Ldb_Corso Life 2015.01.15_Beccarisi_life territorio
1. Competenze tecnico-scientifiche
per la progettazione LIFE
Laboratori dal Basso
Corso LIFE Natura e Biodiversità
Come scrivere progetti europei per la conservazione della Natura
Leonardo Beccarisi
Officine Cantelmo, Lecce
15 gennaio 2015
2. Premessa
Per la stesura e la realizzazione di un progetto
LIFE è indispensabile lavorare in un team
eterogeneo per competenze.
Sono richieste competenze
● tecnico-scientifiche
● linguistiche
● economiche
● giuridiche
● relazionali
ecologiche
3. Sommario
Parte 1a
: Il punto di vista dell'ecologo
La progettazione europea. Scegliere l'Ecologia. Criteri
nella diagnosi ecologica. Sistemi viventi vs. sistemi
non viventi.
Parte 2a
: L'ecologo in azione
La Direttiva “Habitat”. Progettazione LIFE. I tipi di
habitat e le specie di Direttiva. Iniziare dai problemi.
Fonti di dati.
Parte 3a
: Approfondimenti
Il Progetto LIFE+ Habi.Coast. Tipi di interventi.
Progetti LIFE nel passato e nel futuro.
5. La progettazione europea
Esistono due tipologie di fondi comunitari:
● Fondi indiretti (o strutturali)
● Fondi diretti
In Italia la gestione dei fondi strutturali è affidata
alle regioni che predispongono dei Programmi Operativi
Regionali (POR).
I bandi regionali sono relativamente semplici sia dal
punto di vista burocratico che progettuale e non
necessitano di partenariati transnazionali.
6. La progettazione europea
Esistono due tipologie di fondi comunitari:
● Fondi indiretti (o strutturali)
● Fondi diretti
Ai fondi diretti si accede attraverso partecipazione a
bandi pubbicati dalle Direzioni Generali competenti
della Commissione Europea.
I bandi europei, tra cui quelli LIFE, sono più
complessi, richiedono un partenariato transnazionale e
soprattutto richiedono un valore aggiunto.
7. a. Ricerca
- Accademia
- Conservazionismo
- Ecological consulting
b. Comunicazione e didattica
Le diverse carriere professionali dell'ecologo (Searle, 2011)
8. L'ecologo libero professionista
I bandi LIFE, sono generalmente appannaggio degli
istituti di ricerca (i.r).
Perché:
1) Ruolo istituzionale degli i.r.
2) Grande “potenza di fuoco” degli i.r.
Le sofferenze dei liberi professionisti:
1) Carenza formativa per l'auto-imprenditorialità
2) Confusione semantica dei concetti “ecologo” e
“ambientalista”
9. Il caso dei biologi (Dumontet, 2013)
Tipologia di attività lavorativa dei biologici iscritti all'ENPAB.
Ambiti professionali dei biologi iscritti all'ENPAB.
10. Il caso dei biologi (Dumontet, 2013)
L'attuale polarizzazione dell'attività lavorativa del
biologo verso gli ambiti “Alimenti e nutrizione” e
“Biomedico” sembra essere in contrasto con la notevole
varietà di competenze che il biologo può esprime.
È ipotizzabile dedurre che il biologo, a fronte di una
solida cultura scientifico-professionale, abbia importanti
carenze nel costruire quell'auto-imprenditorialità
determinante per un successo professionale.
Tipologie di master conseguiti dai biologi che hanno risposto al questionario.
11. L'ecologo come medico dell'ambiente
Principi deontologici
Così come il medico si opera per il bene dei
pazienti, l'ecologo si applica per il bene degli
ecosistemi.
È un principio condiviso con gli ambientalisti.
Art. 23, comma 5, del “Codice deontologico per la
professione di Biologo” (2014):
“Nel caso in cui le attività professionali del
Biologo abbiano ad oggetto, a qualunque titolo,
l'ambiente naturale, la flora e la fauna, egli è
tenuto ad assicurare, per quanto possibile, il
benessere e il rispetto dell'ambiente stesso,
astenendosi da comportamenti inutilmente distruttivi
o inutilmente dannosi.”
12. L'ecologo come medico dell'ambiente
Quale benessere?
La diagnosi del medico si basa sui sintomi del
paziente e sui casi noti.
Gli ecosistemi sono sistemi dinamici, come l'uomo,
ma, diversamente dall'uomo, non sono sistemi
unitari.
