Descrizione de La Primavera di Sandro Botticelli
I personaggi allegorici del dipinto sono allineati sul primo piano di un paesaggio scuro e controluce. Infatti a destra Zefiro raggiunge e abbraccia la Ninfa Clori che appare nuovamente a sinistra nelle forme di Flora vestita di fiori. Al centro poi sono raffigurati Venere e Cupido che scaglia il dardo d’amore. Le tre Grazie inoltre danzano sulla sinistra vestite con veli trasparenti. Mercurio infine alza il braccio destro e con il caduceo tocca una nuvola. Infine il prato è cosparso di fiori ed erbe mentre tra le fronde degli alberi sono dipinti frutti color arancio.
Interpretazioni e simbologia del dipinto La Primavera di Sandro Botticelli
Il dipinto di Sandro Botticelli venne intitolato La Primavera da Vasari, autore delle prime biografie degli artisti italiani del Rinascimento. Gli studiosi considerano l’opera un’allegoria. Il dipinto rappresenta il regno di Venere secondo l’iconografia neoplatonica del filosofo Marsilio Ficino.
Intorno alla Corte dei Medici si erano raccolti alcuni intellettuali che condividevano le idee del filosofo e del poeta Poliziano. In generale, la riscoperta del mondo classico, portò gli autori a interpretare i miti greci e romani con forme a loro contemporanee.
La figura maschile di sinistra, infatti secondo interpretazione neoplatonica, potrebbe essere il giovane Mercurio, dai calzari alati, che con il caduceo allontana le nubi. Al suo opposto, a destra, Zefiro insegue la ninfa Clori che si tramuta in Flora e sparge i fiori sul mondo. Si tratta di un’allegoria della fecondazione. Quasi al centro del dipinto, in alto, si trova la Venus Humanitas che suscita passioni terrene nelle persone e le trasforma in attività contemplativa.
Le tre fanciulle danzanti poi sono le Tre Grazie, divinità minori vicine a Venere. Cupido infine volteggia, bendato, sopra Venere. Gli studiosi hanno individuato 138 specie vegetali accuratamente dipinte da Botticelli. L’artista probabilmente si documentò con erbari e dipinse fiori ed erbe con maniacale attenzione.
Descrizione de La Primavera di Sandro Botticelli
I personaggi allegorici del dipinto sono allineati sul primo piano di un paesaggio scuro e controluce. Infatti a destra Zefiro raggiunge e abbraccia la Ninfa Clori che appare nuovamente a sinistra nelle forme di Flora vestita di fiori. Al centro poi sono raffigurati Venere e Cupido che scaglia il dardo d’amore. Le tre Grazie inoltre danzano sulla sinistra vestite con veli trasparenti. Mercurio infine alza il braccio destro e con il caduceo tocca una nuvola. Infine il prato è cosparso di fiori ed erbe mentre tra le fronde degli alberi sono dipinti frutti color arancio.
Interpretazioni e simbologia del dipinto La Primavera di Sandro Botticelli
Il dipinto di Sandro Botticelli venne intitolato La Primavera da Vasari, autore delle prime biografie degli artisti italiani del Rinascimento. Gli studiosi considerano l’opera un’allegoria. Il dipinto rappresenta il regno di Venere secondo l’iconografia neoplatonica del filosofo Marsilio Ficino.
Intorno alla Corte dei Medici si erano raccolti alcuni intellettuali che condividevano le idee del filosofo e del poeta Poliziano. In generale, la riscoperta del mondo classico, portò gli autori a interpretare i miti greci e romani con forme a loro contemporanee.
La figura maschile di sinistra, infatti secondo interpretazione neoplatonica, potrebbe essere il giovane Mercurio, dai calzari alati, che con il caduceo allontana le nubi. Al suo opposto, a destra, Zefiro insegue la ninfa Clori che si tramuta in Flora e sparge i fiori sul mondo. Si tratta di un’allegoria della fecondazione. Quasi al centro del dipinto, in alto, si trova la Venus Humanitas che suscita passioni terrene nelle persone e le trasforma in attività contemplativa.
Le tre fanciulle danzanti poi sono le Tre Grazie, divinità minori vicine a Venere. Cupido infine volteggia, bendato, sopra Venere. Gli studiosi hanno individuato 138 specie vegetali accuratamente dipinte da Botticelli. L’artista probabilmente si documentò con erbari e dipinse fiori ed erbe con maniacale attenzione.
