Il lavoro di tesi intende presentare le pratiche e gli strumenti scelti ed applicati dal 1999 al 2012, anni in cui ho rivestito il ruolo di progettista-coordinatore e di responsabile per l’attività di analisi qualitativa e valutazione di processo nell’ambito delle attività di sperimentazione dell’Autonomia scolastica, del Programma Operativo Nazionale 2000/2006 e 2007/2013 e del Programma Operativo Regionale Campania 2010/2011.
Conclusione - Tesi sperimentale IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALECorrado Izzo
per sviluppare le prospettive del Bilancio sociale occorre innanzitutto innalzare i livelli di consapevolezza individuale e di gruppo circa la valorizzazione del capitale umano e la rendicontazione sociale.
Sarà necessario stimolare e verificare la capacità da parte dell’intero sistema educazione/istruzione di promuovere, sostenere e controllare (in ottica formativa) i connessi e propedeutici processi di crescita umana e professionale, soprattutto dei dirigenti scolastici, che così come ricordato da J. Delors, esercitano un ruolo fondamentale per ottenere importanti miglioramenti nella qualità della scuola.
Nell’ambito di tale processo bisognerà, infine, interrogarsi su alcune criticità emerse nel corso della ricerca che investono i livelli decisionali superiori.
I nodi problematici, secondo chi scrive, sono i seguenti:
Capitolo 4 - LA RICERCA-AZIONE: ORIENTAMENTI E STRUMENTICorrado Izzo
I focus delle ricerca
Il lavoro di tesi intende presentare le pratiche e gli strumenti progettati ed applicati dal 1999 al 2012, anni in cui ho rivestito il ruolo di progettista-coordinatore e di responsabile per l’attività di analisi qualitativa e valutazione di processo nell’ambito delle attività di sperimentazione dell’Autonomia scolastica, del Programma Operativo Nazionale 2000/2006 e 2007/2013 e del Programma Operativo Regionale Campania 2009/2011.
Un’attività di ricerca e di sperimentazione continua che si è orientata e costruita intorno alla consapevolezza che le azioni di valutazione esterna e di autovalutazione non possono e non devono connotarsi “tecnicamente” per indagare prioritariamente i fattori generali di processo e gli esiti delle azioni formative, ma dovrebbero avere come punto di riferimento cardine lo “scenario complessivo” delineato dalla teoria e dalla ricerca pedagogica e lo “scenario di contesto” definito dall’attività di progettazione, verifica e riprogettazione elaborata da ogni singola istituzione scolastica.
Conclusione - Tesi sperimentale IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALECorrado Izzo
per sviluppare le prospettive del Bilancio sociale occorre innanzitutto innalzare i livelli di consapevolezza individuale e di gruppo circa la valorizzazione del capitale umano e la rendicontazione sociale.
Sarà necessario stimolare e verificare la capacità da parte dell’intero sistema educazione/istruzione di promuovere, sostenere e controllare (in ottica formativa) i connessi e propedeutici processi di crescita umana e professionale, soprattutto dei dirigenti scolastici, che così come ricordato da J. Delors, esercitano un ruolo fondamentale per ottenere importanti miglioramenti nella qualità della scuola.
Nell’ambito di tale processo bisognerà, infine, interrogarsi su alcune criticità emerse nel corso della ricerca che investono i livelli decisionali superiori.
I nodi problematici, secondo chi scrive, sono i seguenti:
Capitolo 4 - LA RICERCA-AZIONE: ORIENTAMENTI E STRUMENTICorrado Izzo
I focus delle ricerca
Il lavoro di tesi intende presentare le pratiche e gli strumenti progettati ed applicati dal 1999 al 2012, anni in cui ho rivestito il ruolo di progettista-coordinatore e di responsabile per l’attività di analisi qualitativa e valutazione di processo nell’ambito delle attività di sperimentazione dell’Autonomia scolastica, del Programma Operativo Nazionale 2000/2006 e 2007/2013 e del Programma Operativo Regionale Campania 2009/2011.
