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Lunedì, 16 marzo 2015
Assunzione categorie protette, quando l’esonero con autocertificazione.
L’art. 5 della L. 68/1999 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) stabilisce: 1) che i
datori di lavoro pubblici e privati dei seguenti settori a) trasporto aereo, b) trasporto
marittimo, c) trasporto terrestre, d) edilizia* e) impianti a fune, f) autotrasporto, g)
miniere; non sono obbligati ad assumere persone appartenenti alle categorie cd
protette
2) che per le aziende che occupano addetti impegnati in lavorazioni che
comportano il pagamento di un tasso di premio ai fini Inail pari o superiore al 60 per
1000 la procedura di esonero (prevista al punto 1, Nda) è sostituita da
un’autocertificazione (…)”.
La materia del punto 2) ha formato oggetto l’interpello (n. 4/2015 pubblicato
nella serie del 6 marzo 2015) dell’Associazione nazionale dei comuni, ANCI, che ha
chiesto se la procedura di esonero “debba intendersi riferito anche agli enti
pubblici”.
La risposta della Commissione è stata che la previsione dell’autocertificazione “non
può intendersi riferita agli enti pubblici, in quanto il testo fa esplicito riferimento alle
aziende, contrariamente a quanto avviene anche in altre parti dello stesso art. 5
(della 68/1999, ndr), in cui il legislatore ha preso espressamente in considerazione i
datori di lavoro privati e gli enti pubblici”. (Articolo di Enzo Gonano)
Fonte:quotidianosicurezza.it
6000 campanili, 100 milioni per i piccoli comuni nel nuovo bando del Mit
Nuovi progetti di interventi per 6000 campanili. Il Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti ha firmato il 6 marzo 2015 un nuovo bando con il quale mette a
disposizione dei piccoli comuni 100 milioni di euro per la realizzazione di opere
infrastrutturali.
I comuni ammessi al bando dovranno avere meno di 5000 abitanti. I finanziamenti
dovranno interessare interventi stabiliti dal Mit e Anci con una convenzione stipulata
il 5 marzo 2015 e riguardanti:
- qualificazione e manutenzione del territorio;
- recupero e messa in sicurezza di edifici pubblici in particolare scolastici e strutture
socio-assistenziali;
- riqualificazione di aree dimesse;
- riduzione del dissesto idrogeologico.
Gli interventi potranno avere un costo variabile dai 100 ai 400 mila euro. I comuni
che verranno ammessi al finanziamento dovranno presentare successivo bando di
gara o determina a contrarre entro il 31 agosto 2015.
Con tale nuova fase del programma, che ricordiamo essere in attuazione
dell’articolo 3 dello Sblocca Italia, il Ministero prevede di finanziare dai 250 ai 1000
interventi.
Fonte: quotidianosicurezza.it
Sulle funzioni di “alta vigilanza” del coordinatore per l’esecuzione
Nell’esercizio del dovere di “alta vigilanza” il CSE non deve limitarsi a contestare alle
imprese la violazione degli obblighi di sicurezza ma deve anche verificare il
tempestivo adeguamento alle prescrizioni impartite.
Messe ancora una volta a punto dalla Corte di Cassazione in questa sentenza le
funzioni di “alta vigilanza” che il legislatore ha voluto assegnare al coordinatore per
l’esecuzione nei cantieri temporanei o mobili (CSE). La suprema Corte, nel
richiamare tutti gli obblighi posti a carico del CSE nei cantieri temporanei o mobili e
previsti dall’art. 92 del D. Lgs. 9/4/2008 n. 81 e s.m.i., ha tenuto a precisare che non è
sufficiente che nell’esercitare il suo dovere di “alta vigilanza” il CSE si limiti a
contestare alle imprese esecutrici le eventuali violazioni degli obblighi di sicurezza sul
lavoro posti a loro carico dalle specifiche disposizioni di legge ma deve anche e
soprattutto provvedere a verificare con continuità e tempestività che le imprese
stesse abbiano adempiuto alle prescrizioni da loro impartite (Estratto dell’articolo di
Gerardo Porreca)
Fonte: puntosicuro.it
Nuove norme UNI in italiano
UNI EN 1366-1:2014 “Prove di resistenza al fuoco per impianti di fornitura servizi -
Parte 1: Condotte di ventilazione”
UNI EN 1366-12:2014 “Prove di resistenza al fuoco per impianti di fornitura servizi -
Parte 12: Barriere tagliafuoco non meccaniche per le condotte di ventilazione”
La commissione tecnica Comportamento all’incendio ha pubblicato le norme UNI
EN 1366-1 e UNI EN 1366-12 in relazione alle prove di resistenza al fuoco per impianti
di fornitura servizi.
