Documento presentato in modo congiunto dall'Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e consevatori, dall'Ordine degli Ingegneri, dal Collegio dei dottori agronomi e forestali e dall'Associazione costruttori Ance della provincia di Pordenone all'Amministrazione comunale in merito alle prime anticipazioni della relazione sulla sicurezza idraulica funzionale al nuovo Piano regolatore generale.
Per maggiori informazioni e per consultare la risposta dell'amministrazione: http://www.comune.pordenone.it/it/comunichiamo/pordenone-piu-facile/
Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, presentazione analisi
Osservazioni di architetti, ingegneri, agronomi e costruttori sullo studio idraulico
1. ORDINE DEGLI ARCHITETTI PPC DELLA PROVINCIA DI PORDENONE
P.ta Ado Furlan n.2/8 – 33170 PORDENONE
ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PORDENONE
P.ta Ado Furlan n.2/8 – 33170 PORDENONE
ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E FORSTALI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
Via R. D’Aronco, 9 - 33100 Udine
Al Sindaco del Comune di Pordenone
dott. ing. Claudio Pedrotti
al Vicesindaco
Sig. Renzo Mazzer
all’Assessore alla Cultura
dott. Claudio Cattaruzza
all’Assessore all’ambiente
Sig. Nicola Conficoni
all’Assessore all’ambiente
Sig. Flavio Moro
all’Assessore alle politiche sociali
dott. Vincenzo Romor
all’Assessore all’istruzone
dott. Ines Flavia Rubino
all’Assessore all’urbanistica
arch. Martina Toffolo
all’Assessore alla mobilità
Sig. Bruno Zille
al Presidente del consiglio Comunale
avv. Nisco Bernardi
Loro Sedi
Pordenone, 3 marzo 2015
Oggetto: Osservazioni allo studio di sicurezza idraulica del Comune di Pordenone formulate
congiuntamente dall’Ordine degli Ingegneri, Ordine degli Architetti PPC, Ordine dei
Dottori Agronomi e Forestali del Friuli Venezia Giulia e ANCE della Provincia di
Pordenone
2. Ad integrazione delle precedenti osservazioni al redigendo Piano Regolatore Comunale della città di
Pordenone formulate dalle scriventi organizzazioni, con la presente si vogliono condividere alcune
ulteriori considerazioni elaborate in seguito all’esposizione sulla situazione idraulica tenutasi in data
26 gennaio 2015 nell’ambito della redazione del nuovo strumento urbanistico.
La prima riguarda la mappatura idraulica del territorio e, nello specifico, la circostanza in base alla
quale nello studio sulla mappatura idraulica delle zone esondabili del territorio comunale si è dovuto
prendere in considerazione l’onda di piena di tempo di ritorno centenario del fiume Meduna,
predisposta dall’Autorità di Bacino dell’Alto Adriatico in occasione degli adempimenti alla cosiddetta
Direttiva Alluvioni comunitaria ed approvata dalla Regione FVG. Ne è conseguito che, per quanto si
sia riusciti a mitigare l’impatto dell’onda sulle zone esonsabili, l’altezza idrometrica ricavata per il
fiume Noncello all’altezza del Ponte di Adamo ed Eva è pari a 18,55 m. s.l.m. .
Al riguardo, si osserva che la quota rilevata del livello del Noncello alla Santissima durante l'evento
del 1966 - secondo tutte le fonti, il massimo storico occorso, anche in rapporto alle piene del 1882 e
del 1825 – è di 18,51 m s.l.m. (lo studio idraulico allegato al precedente Piano, anch’esso approvato
dalla Regione, riconduceva a 18.35 m s.l.m. la stessa quota facendo riferimento a capisaldi IGM).
Il nuovo livello calcolato, di tempo di ritorno centenario, è, quindi, superiore a qualsiasi evento storico
registrato. Ne consegue che alla piena del 1966, come già detto il massimo storico occorso, può
accreditarsi, con le nuove simulazioni, un tempo di ritorno inferiore ai 100 anni, ovvero una
probabilità di verificarsi mediamente inferiore ai 100 anni e che la presenza della diga di Ravedis,
pienamente efficace per le massime piene, sia di fatto ininfluente. Se ne deduce che i dati ottenuti
lasciano presupporre una taratura dei coefficienti del modello bidimensionale troppo cautelativa.
Sulla scorta delle considerazioni sinteticamente esposte si ritiene che la quota di 18,55 m s.l.m.,
come riferimento di pianificazione urbanistica e di penalità idraulica ai sensi del nuovo P.A.I.L. sia
eccessivamente precauzionale e che da essa derivino conseguenze particolarmente penalizzanti per
Pordenone, in particolare per certe abitazioni del centro storico e, soprattutto, per quella parte di
zona industriale di Vallenoncello che non ha mai subito esondazioni e che a seguito della nuova
analisi è stata posta all'interno delle zone di attenzione con vincoli equiparabili ad una P1.
