2. » Che cos’è la ricerca sociale. La ricerca sociale mira
a raggiungere dei risultati verificabili ed attendibili
nell’ambito dello studio della società, utilizzando
un metodo scientificamente valido. Come
affermano Pedon e Gnisci (Metodologia della
ricerca psicologica, Il Mulino, Bologna, 2004), «il
termine validità indica la solidità e l’attendibilità di
un’indagine, ossia una vera corrispondenza tra
mondo reale e conclusioni di una ricerca».
»
3. » RICERCA QUANTITATIVA E QUALITATIVA
» La distinzione corrisponde alla differenza tra numerico
e non numerico. Nella ricerca quantitativa si raccoglie
un’ampia quantità di dati su ampi gruppi in un tempo
piuttosto breve. Strumento principe di questo tipo di
ricerca è il questionario.
» Le ricerche qualitative non sono, invece, orientate alla
quantità, bensì alla qualità dei materiale raccolto e da
analizzare, per cui funzioneranno molto bene interviste
e ricerche che possano permettere di raccogliere delle
informazioni specifiche su ciò che si vuole studiare.
4. » IL QUESTIONARIO
» Il questionario contiene una serie di domande poste
a dei soggetti che fanno parte di un campione
rappresentativo dell’intera popolazione. In genere è
cartaceo ed è uguale per tutti i soggetti intervistati,
ma può essere anche online. È composto da
domande a risposta chiusa. È attuabile in breve
tempo e può essere somministrato a campioni
molto vasti, a differenza delle interviste qualitative.
5. » L’OSSERVAZIONE
» Questa modalità permette al ricercatore di studiare
persone o gruppi mentre agiscono in maniera
spontanea nel loro ambiente naturale. Il suo compito è
quello di essere esterno al campo di osservazione e di
non interferire col gruppo, oppure mischiarsi molto
bene al suo interno, tanto da passare inosservato.
L’osservazione partecipante consente di studiare una
comunità sul campo a stretto contatto con i
componenti, condividendone gli stili di vita.
L’osservazione sistematica è utilizzata per studiare un
particolare aspetto di un fenomeno o di una comunità.
6. » L’ESPERIMENTO
» Ha lo scopo di scoprire i rapporti di causa-effetto fra due fenomeni
o variabili. Possono essere effettuati in laboratorio o sul campo. Il
ricercatore non si limita ad osservare il soggetto, ma organizza e
controlla le condizioni per un’osservazione programmata.
Nell’esperimento, il ricercatore può utilizzare due gruppi: il gruppo
sperimentale, in cui vi è la presenza della variabile da studiare; il
gruppo di controllo, dove tale variabile è assente. Ad esempio ciò
accade nel celebre esperimento sulle scimmie condotta da Harlow
in laboratorio, o in quello sull’effetto imprinting che l’etologo
Konrad Lorenz ha condotto sulle papere. Nell’esperimento sulle
scimmie, queste presentavano disaffezione per una mamma di fil
di ferro che le alimentava e tendevano a rifugiarsi nella mamma
morbida costituita da ovatta o peluche. Nel secondo esperimento,
Lorenz riuscì ad imprintare le papere sostituendosi alla loro
mamma nelle prime ore di vita.
»
7. » L’INTERVISTA
» Non punta alla quantità dei dati raccolti, bensì alla loro qualità. In
tal caso, il ricercatore pone al soggetto una serie di domande a
risposta aperta, puntando alla profondità (qualità) delle
informazioni rilevate.
» L’intervista può essere:
» • strutturata: pone le stesse domande a tutti, con la stessa
formulazione e sequenza. Gli intervistati rispondono in totale
libertà;
» • semistrutturata: l’intervistatore ha una traccia di argomenti da
sviluppare nel corso della sua intervista e l’ordine che deve seguire
non è sequenziale ma libero. Anche qui gli intervistati rispondono
in libertà;
» • non-strutturata: non ci sono domande prestabilite. Il tema è
presentato nella sua generalità, ogni eventuale fuori-traccia viene
riportato all’interno della tematica di interesse.
8. » LA RICERCA-AZIONE
» Mira ad ottenere degli scopi pratici di
immediata validità. Cerca di indurre al
cambiamento di una certa realtà sociale o
psicologica, per poi studiare gli effetti del
cambiamento prodotto, in modo da migliorare
le modalità di intervento. I soggetti studiati
collaborano con i ricercatori per definire gli
obiettivi e le strategie della ricerca.
9. » Alla raccolta dei dati segue l’analisi degli stessi. I
dati raccolti vengono misurati in modo da
offrire una descrizione quantitativa del
fenomeno. Essi vengono perciò convertiti in
termini matematici, chiaramente interpretabili,
valutabili e misurabili. Tutti noi facciamo
statistiche, anche uno studente che effettua
una media tra i voti conseguiti durante l’anno
per misurare il voto scolastico di fine anno.
10. » I tre settori della statistica. Nella statistica
abbiamo tre settori fondamentali:
» la statistica descrittiva: misura tabelle, grafici,
misure, indici;
» la statistica induttiva: che procede dal particolare
al generale, cioè dal singolo caso di studio, per
generalizzare le conclusioni ottenute su campioni
di soggetti
» le misure di correlazione: per conoscere la
relazione esistente tra due variabili e così,
eventualmente, predire i valori di una variabile a
partire dalla conoscenza dell’altra variabile.
11. » I dati raccolti vanno 1) organizzati; 2) analizzati
e sintetizzati; 3) rappresentati su grafici e
tabelle; 4) utilizzati per stabilire eventuali
correlazioni e probabilità.
12. » Organizzazione dei dati. I dati vengono ordinati,
elaborati ed interpretati. Per farlo il metodo più
comune è l’utilizzo di tabelle rettangolari dove in
una riga abbiamo i casi di studio ed in colonna le
variabili. Le celle che scaturiscono dall’incrocio fra
riga e colonna presentano un dato, cioè il valore
assunto da una determinata variabile su di un
determinato caso. Questa tabella si chiama matrice
dati.
13. » Analisi e sintesi. Per riassumere i dati raccolti utilizziamo frequenza,
moda, media e mediana.
» La distribuzione di frequenza ci dice come una variabile si distribuisca tra i
dati studiati, all’interno del campione di ricerca.
» La moda è il valore che appare più spesso in un insieme di numeri. Ad
esempio all’interno della stringa numerica 533339900 la moda è il numero
3 che compare più spesso.
» La mediana di un insieme numerico corrisponde al numero che occupa il
posto centrale in un insieme ordinato per valore crescente e decrescente.
Ad esempio nell’insieme 1222334447 la mediana è 3 perché ci sono
quattro numeri prima e quattro numeri dopo.
» La mediana serve a suddividere una serie di dati in due parti uguali. La
media di un insieme numerico corrisponde alla somma dei valori divisa per
il numero degli elementi di un insieme. Poiché la media può fornire
un’immagine falsata della realtà, è opportuno calcolare anche quanto ogni
singolo valore si discosti dal valore medio.
14. » Grafici e tabelle. In esse compare una sintetica
rappresentazione dei dati raccolti, che possono
così essere facilmente analizzati ed interpretati.
Si possono utilizzare diagrammi a barre,
diagrammi a nastri, diagrammi a torta,
istogrammi, poligoni di frequenza.
15. Diagramma a barre Diagramma a nastri
Diagramma a torta
Istogramma
Poligono di
frequenza
16. » Correlazione e probabilità. Nella correlazione la
statistica studia le relazioni tra i vari dati. Nella
probabilità calcola la possibilità che un evento
accada.