Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall'effetto che essi hanno sulla stella ospite.
Vi sono alcune domande fondamentali a cui vorremmo un giorno poter rispondere: siamo soli nell’universo? Ci sono altre forme di vita, eventualmente intelligenti, su altri mondi? E’ possibile, o sarà mai possibile, entrare in contatto con esse?
Nel corso dei millenni queste domande hanno affascinato grandi pensatori, filosofi, mistici e uomini di scienza. Gli strumenti adottati per cercare risposte erano la pura speculazione e l’immaginazione. In mancanza di dati certi, la soluzione non poteva che dipendere dal modo di pensare di chi si poneva la questione. Così, accanto ad Epicuro e Giordano Bruno, convinti dell’esistenza di altri mondi abitati da esseri simili a noi, altri come Aristotele negavano tale possibilità.
esercitazione per corso master su LMS e LO per una progettazione simulata di uncorso di recupero estivo che includa lezioni anche per alunni con difficoltà di apprendimento
Oltre che dal telescopio, la capacità di produrre dati scientifici dipende naturalmente dalla strumentazione che analizza la luce raccolta dagli specchi. Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è attualmente dotato di quattro strumenti che operano permanentemente nei suoi fuochi (Nasmyth A e Nasmyth B) e offre una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, su lunghezze d’onda che vanno dall’ottico all’infrarosso.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall'effetto che essi hanno sulla stella ospite.
Vi sono alcune domande fondamentali a cui vorremmo un giorno poter rispondere: siamo soli nell’universo? Ci sono altre forme di vita, eventualmente intelligenti, su altri mondi? E’ possibile, o sarà mai possibile, entrare in contatto con esse?
Nel corso dei millenni queste domande hanno affascinato grandi pensatori, filosofi, mistici e uomini di scienza. Gli strumenti adottati per cercare risposte erano la pura speculazione e l’immaginazione. In mancanza di dati certi, la soluzione non poteva che dipendere dal modo di pensare di chi si poneva la questione. Così, accanto ad Epicuro e Giordano Bruno, convinti dell’esistenza di altri mondi abitati da esseri simili a noi, altri come Aristotele negavano tale possibilità.
esercitazione per corso master su LMS e LO per una progettazione simulata di uncorso di recupero estivo che includa lezioni anche per alunni con difficoltà di apprendimento
Oltre che dal telescopio, la capacità di produrre dati scientifici dipende naturalmente dalla strumentazione che analizza la luce raccolta dagli specchi. Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è attualmente dotato di quattro strumenti che operano permanentemente nei suoi fuochi (Nasmyth A e Nasmyth B) e offre una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, su lunghezze d’onda che vanno dall’ottico all’infrarosso.
Le principali scoperte al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nel corso del tempo. Si tratta di una selezione dii alcune scoperte importanti negli anni 2006-2012, prima dell'arrivo del cacciatore di pianeti extrasolari, HARPS-N.
Stage astrofisica 2010- 12. Atmosfere planetarie - Alberto AdrianiIAPS
Stage di astrofisica IASF/IFSI, 3° Edizione
Giorno 5- Lezione 12: Le missioni spaziali, le Osservazioni dallo spazio
Relatore: Alberto Adriani -INAF
Autore: Alberto Adriani -INAF
2. Plutone è il pianeta più piccolo e più
lontano del sistema solare.
Il colore di Plutone è bianco, per
questo si suppone che la sua
superficie sia ghiacciata
3. Plutone (astronomia)
Plutone è stato assunto quale
elemento di riferimento della classe
dei pianeti nani trans-nettuniani,
denominati ufficialmente plutoidi
dalla Unione Astronomica
Internazionale.
4. Atmosfera
Il sistema di Plutone non è mai stato visitato da alcuna sonda spaziale, e
pertanto molte misurazioni relative alla sua natura fisica sono approssimative
e non confermate. Si ritiene comunque che esso possieda una debole
atmosfera, composta prevalentemente da metano gassoso, quindi da argon,
azoto, monossido di carbonio, ossigeno.
5. La struttura interna di Plutone
Struttura interna teorica di Plutone (2006)
1. atmosfera ghiacciata[4]
2. acqua ghiacciata
3. Roccia
6. La struttura interna di Plutone
Struttura interna teorica di Plutone (2006)
1. atmosfera ghiacciata[4]
2. acqua ghiacciata
3. Roccia