In seguito ad una perturbazione un ecosistema
cambia la propria configurazione. Nei sistemi
ecologici la regola è la sostituzione, non la
distruzione.
13. L'ecologo come medico dell'ambiente
Quale benessere?
Un esempio
Quali sono i criteri per affermare che c'è stato
un peggioramento ambientale?
Bosco Prato naturale
Disboscamento
14. L'ecologo come medico dell'ambiente
Quale benessere?
Le possibili ragioni di un ambientalista (basate su
valori intrinsici dei beni ambientali):
- Gli alberi sono organismi viventi che vanno
rispettati (valori dell'essere vivente)
- Non bisogna distruggere i boschi (valori del
sistema)
- La natura è bella così come è; l'uomo non deve
interferire con i processi naturali (valore estetico)
- Chi ha disboscato non ha considerato soluzioni
alternative (scetticismo)
15. Alcuni criteri nella diagnosi ecologica
- L'habitat è tutelato dalla Direttiva ”Habitat”?
- Ci sono specie di Direttiva ”Habitat”?
- L'habitat è tutelato dal P.P.T.R.?
- Ci sono specie a rischio di estinzione?
- Ci sono specie esotiche?
- Qual è la biodiversità vegetale di ciascun
habitat?
16. Criteri nella diagnosi ecologica
Direttiva Habitat 92/43/CEE
Tipi di habitat d'interesse comunitario
Gli habitat che nel territorio dell'UE (1) rischiano di
scomparire nella loro area di ripartizione naturale;
ovvero (2) hanno un'area di ripartizione naturale
ridotta a seguito della loro regressione o per il fatto
che la loro area è intrinsecamente ristretta; (3) ovvero
costituiscono esempi notevoli di caratteristiche tipiche
di una o più delle sei regioni biogeografiche seguenti:
alpina, atlantica, boreale, continentale, macaronesica e
mediterranea. Questi tipi di habitat figurano o
potrebbero figurare nell'allegato I.
Tipi di habitat prioritari
I tipi di habitat naturali che rischiano di scomparire
nel territorio dell'UE e per la cui conservazione la
Comunità ha una responsabilità particolare a causa
dell'importanza della parte della loro area di
distribuzione naturale compresa nel territorio dell'UE.
Tali tipi di habitat naturali prioritari sono
contrassegnati da un asterisco (*) nell'allegato I.
17. Specie di interesse comunitario
Le specie che nel territorio dell'UE che (1) sono in
pericolo di estinzione; (2) sono vulnerabili, vale a
dire che il loro passaggio nella categoria delle specie
in pericolo è ritenuto probabile in un prossimo futuro,
qualora persistano i fattori alla base di tale rischio;
oppure (3) sono rare, vale a dire che le popolazioni
sono di piccole dimensioni e che, pur non essendo
attualmente in pericolo né vulnerabili, rischiano di
diventarlo; oppure (4) sono endemiche e richiedono
particolare attenzione, data la specificità del loro
habitat e/o le incidenze potenziali del loro
sfruttamento sul loro stato di conservazione. Queste
specie figurano o potrebbero figurare nell'allegato II
e/o IV o V.
Specie prioritarie
Habitat di specie
Criteri nella diagnosi ecologica
Direttiva Habitat 92/43/CEE
18. Criteri nella diagnosi ecologica
Rarità delle specie
Distribuzione
geografica
Vasta Ridotta
Specificità di habitat Ampia Ristretta Ampia Ristretta
*
Grandi, almeno
in qualche caso
Specie
comune
Specie ad
ampia
distribuzione
(predicibile)
?
Specie
endemica
Sempre piccole
Specie ad
ampia
distribuzione
(sparsa)
Specialista di
habitat
?
Specie rara in
tutti i sensi
1) Distribuzione geografica
2) Specificità di habitat
3) Dimensione delle popolazioni locali
* Dimensione delle popolazioni locali (Rabinowitz, 1981)
19. Criteri nella diagnosi ecologica
Rischio di estinzione delle specie
http://www.iucnredlist.org/
20. Criteri nella diagnosi ecologica
Rischio di estinzione delle specie
http://www.iucnredlist.org/
22. Criteri nella diagnosi ecologica
Specie alloctone (o esotiche)
Specie vegetali alloctone: specie introdotte
dall'uomo, deliberatamente o accidentalmente, al di
fuori dei loro ambiti di dispersione naturale.
Specie casuali: specie alloctone che si riproducono
spontaneamente ma che non formano popolamenti stabili
(dipendono dal continuo apporto di propaguli).
