due diligence;
• nella frequente focalizzazione sugli aspetti
finanziari anziché industriali;
Note:
(5) I dai AIFI indicano che circa l’80% degli investimenti del
2015 è stato indirizzato verso PMI con fatturato interiore a euro
50 milioni e meno di 200 dipendenti.
(6) “Soltanto 115 delle 3.263 imprese complessivamente con-
siderate nell’analisi (pari al 3,5%) si caratterizzano per valori
degli indicatori patrimoniali, economici e reddituali in linea
con quelli che caratterizzano le aziende partecipate da fondi
di private equity e venture capital nel periodo 2000-2008” da
G. Fusaro e A. Muzio, “Domanda e offerta di private equity in
Italia”, Liuc Papers n. 245, febbraio 2012.
66 Amministrazione & Finanza n. 5/2016
FinanzaAziendale
Private equity
3. • nella carenza di risorse e competenze gesto-
rie chepossano contribuire ancheallosviluppo
strategico e organizzativo delle partecipate;
•nella conseguente dipendenza dall’imprendi-
tore cedente;
•nella ridotta propensione a interventi succes-
sivi sulle partecipate nel caso in cui non si
verifichino le dinamiche attese;
• nei costi della struttura operativa dedicata
(uffici, segretaria, partner, analisti).
Per superare alcune delle limitazioni dei pri-
vate equity tradizionali, la pratica ha fatto
emergere alcune strutture alternative.
Cos’è e come funziona il pledge fund
I pledge fund sono piattaforme per investimenti
in private equity in cui gli investitori (talora
definiti member) partecipano al progetto inve-
stendo un importo relativamente contenuto
(nell’ordine dei 200 mila dollari) nella singola
operazione. Questi ultimi, infatti, assegnano
a un gruppo di professionisti l’incarico
d’identificare delle opportunità d’investimento
secondo certi parametri. Successivamente cia-
scun investitore esamina la potenziale opera-
zione e decide se parteciparci.
Questa configurazione assomiglia a quella che
in Italia è anche detta del club deal. La diffe-
renza consiste nel fatto che nei veri e propri
“investimenti tra amici” sono gli stessi poten-
ziali investitori a reperire e costruire le
opportunità, mentre nei pledge fund queste
attività sono affidate a un team di specialisti.
La singolarità rispetto al private equity
tradizionale, a sua volta, risiede nel fatto che i
gestore del pledge fund non possono contare su
un impegno irrevocabile dei sottoscrittori a
investire nel fondo e nella possibilità per il
management team di allocare le risorse del
fondo in sostanziale autonomia. In pratica si
coniuga la presenza di un processo d’investi-
mento formale e standardizzato con la
possibilità per il sottoscrittore di decidere libe-
ramente se partecipare oppure no a un certo
progetto (scelta che l’investitore in un fondo di
private equity normalmente non ha).
Nei pledge fund la società di gestione si occupa
quindi di tutte le funzioni classiche del venture
capital e del private equity: presenza nella
comunità finanziaria, reperimento e studio
delle opportunità d’investimento, prepara-
zione e presentazione delle operazioni agli
investitori, negoziazione dei termini contrat-
tuali e definizione dei relativi testi, gestione
delle partecipate (per esempio partecipando
ai consigli di amministrazione). Quando l’inve-
stimento è effettuato su base individuale, come
accade nei club deal o per i business angel, c’è il
rischio che l’operazione non sia valutata con
sufficiente obiettività e che il singolo investi-
tore non abbia le competenze o il tempo neces-
sari per seguire la società in cui ha investito.
Diventare “membro” di un pledge fund è sem-
plice. Di solito si compila un questionario e si
dimostra di possedere dei requisiti minimi in
termini di capacità finanziaria (meno onerosi
rispetto a quanto richiesto per sottoscrivere
altri veicoli di private equity). I membri sono
tenuti a versare una limitata quota annua (tra 5
Tavola 1 - Evoluzione dell’attivita` d’investimento dei private equity
Amministrazione & Finanza n. 5/2016 67
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Private equity
4. e 10 mila dollari), destinata a coprire i costi
generali del fondo e a scremare tra i potenziali
investitori quelli realmente interessati al pro-
getto. Mensilmente, infatti, il management
team analizza le operazioni che gli sono sotto-
poste, incontra le società più promettenti, con-
duce una due diligence strategica e finanziaria
preliminare e seleziona le 3 o 4 migliori
opportunità. Queste sono ulteriormente scre-
mate e finalmente presentate, in maniera siste-
matica, a tutti i membri. I partecipanti al pledge
fund hanno un breve intervallo (una settimana
al massimo) entro il quale indicare a quale
progetto vogliono partecipare. Sono comun-
que liberi di rifiutare qualsiasi proposta.
