La Valutazione Pedagogica Formativa per educare, cioè far emergere quelle strategie più efficaci allo scopo di migliorare – singolarmente come individui o collegialmente come comunità professionali – la qualità dei servizi erogati dalle singole istituzioni scolastiche.
La valutazione pedagogica è formativa quando le «evidenze raccolte sono utilizzate per adattare l’insegnamento ai bisogni educativi degli alunni.
S.o.f.e. Sistema Obiettivi Fondamentali EducazioneLaura Lucci
Strumento pratico che aiuta a focalizzare e a lavorare sui valori che sono alla base dell' "essere uomo".
Corso del Prof Zanniello Università di Palermo.
Ripensare la professionalità dell’insegnante nella scuola dell’infanzia, prim...Arianna Lazzari
La presentazione si propone di offrire un contributo al dibattito sulla professionalità docente da una prospettiva inedita e relativamente poco esplorata in letteratura, quella della continuità tra i diversi gradi del sistema scolastico. Se da un lato la letteratura sulla professionalità degli insegnanti risulta essere piuttosto ricca e variegata – facendo riferimento ai molteplici paradigmi, da quello manageriale a quello del professionista riflessivo, che ne caratterizzano la ricerca empirica – dall’altro essa appare contraddistinta da una certa settorialità che delimita il campo di indagine a quello di ciascun grado scolastico in cui tale professionalità viene esercitata.
L’elaborazione di questo contributo ‘a tre voci’ nasce dunque dalla volontà comune delle autrici di riflettere sul tema della professionalità a partire da una prospettiva piuttosto inusuale, che mette in relazione gli esiti di tre ricerche empiriche i cui soggetti protagonisti sono insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. La riflessione sui risultati di tali ricerche costituisce il punto di approdo di un confronto scaturito all’interno di un percorso di dottorato che ciascuna delle tre autrici ha intrapreso all’interno Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna tra il 2008 e il 2013. Il presente contributo si propone dunque di innescare un dialogo tra le molteplici concettualizzazioni che emergono dai vissuti professionali degli insegnanti coinvolti nei tre studi con l’intento di esplorare nuove piste di ricerca e, al contempo, di creare un terreno comune che renda possibile il confronto tra queste diversi sguardi sul tema della professionalità docente.
La Valutazione Pedagogica Formativa per educare, cioè far emergere quelle strategie più efficaci allo scopo di migliorare – singolarmente come individui o collegialmente come comunità professionali – la qualità dei servizi erogati dalle singole istituzioni scolastiche.
La valutazione pedagogica è formativa quando le «evidenze raccolte sono utilizzate per adattare l’insegnamento ai bisogni educativi degli alunni.
S.o.f.e. Sistema Obiettivi Fondamentali EducazioneLaura Lucci
Strumento pratico che aiuta a focalizzare e a lavorare sui valori che sono alla base dell' "essere uomo".
Corso del Prof Zanniello Università di Palermo.
Ripensare la professionalità dell’insegnante nella scuola dell’infanzia, prim...Arianna Lazzari
La presentazione si propone di offrire un contributo al dibattito sulla professionalità docente da una prospettiva inedita e relativamente poco esplorata in letteratura, quella della continuità tra i diversi gradi del sistema scolastico. Se da un lato la letteratura sulla professionalità degli insegnanti risulta essere piuttosto ricca e variegata – facendo riferimento ai molteplici paradigmi, da quello manageriale a quello del professionista riflessivo, che ne caratterizzano la ricerca empirica – dall’altro essa appare contraddistinta da una certa settorialità che delimita il campo di indagine a quello di ciascun grado scolastico in cui tale professionalità viene esercitata.