La parte 1 della UNI EN 1366, che sostituisce la UNI EN 1366-1:2001, è relativa alle
condotte di ventilazione e specifica un metodo per la determinazione della
resistenza all'incendio di condotte di ventilazione verticali ed orizzontali compresi i
pannelli di accesso, che sono parte integrante delle condotte sottoposte a prova.
Le prove esaminano il comportamento delle condotte esposte al fuoco dall'esterno
e dall’interno delle condotte.
La parte 12 della UNI EN 1366, invece, riguarda le barriere tagliafuoco non
meccaniche per le condotte di ventilazione; essa specifica un metodo per la
determinazione della resistenza al fuoco di barriere tagliafuoco non meccaniche
installate negli elementi di separazione del fuoco, progettati per resistere al calore e
al passaggio di fumo e di gas ad alta temperatura. La norma è utilizzata
congiuntamente alla UNI EN 1363-1 e UNI EN 1366-2.
UNI EN 16034:2014 “Porte pedonali, porte industriali, commerciali, da garage e
finestre apribili - Norma di prodotto, caratteristiche prestazionali - Caratteristiche di
resistenza al fuoco e/o controllo del fumo”
La norma UNI EN 16034 si occupa delle caratteristiche di resistenza al fuoco e/o
controllo del fumo di porte pedonali, porte industriali, commerciali, da garage e
finestre apribili.
Essa identifica, indipendentemente dal materiale, i requisiti di sicurezza e
prestazionali applicabili a tutti i prodotti per la resistenza al fuoco e/o controllo del
fumo per l'impiego in compartimenti per la resistenza al fuoco e/o controllo del
fumo e/o sulle vie di fuga.
UNI EN 13225:2013 “Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi strutturali lineari”
La commissione tecnica Ingegneria strutturale ha pubblicato la norma UNI EN 13225
in relazione ai prodotti prefabbricati di calcestruzzo e, in particolare, agli elementi
strutturali lineari.
La norma specifica i requisiti, i criteri prestazionali di base e la valutazione di
conformità degli elementi prefabbricati lineari (come colonne, travi ed elementi dei
telai) realizzati con calcestruzzo armato o precompresso, normale o leggero,
impiegati nella costruzione di strutture di edifici e di altre opere di ingegneria civile,
ad eccezione dei ponti. La norma tratta anche la terminologia, i criteri di
prestazione, le tolleranze, le proprietà fisiche pertinenti, i metodi di prova e gli aspetti
inerenti il trasporto e la costruzione dell’opera.
UNI EN 16487:2015 “Acustica - Procedura di prove per controsoffitti - Assorbimento
acustico”
La commissione tecnica Acustica e vibrazioni ha pubblicato la norma UNI EN 16487
in relazione alla procedura di prova per la determinazione dell’assorbimento
acustico dei controsoffitti.
La norma specifica le informazioni supplementari e le condizioni di montaggio
necessarie per svolgere in modo efficiente e in condizioni normate in camera
riverberante la determinazione dei coefficienti di assorbimento acustico secondo la
UNI EN ISO 354. I risultati ottenuti sono usati per la progettazione acustica degli
ambienti e per convertire i valori del coefficiente di assorbimento acustico
dipendenti dalla frequenza in un indice di valutazione unico, αw, secondo la UNI EN
ISO 11654.
UNI EN 12547:2014 “Centrifughe - Requisiti comuni di sicurezza”
La norma tecnica UNI EN 12547, che ritira e sostituisce la UNI EN 12547:2009, è stata
pubblicata in lingua italiana: essa si occupa dei requisiti comuni di sicurezza
relativamente alle centrifughe.
La norma si applica a centrifughe per la separazione o il cambiamento di
concentrazione di miscele di liquidi e solidi. Essa fornisce i requisiti per ridurre al
minimo i pericoli significativi collegati al funzionamento delle centrifughe.