Raccolte le manifestazioni d’interesse, i gestori
del pledge fund valutano se le risorse comples-
sivamenteallocatesonosufficienti per comple-
tare l’operazione prospettata e, nei casi
favorevoli, costituiscono una società dedicata
in cui immettere i capitali dei membri interes-
sati, avviano la due diligence approfondita,
incaricano i legali del fondo di ultimare i con-
tratti e svolgono le altre attività propedeutiche
all’investimento. L’acquisizione viene solita-
mente effettuata dal veicolo societario dedi-
cato e uno o più dei gestori del fondo
assumono la carica di amministratore della
partecipata (7).
Il search fund, una curiosa sottospecie
del pledge fund
Il search fund è un veicolo per raccogliere
denaro da soggetti interessati a effettuare inve-
stimenti di private equity (8). L’obiettivo dei
finanziatori consiste nel collocare manager
promettenti e motivati (non necessariamente
con grande esperienza operativa o precedenti
nei settori industriali d’interesse) in un
ambiente non molto complesso e sotto il con-
trollo e con il supporto dell’esperienza dei sog-
getti che hanno messo a disposizione il capitale
di rischio. La maggior parte dei search fund è
stata raccolta da studenti che, frequentando i
migliori corsi di MBA, hanno avuto accetto alle
maggiori reti di private equity (9).
Un piccolo gruppo di investitori (che possono
averequote diverse traloro) supporta uno opiù
manager nella ricerca di un’impresa da acqui-
sire. Se viene conclusa l’acquisizione, i mana-
ger ottengono ruoli apicali nella società-
obiettivo.
Normalmente la raccolta del fondo avviene in
due fasi: nella prima si dota del capitale
minimo necessario per sostenere i costi nel
periodo di ricerca (per un ammontare solita-
mente compreso tra 200.000 e 1.000.000 $),
nella seconda si raccoglie il capitale necessario
per completare il progetto (tra 2 e 20 milioni di
$). In alcuni casi la fase di ricerca è auto-finan-
ziata dagli aspiranti imprenditori al fine di
ottenere migliori condizioni al momento del-
l’esecuzione del progetto. Il capitale per la
seconda fase potrebbe essere già stato impe-
gnato dai sottoscrittori all’inizio del processo,
oppure essere opzionato con la formula del c.d.
pledge fund (i sottoscrittori hanno il diritto ma
non l’obbligo di investire, da soli o in gruppo,
nell’acquisizione).
I manager per ciascun fondo sono solitamente
un paio e gli investitori tra 5 e 25 (con un
investimento iniziale medio pro-capite di
30 mila $).
I target operano frequentemente in settori
frammentati, hanno fatturato tra 1 e 30 milioni
di $, solitamente con un andamento stabile o in
lieve crescita, una buona redditività (l’Ebitda
medio è prossimo al 20%) e prospettive di cre-
scita di lungo periodo.
Degli oltre 200 fondi nati dal 1984, una quaran-
tina è ancora attivo (Tavola 2). Per effettuare il
singolo investimento, i potenziali imprenditori
devono analizzare mediamente oltre 300
imprese. Circa un quinto dei search fund è
stato liquidato in quanto, in due o tre anni,
non ha trovato aziende da rilevare. Oltre 30
Note:
(7) Ciò è un vantaggio importante rispetto alle operazioni
effettuata direttamente dai business angel in quanto i gestori
sono professionisti delle operazioni d’investimento e valorizza-
zione, mentre diversi investitori singoli non hanno competenze
specifiche o hanno poco tempo da dedicare allo sviluppo
della società partecipata.
(8)Si vedano: http://www.searchfund.org; http://www.gsb.
stanford.edu/faculty-research/centers-initiatives/ces/
research/search-funds; https://uploads.strikinglycdn.com/
files/65890/6280421d-e655-49f2-bc75-542fc5b1a24b/
Search-Funds-2013.pdf; http://www.iese.edu/en/
faculty-research/events/international-search-fund-confe-
rence-2015/ e http://www.iese.edu/research/pdfs/ST-0342-
E.pdf. Al sito https://uploads.strikinglycdn.com/files/65890/
e27c58cd-81ad-4cfa-b130-a835835819f6/PPM%
20Template%20-%20Search%20Fund.pdf è scaricabile un
esempio di Regolamento di un search fund statunitense.
