Allergie, intolleranze, acidità e infiammazioni croniche
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza
1. Giovanni BertanzaGiovanni Bertanza
Psicologo e PsicoterapeutaPsicologo e Psicoterapeuta
Specialista in Psicanalisi della RelazioneSpecialista in Psicanalisi della Relazione
Esperto in Psicologia del Lavoro e dell’OrganizzazioneEsperto in Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione in contesti
aziendali internazionali
Interventi con gruppi e creazione cultura del cambiamentoInterventi con gruppi e creazione cultura del cambiamento
Esperto nell’uso del Metodo Olismologico nell’attività clinicaEsperto nell’uso del Metodo Olismologico nell’attività clinica
(attività psicoterapica integrata col lavoro sulle emozioni(attività psicoterapica integrata col lavoro sulle emozioni
e successivamente sulla risposta del Corpo a situazioni emotive)e successivamente sulla risposta del Corpo a situazioni emotive)
2. Poiché siamo in un contesto prevalentemente sanitario, per far comprendere
come il Metodo Olismologico può essere integrato nell'attività clinica occorre
che inizi riassumendo le caratteristiche dell'intervento psicoterapico.
L'intervento si affida alla parola, alle interazioni tra Terapeuta e Cliente, alla
capacità di co-costruire una relazione più sana e riparante altre relazioni non
funzionali.
La natura, dunque, è essenzialmente dialogica e il risultato dipende
sia dal Terapeuta, sia dal Cliente (che è “Paziente" solo perché soffre).
3. Mi affido - per i contenuti essenziali - alla Control Master Theory
una teoria del padroneggiamento della Psicoterapia che ha fondamenti
empirici, validata da indagini cliniche dovute al lavoro di Joseph Weiss.
Essa fa svolgere un ruolo centrale allo sviluppo delle credenze e poi delle
credenze patogene.
4. 1 - Generalmente l'essere umano è motivato a raggiungere
obiettivi sani e piacevoli e realistici di vita, e cioè:
- Avere buone relazioni con gli altri;
- Avere una buona relazione affettiva;
- Riuscire nelle attività lavorative;
- Stare in buona salute fisica …no malattie.
Insomma esser contenti di stare al mondo.
5. 2 - Fin dall‘inizio della nostra vita per sopravvivere, adattarci
e raggiungere obiettivi, abbiamo bisogno di costruirci un insieme
di conoscenze affidabili - su noi stessi, sugli altri e sulla realtà.
Le elaboriamo, le modifichiamo e le mettiamo continuamente
alla prova.
Sono importanti perché fungono da guida al nostro pensiero
e al nostro comportamento.
E sono state chiamate credenze.
6. Per adattarci, infatti, abbiamo bisogno di una rappresentazione
il più possibile precisa del nostro ambiente, di come esso sia
e di come dobbiamo comportarci in esso.
Quindi queste credenze rappresentano ciò che per noi è reale e morale
e sono il fattore che organizza e plasma
le nostre percezioni,
il nostro pensiero,
la nostra vita emotiva,
il nostro comportamento,
la nostra personalità,
fungendo da mediatore tra le nostre caratteristiche temperamentali,
neurobiologiche e la loro espressione.
7. 3 - Quando queste credenze vengono definite patogene ?
Quando finiscono per essere fonte
di sofferenza
di sintomi e inibizioni
e si pongono tra i maggiori ostacoli al raggiungimento di obiettivi sani
piacevoli e realistici di vita.
Dunque individuare credenze patogene o convinzioni auto sabotanti ed
esplicitarle è uno dei compiti portanti del Terapeuta.
8. 4 - Ma come si formano, qual‘é la loro genesi ?
La Psicoanalisi ha da subito messo l'accento sul fatto
che “il bambino è il padre dell'uomo”,
indicando che è in quella fase della vita che si sviluppano
tali credenze ostacolanti.
9. 5 - Ma come funziona il bambino ?
Fin dai primi istanti di vita il bambino mostra qualità innate di:
amore,
empatia,
responsabilità,
altruismo.
Poi inizia una fase di adattamento all'ambiente, ovvero:
genitori, caregiver, eventi non programmati, perdite, traumi.
Il bambino si deve adattare al suo ambiente, vive e si nutre
delle interazioni con i suoi caregiver.
10. Ma il bambino
è cognitivamente ed emotivamente debole, manca di esperienza;
Il suo pensiero è magico e onnipotente;
si sente eccessivamente responsabile di ciò che accade ai suoi
caregiver;
è egocentrico;
soprattutto ha il bisogno di conservare rapporti positivi con i suoi
caregiver che vive come saggi, buoni e forti.
Insomma l‘opposto della consueta pedagogia popolare
mutuata da generazioni e sostenuta da istituzioni non familiari.
11. Le credenze patogene alimentano - e sono alimentate - dai sensi di colpa
che a loro volta affondano le radici in adattamenti forzati, nell’attaccamento
madre-bambino e nel modo in cui è stato curato.
Il Cliente/Paziente, per disconfermare le sue credenze patogene, ha un solo
modo: sottoporre a test relazionali il proprio Terapeuta.
La capacità relazionale del Terapeuta consiste nel comprendere
e superare tali test.
È inoltre importante comprendere le fantasie del Cliente e lavorare con i sogni
per far emergere l‘inconscio.
12. L‘Essere umano è fortemente motivato a disconfermare le sue credenze
patogene.
Il contributo più rilevante del Metodo Olismologico è soprattutto nel trattamento
delle Aree Corporee Simboliche - nelle quali il Dott. Capello ha intuito
e descritto alcune credenze patogene.
Inoltre il Soggetto sottoposto alla Manipolazione Clinica dell'epidermide,
provando dolore, vedendo evidenti arrossamenti di colore livido,
può rendersi conto del legame diretto fra credenza patogena e sintomi
e imparare a discofermarle.
13. Lo Psicoterapeuta può leggervi soprattutto risposte adattive non funzionali:
nell'utilizzo di emozioni primarie come rabbia e paura;
nel ricorso a schemi mentali per risolvere situazioni;
nel riconoscere situazioni stressanti;
nel ricordare traumi.
È una scoperta molto utile, concreta, che promuove il cambiamento
del Paziente.
A me ha chiarito finalmente una sintesi tra ciò che si può fare con la parola
e ciò che si può fare col corpo.
14. “Tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto
al dolore che non provano.
Date parole al vostro dolore,
altrimenti il vostro cuore si spezza”.
William Shakespeare