Sono una minoranza (il 38%) gli Italiani disposti a sacrificarsi per sostenere il rilancio del Paese. I sacrifici più duri da accettare sarebbero quelli relativi al welfare, all’aumento dell’età pensionabile e al peggioramento delle condizioni di lavoro, sia in termini di contratto, che di salario. In generale, viene preferita una riduzione di tasse su imprese e lavoro a fronte di un aumento di quelle su consumi e ricchezza patrimoniale. E anche l’ipotesi dell’Iva al 25% risulta più digeribile, sempre a patto che l’imposizione fiscale sul lavoro e sulle attività produttive venga mitigata. Quanto al grado di fiducia, il suo livello resta stabile: a ottobre si è attestato a 3,45 punti, contro i 3,54 del mese precedente. Sul tema del risparmio, negli ultimi 30 giorni si registra un calo della propensione, con il 14,2% degli Italiani che si dice pronto ad aumentare la quota di risorse messe da parte, contro il 15,5 di settembre.
E’ l’immigrazione la grande preoccupazione delle famiglie Italiane. Una su due, la ritiene la criticità più rilevante: le notizie che da mesi arrivano dal Canale di Sicilia angosciano in profondità il Paese, per i loro drammatici risvolti umanitari. Sul fronte interno, il 44% degli Italiani nei prossimi 12 mesi si aspetta che vengano approvate le riforme di cui tanto si è discusso: da quella del lavoro a quella della pubblica amministrazione; da quella della giustizia a quella della scuola. Per quanto riguarda il grado di fiducia, il dato resta stabile sui valori dei mesi precedenti: 3,54 punti, contro i 3,53 di agosto e i 3,55 di luglio.
Risale la propensione al risparmio: il 15,5 degli italiani lo aumenterà nei prossimi 12 mesi. A settembre, si era impegnato in questa direzione il 13,1.
Le famiglie italiane spenderanno in media 710 € per l’istruzione dei figli, circa 10 € in più rispetto allo scorso anno. E il 5% di queste dovrà ricorrere a un prestito per farvi fronte.
Sono una minoranza (il 38%) gli Italiani disposti a sacrificarsi per sostenere il rilancio del Paese. I sacrifici più duri da accettare sarebbero quelli relativi al welfare, all’aumento dell’età pensionabile e al peggioramento delle condizioni di lavoro, sia in termini di contratto, che di salario. In generale, viene preferita una riduzione di tasse su imprese e lavoro a fronte di un aumento di quelle su consumi e ricchezza patrimoniale. E anche l’ipotesi dell’Iva al 25% risulta più digeribile, sempre a patto che l’imposizione fiscale sul lavoro e sulle attività produttive venga mitigata. Quanto al grado di fiducia, il suo livello resta stabile: a ottobre si è attestato a 3,45 punti, contro i 3,54 del mese precedente. Sul tema del risparmio, negli ultimi 30 giorni si registra un calo della propensione, con il 14,2% degli Italiani che si dice pronto ad aumentare la quota di risorse messe da parte, contro il 15,5 di settembre.
E’ l’immigrazione la grande preoccupazione delle famiglie Italiane. Una su due, la ritiene la criticità più rilevante: le notizie che da mesi arrivano dal Canale di Sicilia angosciano in profondità il Paese, per i loro drammatici risvolti umanitari. Sul fronte interno, il 44% degli Italiani nei prossimi 12 mesi si aspetta che vengano approvate le riforme di cui tanto si è discusso: da quella del lavoro a quella della pubblica amministrazione; da quella della giustizia a quella della scuola. Per quanto riguarda il grado di fiducia, il dato resta stabile sui valori dei mesi precedenti: 3,54 punti, contro i 3,53 di agosto e i 3,55 di luglio.
Risale la propensione al risparmio: il 15,5 degli italiani lo aumenterà nei prossimi 12 mesi. A settembre, si era impegnato in questa direzione il 13,1.
Le famiglie italiane spenderanno in media 710 € per l’istruzione dei figli, circa 10 € in più rispetto allo scorso anno. E il 5% di queste dovrà ricorrere a un prestito per farvi fronte.
Laura Salibba - Client Business Partner Nielsen interviene alla Beauty Web Conference 2012, organizzata da Bellezza.it
http://www.beautywebconference.it/index.html
http://www.bellezza.it/
http://www.gepcommunication.it/
Anche quest’anno Ipsos, a ridosso delle vacanze estive, presenta alcune riflessioni sul clima economico, politico e sociale del nostro paese. Utilizzando la vasta messe di informazioni a nostra disposizione, derivante dalle nostre indagini, abbiamo cercato di descrivere il momento che stiamo attraversando. È la fotografia di un paese in stallo, immerso in una condizione complessa, che ancora non risente dei segnali di ripresa che sempre più si vanno rinforzando. Un paese che non sembra trovare uno sbocco politico e che rischia di votare con una legge che non consentirà maggioranze. Ancora una volta è un’istantanea preoccupata quella che fissa la condizione attuale dell’Italia. È però una foto in divenire: la ripresa, appunto, insieme al complesso riposizionamento politico in corso, possono cambiare le cose. Per questo vi diamo appuntamento a fine anno, con la nostra tradizionale e più corposa edizione di Flair.
Settima giornata italiana della statistica
La statistica un valore per una città moderna ed europea
Genova, 26 ottobre 2017
Palazzo Tursi Ufficio Statistica Palazzo Galliera
via Garibaldi 9
Il generale rallentamento del credito che si protrae da tempo nell’area euro ha interessato i prestiti ipotecari in misura più contenuta rispetto alle altre tipologie di finanziamenti alle famiglie. A giugno scorso solo in Grecia, Spagna, Portogallo, Cipro e Lettonia si rileva una contrazione superiore al 3%.
Negli Stati Uniti la ripresa delle quotazioni immobiliari e delle compravendite non ha determinato una sostanziale ripresa dei mutui ipotecari. Ai fattori congiunturali, quali il rialzo dei tassi di interesse e le sfavorevoli condizioni climatiche dello scorso inverno, si aggiungono anche fattori strutturali. Tra questi, di particolare importanza quello demografico: i figli dei baby boomers, i cosiddetti Millennials, hanno allungato i tempi di uscita dalla famiglia di origine e le incertezze legate all’inserimento nel mondo del lavoro e della costanza di reddito frenano i potenziali acquirenti.
In Italia si scorgono segnali di miglioramento del credito ipotecario dal punto di vista sia della domanda sia dell’offerta. Nel primo trimestre le erogazioni per mutui alle famiglie sono aumentate dell’8,4% a/a. Nel confronto con gli anni pre-crisi emerge una crescita dei nuclei indebitati nelle fasce meno a rischio, fattore che, insieme ai provvedimenti per la sospensione del pagamento delle rate per le famiglie più disagiate, ha determinato il contenimento dei prestiti ipotecari deteriorati.
Negli ultimi anni una serie di fenomeni economici e politici hanno portato molti a ritenere che l’ordine economico mondiale disegnato a partire da Bretton Woods sia ormai da rivedere. L’idea è che il concetto stesso di libero scambio, che del vecchio ordine rappresentava uno dei pilastri portanti, sia destinato nel prossimo futuro ad avere un ruolo progressivamente meno centrale nello stimolare la crescita mondiale.
Nel 2013 i titoli obbligazionari detenuti direttamente dalle famiglie ammontano al 16% delle attività finanziarie totali, un valore molto elevato se confrontato con quello di Germania (4,2%), Francia (1,4%) e Spagna (1,1%). Considerando anche le obbligazioni detenute in modo indiretto attraverso investimenti assicurativi, previdenziali e di risparmio gestito, il peso delle obbligazioni sale a circa il 39% delle attività finanziarie.