Un’attività di ricerca e di sperimentazione continua che si è orientata e costruita intorno alla consapevolezza che le azioni di valutazione esterna e di autovalutazione non possono e non devono connotarsi “tecnicamente” per indagare prioritariamente i fattori generali di processo e gli esiti delle azioni formative, ma dovrebbero avere come punto di riferimento cardine lo “scenario complessivo” delineato dalla teoria e dalla ricerca pedagogica e lo “scenario di contesto” definito dall’attività di progettazione, verifica e riprogettazione elaborata da ogni singola istituzione scolastica.
Capitolo 3 - DALL’ANALISI QUALITATIVA AL BILANCIO SOCIALE: ESITI DELLA RICER...Corrado Izzo
Prima di procedere a definire il concetto di Accountability e di Bilancio sociale e, successivamente, di descrivere quali siano le azioni connesse già messe in atto a livello internazionale, nazionale e locale, credo possa essere utile riportare l’attenzione su quelli che dovrebbero essere i tratti caratterizzanti il processo di rinnovamento della scuola italiana, secondo quanto prodotto dalla ricerca didattica e quanto previsto dalla normativa primaria e secondaria sull’autonomia scolastica.
In tal modo sarà possibile, già in prima lettura, verificare i livelli di corrispondenza o meno tra tali acquisizioni e gli indicatori di qualità individuati a livello nazionale ed internazionale per quanto concerne i processi di valutazione/autovalutazione/rendicontazione sociale in campo educativo.
Un quadro della situazione e possibili piste di lavoro anche grazie al sempre interessante contributo del prof. Nicoli, fonte interessante di scenari di lavoro
IL MANAGER DELLA FORMAZIONE Quest’articolo analizza brevemente quella figura professionale interna all’azienda che ha il delicato compito di coordinare le attività didattiche e gestire l’impatto organizzativo del progetto e-learning. Si fa riferimento al cosiddetto manager della formazione Per una buona riuscita di un progetto e-learning è fondamentale sia la presenza di figure professionali dedicate alla progettazione e gestione del processo formativo - tra cui quella del manager della formazione; che il dichiarato impegno, da parte del management, di promuovere il progetto. L’azienda, infatti, può essere considerato come un vero e proprio sistema costituito da persone, tecnologie e servizi, ovvero l’insieme dei processi e dei prodotti realizzati attraverso una sinergia tra le risorse umane dell’ente e la tecnologia utilizzata a supporto dell’organizzazione. L’interconnessione tra persone, processi e prodotti offre una rappresentazione sistemica dei processi formativi innovativi per gestire i quali sono necessari diversi modelli organizzativi, l’elaborazione di soluzioni differenziate per i singoli aspetti dell’attività didattica, la messa a punto di sistemi di gestione affidabili ed efficienti, l’individuazione di soluzioni tecniche che assicurino rapidità di comunicazione, l’adozione di sistemi automatizzati per il trattamento delle informazioni e la specializzazione di specifiche funzioni didattiche. La necessità di introdurre nell’impianto formativo un organo di integrazione, ossia una figura professionale che coordini il processo didattico e ne faciliti il corso all’insegna del miglioramento dei servizi offerti in termini di efficacia ed efficienza, ha portato all’affermarsi del manager della formazione
Formazione tradizionale e e-learning I processi di apprendimento sono diventati più complessi a causa del sorgere di nuove tecnologie, in particolare Internet. Le possibilità di apprendimento collaborativo aperto e flessibile ha risvegliato l'interesse dei docenti e ricercatori a indagare e comprendere le condizioni e le caratteristiche che i nuovi metodi di apprendimento possono contribuire. Se come docenti possiamo essere soddisfatti circa le possibilità di un cambiamento pedagogico che l'e-learning può portare, non dobbiamo smettere di interrogarci sulla qualità di questi processi di istruzione e di apprendimento. Questo documento analizza i processi di comunicazione e didattica innovativa. Abbiamo pensato a un sistema di categorie che consente l'analisi dell'interazione didattica. E' importante sapere che gli elementi di comunicazione sociale, cognitiva e didattica saranno il nuovo sviluppo dell'apprendimento in ambienti virtuali in modo sempre più efficace. Le nuove forme di comunicazione che coinvolgono la telematica sono una grande sfida, quando concettualizzare ciò che è stato tradizionalmente inteso come comunicazione in materia di istruzione. Uno dei temi più prolifici nella letteratura recente sulla comunicazione del contesto educativo, riguarda l'uso didattico delle nuove tecnologie e quindi non sorprende che una revisione della bibliografia specializzata, rivela molti riferimenti alla concetto di Computer Mediated Communication. Nella progettazione del formato didattico, assumono grande rilevanza le decisioni relative alla definizione degli obiettivi didattici e dei relativi approcci metodologici, alla progettazione delle attività, dei contenuti e delle attività di valutazione. Sono da includere in questa categoria l’organizzazione dei discenti e la definizione delle figure professionali coinvolte nell’erogazione.
