Alleanza tra i paesi mediterranei per una politica comune
Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo del deficit di bilancio
Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni
Alleanza tra i paesi mediterranei per una politica comune
Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo del deficit di bilancio
Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni
• Senior. Gli over 65 rappresentano ormai uno dei target più corteggiati dai brand. Diverse le ragioni: dalla disponibilità economica, al tempo libero, alla rilevanza quantitativa. E aumentano le aziende che li eleggono a destinatari privilegiati, dedicando loro prodotti e campagne di comunicazione. A pag. 9
• Trendfood. Si conferma l’attenzione degli italiani per il cibo sano e biologico, il cui consumo, nonostante la crisi, registra un aumento significativo. E cresce anche il trend “della rinuncia”, con vegetarianesimo, veganesimo e crudismo in testa. C’è anche una new entry: il cibo etnico. A pag. 6
• Baratto. Nell’era della sharing economy, le persone riprendono a scambiarsi di tutto. Ma la transizione oggi avviene sul web, attraverso appositi siti e piattaforme online che avvicinano la domanda all’offerta. E si baratta di tutto, da vestiti a servizi, fino alle strutture ricettive. A pag.6
• Branding. Uno studio TNS sfata la convinzione diffusa secondo cui la tecnologia stia trasformando il mondo in un villaggio globale. I brand vincenti, all’opposto, si rivelano essere quelli attenti alle culture locali e in grado di plasmare la propria comunicazione a seconda dei target e Paesi di riferimento. A pag. 7
• Big Data. Preziosi alleati o “spie”? Il loro impiego è sempre più diffuso e, per certe industrie, determinante. Come per Salute e Big Pharma, che ricorrono ad App e piattaforme digitali per la gestione dei dati sanitari. Non mancano dei casi in cui la condivisione si rivela però invasiva: le smart cities per esempio potrebbero arrivare perfino a “sapere troppo” sui loro abitanti. A pag. 8
L'iniziativa Pasto Buono di Qui Foundation viene ripresa dal Corsera in un articolo di Susanna Tamaro, in cui si parla anche dei numerosi sprechi alimentari che ci sono in Italia
BTO - Buy Tourism Online
Day ONE 3 dicembre 2013
Nutrire l'italia
http://www.buytourismonline.com/eventi/nutrire-litalia/
Il titolo allude volutamente al tema di Expo 2015, Nutrire il Pianeta.
Solamente un anno fa qui a BTO – Buy Tourism Online in pochi erano a conoscenza dell’argomento su cui verte questo grande evento. Oggi sicuramente è più noto, ma pensiamo esista la necessità di approfondire, proprio in vista di Expo 2015 e del potenziale turistico che può rappresentare, i significati, i comportamenti e i valori legati al nostro patrimonio enogastronomico.
Lo faremo con una ricerca specifica di Episteme dalla quale emerge che “non basta adagiarsi sui prodotti di eccellenza, l’eccellenza va trasformata in narrazioni e la tradizione deve incontrare l’innovazione”.
Speaker:
Monica Fabris
Presidente Episteme
Research: “Italiani e il cibo”
Borghi Autentici d’Italia è un’Associazione che riunisce piccoli e medi comuni, enti territoriali ed organismi misti di sviluppo locale, attorno all'obiettivo di un modello di sviluppo locale sostenibile, equo, rispettoso dei luoghi e delle persone e attento alla valorizzazione delle identità locali. L'obiettivo: riscoprire i borghi italiani quali luoghi da vivere, sostenere e preservare.
https://www.borghiautenticiditalia.it/
Rapporto Coop 2015
Potremmo abbozzare il titolo del film prendendo in prestito un tema caro ai sociologi: «La fine del ceto medio». Superando definitivamente la «cetomedizzazione» della società, definizione cara a Giuseppe De Rita che negli anni Novanta la coniò per descrivere la crescita di una piccola borghesia del nord-est basata sulla «fabbrichetta» con simpatie leghiste. Nel tradizionale rapporto Coop sui consumi, diffuso oggi a Milano, emerge uno spaccato sociale interessante perché s’intravede per la prima volta un’Italia dinamica dopo sette anni di Grande Crisi seppur estremamente polarizzata su diverse dicotomie: giovani-vecchi, nord-sud, occupati-disoccupati, uomini-donne. Presto per parlare di scenario sudamericano dove le differenze si acuiscono invece che ridursi grazie allo Stato sociale, eppure la tendenza dei consumi rileva come la spesa al carrello diminuisce nonostante una clamorosa flessione dei prezzi al dettaglio operata da tutti i marchi della grande distribuzione. La cartina di tornasole della sparizione del ceto medio sta tutta nel declino del modello dell’ipermercato: store con grandi metrature all’interno di grossi centri commerciali nella cosiddetta cintura urbana....