Specie naturalizzate: specie alloctone che formano
popolamenti stabili.
Specie invasive: specie naturalizzate in grado di
diffondersi velocemente.
Archeofite: specie alloctone introdotte prima della
scoperta dell'America (anno 1492).
Neofite: specie alloctone introdotte dopo la scoperta
dell'America (anno 1492).
24. Strategia dell'UE per la biodiversità sino al 2020
Obiettivo principale dell'UE per il 2020
Porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei
servizi ecosistemici nell’UE entro il 2020 e ripristinarli
nei limiti del possibile, intensificando al tempo stesso
il contributo dell'UE per scongiurare la perdita di
biodiversità a livello mondiale.
Obiettivo 1: Dare piena attuazione alle direttive Habitat
e Uccelli.
Obiettivo 2: Ripristinare e mantenere gli ecosistemi ed i
relativi servizi.
Obiettivo 5: Combattere le specie esotiche invasive.
Obiettivo 6: Contribuire ad evitare la perdità di
biodiversità a livello mondiale.
25. Rete Natura 2000
● Siti di Importanza comunitaria (SIC)
● Zone Speciali di Conservazione (ZSC)
● Zone di Protezione Speciale (ZPS)
Differenze rispetto ad altre aree di tutela,
quali geoparchi e parchi archeologici.
27. LIFE Natura e Biodiversità
Priority area
LIFE Orientation Document (2013)
Policy link Linked to the objectives of the
Birds and Habitats Directives, or to
the EU Biodiversity Strategy 2020
Typical project Implementing a Natura 2000 site
management plan or actions; testing
and demonstrating approaches
supporting the various targets of
the EU Biodiversity Strategy
Typical actions Most actions geared towards nature
conservation, such as restoration
and conservation of endangered
habitats and/or species, but also
other types of actions related to
Biodiversity.
28. Stato di conservazione
L'effetto della somma dei fattori che influiscono
sull'habitat naturale in causa, nonché sulle specie
tipiche che in esso si trovano, che possono alterare a
lunga scadenza la sua ripartizione naturale, la sua
struttura e le sue funzioni, nonché la sopravvivenza
delle sue specie tipiche nel territorio dell'UE.
Lo stato di conservazione di un habitat naturale è
considerato soddisfacente quando:
(1) la sua area di ripartizione naturale e le superfici
che comprende sono stabili o in estensione;
(2) la struttura e le funzioni specifiche necessarie al
suo mantenimento a lungo termine esistono e possono
continuare ad esistere in un futuro prevedibile e
(3) lo stato di conservazione delle specie tipiche è
soddisfacente.
Direttiva Habitat 92/43/CEE
39. Iniziare dai problemi di conservazione
Problem solving: Regole fondamentali (Spraul, 2012)
1. Avere sempre un piano. Non agire senza seguire alcuna
direzione
2. Riformulare il problema. Un problema che sembra
difficile può risultare semplice se riformulato in altra
maniera
3. Scomporre un problema
4. Iniziare sempre da quello che si sa
5. Ridurre il problema. Se il problema è molto difficile o
se non ci sono ”fatti” in numero sufficiente è probabile
che la scomposizione o la riformulazione del problema non
portino a nulla. In tal caso occorre essere meno ambiziosi
e concentrarsi su un problema meno complesso
6. Cercare casi analoghi
7. Sperimentare
8. Non farsi prendere dalla frustrazione
40. 1. Opacità. Mancanza di chiarezza in una situazione.
2. Politelia. Obiettivi multipli.
3. Complessità. Un gran numero di termini, relazioni,
decisioni.
4. Dinamiche. Aspetti temporali (constraints temporali,
dinamiche imprevedibili).
La soluzione di un problema difficile richiede un attacco
diretto ad ognuna di queste caratteristiche.
Iniziare dai problemi di conservazione
Problem solving: Le caratteristiche di un problema difficile (Dörner)
41. Iniziare dai problemi di conservazione
Strategie nel problem solving: L'approccio semplice
1.
Cosa sto cercando
di ottenere?
2.
Qual è il problema
reale?
3.
Qual è la soluzione
migliore?
42. Iniziare dai problemi di conservazione
Strategie nel problem solving: L'approccio da piano
1.
Qual è il problema?
(what)
2.
Perché sta succedendo?
(why)
3.
Come posso risolverlo?
(how)
4.
Risolvilo
5.
Perché funziona o non
funziona?
(why)
6.
E adesso cosa
bisogna fare?