Gli obiettivi didattici devono essere specificati chiaramente e resi noti a tutto il gruppo di progetto. Il formato didattico viene progettato, di conseguenza, grazie ai dati raccolti durante lo studio di fattibilità, alle caratteristiche degli utenti e ai vincoli definiti a priori, descritti nel documento di avvio del progetto.
Gli obiettivi possono essere descritti a seconda della modalità più appropriata al contesto.
Una modalità molto diffusa è relativa alla tipica tassonomia “sapere, saper fare, saper essere”.
Un’altra modalità, invece, è legata all’identificazione degli obiettivi generali complessivi del corso, quindi degli obiettivi specifici dei singoli insegnamenti e, infine, degli obiettivi trasversali. Tale classificazione è basata, quindi, sulla tipologia di competenze da acquisire:
presentazione sintetica della tesi di alberto.garniga@gmail.com sul PBL come leva per l'innovazione organizzativa, metodologica e tecniologica nella scuola italiana.
Capitolo 2 - LA SCUOLA ITALIANA: IL PASSAGGIO DAL MODELLO TRASMISSIVO AL PRO...Corrado Izzo
Verso la fine degli anni ’60 la scuola pubblica italiana ha vissuto un periodo di grandi difficoltà, causato da un fenomeno importante e difficile da gestire, definito della scolarizzazione di massa .
Dopo aver conosciuto il boom economico, anche nel nostro paese si è verificata una grande crescita demografica accompagnata dall’incremento delle attese rispetto alla qualità della vita.
Capitolo1 - IL PROCESSO FORMATIVO: I MUTAMENTI DEI PARADIGMI STORICI Corrado Izzo
L’uomo moderno, in contrasto con le “originarie” forme di conoscenza basate sul sentire e sul pensare , ha affermato la possibilità della ragione di controllare da sé il processo di indagine e di verificare sperimentalmente come è fatta la realtà, esaltandone i poteri fino ad arrivare alla fede totale nella scienza positiva.
Questo passaggio ha segnato anche la rinuncia alla lettura complessiva della realtà e si è concentrata nei suoi segmenti con conseguente allargamento dell’enciclopedia delle discipline e produzione di saperi tecnologici segmentati con cui intervenire su parti della realtà. Ma la frattura più profonda avviene con la separazione della scienza dalla coscienza: il vero si distacca dal giusto in quanto la conoscenza oggettiva non ha coscienza, è neutra.
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Capitolo 3 - DALL’ANALISI QUALITATIVA AL BILANCIO SOCIALE: ESITI DELLA RICER...Corrado Izzo
Prima di procedere a definire il concetto di Accountability e di Bilancio sociale e, successivamente, di descrivere quali siano le azioni connesse già messe in atto a livello internazionale, nazionale e locale, credo possa essere utile riportare l’attenzione su quelli che dovrebbero essere i tratti caratterizzanti il processo di rinnovamento della scuola italiana, secondo quanto prodotto dalla ricerca didattica e quanto previsto dalla normativa primaria e secondaria sull’autonomia scolastica.
In tal modo sarà possibile, già in prima lettura, verificare i livelli di corrispondenza o meno tra tali acquisizioni e gli indicatori di qualità individuati a livello nazionale ed internazionale per quanto concerne i processi di valutazione/autovalutazione/rendicontazione sociale in campo educativo.
