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Jean Louis Andrè Théodore


       Géricault
                     1791-1824

 Molinari Elena
 5F
 A.S.2005/2006
La Vita
Jean louis andrè Théodore
Gericault
Nasce nel 1791 a Rouen
Muore nel 1824 a Parigi
Jean-Louis-André-Théodore Géricault
nasce a Rouen il 26 settembre 1791,
unico figlio di Georges Géricault e
Louise Caruel. Nel 1796 la famiglia si
stabilisce a Parigi, dove Théodore compie
gli studi presso il Lycée Impérial. Nel
1808 entra come allievo nello studio di
Carle Vernet. Dopo aver trascorso due
anni presso Vernet, decide di entrare
nell’atelier di Guérin. Nel 1812
frequenta l’Ecole des Beaux-Arts, e
partecipa al Salon con il quadro
L’ufficiale dei cavalleggeri della Guardia
imperiale alla carica.
Dopo una tormentata relazione
sentimentale, Théodore decide di partire
per l’Italia dove si trattiene
dall’autunno del 1816 all’autunno
dell’anno successivo. Al suo ritorno
Parigi si dedica alla litografia con
soggetti d’ispirazione militare e scene di
vita romana. Fra il 1818 e il 1819 lavora
alla grande tela della Zattera della
Medusa che, esposta al Salon, suscita
reazioni contrastanti. Al termine di
questa impegnativa opera, l’artista si
reca a Londra in compagnia del
disegnatore Charlet.
Nel giugno del 1820 la Zattera della
Medusa viene presentata con successo
all’Egyptian Hall di Londra. Dopo aver
fatto visita a Bruxelles al pittore David in
esilio, Théodore fa rientro in Inghilterra.
Alla fine del 1822 ritorna definitivamente a
Parigi. Il suo ritorno in patria è funestato
da alcune speculazioni economiche rovinose
e da due gravi incidenti a cavallo.
Nonostante le precarie condizioni di salute,
l’artista realizza numerose litografie e
inizia la serie dei ritratti di alienati, per il
dottor Etienne-Jean Georget (1822).
Ormai immobilizzato, Géricault prepara i disegni per
alcuni quadri e illustra le opere poetiche di Byron
(1823). Muore il 26 gennaio 1824, a trentadue anni,
nella sua casa parigina tra le braccia di Dedreux-
Dorcy e dei colonnelli Bro e Brack. Al Salon di
quell’anno vengono esposti, come gesto di omaggio,
due dei suoi ultimi dipinti, Fucina di paese e
Garzone che dà l’avena a un cavallo. In quello stesso
anno il museo del Louvre acquista, attraverso la
mediazione di Fourbin e di Dedreux-Dorcy, la
Zattera della Medusa.
Le Opere
Di uno dei più grandi pittori
neoclassici-romantici
dell’Europa :


Théodore Gericault
La zattera della medusa
Quest’opera è ispirata ad un
fatto realmente avvenuto che
sconvolse l’opinione pubblica:
il naufragio della Medusa, una
nave che trasportava soldati e
civili. Erano in 400 e per
salvarsi 150 salirono su una
zattera e il resto su un
canotto. La zattera era legata
al canotto ma le persone che
stavano sul canotto tagliarono
i cavi della zattera che rimase
in balìa delle onde.
Ci furono anche episodi di cannibalismo. Alla fine i naufragi vennero salvati dalla nave
Argus.
Gericault sceglie il momento meno mostruoso e quello più intenso e drammatico:
l’avvistamento della nave.Affittò uno studio apposta per lavorare a questa tela, vicino
l’ospedale per poter fare ogni giorno degli schizzi su dei malati e sui cadaveri. Un falegname
gli fece anche una zattera per ispirarlo, su cui egli mise degli uomini di cera ma, non
soddisfatto, prese dei modelli. E’ romantico ma anticipa il verismo per la cura scrupolosa dei
malati. Rappresenta un crescendo di emozioni, dalla disperazione alla speranza. Questa ha il
culmine nel ragazzo di colore che sventola uno straccio.
Compositivamente è impostato su due
direzioni: dalla base al ragazzo e da quello
che sta a terra alla vela. Ci sono delle spinte
contrarie: i naufraghi che vanno verso la
nave e il vento che li spinge dalla parte
opposta.
