XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
Itinerario storico ambientale (parte I, continua...)
1. Itinerario storico ambientale
Scuola –Loc. Viganovo – Cascina Costa -
Loc.Scanalocco
Cascina Albarotto – Leno – Scuola
parte I
Delle classi 2°B e 3°B
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI LENO
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “CARLO DOSSI” - LENO
5. Il nostro percorso com’era al tempo della dominazione napoleonica
Il ponte sulla Santa Giovanna, all’altezza della cava di ghiaia e
sabbia, in questa mappa non esiste.
6. La prima parte del percorso
segue la strada consortile Viganovo-Costa e prosegue
dalla chiesetta della Madonna di Caravaggio verso est.
7. Leggiamo che “Viganovus contrata” compare in documenti del duecento.
Significa terra senza abitazioni, disseminata di prativi e densamente messa a
coltura, posta ben oltre le mura del “castrum”.
Sia nel Catasto Napoleonico, sia nel Catasto Austriaco questa zona ha poche
abitazioni e moltissimi sono i campi coltivati.
8. Imboccando la strada per Ghedi: Via Tito Speri, si incontra una deviazione segnalata come
Strada Costa percorso naturalistico.
Lungo i bordi della strada è possibile scorgere alcune specie di erbe sopravvissute ai
diserbanti e alla cementificazione come il luppolo , la borsa del pastore. Contornano la
strada sambuchi, pioppi, olmi, aceri, acacie.
16. In questi corsi d’acqua vivono specie interessanti come i
potamogeti…
17. LA BORSA DEL PASTORE
NOMI LOCALI: Èrba borsèta ,cϋrisì
18. LUPPOLO COMUNE
OSSERVAZIONI:
Il Luppolo era impiegato in medicina
quale stomachico, diuretico e
sedativo. Il suo utilizzo principale è
nella fabbricazione della birra, dove
si usano le infiorescenze femminili
per dare il gusto amarognolo e
renderla meglio conservabile. I
giovani germogli maschili si
mangiano in primavera lessati, fritti,
in frittate, risotti, minestre, con le
uova al burro come gli asparagi.
19. Il cavedano è un ciprinide diffuso praticamente su tutto il
territorio nazionale, che colonizza sia i torrenti che i grandi
laghi, che riesce a sopportare buone dosi di inquinamento,
che mangia di tutto e … che fa impazzire i pescatori.
Ebbene si, è proverbiale la sua astuzia e diffidenza.
Nella nostra classe ci sono degli abili pescatori ormai esperti
nella pesca al cavedano!
Il Cavedano
20. In prossimità della cascina Formola troviamo cespugli di sambuco e pioppi.
Sambuchi e pioppi anche nella località Oasi, dopo una zona con pochi alberi,
superato il ponte sulla Santa Giovanna vi è una fitta vegetazione formata da platani,
robinie, sambuchi, salici, pioppi, olmi, con sottobosco di rovi, fino alla cascina Costa
L’area è molto ricca di flora e fauna.
Dove il vaso Santa Giovanna passa sotto i ponti che congiungono la strada consortile
alle cascine laterali, si possono scorgere diverse specie di pesci; appartenenti alla
famiglia dei Ciprinidi :
l’alborella, il vairone (dial. Vairù), il cavedano(dial.Caasì) e la scardola.
21. L’origine del nome formola deriva dal termine “forma” che significava
scavo di un fosso per irrigare un campo
Una piccola forma era chiamata “formola”. Da qui il nome della
località.
La cascina è presente sia nel catasto napoleonico sia in quello austriaco
Cascina Formola
23. Il Mulino Nuovo e La Cascina Formola nella mappa
del Catasto Regno d’Italia
24. Nella nostra pianura,
è possibile
vedere delle risorgive, sia
naturali,
sia incanalate.
Molte, purtroppo sono
progressivamente
scomparse per
prosciugamento o abbandono.
Presso
la Cascina Formola,
si nota
un canale d’acqua
che pare arrivare dal nulla.
L’inizio c’è,
ma non si vede.
E’ un capofonte
25. SANGUINELLO
NOMI LOCALI: Sanguanì Sanguanìne
Curiosità.
E’ un arbusto da siepe. I rami lunghi e diritti erano usati per costruire ceste.
I rami giovani, riuniti insieme, erano utilizzati per fare scope da cortile. Intrecciati
tra di loro erano usati per realizzare gabbie e canestri
26. TARAXACUM OFFICINALE
NOMI: Tarassaco, soffione,dente di leone, brüsa öcc.
Le rosette basali si consumano crude o cotte in insalata, per il sapore gradevole e
leggermente amaro, ha proprietà diuretiche e stimolanti.
27. EQUISETO MASSIMO, CODA DI CAVALLO
•NOMI LOCALI: Cùe de caàl, Erba piltrìna
OSSERVAZIONE: I fusti e rami degli Equiseti sono ricchi di silice, che li rende
ruvidi al tatto; per questo venivano utilizzati per levigare legni duri e pregiati o
per lucidare argento ed altri metalli.
31. Al bivio con la strada della Costa, incontriamo una
chiesetta dedicata alla Madonna di Caravaggio
32. Come descritto nel catasto napoleonico ancora
oggi molti sono i campi coltivati a prato.
33. Nel Catasto Napoleonico e relativo Sommarione leggiamo che nei
primi anni del 1800 le porzioni di terreno intorno alla Santa
Giovanna erano caratterizzati da erbe, muschi, e
boschetti di ontani e salici
34. Zerbo boscato dolce: terreno che presenta poche erbe cattive, con ontani, salici e simili
35. Dove la Santa Giovanna si avvicina alla strada comunale,
troviamo ancora un piccolo bosco di salici, ontani, olmi.
36. (…)
E amo tutto: i vetrici ed i salci,
che ripulisco ogni anno d'ogni vetta
per farne i torchi da legare i tralci;
Da i Primi Poemetti Giovanni Pascoli “l’oliveta e l’orto”
Curiosità:
Il colle del Viminale a Roma
prende il nome da un antico
bosco salici da vimine.
SALICE BIANCO
•NOMI LOCALI: Sàless, Sàles de pèrteghe.
38. Curiosità: era tradizione
appendere nelle stanze
delle cascine, nelle stalle,
nei pollai, giovani rametti
di ontano appiccicaticci con
foglie spruzzate con latte
Per attirare mosche,
zanzare, e tafani.
Ontano nero
NOMI LOCALI: Onéss, onìss
39. Ontano nero
Le Foglie hanno la
caratteristica di
cadere in autunno
senza quasi cambiare
colore.
40. OLMO CAMPESTRE
NOMI LOCALI Ülem, Ulmizì,
Ormadèl
In passato veniva coltivato
come sostegno delle viti. La
corteccia e i giovani rami,
molto elastici e tenaci, si
usavano come legacci per gli
innesti e per fabbricare
stuoie, sporte.
42. ROVO COMUNE
Nomi locali: Roédra, Roéda de
bósch, Roèdra
È una specie abbondante in tutta la provincia nelle boscaglie degradate, negli incolti, lungo
scarpate, siepi fossi, ed è comune nelle vegetazioni che ricoprono i ruderi.
43. Sulla sinistra prima di raggiungere il ponte sulla Santa
Giovanna troviamo la cava di ghiaia e sabbia
44. La cava di sabbia e ghiaia vista dalla strada che
costeggia la Santa Giovanna
45. Il ponte sulla Santa Giovanna. La strada ora si
trova a destra del canale
Nella mappa napoleonica questo ponte non
esisteva
46. LEMNA MINOR è una pianta acquatica conosciuta anche con il nome di lenticchia
d’acqua, oppure tra i contadini della pianura padana, con il nome di "ranina".
48. Dal vaso Santa Giovanna si intravede uno dei
laghetti formati dalla cava.
49. E’ bello passeggiare lungo questa strada: canali ai lati, fra i due
ponti sulla Santa Giovanna, sotto due filari di alberi di varie
specie. Noi ragazzi spesso passiamo di qui in bicicletta per
raggiungere la Cascina Costa: andiamo a pescare o a prendere il
sole.