2. LA CITTA’ E IL TERRITORIO
Ferrandina è un comune del materano di 9.072 abitanti. Per il numero
dei suoi abitanti è il sesto comune più popoloso della provincia e il
tredicesimo di tutta la Basilicata.
Il paese sorge in collina a 497 m.s.l.m in Val Basento sulla sponda
occidentale dell'omonimo fiume nella parte centro-settentrionale
della provincia. Per la sua altitudine Ferrandina fa parte della media
Collina materana e il territorio del comune ha un'estensione che per
grandezza è il quarto di tutta la Basilicata.
3. LO STEMMA
Lo stemma cittadino,
sormontato da una
corona ducale, si
compone di una croce
dorata in campo
azzurro posta sopra
tre colli dorati, al di
sotto di essi un
serpente nero. Il
settore superiore dello
scudo è rosso.
4. LEGGENDA
C’è un detto secondo il quale la popolazione ferrandinese
abitava nella fortezza di Uggiano e, in seguito ad un
terremoto, si spostò sul colle opposto; qui Federico D’
Aragona fece costruire la città e da qui le famose 7 “F”:
“Federicus Ferrandi filius fuit Ferrandinam fabricare
fecit.” .
5. LA STORIA
Le radici di Ferrandina affondano nella Magna Grecia, attorno al 1000 a.C. Il
suo nome era Troilia, mentre la sua acropoli-fortezza si chiamava Obelanon
(castello di Uggiano). La città assunse grande importanza e, alla fine del
dominio greco, venne conquistata da Longobardi e Normanni. Il nome
Ferrandina si deve a Federico d'Aragona che nel 1494 la battezzò così in
onore di suo padre, re Ferrante (o Ferrantino). Nel 1507 Ferdinando il
Cattolico le attribuì il titolo di "civitas".Ferrandina partecipò ai moti del
1820/21 e del 1860; nel 1945, il 2 agosto, si liberò dal fascismo. Ha ottenuto
il titolo di città il 15 marzo 2011.
6. CHIESA MADRE
I reperti certi della
struttura sono tracce di
mura del periodo bizantino.
Fu costruita nel 1492 ed è
formata da tre ampie
navate e una volta alta
all’incirca 20 metri
arricchita da bassorilievi,
affreschi e vetrate.
All’esterno si presenta con
una struttura lineare
caratterizzata da dettagli
di stile rinascimentale
semplice e squadrato, come
evidenziano i sobri capitelli
del portale, sui quali
vengono raffigurate delle
semplici immagini
rappresentanti il contrasto
7.
8.
9. SI VIVEVA COSI’ …
La vita a Ferrandina, nel passato, si
svolgeva come in tutti gli altri paesi
lucani ad economia agricola. La campagna
era il punto di forza della famiglia e
possedere un fazzoletto di terra era
vitale perché da esso si traeva il
necessario per vivere: grano, olio,
frutta, prodotti che si consumavano o si
vendevano per acquistare altri beni, e se
si possedeva anche un mulo si era quasi
ricchi. Alla gestione del fondo
partecipavano tutti: padre, madre, figli e
figlie, ognuno con un compito ben preciso.
Anche i bambini, che raramente andavano
a scuola, collaboravano ai lavori dei campi
e le madri portavano con sé i neonati che
venivano deposti all’ombra di un albero,
accuditi da una sorellina o da un
fratellino più grandicello che ancora non
lavorava con gli altri.
Il quadro di una famiglia- tipo del
passato è davvero affascinante, pare un
dipinto dell’800 che testimonia una realtà
povera ma sana, in cui i valori della
10.
11. LE FONTANE
Le fontane, nei tempi passati, quando nelle case non vi
era l’acqua corrente e, di conseguenza, neppure la…
lavatrice, avevano un ruolo molto importante. Le donne di
Ferrandina si recavano a San Damiano, alla Fontana delle
rose, a fosso Camardo per lavare i panni e per…fare
pettegolezzi.
16. I PATRONI DELLA CITTA’- 16 Agosto e seconda
domenica di maggio.
17. PROVERBI FERRANDINESI!
Per dire che anche la persona apparentemente perfetta ha
qualche difetto << La zita è’ bella, ma l’ manca n’ uocchio
>>.
Per spiegare che bisogna guardarsi dalle lusinghe degli
adulatori << Quann ’ u diavolo t’’accarezza tann vole
l’ alma >>.
Quando si vuole sottolineare che gli affari vanno curati
personalmente << L’ uocchio du patrunu ’ ngrassa u
cavadd’ >>