9. La scelta di sottoporsi:
- alle regole produttive previste dal disciplinare;
- al sistema di controllo e certificazione;
- alla vigilanza;
10. I suini devono essere nati,
allevati e macellati nelle 10
regioni del centro e nord Italia.
Il suino destinato a divenire
Parma, deve:
essere macellato oltre i 9 mesi
di età e pesare almeno 150 Kg
11.
12.
13.
14.
15.
16. Le funzioni di controllo e di certificazione sono
svolte dall’Istituto Parma Qualità
ente autonomo e indipendente, riconosciuto dal
Mipaaf
22. Il processo di certificazione di ogni fase della filiera rende il Parma
un prodotto rintracciabile e controllato
23. Come ogni fase della lavorazione, anche
l’affettamento e il confezionamento avvengono
solo ed esclusivamente
nella zona tipica di
produzione e solo in
presenza degli ispettori
dell’Istituto Parma Qualità
24. Le caratteristiche della
vaschetta del pre-affettato sono
riportate nel disciplinare di
produzione
Il triangolo nero rappresenta
il 25% della superficie
dell’intera confezione.
25. In questo modo le aziende produttrici garantiscono:
- la GENUINITÀ del prodotto;
- la TRASPARENZA dei soggetti coinvolti;
- una METODOLOGIA produttiva precisa;
- la SERIETÀ dell’intero sistema.
LE 4 PAROLE CHIAVE DI QUESTA GIORNATA
26.
27.
28. SVILUPPO perché il sistema non è una nicchia irrilevante di
mercato, ma favorisce:
- la crescita economica
- delle opportunità professionali
- un ampliamento progressivo delle possibilità
- una “localizzazione” sana in un contesto di globalizzazione
selvaggia
29. DEL TERRITORIO perché il vincolo al territorio “umano, geografico e
sociale” è necessario (garantito per legge!) e coinvolge vari livelli:
- economico;
- sociale (stili di vita – valori di riferimento – ecc.);
- urbanistico;
- ambientale;
- culturale (valorizzazione della tradizione).
30.
31. È sviluppo RESPONSABILE perché è fondato sulla
GESTIONE COLLETTIVA DI UN BENE
COMUNE
- la DOP, come bene comune
- gestita collettivamente attraverso il CONSORZIO
32. La DOP non è un marchio privato, monopolio di uno o di pochi,
è invece un BENE-VALORE COMUNE di un intero territorio,
dei suoi abitanti (operatori), delle comunità, del tessuto sociale,
di una tradizione.
Un bene “aperto”, disponibile a tutti coloro che entrano a far
parte di questo contesto “territoriale”.
33. La DOP è un diritto senza “proprietario”!
È un casus juridicus perché, appunto, non è previsto un titolare
né individuale, né collettivo di tale diritto.
Ecco perché possiamo dire che è un BENE COMUNE
34. Il sistema della DOP permette uno sviluppo RESPONSABILE in
quanto gestito COLLETTIVAMENTE.
Intendo la RESPONSABILITA’ come capacità:
- di rispondere, di entrare in dialogo e di interagire;
- di riconoscersi in RELAZIONE;
- di rispondere delle conseguente del proprio agire.
35. La RESPONSABILITA’ dello sviluppo è dunque legata alla
capacità di RELAZIONE, cioè di:
- Scegliere
- Progettare
- Operare
INSIEME guardando oltre i singoli interessi
36. È questa l’esperienza del Consorzio, costituito dalle aziende
produttrici che, INSIEME, cercano di promuovere e tutelare
al meglio quel BENE COMUNE rappresentato dal prosciutto
di Parma e gli interessi collettivi, ben più ampi dei singoli
interessi individuali, ad esso connessi.
37. In questo modo, come comparto, cerchiamo di partecipare alla sviluppo del
nostro territorio in particolare proponendo:
- un modo di fare impresa e di produrre “in qualità”;
- un sviluppo ambientale rispettoso e di “basso impatto”;
- una crescita urbanistica che sappia integrare il valore della
bellezza e della tradizione;
- uno stile di vita “sostenibile” che permetta di “gustare” le nostre
eccellenze.