(9) Dal sito internet dell’Università di Harvard: “Are you looking
foranalternativetoacareerpathatabigfirm?Doesfounding
your own start-up seem too risky? There is a radical third path
open to you: You can buy a small business and run it as CEO.
Purchasing a small company offers significant financial
rewards–as well as personal and professional fulfillment”.
68 Amministrazione & Finanza n. 5/2016
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Private equity
5. fondi sono stati creati anche in altri continenti,
Europa inclusa. In Italia non risulta ancora
attivo alcuno di questi veicoli (Tavola 3).
Secondo una ricerca condotta dalla Stanford
University nel 2013, diversi search fund ameri-
cani avrebbero decuplicato il valore (prima
delle imposte) e registrato un IRR lordo
del 35%.
Un caso è emblematico del funzionamento di
questo strumento (10). I trentenni Andy
Schoonover e Chris Hendriksen frequentarono
l’MBA di Stanford e decisero di intraprendere
una carriera autonoma ricorrendo alla tecnica
del search fund. Al completamento degli studi
fondarono così Blue Canyon Capital che
raccolse mezzo milione di dollari da diversi
investitori. I due aspiranti imprenditori
contattarono “a freddo” 50 aziende alla setti-
mana e, dopo aver scansionato un migliaio di
imprese, trovarono VRI, una società dell’Ohio
che realizza sistemi di monitoraggio clinico
remoto. A ottobre 2007 il duo acquisì la
societàdopoaverraccoltolealtrerisorseneces-
sarie. Ora Schoonover è amministratore dele-
gato di VRI e la società, dall’acquisizione ha
visto espandersi l’organico da 40 a 250 dipen-
denti e il fatturato crescere del 30% medio
annuo.
La SPAC, un search fund quotato
e regolamentato
Le Special (o Single) Purpose Acquisition
Companysonoveicolid’investimentocollettivo
che permettono agli investitori di realizzare
un’unica acquisizione di una società non quo-
tata (11). Le SPAC sono promosse da uno o più
soggetti che, dopo averle finanziate in misura
Tavola 2 - Il destino dei search fund
Note:
(10) http://www.bloomberg.com/bw/articles/2012-08-31/
search-funds-an-mba-shortcut-to-the-c-suite.
(11) Per approfondimenti si rinvia a G. Gagliardi, “Le SPAC
approdano in Italia”, in questa Rivista, n. 10/2011.
Amministrazione & Finanza n. 5/2016 69
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Private equity
6. sufficientepersostenereicostidell’offertapub-
blica iniziale (IPO), le portano alla quotazione
in Borsa.
Una volta che i promotori hanno identificato
un’impresa potenzialmente acquisibile (i pro-
spetti informativi delle SPAC delineano i set-
tori obiettivo dell’acquisizione, mentre
l’azienda target è reperita solo successiva-
mente) e hanno negoziato i termini della rela-
tiva operazione con i soci di tale società,
l’aggregazione (detta business combination) è
sottoposta agli azionisti della SPAC. Se l’ope-
razione è approvata da una maggioranza qua-
lificata, i capitali raccolti possono essere
utilizzati (frequentemente i promotori della
SPAC ricevono in premio una porzione impor-
tante del capitale dell’impresa). Nel caso in cui
l’assemblea dei soci non approvi l’operazione,
la SPAC è liquidata. La liquidazione si verifica
anche qualora sia trascorso il periodo prefis-
sato nello statuto entro il quale la SPAC deve
completare la business combination (di solito
oscillante tra 12 e 24 mesi).
Se il progetto ha funzionato, la società target
viene fusa con la SPAC e si trova quindi quo-
tata. Gli azionisti della SPAC hanno così rea-
lizzatounasingolaoperazionediprivateequity,
ottenendo nei fatti il controllo di una società
quotata in Borsa.
Le SPAC sinora varate in Italia sono state
8 e sei di esse hanno già completato la
business combination con medie imprese
nazionali (Ivs, Iwb, Fila, Lu-Ve, Sesa e
Prima Vera), offrendo importanti ritorni agli
azionisti (12).
L’utilità di questi strumenti
per le imprese italiane
La sottocapitalizzazione del nostro sistema
imprenditoriale è fenomeno noto e stigmatiz-
zato da ogni centro di ricerca e autorità (13).