(what)
43. Iniziare dai problemi di conservazione
Tecniche di problem solving
Fasi combinate
Tipi di informazioni (il fattore FOG):
- Fatti: Fenomeni che possono essere provati
- Opinioni: Pensieri della gente, la cui validità spazia
dall'esperienza consolidata al pregiudizio. È il tipo più comune
- Ipotesi: Idee incerte che devono essere provate
Fasi:
1. Formulazione dell'obiettivo (uno solo!)
2. Selezione delle informazioni
3. Organizzazione delle informazioni
44. Iniziare dai problemi di conservazione
Tecniche di problem solving
Criteri:
- Limitazioni (constraints). Le cose da considerare come
limiti rispetto a ciò che potresti fare (es.: costi, tempo, risorse).
- Non-obiettivi. Le cose che non stai cercando di ottenere.
Prendere in considerazione queste cose ti porterebbe fuori
traccia.
- Domande. Le domande da porre a se stessi nella fase di
analisi dei problemi. Per dare giuste risposte hai bisogno di
buone domande!
45. Iniziare dai problemi di conservazione
Tecniche di problem solving
Post-up Raccogliere informazioni riguardo una situazione
Swap sort Mettere in ordine una serie di termini
Top-down tree Scomporre un problema
Bottom-up tree Organizzare diverse informazioni in un
sistema coerente
Information map Illustrare relazioni complesse tra
informazioni
Action map Mettere in sequenza diverse azioni
48. Action map ➡ Diagrammi temporali (cronogrammi, diagrammi di Gantt)
2014 2015 2016 2017
III IV I II III IV I II III IV I II
A. Azioni preparatorie
Azione A.1 X X
B. Acquisto/affitto terreni
Azione B.1 X X X X X
C. Azioni concrete di conservazione
Azione C.1 X X X X
Azione C.2 X X X X X X X X
50. Iniziare dai problemi di conservazione
Modelli concettuali (Gross, 2003)
1 Control models
A control model is a conceptualism of the actual controls,
feedback, and interactions responsible for system
dynamics. A control model therefore needs to represent, in
a mechanistic way, the key processes, interactions, and
feedbacks.
2 Stressor models
A stressor model is designed to articulate the
relationships between stressors, ecosystem components,
effects, and (sometimes) indicators. Stressor models
normaly do not represent feedbacks and they include only a
very selective subset of system components pertinent to a
monitoring or other programs.
Sources -> Stresses -> Effects
52.
Progetto LIFE HABI.COAST
Titolo Azioni di tutela di habitat prioritari costieri di Torre Guaceto
Durata 1/1/2006-31/21/2008
Capofila Consorzio di Gestione di Torre Guaceto
Partners 1. Università del Salento (Di.S.Te.B.A.); 2. Comune di
Carovigno; 3. Comune di Brindisi, Regione Puglia (Assessorato
Ambiente); 4. Regione Puglia (spettorato Ripartimentale delle Foreste
di Brindisi); 5. CODRA MEDITERRANEA srl; 6. Provincia di Brindisi
Budget 730.000 €
Obiettivo Salvaguardia degli habitat presenti nel SIC di Torre
Guaceto con la contestuale riduzione delle minacce che insidiano tale
ambito di eccezionale valore naturalistico.
53. TORRE GUACETO
Cala dei Ginepri – Gorgognolo
Canale Giancola
Lido S. Lucia
Bosco del
Compare
Invaso del Cillarese
54. Cod. Denominazione N. aree Superficie
(ha)
1150* Lagune costiere 16 2,8
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine 10 8,6
1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp, endemici 15 6,2
1310 Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e sabbiose 5 0,4
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) 8 19,9
2110 Dune embrionali mobili 6 0,6
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche) 2 1,0
2230 Dune con prati dei Malcolmietalia 4 0,4
2240 Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua 15 3,8
2250* Dune costiere con Juniperus spp, 5 17,2
2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia 2 0,8
3170* Stagni temporanei mediterranei 4 0,1
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 11 11,4
6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion 4 1,9
7210* Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae 1 0,4
9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 1 6,9
55.
56.
57.
58.
59.
60.
61.
62.
63.
64.
65.
66.
67.
68.
69.
70.
71.
72.
73.
74.
75.
76.
77.
78.
79.
80.
81.
