Giunto alla VII edizione, ha coinvolto, lo scorso anno, 1000 scuole. Il “Joyce” aderisce per la prima volta con due classi seconde (A e E) del Liceo delle Scienze Umane.
La proposta educativa Unicef, “L’albero dei diritti”, sostenuta dal MIUR, comprende percorsi sull’inclusione e sulle pari opportunità di bambini e adolescenti.
Giunto alla VII edizione, ha coinvolto, lo scorso anno, 1000 scuole. Il “Joyce” aderisce per la prima volta con due classi seconde (A e E) del Liceo delle Scienze Umane.
La proposta educativa Unicef, “L’albero dei diritti”, sostenuta dal MIUR, comprende percorsi sull’inclusione e sulle pari opportunità di bambini e adolescenti.
Legge di iniziativa popolare per una Buona scuola per la Repubblicalipscuola
DISEGNO DI LEGGE d’iniziativa dei senatori
MUSSINI, PETRAGLIA, MONTEVECCHI, TOCCI, LUIZZI, CENTINAIO, BIGNAMI,
BENCINI, GAMBARO, LO GIUDICE, PEPE, RICCHIUTI, Maurizio ROMANI e SERRA
Bando scuola politica e delle relazioni sindacali - UNINT Reti
L'esigenza di un luogo di formazione e di discussione per le giovani generazioni, ma anche per tutti coloro che ritengono di poter esprimere qualificato impegno politico o sindacale, è evidente, soprattutto in questa lunga fase di transizione del sistema politico italiano e di crisi della politica. Una Scuola di Scienze della politica e delle relazioni sindacali è dunque connessa alla necessità, largamente sentita nella società, di formare giovani o, più in generale, operatori politico-sindacali, capaci di interpretare e valorizzare adeguatamente le potenzialità del territorio e del Paese.
Per muoversi in questa direzione è necessaria un’azione culturale-politica che favorisca la costruzione di una nuova e autorevole rappresentanza politica e sindacale.
A tal fine, la Scuola intende impegnarsi utilmente nell’agire politico, condividendo pienamente l’obiettivo di promuovere il ruolo della democrazia partecipativa al fine di far aumentare tra i cittadini, in particolare tra i giovani, la consapevolezza dei diritti legati alla cittadinanza e alla partecipazione attiva ai processi decisionali.
2. La comunità scolasticaLa comunità scolastica
La scuola è una comunità ovvero un certo numero di
persone che condivide spazi e tempo e come ogni
comunità per avere una civile e pacifica convivenza si
basa su regole che devono essere condivise e rispettate da
tutti. Per comprendere al meglio che cos’è la scuola e a
cosa serve proviamo a mettere dei punti fermi ovvero
quali sono queste regole e chi le stabilisce?
La Costituzione
DPR 31/06/74 n.416 modificato dal Dlgs 16/04/94
n.297
Regolamento d’Istituto
Lo statuto degli studenti e delle studentesse
Patto di Lisbona
3. La Costituzione ARTT. 9-La Costituzione ARTT. 9-
3434
Istruzione scolastica obbligatoria
L’assolvimento dell’obbligo scolastico
La scuola è uguale per tutti
La parità scolastica
La laicità dell’insegnamento
La libertà di docenza
4. LoLo statuto degli studenti e dellestatuto degli studenti e delle
studentessestudentesse
D.P.R. n. 249 del 24 Giugno
1998
( G.U. n. 175 del 29 Luglio
1998 )
5. Art. 1 - Vita della comunità
scolastica
1. La scuola è luogo di formazione e di educazione
mediante lo studio, l'acquisizione delle
conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica
2. La scuola è comunità di dialogo, di ricerca, di
esperienza sociale, informata ai valori
democratici e volta alla crescita della persona in
tutte le sue dimensioni . In essa ognuno, con pari
dignità e nella diversità dei ruoli, opera per
garantire la formazione alla cittadinanza, la
realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo
delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle
situazioni di svantaggio
6. 3. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia
comunità civile e sociale di cui è parte, fonda il suo
progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle
relazioni insegnante - studente, contribuisce allo
sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso
l'educazione alla consapevolezza e alla valorizzazione
dell'identità di genere, del loro senso di responsabilità e
della loro autonomia individuale e persegue il
raggiungimento di obiettivi culturali e professionali
adeguati all'evoluzione delle conoscenze e
all'inserimento nella vita attiva.
4. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà
di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione,
sul rispetto reciproco di tutte le persone che la
compongono, quale che sia la loro età e condizione, nel
ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.
7. Art. 2Art. 2 -- DirittiDiritti
1. Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e
professionale
2. La comunità scolastica promuove la solidarietà tra i
suoi componenti e tutela il diritto dello studente alla
riservatezza.
3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle
decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola.
4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e
responsabile alla vita della scuola.
5. Gli studenti hanno diritto ad essere consultati ed
esprimere pareri su aspetti organizzativi rilevanti.
6. Gli studenti hanno diritto alla libertà di
apprendimento.
9. 8. La scuola si impegna a porre progressivamente in essere
le condizioni per assicurare:
a) un ambiente favorevole alla crescita integrale della
persona e un servizio educativo-didattico di qualità;
b) offerte formative aggiuntive e integrative, anche
mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte
dagli studenti e dalle loro associazioni;
c) iniziative concrete per il recupero di situazioni di
ritardo e di svantaggio nonché per la prevenzione e il
recupero della dispersione scolastica;
d) la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che
debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche con
handicap;
e) la disponibilità di un'adeguata strumentazione
tecnologica;
f) servizi di sostegno e promozione della salute e di
assistenza psicologica.
10. 9. La scuola garantisce e disciplina nel proprio
regolamento l'esercizio del diritto di riunione e
di assemblea degli studenti, a livello di classe,
di corso e di istituto.
10. Il diritto di associazioni .
11. Art. 3Art. 3--DoveriDoveri
1. Gli studenti sono tenuti a frequentare
regolarmente i corsi e ad assolvere
assiduamente agli impegni di studio.
2. Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti
del capo di istituto, dei docenti, del personale
tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso
rispetto, anche formale, che chiedono per se
stessi.
3. Nell'esercizio dei loro diritti e
nell'adempimento dei loro doveri gli studenti
sono tenuti a mantenere un comportamento
corretto e coerente con i principi di cui all'art. 1
12. 4. Gli studenti sono tenuti ad osservare le
disposizioni organizzative e di sicurezza
dettate dai regolamenti dei singoli istituti.
5. Gli studenti sono tenuti a utilizzare
correttamente le strutture, i macchinari e i
sussidi didattici e a comportarsi nella vita
scolastica in modo di non arrecare danni al
patrimonio della scuola.
6. Gli studenti condividono la responsabilità di
rendere accogliente l'ambiente scolastico e
averne cura come importante fattore di qualità
della vita della scuola.
13. 44 -- DisciplinaDisciplina
1. I regolamenti delle singole istituzioni scolastiche
individuano i comportamenti che configurano
mancanze disciplinari con riferimento ai doveri elencati
nell'articolo 3, al corretto svolgimento dei rapporti
all'interno della comunità scolastica e alle situazioni
specifiche di ogni singola scuola, le relative sanzioni,
gli organi competenti ad irrogarle e il relativo
procedimento, secondo i criteri di seguito indicati.
2. I provvedimento disciplinari hanno finalità
educativa e tendono a rafforzamento del senso di
responsabilità e al ripristino di rapporti corretti
all'interno della comunità scolastica.
3. La responsabilità disciplinare e personale. Nessuno
può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere
stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni.
Nessuna infrazione disciplinare connessa al
comportamento può influire sulla valutazione del
profitto.
14. 4. In nessun caso può essere sanzionata, né
direttamente né indirettamente, la libera espressione di
opinioni correttamente manifestata e non lesiva
dell'altrui personalità.
5. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate
alla infrazione disciplinare e ispirate, per quanto
possibile, al principio della riparazione del danno. Esse
tengono conto della situazione personale dello studente.
Allo studente è sempre offerta la possibilità di
convertirle in attività in favore della comunità
scolastica.