I dati contabili delle società italiane eviden-
ziano, in effetti, come gran parte del capitale
investito sia finanziato tramite l’indebitamento
(in gran parte bancario e a breve scadenza),
dando luogo a rapporti medi tra PFN e reddito
operativo lordo tra i più alti in Europa.
Questa storica debolezza (14) si unisce alle
altre minacce che gravano sulle imprese ita-
liane quali:
• l’urgenza di realizzare il passaggio genera-
zionale in numerosissime imprese di proprietà
familiare (molte delle quali grandi);
• una dimensione insufficiente per travalicare
nicchie geo o competitive;
• la frequente collocazione pericolosa nelle
catene del valore globali;
Tavola 3 - I search fund avviati nel mondo tra 1983 e 2013
Note:
(12) L. Gia e P. Jadeluca (a cura di), “SPAC, la finanza a misura
di PMI”, in Repubblica Economia & Finanza del 22 luglio 2015.
(13) “Secondo Banca d’Italia [nelle aziende italiane] man-
cano all’appello 200 miliardi di euro di mezzi propri” da
C. Bussi, op. cit. Nello stesso senso: “Nel confronto internazio-
nale, le imprese della Regione [Lombardia] appaiono sotto-
capitalizzate e con una redditività operativa inferiore” da
Banca d’Italia, L’economia della Lombardia, giugno 2014.
(14) Voluta e perseguita da imprenditori, banche e politica.
Però qui il discorso rischia di travalicare il tema e lo lasciamo
quindi ad altri, più ferrati autori.
70 Amministrazione & Finanza n. 5/2016
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7. • una scarsità d’innovazione e l’assenza di
cespiti immateriali;
• la mancanza di manager.
Gli strumenti esaminati in questo lavoro
potrebbero contribuire a ridurre la sottocapi-
talizzazione delle nostre PMI. Essi, inoltre,
potrebbero essere utili per realizzare il passag-
gio generazione agevolando la redistribuzione
delle quote tra i membri della famiglia interes-
satiarestareinazienda,nonchélaliquidazione
dei familiari disinteressati.
Le maggiori disponibilità di capitale di rischio
consentirebbero anche di affrontare gli inve-
stimenti necessari per riposizione le imprese in
contesti competitivi più confacenti alla globa-
lizzazione dell’economia (strategia realizza-
bile tramite opzioni di sviluppo organico o
tramite M&A) (15), di aumentare il tasso d’in-
novazione e la creazione di asset intangibili e di
attrarre manager nelle PMI.
Per queste ragioni gli imprenditori, i manager e
i loro consulenti dovrebbero prendere in con-
siderazione le molteplici opzioni offerte dal
private equity e progettare il modo per presen-
tare efficacemente l’azienda a un fondo (16).
Le autorità e gli investitori istituzionali,
dal canto loro, dovrebbero ragionare su come
rendere più semplice l’attività dei private equity
tradizionali in Italia, su come attrarre nel
nostro Paese gli investitori finanziari esteri e
su come rendere praticabile l’introduzione di
nuovi strumenti quali i search fund (17). Questi
ultimi, in particolare, potrebbero anche rallen-
tarelac.d.fugadicervelli,trattenendoigiovani
più promettenti in Italia per consentire loro di
diventare imprenditori di aziende storiche e
ben avviate. Ad avviso di chi scrive, la collabo-
razione tra advisor con esperienza di M&A e
università potrebbe risultare vincente per
affermare anche in Italia questa interessante
asset class “di nicchia”.
Note:
(15) G. Gagliardi, “M&A: le prospettive”, in questa Rivista,
n. 11/2015; G. Gagliardi, “Quando conviene comprare un
concorrente straniero”, in Innovare, n. 1/2009; M. Ghiringhelli
e G. Gagliardi, “Le operazioni di M&A come strumento di
sviluppo strategico”, in L’Ammonitore del 16 maggio 2005.
(16) Equity Factory SA, “Dress: come portare un fondo di
private equity nel retail”, in Largo Consumo, n. 5/2015;
G. Gagliardi, “Arriva un nuovo socio”, in questa Rivista, n. 3/
2011; M. Ghiringhelli e G. Gagliardi, “ Ottenere capitali dai
private equity”, in Contabilità, Finanza e Controllo, n. 12/2006.
(17) “L’Italia è esportatore netto di capitali con conseguente
espoliazione del risparmio nazionale” da MISE, Small Business
Act, Rapporto 2014, scaricabile dal sito del Ministero.
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