82. 637 specie vascolari censite
9 specie a rischio di estinzione
(Liste rosse e Direttiva 92/43/CEE)
1 specie localmente estinta
(Cricianella maritima)
35 specie esotiche
La flora critica e qualla esotica
Cricianella maritima
86. La flora esotica
Specie Famiglia F. biol. Tipo
Cupressus sempervirens L. Cupressaceae P scap Arch cas
Lemna minuta Kunth Araceae I nat Neo inv
Agave americana L. Asparagaceae P caesp Neo inv
Echinochloa colona (L.) Link Poaceae T scap Neo nat
Sorghum halepense (L.) Pers. Poaceae G rhiz Arch inv
Spartina versicolor Fabre Poaceae G rhiz Neo inv
Triticum turgidum L. Poaceae T scap Arch cas
Vitis riparia Michx. Vitaceae P lian Neo cas
Acacia karroo Hayne Fabaceae P caesp Neo cas
Acacia retinoides Schltdl. Fabaceae P scap Neo cas
Acacia saligna (Labill.) H.L. Wendl. Fabaceae P scap Neo nat
Gleditsia triacanthos L. Fabaceae P caesp Neo cas
Parte dell'elenco
102. Si osserva la riduzione della diversità nel tempo a
livello di paesaggio;
La componente vegetale a maggiore valenza
naturalistica è distribuita attualmente lungo la costa;
Le vegetazioni igrofile sono in maggioranza di
origine secondaria;
Si registra l’erosione dell’ambiente di duna.
Conclusioni
103.
Progetto LIFE HABI.COAST - Minacce e obiettivo principale
Threat.1 Degrado degli habitat per la pressione dell’attività agricola
nelle aree contermini
Threat.2 Degrado delle formazioni forestali autoctone
Threat.3 Compromissione e degrado degli habitat dunali per
erosione di tipo antropico
OBIETTIVO PRINCIPALE DEL PROGETTO
Salvaguardia degli habitat presenti nel SIC di Torre Guaceto con la
contestuale riduzione delle minacce che insidiano tale ambito di
eccezionale valore naturalistico.
104.
Categorie di azioni di un progetto LIFE
A. Preparatory actions, elaboration of management plans and/or
of action plans
B. Purchase/lease of land and/or rights
C. Non-recurring management
D. Recurring management
E. Public awareness and dissemination of results
F. Overall project operation and monitoring
105.
106.
Corrispondenze minacce-azioni e risultati attesi
Threat Azioni Risultati attesi
Threat.1 B.1 e B.2 Acquisto di 12 ettari di terreno agricolo
Threat.1 C.2 Naturalizzazione di 12 ettari di terreni agricoli
Threat.1 C.5 Riproduzione piante autoctone (30.000 piante)
Threat.1 E.6 Incontri con gli stakeholder (agricoltori)
Threat.1 Degrado degli habitat per la pressione dell’attività agricola nelle aree contermini
107.
Corrispondenze minacce-azioni e risultati attesi
Threat.2 Degrado delle formazioni forestali autoctone
Threat.2 C.1 Eliminazione piantagione artificiale di Pinus
halepensis
Threat.2 C.1 Piantagione di specie autoctone coerenti con il
sito
Threat.2 C.1 Conversione di circa 10 ettari di fustaia del
ceduo di Quercus ilex
Threat.2 C.3 Conversione di 12,5 ettari di formazione di
Tamarix africana in macchia aperta
Threat.2 C.5 Riproduzione piante autoctone (30.000 piante)
108.
Corrispondenze minacce-azioni e risultati attesi
Threat.3 Compromissione e degrado degli habitat dunali per erosione di tipo antropico
Threat.3 C.4 Ricostruzione di circa 0,8 ettari di ambiente
dunale
Threat.3 D.1 Manutenzione periodica per allontanare la
vegetazione infestanti (3-5% della superficie di
macchia mediterranea)
Threat.3 E.6 Sensibilizzazione della popolazione locale
mediante incontri e programma di educazione
ambientale
109.
Corrispondenze minacce-azioni e risultati attesi
Tutte le minacce A.1 Elaborazione del piano di azione del progetto
Tutte le minacce E.1 Diffusione dei risultati mediante realizzazione di
n. 3 Bacheche informative
Tutte le minacce E.2 Diffusione dei risultati mediante realizzazione
della sezione del sito web specifica sul progetto
Tutte le minacce E.3 Diffusione dei risultati mediante produzione di
3000 copie di una pubblicazione con CD-Rom
Tutte le minacce E.4 N. 1 convegno finale
Tutte le minacce E.5 N. 1000 copie del Rapporto finale bilingue
Tutte le minacce F.1 Monitoraggio continuo degli interventi
Tutte le minacce F.2 Revisione del progetto
Tutte le minacce F.3 Corretta gestione tecnica del progetto
Tutte le minacce F.4 Corretta gestione amministrativa del progetto
Tutte le minacce F.5 Piano di conservazione
110. LIFE-NATURA 2005
AZIONE B.1: Acquisto di terreni nel territorio di Carovigno
AZIONE B.2: Acquisto di terreni nel territorio di Brindisi
Motivazione
L’acquisto di aree agricole si rende necessario per contrastare la
pressione agricola e per aumentare, mediante la realizzazione di
specifici interventi di naturalizzazione, la copertura di habitat a valenza
naturalistica.