Fonte: UNI
L’igiene degli impianti di climatizzazione nei luoghi di lavoro
La Procedura Operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene
degli impianti di trattamento dell’aria: le fasi ispettive e gli interventi da effettuare
sull’impianto.
La “ Procedura Operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene
degli impianti di trattamento dell’aria”, sottoscritta nell’ambito dell’Accordo Stato-
Regioni il 7 febbraio 2013, fornisce ai datori di lavoro uno strumento utile per
orientarsi tra gli obblighi di legge e gli adempimenti di tipo volontario. Con
particolare riguardo ai rischi di natura biologica, fornisce indicazioni per la
standardizzazione degli eventuali campionamenti microbiologici da effettuare in
fase di ispezione tecnica dell’impianto. Inoltre, viene proposta l’adozione di
specifiche misure di controllo della contaminazione da Legionella spp, qualora la
concentrazione batterica totale dell’acqua della sezione di umidificazione e della
torre evaporativa, pur contenuta entro i limiti previsti dalle “Linee Guida per la
definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva degli impianti di
climatizzazione” (2006), non permetta di escludere rischi per la salute.
Introduzione
I contaminanti aerodispersi presenti negli ambienti indoor sono stati da tempo
associati sia all’insorgenza di una sintomatologia nota come Sick Building Syndrome
(che si risolve con l’allontanamento dall’edificio) sia a vere e proprie patologie, note
con il termine Building Related Illness, come ad esempio: legionellosi, aspergillosi,
asma bronchiale e alveolite allergica (che non si risolvono con l’allontanamento
dall’edificio).
L’insalubrità dell’aria negli ambienti chiusi è spesso correlata alle cattive condizioni
igieniche degli impianti di climatizzazione (aeraulici) dovute, oltre che alla
mancanza di interventi di pulizia e sanificazione, anche a errori di progettazione e
installazione. In questi casi gli impianti possono diffondere numerosi inquinanti la cui
origine può essere ricondotta alla presenza di residui di materiali da costruzione, resti
di origine vegetale e animale (piccioni, topi, insetti) o muffe e batteri che
contaminano l’acqua e le superfici.
La corretta utilizzazione e manutenzione degli impianti aeraulici aiuta a garantire la
qualità dell’aria immessa e il mantenimento di buone condizioni igieniche
dell’ambiente di lavoro, permettendo di controllare i rischi per il benessere e la
salute dei lavoratori correlabili alla presenza di inquinanti aerodiffusi (fisici, chimici e
biologici).
Campo di applicazione
La “Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene
degli impianti di trattamento dell’aria” è riferita a tutti gli impianti di trattamento
dell’aria, a servizio di ambienti di lavoro chiusi, destinati a garantire il benessere
termo-igrometrico degli occupanti, la movimentazione e la qualità dell’aria. Gli
impianti semplificati dal punto di vista strutturale e funzionale (ad esempio privi di
umidificazione) sono interessati dalla procedura solo per le parti di pertinenza.
Sono esclusi gli impianti di regolazione della temperatura senza immissione forzata di
aria esterna (ad esempio termoconvettori, condizionatori a parete, stufe) e gli
impianti di processo
per la realizzazione di particolari lavorazioni industriali.
Principali elementi innovativi della procedura
Per la prima volta è stato sottoscritto dalla Conferenza permanente per i rapporti tra
lo Stato le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano un accordo sulla
gestione degli impianti aeraulici che si rivolge ai datori di lavoro in quanto
responsabili delle condizioni di salubrità dell’aria degli ambienti di lavoro. La
procedura fornisce indicazioni pratiche per la valutazione e gestione dei rischi
correlati all’igiene degli impianti di trattamento dell’aria e per la pianificazione degli
interventi di manutenzione in considerazione di quanto riportato nelle leggi regionali,
linee guida nazionali e norme tecniche prodotte sull’argomento.
Rispetto alle precedenti linee guida del 2006 relative alla manutenzione degli
impianti di climatizzazione, “Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di
manutenzione predittiva degli impianti di climatizzazione”, la procedura introduce
due principali elementi innovativi:
• la possibilità di valutare alcuni aspetti dello stato di conservazione e igienico
dell’impianto
mediante ispezione visiva svolta anche indipendentemente da quella tecnica;
• la periodicità di esecuzione delle due tipologie di ispezioni (visiva e tecnica) non
predeterminata, ma programmabile sulla base degli esiti di quelle precedenti e lo
“storico” degli interventi sull’impianto.
