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IO E L’ALTRO
Il rapporto tra mecenate e artista
Il cambiamento dell’artista dal
Medioevo al Rinascimento
Nel Medioevo attribuivano la paternità dell’opera d’arte
soprattutto al committente, mentre lasciavano passare in secondo
piano l’artista che l’aveva eseguita. Una situazione, che andò ad
evolversi nel tempo fino a quando la migliorata perizia tecnica
dell’artista, integrata alla creatività dello stesso, non mise fine a
questo stato di cose. Quindi la capacità nella realizzazione di
un’opera non venne più considerata come quella di un semplice
esecutore e l’artista acquisì più libertà creativa. Con
l’arrivo Giotto si assistette ad un’eccezionale cambiamento di rotta
sulla considerazione sociale dell’esecutore di un’opera d’arte.
Il cambiamento dell’artista dal
Medioevo al Rinascimento
Con l’avvento del Rinascimento, invece, questi incominciarono
a godere di una nuova considerazione. Con il Rinascimento
cambiò anche l’ambiente di lavoro dell’artista: mentre prima
lavorava quotidianamente nella propria bottega, da questo
periodo in poi incominciò a spostarsi ed aprire nuovi cantieri
presso le numerosissime corti, cui la nostra penisola era divisa.
Agnolo Doni
Agnolo Doni era un mecenate,
del 1500, che dopo la morte di
Lorenzo il Magnifico. Doni, si
imparentò con la famiglia
Strozzi, sposandosi con
Maddalena Strozzi. La potente
famiglia di banchieri Strozzi,
seppure imparentata con i de'
Medici, non riuscì mai a
strappare loro il potere di
Firenze, si dovettero così
accontentare della fama
donatogli dal suo mecenatismo.
Michelangelo è nato a Caprese, il 6 marzo 1475,
è stato uno scultore, pittore e architetto italiano.
Protagonista del Rinascimento italiano, già in vita
fu riconosciuto come uno dei maggiori artisti di
tutti i tempi. I Buonarroti di Firenze facevano
parte del patriziato fiorentino. Nessuno in
famiglia aveva fino ad allora intrapreso la
carriera artistica, nell'arte "meccanica" poco
consona al loro status, ricoprendo piuttosto
incarichi nei pubblici uffici. Possedevano uno
scudo d'arme e patronavano una cappella
nella basilica di Santa Croce. Tra il 1503 e
il 1504 realizzò un dipinto per Agnolo Doni,
rappresentante la Sacra Famiglia con altre
figure.
Michelangelo
Tondo Doni
Il Tondo Doni è un dipinto a tempera grassa su tavola di Michelangelo
Buonarroti, databile al 1503-1504 circa e conservato nella Galleria degli
Uffizi a Firenze. Conservato nella cornice originale, probabilmente disegnata
dallo stesso Michelangelo, è l'unica opera su supporto mobile, certa e
compiuta, dell'artista. Il dipinto, di fondamentale importanza nella storia
dell'arte, poiché pone le basi per quello che sarà il manierismo, è sicuramente
uno dei dipinti più emblematici ed importanti del Cinquecento italiano. La
Sacra Famiglia è composta come un gruppo scultoreo al centro del tondo: la
Madonna in primo piano, contrariamente a tutta l'iconografia antecedente,
non ha il Bambino in primo piano, ma si gira su se stessa per prenderlo da
Giuseppe che glielo sta porgendo mentre è inginocchiato dietro di lei. Essa,
accoccolata a terra, ha appena smesso di leggere il libro che ora è chiuso e
abbandonato sul suo manto fra le gambe. Il piccolo Gesù gioca con i capelli
della mamma, quest’ultima, ha da poco chiuso il libro che stava leggendo, per
giocare con il piccolo bambino. Si può notare sulla destra il piccolo San
Giovanni Battista, mentre ancora più dietro si trovano diversi gruppi di nudi,
appoggiati a delle rocce. A proposito degli ignudi che si trovano sullo sfondo,
facendo bene attenzione, è possibile notare che la muscolatura di
quest’ultimi è molto simile a quella del trittico in primo piano. Per rendere
ancor più vivace l’intera composizione del Tondo, c’è il netto contrasto tra
l’andamento orizzontale in secondo piano e quello verticale della Sacra
Famiglia in primo piano.
Conclusioni
Nel Rinascimento molti artisti furono incaricati di dipingere il gruppo della Sacra Famiglia. Si
tratta di un genere iconografico molto diffuso e interpretato con molte variazioni.
Come ad esempio:
• La Sacra Famiglia di Cargeghe, XVII sec.
• Sacra Famiglia, Mariotto Albertinelli (attribuito), XVI sec.
• Incisione, Hieronymus Wierix, XVII sec.
• Sacra Famiglia, Lavinia Fontana, Escorial, XVI sec.
Simone Biondi
3°C

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  • 1. IO E L’ALTRO Il rapporto tra mecenate e artista
  • 2. Il cambiamento dell’artista dal Medioevo al Rinascimento Nel Medioevo attribuivano la paternità dell’opera d’arte soprattutto al committente, mentre lasciavano passare in secondo piano l’artista che l’aveva eseguita. Una situazione, che andò ad evolversi nel tempo fino a quando la migliorata perizia tecnica dell’artista, integrata alla creatività dello stesso, non mise fine a questo stato di cose. Quindi la capacità nella realizzazione di un’opera non venne più considerata come quella di un semplice esecutore e l’artista acquisì più libertà creativa. Con l’arrivo Giotto si assistette ad un’eccezionale cambiamento di rotta sulla considerazione sociale dell’esecutore di un’opera d’arte.
  • 3. Il cambiamento dell’artista dal Medioevo al Rinascimento Con l’avvento del Rinascimento, invece, questi incominciarono a godere di una nuova considerazione. Con il Rinascimento cambiò anche l’ambiente di lavoro dell’artista: mentre prima lavorava quotidianamente nella propria bottega, da questo periodo in poi incominciò a spostarsi ed aprire nuovi cantieri presso le numerosissime corti, cui la nostra penisola era divisa.
  • 4. Agnolo Doni Agnolo Doni era un mecenate, del 1500, che dopo la morte di Lorenzo il Magnifico. Doni, si imparentò con la famiglia Strozzi, sposandosi con Maddalena Strozzi. La potente famiglia di banchieri Strozzi, seppure imparentata con i de' Medici, non riuscì mai a strappare loro il potere di Firenze, si dovettero così accontentare della fama donatogli dal suo mecenatismo. Michelangelo è nato a Caprese, il 6 marzo 1475, è stato uno scultore, pittore e architetto italiano. Protagonista del Rinascimento italiano, già in vita fu riconosciuto come uno dei maggiori artisti di tutti i tempi. I Buonarroti di Firenze facevano parte del patriziato fiorentino. Nessuno in famiglia aveva fino ad allora intrapreso la carriera artistica, nell'arte "meccanica" poco consona al loro status, ricoprendo piuttosto incarichi nei pubblici uffici. Possedevano uno scudo d'arme e patronavano una cappella nella basilica di Santa Croce. Tra il 1503 e il 1504 realizzò un dipinto per Agnolo Doni, rappresentante la Sacra Famiglia con altre figure. Michelangelo
  • 5. Tondo Doni Il Tondo Doni è un dipinto a tempera grassa su tavola di Michelangelo Buonarroti, databile al 1503-1504 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Conservato nella cornice originale, probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo, è l'unica opera su supporto mobile, certa e compiuta, dell'artista. Il dipinto, di fondamentale importanza nella storia dell'arte, poiché pone le basi per quello che sarà il manierismo, è sicuramente uno dei dipinti più emblematici ed importanti del Cinquecento italiano. La Sacra Famiglia è composta come un gruppo scultoreo al centro del tondo: la Madonna in primo piano, contrariamente a tutta l'iconografia antecedente, non ha il Bambino in primo piano, ma si gira su se stessa per prenderlo da Giuseppe che glielo sta porgendo mentre è inginocchiato dietro di lei. Essa, accoccolata a terra, ha appena smesso di leggere il libro che ora è chiuso e abbandonato sul suo manto fra le gambe. Il piccolo Gesù gioca con i capelli della mamma, quest’ultima, ha da poco chiuso il libro che stava leggendo, per giocare con il piccolo bambino. Si può notare sulla destra il piccolo San Giovanni Battista, mentre ancora più dietro si trovano diversi gruppi di nudi, appoggiati a delle rocce. A proposito degli ignudi che si trovano sullo sfondo, facendo bene attenzione, è possibile notare che la muscolatura di quest’ultimi è molto simile a quella del trittico in primo piano. Per rendere ancor più vivace l’intera composizione del Tondo, c’è il netto contrasto tra l’andamento orizzontale in secondo piano e quello verticale della Sacra Famiglia in primo piano.
  • 6. Conclusioni Nel Rinascimento molti artisti furono incaricati di dipingere il gruppo della Sacra Famiglia. Si tratta di un genere iconografico molto diffuso e interpretato con molte variazioni. Come ad esempio: • La Sacra Famiglia di Cargeghe, XVII sec. • Sacra Famiglia, Mariotto Albertinelli (attribuito), XVI sec. • Incisione, Hieronymus Wierix, XVII sec. • Sacra Famiglia, Lavinia Fontana, Escorial, XVI sec. Simone Biondi 3°C