Risultati previsti
E’ di circa 12 ha la superficie totale di terreni agricoli individuata da
acquistare e riconvertire nell’uso.
AZIONI DI ACQUISTO DI TERRENI
114. LIFE-NATURA 2005
AZIONE C.5: Riproduzione di piante autoctone
Motivazioni
Le azioni C.1, C.2 e C.3 prevedono l’impiego di materiale propagativo
di origine autoctona. Si registra quindi la necessità della raccolta e della
riproduzione di tali piante.
Modalità di attuazione
• Raccolta di seme prodotto da specie autoctone
• Piantagione del seme in appositi contenitori
• Allevamento delle piantine
Lo svolgimento avverrà in vivai della Regione Puglia.
Risultati auspicati
Riproduzione di 30.000 piante
Note
La fase di raccolta è stata anticipata di un anno allo scopo di avere a
disposizione più materiale di propagazione e per l’eventuale
risarcimento delle fallanze.
116. LIFE-NATURA 2005
AZIONE C.1: Interventi selviculturali a favore di formazioni di Quercus
ilex
AZIONE C.3: Conversione di formazioni a Tamarix africana in macchia
aperta
Subordinate all’azione C.5 “Riproduzione di piante autoctone”.
Due ambiti di applicazione:
- Sostituzione dei popolamenti forestali non autoctoni a pino d’Aleppo
(Pinus halepensis) e tamarice (Tamarix africana) rispettivamente con
vegetazione a leccio (Quercus ilex) e macchia aperta
- Avvio alla conversione strutturale da ceduo invecchiato a fustaia del
bosco autoctono a Quercus ilex denominato “Boschetto”
Motivazioni
- I rimboschimenti con specie alloctone non costituiscono un sistema autopoietico, non sono in
grado di rinnovarsi autonomamente, e quindi non sono in linea con gli scopi della Riserva di Torre
Guaceto e con la sua gestione.
-La struttura fitocenotica del “Boschetto” si presenta omogenea, poco disetanea, con una
stratificazione indotta dalla ceduazione. La specie dominante, il leccio, raggiunge appena la forma
arborescente. Habitat d’interesse comunitario “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia” (cod.
9340).
AZIONI DI RIQUALIFICAZIONE VEGETAZIONALE
117. LIFE-NATURA 2005
! ! ! ! ! ! !
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Aree degli interventi
Vegetazione
Gariga
Macchia a ginepro
Macchia a ginepro e leccio
Macchia a leccio
Macchia igrofila
Rimboschimento a tamarice
Rimboschimento a pino
Rimboschimento con macchia a ginepro
119. LIFE-NATURA 2005
Sostituzione dei popolamenti forestali non autoctoni a pino d’Aleppo
(Pinus halepensis) con vegetazione a leccio (Quercus ilex) [AZIONE C.1]
superficie di calcolo: 10000 mq
Copertura totale 95%
Copertura arborea 90%
Copertura arbustiva 50%
Cop. relativa assegnata Forma Famiglia Sup. asseg. (mq) Ø medio (m) Sup. med. (mq) N. PIANTE/HA
ARBOREO:
Quercus ilex L. 100% P scap / P caesp FAGACEAE 9000.0 3.0 9 1000
ARBUSTIVO:
Myrtus communis L. 24.0% P caesp MYRTACEAE 1200.0 1.8 3.24 370
Phillyrea latifolia L. 26.0% P caesp / P scap OLEACEAE 1300.0 2.0 4 325
Pistacia lentiscus L. 16.0% P caesp / P scap ANACARDIACEAE 800.0 1.7 2.89 277
Rhamnus alaternus L. 24.0% P caesp / P scap RHAMNACEAE 1200.0 2.0 4 300
Rosa sempervirens L. 6.0% NP ROSACEAE 300.0 1.5 2.25 133
Smilax aspera L. 4.0% NP / G rhiz LILIACEAE 200.0 1.0 1 200
Totale 2606
superficie di calcolo: 10000 mq
Copertura totale 95%