Il quadro è composto da due piramidi cha
hanno il culmine una con il ragazzo di colore
e l’altra con l’albero maestro. Le figure
hanno un’influenza classica.
Gericault trasforma un dramma di cronaca
in un dramma universale senza tempo. E’
ritenuto un’allegoria politica in quanto va
contro il governo per il ritardo dei soccorsi
ma anche contro la gerarchia accademica
Il fotomontaggio realizzato
da Richard Slye rappresenta,
come per Gericault, il
dramma della nostra società
ma in chiave moderna




    Schizzo realizzato da
    Gericault per la
    realizzazione del suo
    quadro più importante e
    famoso: La zattera della
    mdusa.
Tre trombettieri a cavallo

Géricault ebbe una vera e propria passione per i cavalli,
sin dall'adolescenza, quando poteva esercitarsi a lungo
in prodezze di equitazione. L'acquisto del primo
cavallo nel 1808 coincise con la volontà di diventare un
pittore di cavalli. Riuscì a entrare nello studio di Carle
Vernet, pittore di genere, in quel periodo intento a
dipingere scene di battaglie napoleoniche. Dopo un
breve apprendistato con Guérin, allievo di David,
Géricault s'iscrisse all'Ecole des Beaux-Arts nel 1812 e
si dedicò allo studio dei grandi maestri del passato. Ma
i suoi interessi erano sempre più rivolti alle immagini di
cavalli, fanti, ussari e trombettieri a cavallo, come in
questo caso, eseguite con una particolare attenzione al
movimento e all'anatomia delle bestie e secondo forti
contrasti cromatici e di luce, per esempio nel rosso
acceso delle uniformi.
Cavallo fermato da schiavi


In questa scena l'artista rappresenta il
momento finale della corsa dei cavalli
barberi, quando le bestie concludono la loro
corsa in un recinto dove li attendono degli
stallieri che li imbrigliano. Alla
manifestazione, che segnava la fine delle
feste di carnevale, Géricault assistette nel
1817 e ne trasse spunto per diversi studi e
dipinti in cui poteva concentrarsi sul
soggetto preferito dei cavalli. In questo caso
l'immagine si lega ai modelli del passato,
non solo nel tema degli schiavi abbigliati
all'antica, ma nelle forme eroiche e statuarie
del nudo a destra e del cavallo, che
rievocano i fregi con le centauromachie.
In questa fase di grandi rivolgimenti
politici e militari, la realtà prende il
sopravvento e irrompe nell'arte, in
particolare di Géricault, che ha così       Tiro d’artiglieria
l'occasione di comporre grandi scene di
battaglie e di azione con i suoi amati
cavalli. Del resto lo stesso pittore
aveva avuto il suo momento di
entusiasmo politico, quando nel 1814
era entrato nel corpo dei moschettieri
del re, ricostituito da Luigi XVIII,
una vicenda che durò poco, ma che
comunque ispirò notevoli composizioni
di vita militare, tra cui questo Tiro
d'artiglieria, che si caratterizza per il
tocco rapido del pennello, quasi al
ritmo della cavalcata, e per i punti
violenti di luce, quali il fuoco dei
cannoni o il riverbero del manto
pezzato degli equini.
Una delle cose che più colpì Géricault a
Roma fu la corsa dei cavalli barberi,
organizzata a conclusione delle festività
del carnevale; lungo la via del Corso, da
Palazzo Venezia a piazza del Popolo,          Corsa dei cavalli barberi
venivano lanciati i cavalli senza
cavaliere, che alla fine venivano afferrati
e rinchiusi dai palafrenieri. Al tema della
gara, Géricault, amante della razza
equina, dedicò diverse composizioni;
questa coglie il momento della partenza,
quando i cavalli eccitati sono tenuti a
freno da possenti stallieri, che nelle loro
proporzioni rievocano le immagini
michelangiolesche. L'ambientazione
concorre a definire uno spazio "antico",
quello dei giochi dell'antica Roma, ai
quali partecipava tutta la popolazione.