Un quadro della situazione e possibili piste di lavoro anche grazie al sempre interessante contributo del prof. Nicoli, fonte interessante di scenari di lavoro
IL MANAGER DELLA FORMAZIONE Quest’articolo analizza brevemente quella figura professionale interna all’azienda che ha il delicato compito di coordinare le attività didattiche e gestire l’impatto organizzativo del progetto e-learning. Si fa riferimento al cosiddetto manager della formazione Per una buona riuscita di un progetto e-learning è fondamentale sia la presenza di figure professionali dedicate alla progettazione e gestione del processo formativo - tra cui quella del manager della formazione; che il dichiarato impegno, da parte del management, di promuovere il progetto. L’azienda, infatti, può essere considerato come un vero e proprio sistema costituito da persone, tecnologie e servizi, ovvero l’insieme dei processi e dei prodotti realizzati attraverso una sinergia tra le risorse umane dell’ente e la tecnologia utilizzata a supporto dell’organizzazione. L’interconnessione tra persone, processi e prodotti offre una rappresentazione sistemica dei processi formativi innovativi per gestire i quali sono necessari diversi modelli organizzativi, l’elaborazione di soluzioni differenziate per i singoli aspetti dell’attività didattica, la messa a punto di sistemi di gestione affidabili ed efficienti, l’individuazione di soluzioni tecniche che assicurino rapidità di comunicazione, l’adozione di sistemi automatizzati per il trattamento delle informazioni e la specializzazione di specifiche funzioni didattiche. La necessità di introdurre nell’impianto formativo un organo di integrazione, ossia una figura professionale che coordini il processo didattico e ne faciliti il corso all’insegna del miglioramento dei servizi offerti in termini di efficacia ed efficienza, ha portato all’affermarsi del manager della formazione
Formazione tradizionale e e-learning I processi di apprendimento sono diventati più complessi a causa del sorgere di nuove tecnologie, in particolare Internet. Le possibilità di apprendimento collaborativo aperto e flessibile ha risvegliato l'interesse dei docenti e ricercatori a indagare e comprendere le condizioni e le caratteristiche che i nuovi metodi di apprendimento possono contribuire. Se come docenti possiamo essere soddisfatti circa le possibilità di un cambiamento pedagogico che l'e-learning può portare, non dobbiamo smettere di interrogarci sulla qualità di questi processi di istruzione e di apprendimento. Questo documento analizza i processi di comunicazione e didattica innovativa. Abbiamo pensato a un sistema di categorie che consente l'analisi dell'interazione didattica. E' importante sapere che gli elementi di comunicazione sociale, cognitiva e didattica saranno il nuovo sviluppo dell'apprendimento in ambienti virtuali in modo sempre più efficace. Le nuove forme di comunicazione che coinvolgono la telematica sono una grande sfida, quando concettualizzare ciò che è stato tradizionalmente inteso come comunicazione in materia di istruzione. Uno dei temi più prolifici nella letteratura recente sulla comunicazione del contesto educativo, riguarda l'uso didattico delle nuove tecnologie e quindi non sorprende che una revisione della bibliografia specializzata, rivela molti riferimenti alla concetto di Computer Mediated Communication. Nella progettazione del formato didattico, assumono grande rilevanza le decisioni relative alla definizione degli obiettivi didattici e dei relativi approcci metodologici, alla progettazione delle attività, dei contenuti e delle attività di valutazione. Sono da includere in questa categoria l’organizzazione dei discenti e la definizione delle figure professionali coinvolte nell’erogazione.
Gli obiettivi didattici devono essere specificati chiaramente e resi noti a tutto il gruppo di progetto. Il formato didattico viene progettato, di conseguenza, grazie ai dati raccolti durante lo studio di fattibilità, alle caratteristiche degli utenti e ai vincoli definiti a priori, descritti nel documento di avvio del progetto.
Gli obiettivi possono essere descritti a seconda della modalità più appropriata al contesto.
Una modalità molto diffusa è relativa alla tipica tassonomia “sapere, saper fare, saper essere”.