Il documento redatto in forma sintetica, schematica e di facile consultazione indica
i punti critici dell’impianto che devono essere oggetto di verifiche periodiche e
mette a disposizione check list, report e format per la raccolta, la registrazione e la
conservazione dei dati relativi alle ispezioni effettuate. Inoltre, dove possibile,
fornisce i valori limite di riferimento da utilizzare per la valutazione dei risultati delle
indagini ambientali.
L’ispezione visiva permette di accertare lo stato dei vari componenti dell’impianto
nell’ambito di interventi manutentivi programmati. Tale esame consiste nel valutare
lo stato igienico di alcuni punti critici dell’impianto e la loro funzionalità. La
procedura identifica i responsabili della programmazione e dell’esecuzione delle
verifiche e propone una check list dei controlli da effettuare, corredata di sintetiche
indicazioni sulle eventuali misure da mettere in atto nel caso fossero rilevati evidenti
segni di usura o compromissione delle condizioni igieniche.
L’ispezione tecnica, rispetto alla visiva, consente una diagnosi più approfondita
delle condizioni di “salute“ dell’impianto e usualmente prevede campionamenti e
controlli tecnici sui vari componenti al fine di valutarne l’efficienza, lo stato di
conservazione e le condizioni igieniche. Essa permette di diagnosticare le criticità
manifestate dall’impianto, le misure da intraprendere e la tempistica con la quale
intervenire. La procedura, in considerazione delle diverse tipologie d’impianto e
della varietà di condizioni ambientali e climatiche, non stabilisce una periodicità di
esecuzione dell’ispezione tecnica; questa potrà essere determinata caso per caso,
sulla base di:
• valutazione dei rischi specifici rilevati,
• esito dell’ispezione visiva,
• precedenti ispezioni tecniche.
Di seguito è riportato lo schema che sintetizza le fasi ispettive e gli interventi da
effettuare sull’impianto e si rimanda alla lettura della procedura per quanto attiene
agli aspetti più tecnici (Conferenza Stato Regioni: procedure per gli impianti
trattamento aria). (Articolo a cura di P. Anzidei, A. Mansi, P. Tomao, F. Venanzetti)
Fonte: puntosicuro.it

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  • 1. News 10/SSL/2015 Lunedì, 16 marzo 2015 Assunzione categorie protette, quando l’esonero con autocertificazione. L’art. 5 della L. 68/1999 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) stabilisce: 1) che i datori di lavoro pubblici e privati dei seguenti settori a) trasporto aereo, b) trasporto marittimo, c) trasporto terrestre, d) edilizia* e) impianti a fune, f) autotrasporto, g) miniere; non sono obbligati ad assumere persone appartenenti alle categorie cd protette 2) che per le aziende che occupano addetti impegnati in lavorazioni che comportano il pagamento di un tasso di premio ai fini Inail pari o superiore al 60 per 1000 la procedura di esonero (prevista al punto 1, Nda) è sostituita da un’autocertificazione (…)”. La materia del punto 2) ha formato oggetto l’interpello (n. 4/2015 pubblicato nella serie del 6 marzo 2015) dell’Associazione nazionale dei comuni, ANCI, che ha chiesto se la procedura di esonero “debba intendersi riferito anche agli enti pubblici”. La risposta della Commissione è stata che la previsione dell’autocertificazione “non può intendersi riferita agli enti pubblici, in quanto il testo fa esplicito riferimento alle aziende, contrariamente a quanto avviene anche in altre parti dello stesso art. 5 (della 68/1999, ndr), in cui il legislatore ha preso espressamente in considerazione i datori di lavoro privati e gli enti pubblici”. (Articolo di Enzo Gonano) Fonte:quotidianosicurezza.it 6000 campanili, 100 milioni per i piccoli comuni nel nuovo bando del Mit Nuovi progetti di interventi per 6000 campanili. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha firmato il 6 marzo 2015 un nuovo bando con il quale mette a disposizione dei piccoli comuni 100 milioni di euro per la realizzazione di opere infrastrutturali. I comuni ammessi al bando dovranno avere meno di 5000 abitanti. I finanziamenti dovranno interessare interventi stabiliti dal Mit e Anci con una convenzione stipulata il 5 marzo 2015 e riguardanti: - qualificazione e manutenzione del territorio; - recupero e messa in sicurezza di edifici pubblici in particolare scolastici e strutture socio-assistenziali; - riqualificazione di aree dimesse;