Fonte
http://www.corriere.it/economia/15_settembre_03/ecco-l-italia-bipolare-consumi-singhiozzo-db924372-5234-11e5-aea2-071d869373e1.shtml
• Senior. Gli over 65 rappresentano ormai uno dei target più corteggiati dai brand. Diverse le ragioni: dalla disponibilità economica, al tempo libero, alla rilevanza quantitativa. E aumentano le aziende che li eleggono a destinatari privilegiati, dedicando loro prodotti e campagne di comunicazione. A pag. 9
• Trendfood. Si conferma l’attenzione degli italiani per il cibo sano e biologico, il cui consumo, nonostante la crisi, registra un aumento significativo. E cresce anche il trend “della rinuncia”, con vegetarianesimo, veganesimo e crudismo in testa. C’è anche una new entry: il cibo etnico. A pag. 6
• Baratto. Nell’era della sharing economy, le persone riprendono a scambiarsi di tutto. Ma la transizione oggi avviene sul web, attraverso appositi siti e piattaforme online che avvicinano la domanda all’offerta. E si baratta di tutto, da vestiti a servizi, fino alle strutture ricettive. A pag.6
• Branding. Uno studio TNS sfata la convinzione diffusa secondo cui la tecnologia stia trasformando il mondo in un villaggio globale. I brand vincenti, all’opposto, si rivelano essere quelli attenti alle culture locali e in grado di plasmare la propria comunicazione a seconda dei target e Paesi di riferimento. A pag. 7
• Big Data. Preziosi alleati o “spie”? Il loro impiego è sempre più diffuso e, per certe industrie, determinante. Come per Salute e Big Pharma, che ricorrono ad App e piattaforme digitali per la gestione dei dati sanitari. Non mancano dei casi in cui la condivisione si rivela però invasiva: le smart cities per esempio potrebbero arrivare perfino a “sapere troppo” sui loro abitanti. A pag. 8
L'iniziativa Pasto Buono di Qui Foundation viene ripresa dal Corsera in un articolo di Susanna Tamaro, in cui si parla anche dei numerosi sprechi alimentari che ci sono in Italia
BTO - Buy Tourism Online
Day ONE 3 dicembre 2013
Nutrire l'italia
http://www.buytourismonline.com/eventi/nutrire-litalia/
Il titolo allude volutamente al tema di Expo 2015, Nutrire il Pianeta.
Solamente un anno fa qui a BTO – Buy Tourism Online in pochi erano a conoscenza dell’argomento su cui verte questo grande evento. Oggi sicuramente è più noto, ma pensiamo esista la necessità di approfondire, proprio in vista di Expo 2015 e del potenziale turistico che può rappresentare, i significati, i comportamenti e i valori legati al nostro patrimonio enogastronomico.
Lo faremo con una ricerca specifica di Episteme dalla quale emerge che “non basta adagiarsi sui prodotti di eccellenza, l’eccellenza va trasformata in narrazioni e la tradizione deve incontrare l’innovazione”.
Speaker:
Monica Fabris
Presidente Episteme
Research: “Italiani e il cibo”
Borghi Autentici d’Italia è un’Associazione che riunisce piccoli e medi comuni, enti territoriali ed organismi misti di sviluppo locale, attorno all'obiettivo di un modello di sviluppo locale sostenibile, equo, rispettoso dei luoghi e delle persone e attento alla valorizzazione delle identità locali. L'obiettivo: riscoprire i borghi italiani quali luoghi da vivere, sostenere e preservare.