L’elaborazione di questo contributo ‘a tre voci’ nasce dunque dalla volontà comune delle autrici di riflettere sul tema della professionalità a partire da una prospettiva piuttosto inusuale, che mette in relazione gli esiti di tre ricerche empiriche i cui soggetti protagonisti sono insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. La riflessione sui risultati di tali ricerche costituisce il punto di approdo di un confronto scaturito all’interno di un percorso di dottorato che ciascuna delle tre autrici ha intrapreso all’interno Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna tra il 2008 e il 2013. Il presente contributo si propone dunque di innescare un dialogo tra le molteplici concettualizzazioni che emergono dai vissuti professionali degli insegnanti coinvolti nei tre studi con l’intento di esplorare nuove piste di ricerca e, al contempo, di creare un terreno comune che renda possibile il confronto tra queste diversi sguardi sul tema della professionalità docente.
La Dirigente scolastica Maria Caccagni ha tenuto un incontro con i docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado per la formazione del personale.
Descrizione delle qualità dell'insegnante come professionista dell'educazione, oltre l'idea che per essere un buon insegnante basti "avere a cuore" i bambini.
La competenza e la professionalità dei docenti si costruisce giorno per giorno con impegno e formazione continui.
Processi e metodologie dell’insegnamento.
Formare con metodo (prof. Fiorino Tessaro)
Sintesi ed integrazione dei contenuti a cura di:
prof.ssa Crivellaro Annalisa
prof. Spinarelli Mauro
La Dirigente scolastica Maria Caccagni ha tenuto un incontro con i docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado per la formazione del personale.
Descrizione delle qualità dell'insegnante come professionista dell'educazione, oltre l'idea che per essere un buon insegnante basti "avere a cuore" i bambini.
La competenza e la professionalità dei docenti si costruisce giorno per giorno con impegno e formazione continui.
Processi e metodologie dell’insegnamento.
Formare con metodo (prof. Fiorino Tessaro)
Sintesi ed integrazione dei contenuti a cura di:
prof.ssa Crivellaro Annalisa
prof. Spinarelli Mauro
L'Età della Partecipazione, inaugurata dalla Rete, è carica di promesse: cittadinanza attiva, consumo consapevole, creatività diffusa, intelligenza collettiva, saperi condivisi, scambio di conoscenze. Tuttavia, se ci si aspetta di vederla sorgere all'orizzonte come un'alba scontata e inevitabile, si finirà per trasformarla nel suo contrario, producendo una nuova, vasta massa di esclusi.
Riflessione Metacognitiva finale - gruppo docenti CaivanoCorrado Izzo
Compito di realtà: formulare una riflessione sugli esiti del corso di formazione in previsione dell'incontro conclusivo in cui i corsisti dovranno illustrare ai membri dei collegi dei docenti le implicazioni formative e le piste di lavoro su cui focalizzare l'attenzione il prossimo anno scolastico.
Formazione tradizionale e e-learning I processi di apprendimento sono diventati più complessi a causa del sorgere di nuove tecnologie, in particolare Internet. Le possibilità di apprendimento collaborativo aperto e flessibile ha risvegliato l'interesse dei docenti e ricercatori a indagare e comprendere le condizioni e le caratteristiche che i nuovi metodi di apprendimento possono contribuire. Se come docenti possiamo essere soddisfatti circa le possibilità di un cambiamento pedagogico che l'e-learning può portare, non dobbiamo smettere di interrogarci sulla qualità di questi processi di istruzione e di apprendimento. Questo documento analizza i processi di comunicazione e didattica innovativa. Abbiamo pensato a un sistema di categorie che consente l'analisi dell'interazione didattica. E' importante sapere che gli elementi di comunicazione sociale, cognitiva e didattica saranno il nuovo sviluppo dell'apprendimento in ambienti virtuali in modo sempre più efficace. Le nuove forme di comunicazione che coinvolgono la telematica sono una grande sfida, quando concettualizzare ciò che è stato tradizionalmente inteso come comunicazione in materia di istruzione. Uno dei temi più prolifici nella letteratura recente sulla comunicazione del contesto educativo, riguarda l'uso didattico delle nuove tecnologie e quindi non sorprende che una revisione della bibliografia specializzata, rivela molti riferimenti alla concetto di Computer Mediated Communication. Nella progettazione del formato didattico, assumono grande rilevanza le decisioni relative alla definizione degli obiettivi didattici e dei relativi approcci metodologici, alla progettazione delle attività, dei contenuti e delle attività di valutazione. Sono da includere in questa categoria l’organizzazione dei discenti e la definizione delle figure professionali coinvolte nell’erogazione.