Non potendo andare in Oriente a causa della
salute cagionevole, Géricault decide di compiere
un viaggio a Londra, in compagnia dell'amico
Charlet, dove giunge nel 1820. Nella capitale
                                                    Derby di Epsom
inglese espone La zattera della Medusa, che lo
impone sulla scena londinese e favorisce un certo
successo economico. Affitta un elegante
appartamento nel quartiere di Mayfair da un
mercante di cavalli, Adam Elmore. Saputo della
passione per i cavalli di Géricault, Elmore gli
commissiona un dipinto sul Derby di Epsom, al
quale l'artista assiste nel 1821. Nonostante la
fervida attività, questo quadro rappresenta
l'opera più importante del periodo londinese,
l'unico portato a termine, in cui i cavalli sono
lanciati al massimo della corsa, al punto da
staccarsi da terra. Questo carattere irreale, in
qualche modo fantastico, dell'ambientazione e
delle figure, ha reso questo quadro autonomo
dalla restante produzione di Géricault.
Dopo aver tentato e fallito il concorso del
Prix de Rome, la prestigiosa prova che
permetteva al vincitore di recarsi a Roma,
per svolgere il perfezionamento artistico
come "pensionnaire" all'Accademia di          Famiglia italiana
Francia a Villa Medici, Géricault decise di
partire per conto proprio alla volta
                                              (o Famiglia povera)
dell'Italia. Doveva vivere anche lui
l'esperienza del "grand tour", con cui gli
artisti e i gentiluomini completavano la
loro educazione estetica; a Roma subì
un'impressione profonda al cospetto degli
affreschi michelangioleschi della Sistina e
delle opere di Raffaello, del Guercino, di
Caravaggio. Tuttavia oltre al fascino
dell'antico e dei maestri del passato,
Géricault fu attratto dalla vita
contemporanea, che tradusse nelle sue
scene di contadini e gente umile, come
questa, che nell'impostazione e negli
atteggiamenti riprendono le composizioni
classiche.
Al tema del mare in tempesta,
Géricault ha dedicato alcuni degli        Marina
ultimi dipinti. Questa Marina, in
cui il colore delle acque nero e livido
contrasta con quello della roccia
chiara, rivela il gusto romantico per
la rappresentazione di una natura
violenta e incombente, che sovrasta
le forze dell'uomo, piccolo in primo
piano. Traspare il senso metaforico
della morte nel buio dei flutti che
ingoiano la vita, così come in altre
composizioni in cui vi sono
naufraghi o annegati. Tale metafora
è rafforzata dal carattere irreale e
onirico dell'immagine, per cui il
paesaggio non è reso in forma
descrittiva, ma secondo macchie di
luce e macchie scure, come
un'evocazione del sogno.
Monomane dell’invidia (La iena)

   Nella sua breve carriera Géricault ha
   sperimentato temi e generi molto diversi fra
   loro. Uno dei soggetti al quale si è dedicato
   con attenzione, raggiungendo esiti pregnanti,
   è quello dell'espressione fisiognomica delle
   patologie e delle alterazioni psichiche della
   personalità. I suoi ritratti di alienati
   risentono delle scoperte di quegli anni a opera
   di psichiatri quali Pinel, Esquirol e Georget,
   impegnati nello studio della monomania che
   Géricault traduce con impareggiabile
   puntualità. La vecchia qui affetta
   dall'ossessione dell'invidia è colta con
   impietoso realismo; lo sguardo corrucciato di
   chi osserva qualcosa che produce quel
   sentimento che altera tutti i tratti del volto,
   al punto da venir soprannominata la "iena".
Schizzo della monomane
dell’invidia.
Si può notare la particolare tecnica con cui è
stato realizzato il dipinto, la bruttezza e
l’oscenità del volto di questa donna. Da
questo punto di vista pare che Gericault
abbia voluto incutere timore e angoscia ma
l’epoca in cui egli visse lo portò alla
realizzazione dello stesso disegno ma in
chiave più armonica se pur sempre
angosciante. Lo sguardo, ad esempio, è
ammorbidito. Se prima la sensazione era di
paura ,adesso la sensazione è più
inquietante e dogmatico. Migliore nella
seconda pert la realizzazione dell’invidia
negli occhi della donna.