Un’altra modalità, invece, è legata all’identificazione degli obiettivi generali complessivi del corso, quindi degli obiettivi specifici dei singoli insegnamenti e, infine, degli obiettivi trasversali. Tale classificazione è basata, quindi, sulla tipologia di competenze da acquisire:
presentazione sintetica della tesi di alberto.garniga@gmail.com sul PBL come leva per l'innovazione organizzativa, metodologica e tecniologica nella scuola italiana.
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Capitolo 2 - LA SCUOLA ITALIANA: IL PASSAGGIO DAL MODELLO TRASMISSIVO AL PRO...Corrado Izzo
Verso la fine degli anni ’60 la scuola pubblica italiana ha vissuto un periodo di grandi difficoltà, causato da un fenomeno importante e difficile da gestire, definito della scolarizzazione di massa .
Dopo aver conosciuto il boom economico, anche nel nostro paese si è verificata una grande crescita demografica accompagnata dall’incremento delle attese rispetto alla qualità della vita.
Capitolo1 - IL PROCESSO FORMATIVO: I MUTAMENTI DEI PARADIGMI STORICI Corrado Izzo
L’uomo moderno, in contrasto con le “originarie” forme di conoscenza basate sul sentire e sul pensare , ha affermato la possibilità della ragione di controllare da sé il processo di indagine e di verificare sperimentalmente come è fatta la realtà, esaltandone i poteri fino ad arrivare alla fede totale nella scienza positiva.
Questo passaggio ha segnato anche la rinuncia alla lettura complessiva della realtà e si è concentrata nei suoi segmenti con conseguente allargamento dell’enciclopedia delle discipline e produzione di saperi tecnologici segmentati con cui intervenire su parti della realtà. Ma la frattura più profonda avviene con la separazione della scienza dalla coscienza: il vero si distacca dal giusto in quanto la conoscenza oggettiva non ha coscienza, è neutra.
Autobiografie cognitive finali - ScafatiCorrado Izzo
Il "Diario di bordo" delle docenti del gruppo di San Pietro (Scafati) che traccia la "rotta" seguita verso l'arcipelago delle emozioni e delle interazioni profonde dei saperi ...l'arcipelago della scuola delle competenze e della centralità del soggetto che apprende .... della comunità educativa in cui è domina il dialogo e il confronto con "l'altro da sè" senza trascurare nessuno...alunni, genitori e docenti. Il "diario" mette in risalto la complessità e la "diversità" del/dei processo/i di apprendimento e di conseguenza impone una seria riflessione anche sulla valutazione dello stesso che non può essere misurato con prove standardizzate e limitate ad alcuni aspetti, tra l'altro secondari. Un "diario" in cui, come già anticipato, filosofia, arte, musica, poesia e vissuti reali si intersecano rendendo il quadro complessivo accattivante e gratificante dal punto di vista dei prodotti elaborati dalle corsiste e degli esiti raggiunti dall'intervento formativo. A voi lascio la lettura di questo "viaggio" intrigante.
2 cd rodari villaricca relazione finale-all3-autobioCorrado Izzo
Tracce di lavoro per una formazione efficace: l'approccio narrativo e le caratteristiche peculiari del processo formativo umano - Stimoli comuni ed elaborazioni differenziate
Ricordate le domande? Quanto incidono le differenze individuali nel processo di apprendimento? Quante variabili incidono sul processo di apprendimento e come si concilia questa complessità con il sistema di valutazione, delle istituzioni e del merito, strutturato a livello nazionale?
Ecco la seconda pubblicazione dei materiali elaborati dalle corsiste dell'IC "Don Bosco" di Volla: questa volta si tratta dei diari di bordo (autobiografie cognitive) elaborati al termine di ciascun incontro di formazione.
Schede di riflessione metacognitiva elaborate dalle corsiste dell'IC "Giovanni Bosco" di Volla, in seguito alla stimolazione emotiva e cognitiva effettuata sia con slide inerenti il processo di apprendimento e la comunicazione sia con la visione di videoclip musicali e la presentazione di mappe concettuali interattive, in cui ai singoli brani musicali sono associate le parole chiave delle Indicazioni nazionali.
Anche per la formazione la valutazione ex post è una delle sfide più difficili: il modello di curricolo verticale elaborato dal gruppo di lavoro di Caivano fornisce un chiaro riscontro degli impatti positivi, a breve a lungo termine, che la formazione può e deve garantire per potersi definire di qualità.