  • 2. - riduzione del dissesto idrogeologico. Gli interventi potranno avere un costo variabile dai 100 ai 400 mila euro. I comuni che verranno ammessi al finanziamento dovranno presentare successivo bando di gara o determina a contrarre entro il 31 agosto 2015. Con tale nuova fase del programma, che ricordiamo essere in attuazione dell’articolo 3 dello Sblocca Italia, il Ministero prevede di finanziare dai 250 ai 1000 interventi. Fonte: quotidianosicurezza.it Sulle funzioni di “alta vigilanza” del coordinatore per l’esecuzione Nell’esercizio del dovere di “alta vigilanza” il CSE non deve limitarsi a contestare alle imprese la violazione degli obblighi di sicurezza ma deve anche verificare il tempestivo adeguamento alle prescrizioni impartite. Messe ancora una volta a punto dalla Corte di Cassazione in questa sentenza le funzioni di “alta vigilanza” che il legislatore ha voluto assegnare al coordinatore per l’esecuzione nei cantieri temporanei o mobili (CSE). La suprema Corte, nel richiamare tutti gli obblighi posti a carico del CSE nei cantieri temporanei o mobili e previsti dall’art. 92 del D. Lgs. 9/4/2008 n. 81 e s.m.i., ha tenuto a precisare che non è sufficiente che nell’esercitare il suo dovere di “alta vigilanza” il CSE si limiti a contestare alle imprese esecutrici le eventuali violazioni degli obblighi di sicurezza sul lavoro posti a loro carico dalle specifiche disposizioni di legge ma deve anche e soprattutto provvedere a verificare con continuità e tempestività che le imprese stesse abbiano adempiuto alle prescrizioni da loro impartite (Estratto dell’articolo di Gerardo Porreca) Fonte: puntosicuro.it Nuove norme UNI in italiano UNI EN 1366-1:2014 “Prove di resistenza al fuoco per impianti di fornitura servizi - Parte 1: Condotte di ventilazione” UNI EN 1366-12:2014 “Prove di resistenza al fuoco per impianti di fornitura servizi - Parte 12: Barriere tagliafuoco non meccaniche per le condotte di ventilazione”
  • 3. La commissione tecnica Comportamento all’incendio ha pubblicato le norme UNI EN 1366-1 e UNI EN 1366-12 in relazione alle prove di resistenza al fuoco per impianti di fornitura servizi. La parte 1 della UNI EN 1366, che sostituisce la UNI EN 1366-1:2001, è relativa alle condotte di ventilazione e specifica un metodo per la determinazione della resistenza all'incendio di condotte di ventilazione verticali ed orizzontali compresi i pannelli di accesso, che sono parte integrante delle condotte sottoposte a prova. Le prove esaminano il comportamento delle condotte esposte al fuoco dall'esterno e dall’interno delle condotte. La parte 12 della UNI EN 1366, invece, riguarda le barriere tagliafuoco non meccaniche per le condotte di ventilazione; essa specifica un metodo per la determinazione della resistenza al fuoco di barriere tagliafuoco non meccaniche installate negli elementi di separazione del fuoco, progettati per resistere al calore e al passaggio di fumo e di gas ad alta temperatura. La norma è utilizzata congiuntamente alla UNI EN 1363-1 e UNI EN 1366-2. UNI EN 16034:2014 “Porte pedonali, porte industriali, commerciali, da garage e finestre apribili - Norma di prodotto, caratteristiche prestazionali - Caratteristiche di resistenza al fuoco e/o controllo del fumo” La norma UNI EN 16034 si occupa delle caratteristiche di resistenza al fuoco e/o controllo del fumo di porte pedonali, porte industriali, commerciali, da garage e finestre apribili. Essa identifica, indipendentemente dal materiale, i requisiti di sicurezza e prestazionali applicabili a tutti i prodotti per la resistenza al fuoco e/o controllo del fumo per l'impiego in compartimenti per la resistenza al fuoco e/o controllo del fumo e/o sulle vie di fuga. UNI EN 13225:2013 “Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi strutturali lineari” La commissione tecnica Ingegneria strutturale ha pubblicato la norma UNI EN 13225 in relazione ai prodotti prefabbricati di calcestruzzo e, in particolare, agli elementi strutturali lineari. La norma specifica i requisiti, i criteri prestazionali di base e la valutazione di conformità degli elementi prefabbricati lineari (come colonne, travi ed elementi dei telai) realizzati con calcestruzzo armato o precompresso, normale o leggero, impiegati nella costruzione di strutture di edifici e di altre opere di ingegneria civile, ad eccezione dei ponti. La norma tratta anche la terminologia, i criteri di prestazione, le tolleranze, le proprietà fisiche pertinenti, i metodi di prova e gli aspetti inerenti il trasporto e la costruzione dell’opera. UNI EN 16487:2015 “Acustica - Procedura di prove per controsoffitti - Assorbimento acustico”