6. Le sanzioni e i provvedimenti che comportano
allontanamento dalla comunità scolastica sono sempre
adottate da un organo collegiale
7. Il temporaneo allontanamento dello studente dalla
comunità scolastica può essere disposto solo in caso di
gravi o reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non
superiori ai quindici giorni.
15. 8. Nei periodi di allontanamento deve essere previsto, per
quanto possibile, un rapporto con lo studente e con i suoi
genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica.
9. L'allontanamento dello studente dalla comunità
scolastica può essere disposto anche quando siano stati
commessi reati o vi sia pericolo per l'incolumità delle persone.
In tal caso la durata dell'allontanamento è commisurata alla
gravità del reato ovvero al permanere della situazione di
pericolo. Si applica per quanto possibile il disposto del comma
8.
10. Nei casi in cui l'autorità giudiziaria, i servizi sociali o la
situazione obiettiva rappresentata dalla famiglia o dallo stesso
studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di
appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche
nel corso d'anno, ad altra scuola.
11. Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse
durante le sessioni d'esame sono inflitte dalla commissione di
esame e sono applicabili anche ai candidati esterni.
16. ImpugnazioniImpugnazioni
1. Per l'irrogazione delle sanzioni di cui all'articolo 4,
comma 7, e per i relativi ricorsi si applicano le
disposizioni di cui all'articolo 328, commi 2 e 4, del
decreto legislativo 16 febbraio 1994, n 297.
2. Contro le sanzioni disciplinari diverse da quelle di
cui al comma 1 è ammesso ricorso, da parte degli
studenti nella scuola secondaria superiore e da parte dei
genitori nella scuola media, entro quindici giorni dalla
comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito
organo di garanzia interno alla scuola, istituito e
disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni
scolastiche, del quale fa parte almeno un rappresentante
degli studenti nella scuola secondaria superiore e dei
genitori nella scuola media.
17. 3. L'organo di garanzia di cui al comma 2 decide, su
richiesta degli studenti della scuola in merito
all'applicazione del presente regolamento.
4. Il dirigente dell'Amministrazione scolastica
periferica decide in via definitiva sui reclami proposti
dagli studenti della scuola secondaria superiore o da
chiunque vi abbia interesse, contro le violazione del
presente regolamento, anche contenute nei regolamenti
degli istituti. La decisione assunta previo parere
vincolante di un organo di garanzia composto per la
scuola secondaria superiore da due studenti, da tre
docenti e da un genitore designati dal consiglio
d’istituto, e presieduto dal presidente del consiglio
d’istituto.
18. I diritti delle studentesse e degliI diritti delle studentesse e degli
studentistudenti
Diritto alla privacy
Diritto alla partecipazione
Diritto alla libertà d’insegnamento
Diritto alla libertà d’apprendimento
Diritto all’istruzione
Diritto alla valutazione
Diritto alla libertà di riunione e associazione
Diritto alla libertà di manifestare il proprio
pensiero
19. I doveri degli studenti e delleI doveri degli studenti e delle
studentessestudentesse
Regolamento d’istituto
La disciplina e il voto in
condotta
I provvedimenti disciplinari
20. La scuola aperta a tuttiLa scuola aperta a tutti
a scuola è uguale per tutti?