https://www.borghiautenticiditalia.it/
Rapporto Coop 2015
Potremmo abbozzare il titolo del film prendendo in prestito un tema caro ai sociologi: «La fine del ceto medio». Superando definitivamente la «cetomedizzazione» della società, definizione cara a Giuseppe De Rita che negli anni Novanta la coniò per descrivere la crescita di una piccola borghesia del nord-est basata sulla «fabbrichetta» con simpatie leghiste. Nel tradizionale rapporto Coop sui consumi, diffuso oggi a Milano, emerge uno spaccato sociale interessante perché s’intravede per la prima volta un’Italia dinamica dopo sette anni di Grande Crisi seppur estremamente polarizzata su diverse dicotomie: giovani-vecchi, nord-sud, occupati-disoccupati, uomini-donne. Presto per parlare di scenario sudamericano dove le differenze si acuiscono invece che ridursi grazie allo Stato sociale, eppure la tendenza dei consumi rileva come la spesa al carrello diminuisce nonostante una clamorosa flessione dei prezzi al dettaglio operata da tutti i marchi della grande distribuzione. La cartina di tornasole della sparizione del ceto medio sta tutta nel declino del modello dell’ipermercato: store con grandi metrature all’interno di grossi centri commerciali nella cosiddetta cintura urbana....
Fonte
http://www.corriere.it/economia/15_settembre_03/ecco-l-italia-bipolare-consumi-singhiozzo-db924372-5234-11e5-aea2-071d869373e1.shtml
1. 11 dicembre 2014
a cura di Renato Brunetta
i dossier
www.freefoundation.com
www.freenewsonline.it
967
ANALISI DELLE TENDENZE DI CONSUMO DEGLI ITALIANI NEGLI ANNI DELLA CRISI
Dati Censis: “Rapporto sulla situazione sociale del Paese”
2. 2
INDICE
Vivere a consumo zero: le famiglie e la crisi
L’attendismo cinico delle famiglie liquide. Una società satura, dal «capitale inagito»
Il soft power dell’enogastronomia nazionale che conquista le culture globali
Il patrimonio culturale italiano non produce valore. Eppure sarebbe una chance di crescita, non solo economica
L’atonia del grande capitalismo, e la rivincita dell’economia di territorio
La solitudine degli italiani. I dispositivi di introflessione di un popolo di singoli narcisisti e indistinti
3. 3
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI
In Italia prosegue la fase di stallo dei consumi: l’espressione più evidente della crisi in cui vivono da tempo le famiglie del nostro paese.
Nel 2013, per il secondo anno consecutivo, le spese complessive si sono attestate su livelli inferiori a quelli dei primi anni 2000.
Anche per il 2014 occorre non illudersi: nessuna ripresa sembra profilarsi all’orizzonte, visto che i consumi hanno registrato sia nel primo che nel secondo trimestre una variazione negativa (-3,6% e -2,9%) in termini tendenziali (rispetto ai corrispondenti trimestri del 2013).
4. 4
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI
La crisi ha molti volti e colpisce in modo differente le diverse tipologie di famiglie, o meglio i diversi strati sociali che compongono il tessuto vivo del Paese.
Eppure, proprio negli ultimi 2-3 anni, la ridefinizione degli stili di consumo in una chiave di marcato ridimensionamento sembra agire in modo pressoché trasversale, quasi uniforme a tutte le classi sociali, in una tendenza collettiva a “fare contenimento”, ridurre al minimo i consumi, senza attendersi neanche più miglioramenti per il futuro.
5. 5
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI
La mancanza di fiducia nel futuro è il tratto maggiormente caratterizzante la fase attraversata dal Paese, abituato ormai a un orizzonte corto e buio.
In un quadro di crisi economica pervasiva, la rimodulazione al ribasso dei budget familiari ha riguardato tutte le voci di spesa.
6. 6
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI
Si rinuncia sempre più al superfluo e si ridefiniscono le priorità di consumo, risparmiando su spese essenziali, ma non alle cure mediche, anche perché condizionate da situazioni di urgenza e necessità.
È il settore cosiddetto della “white economy”, vale a dire l’insieme di servizi, prodotti e professionalità dedicate alla salute e alla cura delle persone. Uno dei pochi settori ancora considerato un’opportunità di crescita per il nostro Paese.