Riflessione Metacognitiva finale - gruppo docenti CaivanoCorrado Izzo
Compito di realtà: formulare una riflessione sugli esiti del corso di formazione in previsione dell'incontro conclusivo in cui i corsisti dovranno illustrare ai membri dei collegi dei docenti le implicazioni formative e le piste di lavoro su cui focalizzare l'attenzione il prossimo anno scolastico.
Riflessione Metacognitiva finale - gruppo docenti Caivano
Introduzione: IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALE. DALLE CONOSCENZE ALLE COMPETENZE. DAL MONITORAGGIO AL BILANCIO SOCIALE.
1. Introduzione
Il lavoro di tesi intende presentare le pratiche e gli strumenti scelti ed applicati
dal 1999 al 2012, anni in cui ho rivestito il ruolo di progettista-coordinatore e di
responsabile per l’attività di analisi qualitativa e valutazione di processo
nell’ambito delle attività di sperimentazione dell’Autonomia scolastica, del
Programma Operativo Nazionale 2000/2006 e 2007/2013 e del Programma
Operativo Regionale Campania 2010/2011.
Di tali pratiche e strumenti si intende mettere in evidenza la stretta
connessione con gli aspetti teorici ed operativi relativi alle caratteristiche del
processo formativo e con il quadro storico sociale, caratterizzato dalla crisi del
dualismo degli opposti e dall’affermarsi dell’approccio transdisciplinare.
Un’impostazione che riflette in modo puntuale uno dei punti cardini della
ricerca pedagogica: un metodo si ritiene efficace quando interroga costantemente
la teoria di riferimento per esplorarne le possibilità ed i limiti (Orefice. P).
Ed è proprio partendo da tale prospettiva che si intende illustrare quanto la
ricerca applicata possa fungere da stimolo all’attività di studio e di
sperimentazione in ambito valutativo, allorquando essa si pone l’obiettivo di
indagare i livelli di rintracciabilità e di applicazione dei principi cardine
discendenti dall’elaborazione teorica complessa (la dialogicità, lo sviluppo
integrato, la transdisciplinarietà, la flessibilità della progettazione formativa,
l’individualizzazione/personalizzazione, la didattica partecipativa/laboratoriale,
la valutazione e l’autovalutazione, la riflessività) e di proporre, pertanto, delle
linee teorico-operative idonee alla definizione di piani di intervento didattico
basati sul rigore scientifico e metodologico, nell’ottica della Ricerca Azione
Partecipativa (Orefice P., 2006) e delle nuove prospettive delineate dal Bilancio
Sociale.
1
2. Piani d’intervento, che partendo dall’analisi dei bisogni e delle risposte locali e
da una “coerente” progettazione formativa, siano concretamente finalizzati
all’individuazione e alla sperimentazione di innovazioni metodologiche e
didattiche che favoriscano la fruizione “reale” del diritto allo studio per tutti, e al
tempo stesso garantiscano l’innalzamento dei livelli di competenza degli allievi e
la drastica riduzione dei tassi di insuccesso e di abbandono scolastico, così come
richiesto dalla Comunità Europea.
Un’attività di ricerca e di sperimentazione continua che si è orientata e
costruita intorno alla consapevolezza che le azioni di valutazione esterna e di
autovalutazione non possono e non devono connotarsi “tecnicamente” per
indagare prioritariamente i fattori generali di processo e gli esiti delle azioni
formative, ma dovrebbero avere come punto di riferimento cardine lo “scenario
complessivo” delineato dalla teoria e dalla ricerca pedagogica.
È in tale ottica, nella consapevolezza dei problemi posti dalla crisi del
paradigma degli opposti, dal riduzionismo, dal fallimento dell’utopia scientifica,
(Orefice P., 2011) e dalle spinte centrifughe di attivazione di processi di
rifondazione delle strutture di pensiero (pensare bene), e di una nuova
consapevolezza della complessità/unicità della dimensione umana (auto-etica,
socio-etica ed antropo-etica) generate dall’affermarsi del paradigma della
complessità, nell’era della società planetaria, che il modello di analisi dei processi
formativi sperimentato si differenzia da quelli maggiormente diffusi e promossi su
scala nazionale ed internazionale, indagando soprattutto i profili di
coerenza/incoerenza tra i modelli formativi delineati dalla ricerca pedagogica
contemporanea e le “prassi” messe in atto, mediante l’analisi dello scarto esistente
tra qualità progettata e qualità realizzata.