La parità scolastica
La laicità dell’insegnamento
La libertà di docenza
22. La scuola dell’autonomiaLa scuola dell’autonomia
Dal 1 settembre del 2000 tutte le istituzioni scolastiche
(con un numero di alunni compresi tra i 500 e i 900)
hanno acquisito personalità giuridica, cioè sono
riconosciute dallo Stato come soggetti di diritto, con
relativi diritti e doveri. Con l’autonomia si rende il sistema
scolastico più flessibile; in particolare si propone di far
incontrare domanda e offerta formativa; la scuola deve
adeguarsi e fornire competenze in grado di soddisfare le
esigenze del territorio. L’autonomia prevede:
Autonomia organizzativa
Autonomia patrimoniale
Autonomia didattica
Il POF (Piano dell’offerta formativa)
23. Autonomia organizzativaAutonomia organizzativa
In base all’autonomia organizzativa ogni
istituzione scolastica:
Ha a disposizione un fondo per lo svolgimento
delle attività di istruzione, formazione e
orientamento
Possiede un organico funzionale di istituto,
che viene determinato non solo rispetto al
numero degli studenti, ma anche in base ai
progetti formativi attuati nei singoli istituti
Può diversificare il servizio scolastico, in modo
da renderlo più efficace (calendari scolastici,
orari settimanali, ecc)
Deve coordinarsi con il contesto territoriale in
24. Autonomia didatticaAutonomia didattica
L’autonomia didattica comporta che ogni istituzione
scolastica, pur rispettando gli obiettivi del sistema generali
del sistema nazionale dell’istruzione, è libera di programmare
metodologie, gli strumenti e organizzazione dei tempi di
insegnamento, a seconda delle esigenze del territorio e delle
famiglie. I presidi diventano dirigenti scolastici ovvero i
rappresentanti legali dell’istituto e devono:
Promuovere la qualità dei processi formativi, in collegamento
con le realtà presenti nel territorio
Garantire il pieno esercizio della libertà di insegnamento
Favorire la cooperazione fra l’istituzione scolastica, gli
studenti e le loro famiglie
Procedere alla formazione delle classi e attribuire ai singoli
docenti le funzioni da svolgere
25. Il POF (Piano dell’offerta formativa)Il POF (Piano dell’offerta formativa)
Nell’ambito dell’autonomia didattica, ogni istituto deve
definire il POF, che è il documento fondamentale che
caratterizza ogni scuola ed esplicita la progettazione
( che gli istituti adottano e pubblicano, è elaborato dal
collegio docenti e adottato dal Consiglio d’istituto.
All’interno del POF ogni istituto:
Deve individuare degli strumenti concreti di rilevazione
dei bisogni del territorio e delle famiglie, anche
attraverso questionari e ricerche
Può organizzare attività di sostegno e di recupero anche
per facilitare l’integrazione dei ragazzi immigrati
può istituire percorsi alternativi fra diverse discipline,
che possono essere aggregate per aree disciplinari
26. Gli organi collegialiGli organi collegiali
Nel 1974 sono stati introdotti gli organi
collegiali, col preciso obiettivo di allargare la
partecipazione a genitori, personale non
docente e studenti. Gli organi collegiali
possono essere:
– A livello di istituto
– A livello distrettuale
– A livello provinciale
– A livello nazionale
Ci occuperemo solo dei primi
27. Che cosa sonoChe cosa sono
Gli organi collegiali sono organismi di
governo e di gestione delle attività
scolastiche a livello territoriale e di
singolo istituto. Sono composti da
rappresentanti delle varie componenti
interessate e si dividono in organi
collegiali territoriali e organi collegiali
scolastici.
28. RappresentanzaRappresentanza
Il processo educativo nella scuola si costruisce in primo
luogo nella comunicazione tra docente e studente e si
arricchisce in virtù dello scambio con l'intera comunità
che attorno alla scuola vive e lavora. In questo senso la
partecipazione al progetto scolastico da parte dei genitori
è un contributo fondamentale. Gli Organi collegiali
della scuola, che - se si esclude il Collegio dei Docenti -
prevedono sempre la rappresentanza dei genitori, sono
tra gli strumenti che possono garantire sia il libero
confronto fra tutte le componenti scolastiche sia il
raccordo tra scuola e territorio, in un contatto
significativo con le dinamiche sociali. Tutti gli Organi
collegiali della scuola si riuniscono in orari non
coincidenti con quello delle lezioni
29. Consiglio di classeConsiglio di classe
Composizione nella scuola secondaria
superiore:
tutti i docenti della classe,
due rappresentanti dei genitori
due rappresentanti degli studenti;
presiede il dirigente scolastico o un
docente, facente parte del consiglio, da lui
delegato.
30. Funzioni nella scuolaFunzioni nella scuola
secondaria superioresecondaria superiore
Il consiglio di classe, presieduto dal dirigente scolastico
o un docente,facente parte del consiglio, da lui delegato
ha il compito di:
formulare al collegio dei docenti proposte in ordine
all'azione educativa e didattica e a iniziative di
sperimentazione
agevolare ed estendere i rapporti reciproci tra docenti,
genitori ed alunni
individuare eventuali strategie di recupero
adozione dei libri di testo
adottare, in alcuni casi, i provvedimenti disciplinari a
carico degli alunni.