  • 4. La commissione tecnica Acustica e vibrazioni ha pubblicato la norma UNI EN 16487 in relazione alla procedura di prova per la determinazione dell’assorbimento acustico dei controsoffitti. La norma specifica le informazioni supplementari e le condizioni di montaggio necessarie per svolgere in modo efficiente e in condizioni normate in camera riverberante la determinazione dei coefficienti di assorbimento acustico secondo la UNI EN ISO 354. I risultati ottenuti sono usati per la progettazione acustica degli ambienti e per convertire i valori del coefficiente di assorbimento acustico dipendenti dalla frequenza in un indice di valutazione unico, αw, secondo la UNI EN ISO 11654. UNI EN 12547:2014 “Centrifughe - Requisiti comuni di sicurezza” La norma tecnica UNI EN 12547, che ritira e sostituisce la UNI EN 12547:2009, è stata pubblicata in lingua italiana: essa si occupa dei requisiti comuni di sicurezza relativamente alle centrifughe. La norma si applica a centrifughe per la separazione o il cambiamento di concentrazione di miscele di liquidi e solidi. Essa fornisce i requisiti per ridurre al minimo i pericoli significativi collegati al funzionamento delle centrifughe. Fonte: UNI L’igiene degli impianti di climatizzazione nei luoghi di lavoro La Procedura Operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento dell’aria: le fasi ispettive e gli interventi da effettuare sull’impianto. La “ Procedura Operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento dell’aria”, sottoscritta nell’ambito dell’Accordo Stato- Regioni il 7 febbraio 2013, fornisce ai datori di lavoro uno strumento utile per orientarsi tra gli obblighi di legge e gli adempimenti di tipo volontario. Con particolare riguardo ai rischi di natura biologica, fornisce indicazioni per la standardizzazione degli eventuali campionamenti microbiologici da effettuare in fase di ispezione tecnica dell’impianto. Inoltre, viene proposta l’adozione di specifiche misure di controllo della contaminazione da Legionella spp, qualora la concentrazione batterica totale dell’acqua della sezione di umidificazione e della torre evaporativa, pur contenuta entro i limiti previsti dalle “Linee Guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva degli impianti di climatizzazione” (2006), non permetta di escludere rischi per la salute. Introduzione I contaminanti aerodispersi presenti negli ambienti indoor sono stati da tempo associati sia all’insorgenza di una sintomatologia nota come Sick Building Syndrome
  • 5. (che si risolve con l’allontanamento dall’edificio) sia a vere e proprie patologie, note con il termine Building Related Illness, come ad esempio: legionellosi, aspergillosi, asma bronchiale e alveolite allergica (che non si risolvono con l’allontanamento dall’edificio). L’insalubrità dell’aria negli ambienti chiusi è spesso correlata alle cattive condizioni igieniche degli impianti di climatizzazione (aeraulici) dovute, oltre che alla mancanza di interventi di pulizia e sanificazione, anche a errori di progettazione e installazione. In questi casi gli impianti possono diffondere numerosi inquinanti la cui origine può essere ricondotta alla presenza di residui di materiali da costruzione, resti di origine vegetale e animale (piccioni, topi, insetti) o muffe e batteri che contaminano l’acqua e le superfici. La corretta utilizzazione e manutenzione degli impianti aeraulici aiuta a garantire la qualità dell’aria immessa e il mantenimento di buone condizioni igieniche dell’ambiente di lavoro, permettendo di controllare i rischi per il benessere e la salute dei lavoratori correlabili