Si tratta per la quasi totalità di titoli pubblici, bancari o emessi da società di grandi dimensioni. Le Pmi si finanziano invece quasi esclusivamente attraverso il canale del credito bancario. Un canale di apertura delle Pmi alla raccolta di capitale obbligazionario è costituito dai mini bond , introdotti dal decreto Sviluppo del governo Monti, che offrono l’opportunità di ottenere finanziamenti a tasso fisso o variabile con scadenze superiori ai 36 mesi. Tra novembre 2012 e giugno 2014 sono stati emessi mini bond per un importo di 5,7 miliardi da parte di 36 imprese non finanziarie italiane.
A dicembre 2014, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari rappresentano circa l’8% del Pil e il 3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Gli iscritti ammontano a circa 6,6 milioni e le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto i 126 mld di euro. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 25,6% rispetto alla forza lavoro e il 29,5% rispetto agli occupati, tuttavia, solo il 15% per cento della forza di lavoro al di sotto dei 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare.
A fine 2013 lo stock di investimenti dei fondi pensione indirizzati in Italia ammontava a circa 30 mld di euro, di questi solo 2,1 mld erano indirizzati alle imprese italiane. Per convogliare una maggiore quota del risparmio previdenziale nell’economia reale italiana occorre superare alcuni limiti tecnici ed incentivare l’investimento in strumenti come i fondi chiusi attraverso i quali investire in private equity, mini-bond ed energie rinnovabili, presenti in misura marginale solo nel portafoglio di alcuni fondi pensione preesistenti.
Laura Salibba - Client Business Partner Nielsen interviene alla Beauty Web Conference 2012, organizzata da Bellezza.it
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Anche quest’anno Ipsos, a ridosso delle vacanze estive, presenta alcune riflessioni sul clima economico, politico e sociale del nostro paese. Utilizzando la vasta messe di informazioni a nostra disposizione, derivante dalle nostre indagini, abbiamo cercato di descrivere il momento che stiamo attraversando. È la fotografia di un paese in stallo, immerso in una condizione complessa, che ancora non risente dei segnali di ripresa che sempre più si vanno rinforzando. Un paese che non sembra trovare uno sbocco politico e che rischia di votare con una legge che non consentirà maggioranze. Ancora una volta è un’istantanea preoccupata quella che fissa la condizione attuale dell’Italia. È però una foto in divenire: la ripresa, appunto, insieme al complesso riposizionamento politico in corso, possono cambiare le cose. Per questo vi diamo appuntamento a fine anno, con la nostra tradizionale e più corposa edizione di Flair.
Settima giornata italiana della statistica
La statistica un valore per una città moderna ed europea
Genova, 26 ottobre 2017
Palazzo Tursi Ufficio Statistica Palazzo Galliera
via Garibaldi 9
Il generale rallentamento del credito che si protrae da tempo nell’area euro ha interessato i prestiti ipotecari in misura più contenuta rispetto alle altre tipologie di finanziamenti alle famiglie. A giugno scorso solo in Grecia, Spagna, Portogallo, Cipro e Lettonia si rileva una contrazione superiore al 3%.
Negli Stati Uniti la ripresa delle quotazioni immobiliari e delle compravendite non ha determinato una sostanziale ripresa dei mutui ipotecari. Ai fattori congiunturali, quali il rialzo dei tassi di interesse e le sfavorevoli condizioni climatiche dello scorso inverno, si aggiungono anche fattori strutturali. Tra questi, di particolare importanza quello demografico: i figli dei baby boomers, i cosiddetti Millennials, hanno allungato i tempi di uscita dalla famiglia di origine e le incertezze legate all’inserimento nel mondo del lavoro e della costanza di reddito frenano i potenziali acquirenti.
In Italia si scorgono segnali di miglioramento del credito ipotecario dal punto di vista sia della domanda sia dell’offerta. Nel primo trimestre le erogazioni per mutui alle famiglie sono aumentate dell’8,4% a/a. Nel confronto con gli anni pre-crisi emerge una crescita dei nuclei indebitati nelle fasce meno a rischio, fattore che, insieme ai provvedimenti per la sospensione del pagamento delle rate per le famiglie più disagiate, ha determinato il contenimento dei prestiti ipotecari deteriorati.
Negli ultimi anni una serie di fenomeni economici e politici hanno portato molti a ritenere che l’ordine economico mondiale disegnato a partire da Bretton Woods sia ormai da rivedere. L’idea è che il concetto stesso di libero scambio, che del vecchio ordine rappresentava uno dei pilastri portanti, sia destinato nel prossimo futuro ad avere un ruolo progressivamente meno centrale nello stimolare la crescita mondiale.
Nel 2013 i titoli obbligazionari detenuti direttamente dalle famiglie ammontano al 16% delle attività finanziarie totali, un valore molto elevato se confrontato con quello di Germania (4,2%), Francia (1,4%) e Spagna (1,1%). Considerando anche le obbligazioni detenute in modo indiretto attraverso investimenti assicurativi, previdenziali e di risparmio gestito, il peso delle obbligazioni sale a circa il 39% delle attività finanziarie.
Si tratta per la quasi totalità di titoli pubblici, bancari o emessi da società di grandi dimensioni. Le Pmi si finanziano invece quasi esclusivamente attraverso il canale del credito bancario. Un canale di apertura delle Pmi alla raccolta di capitale obbligazionario è costituito dai mini bond , introdotti dal decreto Sviluppo del governo Monti, che offrono l’opportunità di ottenere finanziamenti a tasso fisso o variabile con scadenze superiori ai 36 mesi. Tra novembre 2012 e giugno 2014 sono stati emessi mini bond per un importo di 5,7 miliardi da parte di 36 imprese non finanziarie italiane.
A dicembre 2014, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari rappresentano circa l’8% del Pil e il 3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Gli iscritti ammontano a circa 6,6 milioni e le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto i 126 mld di euro. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 25,6% rispetto alla forza lavoro e il 29,5% rispetto agli occupati, tuttavia, solo il 15% per cento della forza di lavoro al di sotto dei 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare.
A fine 2013 lo stock di investimenti dei fondi pensione indirizzati in Italia ammontava a circa 30 mld di euro, di questi solo 2,1 mld erano indirizzati alle imprese italiane. Per convogliare una maggiore quota del risparmio previdenziale nell’economia reale italiana occorre superare alcuni limiti tecnici ed incentivare l’investimento in strumenti come i fondi chiusi attraverso i quali investire in private equity, mini-bond ed energie rinnovabili, presenti in misura marginale solo nel portafoglio di alcuni fondi pensione preesistenti.
Flair - Rimettere ordine: le tendenze di consumi e comunicazioneIpsos
Da oggi è online il secondo aggiornamento di Flair, la nostra pubblicazione che dal 2011, ogni anno, espone il punto di vista di Ipsos sulla situazione del paese leggendola con le diverse lenti che i cittadini indossano, da elettori, consumatori.
Mentre il primo aggiornamento era dedicato allo scenario politico-economico, questo indaga il consumo e la comunicazione. Una situazione complessa e, di nuovo, disordinata, che vede una pallida ripresa dei consumi, il prevalere di atteggiamenti di cautela, il tentativo dei consumatori (e dei cittadini) di difendersi da una realtà che non si riesce a dominare e che non promette soluzioni soddisfacenti a breve.
Proprio questo tentativo di ricostruzione della realtà che ci circonda è alla base del titolo che abbiamo voluto dare a questo contributo Rimettere ordine: le tendenze di consumi e comunicazione.