Gli obiettivi didattici devono essere specificati chiaramente e resi noti a tutto il gruppo di progetto. Il formato didattico viene progettato, di conseguenza, grazie ai dati raccolti durante lo studio di fattibilità, alle caratteristiche degli utenti e ai vincoli definiti a priori, descritti nel documento di avvio del progetto.
Gli obiettivi possono essere descritti a seconda della modalità più appropriata al contesto.
Una modalità molto diffusa è relativa alla tipica tassonomia “sapere, saper fare, saper essere”.
Un’altra modalità, invece, è legata all’identificazione degli obiettivi generali complessivi del corso, quindi degli obiettivi specifici dei singoli insegnamenti e, infine, degli obiettivi trasversali. Tale classificazione è basata, quindi, sulla tipologia di competenze da acquisire:
Anche per la formazione la valutazione ex post è una delle sfide più difficili: il modello di curricolo verticale elaborato dal gruppo di lavoro di Caivano fornisce un chiaro riscontro degli impatti positivi, a breve a lungo termine, che la formazione può e deve garantire per potersi definire di qualità.
L’intento della “valutazione autentica” quello di coinvolgere gli studenti in compiti che richiedono di applicare le conoscenze nelle esperienze del mondo reale.
Il passaggio dalla società delle conoscenze alla società delle competenze stimola un progressivo superamento della didattica di tipo trasmissivo a verso esperienze di apprendimento di tipo collaborativo ed esperienziale.
Cambiare il modo in cui si insegna rafforzando la propria leadership educativa significa diventare PARTNER degli studenti.
Active learning, collaborative learning, student-centered learning, learning by doing sono solo alcune delle strategie che i docenti possono attuare.
Soprattutto, però, è importante adottare un diverso modo di vedere se stessi come insegnanti in rapporto agli allievi, lasciandoli liberi di fare ciò che fanno bene: usare le tecnologie, ricercare e individuare contenuti, ideare e creare.
2. 1. La funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento
volto a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli
alunni, sulla base delle finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti
scolastici definiti per i vari ordini e gradi dell'istruzione.
2. La funzione docente si fonda sull’autonomia culturale e professionale dei
docenti; essa si esplica nelle attività individuali e collegiali e nella partecipazione
alle attività di aggiornamento e formazione in servizio.
3. In attuazione dell’autonomia scolastica i docenti, nelle attività collegiali,
attraverso processi di confronto ritenuti più utili e idonei, elaborano,
attuano e verificano, per gli aspetti pedagogico – didattici, il piano
dell’offerta formativa, adattandone l’articolazione alle differenziate esigenze
degli alunni e tenendo conto del contesto socio - economico di riferimento,
anche al fine del raggiungimento di condivisi obiettivi qualitativi di
apprendimento in ciascuna classe e nelle diverse discipline. Dei relativi risultati
saranno informate le famiglie con le modalità decise dal collegio dei docenti.