7. 7
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI
In particolare, tra il 2010 e il 2013 le principali spese delle famiglie hanno registrato le seguenti variazioni:
giornali, periodici, stampa: -23,5%;
trasporti: -15,6%;
manutenzione abitazioni: -12,8%;
vestiario, calzature: -11,3%;
elettrodomestici: -9,4%;
mobili: -9,2%;
alimentari, bevande: -7,8%;
alberghi e ristoranti: -3,3%.
Unico segno positivo, le apparecchiature telefoniche: +19%.
8. 8
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI
Inoltre, le famiglie hanno ridotto prevalentemente, nell’ordine:
pranzi e cene fuori casa;
spese per cinema e svago;
spostamenti in auto e scooter.
Mentre sono aumentati gli acquisti di prodotti low cost.
Infine, gli italiani hanno modificato le proprie abitudini alimentari, cercando di risparmiare.
9. 9
VIVERE A CONSUMO ZERO: LE FAMIGLIE E LA CRISI
Qualora disponessero di risorse economiche più consistenti di quelle attuali, gli italiani, quei soldi in più:
li metterebbero da parte (77,2%);
li utilizzerebbero solo per spese importanti: auto, mutuo, elettrodomestici, ristrutturazioni casa (19,8%);
li userebbero per comprare più alimentari e vestiario (3%).
10. 10
L’ATTENDISMO CINICO DELLE FAMIGLIE LIQUIDE. UNA SOCIETÀ SATURA, DAL «CAPITALE INAGITO»
Dopo la paura della crisi, è un approccio attendista alla vita che si va imponendo tra gli italiani, ed è l’incertezza a prevalere.
Non a caso, la gestione dei soldi da parte delle famiglie è attendista, fatta di breve e brevissimo periodo, di contante e depositi bancari.
11. 11
Prevale un cash di tutela, in cui le funzioni attribuite al risparmio delle famiglie sono:
fare fronte a possibili imprevisti (perdita del lavoro o malattia);
dare sicurezza, sensazione di avere le spalle coperte;
garantire una vecchiaia serena (per avere in futuro un più alto tenore di vita);
L’ATTENDISMO CINICO DELLE FAMIGLIE LIQUIDE. UNA SOCIETÀ SATURA, DAL «CAPITALE INAGITO»
12. 12
pagare l’educazione dei figli;
affrontare spese importanti in futuro, come l’acquisto di una casa;
nessuna funzione: risparmiare non serve a molto, perché il potere di acquisto diminuisce nel tempo.
La parola d’ordine è: soldi vicini per ogni evenienza.
L’ATTENDISMO CINICO DELLE FAMIGLIE LIQUIDE. UNA SOCIETÀ SATURA, DAL «CAPITALE INAGITO»
13. 13
IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI
Nel periodo di crisi 2007-2013, è diminuita in particolare la spesa per generi alimentari delle famiglie italiane: -12,9% in termini reali, contro una dinamica complessiva della spesa per consumi pari a -8%.
A fronte di una caduta della spesa, si registra però una espansione del significato sociale del rapporto con il cibo, che si spinge ben oltre la sua funzionalità primaria.
14. 14
IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI
C’è una sorta di virtuosa onnipresenza del cibo come espressione di un nuovo stile di vita italiano, che rilegge alcuni “fondamentali” della nostra storia, come il rapporto con il territorio e l’autenticità, e ha a cuore la qualità.
Lo dimostrano vari fenomeni, a cominciare dalla buona performance del made in Italy agroalimentare, che è una delle componenti più dinamiche dell’export, tanto che nel 2013 la voce “prodotti alimentari e bevande” vale 27,4 miliardi di euro: +26,9% rispetto al 2007
15. 15
IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI
In particolare, alcuni prodotti tipicamente italiani registrano nell’export nel periodo 2007-2013 un successo ancora maggiore del +26,9% della corrispondente voce macro:
il parmigiano +42,3%;
le paste alimentari +22,3%;
i pomodori, i preparati e i conservati +27,4%.
16. 16
IL SOFT POWER DELL’ENOGASTRONOMIA NAZIONALE CHE CONQUISTA LE CULTURE GLOBALI
L’Italia, inoltre, è il Paese con il più alto numero di alimenti a denominazione o indicazione di origine (266), seguito a distanza da Francia (219) e Spagna (179).