L’Italia ai tempi dei Social Media
Fact and Figures: i tratti dell’Italia degli anni dei Social Media e della crisi, economica e di valori
Nando Pagnioncelli IPSOS
SOCIAL HRM MATTERS ETAss Annual Event - 22 Maggio 2014
Intervento di Fabrizio Guelpa, Servizio Industry & Banking, Intesa Sanpaolo al Meeting ACEF 2015 - 23/10/2015
VEDI TUTTI GLI INTERVENTI SU http://www.economiaefinanza.org/atti
Il 2019 è stato un anno ricchissimo, se non di eventi storici, di segnali.
Innanzitutto, un anno di profondo rimescolamento delle posizioni fino ad allora ritenute fisse. Tutti gli equilibri sono stati resi disponibili a una modifica.
Questo Osservatorio ne riporta molti, sicuramente quelli più significativi.
Nessuno mai ricorderà il 2019, come nessuno ci parla mai del 1913 oppure del 1946. Anni oscurati da quello importantissimo che l’ha preceduto o seguito. Nel nostro caso, l’anno del Covid. Eppure, sarebbe un errore.
Il 2019 è stato un anno ricchissimo, se non di eventi storici, di se¬gnali. Tanti fenomeni che stanno alla base di ciò che adesso ci pare possibile, quando non addirittura obbligato.
Innanzitutto, un anno di profondo rimescolamento delle posizioni fino ad allora ritenute fisse. Tutti gli equilibri sono stati resi dispo¬nibili a una modifica.
Questo Osservatorio ne riporta molti, sicuramente quelli più si¬gnificativi. Ma vale la pena di elencarne alcuni su tutti.
Il noleggio è uscito dal decennio ormai definitivamente sdoganato: è un modo di avere la macchina valido per tutti, dalla grande azien¬da al giovane che ne ha bisogno per pochi mesi.
Oltre a rappresentare un quarto delle vendite, è anche il 7% del parco circolante, se ci fermiamo a vetture fino a 7 anni di anzianità. All’inizio del secolo era l’1%.
Sarà forse anche per questo che la quota di auto vendute a giovani sotto i 45 anni è sempre più bassa, il 35% del totale: era il 53% quindici anni fa.
Altro fatto rilevante è l’attaccamento degli italiani alle auto vecchie. Lo scorso anno è stato definitivamente acclarato che per milioni di persone una vettura di venti o trent’anni è ancora un mezzo suffi¬ciente per gli spostamenti di cui hanno bisogno.
Molto spesso la ragione sta nell’indisponibilità di risorse adeguate a passare a un’auto nuova o almeno più recente.
Per corollario, è stato accettato da parte di molti che aiuti alla rottamazione dovrebbero sempre includere l’acquisto di un’auto usata, senza limitarsi a quelle nuove, che sono fuori portata per milioni di cittadini.
Ultimo esempio della significatività del 2019, e certamente non il meno importante, è il fatto che le emissioni di CO2 delle macchine immatricolate abbia toccato i 119 gr/km, dai 112 di alcuni anni fa. Aver condotto una campagna contro i propulsori diesel, fondata su dati del passato e ignorando la compatibilità dei motori attuali, ha presentato il conto sul fronte delle emissioni clima-alteranti.
Questi e molti altri sono i messaggi che ci ha lasciato il 2019. Sarà bene non archiviarli, nel nome dell’anno del Covid.
Tutti i post dedicati al welfare pubblicati nel 2018 nel blog di Franco Pesaresi. Link: https://francopesaresi.blogspot.com/
File scaricabile anzhe al link: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
Consu- MI. Osservatorio sui consumi delle famiglie residenti nel comune di Mi...Nando Pagnoncelli
Consu-Mi è l'osservatorio sui consumi delle famiglie residenti nel comune di Milano realizzato Ipsos Public Affairs per la Camera di Commercio di Milano e il Comune di Milano.
LA SPESA SANITARIA SSN IN ITALIA E NEL LAZIO. Ricostruzione con la metodologi...Nc Salerno
FFM, 12 Novembre 2013
Si è riaperto il dibattito su sanità e benchmark di spesa.
Pochi i progressi che si possono intravedere rispetto agli anni scorsi.
Si procede troppo lentamente e senza un supporto adeguato di dati e valutazioni di impatto.
Il lavoro allegato è il primo di una serie dedicata ai Sistemi Sanitari Regionali.
Si comincia dal Lazio.
Livello e dinamica della spesa sanitaria corrente del Lazio sono messi a confronto con i corrispondenti dati nazionali, nel periodo che va dal 1990 al 2010 (anno più recente coperto da <health> dell’Istat).
L’analisi segue la metodologia utilizzata da Ecofin e Ocse per le proiezioni a medio-lungo termine della spesa: profili di spesa pro-capite per fasce di età, agganciati alla dinamica del Pil pro-capite, applicati alla struttura demografica.
Nel 1990 le spese pro-capite per fasce di età del Lazio erano di coltre il 9% superiori alle corrispondenti spese dell’aggregato Italia. Nel 2010 lo scarto è aumentato a oltre il 13%, come conseguenza di una dinamica più intensa di quella media italiana, soprattutto dopo il 2000.
Nell’aggregato Italia, le simulazioni mostrano che la spesa pro-capite per fasce di età è cresciuta, tra il 1990 e il 2010, con un mark-up di circa 1 p.p. sul tasso di crescita del Pil pro-capite nazionale. Per il Lazio il mark-up si è attestato a 1,2-1,3.
I più alti livelli e la più intensa dinamica del Lazio non trovano giustificazione né nella demografia (le simulazioni ne tengono conto) né in fattori di tipo economico (si tratta di spesa Lea che per definizione deve seguire dappertutto lo sviluppo delle capacità d’offerta del Paese).
Se il Lazio avesse condiviso sia la spesa pro-capite per fasce di età che la dinamica dell’aggregato Italia, si sarebbero liberate risorse considerevoli, pari allo 0,8-0,9% del Pil regionale nel 2010, equivalenti a circa 1,3 miliardi di Euro.
È da rimarcare come la maggior parte dello scarto di efficienza del Lazio maturi successivamente al 2000. Difficile dimostrare il nesso di causalità sul piano statistico, ma la coincidenza con l’avvio del “cantiere federalista”, in quasi quindici anni mai approdato a conclusione, è, almeno nel caso del Lazio, molto forte. Un monito a metter fine alle incertezze e concretizzare le riforme.
Non bisogna avere paura dei numeri. Quantificare è un passaggio ineludibile per il buon governo. Nelle prossime edizioni dei Welfare Reforming Papers saranno, di volta in volta, sviluppati i casi delle altre Regioni e Province Autonome, sino a mettere assieme una mappatura completa e coerente a servizio delle scelte.
Spero che il lavoro e le elaborazioni contenute possano essere di interesse e soprattutto di utilità a fare.
Grazie e vive cordialità, nicola c. salerno
A dicembre ha prevalso l’incertezza sui mercati finanziari globali. Un’incertezza alimentata so- prattutto dalla caduta del prezzo del petrolio. La discesa dell’oro nero, iniziata a fine estate, si è intensificata dopo la riunione di novembre dell’Opec nella quale è stato deciso di mante- nere invariati gli attuali livelli di produzione. E così il greggio ha continuato a perdere terreno, salvo qualche breve sosta, fino a toccare i mini- mi a oltre cinque anni. Uno scenario appesantito dalle tensioni in Russia con il rublo che è crolla- to ai minimi storici. Mosca paga principalmente proprio la caduta dei prezzi del petrolio che ha acuito i timori di una recessione nel 2015. Nel frattempo in Europa si attende con rinnovato in- teresse la prossima riunione della Bce (22 gen- naio). Dal 2015 la Bce terrà, infatti, i suoi meeting ogni sei settimane e non più a inizio mese. A gen- naio potrebbero arrivare indicazioni più puntuali sulle nuove possibili misure non convenzionali da attuare per contrastare il rischio deflazione.
