1. che cos’è il disturbo
mentale?
un modello per conoscere
Università degli Studi di Trieste
Facoltà di Psicologia
Corso di Psichiatria Sociale
a.a. 2007/2008
2. “ Non capirai mai il
silenzio degli stranieri se non
conoscerai le loro lingue “
3. scegliere e descrivere un modello
che cerca di spiegare le possibili
cause e il decorso del disturbo
mentale considerando
l’interazione di
fattori diversi
4. In sintesi può essere utile considerare
tutte le molteplici variabili che
concorrono a determinare le
caratteristiche affettive,
emotive, comportamentali
delle persone e la loro maggiore o minore
capacità di adattamento
5. Il modello medico - biologico
considera come causa della
malattia un danno, una
lesione al cervello
6. Il modello psicologico concentra
il suo interesse sui meccanismi
di crescita dell’individuo,
sull’apprendimento, sul
dipanarsi delle sue relazioni,
sullo svolgersi della sua vita
intima e privata, sul ricorrere
degli eventi significativi
7. Il modello sociologico chiama in
causa soprattutto il contesto,
l’ambiente, gli squilibri e le
disarmonie che accadono e talvolta
irrompono nella vita di ogni individuo
in conseguenza di grandi e piccoli
fenomeni sociali
8. il passaggio dal benessere al
disturbo mentale
Benessere: soddisfazione dei bisogni e buona
qualità di vita
4 condizioni non delimitate da confini netti:
Disagio: sofferenza psichica nei momenti
evolutivi critici e nelle situazioni ambientali
difficili senza sintomi specifici
Disturbo mentale: intensa sofferenza psichica che
permane nel tempo ed è accompagnata da sintomi
psichiatrici specifici
Disturbo mentale stabilizzato: stato di disturbo
protratto nel tempo e spesso complicato da
“cure”improprie
10. i fattori di rischio
aumentano la probabilità che da una
condizione di equilibrio si passi ad
uno stato di sofferenza psichica
11. mentre i fattori di
protezione aumentano la resistenza
delle persone agli eventi stressanti e
concorrono al mantenimento dello stato di
benessere.
12. fattori di rischio
i momenti critici del ciclo vitale (i
passaggi da un’età
all’altra, in particolare
l’adolescenza)
i momenti critici e di passaggio della vita
familiare (fidanzamento, matrimonio,
gravidanza, nascita dei figli,
separazione, divorzio, allontanamento dei
figli, presenza di anziani da sostenere,
morte di uno dei coniugi)
13. eventi di vita stressanti
disagio sociale (disoccupazione,
emigrazione, difficoltà abitative,
malfunzionamento dei sistemi
scolastici)
assenza o malfunzionamento del servizio
sanitario
fattori di rischio
14. fattori di protezione
presenza della rete sociale
figure familiari di
riferimento
accesso all’istruzione
sistema sanitario funzionante
capacità
individuali
di risposta
allo stress
15. fattori di rischio per il disturbo
psicotico (teorie biologiche)
ipotesi virale (esposizione
secondo trimestre di gravidanza)
complicazioni e traumi perinatali
vulnerabilità genetica (complessa)
16. traumi infantili
stili delle relazioni familiari
emigrazioni
disoccupazione
condizioni di svantaggio economico,sociale,
culturale
caratteristiche dell’ambiente
nell’infanzia e adolescenza
fattori di rischio per il disturbo
psicotico (teorie psicosociali)
17. fattori di rischio per il disturbo psicotico
(ambientali)
vivere in aree urbane vs rurali
difficoltà abitative
malfunzionamento dei sistemi scolastici
assenza o malfunzionamento del servizio
sanitario
18. il modello vulnerabilità-stress
FATTORI CHE INDUCONO LE CONDIZIONI MENTALI
AMBIENTALI PSICOSOCIALI BIOLOGICI
Ecologia
Classesociale
Carenzefisiche,
sociali,
ambientali
Limitazioni
culturali
Sistemasanitario
APPRENDIMENTO
Stili dellerelazioni
familiari
Comportamenti
maladattativi
Incapacitàverso
stress
SVILUPPO
Storiaevalori
familiari
Socializzazione:
scuola, amicizie,
maturazione
GENETICA
Ambiente
interno
Processi biochimici
evirali
Funzioni
cerebrali,
neuropsicologiche,
neurofisiologiche
19. modello vulnerabilità stress
probabilistico, non più deterministico
vulnerabilità: differente disposizione di
difese o abilità o di capacità ad
orientarsi nelle situazioni più disparate
singolarità: eventi uguali che assumono
significati completamente diversi a
seconda della persona che si trova a
viverli
tappe dello sviluppo: infanzia
fanciullezza, adolescenza, maturità,
senilità collegati al rischio di
sviluppare malessere, squilibri,
sofferenza
21. decorso
il decorso è soggetto a molteplici
elementi, dovuti alla presenza o
all'assenza di particolari
esperienze, all'insieme dei
fattori di rischio e dei
fattori di protezione
22. esito
l’esito del disturbo mentale non è più una
diffusa quanto ineluttabile
cronicità, bensì il raggiungimento di
tante singolari
condizioni di vita più o
meno soddisfacenti quante sono
le persone che vivono queste esperienze.
23. “Non voglio con questo dire
che la malattia non
esiste, ma che noi
produciamo una sintomatologia -
il modo di esprimersi della
malattia - a seconda del modo
col quale pensiamo di
gestirla, perché la
malattia si costruisce
e si esprime sempre a
immagine delle misure
che si adottano per
affrontarla. Il medico
diventa gestore dei sintomi e
crea un'ideologia su cui poi il
manicomio si edifica e si
sostiene. Solo così egli può
dominare e reprimere le
contraddizioni che la malattia
esprime”
in Ideologia e pratica in tema di salute mentale, 1982