Il dipinto fa parte di un gruppo di tre
opere, eseguite dopo il rientro
dall'Italia alla fine del 1817. Si tratta
di paesaggi colti in tre momenti diversi
della giornata, Paesaggio italiano
all'alba, Paesaggio con tomba romana
(Mezzogiorno), questo Paesaggio con
acquedotto (La sera), che rispondono
maggiormente all'impostazione
iconografica dei maestri del Seicento,
quali i francesi Poussin, Claude
Lorrain e Gaspar Dughet e gli italiani
Carracci, piuttosto che a una
osservazione diretta e realistica dei
luoghi. La diversa incidenza della luce,
dovuta alle ore del giorno, in questo
caso rende ancora più lirica questa
interpretazione ideale del paesaggio,
nel quale si percepisce il
vagheggiamento nostalgico per un
mondo antico e perduto.

                                            Paesaggio con acquedotto (La sera)
Uno dei tanti motivi di attrazione di
Géricault fu l'Oriente, il desiderio di
conoscere luoghi lontani e sconosciuti e di
vivere avventure fuori dall'ordinario e dagli
schemi del mondo occidentale. Non poté
realizzare questo sogno per l'aggravarsi
delle sue condizioni di salute, peggiorate
notevolmente in seguito a due cadute da
cavallo. Le uniche incursioni che fece nei
mondi esotici furono attraverso il fedele
servitore Mustafà, che conobbe con un
gruppo di turchi, forse scampati a un
naufragio, nel 1819. A questo periodo
appartengono alcuni dipinti e diversi studi
di teste di orientali, abbigliati con turbanti
e casacche. Anche in questo caso
l'osservazione del pittore si rivela
penetrante e puntuale nei particolari delle
orecchie sporgenti e degli occhi grandi e
scuri.
                  Ritratto di orientale (Ritratto di Mustafà)
Anatomical spring
Questa è una delle ultime raffigurazioni
interpretate da Théodore Géricault.
Particolare di questo dipinto è, come
visibile la cruenza e l’essere molto
lucubre.
Vengono illustrati un braccio ancora
attaccato alla spalla e due piedi.
L’oscurità dello sfondo dell’opera è
spezzato dal rosso vivo del sangue che
defluisce dalle membra strappate al
corpo.
Questo è oltre tutto una sorta di omaggio
al progresso della scienza in età
romantica(epoca in cui Gericault
sviluppò le sue doti artistiche).
Teste di giustiziati
Questo esempio di gusto
macabro, tra i più orridi presenti
nella storia dell’arte, furono
studi realizzati da Gericault per
la realizzazione della zattera.
La scelta di studiare frammenti
anatomici, per le potenzialità
espressive che se ne potevano
trarre, ci rivelano alcuni aspetti
precisi sulla psiche di Gericault,
che di sicuro anticipa molti dei
tratti più introversi e
drammatici che ritroviamo nei
successivi artisti romantici, e
non solo pittori.
 
Alienata monomane del gioco
      Altra ricerca al limite
      dell’ossessivo fu quella che
      Gericault condusse sui pazzi.
      Questa è solo una delle
      diverse tele che l’artista
      dedicò ai malati di mente, in
      uno studio teso a ritrovare
      nella inespressività degli
      alienati le linee di confine tra
      l’umano e ciò che non è più
      tale.
Corazziere ferito che lascia il fuoco
   Presentato al Salon del 1814 questo quadro non
   ricevette il successo attribuito nel 1812
   all'Ufficiale dei cavalleggeri della Guardia
   imperiale alla carica, con cui Géricault aveva
   esordito; al contrario il Corazziere fu molto
   criticato per le proporzioni, eccessivamente
   lunga quella del soldato, e soprattutto per la
   pennellata concitata, che rendeva l'opera troppo
   "non finita", quasi un bozzetto. Il soggetto della
   ritirata dopo la disfatta era con ogni
   probabilità riferito alla sconfitta subita
   dall'esercito napoleonico da parte
   dell'Inghilterra e degli altri paesi europei. Nel
   clima di Restaurazione era tornato in voga il
   linguaggio curato in tutte le sue parti di David
   e il pubblico non era pronto a recepire una
   stesura così poco rifinita come quella di
   Géricault.
Gericault, amante dei cavalli, scelse di
rappresentarli in molte delle sue opere
principali e più belle. Alcune opere sono
addirittura interamente dedicate a
immagini di cavalli, più o meno tristi.