Nell’area euro, il peggioramento della congiuntura economica ha un carattere comune a tutti i principali paesi: la debolezza degli investimenti . In Italia, il taglio ha interessato con particolare intensità la componente pubblica, ridottasi di oltre un terzo negli ultimi quattro anni.
A settembre scorso l’ammontare dei prestiti nell’area euro è risultato inferiore di 200 miliardi rispetto a un anno prima (-1,2%) tornando ai valori di maggio 2008. Rispetto al picco massimo di settembre 2011, lo stock dei finanziamenti è diminuito di 718 miliardi attestandosi a 10.581 miliardi.
In presenza di un contesto economico divenuto estremamente complesso l’Ocse già
prima dello scoppio della crisi dei mutui subprima suggeriva di introdurre
l’educazione finanziaria nei programmi scolastici. Solo dopo il 2007 tuttavia
l’esigenza di dotare le giovani generazioni di un bagaglio utile in campo finanziario ha
spinto molti paesi ad adottare programmi di educazione specifici. A metà 2014 erano
circa 50 i governi che avevano intrapreso programmi di educazione finanziaria o che
avevano in progetto di avviarne
Settore auto: un andamento a più velocità
Il settore automotiv e a livello globale sembra essere tornato su valori di crescita interessanti. I dati sulla produzione di nuovi veicoli evidenziano un incremento del 4% nel 2013 che potrebbe confermarsi anche per il 2014. Gli Stati Uniti nel 2013 sono tornati ai livelli produttivi pre-crisi. Il mercato europeo, pur avendo registrato nei primi nove mesi del 2014 un incremento del 5,8% delle immatricolazioni, rimane 25 punti percentuali sotto il livello del 2007 con ampie differenze tra i paesi. Ponendo pari a 100 le auto immatricolate nel 2007, la Germania nel 2013 ha raggiunto quota 92, il Regno Unito 91, la Spagna 75, la Francia 58; l’Italia si è fermata a 52.
Negli anni più recenti le imprese di maggiore dimensione hanno fortemente accentuato la propensione a detenere riserve di liquidità. Per l’intensità raggiunta questa propensione alla liquidità viene indicata tra i fattori corresponsabili (e non in misura marginale) della sterilizzazione degli stimoli monetari adottati dalle autorità dei principali paesi per favorire una più rapida uscita dalla crisi.
Alla ripresa autunnale lo scenario economico si presenta a due facce.
Quella rassicurante di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee.
E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell’Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento
dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni
più selettive del credito bancario1.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
Tempo di riforme
I nuovi dati innalzano intorno al 44 per cento il valore raggiunto in Italia dal tasso disoccupazione giovanile. Oltre al problema della disoccupazione, le difficoltà del mercato giovanile del lavor o sono riscontrabili nella consistente riduzione tra gli occupati di età inferiore ai 35 anni dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
I migranti e la crisi economica
Le tensioni geo-politiche ai confini dell’Europa e il protrarsi della debolezza del ciclo economico in molti paesi dell’area hanno contribuito a modificare i flussi migratori interni e internazionali sia in termini di numerosità sia nella scelta dei paesi di destinazione. L’allargamento a est dei paesi aderenti all’Unione e il perdurare di elevati tassi di disoccupazione in molte economie della zona euro hanno favorito la dinamica delle migrazioni interne, con una polarizzazione verso la Germania che nel 2013 è divenuto il primo paese di destinazione in Europa e il secondo tra le economie sviluppate dopo gli Stati Uniti.
Il risparmio gestito nel corso del 2014 ha continuato ad evidenziare una dinamica di sviluppo molto positiva. Il patrimonio a luglio ha toccato un nuovo massimo pari a 1.480 mld di euro, un valore dell’11% superiore a quello di dicembre 2013. Nei primi sette mesi del 2014 la raccolta netta ha raggiunto i 75,7 miliardi, un valore superiore a quello relativo all'intero 2013 (62 mld di euro) che già costituiva il miglior risultato dal 1999. Nel 2014 sono stati i fondi comuni a trainare la raccolta del risparmio gestito.
In controtendenza rispetto al calo di oltre venti punti percentuali segnato dal totale della
manifattura, la produzione italiana di birra supera oggi di tre punti percentuali i
volumi ante-crisi. Allo stesso modo, le esportazioni italiane di birra sono oggi oltre il
doppio di quelle di sette anni fa. Pur avendo un peso assai limitato sull’economia
nazionale, la performance del comparto brassicolo italiano offre spunti interessanti di
riflessione sulle leve per svilupparsi anche in tempi di crisi: innovazione, investimenti,
domanda interna.
Un Mese di Borsa è il magazine di BNP Paribas – BNL che contiene approfondimenti sui mercati, accurate analisi dei sottostanti, interviste esclusive ad economisti.
Nei mesi di maggio e di giugno l’attenzione degli investitori è stata catalizzata dalle vicende europee: le elezioni, ma soprattutto le mosse della Banca centrale europea (BCE). Nell’attesa riunione di giugno l’Eurotower è entrata in azione su più fronti: oltre a tagliare i tassi sono state annunciate una serie di misure per contenere il rischio deflazione e dare slancio alla ripresa della zona euro. E un contesto di tassi ai minimi storici ha favorito l’azionario, in particolare il settore bancario.
L’azione della Bce ha inoltre influenzato indirettamente il mercato obbligazionario: i titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona, come Italia e Spagna, hanno aggiornato i minimi storici dei rendimenti offerti. Eurozona a parte, sul fronte geopolitico nel mese di giugno sono tornate ad accendersi le tensioni tra Russia e Ucraina sul prezzo del gas, e quelle in Iraq (secondo produttore di greggio all’interno dell’Opec). I timori legati alla possibile crisi irachena hanno spinto al rialzo le quotazioni del Petrolio.
Il 2013 ha segnato un recupero dei flussi mondiali di investimenti diretti esteri: gli IDE in entrata a livello mondiale sono cresciuti del 9% a/a, di 1,45 trilioni di dollari, portando lo stock a 25,5 trilioni di dollari. L’aumento dei flussi in entrata ha riguardato tutte le principali aree del pianeta compresa l’Europa, grazie al recupero di Germania, Italia e soprattutto Spagna.
1. Indagine giugno 2014
Dati rilevati nel mese di maggio 2014
Clima di fiducia
e intenzioni di acquisto
degli italiani
Pubblicazione mensile
A cura della Comunicazione Corporate
di Findomestic Banca spa
in collaborazione con IPSOS
2. Comunicato stampa
2
Milano, 29 maggio 2014
1.550 €: è questa la soglia media di povertà per le famiglie italiane.
Sotto questo reddito, non si arriva alla fine del mese.
E’ quanto rileva l’edizione di maggio dell’Osservatorio Findomestic.
Un anno fa, la soglia di povertà era più bassa: 1.350 €.
Resta comunque, tra 2013 e 2014, invariata la quota di coloro che si
ritengono “poveri”: un anno fa era al 16%; quest’anno è al 15.
Rispetto a 5 anni fa, comunque, gli Italiani non hanno dubbi: il 65%
si ritiene più povero, il 28% fotografa la situazione come “stabile”,
mentre appena il 3% si considera “più ricco”. In tema di risparmio,
inoltre, il 32% delle famiglie afferma che non sarebbe in grado di
affrontare una spesa imprevista superiore ai 1.000 €.
