La donna più bella del Rinascimento: Simonetta Vespucci.Rita Lo Iacono
La donna più bella del Rinascimento: Simonetta Vespucci.
Il lavoro è stato eseguito da Letizia, un’alunna della classe di Ricevimento 4R, guidata dall’insegnante specializzata, prof.ssa Angela Micheli.
La donna più bella del Rinascimento: Simonetta Vespucci.Rita Lo Iacono
La donna più bella del Rinascimento: Simonetta Vespucci.
Il lavoro è stato eseguito da Letizia, un’alunna della classe di Ricevimento 4R, guidata dall’insegnante specializzata, prof.ssa Angela Micheli.
ederico Barocci (1535 - 1612) è considerato come il più grande interprete della pittura controriformistica. Ma lo scopo di questa monografia, la terza realizzata da Federico Giannini e la prima di carattere divulgativo scritta su Federico Barocci, è dimostrare che la definizione di "pittore della Controriforma" sta stretta al pittore urbinate, perché non dà idea del fascino che i suoi meravigliosi capolavori esercitano su chi li osserva. L'analisi quindi parte dalla biografia di Federico Barocci per continuare con la descrizione di quarantacinque opere che l'artista realizzò durante la sua carriera, cercando di sottolinearne non soltanto gli aspetti storico-artistici ma anche cercando di evidenziare quanto tali dipinti riescano a essere suggestivi grazie alla loro bellezza, alle loro atmosfere, ai loro colori, alla delicatezza di molti dei loro personaggi. Federico Barocci si dimostra così non soltanto un pittore devoto ma anche un artista capace di impressionare, di emozionare e di compiere, nonostante il volontario isolamento nella sua Urbino, una parabola artistica indipendente, destinata a influenzare generazioni di pittori.
Il Manierismo è un movimento di rottura e transizione che caratterizza un momento di crisi politica e culturale in Italia.
Questa breve presentazione cerca di rappresentare con la forza delle immagini le caratteristiche del Manierismo.
L'effimero e l'illusorio in età barocca di Fausto Di StefanoFrattura Scomposta
Partendo da uno dei più grandi interpreti della pittura illusionistica barocca, Andrea Pozzo, la riflessione di Fausto Di Stefano vuole indagare due grandi temi dell'arte barocca: l'effimero e l'illusorio. Due caratteristiche che contribuiscono anche a rendere l'arte barocca uno strumento di propaganda in mano alla Chiesa cattolica, che avvertiva l'esigenza di imporre ai fedeli un insegnamento ben preciso: l'unica verità indiscussa doveva essere ancora quella cattolica, nonostante la Riforma protestante. E avendo ben chiaro questo obiettivo, l'arte barocca lascia da parte il convincimento razionale, che era uno dei fondamenti dell'arte rinascimentale, per abbracciare invece un messaggio volto a far leva sulle emozioni dell'osservatore. L'effimero e l'illusorio in età barocca è un affascinante viaggio all'interno di questa dimensione, che ci porterà alla scoperta di grandi e potenti capolavori.
Contenuti extra
Insieme a L'effimero e l'illusorio in età barocca sono disponibili anche due "pop-up", versione occidentale del "kirigami": con questo termine giapponese si intende un'opera realizzata su un unico foglio di carta, che piegato dà origine a forme tridimensionali (è una variante del più famoso origami). La differenza tra pop-up e kirigami consiste nel fatto che il secondo si ottiene solo tagliando e piegando un singolo foglio di carta, mentre il primo risulta da un assemblaggio. Sono disponibili, come contenuti extra, due pop-up relativi a due grandi capolavori dell'arte barocca (cliccando sui nomi si apriranno le immagini):
- Niccolò Salvi, Fontana di Trevi
- Pietro da Cortona, Ratto delle Sabine
Descrizione de La Primavera di Sandro Botticelli
I personaggi allegorici del dipinto sono allineati sul primo piano di un paesaggio scuro e controluce. Infatti a destra Zefiro raggiunge e abbraccia la Ninfa Clori che appare nuovamente a sinistra nelle forme di Flora vestita di fiori. Al centro poi sono raffigurati Venere e Cupido che scaglia il dardo d’amore. Le tre Grazie inoltre danzano sulla sinistra vestite con veli trasparenti. Mercurio infine alza il braccio destro e con il caduceo tocca una nuvola. Infine il prato è cosparso di fiori ed erbe mentre tra le fronde degli alberi sono dipinti frutti color arancio.