Altre opere
 La veille Italienne
 Rappresentante una vecchia
 donna italiana




Uomo italiano


                   Portrait of
                   Bearded:
                   Rappresentante
                   uomo con barba
Alcuni schizzi
La poplarità e la bravura di Gericault
furono premiate e ricordate anche
grazie a queste stampe di frasncobolli
Fine

Anno scolastico 2005-2006    Molinari Elena 5f

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Jean Luis Gericault

  • 1. Jean Louis Andrè Théodore Géricault 1791-1824 Molinari Elena 5F A.S.2005/2006
  • 2. La Vita Jean louis andrè Théodore Gericault Nasce nel 1791 a Rouen Muore nel 1824 a Parigi
  • 3. Jean-Louis-André-Théodore Géricault nasce a Rouen il 26 settembre 1791, unico figlio di Georges Géricault e Louise Caruel. Nel 1796 la famiglia si stabilisce a Parigi, dove Théodore compie gli studi presso il Lycée Impérial. Nel 1808 entra come allievo nello studio di Carle Vernet. Dopo aver trascorso due anni presso Vernet, decide di entrare nell’atelier di Guérin. Nel 1812 frequenta l’Ecole des Beaux-Arts, e partecipa al Salon con il quadro L’ufficiale dei cavalleggeri della Guardia imperiale alla carica.
  • 4. Dopo una tormentata relazione sentimentale, Théodore decide di partire per l’Italia dove si trattiene dall’autunno del 1816 all’autunno dell’anno successivo. Al suo ritorno Parigi si dedica alla litografia con soggetti d’ispirazione militare e scene di vita romana. Fra il 1818 e il 1819 lavora alla grande tela della Zattera della Medusa che, esposta al Salon, suscita reazioni contrastanti. Al termine di questa impegnativa opera, l’artista si reca a Londra in compagnia del disegnatore Charlet.
  • 5. Nel giugno del 1820 la Zattera della Medusa viene presentata con successo all’Egyptian Hall di Londra. Dopo aver fatto visita a Bruxelles al pittore David in esilio, Théodore fa rientro in Inghilterra. Alla fine del 1822 ritorna definitivamente a Parigi. Il suo ritorno in patria è funestato da alcune speculazioni economiche rovinose e da due gravi incidenti a cavallo. Nonostante le precarie condizioni di salute, l’artista realizza numerose litografie e inizia la serie dei ritratti di alienati, per il dottor Etienne-Jean Georget (1822).
  • 6. Ormai immobilizzato, Géricault prepara i disegni per alcuni quadri e illustra le opere poetiche di Byron (1823). Muore il 26 gennaio 1824, a trentadue anni, nella sua casa parigina tra le braccia di Dedreux- Dorcy e dei colonnelli Bro e Brack. Al Salon di quell’anno vengono esposti, come gesto di omaggio, due dei suoi ultimi dipinti, Fucina di paese e Garzone che dà l’avena a un cavallo. In quello stesso anno il museo del Louvre acquista, attraverso la mediazione di Fourbin e di Dedreux-Dorcy, la Zattera della Medusa.
  • 7. Le Opere Di uno dei più grandi pittori neoclassici-romantici dell’Europa : Théodore Gericault
  • 8. La zattera della medusa Quest’opera è ispirata ad un fatto realmente avvenuto che sconvolse l’opinione pubblica: il naufragio della Medusa, una nave che trasportava soldati e civili. Erano in 400 e per salvarsi 150 salirono su una zattera e il resto su un canotto. La zattera era legata al canotto ma le persone che stavano sul canotto tagliarono i cavi della zattera che rimase in balìa delle onde. Ci furono anche episodi di cannibalismo. Alla fine i naufragi vennero salvati dalla nave Argus. Gericault sceglie il momento meno mostruoso e quello più intenso e drammatico: l’avvistamento della nave.Affittò uno studio apposta per lavorare a questa tela, vicino l’ospedale per poter fare ogni giorno degli schizzi su dei malati e sui cadaveri. Un falegname gli fece anche una zattera per ispirarlo, su cui egli mise degli uomini di cera ma, non soddisfatto, prese dei modelli. E’ romantico ma anticipa il verismo per la cura scrupolosa dei malati. Rappresenta un crescendo di emozioni, dalla disperazione alla speranza. Questa ha il culmine nel ragazzo di colore che sventola uno straccio.