ART.26 CCNL 2006/09- FUNZIONE DOCENTE
3. ART.27 CCNL 2006/09 - PROFILO PROFESSIONALE DOCENTE
1. Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze
disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-
relazionali e di ricerca, documentazione e valutazione tra loro correlate
ed interagenti, che si sviluppano col maturare dell'esperienza didattica,
l'attività di studio e di sistematizzazione della pratica didattica. I contenuti
della prestazione professionale del personale docente si definiscono nel
quadro degli obiettivi generali perseguiti dal sistema nazionale di istruzione
e nel rispetto degli indirizzi delineati nel piano dell’offerta formativa della
scuola
5. I NUOVI TEMI DELLA STRATEGIA
DI LISBONA
La definizione di 3 tipi di apprendimenti
La valorizzazione e la certificazione di tutti
gli apprendimenti
problema dei modelli nuovi di valutazione e
certificazione
Il life long learning (LLL) e la visione sistemica degli
apprendimenti di base e trasversali
6. • CITTADINANZA GLOBALE
• VALORIZZAZIONE DELLA PRECARIETÀ
• METICCIAMENTO TRA I SAPERI
• NUOVO RAPPORTO TRA FORMAZIONE E MONDO DEL LAVORO
8. Il ruolo delle competenze
“Lo sviluppo più metodico delle competenze, a partire dalla scuola
primaria e media, può rappresentare una via per uscire dalla crisi del
sistema educativo (…) A scuola, almeno nei settori più attenti, ci si è
preoccupati di sviluppare le “facoltà generali” o “il pensiero”, andando al
di là della semplice assimilazione dei saperi.
L’approccio denominato per competenze non fa che accentuare questo
orientamento”
(Perrenoud “Costruire competenze a partire dalla scuola”, 2000)
9. DEFINIAMO LE COMPETENZE
La competenza costituisce una caratteristica intrinseca
di un individuo causalmente collegata ad una
performance eccellente in una mansione. Si compone di
motivazioni, tratti, immagine di sé, ruoli sociali,
conoscenze e abilità
(Spencer, 1995) performance
motivazioni
Immagine di sè
conoscenze
10. La competenza è “skill in a medium” cioè “abilità in un
contesto”
(David Olson – 1979
“capacità di far fronte a un compito, o a un insieme di
compiti, riuscendo a mettere in moto e a orchestrare le
proprie risorse interne, cognitive affettive e volitive, e
a utilizzare quelle esterne disponibili in modo coerente
e fecondo”
(M. Pellerey – 2001)
DEFINIAMO LE COMPETENZE
11. La competenza è un saper fare personalizzato basato
su conoscenze e abilità, applicata a compiti unitari in
situazione
(E.Puricelli, 2003)
La competenze sono strategie
contestualizzate finalizzate alla risoluzione
di problemi complessi. Hanno per elementi
costitutivi: un insieme strutturato di
conoscenze e abilità la finalizzazione al
raggiungimento di uno scopo un contesto
in cui tale insieme è applicato
LA COMPETENZA E’ SIMILE A UNA
RETE, NON A UN ALBERO
(Rossi - Wassermann, 2003)
DEFINIAMO LE COMPETENZE
12. Riconoscere tutti gli apprendimenti significativi
Favorire una personalizzazione dei percorsi formativi centrati sui
destinatari
Sollecitare una formazione efficace ed una valutazione attendibile
Consentire una cooperazione tra soggetti diversi per una
responsabilità educativa condivisa
13. Lavorare per competenze significa privilegiare l’azione, la situazione di
apprendimento reale ed attiva che consente di porre il soggetto che
apprende in relazione dinamica con l’oggetto culturale da apprendere.
In questo modo:
il discente mobilita le sue capacità e sollecita le sue potenzialità
il sapere si mostra come un oggetto ad un tempo sensibile, simbolico e
affettivo
Il docente diventa “mediatore” di un sapere che “prende vita” nel
rapporto con la realtà.
15. AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
DAL LATINO AMBIRE "ANDARE INTORNO, CIRCONDARE"
L’IDEA DELLA RELAZIONE
IL CONTESTO «COOPERATIVO»
IL RUOLO DELL’ESPERIENZA
18. UNA DEFINIZIONE CONDIVISA
OCSE
«Fronteggiare efficacemente richieste e compiti complessi comporta non
solo il possesso di conoscenze e di abilità ma anche l’uso di strategie e di
routines necessarie per l’applicazione di tali conoscenze e abilità, nonché
emozioni e atteggiamenti adeguati e un’efficace gestione di tali
comportamenti. Pertanto la nozione di competenze include componenti
cognitive ma anche componenti motivazionali, etiche, sociali e relative ai
comportamenti e costituisce l’integrazione di tratti stabili, risultati di
apprendimento (conoscenze e abilità), sistemi di valutazione e credenze,
abitudini e altre caratteristiche psicologiche»
La competenza = complesso integrato di conoscenze, abilità, motivazioni
che permette alla persona
di risolvere problemi
in modo efficace e originale
19. LE IMPLICAZIONI DIDATTICHE
L’ insegnante che imposta la propria azione didattica orientandola allo sviluppo
delle competenze dovrà:
Rivedere la tradizionale
impostazione centrata sul
docente
Responsabilizzare i ragazzi
(empowerment) affinché
prendano decisioni autonome
Cedere una parte del proprio potere
didattico, in particolare in tre ambiti
1) La progettazione
2) L’azione didattica
3) La valutazione
20. 1) LA PROGETTAZIONE
DAL PRODOTTO AL PROCESSO
• L'insegnamento come un'azione
tecnico-razionale orientata ad introdurre
i cambiamenti attesi
• Si autoregola l'intervento mediante
l'intervento continuo sul processo.
Importante è l'accertamento del
prodotto (= risultato finale)
• L'attenzione al controllo degli
interventi, in parte riorganizzati dopo le
fasi di monitoraggio.
• Le capacità di previsione e di controllo
sono le competenze principali
dell'insegnante
• Esempi sono dati dalla pedagogia per
obiettivi di Skinner o dalle tassonomie
di Bloom, la “Mastery Learning”
• Valorizzazione del metodo, procedura di
pensiero riflessivo da privilegiare
nell'insegnamento.
• Uso di procedimenti di scoperta (problem
posing, problem solving), di ricerca/azione e
di attività laboratoriali.
• Preferenza agli argomenti desunti
dall'attualità
• Congruenza psicologica con gli interessi degli
allievi e la pregnanza emotiva ed affettiva del
lavoro in classe,
• La valutazione sui processi, cioè sui
dinamismi di interesse, coinvolgimento,
condivisione di un'attività scolastica
significativa.
• Uso di strumenti di valutazione qualitativi
21. 2) L’AZIONE DIDATTICA
IN COERENZA CON UNO STILE DIFFERENTE DI PROGETTAZIONE,
È NECESSARIO CHE ANCHE L’AZIONE DIDATTICA SI DISCOSTI
DAL TRADIZIONALE MODELLO ESPOSITIVO DELLA
TRASMISSIONE ESPOSITIVA
22. Uno stile di insegnamento è la risultante di diverse componenti:
STILI COGNITIVI
Sistematico/intuitivo
Analitico/globale
Riflessivo/impulsivo
Verbale/visuale
Convergente/divergente
ATTEGGIAMENTI
Convergente/Divergente
Livellatore /Acutizzatore
Evitante /Esplorativo
Finalistico/giocoso
STILI DI
LEADERSHIP
Direttivo
Democratico
Partecipativo
Competitivo
Lassista
………….
STILI LEGATI
ALL’AGIRE
Metodico/Impulsivo
Riflessivo/Pragmatico
Complessità/Semplicità
Pianificatore/Correttore
23. 3) LA VALUTAZIONE
DALL’ACCERTAMENTO
- Della corrispondenza tra
esiti e attese
- Secondo criteri fissati in
partenza
- Verifica di tipo quantitativo
- Assume le caratteristiche
della certificazione
ALLA «ATTRIBUZIONE DI
VALORE» DEI PERCORSI
MENTALI
- Significa muoversi su un
piano qualitativo e
interpretativo
- Attenzione alle esigenze dei
destinatari
- Non è solo misurazione