Copertura arborea 90%
Copertura arbustiva 50%
Cop. relativa assegnata Forma Famiglia Sup. asseg. (mq) Ø medio (m) Sup. med. (mq) N. PIANTE/HA
ARBOREO:
Quercus ilex L. 100% P scap / P caesp FAGACEAE 9000.0 3.0 9 1000
ARBUSTIVO:
Myrtus communis L. 24.0% P caesp MYRTACEAE 1200.0 1.8 3.24 370
Phillyrea latifolia L. 26.0% P caesp / P scap OLEACEAE 1300.0 2.0 4 325
Pistacia lentiscus L. 16.0% P caesp / P scap ANACARDIACEAE 800.0 1.7 2.89 277
Rhamnus alaternus L. 24.0% P caesp / P scap RHAMNACEAE 1200.0 2.0 4 300
Rosa sempervirens L. 6.0% NP ROSACEAE 300.0 1.5 2.25 133
Smilax aspera L. 4.0% NP / G rhiz LILIACEAE 200.0 1.0 1 200
Totale 2606
120. AZIONE C.2: Naturalizzazione di aree agricole
Subordinata alle azioni B.1 “Aquisto di terreni nel territorio di Carovigno”, B.2 “Acquisto di terreni nel
territorio di Brindisi”, C.5 “Riproduzione di piante autoctone”.
Motivazioni
I contatti spaziali tra le aree agricole e la vegetazione della macchia
rappresentano situazioni critiche a sfavore della vegetazione naturale o
seminaturale.
Modalità di intervento
Impianto progressivo (da effettuarsi in 4 fasi temporali) di specie
arbustive riprodotte a partire da ecotipi autoctoni e coltivate in vivai
regionali previsti dal progetto.
Alcuni dettagli tecnici:
- Sesto di impianto irregolare
- Età del materiale propagativo di circa 2 anni
- Periodo dell’intervento: autunno
- Densità dell’impianto: 1600 esemplari per ettaro
- Dimensioni delle buche: 40x40x40 cm
- Superficie interessata pari a circa 12 ha.
LIFE-NATURA 2005
121. LIFE-NATURA 2005
AZIONE C.2: Naturalizzazione di aree agricole
Tipo macchia igrofila
Superficie da esecutivo: 10000 mq
Copertura totale 40%
Copertura arborea 0%
Copertura arbustiva 100%
Cop. relativa assegnata Forma Famiglia Sup. asseg. (mq) Ø medio (m) Sup. med. (mq) N. PIANTE/HA
Arbutus unedo L. 5% P ERICACEAE 200.0 2.0 4.00 50
Myrtus communis L. 30% P caesp MYRTACEAE 1200.0 1.8 3.24 370
Olea europaea L. var sylvestris Brot. 10% P caesp / P scap OLEACEAE 400.0 2.0 4.00 100
Phillyrea latifolia L. 25% P caesp / P scap OLEACEAE 1000.0 2.0 4.00 250
Pistacia lentiscus L. 25% P caesp / P scap ANACARDIACEAE 1000.0 1.7 2.89 346
Pyrus amygdaliformis Vill. 5% P caesp / P scap ROSACEAE 200.0 2.5 6.25 32
Totale 1148
122. LIFE-NATURA 2005
Risultati auspicati
• Riduzione dello stress operato dall’attività agricola sull’habitat della
macchia
• Aumento della copertura dell’habitat di interesse comunitario “Foreste
a Quercus ilex e Quercus rotundifolia”
128. LIFE-NATURA 2005
3,7 ha
0,6 ha
4,1 ha
8,4 ha
Caratteristiche geometriche - gariga:
- 2 patch non contigui
- Perimetro/Area = 0,038 m -1
Caratteristiche geometriche - macchia:
- 1 patch
- Perimetro/Area = 0,020 m -1
70 m 70 m
Scenario attuale Scenario previsto
129. LIFE-NATURA 2005
AZIONE F.1: Monitoraggio degli interventi
Motivazioni
Il monitoraggio rappresenta un’azione di fondamentale importanza per
la verifica delle azioni in corso di realizzazione durante le varie fasi del
progetto e dei risultati raggiunti col completamento di tutte le azioni
programmate.
Modalità di attuazione
L’azione sarà svolta attraverso la misurazione di specifici indicatori
correlati con gli effetti attesi dalla realizzazione del progetto.