Interpretazioni e simbologia del dipinto La Primavera di Sandro Botticelli
Il dipinto di Sandro Botticelli venne intitolato La Primavera da Vasari, autore delle prime biografie degli artisti italiani del Rinascimento. Gli studiosi considerano l’opera un’allegoria. Il dipinto rappresenta il regno di Venere secondo l’iconografia neoplatonica del filosofo Marsilio Ficino.
Intorno alla Corte dei Medici si erano raccolti alcuni intellettuali che condividevano le idee del filosofo e del poeta Poliziano. In generale, la riscoperta del mondo classico, portò gli autori a interpretare i miti greci e romani con forme a loro contemporanee.
La figura maschile di sinistra, infatti secondo interpretazione neoplatonica, potrebbe essere il giovane Mercurio, dai calzari alati, che con il caduceo allontana le nubi. Al suo opposto, a destra, Zefiro insegue la ninfa Clori che si tramuta in Flora e sparge i fiori sul mondo. Si tratta di un’allegoria della fecondazione. Quasi al centro del dipinto, in alto, si trova la Venus Humanitas che suscita passioni terrene nelle persone e le trasforma in attività contemplativa.
Le tre fanciulle danzanti poi sono le Tre Grazie, divinità minori vicine a Venere. Cupido infine volteggia, bendato, sopra Venere. Gli studiosi hanno individuato 138 specie vegetali accuratamente dipinte da Botticelli. L’artista probabilmente si documentò con erbari e dipinse fiori ed erbe con maniacale attenzione.
ederico Barocci (1535 - 1612) è considerato come il più grande interprete della pittura controriformistica. Ma lo scopo di questa monografia, la terza realizzata da Federico Giannini e la prima di carattere divulgativo scritta su Federico Barocci, è dimostrare che la definizione di "pittore della Controriforma" sta stretta al pittore urbinate, perché non dà idea del fascino che i suoi meravigliosi capolavori esercitano su chi li osserva. L'analisi quindi parte dalla biografia di Federico Barocci per continuare con la descrizione di quarantacinque opere che l'artista realizzò durante la sua carriera, cercando di sottolinearne non soltanto gli aspetti storico-artistici ma anche cercando di evidenziare quanto tali dipinti riescano a essere suggestivi grazie alla loro bellezza, alle loro atmosfere, ai loro colori, alla delicatezza di molti dei loro personaggi. Federico Barocci si dimostra così non soltanto un pittore devoto ma anche un artista capace di impressionare, di emozionare e di compiere, nonostante il volontario isolamento nella sua Urbino, una parabola artistica indipendente, destinata a influenzare generazioni di pittori.
Il Manierismo è un movimento di rottura e transizione che caratterizza un momento di crisi politica e culturale in Italia.
Questa breve presentazione cerca di rappresentare con la forza delle immagini le caratteristiche del Manierismo.
L'effimero e l'illusorio in età barocca di Fausto Di StefanoFrattura Scomposta
Partendo da uno dei più grandi interpreti della pittura illusionistica barocca, Andrea Pozzo, la riflessione di Fausto Di Stefano vuole indagare due grandi temi dell'arte barocca: l'effimero e l'illusorio. Due caratteristiche che contribuiscono anche a rendere l'arte barocca uno strumento di propaganda in mano alla Chiesa cattolica, che avvertiva l'esigenza di imporre ai fedeli un insegnamento ben preciso: l'unica verità indiscussa doveva essere ancora quella cattolica, nonostante la Riforma protestante. E avendo ben chiaro questo obiettivo, l'arte barocca lascia da parte il convincimento razionale, che era uno dei fondamenti dell'arte rinascimentale, per abbracciare invece un messaggio volto a far leva sulle emozioni dell'osservatore. L'effimero e l'illusorio in età barocca è un affascinante viaggio all'interno di questa dimensione, che ci porterà alla scoperta di grandi e potenti capolavori.