  • 9. Compositivamente è impostato su due direzioni: dalla base al ragazzo e da quello che sta a terra alla vela. Ci sono delle spinte contrarie: i naufraghi che vanno verso la nave e il vento che li spinge dalla parte opposta. Il quadro è composto da due piramidi cha hanno il culmine una con il ragazzo di colore e l’altra con l’albero maestro. Le figure hanno un’influenza classica. Gericault trasforma un dramma di cronaca in un dramma universale senza tempo. E’ ritenuto un’allegoria politica in quanto va contro il governo per il ritardo dei soccorsi ma anche contro la gerarchia accademica
  • 10. Il fotomontaggio realizzato da Richard Slye rappresenta, come per Gericault, il dramma della nostra società ma in chiave moderna Schizzo realizzato da Gericault per la realizzazione del suo quadro più importante e famoso: La zattera della mdusa.
  • 11. Tre trombettieri a cavallo Géricault ebbe una vera e propria passione per i cavalli, sin dall'adolescenza, quando poteva esercitarsi a lungo in prodezze di equitazione. L'acquisto del primo cavallo nel 1808 coincise con la volontà di diventare un pittore di cavalli. Riuscì a entrare nello studio di Carle Vernet, pittore di genere, in quel periodo intento a dipingere scene di battaglie napoleoniche. Dopo un breve apprendistato con Guérin, allievo di David, Géricault s'iscrisse all'Ecole des Beaux-Arts nel 1812 e si dedicò allo studio dei grandi maestri del passato. Ma i suoi interessi erano sempre più rivolti alle immagini di cavalli, fanti, ussari e trombettieri a cavallo, come in questo caso, eseguite con una particolare attenzione al movimento e all'anatomia delle bestie e secondo forti contrasti cromatici e di luce, per esempio nel rosso acceso delle uniformi.
  • 12. Cavallo fermato da schiavi In questa scena l'artista rappresenta il momento finale della corsa dei cavalli barberi, quando le bestie concludono la loro corsa in un recinto dove li attendono degli stallieri che li imbrigliano. Alla manifestazione, che segnava la fine delle feste di carnevale, Géricault assistette nel 1817 e ne trasse spunto per diversi studi e dipinti in cui poteva concentrarsi sul soggetto preferito dei cavalli. In questo caso l'immagine si lega ai modelli del passato, non solo nel tema degli schiavi abbigliati all'antica, ma nelle forme eroiche e statuarie del nudo a destra e del cavallo, che rievocano i fregi con le centauromachie.
  • 13. In questa fase di grandi rivolgimenti politici e militari, la realtà prende il sopravvento e irrompe nell'arte, in particolare di Géricault, che ha così Tiro d’artiglieria l'occasione di comporre grandi scene di battaglie e di azione con i suoi amati cavalli. Del resto lo stesso pittore aveva avuto il suo momento di entusiasmo politico, quando nel 1814 era entrato nel corpo dei moschettieri del re, ricostituito da Luigi XVIII, una vicenda che durò poco, ma che comunque ispirò notevoli composizioni di vita militare, tra cui questo Tiro d'artiglieria, che si caratterizza per il tocco rapido del pennello, quasi al ritmo della cavalcata, e per i punti violenti di luce, quali il fuoco dei cannoni o il riverbero del manto pezzato degli equini.
  • 14. Una delle cose che più colpì Géricault a Roma fu la corsa dei cavalli barberi, organizzata a conclusione delle festività del carnevale; lungo la via del Corso, da Palazzo Venezia a piazza del Popolo, Corsa dei cavalli barberi venivano lanciati i cavalli senza cavaliere, che alla fine venivano afferrati e rinchiusi dai palafrenieri. Al tema della gara, Géricault, amante della razza equina, dedicò diverse composizioni; questa coglie il momento della partenza, quando i cavalli eccitati sono tenuti a freno da possenti stallieri, che nelle loro proporzioni rievocano le immagini michelangiolesche. L'ambientazione concorre a definire uno spazio "antico", quello dei giochi dell'antica Roma, ai quali partecipava tutta la popolazione.