2
3. Da questo punto di vista è stato possibile individuare non solo i livelli di
coerenza/incoerenza formale con le norme generali, con le scelte operate in fase di
progettazione e gli esiti finali degli interventi formativi, ma soprattutto i livelli di
coerenza della “programmazione”, dell’impianto metodologico complessivo e di
dettaglio, dei criteri di verifica e di valutazione ipotizzati e realizzati, dei livelli di
adeguamento dell’offerta formativa alle reali esigenze di contesto, dei livelli di
corrispondenza e gradimento delle attività mediante l’analisi dei contratti
formativi. Inoltre sono stati individuati anche i livelli di riflessività individuali e
collettivi generatisi o meno, a seguito delle azioni di formazione rivolte al
personale scolastico e delle analisi valutative interne ed esterne.
Non ultimi, i livelli di coerenza esistenti tra finalità educative generali
dichiarate e prassi consolidate rispetto alla centralità dei processi comunicativi
(nella mediazione didattica e nell’organizzazione scolastica), alla
individualizzazione e personalizzazione, alla tesaurizzazione delle esperienze e
valorizzazione delle professionalità, alle attività di studio/ricerca/innovazione
metodologica e didattica ed, infine, la coerenza dei livelli di priorità nella gestione
del Fondo d’Istituto.
Un processo di coordinamento, di valutazione e di autovalutazione corredato
da strumenti di indagine, di analisi e di rappresentazione grafica idonei a fornire
alle istituzioni scolastiche gli elementi necessari alla “riflessione pedagogica e
didattica” in relazione alle procedure e agli esiti degli interventi messi in atto.
Metodologie di lavoro e strumenti che, a differenza dei modelli ufficiali
standardizzati (oggetto di approfondita analisi e comparazione), sembrano essere
più idonei a cogliere l’ineludibile interconnessione esistente tra teoria e pratica, tra
programmazione e valutazione e tra la stessa e l’individualizzazione e la
personalizzazione dei processi di insegnamento/apprendimento.
3
4. Di conseguenza i più idonei ad evidenziare i diversi livelli di coerenza delle
azioni messe in atto rispetto alle caratteristiche del processo formativo e a fornire
chiavi di lettura in senso evolutivo sia ai partner esterni sia agli operatori interni
nell’ottica del bilancio sociale.
Un’attività di ricerca e di sperimentazione che è risultata ancora più
significativa a partire dall’introduzione del Piano Integrato degli Interventi (PON
2007/2013).
Tale Piano Integrato richiede una progettazione non più intesa in un’ottica
aggiuntiva rispetto alle attività curriculari e al Piano dell’Offerta Formativa, ma
integrata ed in quanto tale, generatrice di specifiche ricadute sul piano dello
sviluppo integrale del soggetto che apprende e sul piano specifico degli
apprendimenti curriculari.
Un’ottica che impone un’attenta e approfondita riflessione in relazione al tema
della valorizzazione delle esperienze extracurricolari in ambito curricolare e che
pertanto rimanda ad una particolare attenzione alle azioni di analisi qualitativa e di
valutazione di processo, onde poter individuare gli elementi di criticità e di
positività che determinano lo scarto esistente tra qualità progettata e qualità
realizzata.
Uno scarto ed un conseguente “spazio di riflessione” non più e non solo
riservato all’area degli interventi extrascolastici, ma all’intera progettazione messa
in campo, di anno in anno, dalle istituzioni scolastiche. Proprio per questo,
nell’ambito del Piano integrato, particolare importanza viene riconosciuta ai
processi di valutazione tanto da riconoscere una certa premialità (ulteriori
contributi economici) alle istituzioni scolastiche che hanno sviluppato processi di
ricerca, sperimentazione e validazione in tale ambito.