Il c.d.c si riunisce con la sola presenza dei genitori
quando:
Delibera in materia di coordinamento didattico e
interdisciplinare;
Decide sulla valutazione periodica e finale degli studenti
31. Il consiglio d’istitutoIl consiglio d’istituto
Composizione Scuola secondaria superiore: il consiglio di
istituto, nelle scuole con popolazione scolastica fino a 500
alunni, è costituito da 14 componenti, di cui:
6 rappresentanti del personale docente,
uno del personale amministrativo, tecnico e ausiliario,
3 dei genitori degli alunni,
3 degli alunni, il dirigente scolastico;
nelle scuole con popolazione scolastica superiore a 500
alunni è costituito da 19 componenti, di cui
8 rappresentanti del personale docente,
2 rappresentanti del personale amministrativo, tecnico e
ausiliario,
4 dei genitori degli alunni,
4 degli alunni, il dirigente scolastico;
il consiglio d'Istituto è presieduto da uno dei membri, eletto
tra i rappresentanti dei genitori degli alunni.
32. Funzioni delFunzioni del consiglio di istituto:consiglio di istituto:
Elabora e adotta gli indirizzi generali e determina le
forme di autofinanziamento della scuola;
Delibera il bilancio preventivo e il conto consuntivo e
stabilisce come impiegare i mezzi finanziari per il
funzionamento amministrativo e didattico.
Adotta il regolamento interno d’istituto
Delibera sull’acquisto, il rinnovo e la conservazione delle
attrezzature tecnico scientifiche e dei sussidi didattici
Criteri per la programmazione e l’attuazione delle
attività parascolastiche, interscolastiche ed
extrascolastiche, con particolare riguardo ai corsi di
recupero e di sostegno, alle libere attività complementari,
alle visite guidate e ai viaggi d’istruzione
33. Decide in merito alla partecipazione dell'istituto ad
attività culturali, sportive e ricreative, nonché allo
svolgimento di iniziative assistenziali.
Fatte salve le competenze del collegio dei docenti e dei
consigli di classe, ha potere deliberante
sull'organizzazione e la programmazione della vita e
dell'attività della scuola, nei limiti delle disponibilità di
bilancio, per quanto riguarda i compiti e le funzioni che
l'autonomia scolastica attribuisce alle singole scuole. In
particolare adotta il Piano dell’offerta formativa
elaborato dal collegio dei docenti.
Indica i criteri generali relativi alla formazione delle
classi, all'assegnazione dei singoli docenti, e al
coordinamento organizzativo dei consigli di
intersezione, di interclasse o di classe;
Esprime parere sull'andamento generale, didattico ed
amministrativo, stabilisce i criteri per l'espletamento dei
servizi amministrativi ed esercita le competenze in
materia di uso delle attrezzature e degli edifici
scolastici.
34. La Giunta esecutivaLa Giunta esecutiva
Composizione
La Giunta esecutiva è composta da un docente, un
impiegato amministrativo o tecnico o ausiliario, da un
genitore e da uno studente. Di diritto ne fanno parte il
dirigente scolastico, che la presiede, e il direttore dei
servizi generali e amministrativi che ha anche funzioni
di segretario della giunta stessa
35. FunzioniFunzioni
La Giunta esecutiva prepara i lavori del consiglio di
circolo o di istituto, fermo restando il diritto di
iniziativa del consiglio stesso, e cura l'esecuzione delle
relative delibere. Come previsto dal Decreto
interministeriale n.44 ha il compito di proporre al
Consiglio di circolo/istituto il programma delle attività
finanziarie della istituzione scolastica, accompagnato
da un'apposita relazione e dal parere di regolarità
contabile del Collegio dei revisori.
Nella relazione, su cui il consiglio dovrà deliberare entro
il 15 dicembre dell'anno precedente quello di riferimento,
sono illustrati gli obiettivi da realizzare e l'utilizzo
delle risorse in coerenza con le indicazioni e le previsioni
del Piano dell'offerta formativa, nonché i risultati della
gestione in corso e quelli del precedente esercizio
finanziario.