Fasi dell’azione:
• Affidamento dell’incarico a personale esperto del Di.S.Te.B.A.
dell’Università degli Studi di Lecce
• Realizzazione del piano di monitoraggio ed approvazione da parte del
Comitato Tecnico Scientifico del progetto LIFE
• Esecuzione delle indagini necessarie al monitoraggio
130. LIFE-NATURA 2005
Contenuto del piano di monitoraggio
Piano di
monitoraggio
Specie
Motivazione
della scelta
Rilevamenti
Punti
topografici
Tecniche
Periodicità
Indicatori
Catalogazione
dei dati
Elaborazioni
statistiche
131. LIFE-NATURA 2005
Caratteristiche degli indicatori
• Devono essere misurabili
• Devono essere comprensibili
cioè chiaramente associati ad un determinato scopo per il quale
l’indicatore si propone di fornire una indicazione quantitativa
• Non devono essere ridondanti
poiché indicatori correlati esprimono un’informazione ridondante
• Devono avere almeno un valore di riferimento
al fine dell’interpretazione dei risultati; tale valore di riferimento può essere:
- una misura iniziale relativa ad un intervento (ad esempio il numero di
piante introdotte, relativamente all’azione C.3)
- un valore previsto dal progetto (ad esempio il numero programmato di
incontri del Comitato Scientifico di Gestione, relativamente all’azione F.3)
- un valore di una condizione naturale ideale (ad esempio le frequenze
medie delle forme biologiche relativamente ad aree non sottoposte ad
intervento).
134. Tipi di interventi (Allison, 2014)
1 Interventi conservativi
2 Interventi di ripristino ecologico
● Interventi in aree interessate da ecosistemi naturali
che sono stati distrutti
● Ripristino di ecosistemi degradati
● Ripristino e mantenimento della biodiversità
● Interventi esplicitamente conditti per migliorare
servizi ecosistemici
135. Tipi di interventi (Higgs, 2003)
Un buon intervento di ripristino ecologico si deve basare
su alcuni punti chiave:
● Ecological integrity: Un sistema ripristinato dovrebbe
funzionare mantenendo la biodiversità ed altre proprietà
ecologiche
● Historical fidelity: Il ripristino di un ecosistema
dovrebbe basarsi sull'ecosistema che è stato danneggiato
da una passata attività umana
● Wild design: Il sistema ecologico dovrebbe essere in
grado di autosostenersi.
Interventi non solo per rispristinare la natura, ma anche
le relazioni tra uomo e natura.
L'uomo è una compenente degli ecosistemi.
137. Progetti LIFE+ 2013
I progetti italiani ammessi al cofinanziamento sono in totale
47 così ripartiti tra le componenti in cui si articola il
Programma: 35 della componente "Politica Ambientale &
Governance" e 12 della componente "Natura & Biodiversità".
L'importo complessivo dei cofinanziamenti comunitari
assegnato ai progetti italiani è pari a a 45,9 Milioni di
Euro a fronte di una allocazione nazionale indicativa di
partenza che per il 2013 era di 24.438.282 Euro.
L’investimento complessivo in Italia rappresentato dai
progetti sarà di 96,7 Milioni di Euro.
L’Italia e la Spagna si confermano come i due Stati Membri
che hanno ottenuto la quota più cospicua di cofinanziamenti.
http://www.minambiente.it/pagina/progetti-life-2013#sthash.RmPwwr0Q.dpuf
140.
Letture consigliate
Allison S. K., 2012 - Ecological Restoration and Environmental Change. Earthscan
from Routledge.
D'Aietti V., Viola M. F., Viola P., Danu D., 2013 - L'europrogettazione nella disciplina
Biologica. Biologi Itaiani, a. 43, n. 12.
Dumontet S., 2013 - Impariamo a conoscerci. ENPAB Magazine, a. 4, n. 2.
Gross J. E., 2003 - Developing Conceptual Models for Monitoring Programs. NPS
Inventory and Monitoring Program.
Petretti F., Visentin M., 2005 - La Natura dà lavoro. Alberto Perdisa Ed.
Searle S. M., 2011 - How to Become an Ecological Consultant. Acorn Ecology.
141.
Crediti
Di Leonardo Beccarisi
email: l_beccarisi@libero.it
web: https://www.researchgate.net/profile/Leonardo_Beccarisi
Sezione studenti dell'Associazione Italiana Scienze Ambientali (AISA) Lecce
Con la collaborazione della
Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto