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SANDRO BOTTICELLI
(1445-1510)
16. Rinascimento a Firenze. La stagione delle esperienze
Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quinta edizione, © Zanichelli editore 2023
Sandro Botticelli
(1445-1510)
• si forma prima con Filippo Lippi e poi con il Verrocchio
• dal 1470 è un pittore indipendente e apre una sua bottega
• diventa il fedele esecutore della politica culturale dei Medici
• si reca a Roma per dipingere nella Cappella Sistina
• in seguito a una crisi mistica aderisce al movimento religioso del Savonarola
• nelle sue opere ci sono riferimenti religiosi.
Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quinta edizione, © Zanichelli editore 2023
Alessandro Filipepi, detto Sandro Botticelli, è il pittore più
rappresentativo dell’età di Lorenzo il Magnifico.
Le tappe di un difficile percorso artistico:
Il disegno
Per Botticelli è soprattutto linea di
contorno. Il suo disegno è flessuoso, agile,
deciso. Ne è un esempio l’Allegoria
dell’Abbondanza (soggetto delle
Metamorfosi di Ovidio).
I suoi soggetti (maschili e femminili) hanno
un volto regolare, ciocche morbide,
l’espressione dolce.
La linea circonda morbidamente il
soggetto staccandolo dal fondo.
Botticelli preferisce, inoltre, i soggetti mitologici e classici, che
acquistano, in linea con la filosofia neoplatonica diffusa a Firenze,
un valore morale.
La Primavera (ca 1478)
È un dipinto realizzato da Botticelli per Lorenzo di Pierfrancesco
de’ Medici, cugino del Magnifico, intorno al 1478.
Destinato alla residenza di Via Larga, fu poi trasferito nella Villa di
Castello, dove lo vide il Vasari che per primo vi riconobbe
un’allegoria della Primavera.
Il significato resta incerto:
• secondo l’interpretazione diffusa, il dipinto è un invito rivolto a
Lorenzo, affinché scelga Venere, simbolo dell’ideale neoplatonico
dell’humanitas, cioè l’insieme delle virtù più nobili dell’uomo
• secondo una interpretazione più recente, il dipinto raffigura le
nozze tra Filologia, una fanciulla che verrà resa immortale, e
Mercurio: la Primavera sarebbe così la Retorica.
La Primavera (ca 1478)
Il dipinto, che va letto da destra a sinistra, mostra Zefiro, il vento primaverile, che insegue
Clori, la ninfa della terra, la quale, in seguito alla loro unione, si sta trasformando in Flora-
Primavera, una leggiadra fanciulla che dal grembo sparge fiori.
Al centro Venere avanza stagliandosi contro una pianta di mirto, mentre Cupido sta per
scoccare la sua freccia verso una delle tre Grazie, riunite in cerchio in una danza. Intanto
Mercurio allontana le nubi con un’asta alata (caduceo), simbolo di pace.
La Primavera (ca 1478)
Sul piano
compositivo le
figure
appaiono
legate tra loro
da un
movimento a
onda.
Il dipinto si ispira alle
Stanze per la giostra, un
poemetto celebrativo di
Angelo Poliziano.
Venere è la figura
chiave del dipinto che
reca il messaggio
centrale dell’opera.
Anche la natura, tra
aranci e fronde di
alloro, assume un
valore simbolico.
Con grande precisione
Botticelli dipinge i fiori
in centinaia di specie
diverse.
Anziché dalla prospettiva lo
spazio è unificato dalle
corrispondenze ritmiche tra
le figure.
I personaggi sono
individuati dalla linea di
contorno su uno sfondo
senza profondità.
La Primavera (ca 1478)
La Nascita di Venere (1484/1485)
• Come nella Primavera, il soggetto è
mitologico-allegorico e ha punti di
contatto con le Stanze per la giostra
di Poliziano.
• Anche qui il mito svela uno dei
cardini della filosofia neoplatonica,
cioè la bellezza – simboleggiata da
Venere – che avvicina l’uomo a Dio.
• Botticelli fonde il soggetto
mitologico con l’iconografia
cristiana del Battesimo di Cristo.
Era destinata alla Villa di Castello di Lorenzo di Pierfrancesco de’
Medici e ha un significato pedagogico.
La Nascita di Venere (1484/1485)
Anche qui come
nella Primavera
l’equilibrio
compositivo è
dato dalle
corrispondenze
ritmiche.
Appena nata dalla schiuma
del mare Venere è sospinta
da Zefiro, abbracciato a
Clori.
La dea appare fragile e
delicata, avvolta da morbidi
capelli biondi.
Ad accoglierla sulle rive
dell’isola di Cipro con un
manto cosparso di fiori
c’è Flora.
Il paesaggio è ridotto
all’essenziale e le linee
della costa ripetono le
curve del manto.
Il corpo della dea è reso
con una linea sinuosa che
crea il volume in assenza di
chiaroscuro.
Lo spazio bidimensionale è
dominato da un gioco
lineare, come il mare reso da
increspature a V.
La Nascita di Venere (1484/1485)
La Calunnia (1491/1495)
La Calunnia (1491/1495)
È una piccola tavola che rappresenta una celebre opera del
pittore greco antico Apelle, la Calunnia appunto.
I personaggi sono distribuiti secondo
una linea curva e tutte le figure sono
legate tra loro dalla continuità di gesti.
I colori sono bilanciati e le figure
collocate in prossimità della linea
d’orizzonte.
Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quinta edizione, © Zanichelli editore 2023

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  • 1. SANDRO BOTTICELLI (1445-1510) 16. Rinascimento a Firenze. La stagione delle esperienze Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quinta edizione, © Zanichelli editore 2023
  • 2. Sandro Botticelli (1445-1510) • si forma prima con Filippo Lippi e poi con il Verrocchio • dal 1470 è un pittore indipendente e apre una sua bottega • diventa il fedele esecutore della politica culturale dei Medici • si reca a Roma per dipingere nella Cappella Sistina • in seguito a una crisi mistica aderisce al movimento religioso del Savonarola • nelle sue opere ci sono riferimenti religiosi. Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quinta edizione, © Zanichelli editore 2023 Alessandro Filipepi, detto Sandro Botticelli, è il pittore più rappresentativo dell’età di Lorenzo il Magnifico. Le tappe di un difficile percorso artistico:
  • 3. Il disegno Per Botticelli è soprattutto linea di contorno. Il suo disegno è flessuoso, agile, deciso. Ne è un esempio l’Allegoria dell’Abbondanza (soggetto delle Metamorfosi di Ovidio). I suoi soggetti (maschili e femminili) hanno un volto regolare, ciocche morbide, l’espressione dolce. La linea circonda morbidamente il soggetto staccandolo dal fondo. Botticelli preferisce, inoltre, i soggetti mitologici e classici, che acquistano, in linea con la filosofia neoplatonica diffusa a Firenze, un valore morale.
  • 5. È un dipinto realizzato da Botticelli per Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino del Magnifico, intorno al 1478. Destinato alla residenza di Via Larga, fu poi trasferito nella Villa di Castello, dove lo vide il Vasari che per primo vi riconobbe un’allegoria della Primavera. Il significato resta incerto: • secondo l’interpretazione diffusa, il dipinto è un invito rivolto a Lorenzo, affinché scelga Venere, simbolo dell’ideale neoplatonico dell’humanitas, cioè l’insieme delle virtù più nobili dell’uomo • secondo una interpretazione più recente, il dipinto raffigura le nozze tra Filologia, una fanciulla che verrà resa immortale, e Mercurio: la Primavera sarebbe così la Retorica. La Primavera (ca 1478)
  • 6. Il dipinto, che va letto da destra a sinistra, mostra Zefiro, il vento primaverile, che insegue Clori, la ninfa della terra, la quale, in seguito alla loro unione, si sta trasformando in Flora- Primavera, una leggiadra fanciulla che dal grembo sparge fiori. Al centro Venere avanza stagliandosi contro una pianta di mirto, mentre Cupido sta per scoccare la sua freccia verso una delle tre Grazie, riunite in cerchio in una danza. Intanto Mercurio allontana le nubi con un’asta alata (caduceo), simbolo di pace. La Primavera (ca 1478)
  • 7. Sul piano compositivo le figure appaiono legate tra loro da un movimento a onda. Il dipinto si ispira alle Stanze per la giostra, un poemetto celebrativo di Angelo Poliziano. Venere è la figura chiave del dipinto che reca il messaggio centrale dell’opera. Anche la natura, tra aranci e fronde di alloro, assume un valore simbolico. Con grande precisione Botticelli dipinge i fiori in centinaia di specie diverse. Anziché dalla prospettiva lo spazio è unificato dalle corrispondenze ritmiche tra le figure. I personaggi sono individuati dalla linea di contorno su uno sfondo senza profondità. La Primavera (ca 1478)
  • 8. La Nascita di Venere (1484/1485)
  • 9. • Come nella Primavera, il soggetto è mitologico-allegorico e ha punti di contatto con le Stanze per la giostra di Poliziano. • Anche qui il mito svela uno dei cardini della filosofia neoplatonica, cioè la bellezza – simboleggiata da Venere – che avvicina l’uomo a Dio. • Botticelli fonde il soggetto mitologico con l’iconografia cristiana del Battesimo di Cristo. Era destinata alla Villa di Castello di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici e ha un significato pedagogico. La Nascita di Venere (1484/1485)
  • 10. Anche qui come nella Primavera l’equilibrio compositivo è dato dalle corrispondenze ritmiche. Appena nata dalla schiuma del mare Venere è sospinta da Zefiro, abbracciato a Clori. La dea appare fragile e delicata, avvolta da morbidi capelli biondi. Ad accoglierla sulle rive dell’isola di Cipro con un manto cosparso di fiori c’è Flora. Il paesaggio è ridotto all’essenziale e le linee della costa ripetono le curve del manto. Il corpo della dea è reso con una linea sinuosa che crea il volume in assenza di chiaroscuro. Lo spazio bidimensionale è dominato da un gioco lineare, come il mare reso da increspature a V. La Nascita di Venere (1484/1485)
  • 12. La Calunnia (1491/1495) È una piccola tavola che rappresenta una celebre opera del pittore greco antico Apelle, la Calunnia appunto. I personaggi sono distribuiti secondo una linea curva e tutte le figure sono legate tra loro dalla continuità di gesti. I colori sono bilanciati e le figure collocate in prossimità della linea d’orizzonte. Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quinta edizione, © Zanichelli editore 2023