Sul fronte della fiducia, il dato di maggio resta stabile: 3,48 punti,
contro i 3,38 di aprile (su una scala che va da 1 a 10 e ha nel 7 la
sua soglia positiva).
E’ 1.550 € la cifra che, a livello mensile, per le famiglie italiane,
rappresenta il discrimine tra una condizione di povertà e una, invece, di
(relativa) serenità. Il dato lo fotografa l’Osservatorio Findomestic di
maggio. Lo scorso anno, la cifra di riferimento era più bassa: 1.350 €.
All’altro capo della “classifica”, cala la soglia oltre la quale una famiglia
viene definita ricca: da 4.100 € a 3.830 €. Segnale, quest’ultimo,
evidenzia l’Osservatorio, che testimonia il fatto che “gli Italiani sembrano
essersi abituati a vivere con meno”. Se però agli Italiani viene chiesto di
guardare a cinque anni fa, ci sono pochi dubbi: il 65% si ritiene “più
povero”; il 28% considera “stabile” la propria situazione;
solo il 3% afferma, con una certa sicurezza, di essere “più” ricco.
Sul fronte del risparmio, il 32% ammette che non riuscirebbe ad
affrontare una spesa imprevista superiore ai 1.000 €, mentre il 20%
sarebbe invece capace di sostenerne una anche superiore ai 10.000
€. Spese mediche (cure dentistiche, in particolare) e istruzione sono i
due ambiti per i quali le famiglie italiane non sono disposte a fare
rinunce.
Da segnalare, comunque, la riduzione di quanti giudicano i propri
risparmi insoddisfacenti all’interno della classe socio-economica bassa
e medio – bassa: il dato, infatti, tra 2013 e 2014 è calato di 8 punti
percentuali, a conferma del fatto che chi è povero ha registrato un
lieve miglioramento della propria condizione.
Sempre per quanto attiene alla sfera del risparmio, gli Italiani che si
dicono pronti, da qui a maggio 2015, ad poter incrementare i soldi da
mettere da parte, sono il 15,1% (contro il 15,3 di aprile).
In materia di fiducia, il dato di maggio risulta stabile rispetto a quelli
degli ultimi mesi. 3,48 punti, contro i 3,38 di aprile e i 3,45 di marzo. La
soglia positiva, tuttavia, resta a 7, in una scala che – lo ricordiamo – va
da 1 a 10.
Previsioni di acquisto a tre mesi
Elettrodomestici: arretrano tutti i trend, sia per i piccoli, sia per i
grandi, sia per l’elettronica di consumo.
Arretrano di un punto e mezzo circa le previsioni per i piccoli
3. Comunicato stampa
3
sono pronti a comprare un’auto nuova nell’arco dei prossimi tre mesi,
contro l’11,2% del mese precedente. Simile la flessione che ha
interessato le auto usate (dal 9,1 all’8,5%). Restano stabili al 4,7% le
previsioni per l’acquisto di scooter e motocicli. Cala di circa 400 € il
budget per le auto nuove (da 18.472 a 18.076 €), mentre resta
sostanzialmente stabile quello per le usate (da 6.481 a 6.462 €).
Risale leggermente quello per gli scooter (da 2.834 a 2.898 €).
Casa e arredamento: tengono le previsioni di ristrutturazioni e
acquisti di nuove case. Continua il trend positivo per i mobili.
Tengono le previsioni di acquisto di case nuove e di ristrutturazioni,
dopo il trend positivo dei mesi scorsi. Entrambi i dati vedono
confermati i numeri di aprile (11,9% per le ristrutturazioni e 5,8% per le
case nuove). Continua il trend positivo per i mobili. A maggio il 16,1%
dei consumatori si è detto intenzionato a effettuare un acquisto, contro
il 15,5% di aprile. Leggero incremento per il budget di spesa, che
passa da 2.223 a 2.235 €.
Tempo libero: prosegue il trend di crescita per i viaggi; stabili fai
– da – te e attrezzature e abbigliamento sportivi.
Non accenna ad arrestarsi il trend di previsione di acquisto per viaggi e
vacanze: a maggio, il 40,4% dei consumatori si dice pronto all’acquisto
nei prossimi 90 giorni. Si tratta di un dato di 4 punti circa superiore
all’anno scorso. Il fai – da – te resta stabile (29%) mentre per
attrezzature e abbigliamento sportivi il dato è in leggero arretramento:
elettrodomestici (la quota di quanti si dicono pronti all’acquisto passa
dal 26,9 a 25,5%). Una flessione in linea con quella riportata dai grandi
elettrodomestici (da 15,8 a 14,6%). Per l’elettronica di consumo il dato
passa dal 24% di aprile, al 22,7% di maggio. Restano sostanzialmente
stabili i budget di spesa previsti. Quello per i piccoli elettrodomestici, a
maggio, conferma i 184 € previsti ad aprile; quello per l’elettronica di
consumo cala lievemente (564 € contro i 567 del mese precedente),
mentre quello per i grandi elettrodomestici passa dai 796 € del mese
scorso a 773.
Informatica, telefonia e fotografia: tutte le proiezioni (tablet, pc e
accessori, telefonia e foto e videocamere) risultano in calo.
A maggio il 21% degli Italiani si è detto pronto ad un acquisto nel
settore della telefonia nell’arco dei prossimi 90 giorni, mentre ad aprile
il dato era al 21,8%. Giù anche le previsioni per i pc e gli accessori (da
19,4 a 18,1%), per i tablet (da 14,3 a 13,3%) e per le foto e
videocamere (da 13,5 a 13,1%). Per quanto riguarda i budget di
spesa, quello per i pc cala a 496 € (contro i 501 del mese precedente),
quello per la telefonia diminuisce a 290 (contro 307), quello per i tablet
a 268 (contro 295), e infine quello per foto e videocamere passa dai
302 di aprile ai 269 dell’ultima rilevazione.
Auto e moto: tengono gli scooter, mentre auto nuove e usate
registrano una battuta d’arresto.
Le previsioni per le auto nuove riportano che il 9,5% dei consumatori
Milano, 29 maggio 2014
4. Comunicato stampa
4
dal 24,2% di aprile al 23,8 di questo mese.
Efficienza energetica: in lieve contrazione la propensione
all’acquisto di tutte le categorie di prodotti (impianti fotovoltaici,
impianti solari, stufe e infissi).
Dopo tre mesi di crescita, prima lieve flessione per tutte le quattro
categorie di questo ambito merceologico. Gli interessati all’acquisto di
nuovi infissi scendono dall’11,1 al 9,8% del totale; quelli che si stanno
orientando ad acquistare una stufa passano dall’8,1 al 7,4; quelli
interessati a un impianto fotovoltaico calano dal 5,1 al 4,6%; quelli
interessati a un impianto solare, invece, passano dal 4% del totale
registrato in aprile, al 3,8 di questi ultimi 30 giorni. Diverso il trend per i
budget di spesa: quello per gli impianti fotovoltaici continua a crescere,
e sale a 7.094€ (contro i 6.988 del mese precedente); su anche quello
per le stufe (da 1.280 a 1.556€) e quello per gli infissi (da 3.004 a
3.011€). In calo quello per gli impianti solari (da 4.205 a 4.068€).