alla presenza di inquinanti aerodiffusi (fisici, chimici e biologici). Campo di applicazione La “Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento dell’aria” è riferita a tutti gli impianti di trattamento dell’aria, a servizio di ambienti di lavoro chiusi, destinati a garantire il benessere termo-igrometrico degli occupanti, la movimentazione e la qualità dell’aria. Gli impianti semplificati dal punto di vista strutturale e funzionale (ad esempio privi di umidificazione) sono interessati dalla procedura solo per le parti di pertinenza. Sono esclusi gli impianti di regolazione della temperatura senza immissione forzata di aria esterna (ad esempio termoconvettori, condizionatori a parete, stufe) e gli impianti di processo per la realizzazione di particolari lavorazioni industriali. Principali elementi innovativi della procedura Per la prima volta è stato sottoscritto dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano un accordo sulla gestione degli impianti aeraulici che si rivolge ai datori di lavoro in quanto responsabili delle condizioni di salubrità dell’aria degli ambienti di lavoro. La procedura fornisce indicazioni pratiche per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento dell’aria e per la pianificazione degli interventi di manutenzione in considerazione di quanto riportato nelle leggi regionali, linee guida nazionali e norme tecniche prodotte sull’argomento. Rispetto alle precedenti linee guida del 2006 relative alla manutenzione degli impianti di climatizzazione, “Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva degli impianti di climatizzazione”, la procedura introduce due principali elementi innovativi:
  • 6. • la possibilità di valutare alcuni aspetti dello stato di conservazione e igienico dell’impianto mediante ispezione visiva svolta anche indipendentemente da quella tecnica; • la periodicità di esecuzione delle due tipologie di ispezioni (visiva e tecnica) non predeterminata, ma programmabile sulla base degli esiti di quelle precedenti e lo “storico” degli interventi sull’impianto. Il documento redatto in forma sintetica, schematica e di facile consultazione indica i punti critici dell’impianto che devono essere oggetto di verifiche periodiche e mette a disposizione check list, report e format per la raccolta, la registrazione e la conservazione dei dati relativi alle ispezioni effettuate. Inoltre, dove possibile, fornisce i valori limite di riferimento da utilizzare per la valutazione dei risultati delle indagini ambientali. L’ispezione visiva permette di accertare lo stato dei vari componenti dell’impianto nell’ambito di interventi manutentivi programmati. Tale esame consiste nel valutare lo stato igienico di alcuni punti critici dell’impianto e la loro funzionalità. La procedura identifica i responsabili della programmazione e dell’esecuzione delle verifiche e propone una check list dei controlli da effettuare, corredata di sintetiche indicazioni sulle eventuali misure da mettere in atto nel caso fossero rilevati evidenti segni di usura o compromissione delle condizioni igieniche. L’ispezione tecnica, rispetto alla visiva, consente una diagnosi più approfondita delle condizioni di “salute“ dell’impianto e usualmente prevede campionamenti e controlli tecnici sui vari componenti al fine di valutarne l’efficienza, lo stato di conservazione e le condizioni igieniche. Essa permette di diagnosticare le criticità manifestate dall’impianto, le misure da intraprendere e la tempistica con la quale intervenire. La procedura, in considerazione delle diverse tipologie d’impianto e della varietà di condizioni ambientali e climatiche, non stabilisce una periodicità di esecuzione dell’ispezione tecnica; questa potrà essere determinata caso per caso, sulla base di: • valutazione dei rischi specifici rilevati, • esito dell’ispezione visiva, • precedenti ispezioni tecniche. Di seguito è riportato lo schema che sintetizza le fasi ispettive e gli interventi da effettuare sull’impianto e si rimanda alla lettura della procedura per quanto attiene agli aspetti più tecnici (Conferenza Stato Regioni: procedure per gli impianti trattamento aria). (Articolo a cura di P. Anzidei, A. Mansi, P. Tomao, F. Venanzetti)