La prima rivista al mondo che tratta tematiche inerenti al turismo ed alla astronomia. Vi presentiamo in versione Beta il primo numero di Settembre 2014. Per maggiori info scrivete a info@turismoastronomicoitalia.com
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3. Il disegno
Per Botticelli è soprattutto linea di
contorno. Il suo disegno è flessuoso, agile,
deciso. Ne è un esempio l’Allegoria
dell’Abbondanza (soggetto delle
Metamorfosi di Ovidio).
I suoi soggetti (maschili e femminili) hanno
un volto regolare, ciocche morbide,
l’espressione dolce.
La linea circonda morbidamente il
soggetto staccandolo dal fondo.
Botticelli preferisce, inoltre, i soggetti mitologici e classici, che
acquistano, in linea con la filosofia neoplatonica diffusa a Firenze,
un valore morale.
5. È un dipinto realizzato da Botticelli per Lorenzo di Pierfrancesco
de’ Medici, cugino del Magnifico, intorno al 1478.
Destinato alla residenza di Via Larga, fu poi trasferito nella Villa di
Castello, dove lo vide il Vasari che per primo vi riconobbe
un’allegoria della Primavera.
Il significato resta incerto:
• secondo l’interpretazione diffusa, il dipinto è un invito rivolto a
Lorenzo, affinché scelga Venere, simbolo dell’ideale neoplatonico
dell’humanitas, cioè l’insieme delle virtù più nobili dell’uomo
• secondo una interpretazione più recente, il dipinto raffigura le
nozze tra Filologia, una fanciulla che verrà resa immortale, e
Mercurio: la Primavera sarebbe così la Retorica.
La Primavera (ca 1478)
6. Il dipinto, che va letto da destra a sinistra, mostra Zefiro, il vento primaverile, che insegue
Clori, la ninfa della terra, la quale, in seguito alla loro unione, si sta trasformando in Flora-
Primavera, una leggiadra fanciulla che dal grembo sparge fiori.
Al centro Venere avanza stagliandosi contro una pianta di mirto, mentre Cupido sta per
scoccare la sua freccia verso una delle tre Grazie, riunite in cerchio in una danza. Intanto
Mercurio allontana le nubi con un’asta alata (caduceo), simbolo di pace.
La Primavera (ca 1478)
7. Sul piano
compositivo le
figure
appaiono
legate tra loro
da un
movimento a
onda.
Il dipinto si ispira alle
Stanze per la giostra, un
poemetto celebrativo di
Angelo Poliziano.
Venere è la figura
chiave del dipinto che
reca il messaggio
centrale dell’opera.
Anche la natura, tra
aranci e fronde di
alloro, assume un
valore simbolico.
Con grande precisione
Botticelli dipinge i fiori
in centinaia di specie
diverse.
Anziché dalla prospettiva lo
spazio è unificato dalle
corrispondenze ritmiche tra
le figure.
I personaggi sono
individuati dalla linea di
contorno su uno sfondo
senza profondità.
La Primavera (ca 1478)
9. • Come nella Primavera, il soggetto è
mitologico-allegorico e ha punti di
contatto con le Stanze per la giostra
di Poliziano.
• Anche qui il mito svela uno dei
cardini della filosofia neoplatonica,
cioè la bellezza – simboleggiata da
Venere – che avvicina l’uomo a Dio.
• Botticelli fonde il soggetto
mitologico con l’iconografia
cristiana del Battesimo di Cristo.
Era destinata alla Villa di Castello di Lorenzo di Pierfrancesco de’
Medici e ha un significato pedagogico.
La Nascita di Venere (1484/1485)
10. Anche qui come
nella Primavera
l’equilibrio
compositivo è
dato dalle
corrispondenze
ritmiche.
Appena nata dalla schiuma
del mare Venere è sospinta
da Zefiro, abbracciato a
Clori.
La dea appare fragile e
delicata, avvolta da morbidi
capelli biondi.
Ad accoglierla sulle rive
dell’isola di Cipro con un
manto cosparso di fiori
c’è Flora.
Il paesaggio è ridotto
all’essenziale e le linee
della costa ripetono le
curve del manto.
Il corpo della dea è reso
con una linea sinuosa che
crea il volume in assenza di
chiaroscuro.
Lo spazio bidimensionale è
dominato da un gioco
lineare, come il mare reso da
increspature a V.
La Nascita di Venere (1484/1485)