Milano, 29 maggio 2014
5. La sintesi dei trend
5
Scenario socio-economico
Sentiment
Tempo libero
Elettrodomestici
Informatica, telefonia
e fotografia
Veicoli
Casa
In calo la propensione ad acquistare per tutte e tre le tipologie di elettrodomestici
Resta stabile nella sua criticità la situazione dell’Italia
Nonostante il leggero calo della soddisfazione personale, gli italiani
mostrano un lieve miglioramento della soddisfazione per la situazione del Paese
Resta positivo il trend del tempo libero: in particolare aumenta la propensione
ad effettuare una vacanza nei prossimi tre mesi (con il valore più alto degli ultimi due anni)
Diminuisce anche il numero di coloro che hanno intenzione
di acquistare prodotti ad alta tecnologia
Stabile la propensione ad acquistare o ristrutturare la casa
mentre cresce la propensione ad acquistare mobili
Dopo il trend positivo delle ultime wave si registra un calo
nella propensione ad acquistare auto usate o nuove
Efficienza energetica In leggero calo anche la propensione ad investire in prodotti a risparmio energetico
7. v Da segnalare l’aumento dell’inflazione
registrato ad aprile, che rimane però ancora
sotto l’1%
Lo scenario socio-economico
7
in sintesi
• Il tasso di disoccupazione
giovanile in Italia
Cosa è rimasto stabile? Cosa è aumentato?Cosa è diminuito?
• L’inflazione su base annua• Il tasso di disoccupazione overall in
Italia
8. 3,3 3,3
3,2
3,3 3,3 3,3
3,2
3,3
3,1
3,2
3,2
2,62,5
2,3
2,2
1,9
1,6
1,1
1,1
1,21,2 1,2
0,9
0,8
0,7 0,7 0,7
0,5
0,4
0,6
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
8
Ad aprile torna a salire l’inflazione su base annua
FONTE: Istat
variazioni % tendenziali, al lordo dei tabacchi
Variazioni % mese su stesso
mese anno precedente
9. 34,5
35,5
34,6
36,1 36,1
37,6 37,6 38,2 38,3
39,6 40
38,2
39,3
40,1 40,6 40,8
41,6 42,1 41,7
42,9 42,8 42,7
22,7 22,8 22,9 23,0 23,1 23,3 23,4 23,5 23,4 23,3 23,4 23,3 23,3 23,4 23,3 23,2 23 23 22,9 22,8 22,7 22,6
10,4 10,4
10,5 10,5 10,6 10,7 10,8 10,9 10,9 10,9 10,9 10,9 10,8 10,8 10,8 10,8 10,7 10,7 10,6 10,5 10,5 10,5
10,8 10,8
10,7 10,9 11,3 11,3 11,5 11,9 11,8 12,0 12,0 12,1 12,1 12,1 12,3 12,4 12,4 12,7 12,6 12,7 12,7 12,7
4
8
12
16
20
24
28
32
36
40
44
Italia 15-24
EU 27 15-24
EU 27 overall
Italia overall
A marzo resta stabile il tasso di disoccupazione in Italia;
quella giovanile diminuisce lievemente ma resta sopra quota 42%
Valori %
ü Andamento del tasso
di disoccupazione mensile
DATI DESTAGIONALIZZATI
ü Rapporto tra persone
in cerca di occupazione e il
totale di persone occupate
e in cerca di occupazione
ü Campione: popolazione
15 anni e più
FONTE: Istat - Eurostat
11. Il sentiment
11
Cosa è aumentato?Cosa è diminuito? Cosa è rimasto stabile?
in sintesi
A differenza del sentiment per la situazione
personale, aumenta la soddisfazione circa la
situazione italiana nel complesso
Da registrare un lievissimo calo in
termini di soddisfazione per la
situazione personale e delle
aspettative circa l’aumento del
risparmio
Restano stabili:
• la previsione della situazione
italiana a 12 mesi
• la percentuale di coloro che sono
riusciti a risparmiare nell’ultimo
mese
12. 3,42
3,14
3,21
3,2
3,2 3,26
3,33
3,2
3,053,12
3,29 3,213,18
2,883,13
3,2 3,19
3,263,09
2,95
3,16
3,00
3,253,19
3,45 3,38
3,48
4,10
4,25
4,21 4,24
4,18
4,29
4,38
4,23 4,23
4,28
4,09
4,30
4,11
4,23
4,18
4,22
4,15
3,99
4,07
4,16
4,11
4,32
4,20
4,38 4,334,27
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
mar-12
apr-12
mag-12
giu-12
lug-12
ago-12
set-12
ott-12
nov-12
dic-12
gen-13
feb-13
mar-13
apr-13
mag-13
giu-13
lug-13
ago-13
set-13
ott-13
nov-13
dic-13
gen-14
feb-14
mar-14
apr-14
mag-14
Situazione italiana (Voto medio)
Situazione personale (Voto medio)
Il grado di soddisfazione circa la situazione italiana e la situazione personale
In che misura lei è soddisfatto/a della situazione italiana nel suo complesso (economica, politica e sociale)?
In che misura lei è soddisfatto della sua attuale condizione economica?
La Soddisfazione
Soglia positiva: voto 7
Scala da 1 a 10
12
Base: totale campione (497)
Dato su base wave di maggio
13. Le previsioni sulla situazione italiana a 12 mesi
Lei ritiene che nel corso dei prossimi 12 mesi, la situazione italiana, nel suo complesso sarà migliore o peggiore?
Situazione
Peggiore:-1
Situazione
Migliore: 1
Situazione
Stabile: 0
13
-0,22-0,22
-0,41
-0,31
-0,31
-0,28 -0,28
-0,38
-0,19 -0,25
-0,28
-0,28
-0,20
-0,32
-0,35
-0,31
-0,31
-0,04
-0,10
-0,10
-0,27
-0,18
-0,27
-0,31
-0,16
-0,30
-0,39
-0,5
-0,4
-0,3
-0,2
-0,1
0
0,1
0,2
mar-12
apr-12
mag-12
giu-12
lug-12
ago-12
set-12
ott-12
nov-12
dic-12
gen-13
feb-13
mar-13
apr-13
mag-13
giu-13
lug-13
ago-13
set-13
ott-13
nov-13
dic-13
gen-14
feb-14
mar-14
apr-14
mag-14
Base: totale campione (497)
Dato su base wave di maggio
15. 9,9
14,4 15,7
11,4
12,9
17,0
12,8
15,8
13,5
10,9
12,3
16,7 15,4
11,4
13,4
13,0
13
12,1
16,9
13,7 13,4
13,7
15,5
14,4
16,3 15,3
15,1
0
10
20
30
40
50
% sicuramente sì + probabilmente sì
L'aspettativa personale all'aumento del risparmio a 12 mesi
Lei ritiene che nel corso dei prossimi 12 mesi lei aumenterà l'importo di denaro che riesce a mettere da parte personalmente come risparmio?
Valori %
15
Base: totale campione (497)
Dato su base wave di maggio
17. Il tempo libero
17
Cosa è aumentato?Cosa è rimasto stabile?
in sintesi
Cosa è diminuito?
Ancora una volta viene confermato il trend
positivo del mercato del tempo libero:
• Particolarmente alta (il valore più elevato
registrato negli ultimi due anni e mezzo) la
percentuale di coloro che prevedono di
effettuare un viaggio o una vacanza nei
prossimi 3 mesi;
• Stabile rispetto alla wave precedente le
attrezzature per il fai-da-te
18. 22,4
30,0
33,7
36,2
38,6
34,7
29,5
30,5
29,4
28,5
29,5
32,1
33,3
34,9 35,1 36,0
33,8
31,6
28,7
26,8
28,7
31,5
32,9
36,9
39,4
40,4
20,0 20,1 19,4
22,0
19,718,9
21,1
22,3
20,6
18,9
19,920,5
22,722,3
22,9
22,4
20,921,7
21,3 21,4
21,6 22,3
24,1
24,2
23,8
15,9
20,7
22,8 23,8 23,0
24,7
22,9
25,0
23,9
23,523,2 22,3 23,0 22,6
23,9
21,6
20,019,6
20,921,0 19,9 20,2
23,5
26,4
28,1
29,029,0
10
20
30
40
50
Viaggi, vacanze Attrezzature e abbigliamento sportivi Attrezzature fai-da-te
Quanti prevedono di sostenere delle spese per il TEMPO LIBERO nei prossimi tre mesi
Pensa di acquistare ....... personalmente nei prossimi 3 mesi?