Contenuti extra
Insieme a L'effimero e l'illusorio in età barocca sono disponibili anche due "pop-up", versione occidentale del "kirigami": con questo termine giapponese si intende un'opera realizzata su un unico foglio di carta, che piegato dà origine a forme tridimensionali (è una variante del più famoso origami). La differenza tra pop-up e kirigami consiste nel fatto che il secondo si ottiene solo tagliando e piegando un singolo foglio di carta, mentre il primo risulta da un assemblaggio. Sono disponibili, come contenuti extra, due pop-up relativi a due grandi capolavori dell'arte barocca (cliccando sui nomi si apriranno le immagini):
- Niccolò Salvi, Fontana di Trevi
- Pietro da Cortona, Ratto delle Sabine
Descrizione de La Primavera di Sandro Botticelli
I personaggi allegorici del dipinto sono allineati sul primo piano di un paesaggio scuro e controluce. Infatti a destra Zefiro raggiunge e abbraccia la Ninfa Clori che appare nuovamente a sinistra nelle forme di Flora vestita di fiori. Al centro poi sono raffigurati Venere e Cupido che scaglia il dardo d’amore. Le tre Grazie inoltre danzano sulla sinistra vestite con veli trasparenti. Mercurio infine alza il braccio destro e con il caduceo tocca una nuvola. Infine il prato è cosparso di fiori ed erbe mentre tra le fronde degli alberi sono dipinti frutti color arancio.
Interpretazioni e simbologia del dipinto La Primavera di Sandro Botticelli
Il dipinto di Sandro Botticelli venne intitolato La Primavera da Vasari, autore delle prime biografie degli artisti italiani del Rinascimento. Gli studiosi considerano l’opera un’allegoria. Il dipinto rappresenta il regno di Venere secondo l’iconografia neoplatonica del filosofo Marsilio Ficino.
Intorno alla Corte dei Medici si erano raccolti alcuni intellettuali che condividevano le idee del filosofo e del poeta Poliziano. In generale, la riscoperta del mondo classico, portò gli autori a interpretare i miti greci e romani con forme a loro contemporanee.
La figura maschile di sinistra, infatti secondo interpretazione neoplatonica, potrebbe essere il giovane Mercurio, dai calzari alati, che con il caduceo allontana le nubi. Al suo opposto, a destra, Zefiro insegue la ninfa Clori che si tramuta in Flora e sparge i fiori sul mondo. Si tratta di un’allegoria della fecondazione. Quasi al centro del dipinto, in alto, si trova la Venus Humanitas che suscita passioni terrene nelle persone e le trasforma in attività contemplativa.
Le tre fanciulle danzanti poi sono le Tre Grazie, divinità minori vicine a Venere. Cupido infine volteggia, bendato, sopra Venere. Gli studiosi hanno individuato 138 specie vegetali accuratamente dipinte da Botticelli. L’artista probabilmente si documentò con erbari e dipinse fiori ed erbe con maniacale attenzione.
2. La concezione della figura dell’artista non rimane stabile
nel corso del tempo.
Nel medioevo questa figura era considerata come un
semplice esecutore e il merito dell’opera veniva dato ai
committenti. Con l’avvento del Rinascimento, invece,
questi incominciarono a godere di una nuova
considerazione.
3. La figura dell’artista cortigiano iniziò a fare da corollario
a quella del mecenate-governante. Nelle corti, infatti,
poté così entrare a diretto contatto con l’alta aristocrazia
e con gli intellettuali del tempo: scrittori, poeti, filosofi e
così via.
Finalmente la Storia annoverò l’artista, a pieno titolo, fra
gli intellettuali del tempo.
4. Lorenzo de’ Medici - detto il
Magnifico - governa Firenze nella
seconda metà del XV secolo. Politico
di eccezionale abilità, è anche un
grande mecenate ed intellettuale. I
Medici sono una facoltosa famiglia di
mercanti e banchieri che governa di
fatto la città, sebbene questo loro
ruolo non sia formalizzato da
un’investitura ufficiale.
Lorenzo riceve un’ottima educazione
in campo umanistico. Assiste inoltre
il padre negli impegni pubblici e già
nell’adolescenza ricopre incarichi
diplomatici presso importanti città
italiane.
5. La corte di Lorenzo è un centro culturale attivissimo:
accoglie i maggiori artisti, scrittori e filosofi del tempo,
tra cui Sandro Botticelli. Firenze è il cuore del
Rinascimento.
L’8 aprile 1492 Lorenzo de’ Medici muore a 43 anni nella
propria villa alle porte di Firenze.
Per la capacità di governo e il sostegno all’arte e alla
cultura, incarna più di chiunque altro l’ideale di principe
rinascimentale illuminato.
6. Alessandro Filipepi
trascorre quasi tutta la
sua vita a Firenze, dove
nasce intorno al 1445 e
dove è conosciuto come
il 'Botticelli'. Varie ipotesi
fanno derivare il
soprannome dalla
robusta costituzione del
fratello Antonio detto
'Botticello‘.
7. Con le sue linee eleganti e ondulate,
che descrivono forme aggraziate e
morbide, Botticelli ha inventato una
nuova immagine della bellezza, un
nuovo canone estetico. Le donne che
dipinge sono figure ideali: sono alte e
sottili, hanno lo sguardo dolce e i
capelli biondi sciolti al vento o raccolti
in raffinate acconciature. Botticelli ha
sempre amato dipingere i capelli e ha
riservato a questo particolare una
grande attenzione, tanto da arrivare a
usare pennellate bagnate d'oro per
accentuarne la luminosità.
Dipingere capelli sciolti al vento è
anche un trucco per dare il senso del
movimento delle figure, evitando che
le composizioni appaiano immobili.
LO STILE
8. Conosciuto con il nome convenzionale di Primavera, la
pittura mostra nove figure della mitologia classica che
incedono su un prato fiorito, davanti a un bosco di aranci e
alloro. In primo piano a destra, Zefiro abbraccia e feconda la
ninfa Clori, raffigurata poco oltre nelle sembianze di Flora,
dea della fioritura. Dominano il centro della composizione,
leggermente arretrati, la dea dell’amore e della bellezza
Venere, castamente vestita, e Cupido, raffigurato bendato
mentre scocca il dardo d’amore. A sinistra danzano in
cerchio le tre Grazie, divinità minori benefiche prossime a
Venere, e chiude la composizione Mercurio, il messaggero
degli dei con indosso elmo e calzari alati, che sfiora col
caduceo una nuvola. Pur rimanendo misterioso il complesso
significato della composizione, l’opera celebra l’amore, la
pace, la prosperità.
9.
10. Nota come “Nascita di Venere”, la composizione raffigura più precisamente
l’approdo sull’isola di Cipro della dea dell’amore e della bellezza, nata dalla spuma
del mare e sospinta dai venti Zefiro e, forse, Aura. La dea è in piedi sopra la valva
di una conchiglia, pura e perfetta come una perla. L’accoglie una giovane donna,
identificata talvolta con una delle Grazie oppure con l’Ora della primavera, che le
porge un manto cosparso di fiori; alla stagione primaverile rimandano anche le
rose portate dai venti. Il tema del dipinto, che celebra Venere come simbolo di
amore e bellezza, fu forse suggerito dal poeta Agnolo Poliziano.
E’ molto probabile che il committente dell’opera sia da ricercarsi all’interno della
casata dei Medici, Diversamente dalla “Primavera”, dipinto su tavola, la “Nascita di
Venere” fu realizzato su tela.
Botticelli prende ispirazione da statue di epoca classica per l’atteggiamento pudico
di Venere, che copre la nudità con i lunghi capelli biondi, i cui riflessi di luce sono
ottenuti tramite l’applicazione di oro; anche la coppia dei Venti che vola
abbracciata è una citazione da un’opera antica, una gemma di età ellenistica
posseduta da Lorenzo il Magnifico.
11.
12. I frequenti rapporti di Botticelli con la famiglia de’
Medici e con le cerchie ad essa collegate garantirono
all’artista, oltre alla protezione per un lungo periodo,
molteplici commissioni.
Nel 1475 realizzò il gonfalone con la raffigurazione di
Simonetta Vespucci – la nobil donna amata da Giuliano
de’ Medici – per la giostra tenutasi in piazza Santa Croce,
la cui bellezza epica accompagnò il pittore per tutta la
sua carriera artistica.
13. Possiamo quindi notare che il rapporto instaurato tra la
nota famiglia fiorentina e Botticelli è molto più di un
normale rapporto committente artista. Le opere
commissionategli dalla famiglia solo le opere più note
tutt’oggi:
La primavera 1478
La nascita di Venere 1484
Madonna del Magnificat 1483
14. Dopo la morte di Giuliano, caduto vittima della congiura dei
pazzi, a Botticelli venne commissionata la raffigurazione su
cartelloni dei condannati in contumacia da appendere alle
pareti esterne, lato Porta della Dogana, del Palazzo della
Signoria. Chiaro è che l’artista in esame fosse ormai entrato
nelle grazie de’ Medici e che ne avesse abbracciato
pienamente la causa, ottenendo protezione e quindi la
possibilità realizzare opere su pregiatissime committenze.
La sua vita cambiò bruscamente con la caduta dei Medici e la
presa del potere del frate Girolamo Savonarola nel 1494.
L’artista mise da parte i soggetti mitologici per dedicarsi
all’arte sacra.