La ristorazione italiana nel mondo è in grande espansione, con oltre 60.000 ristoranti italiani che attirano annualmente una clientela prossima a 900 milioni di persone.
Enogastronomia italiana, quindi, come orgoglio nazionale che condensa l’apprezzamento dell’Italia nel mondo, che si propone come veicolo di crescita economica, promozione turistica e, prima ancora, di riconoscimento identitario e di appartenenza.
17. 17
IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO NON PRODUCE VALORE. EPPURE SAREBBE UNA CHANCE DI CRESCITA, NON SOLO ECONOMICA
Primo Paese al mondo nella graduatoria dei siti Unesco, sede di opere architettoniche ed artistiche uniche, l’Italia riesce solo in minima parte a mettere a valore il ricco patrimonio culturale di cui dispone.
Numero di lavoratori nel settore in confronto ai principali Paesi europei:
Italia: 304.000;
Regno Unito: 750.000;
Germania: 670.000;
Francia: 556.000;
Spagna: 409.000.
18. 18
IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO NON PRODUCE VALORE. EPPURE SAREBBE UNA CHANCE DI CRESCITA, NON SOLO ECONOMICA
Nel 2012 il settore della cultura in Italia produceva un valore aggiunto di 15,5 miliardi di euro (solo un punto di Pil), contro i 35 miliardi della Germania e i 27 miliardi della Francia.
Inoltre, mentre negli altri Paesi, nel periodo 2007-2012 il settore della cultura ha registrato un’espansione, sia in termini occupazionali che economici, in Italia si è registrata una contrazione del -1,6% in termini economici, sia pur accompagnata da un aumento occupazionale pari al 3,3% (non comparabile, però, al +10,9% della Germania e al +6,3% della Francia).
19. 19
L’ATONIA DEL GRANDE CAPITALISMO, E LA RIVINCITA DELL’ECONOMIA DI TERRITORIO
Appare quasi sotto assedio il capitalismo familiare italiano, quello della grande e media impresa, per decenni altamente performante, alla testa di un made in Italy di valore apprezzato nel mondo.
Sono casi emblematici di un sistema produttivo in cambiamento:
la famiglia Bulgari che vende le quote di controllo della propria azienda al polo del lusso LVMH;
Merloni Elettrodomestici che cede all’americana Whirlpool;
Brioni che vende al francese Pinault;
20. 20
L’ATONIA DEL GRANDE CAPITALISMO, E LA RIVINCITA DELL’ECONOMIA DI TERRITORIO
le preziose lane biellesi di Loro Piana che passano al gruppo francese Louis Vuitton;
la fine disastrosa della famiglia Riva, che dall’Italia guidava uno dei principali poli mondiali dell’acciaio;
la difficile ricerca di nuovi equilibri nel consiglio di amministrazione di uno dei campioni dell’industria italiana come Luxottica.
21. 21
LA SOLITUDINE DEGLI ITALIANI. I DISPOSITIVI DI INTROFLESSIONE DI UN POPOLO DI SINGOLI NARCISISTI E INDISTINTI
Nel contesto sopra descritto, aumentano le vendite di dispositivi elettronici di vario tipo: telefoni cellulari e smartphone, Pc, tablet, e-book, anche in conseguenza della sempre più ampia diffusione dei social network.
Gli utilizzatori dei nuovi media, non solo rappresentano quote sempre più ampie di popolazione, ma crescono anche con ritmo decisamente accelerato.
Questo fenomeno segnala la crescente introflessione degli individui: connettersi a internet, specie con tariffe flat, costa poco o nulla, mentre non sempre ci si può più permettere di uscire per incontrare gli amici.
22. 22
LA SOLITUDINE DEGLI ITALIANI. I DISPOSITIVI DI INTROFLESSIONE DI UN POPOLO DI SINGOLI NARCISISTI E INDISTINTI
A fronte del 63,5% di italiani che utilizzano internet, gli utenti dei social network rappresentano il 49% della popolazione, e arrivano all’80% tra i giovani di 14-29 anni.
Per la maggior parte, il collegamento ai social network avviene attraverso device mobili, campioni di vendite anche negli anni della crisi, nonostante le ristrettezze economiche in tutti i Paesi.