% di coloro che hanno risposto “sicuramente sì” o “probabilmente sì” Base: totale campione
dato rolling
18
Valori %
20. Gli elettrodomestici
20
• In leggero calo il trend delle previsioni di
acquisto di tutti e tre i settori in analisi,
che rimangono però superiori all’analogo
periodo del 2013. Nel dettaglio:
q i grandi elettrodomestici e TV e
Hi-Fi invertono la tendenza degli
ultimi mesi e fanno registrare una
riduzione rispettivamente di 1,2 e
di 1,3 punti percentuali;
q i p i c c o l i e l e t t r o d o m e s t i c i
confermano il trend decrescente
già analizzato nei mesi precedenti
e le previsioni di acquisto per i
prossimi 3 mesi diminuiscono di
1,4 punti percentuali.
Cosa è rimasto stabile?
in sintesi
Cosa è aumentato?Cosa è diminuito?
• Stabile la previsione di spesa
nei tre comparti
24. Informatica, telefonia e fotografia
24
in sintesi
Cosa è rimasto stabile? Cosa è aumentato?Cosa è diminuito?
• Lieve calo sia degli acquisti previsti
che della previsione di spesa per
tutti i settori in analisi in particolare
per PC e accessori che mostrano
una riduzione delle intenzioni di
acquisto di 1,3 punti percentuali
28. I veicoli
• L’esborso previsto per l’acquisto di
motocicli ed automobili
28
in sintesi
Cosa è rimasto stabile? Cosa è aumentato?Cosa è diminuito?
Le previsioni di acquisto
• di motocicli e scooter nonostante
l’avvicinarsi della bella stagione
• di automobili nuove ed usate, che
dopo gli aumenti degli ultimi mesi
mostrano un cambio di tendenza
(rispettivamente -1,7 e -0,6 punti
percentuali)
32. 32
• Continua il trend positivo di previsione
dell’acquisto di mobili, dato che
raggiunge il valore più alto delle
rilevazioni degli ultimi 2 anni; mentre
rimane stabile la spesa prevista
La casa
in sintesi
Cosa è rimasto stabile? Cosa è aumentato?Cosa è diminuito?
• Stabile la propensione ad acquistare o
ristrutturare casa
34. L'ammontare medio di spesa previsto per i MOBILI a 3 mesi
Quanto pensa di spendere al massimo per questo acquisto?
34
Base: % pensano di acquistare il bene
dato rolling
Valori €
3.541
3.229
3.176
3.285
3.002
2.694
2.478
2.344
2.257
2.040
2.022
1.974
1.904
1.884
1.904
1.687
1.774
1.990
2.036
1.980
1.842
1.886 1.901
1.936
2.003
2.223
2.235
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
previsione Mobili
36. 36
In leggero aumento la previsione di spesa
per impianti fotovoltaici e stufe a pellets
L’efficienza energetica
in sintesi
Cosa è rimasto stabile? Cosa è aumentato?Cosa è diminuito?
In leggero calo la propensione degli
italiani ad effettuare acquisti a risparmio
energetico, infatti diminuisce il numero
degli intenzionati all’acquisto di tutte e 4
le tipologie di beni: -1,3 punti percentuali
per gli infissi, -0,7 per le stufe a pellet,
-0,5 per gli impianti di fotovoltaico e -0,2
per gli impianti solari termici
37. Quanti prevedono di acquistare prodotti per l’efficienza energetica
Pensa di acquistare ....... personalmente nei prossimi 3 mesi?
37
% di coloro che hanno risposto “sicuramente sì” o “probabilmente sì”
Base: totale campione
Da marzo 2014 dato rolling
Valori %
3,5 3,9
5,1 4,6
2,3
3,4 4,0 3,8
7,4 7,8 8,1
7,4
9,4
10,2
11,1
9,8
0
5
10
15
20
25
30
feb-14 mar-14 apr-14 mag-14
Previsione Impianto di fotovoltaico
Previsione Impianto solare termico
Previsione Stufe a pellet/caldaie a risparmio energetico
Previsione Infissi/serramenti
38. 38
Base: totale campione
Valori %
3.717
6.815
6.988 7.094
2.460
3.601
4.205 4.068
1.130 1.253 1.280
1.556
2.480
2.671
3.004 3.011
€ 500
€ 1.500
€ 2.500
€ 3.500
€ 4.500
€ 5.500
€ 6.500
€ 7.500
feb-14 mar-14 apr-14 mag-14
Previsione Impianto di fotovoltaico
Previsione Impianto solare termico
Previsione Stufe a pellet/caldaie a
risparmio energetico
Previsione Infissi/serramenti
L'ammontare medio di spesa previsto per prodotti per l’EFFICIENZA ENERGETICA a 3 mesi
Quanto pensa di spendere al massimo per questo acquisto?
40. 40
Argomento del mese
Come l’osservatorio Findomestic rileva da alcuni anni, la congiuntura ha influito negativamente sull’economia domestica delle famiglie italiane
sotto molteplici aspetti: status occupazionale, consumi e risparmi. Eppure negli ultimi mesi alcuni segnali positivi sono emersi, specie con
riferimento al sentiment verso la situazione del Paese ma anche verso la propria condizione economica.
L’analisi della povertà percepita, a distanza di un anno dal primo studio, evidenzia uno stop del peggioramento. Pur in una situazione critica,
cresce la dimensione di coloro che percepiscono la propria condizione stabile. È più ampia rispetto a un anno fa la fascia di popolazione che
si percepisce “classe media” ed è in lieve contrazione quella che si ritiene povera (15 versus 16%). Stiamo male ma almeno non
continuiamo a peggiorare.
Si contrae la fetta di popolazione che si ritiene più povera rispetto a 5 anni fa, ma anche quella che prevede di peggiorare ulteriormente
il proprio tenore di vita nei prossimi cinque anni (31% versus 40% nel 2013). Rispetto al passato aumentano anche coloro che intravedono
maggiore stabilità.
Certamente la crisi ha eroso in modo consistente i risparmi e infatti il campione intervistato continua ad essere molto insoddisfatto di quelli
accumulati, oltreché preoccupato. A tal punto che mentre il 59% sarebbe in grado di far fronte a spese impreviste di un ammontare
approssimativo di 1.000 euro, solo un minimo 20% sarebbe capace di sopportare un esborso imprevisto di 10.000 euro.
Ad ogni modo le spese a cui non può rinunciare una famiglia «normale» (ossia in grado di prendersi cura dei propri componenti), sono quelle
mediche (in rilievo il dentista) e quelle per l’istruzione. È interessante però notare la riduzione di quanti giudicano i propri risparmi
insoddisfacenti all’interno della classe socio-economica bassa e medio-bassa (-8 punti percentuali rispetto al 2013), a conferma del fatto che chi è
povero ha visto un lieve miglioramento della propria condizione economica.
Rispetto a un anno fa aumenta la soglia netta mensile al di sotto della quale una famiglia può essere considerata povera (media totale
1.550 euro versus 1.350), al contrario diminuisce quella che definisce un nucleo di persone ricche (media totale 3.830 euro versus 4.100). Gli
italiani sembrano essersi abituati a vivere con meno. Tuttavia, si ritiene che l’Italia sia un Paese sempre più diseguale, con una disparità tra
ricchi e poveri molto più elevata che nel resto d’Europa.