  • 15. Non potendo andare in Oriente a causa della salute cagionevole, Géricault decide di compiere un viaggio a Londra, in compagnia dell'amico Charlet, dove giunge nel 1820. Nella capitale Derby di Epsom inglese espone La zattera della Medusa, che lo impone sulla scena londinese e favorisce un certo successo economico. Affitta un elegante appartamento nel quartiere di Mayfair da un mercante di cavalli, Adam Elmore. Saputo della passione per i cavalli di Géricault, Elmore gli commissiona un dipinto sul Derby di Epsom, al quale l'artista assiste nel 1821. Nonostante la fervida attività, questo quadro rappresenta l'opera più importante del periodo londinese, l'unico portato a termine, in cui i cavalli sono lanciati al massimo della corsa, al punto da staccarsi da terra. Questo carattere irreale, in qualche modo fantastico, dell'ambientazione e delle figure, ha reso questo quadro autonomo dalla restante produzione di Géricault.
  • 16. Dopo aver tentato e fallito il concorso del Prix de Rome, la prestigiosa prova che permetteva al vincitore di recarsi a Roma, per svolgere il perfezionamento artistico come "pensionnaire" all'Accademia di Famiglia italiana Francia a Villa Medici, Géricault decise di partire per conto proprio alla volta (o Famiglia povera) dell'Italia. Doveva vivere anche lui l'esperienza del "grand tour", con cui gli artisti e i gentiluomini completavano la loro educazione estetica; a Roma subì un'impressione profonda al cospetto degli affreschi michelangioleschi della Sistina e delle opere di Raffaello, del Guercino, di Caravaggio. Tuttavia oltre al fascino dell'antico e dei maestri del passato, Géricault fu attratto dalla vita contemporanea, che tradusse nelle sue scene di contadini e gente umile, come questa, che nell'impostazione e negli atteggiamenti riprendono le composizioni classiche.
  • 17. Al tema del mare in tempesta, Géricault ha dedicato alcuni degli Marina ultimi dipinti. Questa Marina, in cui il colore delle acque nero e livido contrasta con quello della roccia chiara, rivela il gusto romantico per la rappresentazione di una natura violenta e incombente, che sovrasta le forze dell'uomo, piccolo in primo piano. Traspare il senso metaforico della morte nel buio dei flutti che ingoiano la vita, così come in altre composizioni in cui vi sono naufraghi o annegati. Tale metafora è rafforzata dal carattere irreale e onirico dell'immagine, per cui il paesaggio non è reso in forma descrittiva, ma secondo macchie di luce e macchie scure, come un'evocazione del sogno.
  • 18. Monomane dell’invidia (La iena) Nella sua breve carriera Géricault ha sperimentato temi e generi molto diversi fra loro. Uno dei soggetti al quale si è dedicato con attenzione, raggiungendo esiti pregnanti, è quello dell'espressione fisiognomica delle patologie e delle alterazioni psichiche della personalità. I suoi ritratti di alienati risentono delle scoperte di quegli anni a opera di psichiatri quali Pinel, Esquirol e Georget, impegnati nello studio della monomania che Géricault traduce con impareggiabile puntualità. La vecchia qui affetta dall'ossessione dell'invidia è colta con impietoso realismo; lo sguardo corrucciato di chi osserva qualcosa che produce quel sentimento che altera tutti i tratti del volto, al punto da venir soprannominata la "iena".
  • 19. Schizzo della monomane dell’invidia. Si può notare la particolare tecnica con cui è stato realizzato il dipinto, la bruttezza e l’oscenità del volto di questa donna. Da questo punto di vista pare che Gericault abbia voluto incutere timore e angoscia ma l’epoca in cui egli visse lo portò alla realizzazione dello stesso disegno ma in chiave più armonica se pur sempre angosciante. Lo sguardo, ad esempio, è ammorbidito. Se prima la sensazione era di paura ,adesso la sensazione è più inquietante e dogmatico. Migliore nella seconda pert la realizzazione dell’invidia negli occhi della donna.