Alla luce di quanto brevemente illustrato, si ritiene necessario che il Comune di Pordenone riveda le
proprie elaborazioni sulla propagazione delle onde di piena del Meduna e del Noncello e si faccia
promotore di una revisione dei calcoli delle onde di piena dei bacini del Meduna e del Cellina o,
quantomeno, della loro propagazione, adoperandosi presso la Regione e l’Autorità di Bacino dell’Alto
Adriatico, e richieda loro un forte impegno per l’esecuzione delle opere strutturali di laminazione
delle piene previste sui bacini montani - con priorità assoluta a quelle di minor costo e massima
efficacia - ovvero l’adeguamento ad uso antipiena dei serbatoi idroelettrici del bacino del Meduna,
che consentano una riduzione del rischio idraulico.
Pur coscienti della scarsità delle risorse pubbliche disponibili, infatti, si è convinti che il condiviso
obiettivo di una maggiore sicurezza idrogeologica del territorio possa essere raggiunto, sotto il profilo
sostanziale, solo mediante la realizzazione di adeguati interventi infrastrutturali e non già
semplicemente innalzando in via (eccessivamente) prudenziale le quote di riferimento di
pianificazione urbanistica e di penalità idraulica: un modo, quest’ultimo, per risolvere eventualmente
3. gli effetti ma non, sicuramente, le cause del problema. Ciò detto, se nell’attesa di vedere realizzate le
opere necessarie si può comprendere la necessità che la riduzione del rischio idraulico venga
perseguita mediante l’apposizione di vincoli e misure precauzionali, si ribadisce altresì la
convinzione che gli stessi non debbano fondarsi su ipotesi irragionevolmente cautelative e
penalizzanti.
La seconda considerazione riguarda invece l’applicazione del principio di invarianza idraulica da
introdursi nelle Norme Tecniche di Attuazione al Piano quale soluzione alla generale insufficienza,
registrata dallo studio idraulico, della rete fognaria di acque meteoriche e miste, per tempi di ritorno
di 20 anni e livelli del Noncello elevati: eventi non eccessivamente frequenti che implicherebbero
conseguenze anche per il nuovo Ospedale.
Al riguardo, si rileva che il principio di invarianza idraulica, introdotto nella normativa regionale con la
LR 16/09 (Art. 16. Co.2 let.c), mancando qualsiasi regolamento attuativo non trova applicazione in
tanta parte del territorio regionale, soprattutto per i costi che esso comporta alle nuove edificazioni.
Tale scelta, in assenza di decisioni analoghe da parte dei comuni contermini, appare suscettibile di
accentuare ulteriormente, per effetto dell’innalzamento dei costi gravanti sugli interventi da
realizzarsi nel comune di Pordenone, il rischio di concorrenzialità insediativa da parte degli altri
comuni, già evidenziata nei contributi da noi precedentemente forniti.
Conseguentemente è opportuno che le norme che regolano l’applicazione ponderata di tale principio
derivino da regolamenti attuativi di legge regionali. In caso contrario, la sua introduzione nel solo
comune di Pordenone si può configurare come un ulteriore elemento penalizzante per la città e il suo
futuro sviluppo.
Tale considerazione appare ancor più pregnante alla luce degli effetti che dall’applicazione del
principio di invarianza idraulica deriverebbero per tutti gli interventi di ristrutturazione di aree
attualmente edificate cui, alla luce del contenimento del consumo di suolo quale invariante di piano
(cap 4, pag 6, Direttive del nuovo PRGC), si presume venga destinato il compito di ricondurre
gradualmente il comportamento idrologico della città alla situazione antecedente la sua
urbanizzazione, mediante la realizzazione di bacini di infiltrazione e vasche volano. Sarà un
processo inevitabilmente lungo, stante anche la situazione economica particolarmente recessiva
della nostra Provincia.
Come per le onde di piena dei corsi d’acqua principali, le carenze evidenziate della nostra rete
fognaria inducono piuttosto a pensare che, nel contempo, sia necessario porre mano ad una serie di
interventi pubblici che mitighino il rischio di allagamenti conseguenti a precipitazioni intense, come
del resto già previsto nelle Direttive del nuovo PRGC (capitolo 5.1 capo terzo pag. 9). In particolare
risulta necessario per i prossimi anni attuare una specifica politica di investimento per l’adeguamento
e il rinnovamento delle infrastrutture e dei sottoservizi esistenti. Le analisi condotte recentemente
sulle reti della fognatura (bianche e nere) hanno messo infatti in evidenza la necessità di operare
consistenti interventi per l’ammodernamento delle stesse e dei sottoservizi conseguenti all’eventuale
sviluppo della parte nord della città.
4. Confidando in un pronto accoglimento delle osservazioni e delle richieste formulate, si resta in attesa
di cortese riscontro auspicando altresì un momento di confronto sulle questioni in argomento.
Distinti saluti
ing. Umberto
Natalucci
Presidente Ordine
Ingegneri Provincia
di Pordenone
arch. Vittorio Pierini
Presidente Ordine
Architetti Provincia
di Pordenone
dott. for. Monica
Cairoli
Presidente Ordine
Dottori Agronomi e
Forestali del Friuli
Venezia Giulia
p.i Walter Lorenzon
Presidente ANCE
Pordenone