41. 41
Valori %
Rispetto al 2013 aumentano coloro che
si percepiscono appartenere alla classe media
29 30
51 48
20 22
2013 2014
Non sa
No
Sì
Lei ritiene che la sua famiglia possa essere considerata povera?
Base: appartengono alla classe socio-economica bassa/medio-bassa
5 4
38 46
42
38
14 12
1
2013 2014
Non indica
Classe bassa
Classe medio-bassa
Classe media
Classe medio-alta
Classe alta
Secondo Lei oggi la sua famiglia a quale classe sociale appartiene?
Base: totale campione
Dato rolling
16% sul totale
campione
15% sul totale
campione
42. 3
28
65
4 Più ricca
Stabile
Più povera
Non sa
Valori %
Base: totale campione
Aumentano anche coloro che giudicano stabile
la condizione economica della propria famiglia
Lei ritiene che la sua famiglia oggi – rispetto a 5 anni fa…
4
26
68
2 Più ricca
Stabile
Più povera
Non sa
20142013
43. 43
Valori %
Base: totale campione
Quasi 1 intervistato su 2 si aspetta nei prossimi 5 anni una situazione di stabilità
per la propria famiglia; dato in aumento rispetto al 2013
8
46
31
15 Più ricca
Stabile
Più povera
Non sa
Lei ritiene che nei prossimi 5 anni la sua famiglia sarà…
20142013
44. 3.830
3.230
3.550
3.600
3.850
4.000
4.100
3.550
3.550
3.700
4.050
4.300
TOTALE
1 percettore di reddito - 1
componente
1 percettore di reddito - 2
componenti
1 percettore di reddito - 3 o
più componenti
2 percettori di reddito - 2
componenti
2 o più percettori di reddito
- 3 o più componenti
2.300
1.750
1.900
2.400
2.270
2.450
2.100
1.650
1.750
2.050
2.000
2.250
TOTALE
1 percettore di reddito - 1
componente
1 percettore di reddito - 2
componenti
1 percettore di reddito - 3 o più
componenti
2 percettori di reddito - 2
componenti
2 o più percettori di reddito - 3
o più componenti
44
Valori medi in €Base: totale campione
Per una famiglia come la sua, qual è il reddito
netto mensile complessivo al di sotto del quale
può essere considerata povera?
1.550
1.400
1.170
1.470
1.600
1.600
1.350
1.200
1.200
1.350
1.250
1.450
TOTALE
1 percettore di reddito - 1
componente
1 percettore di reddito - 2
componenti
1 percettore di reddito - 3 o più
componenti
2 percettori di reddito - 2
componenti
2 o più percettori di reddito - 3 o
più componenti
2014
2013
Per una famiglia come la sua, qual è il
reddito netto mensile complessivo che
la definirebbe nella media?
Per una famiglia come la sua, qual è il reddito
netto mensile complessivo al di sopra del
quale può essere considerata ricca?
Aumentano la soglie che definiscono
la povertà e la classe media
45. 1
19
41
39
Più che soddisfacenti
Soddisfacenti
Poco soddisfacenti
Per nulla soddisfacenti
45
Valori %
I risparmi accumulati rimangono poco soddisfacenti, anche se
sale la percentuale di chi giudica i propri risparmi soddisfacenti
Lei ritiene che i suoi risparmi accumulati siano al momento…
1 2 1 1 915 21 16
7
22
69
42 37
33
29
53
20
42 40
50
64
24
2
Non ha figli Ha un figlio Ha 2 o più figli Bassa/ Medio-
bassa
Media Alta/Media alta
Più che soddisafacenti Soddisfacenti Poco soddisfacenti Per nulla soddisfacenti
Numero di figli
Classe
d’appartenenza
Base: totale campione
1 1 1 7
21 21 15 8
28
46
47 43
32 37
45
41
32 35
52 55
26
6
Non ha figli Ha un figlio Ha 2 o più figli Bassa/ Medio-
bassa
Media Alta/Media alta
Più che soddisafacenti Soddisfacenti Poco soddisfacenti Per nulla soddisfacenti
2014
2013
46. 46
Valori %
Base: totale campione
Quasi 6 intervistati su 10 ritengono di poter far fronte a spese
impreviste di 1.000 €, mentre solo 1 su 5 se la spesa salisse a 10.000€
La sua famiglia sarebbe in grado di far fronte a spese
impreviste di un ammontare approssimativo di 1.000
euro con risorse proprie?
Sì
59%
No
32%
Non sa
9%
La sua famiglia sarebbe in grado di far fronte a spese
impreviste di un ammontare approssimativo di 10.000
euro con risorse proprie?
Sì
20%
No
69%
Non sa
11%
47. 47
Valori %
Base: totale campione
Il divario tra ricchi e poveri in Italia viene percepito
come maggiore rispetto a quello degli altri Paesi dell’Unione Europea
Le chiediamo ora di estendere la Sua visione ai Paesi dell’Unione Europa. Lei ritiene che la disuguaglianza economica,
ossia il divario tra ricchi e poveri, in Italia sia
63
24
5
8
maggiore rispetto agli altri
Paesi dell’Unione Europea
uguale agli altri Paesi
dell’Unione Europea
minore rispetto agli altri
Paesi dell’Unione Europea
non saprei
48. 48
Base: totale campione
Mi può indicare quali sono i beni e i servizi che una famiglia con dei figli deve garantire a se stessa senza particolari difficoltà
per essere definita normale, economicamente stabile?
91
85
74
66
61
7
3
3
1
1
Cure mediche
Spese per la scuola/università
Dentista
Casa di proprietà
Auto
Motorino/moto
Cibo
Altri immobili
Vacanze, viaggi e tempo libero
Abbigliamento
Le cure mediche e le spese per la scuola
sono i beni indispensabili per una famiglia con figli
Valori %
50. 50
59
41
60
40
Uomini
Donne
Campione ponderato
Campione non ponderato
5
19
29 28
19
14 17
25 26
18
18-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni
30
22 21
27
32
20 21
27
Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole
17
83
18
82
Laureati
Non laureati
Sesso Età
Area geografica
Titolo di studio
Il campione
Base: totale campione (497)
Dato su base wave di maggio 2014
51. 51
Il responsabile degli acquisti
Per ciò che riguarda gli acquisti in famiglia, è Lei che se ne occupa ?
Valori %
1
43
51
6
Non indica
Sì, del tutto
Sì, in parte
No
Base: totale campione (497)
Dato su base wave di maggio 2014
Uomo Donna 18-34 35-44 45-64
Base 295 202 119 142 236
Sì, del tutto 34 56 34 46 46
Sì, in parte 57 42 54 49 50
No 8 2 12 4 3
Non indica 1 - - 1 1
52. 52
Base: totale campione
Dato rolling
Valori %
4 4 4 4 4 4 3 4 4 4 5 4 4 4 4 5 4 3 4 4 4 4 5 5 4 4 4
13 14 15 16 16 13 10 10 13 15 14 16 16 13 14 15 17 17 13 10 13 13 10 11 12 10 9
5 7 8 7 5 5
6 5 5 5 6 7 6
5 6 6 5 5 5 5 5 4 4 3 4 6 6
76 74 72 72 73 77 80 79 76 75 73 71 72 76 75 73 73 74 76 79 76 77 79 79 78 78 79
2 1 1 1 2 1 1 2 2 1 2 2 2 2 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Sì, è cambiato ed èpiù stabile Sì, è cambiato ed èmeno stabile Sì, è cambiato ma è stabile nello stesso modo No, non è cambiato Non sa
È cambiato il suo contratto di lavoro negli ultimi 12 mesi?
Il contratto di lavoro