4
5. Il lavoro di tesi comincia con la presentazione del quadro teorico di
riferimento, attraverso l’analisi degli aspetti fondamentali dei mutamenti dei
paradigmi storici alla base dell’Approccio Transdisciplinare e della Ricerca
Azione Partecipativa, in quanto l’intero discorso sul processo formativo si basa su
un’educazione sociale olistica e sull’approccio transdisciplinare all’educazione.
Nell’ambito di tale analisi, si è ritenuto utile, ai fini di una maggiore
comprensione della prospettiva di senso in cui sono stati ideati gli strumenti di
analisi qualitativa e del particolare punto di vista da cui si osservano i processi,
dedicare un’attenzione particolare anche agli studi elaborati da Edgar Morin sui
sette temi fondamentali per integrare le discipline esistenti, stimolando, allo stesso
tempo, gli sviluppi di una conoscenza atta a raccogliere le sfide della nostra vita
individuale, culturale e sociale (Morin E., 2001).
Il secondo capitolo è dedicato alla descrizione del processo di riforma avviato
alla metà degli anni Novanta fino all’approvazione del Regolamento
dell’Autonomia che sancisce il definitivo passaggio dall’insegnamento inteso
come trasmissione di informazioni e/o di abilità rigidamente definite,
all’insegnare ad apprendere, focalizzato su competenze di carattere molto
generali, flessibili e facilmente trasferibili.
Un processo di rinnovamento normativo dall’alto profilo pedagogico e
didattico, al quale però si contrappone il diffuso tradizionalismo didattico che
caratterizza la struttura del fare didattico ancora presente in buona parte delle
istituzioni scolastiche italiane.
Nel terzo capitolo, viene presentato il nuovo scenario relativo ai processi di
valutazione di processo che segnano il passaggio definitivo dai processi di
monitoraggio all’ottica del Bilancio Sociale, di cui si stanno ancora definendo e
sperimentando i modelli operativi di riferimento.
5
6. Un’analisi puntuale in cui vengono presentati i sistemi di valutazione di
processo e delle competenze degli studenti più diffusi in Europa non senza, però,
una breve rassegna dei modelli scolastici e in cui si mette in evidenza quanto il
corretto riferimento agli aspetti normativi della programmazione e delle
valutazione possa contribuire in modo sostanziale a garantire a tutti gli allievi pari
opportunità formative, limitando gli effetti di una concezione della scuola
incapace di conquistare autonomia nei confronti dei condizionamenti propri della
società. Nella parte finale del capitolo si mettono, anche in evidenza, i livelli di
applicabilità della ricerca sperimentata nell’ottica del Bilancio Sociale (Paletta
A., 2012).
L’ultimo capitolo è dedicato alla presentazione degli strumenti utilizzati e degli
esiti delle azioni valutative messe in atto, evidenziandone le connessioni con il
quadro teorico di riferimento delineato nel primo capitolo.
Si parte dai focus della ricerca per descrivere i campi d’indagine della
sperimentazione metodologico-didattica (La metodologia enattiva e la didattica
non lineare) per arrivare all’analisi qualitativa, alla valutazione di processo in
ambito PON e delle azioni di coordinamento e alla valutazione di processo
nell’ambito del POR Campania, Avviso Pubblico “Scuole Aperte - Azioni
congiunte”.
Ci si sofferma in particolare sulle finalità e sugli obiettivi del Piano Operativo
Nazionale (ambito preminente di sperimentazione dei modelli di analisi di
processo) che, oltre ad una puntuale analisi delle criticità del sistema scolastico
nazionale ed in particolare di quello meridionale, definisce le linee d’intervento e
le procedure da attuare per innalzare i tassi di successo scolastico e la qualità
dell’offerta formativa, contribuendo in tal modo a promuovere processi di ricerca
e di sperimentazione in ambito docimologico e didattico.
6
7. 7
Si descrive, inoltre, il ruolo strategico del Referente per la valutazione e si
riportano alcune esemplificazioni operative, in modo da rendere evidente il nesso
esistente tra la ricerca e la sperimentazione in campo docimologico e la qualità
dei processi decisionali e formativi.