  • 20. Il dipinto fa parte di un gruppo di tre opere, eseguite dopo il rientro dall'Italia alla fine del 1817. Si tratta di paesaggi colti in tre momenti diversi della giornata, Paesaggio italiano all'alba, Paesaggio con tomba romana (Mezzogiorno), questo Paesaggio con acquedotto (La sera), che rispondono maggiormente all'impostazione iconografica dei maestri del Seicento, quali i francesi Poussin, Claude Lorrain e Gaspar Dughet e gli italiani Carracci, piuttosto che a una osservazione diretta e realistica dei luoghi. La diversa incidenza della luce, dovuta alle ore del giorno, in questo caso rende ancora più lirica questa interpretazione ideale del paesaggio, nel quale si percepisce il vagheggiamento nostalgico per un mondo antico e perduto. Paesaggio con acquedotto (La sera)
  • 21. Uno dei tanti motivi di attrazione di Géricault fu l'Oriente, il desiderio di conoscere luoghi lontani e sconosciuti e di vivere avventure fuori dall'ordinario e dagli schemi del mondo occidentale. Non poté realizzare questo sogno per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute, peggiorate notevolmente in seguito a due cadute da cavallo. Le uniche incursioni che fece nei mondi esotici furono attraverso il fedele servitore Mustafà, che conobbe con un gruppo di turchi, forse scampati a un naufragio, nel 1819. A questo periodo appartengono alcuni dipinti e diversi studi di teste di orientali, abbigliati con turbanti e casacche. Anche in questo caso l'osservazione del pittore si rivela penetrante e puntuale nei particolari delle orecchie sporgenti e degli occhi grandi e scuri. Ritratto di orientale (Ritratto di Mustafà)
  • 22. Anatomical spring Questa è una delle ultime raffigurazioni interpretate da Théodore Géricault. Particolare di questo dipinto è, come visibile la cruenza e l’essere molto lucubre. Vengono illustrati un braccio ancora attaccato alla spalla e due piedi. L’oscurità dello sfondo dell’opera è spezzato dal rosso vivo del sangue che defluisce dalle membra strappate al corpo. Questo è oltre tutto una sorta di omaggio al progresso della scienza in età romantica(epoca in cui Gericault sviluppò le sue doti artistiche).
  • 23. Teste di giustiziati Questo esempio di gusto macabro, tra i più orridi presenti nella storia dell’arte, furono studi realizzati da Gericault per la realizzazione della zattera. La scelta di studiare frammenti anatomici, per le potenzialità espressive che se ne potevano trarre, ci rivelano alcuni aspetti precisi sulla psiche di Gericault, che di sicuro anticipa molti dei tratti più introversi e drammatici che ritroviamo nei successivi artisti romantici, e non solo pittori.  
  • 24. Alienata monomane del gioco Altra ricerca al limite dell’ossessivo fu quella che Gericault condusse sui pazzi. Questa è solo una delle diverse tele che l’artista dedicò ai malati di mente, in uno studio teso a ritrovare nella inespressività degli alienati le linee di confine tra l’umano e ciò che non è più tale.
  • 25. Corazziere ferito che lascia il fuoco Presentato al Salon del 1814 questo quadro non ricevette il successo attribuito nel 1812 all'Ufficiale dei cavalleggeri della Guardia imperiale alla carica, con cui Géricault aveva esordito; al contrario il Corazziere fu molto criticato per le proporzioni, eccessivamente lunga quella del soldato, e soprattutto per la pennellata concitata, che rendeva l'opera troppo "non finita", quasi un bozzetto. Il soggetto della ritirata dopo la disfatta era con ogni probabilità riferito alla sconfitta subita dall'esercito napoleonico da parte dell'Inghilterra e degli altri paesi europei. Nel clima di Restaurazione era tornato in voga il linguaggio curato in tutte le sue parti di David e il pubblico non era pronto a recepire una stesura così poco rifinita come quella di Géricault.
  • 26. Gericault, amante dei cavalli, scelse di rappresentarli in molte delle sue opere principali e più belle. Alcune opere sono addirittura interamente dedicate a immagini di cavalli, più o meno tristi.
  • 27.
  • 28. Altre opere La veille Italienne Rappresentante una vecchia donna italiana Uomo italiano Portrait of Bearded: Rappresentante uomo con barba
  • 30. La poplarità e la bravura di Gericault furono premiate e ricordate anche grazie a queste stampe di frasncobolli
  • 31. Fine Anno scolastico 2005-2006 Molinari Elena 5f